Pedaggi autostradali: una petizione

Il Coordinamento Italiano Motociclisti chiede, a tutti gli enti che partecipano alla gestione delle autostrade, di ridurre almeno del 50% le tariffe autostradali per le motociclette e lo fa attraverso una petizione che ha già raccolto più di dodicimila firme. Le motivazioni che hanno portato a questa richiesta sono molteplici, partendo dal peso e dall'impronta a terra che usurano il manto stradale molto meno rispetto a una vettura. Inoltre, secondo il CIM, i servizi ricevuti dai motociclisti sono inferiori rispetto a quelli dati agli altri veicoli, ci sono pochissime aree di servizio con parcheggi dedicati, in caso di guasto è quasi impossibile reperire un carro-gru attrezzato per il recupero di una moto e le officine autostradali non sono in grado di intervenire su una moto. Il CIM fa anche notare che in tutta Europa le moto hanno costi di pedaggio autostradali ridotti rispetto alle autovetture, addirittura in alcune nazioni sono del tutto esentati dal pagarlo. Inoltre, i costi del provvedimento sarebbero risibili, perché le attuali metodologie di esazione consentono di differenziare i motoveicoli dagli altri veicoli, senza dovere fare modifiche o implementazioni alla infrastruttura esistente. Nel 1990 venne adottato il sistema assi-sagoma per il calcolo dei pedaggi autostradali, unificando il pedaggio delle moto a quello delle auto. Fin dal 1991 il CM - Coordinamento Motociclisti ha protestato per questa equiparazione, richiedendo una tariffa diversa per le motociclette, protesta che oggi prosegue con il Coordinamento Italiano Motociclisti, che è un'evoluzione del CM. La raccolta firme sarà inviata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Ministero delle Finanze, a tutte le Concessionarie autostradali, all'ANAS e all'AISCAT.

Fiammetta La Guidara