FMI, Copioli: "Più attenzione per i Moto Club"

FMI, Copioli: "Più attenzione per i Moto Club"

L'intervista al nuovo presidente della FMI. Dai prossimi impegni al caso politico "sgravi fiscali per gli airbag", passando da Rossi e l'Academy.

Federico Porrozzi

21.12.2016 15:24

Giovanni Copioli è il nuovo presidente della Federazione Motociclistica Italiana. È il diciottesimo dal 1911 (anno di fondazione della FMI) e succede a Paolo Sesti, in carica negli ultimi 20 anni. Avvocato romagnolo di Riccione, cinquantacinque anni e vice presidente nel mandato precedente, è un pilota di fuoristrada (ha la licenza sportiva) e in occasione dell'edizione settantatre dell'Assemblea Nazionale Ordinaria Elettiva della FMI è stato eletto in prima votazione grazie a 9.147 voti, battendo gli altri candidati Andrea Vignozzi (3.361 voti) e Fabio Larceri (2.001). Con Copioli abbiamo trattato diversi argomenti, da quelli politici a quelli sportivi.

Cosa ha funzionato nei 20 anni di gestione Sesti e cosa invece ci sarà da migliorare durante il suo quadriennio?
“Difficile se non impossibile sintetizzare il lungo periodo di Presidenza Sesti: nel mio ruolo precedente di Vice Presidente posso confermare che la FMI si è modernizzata, è stata al passo con i tempi. Abbiamo cambiato secolo e millennio e abbiamo accelerato su tutti i fronti. Non sono mancati grandi risultati sportivi e organizzativi, dalla gestione del CIV alla Sei Giorni in Sardegna. Un periodo lungo ma intenso. Nel mio programma ho messo fra le priorità il recupero e l'attenzione verso la base della FMI cioè i suoi Moto Club e le persone che ne fanno parte. Poi molto altro certamente ma il punto di partenza sarà questo”.

Rossi può vincere il mondiale 2017? E, se avesse la bacchetta magica, lo renderebbe eterno?
“Il talento di Valentino è leggendario e credo proprio che anche il prossimo anno punterà al titolo. Con tutti i cambiamenti di piloti fatti dalle squadre ci sarà davvero da divertirsi. Chi non lo vorrebbe eterno? Credo che non solo per i suoi tifosi ma anche per i suoi avversari sia un insostituibile punto di riferimento”.

Il suo talento e il suo appeal  sono stati il valore aggiunto del movimento italiano delle due ruote. Dall’altro lato, non crede che il “personaggio” Valentino abbia un po’ oscurato tutti gli altri piloti azzurri degli ultimi vent’anni?
“Valentino ha portato il motociclismo ad una popolarità planetaria. Non solo, il confronto serrato con Rossi non mi sembra abbia impedito ai vari Iannone o Dovizioso di emergere”.

Con l’Academy e il Ranch a Tavullia, lo considera in futuro una risorsa o un limite per la strategia FMI rivolta ai giovani?
“A differenza di quanto in molti credono, con la VR 46 c'è un'ottima collaborazione che credo diventerà ancora più intensa in futuro. Per noi e per i nostri giovani non è un problema ma una grande opportunità. Così come lo è altrettanto la filiera, certo meno sotto i riflettori, a cui lavora la FMI da anni. Abbiamo un obiettivo comune: far crescere nuovi talenti”.

Oggi i giovani preferiscono gli smartphone al motorino. Qual è il segreto per avvicinare di nuovo migliaia di ragazzini alle due ruote?
“Questo è il segno dei nostri tempi. Però vedo che dalle tendenze del mercato qualcosa sta cambiando: tornano modelli con cilindrate dedicate proprio ai giovani e questo potrebbe contribuire ad un ritorno anche delle generazioni più giovani verso le moto. Noi della FMI stiamo lavorando per farli “tornare”: per esempio con iniziative come Primi Passi e Hobby Sport che hanno riscontrato l'adesione di migliaia di bambini. Per essere più precisi, nel periodo 2014-2016 abbiamo avuto 1741 corsi e 73.738 partecipanti, di cui 22.644 bambini a partire dai 7 anni".  

Intanto, il tifo da “stadio” è arrivato anche sui circuiti italiani con i fischi a Marquez e Lorenzo e gli insulti sui social network.
“Il motociclismo è uno sport e un'attività che vive sulla passione e che diventa uno stile di vita. Per questo credo che tali atteggiamenti da tifo calcistico non ci appartengano e che sono esasperazioni forzate e alla lunga anche dannose per i veri motociclisti”.

Il Campionato Italiano Velocità è una palestra per i giovani e una vetrina per i più esperti. Secondo lei è al livello di quelli inglesi e spagnolo?
“Il Civ è una passaggio fondamentale per i giovani italiani. Credo anzi che in Europa sia un preciso riferimento. In Spagna ci sono altre condizioni molto più favorevoli come per esempio il fatto che la Dorna dispone dei circuiti per il CEV senza spendere un euro mentre da noi le cose sono diverse. Non amo i confronti ma i giovani emergenti parlano chiaro: italiani e spagnoli sono leader".

Girare sulle piste spagnole costa meno che farlo sulle nostre. E' possibile abbassare i prezzi mantenendo sempre alti gli standard?
“In Italia gli autodromi sono società con le quali c'è un ottimo rapporto ma su questo tema ci scontriamo con le loro esigenze. Abbiamo introdotto la Tessera Sport Autodromi per favorire chi si dedica alle prove libere in pista ma una cosa è sicura: non facciamo sconti o concessioni di alcun tipo sulla sicurezza”.

L’enduro combatte da sempre con blocchi ambientali e i rischi sicurezza sui percorsi (i cavi invisibili, per esempio). Come si risolve questo problema e come si alimenta il settore?
“La circolazione in fuoristrada è uno dei focus che ci ha visti protagonisti proprio recentemente. I protocolli di intesa con il Corpo Forestale, con i Vigili del Fuoco, l'introduzione della FMI nella Protezione Civile e il Comitato Escursionisti su Ruote in Emilia Romagna, sono risultati che testimoniano come attraverso il dialogo si possa arrivare a far valere i nostri diritti. Però dobbiamo essere per primi noi enduristi a rispettare le regole”.

È cresciuta l’autorevolezza della FMI a livello mondiale?
“La Federazione Internazionale ci tiene in grande considerazione, la Dorna è venuta a chiedere a noi il regolamento per la nuova classe Supersport 300 ed il nostro prestigio sportivo è indiscutibile. Possiamo solo crescere ancora, perché non è nel nostro DNA accontentarci”.

Cosa ne pensa della recente bocciatura (non definitiva) della legge sugli sgravi fiscali per paraschiena e airbag?
“Una cosa che certo ci ha colpito in modo negativo ma che forse è arrivata in un momento non ideale con le tensioni del referendum e la conseguente crisi di Governo. Ci sono altre questioni che devono arrivare in porto come le modifiche al Codice della Strada che comprendono la terza fascia protettiva per i guard-rail, la targa sostitutiva per le moto fuoristrada o il proseguimento della campagna per abbassare il costo dei pedaggi autostradali per le moto... noi della Fmi ci siamo”.

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