I Diari della Motocicletta- Nascita di una special- 7a puntata

I Diari della Motocicletta- Nascita di una special- 7a puntata
Un gruppo di amici si incontra: uno è bravo a lavorare, uno a parlare e l'altro ha una moto. Ecco come nasce una "special". Seguite l'avanzamento dei lavori su queste pagine

Redazione - @InMoto_it

22.12.2012 ( Aggiornata il 30.09.2014 16:05 )

Aldo guarda l'avantreno. E' alterato: Ragazzi, o si fa così o viene una cagata, e a me passa la voglia. Ho dedicato anima e corpo a questo progetto e non posso lavorare senza entusiasmo”

 Penso che abbia ragione. E sono proprio l'entusiasmo, e le sue capacità, ad avermi portato a guardare con occhio diverso una vecchia vasca da bagno o un comune lamierino di ferro.

Michael è ragionevolmente preoccupato: nonostante la parte estetica della moto sia sostanzialmente frutto di un'opera taglia-e-cuci di ferro e derivati, la componentistica della Scrambler ha richiesto ingenti investimenti. Che non è facile affrontare, capirete.

Ma dobbiamo, e vogliamo, andare avanti. Vero, la salita diventa sempre più dura, specialmente ora che abbiamo ben chiaro il traguardo ma questo (e una sorta di scintilla che ci scocca dentro ogni volta che ci mettiamo di fronte alla moto, tre amici di fronte ad una moto, ecco) è quello che fa passare in secondo piano ogni difficoltà, ogni piccolo screzio.

Dimentichiamo per un attimo il posteriore. E' fatto, manca la sella certo, ma di poco altro necessita.

Guardiamo (d) avanti. Abbiamo una certezza: li ci metteremo un compressore da frigorifero, chiaramente sagomato a dovere. Abbiamo anche un dubbio: pare che dovremmo metterci anche un manubrio. Un manubrio. O bella. Tutto intero?

Qui si alza il polverone di cui sopra. Chi vuole una cosa sobria- sobrissima- chi lascia galoppare la fantasia. Per fortuna ci sono io, patentatissimo paraculo, che prendo chiara e netta posizione e in tono solenne (agitando anche un po' l'indice) pontifico:

-”Facciamo ciò che è giusto”.

-”Cioè?”

-”Le cose come vanno fatte!”

-”Ah?”

-”Non possiamo non pensare che ci sarà chi non sarà soddisfatto, nondimeno scegliendo la strada che diversamente suggerite potremmo anche giungere alla conclusione che, sebbene non sono certo di ciò ma potrei giurarvelo, funzionerebbe a dovere. Comunque lascio decidere a voi ma sbrighiamoci”

Fronti aggrottate e occhi ruotati in alto a destra. Leggere smorfie.

Michael, Aldo, amici cari, d'altronde è così. Purtroppo il tempo stringe. Non è una cosa che dipende da noi. Sapete come funzionano certe cose”.

Questo giro di parole l'ho imparato settimana scorsa in banca. Funziona sempre e così, al modo in cui ci aggira chi ci aggira, proseguiamo.

Il compressore da frigo prende posizione fra gli steli: ospiterà un fanale (ho detto “un” non “il”) e cavi cavetti e noiosità varie. Sopra appoggeremo la strumentazione, forse parzialmente annegata, e ai lati il manubrio.

Questo il piano.

Intanto dobbiamo iniziare a tracciare l'impianto elettrico, da zero, e prendere un po' di misure.

Aldo dice che è compito mio.

'Sta cosa puzza di vendetta.

Devo andare.

State collegati che presto vi racconto il resto.

A presto!

Federico Garbin

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