Cinquantini vintage a ruota bassa parte 2: ancora piccoli e incontenibili

Cinquantini vintage a ruota bassa parte 2: ancora piccoli e incontenibili

A fronte dei molteplici, entusiastici, commenti ricevuti dalla prima parte, ecco una nuova carrellata “Amarcord” di 50ini in formato ridotto...

Giorgio Scialino

21.03.2018 11:42

 Nel 1970, la Benelli/Motobi, con lo stesso telaio del suo Minibike, modificato solo a livello del cannotto e poco altro, presentò anche una versione fuoristrada denominata MiniCross dall’aspetto completamente diverso dalla versione stradale e proposta principalmente con l’intera livrea metallizzata color oro fuso.

Cinquantini vintage a ruota bassa parte 2 - LE FOTO

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A fronte dei molteplici, entusiastici, commenti ricevuti dalla prima parte, ecco una nuova carrellata “Amarcord” di 50ini in formato ridotto...

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MALANCA, oltre al già citato Mini Competizione, proponeva anche il Mini Beat e il Bibò. Tutti e tre utilizzavano il performante motore con cambio a quattro rapporti, e il Mini Beat e il Mini Competizione avevano in comune anche il telaio. Il simpatico Bibò, invece, mostrava una conformazione totalmente diversa, con la struttura sviluppata attorno ad un grosso trave che fungeva anche da serbatoio, oltre che da sostegno motore.

OLTRE AL FAMOSO SUPER ROCKET, la Fantic Motor produceva anche il Ranger 4 Matic che, sulla base del motore Minarelli P4S montava una frizione automatica, così da consentire l’innesto delle quattro marce senza l’ausilio della leva frizione. Da non scordare l’altro suo cavallo di battaglia in questo settore: il Diablo Cross.

TRA LE PRIME AZIENDE A CREDERE IN QUESTO SEGMENTO ci fu anche la Italjet di Leopoldo Tartarini. Originale e apprezzato, il Go-Go, aveva il serbatoio attorcigliato al cannotto di sterzo e il manubrio arcuato all’indietro a fare da supporto al faro. Realizzati sullo stesso telaio ma con forcella diversa, c’erano anche il Ranger - una variante fuoristrada del Go-Go che però montava un serbatoio meno originale – e lo Scout, che invece era un “mini” sportivo con un lungo serbatoio affusolato.

TRA GLI ALTRI PROTAGONISTI DEL SETTORE c’era il Mini V 4 della Mondial, con il motore appeso ad un grosso trave inclinato, i cerchi in lamiera stampata e un’estetica non molto ricercata. Il modello sarà in seguito proposto anche in versione fuoristrada. L’Amico Super dell’Aprilia, invece, si proponeva con una linea americaneggiante, caratterizzata da un improbabile manubrio e da un alto schienale.

MENO CONOSCIUTO il Mini Cross della Chiorda, ma possiamo sicuramente asserire che anche altri modelli meno diffusi abbiano fatto presenza per un breve lasso di tempo, rimanendo però indimenticabili per molti ragazzi ormai cresciuti.

(50ntini vintage parte I)

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