XTR Pepo: passione custom, la super-gallery

XTR Pepo: passione custom, la super-gallery
Amare le moto, lavorare su di esse, scoprirne le potenzialità, le diverse sfumature. La passione per le due ruote può anche significare saper concepirle in un modo diverso da come appaiono, saperle reinventare, codificare una visione differente. Come quella di Pepo Rosell di Madrid, amante delle motociclette e customizzatore tra i più noti in circolazione. Dopo aver già lavorato in Spagna per la Casa di Borgo Panigale, nel 2001 Pepo decide di creare il suo brand, Radical Ducati, con moto concepite per l’uso stradale o da corsa. In seguito, nel 2015, Pepo ha creato una nuova azienda, la EXTREME PEPO, abbreviata in XTR PEPO, con cui ha customizzato decine e decine di modelli Ducati (la sua collezione privata supera i 30 esemplari), e non solo, recenti o classici. Ecco un piccolo assaggio della qualità dei suoi lavori
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Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
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Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
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Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
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Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
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Uno dei primi lavori di Pepo si chiama Monty, e risale al 2015. Monty è una Laverda 500, endurance prodotta dalla Casa di Breganze nel 1975 e in seguito commercializzata negli USA con l’appellativo di Alpino. Il telaio è però quello di una Suzuki Bandit 600, così come la forcella dell’avantreno, appartenente a una Ducati Monster 1000. Modifiche sono state apportate anche allo scarico del motore, mentre rimane il tipico color arancione della Alpino originaria
Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica
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Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica
Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
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Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
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Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
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Spicca il blu acceso della Interceptor MK2. La customizzazione in questo caso è stata realizzata su una F800 S, sportiva prodotta dalla BMW nei primi anni 2000. XTR è intervenuta su tanti componenti: sul sottotelaio posteriore, i lampeggianti, il supporto targa, fino alla staffa anteriore. Inseriti inoltre filtri d’aria da moto da competizione, e rimodellata l’elettronica.
Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
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Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
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Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
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Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
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Il premio di carrozzeria più bizzarra, ma affascinante, va a Silver Bullet, chiamata così per la tipica forma a proiettile argentato, la cui realizzazione è addirittura avvenuta in collaborazione con marchi come Pirelli e BMW. La R1000RS della Casa tedesca infatti, nella versione del ’78, è la base della moto, customizzata in moltissimi dettagli. A cominciare dalla carenatura anteriore, interamente realizzata a mano in alluminio con parabrezza in plexiglass. Alluminio utilizzato da Pepo anche per telaio e sottotelaio. XTR ha inoltre “messo mano” all’impianto di scarico, alla leva del cambio e perfino al cavalletto
L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
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L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
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L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
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L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
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L’universo Ducati torna prepotentemente con la Bandu, costruita nel 2016. La base è una Monster 750 del 1994, spinta però da un motore di una 900 SS modificato nel rapporto di compressione, nella frizione e nel volano. Il serbatoio del carburante appartiene a una Ducati 749, anche stavolta in una variante Pepo più capiente. E lo spagnolo ha dato una rispolverata anche alla tappezzeria della sella
Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
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Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
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Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
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Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo
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Una Elefant 350 della Cagiva è invece la base del Chico Malo. La versione 1986 della moto stradale da deserto costruita dalla Casa di Varese è stata integrata con forcella, freni e ruote di una BMW R100R e la pompa del freno anteriore di una Honda CBR 900. Il motore è quello di una Ducati Pantah 350 aumentato a 750cc. L’azienda Pintumoto ha realizzato la verniciatura a scaglie di metallo

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