20 cinquanta degli anni ‘70 – 4. Mondial Record

20 cinquanta degli anni ‘70 – 4. Mondial Record

Redazione - @InMoto_it

01.01.2013 ( Aggiornata il 01.01.2013 14:02 )

Una componentistica piuttosto esclusiva e un elegantissimo serbatoio caratterizzano questo sportivo dal nobile marchio     Nel 1965 la saga dei cinquantini sportivi imperversava e la concorrenza era spietata. Nonostante le grosse difficoltà interne del periodo, la Mondial fondava la sua fama sulle innumerevoli vittorie nelle competizioni, quindi sapeva esattamente cosa l’utenza si aspettasse da una moto sportiva. Con questo concetto ben chiaro in testa il marchio dei fratelli Boselli presenta al Salone di Milano del 1965 il Record, un 50 dalla linea particolarmente affilata, contraddistinto da un lunghissimo serbatoio e un sellino ridotto ai minimi termini, coadiuvato da comandi arretrati e freno a disco anteriore costruito dalla Campagnolo. Sebbene a comando meccanico, e quindi non proprio efficiente, il freno a disco anteriore  rappresentava una vera esclusività, in quanto all’epoca nessun altro 50 stradale disponeva di un impianto frenante di questo genere, se si esclude il precedente montaggio del medesimo impianto su un numero limitato di Super Sport 4V su richiesta dell’importatore francese della Mondial, Monneret, che lo manterrà per qualche anno a listino come optional per questo modello. È comunque il serbatoio il tratto più distintivo ed entusiasmante del mezzo, e sicuramente anche il più lungo mai montato su un 50 di serie. La prima versione, in vendita nel ’66, era motorizzata Mondial, con la termica piccola e tondeggiante già vista sul precedente SS V4. Come per il suddetto modello il cambio era a 4 marce, con comando sulla destra, e il pedale di avviamento era posizionato sulla sinistra, con il movimento rivolto verso l’anteriore. Oltre al bel telaio a doppia culla ben rinforzato nella zona cannotto, che resterà immutato negli anni, il Record disponeva di due cerchi in alluminio di 18” con pneumatico 2,25” scolpito al posteriore e 2,00” rigato all’anteriore. La prima serie mostrava una forcella con le molle esterne, e la stessa configurazione era presente negli ammortizzatori, già idraulici. Altri tratti caratteristici erano il mozzo posteriore in alluminio, il fanale a ogiva tonda e allungata e uno scarico a cono con asticella di supporto in stile competizione. 12326qp3 A QUESTA prima serie seguiranno altre che manterranno invariata la struttura di base, mentre fanale e scarico verranno col tempo sostituiti. Le modifiche di maggior rilievo vedranno una forcella telescopica con molle interne e l’abbandono di testa e cilindro Mondial a favore di una termica Minarelli con cilindro in ghisa e testa Record. La serie più curata è stata quella del 1969/70. Presentata come versione Record Special, abbinava al lunghissimo serbatoio un sellino ancora più ridotto e rastremato, i parafanghi erano più snelli e in acciaio inox, e il modello era proposto con la marmitta ad espansione di serie. In questo caso, inoltre, era prevista una forcella teleidraulica e ammortizzatori idraulici regolabili. Le versioni seguenti non subiranno grosse variazioni estetiche e usufruiranno di alcuni degli elementi presenti sulla versione Special. In seguito, la novità più grossa vedrà il passaggio dal propulsore costruito in proprio dalla Casa milanese utilizzando la termica della Minarelli, all’utilizzo dell’intero motore P4 dello stesso marchio bolognese, con relativo scambio di posizione tra il pedale del cambio e quello del freno posteriore. Particolarmente longevo, il Record resterà in catalogo per 10 anni, fino al 1975, sarà proposto in varie colorazioni, ma senza variazioni della grafica che resterà sempre con elementi argentati e filetti in oro. Con la sua buona componentistica e, soprattutto, la sua invidiabile linea il Record era molto ambito ma non propriamente uno dei motorini più abbordabili, e questo ne limitò parzialmente la diffusione. Ora, come all’epoca del suo esordio, è un mezzo ambitissimo tra i collezionisti di questa cilindrata e chi ne ha uno in casa difficilmente intende separarsene.

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