Spaziodonna: Ketty Chiavegato

Spaziodonna: Ketty Chiavegato
Una passione nata in tenera età è diventata una ragione di vita: da sarta a pilota, Ketty Chiavegato ha realizzato il suo sogno targato Ducati

Redazione - @InMoto_it

06.10.2011 ( Aggiornata il 18.08.2014 16:48 )

La prima moto l’ha comprata di nascosto dalla famiglia e l’ha pagata con i suoi risparmi:  Ketty Chiavegato allora aveva appena sedici anni e da due lavorava già come sarta. Sua mamma non era per niente d’accordo che lei diventasse una “motociclista”. Ma alla passione non si comanda! “Volevo una Gilera Arizona 125”, ricorda Ketty. “Ma costava troppo per me… e così comprai una Unimoto TK, meno conosciuta ma più economica. Per il “patentino” allora non era richiesta la prova pratica, così nessuno mi aveva insegnato a guidare: appena uscita dalla concessionaria al primo “stop” sono caduta. Ho pensato solo che dovevo sbrigarmi a rialzare la moto e ripartire, perché mi vergognavo all’idea che qualcuno mi vedesse! Poi ho iniziato anche a fare un po’ di enduro: abitavo a Cerea, nella bassa veronese, e andavo in un campo pieno di dossi…” E la voglia di velocità, quando è arrivata? “L’approccio con una sportiva è stato sulla Kawasaki GPX 600 del mio fidanzato. Nel 1997 ho comprato la mia prima vera moto: un Monster 600 a carburatori. Da lì è nata la passione per Ducati. Quando mi sono presentata a Borgo Panigale chiedendo di lavorare per loro, non sapevo molto di moto… ma la mia passione dev’essere stata determinante: mi hanno assunta subito in catena di montaggio sulla linea Monster”. Ma poi hai fatto carriera... “Ho chiesto di imparare tutto e sono stata spostata all’assemblaggio dei motori due valvole. Ho lavorato anche in officina come meccanico per un anno e infine come collaudatore. All’epoca sono stata l’unica donna a fare questo percorso. Nel 2004 è stato aperto il Ducati Factory Store e da allora sono nel settore vendite moto”. E le gare? “Tutto è nato partecipando ad una selezione per la Ducati Cup: avevo letto su Motosprint che cercavano una ragazza pilota e mi presentai a Misano. Era il 2002 e alla mia prima uscita in pista avevo già il ginocchio a terra… La gara fu a Varano, con una S4 e fui subito notata da un team che mi ingaggiò per la stagione successiva con una Monster 620. Quando nacque il Trofeo Motocicliste, l’allora patron di Ducati Federico Minoli mi diede una Monster e le gomme per correre. Era il 2005 e allora io ero solo un’operaia, ma evidentemente ancora volta la mia passione traspariva con forza”. Qual è stato il momento più bello? “La mia prima vittoria, a Vallelunga: pioveva, e fino a quel momento avevo paura di correre sul bagnato! E poi ricordo con piacere l’atmosfera che si respirava in circuito, soprattutto al primo anno del trofeo femminile: la sera si faceva sempre una grigliata nel paddock e si dormiva in tenda”. Ora Ketty Chiavegato è anche istruttore nei corsi di guida in pista di Adria, insieme a Manuel Poggiali, Fausto Ricci e Andrea Maida. E gli “allievi” che dicono? “Alle volte mi guardano con diffidenza… così mi tocca aprire il gas un po’ più del dovuto!” Sogno nel cassetto? “Il fatto di lavorare per Ducati è un già un bellissimo sogno, che dura da tredici anni”.

                                                                                                                                                                                        Fiammetta La GuidaraDSC00605 IMG_2745 IMG_2753 Senza titolo-1

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