        Richiamo per Honda che riguarda il&nbsp;modello Transalp XL 750. La notizia &egrave; stata diffusa dal Rapex, il sistema che allerta settimanalmente del richiamo di prodotti non alimentari che presentano rischi per la sicurezza, e interessa un problema al cavalletto centrale (un accessorio opzionale).&nbsp; HONDA TRUE ADVENTURE OFFROAD ACADEMY, L'EVENTO DELLA CASA DELL'ALA I veicoli richiamati e il problema nel dettaglio La segnalazione per Honda Transalp XL 750 &egrave; stata notificata dal Portogallo e riguarda un problema di cedimento della staffa e saldatura cavalletto centrale. Ad essere coinvolto &egrave; il modello XL 750 2023 Type RD16, con numeri di identificazione: e6*168/2013*00133*00; e6*168/2013*00133*01; e6*168/2013*00134*00; e6*168/2013*00134*01; la data di produzione che rientra nell'allerta va dal 24 gennaio 2023 al 1 dicembre 2023. Come specificato, trattandosi di un accessorio, il problema non riguarda tutte le moto vendute ma solo quelle che lo hanno installato&nbsp;(e non tutti i lotti, per questo motivo, come sempre, si procede a un controllo generale prima dell'eventuale sostituzione).&nbsp; Questa la spiegazione del problema attraverso il bollettino europeo: &ldquo;Il gancio a molla sul cavalletto principale non &egrave; adeguatamente resistente nella saldatura. Potrebbe rompersi quando si aziona il cavalletto principale, provocando la caduta della moto. Inoltre, il gancio a molla potrebbe staccarsi durante la guida, facendo toccare terra il cavalletto principale e facendo cadere il veicolo, aumentando il rischio di lesioni. Il prodotto non &egrave; conforme al regolamento relativo all&rsquo;omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a due o tre ruote e dei quadricicli&rdquo;. HONDA, SOLO IN GIAPPONE ARRIVANO LE CBR400R E NX400       

La notizia &egrave; stata diffusa dal Rapex e riguarda un possibile problema al cavalletto centrale (accessorio) &nbsp;

Honda richiama le Transalp XL 750: il motivo

        Sulla scia del bonus mobilit&agrave; contenuto nel Decreto Rilancio, continua la produzione di nuovi modelli di monopattini. L&rsquo;ultima novit&agrave; si chiama Micro Sparrow XL ed &egrave; il primo monopattino ibrido. A produrlo l&rsquo;azienda svizzera Micro Mobility System che, per questo prodotto, ha pensato alla doppia alterativa: si pu&ograve; andare, come nei monopattini tradizionali, grazie alla spinta del piede oppure utilizzando il motore elettrico. Micro Sparrow XL &egrave; dedicato ai ragazzi da 14 anni in su ed ha un prezzo di 399 euro. Monopattini elettrici, quale scegliere? Il look Il primo monopattino ibrido lanciato sul mercato si presenta con un look decisamente giovanile (e infatti guarda soprattutto ai giovanissimi). Alla struttura, robusta e di colore bianco e nero, si aggiunge il cavalletto estraibile per rendere pi&ugrave; facile il parcheggio. Il peso &egrave; decisamente contenuto: 5,5 kg. Ci sono poi una pedana resistente a pezzo unico, il manubrio piuttosto largo e le ruote in poliuretano. Come va Optando per spostarsi grazie al motore elettrico da 100 Watt (azionabile anche con l&rsquo;acceleratore sul manubrio) si pu&ograve; raggiungere una velocit&agrave; massima di 18 km/h. L&rsquo;autonomia, invece, &egrave; di 9 km. Per caricare completamente Micro Sparrow XL servono 2 ore e mezzo. Per tenere sotto controllo lo stato della batteria, la distanza e la velocit&agrave;, &egrave; possibile scaricare l&rsquo;app Micro per smartphone che fornisce tutti i dettagli in tempo reale. Monopattini elettrici, prima vittima in Italia        

L&rsquo;azienda svizzera Micro Mobility System offre una doppia scelta: andare a spinta oppure utilizzare il motore elettrico

Micro Sparrow XL, il primo monopattino ibrido

La nuova Honda Africa Twin sta per arrivare... E se questo significasse il ritorno delle maxienduro vere? &nbsp;La diffusione del video dell'ultima nata in Casa Honda, l'attesissima Africa Twin, ha nuovamente puntato i riflettori su una categoria di moto che potrebbe vivere una seconda giovinezza: le maxienduro vere, figlie di quelle moto che hanno vissuto un'epoca d'oro a cavallo degli anni ottanta e novanta. Allora erano un punto di arrivo: si partiva dai monocilindrici, con nomi e serbatoi da vere avventuriere, per arrivare a queste vere e proprie navi del deserto. Africa Twin e Yamaha SuperT&eacute;n&eacute;r&eacute;, e in misura minore l'indimenticata Cagiva Elefant, si contendevano lo scettro di &ldquo;pi&ugrave; desiderate&rdquo;.  L'evoluzione del segmento ha portato a moto sempre pi&ugrave; performanti, tecnologiche, stradali. Stradali al punto che la stessa definizione di maxienduro non funzionava pi&ugrave;. Qualcuno si &egrave; &ldquo;inventato&rdquo; la parola &ldquo;crossover&rdquo;, che si porta con tutte le misure di cerchi e con tutte le potenze.  Non sono per&ograve; passate inosservate alcune proposte coraggiose da parte delle Case che con gli anni sono riuscite a guadagnarsi un meritato successo: parliamo della BMW F800GS e della Triumph Tiger XC che con i loro 800 cm3 sono riuscite a mettere d'accordo viaggiatori, avventurieri e utilizzatori quotidiani.  La nuova Africa Twin va ad inserirsi proprio fra queste due moto, anche se la cilindrata suggerisce altre concorrenti: la Suzuki V-Strom e la neonata KTM 1050 Adventure, ad esempio. Honda &egrave; stata per&ograve; capace, anche solo con un semplice video, di far ri-scoccare nel cuore degli appassionati quella scintilla che non si era mai sopita: la voglia di avventura, terra, sabbia, viaggi.  Il calore con cui &egrave; stata accolta suggerisce che potr&agrave; essere un grande successo; le Case concorrenti dovranno correre ai ripari, probabilmente guardandosi un po' indietro.  D'altronde chi non vorrebbe una Multistrada pi&ugrave; piccola e pi&ugrave; avventurosa? O una SuperT&eacute;n&eacute;r&eacute; da 100 cavalli e 200 kg? O una 1050 Adventure con i cerchi a raggi?  E poi chiss&agrave;... magari un giorno torneranno in voga le monocilindriche. 40 cavalli, 140 kg, e un bel serbatoio per fare strada. O non &egrave; pi&ugrave; quel tempo quell'et&agrave;?  [gallery ids="24646,24649,24647,24648,24652,24653"]  &nbsp;Federico Garbin

Hanno vissuto la loro epoca d'oro a cavallo degli anni ottanta e novanta... Sono le maxienduro. E se il lancio dell'Africa Twin segnasse il ritorno, vero, di questa categoria?

Honda Africa Twin: segner&agrave; il ritorno delle maxienduro?

Nell'ultimo video dedicato alla nuova Africa Twin, Honda ne svela il volto e il profilo. Bicilindrico parallelo, attitudine al fuoristrada e logo magico. Eccola Il debutto ufficiale &egrave; atteso per il prossimo Novermbre, ad Eicma, ma finalmente la nuova Honda Africa Twin ha un volto e un profilo definitivi. Eccola, appare nell'ultimo video dedicato a questa moto, intitolato "The Meeting".&nbsp;  Nei fotogrammi estrapolati si vedono chiaramente le forme di quella che &egrave; una delle moto pi&ugrave; attese degli ultimi anni. La linea richiama quella del prototipo "True Adventure" presentato allo scorso Eicma, le finiture &nbsp;l'assemblaggio denotano come la moto sia, in effetti, in dirittura d'arrivo.  L'Africa Twin 2016 monta un motore bicilindrico parallelo da circa 1.000 cm3 e 94 cavalli e una ciclistica tradizionale ma raffinata: forcella a steli rovesciati, regolabile, telaio in alluminio, forcellone a doppio braccio dello stesso materiale e cerchi a raggi, con l'anteriore da 21". Sar&agrave; disponibile con e senza DCT .  Le forme della carrozzeria richiamano quelle della amatissima capostipite: proiettore sdoppiato , cupolino alto e snello e convogliatori morbidi ed integrati che vanno a coprire il radiatore. La linea del frontale &nbsp;vi ricorda qualche altra maxienduro? Si, &egrave; vero ma la somiglianza fra Africa Twin e SuperT&eacute;n&eacute;r&eacute; e l'acerrima battaglia fra le due ha radici lontanissime, e continuer&agrave;.  Gli appassionati enduristi possono stare tranquilli, la propensione all'off-road della moto &egrave; chiara gi&agrave; dal video. Honda ha cercato di limare il peso pi&ugrave; possibile (voci di corridoio parlano di un peso vicino ai 220 kg in ordine di marcia) e il voluminoso paracoppa in alluminio, perfettamente visibile, rendono bene l'idea dell'indole della moto.&nbsp;  Prezzi? E' ancora presto per parlarne ma verosimilmente la Africa Twin andr&agrave; a posizionarsi fra le maxi da 1.200 cm3 e le "piccole" 800, sia in termini di&nbsp;prestazioni che di esborso richiesto.&nbsp;  Non vediamo l'ora di provarla, e accarezzare quel nome magico tanto fieramente portato sul serbatoio.  Federico Garbin  [gallery ids="24567,24566,24565,24564,24563,24562"]

La nuova Honda Africa Twin &egrave; finalmente realt&agrave;: ecco le forme definitive e le caratteristiche salienti della moto pi&ugrave; attesa degli ultimi anni

Honda Africa Twin 2016: eccola! 

Hard Enduro a Porto

La &ldquo;48&rdquo; per molti rappresenta al meglio l&rsquo;intramontabile fascino dello Sportster: un grosso bicilindrico made in USA circondato appena dall&rsquo;essenziale. Impossibile resistere al suo carisma  &nbsp;  &nbsp;  La Forty-Eight &egrave; un tributo alle moto &ldquo;vere&rdquo; costruite in metallo, essenziali e determinate ma, come segnala il suo nome, &egrave; anche un tributo all&rsquo;elemento che pi&ugrave; di tutto il resto identifica il modello e ne detta la linea: il serbatoio. Il nome in questo caso evoca un&rsquo;annata, il &rsquo;48, quando &egrave; apparso per la prima volta il rastremato serbatoio Peanut da 8 litri, divenuto negli anni un&rsquo;icona custom e tuttora portatore di un look potente che incanta e contribuisce a mettere in evidenza il robusto bicilindrico sopra il quale &egrave; alloggiato. Fascino e carattere da vendere, in questo caso supportati anche da sapienti e mirati interventi operati in esclusiva dalla Harley-Davidson Italia per l&rsquo;esemplare che vedete in questo servizio. Ammortizzatori accorciati e sella ribassata consentono una seduta bassa che trasmette confidenza. La linea di cintura della moto &egrave; snella e la vista dall&rsquo;alto del vigoroso bicilindrico trasmette entusiasmo. Una volta premuto il pulsante il motore si avvia sornione, ma pronto a rispondere al pi&ugrave; piccolo tocco. L&rsquo;elettronica e la tecnologia ci sono e offrono il loro meglio, ma sono sapientemente nascoste, e l&rsquo;impressione &egrave; quella di essere su una moto &ldquo;ignorante&rdquo; concepita soprattutto per il piacere degli occhi. I comandi al manubrio sono intuitivi, anche se gli indicatori di direzione richiedono un minimo di uso per diventare abitudine. In compenso rientrano da soli, regolati dalla velocit&agrave; e dall&rsquo;angolo di inclinazione della moto. Dolce e modulabile, la leva della frizione non fa assolutamente rimpiangere un comando idraulico. Originale, bello e pratico (il colpo d&rsquo;occhio risulta immediato) il livello del carburante a led, inglobato nella vaschetta dell&rsquo;olio del freno anteriore. L&rsquo;antifurto &egrave; di serie e lavora in modo automatico mediante un telecomando, a seconda che ci si avvicini o ci si allontani dalla moto.  DA FERMO  Bella &egrave; un aggettivo che si adatta alla perfezione a questa moto. La scelta di H-D Italia di proporre la verniciatura del serbatoio in verde metal flake risulta vincente e concede alla moto un ulteriore tocco stile &ldquo;Seventies&rdquo;. In questo contesto le scritte in rilievo sui fianchi del serbatoio danno il loro contributo. Piacevoli anche le manopole Diamond Black e la sella monoposto munita di molle a compasso, una scelta ancora pi&ugrave; retr&ograve;. Quasi l&rsquo;intera lista degli accessori montata dall&rsquo;importatore italiano ha in comune la tonalit&agrave; scura, cos&igrave; da esaltare ulteriormente l&rsquo;aggressivit&agrave; del modello, e interessano una notevole quantit&agrave; di dettagli. Si va dai coperchi delle punterie al kit delle lenti fum&egrave; per le frecce, ma neri sono anche gli scarichi e i coperchi di ispezione della primaria e dei sensori della centralina elettronica, con tanto di logo con il numero uno e teschio stampati. Oltre alle migliorie estetiche, la Forty-Eight rivisitata in Italia monta anche un filtro dell&rsquo;aria Screamin&rsquo; Eagle Stage 1 che fornisce maggiore portata d&rsquo;aria e prevede un sistema di sfiato che non convoglia i gas e l&rsquo;olio in eccesso direttamente verso l&rsquo;aspirazione. Il kit &ndash; omologato per uso stradale &ndash; &egrave; coadiuvato da una centralina Screamin&rsquo; Eagle Pro Super Tuner, e la combinazione dei due elementi fornisce una ulteriore dose di brio al compatto bicilindrico a V. Da segnalare anche l&rsquo;uso della targa laterale che migliora notevolmente la linea del retrotreno e la piacevole soluzione della luce posteriore integrata nelle frecce Bullet, ormai presente su molti modelli della gamma Harley.    &nbsp;  IN MARCIA  Una volta in movimento l&rsquo;impostazione di guida d&agrave; una sensazione di vincolo, senza possibilit&agrave; di cambiare posizione, e il bel manubrio risulta un po&rsquo; basso, cos&igrave; che sulle distanze il busto si affatica. La sella dura non migliora le cose. Poco male, la bellezza ha un prezzo e in ogni caso l&rsquo;autonomia del piccolo serbatoio &egrave; di poco superiore al centinaio di chilometri, quindi le occasioni per sgranchirsi non mancano... Agli specchi rovesciati ci si adatta facilmente, e una volta registrati a dovere svolgono bene il loro lavoro. Il pneumatico anteriore di misura imponente trasmette all&rsquo;avantreno ogni singola asperit&agrave; e richiede uno sforzo lievemente maggiore a velocit&agrave; molto bassa; a parte questo, la guida anche sui percorsi tortuosi risulta impeccabile e intuitiva. Il motore, dalle caratteristiche ormai note, &egrave; elastico e vigoroso, sempre pronto, e in grado di riprendere in quinta senza esitazioni anche dai bassi regimi, trasmettendo ottime sensazioni di guida.  

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