Sesti: “Scaravelli: una fatalità”

Sesti: “Scaravelli: una fatalità”

Il presidente di Federmoto interviene sulle dichiarazioni del Codacons che puntano a criminalizzare le minimoto

Redazione - @InMoto_it

21.07.2016 09:59

Non ce l’ha fatta Marco Scaravelli, il bambino di 6 anni che si era infortunato gravemente al Viadana Racing Park, circuito in provincia di Mantova. Nei giorni passati il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori) ha pubblicato sul proprio sito la news dal titolo “Muore a 6 anni dopo incidente in minimoto, Codacons contro le gare”. Questo il contenuto: “Il Codacons interviene sulla tragedia del bimbo di 6 anni morto a causa di un incidente in minimoto. L’Associazione ha inviato all’azienda che gestisce il racing park una lettera di diffida al fine di far cessare la pratica moto a bambini così piccoli, vietandola almeno ai minori di 14 anni. Una richiesta d’intervento è stata invia anche al Ministro dei trasporti Graziano Delrio. “Assurdo morire a sei anni per un gioco da grandi – commenta il Codacons – Mai più morti per gioco. L’azione inibitoria si basa su una richiesta ai sensi dell’articolo art 140 del codice del consumo. Cessare attività lesive nei confronti dei consumatori. L’evidenza della lesività dell’attività è nella cronaca”.

La Federazione Motociclistica Italiana, seppur non coinvolta nell’episodio in quanto lo stesso è avvenuto in un contesto del tutto esterno all’attività FMI, viene indirettamente chiamata in causa in qualità di organizzatrice di gare. A tal proposito, il Presidente FMI, Paolo Sesti, ha precisato:

“L'età minima di accesso all'attività agonistica non viene stabilita dalle singole Federazioni Sportive Nazionali, bensì dal Ministero della Salute; per svolgere quella motociclistica, è necessario aver compiuto 8 anni. Nel caso specifico, il povero Marco Scaravelli è scomparso nel contesto di un corso per l'avvio all'attività sportiva, quindi non si stava correndo alcun tipo di gara, e la fatalità ha voluto che intervenissero purtroppo delle cause esterne. Voglio inoltre sottolineare come la FMI svolga questo tipo di attività sulla base di linee guida che vengono seguite su tutto il territorio nazionale, le quali prevedono la gestione della stessa da parte di Tecnici abilitati o Istruttori federali. Ricordo, infine, che la casistica di incidenti o infortuni nell'attività (sia sportiva che agonistica) di minimoto è praticamente nulla”.

Per la cronaca, Marco Scaravelli stava spingendo a piedi nel paddock la sua minimoto, che è stata avviata improvvisamente dal padre. Il bimbo è stato trascinato fino ad urtare un cancello. Questa la testimonianza del gestore dell’impianto, raccolta da Sabrina Pinardi del “Corriere della Sera”:

"Avevano finito tutti, non si sentiva più il rumore delle moto in pista", racconta il gestore dell’impianto. “Ero nell’area vicina al bar con altre persone quando ho sentito le urla del padre. Il bambino stava spingendo a piedi la sua minimoto sotto il gazebo, per raggiungere gli altri compagni, a motore spento. A un certo punto il padre, che lo accompagnava, inspiegabilmente ha tirato la corda dell’accensione e la moto è schizzata via, senza dargli il tempo di prendere il controllo del mezzo, che è andato a sbattere contro una cancellata a una trentina di metri di distanza. Sono moto a presa diretta", continua il gestore, “non hanno frizione. Il bimbo non è riuscito a controllarla“.

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