I "federali" in Sardegna

I "federali" in Sardegna
Alessandro Sambuco, segretario di FIM Europe, Virginijus Visockis, presidente della Federazione Lituana e Maurizio Sanna, pilota della Dakar. Il video.

Redazione - @InMoto_it

22.07.2015 ( Aggiornata il 22.07.2015 13:11 )

Guardando dall’esterno, a volte le Federazioni sono considerate come istituzioni costituite da persone che lavorano sì per uno sport particolare, ma che non sono "coinvolte" da questo, o più semplicemente, si pensa che non lo pratichino. A volte può essere vero, ma non è così in FIM Europe. Probabilmente perché il motociclismo richiede una passione speciale, e difficilmente si può parlare di due ruote se non si è appassionati. FIM Europe e le federazioni affiliate sono composte da motociclisti che non solo lavorano per il motociclismo, ma hanno progettato il loro stile di vita attorno alle due ruote.
Off road in Sardegna
Quindi, nessuna sorpresa se il Segretario Generale della FIM Europe Alessandro Sambuco e il Presidente della Federazione Lituana Virginijus Visockis e  si sono incontrati per una sessione di off-road in Sardegna con una guida d'eccezione: il pilota della Dakar Maurizio Sanna. Non appena tutti e tre hanno avuto un weekend libero si sono ritrovati in Sardegna. “Tre ragazzi e le loro moto” avrebbe detto chiunque avesse incontrato questo gruppo sugli sterrati sardi, senza immaginare che si trattava di tre autentici personaggi nel mondo dello sport e della “politica” delle due ruote. Per conoscerli meglio, abbiamo fatto loro alcune domande.  
Alessandro Sambuco, Segretario Generale di FIM Europe

Alessandro Sambuco, Segretario Generale FIM Europe

Qual è stata la tua prima moto? Parlando di fuoristrada la mia prima motocicletta fu una Benelli 50cc da Motocross acquistata nel 1974 a Roma nel negozio di Luciano Conti, ex Campione di Motocross e Road Racing. Perché hai iniziato il fuoristrada? Ho sempre avuto la passione dell’off-road e sin dall’età di 14 anni ho cercato di farlo con quello che era disponibile ovvero biciclette e ciclomotori. Ma ovviamente non era “il” fuoristrada vero ma piuttosto il rischiare di farsi male saltando e buttandosi giù in ripide discese o arrischiandoi su salite ardite con mezzi sicuramente non idonei. Ma la passione prescinde da tutto. Il vero colpo di fulmine fu molto dopo quando iniziai ad allenare nel 1982 il figlio di Luciano Conti, Marco che allora correva nel motocross e nell’enduro. Soprattutto nell’enduro vedergli fare cose per me al momento incredibili mi venne la curiosità di verificare se tutto ciò era fattibile o apparteneva a pochi eletti. Fu così che a 24 anni nel 1983, in tarda età per iniziare una carriera sportiva, feci la prima licenza con il Motoclub Roma ed inizia a correre. Ebbene si potevano fare quelle cose ma farle da campioni era diverso! Fino al 1991 ho corso così nell’Enduro e nei Motorally. Quali sono i tuoi migliori ricordi di quegli anni? Nel fare le gare di Enduro ho conosciuto posti così belli da restarmi nel cuore ed in uno di questi addirittura ho deciso di abitare. Ma la cosa più bella che mi ha dato l’Enduro è la sfida con te stesso con la voglia di migliorarti sempre, facendo riferimento solo alle tue risorse. Sappiamo che utilizzi la moto raramente a causa del tuo lavoro, ma se ne avessi il tempo dove ti piacerebbe andare? Dopo aver organizzato per cinque anni scuole di Motorally in Sardegna devo dire che nel mio immaginario il furistrada è li. Dopo questa ripresa di contatto con l’Enduro dopo circa 20 anni spero di avere presto ancora altre occasioni per godermi la natura (rispettandola) e le due ruote sui sentieri. Quanto sono importanti le moto nella tua vita? Sono un uomo fortunato: dall’età di 12 anni sono sulle moto. Per me sono state finora una passione, il mio sport ed il mio lavoro. Recentemente sono al lavoro nella FIM Europe sui programme di lavoro dedicati agli over 60 “extending the riding age” per dare loro tutti gli strumenti e le conoscenze possibili per andare in moto ancora tanti anni senza problemi. Sto preparando il mio futuro ancora su due ruote! Cosa ne pensi della guerra contro gli enduristi attraverso cavi di acciaio posizionati nei sentieri fuoristrada proprio all'altezza del collo? C'è qualcosa di off road piloti possono fare per essere più tollerati? Quello che devono fare tutti I cittadini e tutti gli automobilisti: essere civili e rispettosi delle regole e dell’ambiente. Purtroppo anche tra di noi, come in tutta la società civile esistono gli incivili. Come esistono i ladri ma non sono tutti ladri lo stesso vale per noi. Ma in tutti I casi a nessuno è consentito di fare “giustizia” da solo. Pensi che le moto da enduro elettrica potrebbero contribuire ad aumentare la tolleranza? Può aiutare ma non credo che risolva il problema. Essere un motociclista è utile per il Segretario generale della Federazione Europea? Essere un motociclista mi aiuta certamente a capire meglio il mondo in cui lavoro ma soprattutto mi consente di fare tutto con un importante valore aggiunto: la passione!
Virginijus Visockis, Presidente della Federazione Motociclistica Lituana

Virginijus Visockis, Presidente della Federazione Lituana

Guida la moto da quando aveva 14 anni ed è particolarmente appassionato di fuoristrada. Perché l’off-road? Guidare in off-road è il modo migliore per rilassarsi dopo tanto lavoro. Quando ero bambino ero molto vivace e volevo realizzarmi, così ho provato un sacco di sport, dal canottaggio alla canoa, all’equitazione, arti marziali, nuoto ... Ma sono stato attratto soprattutto dai motori, a 14 anni ho guidato una moto del club e ho avuto ottimo allenatore, che mi ha preparato per i campionati di motocross. A 17 anni sono diventato campione lituano in classe junior. E sono stato candidato alla categoria master. Qual è il tua moto in questo momento? In questo momento non ho una moto, perché sono impegnato con la prima scuola sportiva professionale in Lituania dove saranno allenati i giovani: l'anno scorso ho fatto il mio investimento e ho comprato 17 moto diverse - minimoto, quad, enduro e Motocross - per i bambini e gli adolescenti che inizieranno i primi corsi di formazione nella nuova Scuola Inoltre, io sto dedicando molto tempo alla Federazione Motociclistica Lituana e la moto mia deve aspettare … quando voglio guidare la noleggio. Quanto sono importanti le moto nella tua vita? Le moto sono tutta la mia vita, sono il mio lavoro e il mio hobby combinati. Tutta la mia famiglia ama questo sport, e sono molto felice che mia moglie mi sostenga su questa strada e lavori con me nella federazione motociclistica, dove è segretario generale. Dopo la mia carriera come pilota di motocross, sono stato un po’ lontano dalla moto quando è nato mio figlio Regimantas. Quando ha compiuto i tre anni ho iniziato la sua formazione e un anno dopo ha iniziato a gareggiare. Ha partecipato al campionato Lituano e agli Europei Motocross e ha vinto più volte il titolo lituano. Ora, il mio compito principale è quello di creare tutti i Centri sportivi possibili, dove i giovani possano iniziare la formazione e iniziare a raggiungere i loro obiettivi. C'è qualcosa che vorresti fare in moto, ma che non hai ancora fatto? Penso che il sogno di ogni pilota sia la Dakar. Mi piacerebbe partecipare a questo Rally. Ma ora devo finire di costruire la scuola per giovani piloti in Lituania. Dopo di che penserò alla Dakar. Suppongo che essere un motociclista sia molto utile per il presidente di una Federazione ... Qual è la tua impressione? Sono stato eletto per la prima volta presidente della Federazione Motociclistica Lituana nel 2008 e sono felice che i rappresentanti della Federazione abbiano fiducia in me. A mio parere, comprendere questo sport è molto più facile per le persone che trascorrono molto tempo nei circuiti.
Maurizio Sanna, pilota della Dakar e istruttore federale

Maurizio Sanna pilota Dakar

Maurizio Sanna ha fatto da guida perché conosce questi sentieri avendoli percorsi molte volte come istruttore di off-road. Che emozioni ti dà l’off-road? L'off road mi dà una serie di emozioni che spaziano dall'incredibile sensazione di benessere totale alla soddisfazione di essere in grado di superare i propri limiti. L'off road scatena l'adrenalina, libera endorfine. E' la mia passione da sempre. In tanti anni di competizioni, qual è stata la tua gara più bella e perché? La gara più bella è stata senz'altro la Dakar 2004 per molteplici motivi. Prima di tutto perchè gara difficilissima sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista delle prestazioni fisiche e poi perchè sono riuscito a portarla a termine nel migliore dei modi: sempre lucido e sempre fisicamente a posto. Arrivare al Lago Rosa è sempre un'emozione indescrivibile ma in quella gara lo è stato ancora di più. Degna di essere ricordata come la gara più bella. Dalla Dakar sei passato ad occuparti di sicurezza. Perché? Negli ultimi anni dalle Dakar sono passato ad occuparmi di sicurezza perchè penso sia giusto mettere a disposizione le mie tante esperienze delle Dakar e delle altre gare a chi vuole iniziare con la moto, a che vuole allenarsi o a chi vuole semplicemente divertirsi. Cosa fa Maurizio Sanna oggi? Oltre a seguire un'attività commerciale di vendita moto e relativa assistenza con mio fratello, possiedo un'attività con la mia compagna Gabriella Fornaro (anche lei appassionata e praticante di off road). Ci occupiamo dell'organizzazione di tour con moto off road in Sardegna ma anche su sabbia in Tunisia e Marocco. Tour guidati con bicilindrici, scuola off road e rally con insegnamento specifico di navigazione e road book avendo la qualifica di istruttore federale di II livello. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Per ciò che riguarda le gare è di poter partecipare alla prossima Dakar in Sud America (Argentina, Cile, Bolivia) nel 2016 ma soprattutto conto di portare avanti nel migliore dei modi il progetto di tour, training and school dell'off road per poter mettere a disposizione degli appassionati tutto il mio bagaglio di esperienza e poi perchè è ciò che amo più fare... andare in moto e insegnarlo agli altri. Fiammetta La Guidara
Off road in Sardegna
         

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