Ducati Monster 1200

Ducati Monster 1200

Redazione - @InMoto_it

01.08.2013 ( Aggiornata il 01.08.2013 11:11 )

Torna la Monster raffreddata a liquido.  È più potente che mai ma anche pensata per essere più confortevole e facile da guidare. In futuro arriveranno anche una 1199 Panigale superleggera e una versione Adventure della Multistrada     Ricordate la S4RS? Sicuramente sì. È stata la Monster più estrema e sportiva di sempre. Montava il bicilindrico Testastretta di 998 cm3 raffreddato a liquido, che era in grado di erogare 133,2 CV a 10.000 giri/’ e 10,3 kgm a 7.700 giri/’ (dati rilevati all’albero, nel 2006). La S4RS fu l’ultima evoluzione prima della rivoluzione, avvenuta nel 2008, con l’introduzione di un modello completamente nuovo, identificato dalla sigla 696. Design inedito e silenziatori di scarico montati sotto il codino; addio al telaio a traliccio in tubi acciaio (sostituito da una struttura mista, composta da un traliccio in tubi di acciaio e da piastre in alluminio) e soprattutto niente raffreddamento a liquido. Ecco, tutte le Monster dell’ultima generazione (la 696, la 796 e la 1100) sono state equipaggiate con propulsori raffreddati ad aria, sia perché Ducati li ha considerati più adatti all’immagine ed alle caratteristiche del veicolo, sia perché la Monster non doveva cannibalizzare la Streetfighter, la naked più sportiva, equipaggiata col Testastretta raffreddato a liquido di 1098 cm3. Super Monster Ora, però, qualcosa è cambiato. La Streetfighter (sul mercato da ormai diversi anni; è stata presentata nel 2008) non ha avuto il successo sperato e c’erano tutte le premesse per realizzare una Super Monster: mancava da diversi anni una versione raffreddata a liquido del “mostro”; inoltre, per realizzare modelli adatti al turismo a medio e lungo raggio, Ducati ha sviluppato un propulsore di grossa cilindrata (il Testastretta 11° di 1198 cm3) ma caratterizzato da un’erogazione fluida e corposa, che ben si sposa anche con le caratteristiche di una naked. Il progetto Super Monster è partito da queste basi e si è sviluppato tenendo conto di tre fattori, che soprattutto su una naked sono molto importanti: il design, il comfort e l’evoluzione tecnica avvenuta a Borgo Panigale in questi ultimi anni. Pian piano il telaio a traliccio sta diventando sempre più corto (sulla 1199 Panigale, addirittura, si è passati ad una struttura scatolata in alluminio, che funge anche da airbox) e il motore è diventato l’attore protagonista. Come si può vedere dalle foto e dal disegno, da noi realizzato per mostrarvi bene le forme della Super Monster (sulle plastiche del prototipo ci sono diversi disegni tribali, utilizzati dalle aziende tedesche per nascondere, alterare o se preferite togliere tridimensionalità ai volumi dei veicoli), il progetto ruota intorno al motore raffreddato a liquido di 1198 cm3, la stessa unità già vista ed apprezzata sulla Diavel (i collettori di scarico delle due moto sono praticamente identici), che è in grado di erogare ben 146,4 CV a 9.200 giri/’ e 12 kgm di coppia a 7.500 giri (dati rilevati alla ruota). Si può supporre che le prestazioni della Super Monster non saranno molto distanti da quelle della Diavel (anche se la muscle bike Ducati dovrebbe mantenere un leggero vantaggio di potenza e coppia), pertanto anche sulla nuova naked di Borgo Panigale gli aiuti elettronici abbonderanno. All’anteriore si nota la presenza del sensore che rileva la velocità della ruota quindi sulla Super Monster ci saranno sia l’ABS (fornito dalla Bosch), sia il traction control. Oltre al radiatore dell’acqua c’è anche quello dell’olio, montato sotto la testata del cilindro anteriore. A differenza delle Monster raffreddate ad aria, l’impianto di scarico (che non sembra molto lungo, fatto che lascia pensare che il propulsore della Super Monster se la caverà bene agli alti regimi...) termina lateralmente, con una coppia di silenziatori sovrapposti. duc3 Prototipo estremo Il serbatoio e l’airbox sono molto voluminosi, il codino e il faro anteriore minimalisti. Queste scelte rendono la Super Monster simile ai prototipi più estremi che di solito i preparatori presentano ai saloni. Infatti lo sguardo viene catturato dalla parte centrale della moto, quella intorno al motore, leggermente ruotato all’indietro rispetto alle Monster che montano unità raffreddate ad aria, caratterizzate da un’architettura a L. Come detto, il telaio a traliccio in tubi di acciaio è molto corto e si collega alle testate. Il motore, quindi, funge da elemento portante; anche il telaietto posteriore si collega al motore (ma non al traliccio anteriore). La sospensione posteriore è cantilever. Non ci sono leveraggi ma l’elemento elastico dell’ammortizzatore è progressivo. Il prototipo che è stato sorpreso in prova, al pari di tutte le moto prodotte dalla Ducati, monta pneumatici Pirelli (Diablo Rosso II, in questo caso), abbinate a dei cerchi leggerissimi. L’impianto frenante arriva dalla Brembo: la pompa freno e le pinze freno anteriori sono radiali. Ultimo ma non meno importante, il discorso sul comfort. Le attuali Monster hanno un manubrio abbastanza basso, quindi, in staccata e nei cambi di direzione, si avverte un discreto carico sui polsi. Sembra che gli ingegneri abbiano deciso di rendere la posizione di guida della Super Monster più confortevole (più da fun bike), scelta che renderà la moto più fruibile e divertente. Tutto considerato ed analizzando i prezzi della Monster 1100 Evo ABS (11.990 Euro c.m.), della Streetfighter S (19.390 Euro c.m.) e della Diavel Carbon (20.190 Euro c.m.), per la Super Monster appare difficile ipotizzare un prezzo inferiore ai 15.000 Euro abbondanti... duc2

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