20 cinquanta degli anni ‘70 – 5. Mi-Val Competizione

20 cinquanta degli anni ‘70 – 5. Mi-Val Competizione

Redazione - @InMoto_it

01.02.2013 ( Aggiornata il 01.02.2013 17:14 )

La Mi-Val è nota ai più per le sue motoleggere, ma sul finire del 1965 la Casa bresciana presenta al Salone di Milano un interessante ciclomotore sportivo, con tutte le carte in regola per ben figurare in un settore in cui tante Case si stavano cimentando, vista la concorrenza che subivano le motociclette da parte delle prime automobili utilitarie. Per la progettazione del Competizione la Mi-Val si affida alla Italjet di Leopoldo Tartarini, che usufruendo di molti particolari già presenti sui suoi Mustang, in breve tempo realizza questo piacevole cinquantino. La base di partenza è data da un ottimo telaio a doppia culla chiusa con due tubi che corrono sotto il serbatoio al posto del classico trave centrale (in pratica il telaio del Bianchi Falco, modificato ad hoc per ricevere una nuova motorizzazione), con spiccate caratteristiche sportive.Su questo è installato il performante motore Minarelli P4 SS, equipaggiato di un grosso carburatore Dell’Orto a vaschetta laterale con diffusore di 20 mm Ø. Con questo propulsore, in grado di fornire la potenza di 4,5 CV, le prestazioni velocistiche sono assicurate, alla pari dell’aggressivo impatto estetico che contraddistingue il filante modello. Va ricordato che i primissimi esemplari del Competizione (inizialmente denominato Sport Corsa) furono equipaggiati con il motore Franco Morini 4MP. La versione motorizzata Minarelli, comunque, è stata di gran lunga la più diffusa. Altro pezzo forte, dall’indubbio impatto estetico, è il freno anteriore, con tamburo a quattro ganasce e prese d’aria dinamiche, lo stesso impiegato dalla Italjet per il Mustang Veloce e montato anche su molti 50 impegnati nelle competizioni. Nella norma invece le sospensioni, con una forcella telescopica munita di soffietti protettivi in gomma e una coppia di ammortizzatori a molle esterne. la linea del Competizione risulta slanciata grazie a un lungo serbatoio dalle estremità arrotondate con tappo di rabbocco ad apertura rapida e a una piccola e snella sella leggermente arcuata. Di estrazione tipicamente corsaiola anche il tirante forato utilizzato per il fissaggio della marmitta al telaio. Non mancano altri elementi qualificanti nel settore dei piccoli sportivi, come i semimanubri e i cerchi in alluminio di 18”, dove veniva montata una scorrevole gomma di 2,00” a battistrada rigato all’anteriore e una 2,25” scolpita al posteriore. Purtroppo la produzione di serie non ha previsto le pedane arretrate, la cui presenza avrebbe dato quel tocco “racer” in più a questo interessante modello. Il risultato finale è un cinquanta veloce e filante, ben equipaggiato e capace di superare gli 80 km/h già “da subito”, così come veniva ritirato dal rivenditore, che diventavano una decina in più con qualche piccolo accorgimento che all’epoca qualsiasi teenager pianificava segretamente ancor prima dell’acquisto dell’agognato oggetto. Per la fortuna di quanti guidavano i 50 all’epoca, il concetto di ciclomotore “Codice” con potenza di 1,5 CV e velocità massima di 40 km/h esisteva solo sulla carta. E oggi ne possiamo parlare liberamente perché il “nostro reato” è caduto in prescrizione... Il Competizione sarà il più estremo tra i Mi-Val, ma anche uno degli ultimi cinquanta prodotti dalla Casa, che da lì a poco uscirà definitivamente dalla scena motoristica italiana.n

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