L’importanza dei miti: Honda Super Cub e Vespa

L’importanza dei miti: Honda Super Cub e Vespa

Due modelli iconici che “valgono” circa 120 milioni di immatricolazioni...

Riccardo Piergentili

31.10.2017 10:32

Quando si parla di prestazioni, c’è chi vorrebbe qualche cavallo in più da utilizzare come strumento di marketing ma capitano dei momenti in cui ci si rende conto che le flagship tecnologiche fanno perdere il contatto con la realtà. I costruttori di moto sono innanzitutto aziende, che come tali, ogni anno devono guadagnare denaro per continuare la loro attività.

IN HONDA, più che in altre realtà, hanno chiaro questo concetto e sì, c’è chi si eccita a progettare e presentare una Fireblade, che probabilmente non esisterebbe senza gli utili assicurati da modelli che non “fanno sangue”, che da molti vengono considerati semplici mezzi di spostamento ma che dal punto di vista industriale rappresentano un tesoro. Nel mercato italiano tutto questo è sinonimo di SH, che a livello globale si deve inchinare di fronte all’imperatore delle vendite, al mezzo a due ruote che sul suo curriculum può scrivere... 100 milioni di unità vendute! Stiamo parlando del Super Cub, oggi prodotto in 16 fabbriche Honda distribuite in 15 nazioni e venduto in 160 Paesi. Praticamente… il prodotto globale perfetto.

100 MILIONI DI SUPER CUB VENDUTI è stato il traguardo festeggiato da Honda e all’evento è addirittura intervenuto il Presidente e CEO della Casa nipponica, Takahiro Hachigo, presso la fabbrica di Kumamoto, in Giappone, uno degli stabilimenti dove il Super Cub è prodotto. La produzione della prima generazione di Super Cub, il C100, è iniziata nell’agosto del 1958 presso la fabbrica di Yamato, a nord di Tokyo. Il suo immediato successo è stato merito dell’affidabilità e dell’efficienza del suo motore 4T di 49 cm3 (proposto in un periodo dove i 2T dominavano il mercato), da un design basato sul telaio monoscocca, dalla frizione centrifuga senza necessità della leva al manubrio e dalla versatilità. Basti pensare che il Super Cub era un mezzo di spostamento ma la storia racconta che è stato anche uno dei primi veicoli a due ruote di Joey Dunlop, negli anni ‘60.

RIPERCORRERE la carriera del Super Cub è come effettuare un viaggio nel tempo. Quasi sessant’anni, durante i quali la Honda ha evoluto ma non stravolto il suo gioiello. Nel 1958 sono iniziate le vendite del Super Cub C100 4T, dotato di un monocilindrico ad aste e bilancieri di 49 cm3, raffreddato ad aria, accreditato di 4,5 CV. Nel 1959 cominciano le esportazioni negli Stati Uniti e nel 1961 la produzione globale cumulata del Super Cub raggiunge il traguardo di 1 milione di unità prodotte. Nello stesso anno, a Taiwan, viene avviata la produzione fuori dal Giappone (basata su kit di componenti).

NEL 1964 INIZIANO LE VENDITE del Super Cub C65 (il primo con motore dotato della distribuzione monoalbero a camme in testa) e nel 1966 iniziano le vendite del Super Cub C50. Nel 1967 la produzione globale cumulata del Super Cub raggiunge il traguardo di 5 milioni di unità prodotte, che diventano 10 milioni nel 1974, 20 milioni nel 1992 e 50 milioni nel 2005. Nel 2007 il sistema di alimentazione ad iniezione elettronica PGM-FI viene installato per la prima volta sui modelli Super Cub 50, Press Cub 50 e Little Cub.

NELL’APRILE DEL 2008, dopo 50 anni di gloriosa carriera, la produzione globale cumulata del Super Cub raggiunge il traguardo di 60 milioni di unità prodotte e nel 2014 il Super Cub diventa il primo veicolo le cui forme ottengono in Giappone la registrazione come marchio tridimensionale. Infine, nel 2017, la produzione globale cumulata del Super Cub raggiunge il traguardo di 100 milioni di unità prodotte. La nuova sfida tecnologica della Honda potrebbe essere realizzare un Super Cub elettrico. Il prototipo, in realtà, si è già visto più volte al Tokyo Motor Show. Un mezzo essenziale ma non banale, che potrebbe rappresentare l’evoluzione di un mito.

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