        C'&egrave; un nuovo casco in edizione limitata nella gamma di Arai: &egrave; l'integrale RX-7V EVO IoM TT Limited Edition. Nuova serie del modello commercializzato a partire dal 2007, disegnato da Aldo Drudi sulla base del nuovo RX-7V EVO e caratterizzato da colori che rimandano al Tourist Trophy insieme a delle bande anch'esse di ispirazione corsaiola.  Quando arriva sul mercato e quanto costa il nuoo casco Arai "TT" infatti non lascia spazio a dubbi: &egrave; un casco che celebra la famosa corsa sull'Isola di Man. I riferimenti al Tourist Trophy non si fermano. C'&egrave; infatti il Triskelion (tripode simbolo dell'Isola di Man), il logo TT e un motivo a scacchi che recita Ellan Vannin, ovvero Isola di Man nel dialetto locale.Il nuovo Arai RX-7V EVO IoM TT Limited Edition sar&agrave; disponibile a partire da maggio 2024 al prezzo di 1.269 euro. ARAI E PINLOCK SVILUPPANO LA NUOVA LENTE FOTOCROMATICA PROTEC TINT       

L'integrale RX-7V EVO Isle of Man TT Limited Edition mostra dei colori e dei motivi grafici che rimandano alla famosa (e temibile) corsa sull'Isola di Man

Arai, il nuovo casco che celebra il Tourist Trophy

Ecco la nuova edizione del casco integrale giapponese che omaggia il Tourist Trophy. Mostra il Triskelion (tripode simbolo dell'Isola di Man), il logo TT e un motivo a scacchi che recita Ellan Vannin, ovvero Isola di Man nel dialetto locale. Sul mercato da maggio 2024 al prezzo di 1.269 euro.

Arai RX-7V EVO Isle of Man TT Limited Edition 2024

        "Basta" avere le possibilit&agrave; economiche per parcheggiare dentro casa una moto vincente. O meglio, per aggiudicarsela all'asta. Avete presente Peter Hickman che nel 2022 al Tourist Trophy ha trionfato nelle classi Supertwin, Superstock, Superbike e Senior TT? Il 36enne pilota inglese ha vinto le ultime due gare in sella a una BMW M 1000 RR preparata da Gas Monkey Garage by FHO Racing. Quella moto &egrave; stata messa all'asta alla Spring Stafford Sale dell'International Classic Motorcycle Show lo scorso 22 aprile. L'esemplare &egrave; stato venduto per 112.700 sterline (circa 127.500 euro).  Modello autentico: ecco le prove La superbike BMW di serie vale gi&agrave; una bella somma. In quanto moto specifica per il Campionato Mondiale Superbike, per&ograve;, la M 1000 RR non fa che accrescere il suo valore con un telaio rinforzato dotato di forcellone Suter e sospensioni &Ouml;hlins. Modifiche a motore, airbox e il sistema di scarico Akrapovic in titanio, il serbatoio da 24 litri e la frizione STM completano il quadro. SULLE STRADE DEL TT: SPETTACOLARE ON-BOARD DI PETER HICKMAN CON LA BMW HP4 Da specificare che le interiora di insetto sparse sulla carenatura anteriore, il grasso della catena e i detriti stradali che cospargono il sottocoda fugano ogni dubbio sull'autenticit&agrave; del modello. Su richiesta del nuovo proprietario, Bonhams non ha reso noto chi si sia aggiudicato l'asta. La gamma BMW Motorrad: consulta il listino completo di Auto       

L'esemplare guidato da Peter Hickman, che ha dominato l'edizione 2022 del Tourist Trophy, &egrave; stato venduto all'asta per una cifra faraonica

BMW M 1000 RR, ecco quella che vale quasi 130.000 euro

La moto preparata da Gas Monkey Garage by FHO Racing e guidata dal pilota inglese, che ha dominato il Tourist Trophy 2022, è stata venduta all'asta lo scorso 22 aprile per circa 127.500 euro. In quanto moto specifica per il Mondiale Superbike, la M 1000 RR presenta un telaio rinforzato dotato di forcellone Suter e sospensioni Öhlins. Il motore, l'airbox e il sistema di scarico Akrapovic in titanio, il serbatoio da 24 litri e la frizione STM completano il quadro

BMW M 1000 RR di Peter Hickman

Il Tourist Trophy dell&#39;Isola di Man del 2023 &egrave; un evento importantissimo nel panorama motociclistico, con i piloti che si sfideranno sui 60 chilometri del Mountain Course. Arai, per l&#39;occasione, ha deciso di svelare in anteprima al Motorcycle Live il suo sedicesimo TT special, una versione limitata dell&#39;RX-7V Evo.  SHARK D-SKWAL 2, LE NUOVE GRAFICHE PER IL 2023  Come sar&agrave;    Arai e il TT dell&#39;Isola di Man hanno collaborato con Aldo&nbsp;Drudi, autore anche di molti dei design dei caschi che si vedono in MotoGP, per realizzare nuovo casco. Arai &egrave; ormai un veterano dell&#39;evento: gi&agrave; dalla prima edizione nel 2007 i caschi in edizione limitata dell&#39;azienda giapponese sono stati molto apprezzati.&nbsp;  Utilizzando la base standard dell&#39;RX-7V (che asicura la certificazione ECE R22.06), il casco mantiene le caratteristiche di comfort ed elevata ventilazione. Le grafiche sono caratterizzate da vernice nera, rossa e bianca, oltre a qualche dettaglio giallo fluo. Proprio su questo tocco fluorescente &egrave; presente il testo &quot;Ellan Vannin&quot; (cio&egrave; Isola di Man in mannese), mentre il logo TT si trova sulla parte superiore. Il Triskelion e il motivo della bandiera a scacchi circondano la parte inferiore. Non sono ancora stati resi noti i prezzi della RX-7V Evo 2023 IOM TT Limited Edition, ma si prevede che arriver&agrave; tra maggio e giugno 2023.  Ingmar Stroeven, Amministratore Delegato di Arai Helmet Europe, ha dichiarato: &quot;Non vediamo l&#39;ora di partecipare al TT. &Egrave; stato fantastico tornare finalmente all&#39;Isola di Man quest&#39;anno ed &egrave; un evento che significa molto per noi di Arai. Siamo molto contenti di svelare l&#39;IoM TT 2023 Limited Edition RX-7V Evo al Motorcycle Live, uno dei momenti clou del nostro anno. Drudi Performance ha realizzato un altro bellissimo design sulla nostra RX-7V Evo top di gamma, che combina gli elementi caratteristici del TT con linee fresche e fluide&quot;.  AIROH PRESENTA LA NUOVA COLLEZIONE DI CASCHI DALLE GRAFICHE ACCATTIVANTI 

Basato sull&#39;RX-7V, ne mantiene il comfort e l&#39;elevata ventilazione: il prezzo &egrave; ancora sconosciuto ma dovrebbe essere disponibile tra maggio e giugno 2023

Arai svela il casco speciale RX-7V Evo per il Tourist Trophy 2023

Il 2022 &egrave; l&rsquo;anno del 30&deg; compleanno della Honda CBR900RR. Un traguardo importante per una moto lanciata del 1992 che ha rivoluzionato il segmento delle supersportive. Per celebrare questa ricorrenza, Honda UK ha voluto raddoppiare i festeggiamenti aggiungendo anche un altro raggiungimento, quello delle 100 partecipazioni di John McGuinness a una gara del Tourist Trophy (quasi tutte in sella proprio a una Honda). Nasce cos&igrave; la nuova Limited Edition Honda CBR1000RR-R Fireblade SP Special Livery John McGuinness 100th TT Start Replica, appena 30 esemplari (solo per il mercato britannico) che celebrano le grandi prestazioni del pilota.  Le caratteristiche    La serie speciale &egrave; stata costruita sulla Honda CBR1000RR-R Fireblade 30th Anniversary, ma ha ovviamente alcune caratteristiche ad hoc, a partire dalla livrea con dettagli rossi e oro (su fondo bianco) a dalla striscia di diapositive che attraversa la parte anteriore della moto e il serbatoio con tutte e 100 le partecipazioni di McGuinness al Tourist Trophy, oltre ai vari sponsor. L&rsquo;oro, poi, lo ritroviamo anche nelle strip dei cerchi; sulla pista superiore &egrave; inciso a laser il numero di serie mentre i loghi del 30&deg; anniversario sono (sempre incisi a laser) sulla smart key e sullo scarico firmato Akrapovic. Troviamo poi un cupolino alto, parafango anteriore e posteriore in fibra di carbonio e pneumatici Metzeler Racetec RR. &ldquo;Le stelle si sono allineate per farmi tornare su una Honda Fireblade per la mia 100esima partenza al TT&rdquo;, ha detto McGuinness.&nbsp;&ldquo;&Egrave; una moto fantastica e ha significato molto per me durante la mia carriera.&nbsp;Sono orgoglioso del mio legame con il suo posto nella storia del TT e di questa mia replica&rdquo;.  Il prezzo della Limited Edition Honda CBR1000RR-R Fireblade SP Special Livery John McGuinness 100th TT Start Replica &egrave; di 30mila sterline, circa 34.200 euro.  HONDA FORZA 350 2023: INFATICABILE SPORTSGT 

Per celebrare i 30 anni della prima supersportiva CBR e le 100 partecipazioni del pilota al Tourist Trophy, arriva questa serie limitata di 30 esemplari

Honda: la Fireblade SP rende omaggio a John McGuinness

Per celebrare i 30 anni del modello e le 100 partecipazioni del pilota al Tourist Trophy, Honda UK lancia la nuova Limited Edition Honda CBR1000RR-R Fireblade SP Special Livery John McGuinness 100th TT Start Replica, appena 30 esemplari (solo per il mercato britannico) che celebrano le grandi prestazioni del pilota 

Honda CBR1000RR-R Fireblade SP John McGuinness FOTO

Abbiamo assistito all’edizione 2022 del Tourist Trophy, la corsa su strada più famosa al mondo. Tra contraddizioni e passione oltre ogni limite, vi raccontiamo cosa abbiamo visto. Ecco le foto

Tourist Trophy 2022: LE FOTO DELL'EVENTO

A un centinaio di chilometri dalla Gran Bretagna, nel Mare d&rsquo;Irlanda, sorge un&rsquo;isola chiamata &ldquo;Isle of Man&rdquo;. Per qualcuno &egrave; soltanto uno dei tanti paradisi fiscali (&egrave; un governo autonomo), ma per chi ama le moto &egrave; un&rsquo;isola speciale. &Egrave; dove si tiene, dal 1907, il Tourist Trophy, la corsa su strada pi&ugrave; famosa al mondo. E ovviamente &egrave; anche la pi&ugrave; discussa.&nbsp;    Inutile ribadire quanto sia pericoloso il tracciato: fin troppe parole sono state spese in merito, tantissime le vittime in tutti questi anni. Quello che si pu&ograve; dire per&ograve; &egrave; che, per avere un giudizio reale e non basato sul sentito dire, bisogna vederlo dal vivo, il Tourist Trophy. Bisogna guardare negli occhi i piloti che ci gareggiano; bisogna parlare con gli appassionati che ogni anno inondano le strade dell&rsquo;isola (mediamente pi&ugrave; di 30.000): provengono da ogni parte del mondo per assistere in maniera quasi religiosa a questa incredibile manifestazione. Bisogna chiedere agli abitanti dell&rsquo;isola cosa pensano di questa gara terrificante ma allo stesso tempo viscerale. Vi risponderanno che &egrave; cos&igrave; che funziona, che &egrave; normale. Vi risponderanno che i piloti sanno benissimo a cosa vanno incontro e che, senza questa gara, il mondo perderebbe qualcosa.&nbsp;    In effetti, per partecipare bisogna superare un certo tipo di selezione: non si pu&ograve; gareggiare al TT senza un curriculum completo di gare e licenze sportive di vario tipo. Vi diranno che per loro &egrave; cos&igrave; da sempre: due volte all&rsquo;anno (a settembre c&rsquo;&egrave; anche il Manx GP, dedicato alle moto storiche e ai debuttanti) le strade principali vengono chiuse al traffico negli orari di gara. Un po&rsquo; come per noi italiani avviene con il Giro d&rsquo;Italia, soltanto che qui ci sono piloti che sfrecciano a 300 km/h tra le case dei paeselli. Una scena surreale, che la prima volta lascia completamente sbigottiti: nessun video n&eacute; racconto pu&ograve; avvicinarsi a quella che &egrave; la realt&agrave;. Vedere dal vivo una superbike lanciata in piena accelerazione, con l&rsquo;avantreno che si solleva a mezz&rsquo;aria e la velocit&agrave; che cresce a un ritmo vertiginoso, su una strada che normalmente si percorre a 50 km/h&hellip;sfonda il muro della ragione.&nbsp;    Una gara, il Touris Trophy, che per qualcuno &egrave; diventata anche qualcosa di pi&ugrave;: Joh McGuinness, il re del Mountain (cos&igrave; viene chiamato il tratto di gara in montagna), quest&rsquo;anno &egrave; partito per la 100esima volta dalla griglia. &ldquo;Spero soltanto che, un giorno, un uccellino verr&agrave; a dirmi John, adesso basta, &egrave; ora che appendi il casco al chiodo. Perch&eacute; per quanto mi riguarda, non riuscir&ograve; mai a smettere di correre al TT. &Egrave; pi&ugrave; forte di me&rdquo;. John McGuinnes, 50 anni all&rsquo;attivo, parla cos&igrave; della sua gara di casa prima della partenza, classe superbike; le pi&ugrave; potenti in assoluto, dove i limiti di elaborazione sono piuttosto blandi. In realt&agrave; &egrave; nato altrove, a Morecambe (cittadina inglese sul mare), ma &egrave; ormai talmente legato all&rsquo;Isola di Man da ritenerla praticamente casa sua. C&rsquo;&egrave; da credergli: con 23 vittorie all&rsquo;attivo in diverse categorie, &egrave; l&rsquo;uomo pi&ugrave; vincitore di sempre al TT, secondo solo al mitico Joey Dunlop. Un uomo, McGuinness (il suo logo &egrave; la classica birra stout irlandese&hellip;), che ha legato la sua carriera a doppio filo alla mitica CBR Fireblade, che quest&rsquo;anno compie 30 anni: a quanto pare ne possiede circa una dozzina, gelosamente custodite in casa sua. Una moto, la Fireblade, che ha segnato la storia delle sportive fino a quest&rsquo;ultima, scelta da molti dei piloti per via delle sue stupefacenti prestazioni ma anche per la sua affidabilit&agrave;.&nbsp;    Ma torniamo alla gara: il tracciato del Tourist Trophy parte da Douglas, capitale dell&rsquo;Isola, in una delle vie normalmente pi&ugrave; trafficate. Il giro completo misura 37,73 miglia, poco pi&ugrave; di 60 km. Tanto per farvi capire le velocit&agrave; in gioco, &egrave; stato calcolato tramite telemetria che in sella alle 600 i piloti rimangono con il gas completamente aperto per il 75% del percorso (telemetria montata sulla moto di Ian Lougher, uno dei &ldquo;big&rdquo;), mentre sulle 1000 la percentuale scende circa al 15%. Che pensandoci bene &egrave; comunque un&rsquo;eternit&agrave;, considerato che in alcuni punti si utilizza la prima marcia e che le superbike sviluppano potenze oltre i 220 CV. Dopo la prima, lunga parte in pianura, il circuito si snoda sulla montagna pi&ugrave; alta dell&rsquo;isola (circa 600 metri slm) chiamata Snaefell. &Egrave; probabilmente il pezzo di pista pi&ugrave; emozionante, quantomeno a sentire i piloti. Case e alberi si diradano, lasciando il posto a un paesaggio brullo e solitario. E le velocit&agrave; sono altrettanto terrificanti, in alcuni settori superiori ai 300 km/h.  Tra i punti pi&ugrave; spettacolari per guardare la gara segnaliamo sicuramente Grandstand, le tribune poste accanto alla corsia box. Da qui si pu&ograve; assistere alla partenza, con i piloti che abbracciano i propri cari come prima di un lungo addio (da pelle d&rsquo;oca), all&rsquo;arrivo e alla suggestiva fase di rifornimento &ldquo;a caduta&rdquo;. Di fronte al Grandstand si trova il famoso tabellone dei tempi, gestito tutt&rsquo;ora a mano. Alle spalle del Grandstand si trova il paddock, che &egrave; possibile visitare gratuitamente. Si pu&ograve; curiosare nei box dei vari team ma soprattutto non &egrave; raro incontrare qualche pilota al quale chiedere un autografo o una foto. Per quanto riguarda le aziende motociclistiche che partecipano, sono presenti in diverse misure: il team Honda Racing UK &egrave; tra i pi&ugrave; ufficiali e quest&#39;anno &egrave; stato il team di John McGuinness e Glenn Irwin, talentuoso debuttante (&egrave; stato il pi&ugrave; veloce newcomer di sempre, proprio in questa edizione). Altro spettacolare punto dove osservare la gara &egrave; Bray Hill, una spaventosa picchiata che scende verso sinistra, seguita da una compressione mozzafiato, che i piloti superbike affrontano in sesta marcia praticamente full gas; come se non bastasse, la salita &egrave; seguita da uno scollinamento che fa impennare la moto a ben oltre 250 km/h&hellip;Da brividi. C&rsquo;&egrave; poi il famoso Victory Caf&eacute;, uno dei punti pi&ugrave; alti dell&rsquo;isola che regala un&rsquo;ampia visuale su una variante molto veloce (qui c&rsquo;&egrave; anche la statua del mitico Joey Dunlop). Ma il TT non &egrave; solo gara. Il Tourist Trophy &egrave; anche contorno: i concerti, le interviste ufficiali ai piloti, le feste a tema&hellip;tutta l&rsquo;isola durante queste due settimane si muove attorno a quest&rsquo;evento surreale, organizzandosi per offrirvi un&rsquo;esperienza che non dimenticherete mai. Si pu&ograve; partire per l&rsquo;isola con qualunque opinione a riguardo, ma una volta arrivati l&igrave;, c&rsquo;&egrave; soltanto un modo di comportarsi: osservare con doveroso rispetto quella che &egrave; la gara pi&ugrave; seducente e tremenda di tutti i tempi.   

Tra contraddizioni e passione oltre ogni limite, vi raccontiamo cosa abbiamo visto sulle strade dell&#39;Isola di Man. E perch&eacute; tutti, almeno una volta, dovrebbe vedere questa gara

Tourist Trophy 2022: ragione e sentimento

ACU Events, societ&agrave; che organizza le gare sull&#39;Isola di Man, ha confermato che &egrave; in corso un&#39;indagine per determinare la sequenza di eventi che ha portato alla morte di cinque piloti in quattro diversi incidenti durante il Tourist Trophy 2022.  Velocit&agrave; e fatalit&agrave;, fascino e pericolo  Il binomio tra TT e la morte dei piloti &egrave; purtroppo una consuetudine storica. Non c&#39;&egrave; probabilmente gara motociclistica pi&ugrave; famosa al mondo e allo stesso tempo non c&#39;&egrave; una gara motociclistica pi&ugrave; rischiosa al mondo. Fascino e pericolo, velocit&agrave; e fatalit&agrave;, concetti che vanno di pari passo sulle strade montagnose dell&#39;isolotto britannico che dal 1907 &egrave; meta dei pi&ugrave; grandi temerari delle due ruote, o anche qualcuna in pi&ugrave;, se consideriamo i sidecar. In 125 anni sono scomparsi 156 piloti, 256 se calcoliamo anche gare come la Manx GP o il Classic TT.&nbsp;  Il TT di quest&#39;anno, il primo a svolgersi dal 2019, &egrave; stato funestato da incidenti che hanno causato la morte di Mark Purslow lo scorso 1&deg; giugno e di Davy Morgan lo scorso 6 giugno (in foto di apertura, categoria Supersport), e di Cesar Chanal il 4 giugno e la coppia Roger e Bradley Stockton il 10 giugno (Sidecar). Si tratta della peggior perdita di vite umane in un singolo evento dal 1989. La notizia adesso &egrave; che &egrave; in corso un&#39;indagine per determinare gli eventi che hanno portato alla morte di ciascun pilota, mentre un altro gruppo di lavoro sar&agrave; incaricato di esaminare tali incidenti e di proporre alcuni cambiamenti in tema sicurezza per il futuro.  Nel listino dell&#39;usato di InMoto, tante occasioni da non perdere a portata di click 

ACU Events, societ&agrave; che organizza le gare sull&#39;Isola di Man, esaminer&agrave; la dinamica degli episodi che hanno portato alla scomparsa dei cinque piloti

Tourist Trophy, morti 5 piloti: aperta un&#39;indagine sugli incidenti

        Morte e motori, due mondi che si vorrebbero distanti, ma che in realt&agrave; sono fin troppo vicini. Due binari che viaggiano paralleli, per incontrarsi di tanto in tanto, in quelle giornate tinte di nero che nessuno vorrebbe mai vivere. Era il 03 giugno di sei anni fa, quando Luis Salom ci lasciava in un incidente nelle Libere 2 del Gran Premio della Catalunya. Era il 03 giugno di tre anni fa quando sull'Isola di Man moriva Daley Mathison, rimasto vittima di un incidente a tre giri dalla partenza della gara SBK, di un Tourist Trophy che solo pochi giorni fa ha pianto un'altra vittima, con la tragica scomparsa di Mark Purslow. "Motorsport is dangerous" ricordano sempre da quelle parti perch&eacute;, per quanto la sicurezza possa fare passi da gigante, il rischio non potr&agrave; mai essere pari a zero. E chi corre - soprattutto su strada - lo sa, che la Signora in Nero &egrave; sempre l&igrave; a guardare, in attesa del giorno in cui smetter&agrave; di essere una silenziosa compagna di viaggio, per tendere la mano a colui che ha scelto di portare via con s&eacute;. Per portarlo ad aggiungersi a quella lunga lista di coraggiosi, che non si sono mai pi&ugrave; alzati. Un rischio calcolato, seppur a malincuore  261 nomi nel solo Tourist Trophy. Tante sono le vite che si sono spezzate sull'Isola di Man, ma ancora di pi&ugrave; i motociclisti che, nel corso degli anni, hanno messo in conto di non tornare. Perch&eacute;, che piaccia o meno, chi sceglie di correre &egrave; ben conscio della possibilit&agrave; di non riabbracciare pi&ugrave; i suoi cari. Famiglie che sanno bene i rischi a cui tutti i motociclisti vanno incontro e che, alla fine, scelgono di accettarli. Vuoi per amore, per rispetto, o forse anche solo per rassegnazione.&nbsp; Un legame con il lutto difficile da comprendere per chi lo vive dall'esterno e non riesce a capacitarsi di come un uomo possa dare tutto, anche la vita, in nome di uno sport; di un brivido o una scarica di adrenalina. Di come, perso un amico o un rivale, si possano esorcizzare la paura e il dolore chiudendo la visiera e andando avanti, come si &egrave; sempre fatto. Nel ricordo e nel rispetto di chi, pur di correre, ormai non c'&egrave; pi&ugrave;. Persone che, in sella, hanno perso la propria partita contro la morte  Figli, nipoti, padri e fratelli: persone come tante altre, accomunate da una sola e unica grande passione, pi&ugrave; forte di ogni altra cosa. Perch&eacute; quello che emerge, e deve emergere, davanti a queste tragiche fatalit&agrave; &egrave; proprio l'umanit&agrave; di chi se n'&egrave; andato e di chi &egrave; rimasto, che nella compostezza del suo dolore sa che, nella maggior parte dei casi, non ci sono colpe o colpevoli da cercare, ma soltanto persone da ricordare con un sorriso. Vite da celebrare tra una lacrima e un'altra. Quelle di un padre; un amico; o un fratello; che in sella ha perso la sua partita contro la morte. Perch&eacute; comunque la si voglia vedere, alla fine, la realt&agrave; &egrave; che quei 261 nomi non vanno assurti al rango di eroi, ma nemmeno stigmatizzati. Vanno soltanto ricordati per essere caduti facendo ci&ograve; che solo pochi di noi hanno il coraggio di fare: portare avanti i propri sogni, a ogni costo.       

Il triste bollettino dell'isola di Man sale ora a 261 vittime. Pazzi o eroi?

TT, muore Mark Purslow: ennesimo pegno per chi è in bilico tra pazzia e eroismo

        Una grande sportiva, per omaggiare un grande luogo di sport. BMW, il suo tributo all'Isola di Man e al Tourist Trophy, che dal 1907 rappresenta una sfida per i piloti di tutto il mondo, lo fa con una versione speciale della sua S 1000 RR, la Isle of Man Edition.  SUPERBIKE IN VERDE L'elemento che spicca maggiormente della superbike &egrave; la verniciatura Isle of Man Green, creata da BMW esclusivamente per questo modello, che sul serbatoio presenta la scritta "S 1000 RR Isle of Man Edition" e il numero di copia inciso. Dettagli che la rendono esclusiva, cos&igrave; come alcune scelte stilistiche precise adottate da BMW. Il colore verde predominante, ad esempio, ha fatto s&igrave; che gli venisse abbinato un cupolino con tonalit&agrave; sfumate e luci a LED gialle. BMW France ha inoltre rivestito le ruote forgiate M Performance con la stessa finitura in rame, che si trova sui carter della moto. BMW: allo studio un inedito telaio carbonio-alluminio per la S 1000 RR PACCHETTO M E SCARICO AKRAPOVIC La S 1000 RR "da TT" ha il controllo dinamico dello smorzamento, le manopole riscaldate e il cruise control, oltre alla catena M da endurance, il GPS LapTrigger sempre del pacchetto M, e la porta USB proveniente dallo Sport Pack di BMW. Dalla M Performance arrivano anche il forcellone e il sistema di regolazione, che migliorano ulteriormente le prestazioni della S 1000 RR. Lo scarico in titanio Akrapovic con punte in fibra di carbonio completano il quadro del modello. 50 ESEMPLARI, ECCO IL PREZZO Che sar&agrave; una moto proposta necessariamente in edizione limitata a soli 50 esemplari, ognuno al prezzo di circa 33.000 euro. La cifra necessaria per salire in sella e "partecipare" con lo spirito al Tourist Trophy. Tourist Trophy: riflessioni su quelle vite al limite       

La Casa bavarese omaggia il Tourist Trophy con una versione della sua Superbike in edizione limitata e piena di componenti derivate dal pacchetto M Performance

BMW S 1000 RR Isle of Man Edition, gioiello in verde

La Superbike bavarese viene rivestita di verde per omaggiare il luogo dove si disputa lo storico Tourist Trophy, per un'edizione limitata a soli 50 esemplari

BMW S 1000 RR Isle of Man Edition

La V85 TT di Moto Guzzi si distingue e porta a casa risultati importanti nell&rsquo;Alps Tourist Trophy, competizione moto turistica lungo le Alpi Piemontesi con classifica basata sull&#39;abilit&agrave; di navigazione e la regolarit&agrave; di marcia. Cosa serve per fare bene? Precisione e puntualit&agrave; lungo i punti di transito prestabiliti nelle Prove Speciali, caratteristiche che non sono mancate al pilota Franco Picco.    Claudio Torri, l&#39;uomo con l&#39;aquila nell&#39;anima: &quot;La V85 TT? Bella, era ora!&quot;  Risultati positivi  Oltre all&rsquo;abilit&agrave; del pilota vicentino (per un veterano come lui, &egrave; stata la prima volta su questa moto), la competizione turistica ha messo in evidenza la maneggevolezza e l&rsquo;affidabilit&agrave; della V85 TT. Se nella frazione dei venerd&igrave; la coppia aveva chiuso al terzo posto, sabato ha fatto di meglio: seconda piazza e un successo di tappa. La moto era in configurazione standard, solo arricchita di qualche accessorio Moto Guzzi originale per meglio affrontare la gara.    Risultati che fanno ben sperate per la 850 di Mandello, l&rsquo;unica tra le top 10 con ruota anteriore da 19&rdquo;. Grazie alle sue caratteristiche si &egrave; distinta in mezzo a moto decisamente pi&ugrave; specialistiche per questo tipo di competizione.    Prova Moto Guzzi V85 TT Travel: #SottoEsame 

Con Franco Picco alla guida, la 850 di Mandello conquista un primo e un terzo posto nelle prime due gare 2020 della competizione turistica. Ci si&nbsp;giocher&agrave; la finale il 10 e 11 luglio

Moto Guzzi V85 TT si mette in mostra all&rsquo;Alps Tourist Trophy

        La filosofia dura e pura del Tourist Trophy, la corsa motociclistica pi&ugrave; antica, prestigiosa e pericolosa del mondo, in due parole, l&rsquo;esprime John McGuinness, inglese 47enne di Morecambe, 98 TT corsi, 23 vinti: "James Hunt &egrave; morto a quarantacinque anni per attacco di cuore, Barry Sheene a cinquantadue per cancro. Se qualcuno mi dicesse adesso... 'dai, John, scegli il tuo destino: preferisci vivere quarantasette anni alla grande o sessanta di merda?'. B&egrave;, correre il TT &egrave; il mio modo per dire che prediligo spararmi 48 anni alla grande". John McGuinness non &egrave; solo monumentale alfiere dei vincenti sull&rsquo;Isola di Man, a sole tre lunghezze dal recordman di vittorie di tutti i tempi, il compianto Joey Dunlop, con 26 centri dal 1976 al 2000. No, il corpulento, gioviale, tosto e tignoso McPint &egrave; il pi&ugrave; sincero, amabile e pervicace TT Ambassador del pianeta Terra, quello pronto a concedere al paddock autografo, selfie e stretta di mano a chiunque, nonch&eacute;, soprattutto, a regalarti le riflessioni pi&ugrave; veraci e dirette sul padre di tutti i problemi del TT: i 259 piloti morti dal 1907 a oggi. Anzi, dal 1911, anno in cui l&rsquo;evento abbandona il piccolo tracciato a triangolo di St. John per affrontare il minaccioso e maestoso Mountain Circuit, che dal 1920 assume il layout tuttora in uso: 60,7 chilometri tra case, pali, muri, terrapieni, salite, strapiombi, discesoni e dossi.&nbsp; "Mai vista una pistola puntata sulla tempia di nessuno, da queste parti - prosegue McGuinness -. Chi viene ha tutto il tempo per studiare cosa succede sul circuito. Se vuole, corre. Se non vuole ci sono traghetti e aerei che partono dall&rsquo;Isola di Man ogni giorno: pu&ograve; acquistare un biglietto e andarsene".  Ascoltare John sull&rsquo;argomento non &egrave; solo beccarsi il fluire di frasi secche unite ad argomenti duri e scabri, mai grigi e volutamente black&amp;white. C&rsquo;&egrave; pure spazio per cogitanti sfumature: "Dal 2003, a seguito della morte del fortissimo David Jefferies a Crosby Village, al TT non si corre pi&ugrave; se piove. &Egrave; una buona cosa. Tre anni dopo hanno istituito una Mountain License che obbliga chi vuol gareggiare a disputare un minimo di gare, nell&rsquo;anno solare precedente. C&rsquo;&egrave; un esercito di oltre cinquecento marshal lungo il tracciato, nessun centimetro resta scoperto a vista, ovunque &egrave; pronto personale medico e paramedico e l&rsquo;eliambulanza in sei-sette minuti pu&ograve; raggiungere qualsiasi sezione teatro di un ipotetico crash. In altrettanto tempo il pilota ferito, stabilizzato e messo per quanto possibile in sicurezza, pu&ograve; ritrovarsi al Nobles Hospital, il nosocomio dell&rsquo;Isola, con reparti e personale di altissimo livello. Voglio dire, sull&rsquo;asfalto il rischio non &egrave; pazzesco ma ragionevole e si lavora da anni e anni verso il massimo contenimento possibile dello stesso. &Egrave; una sfida non solo entusiasmante, ma anche filosoficamente posta a condizioni accettabili. Tuttavia non puoi cambiarla, renderla pi&ugrave; soft e ingentilirla senza stravolgerne la natura. Ecco perch&eacute; il tracciato da un secolo &egrave; praticamente lo stesso e tale rester&agrave;". Arai, livrea TT 2020 per l'RX-7V: potrebbe diventare un vero cimelio &nbsp; Peter Hikcman: "Le corse su strada? Un rischio, rispettate chi le fa" "Il rischio fa parte del gioco, se fosse possibile estirparlo, toglieresti il bello della faccenda - ammette Peter Hickman, il rider pi&ugrave; vincente del TT 2019 con tre centri in Superbike, Supersport e Superstock, oltre che detentore dallo scorso anno del record assoluto -. Le corse su strada sono questo. O le accetti o le eviti. Libera facolt&agrave; di scegliere. Ma con un dovere minimo: rispettare chi le fa". Gi&agrave;, ma per quale motivo ogni anno, tra TT, Classic TT e Manx Grand Prix (non meno di tre-quattrocento piloti, tra moto moderne e d&rsquo;epoca, pi&ugrave; i sidecar, con pochi professionisti e tantissimi dilettanti) accettano con puntuale e innamorata passione la sfida del Mountain Circuit, pur consapevoli che in media due o tre di loro - tra le gare di giugno e quelle di agosto - non faranno ritorno a casa?  "Semplice - dice Nick Jefferies, zio del rimpianto David, veterano di 67 anni, al top nella F1 TT 1993 con la Honda ufficiale e fino a due stagioni fa buon pilota nel Manx - centinaia di piloti corrono ogni anno sul Mountain felicissimi di farlo perch&eacute; gareggiare sul tracciato dell&rsquo;Isola di Man &egrave; la cosa pi&ugrave; eccitante che nella sua vita un uomo pu&ograve; fare da vestito". Meno aforistico e pi&ugrave; analitico Ian Lougher, 55 anni e a podio nel TT Zero 2019 per moto elettriche: "Il giudizio pi&ugrave; superficiale e sommario che sento dare sul TT &egrave; che viene corso da pazzi o, peggio, da scriteriati. &Egrave; vero esattamente il contrario. Ho preso il via a quasi 150 gare in oltre 35 anni di carriera, tra TT e Manx. Ho vinto 10 TT e sai quante volte sono caduto nella mia vita sull&rsquo;Isola? Tre. Una mi si &egrave; chiuso lo sterzo in un tornantino, quindi non contarla. Un&rsquo;altra volta sono scivolato sul liquido che il motore aveva perso imbrattando la ruota, perci&ograve; zero cavolate mie, e nella terza, a Union Mills, pochi anni fa, ho sbagliato io. Gran botta. Una sola con piena colpa mia, in quasi quarant&rsquo;anni. E sai com&rsquo;&egrave;? &Egrave; troppo. Perch&eacute; una volta basta per lasciarci la pelle, qui. Altro che folli e sconsiderati: i piloti specialisti del Mountain sono i pi&ugrave; prudenti, ricamatori, calcolatori, freddi, sereni e precisi in tutto. Rispettano il tracciato come una divinit&agrave; perch&eacute; sanno che per ogni errore molto probabilmente non v&rsquo;&egrave; perdono previsto n&eacute; remissione possibile. L&rsquo;attenzione assoluta - conclude Ian -, la dedizione al proprio senso del limite sono il prezzo da pagare al godimento totale promesso e concesso da un giro sul Mountain".&nbsp; "Al TT non si corre per soldi, ma per sfidare se stessi" Il numero uno del TT del presente, il grande Peter Hickman, rincara la dose: "Da altre parti del mondo, in altre culture e soprattutto con altre sensibilit&agrave;, possiamo essere giudicati in modo parziale, ma la verit&agrave; &egrave; che per capire cosa facciamo dovrebbero anzitutto conoscere il nostro modo di pensare e di posizionarci, rispetto al concetto di rischio consapevole. E, punto primo, mettersi in testa che chi corre sull&rsquo;Isola di Man non lo fa per soldi, ma anzitutto per l&rsquo;immenso piacere della sfida, pi&ugrave; con te stesso che con gli altri piloti, se vogliamo dirla tutta". Hickman dice senza problemi che, a fronte degli alti guadagni nel mondo del motorsport, ai rischi corsi al TT non v&rsquo;&egrave; alcun corrispondente proporzionale in denaro. Per una vittoria nella gara pi&ugrave; prestigiosa e remunerata, la Senior, il premio &egrave; di circa 20.000 sterline. Nessuno guadagna granch&eacute;, al TT. Pochi guadagnano poco, pochissimi guadagnano pochissimo, quasi tutti ci rimettono. Questa &egrave; la realt&agrave; sconvolgente agli occhi di un neofita, piaccia o meno. E le basi su cui poggia questa filosofia sono dedizione appassionata e consapevolezza. Paton S1-R 60&deg; Anniversario: per sentirsi al Tourist Trophy &nbsp; John Crellin: "Il TT &egrave; un Everest orizzontale" A proposito di sfida con se stessi, John Crellin &egrave; stato l&rsquo;unico nella storia a scalare Everest e K2 correndo anche il TT. Ecco il suo pensiero: "Di base sono la stessa cosa. L&rsquo;Everest &egrave; un TT verticale. Il TT &egrave; un Everest orizzontale. Il resto &egrave; sfida". John Crellin &egrave; morto il 12 giugno 2009 nel corso della gara Senior sul Mountain Mile, nella sezione pi&ugrave; alta del tracciato. L&agrave; dove circuito e montagna sono tutt&rsquo;uno. Destino, certo. Fatalismo nella fatalit&agrave;. Accettazione consapevole del concetto stesso di morte possibile, anzi di morte, che vede culturalmente e filosoficamente il mondo anglosassone molto pi&ugrave; portato alla convivenza silente e serena con l&rsquo;idea, rispetto alla rimozione psicanalitica tipica dell&rsquo;atteggiamento pi&ugrave; dimostrativo, temperamentale ed emotivo dell&rsquo;habitus continentale e segnatamente neolatino.  A questo, analizzando i costumi dell&rsquo;Isola di Man, s&rsquo;aggiunge il culto assoluto delle tradizioni. Celebrazione inesausta di una identit&agrave; stratificatamente celtica, normanna e vittoriana a fare da proemio a qualsiasi sviluppo possibile. Postura socio-strutturata che rende l&rsquo;Isola di Man capsula di conservazione del rischio consapevole ma anche Jurassic Park delle due e delle tre ruote. Un mondo pronto a preservare, conservare e anche a far rinascere per clonazione tutto ci&ograve; che altrove, da ere, appare inesorabilmente estinto. Corse stradali, appunto, con a bordo strada ostacoli implacabilmente fissi e possibilit&agrave; serenamente ammessa di morte in corsa. Ducati MHR: nel nome del mito &nbsp; Gi&agrave;. Ma dove, come, quando e quanto? Analizzando i 259 incidenti mortali del Mountain - che comprendono le cadute occorse al TT, al TT Classic e al Manx Grand Prix - si scoprono alcuni aspetti che, anzich&eacute; chiarire le cose, aumentano il mistero, dando i brividi. L&rsquo;indice di frequenza degli incidenti mortali da quando si corre sull&rsquo;Isola di Man non presenta minimi e massimi tipici di una semplice e regolare parabola. Sembra pi&ugrave; che altro una sinusoide indecifrabile che traccia una linea irrazionale indifferente alle epoche, alle cilindrate e alle potenze delle moto e alla bravura dei centauri. Al Mountain si muore e non poco. Punto. Sempre, chiunque e ovunque. Non &egrave; possibile stabilire una correlazione causa-effetto. Cadono campioni e debuttanti, pivelli e veterani, su moto di cilindrata grande o piccola, su due o tre ruote. Invariabilmente. Anche se il TT si corresse coi Mosquito. E se si riporta una crocetta per ogni caduta fatale sulla piantina del Mountain, si scopre che non v&rsquo;&egrave; tratto n&eacute; anfratto vergine di drammi. Fine del discorso. Anzi, no. &Egrave; bene far chiudere questo discorso a chi l&rsquo;ha cominciato, il grande John McGuinness: "Vedete? Alla fine di qualsiasi dialogo aperto e privo di pregiudizi sul TT, si comincia a percepirne il fascino e a delimitarne gli aspetti gradevoli o meno. E a capire che chi lo corre, lo segue e lo ama, che sia pilota o spettatore, &egrave; mosso da sentimenti umanissimi e positivi. Sfido chiunque a mettersi a bordo strada del Mountain e ad assistere al passaggio delle moto sfreccianti senza sentire il flusso impazzito della propria adrenalina pi&ugrave; che altrove, in qualsiasi altra esperienza lecita, al mondo. Se non ti succede una cosa simile vuol dire, semplicemente, che non sei un essere umano". 10 esperienze che ogni motociclista dovrebbe fare       

Il Covid-19 ha stoppato l'edizione 2020 Il TT &egrave; una gara che apre spesso discussioni sul senso della vita, sulla libert&agrave; di affrontare il Mountain. Ecco il pensiero di alcuni grandi protagonisti

Tourist Trophy: riflessioni su quelle vite al limite

Purtroppo l&rsquo;edizione 2020 del Tourist Trophy all&rsquo;Isola di Man &egrave; stata annullata per le restrizioni dovute al Coronavirus, ma se anche i motori restarnno spenti e non echeggieranno a Bray Hill, almeno una piccola parte dell&rsquo;appuntamento annuale ci sar&agrave;: stiamo parlando del casco Arai EX-7V in edizione limitata dedicato alla leggendaria competizione su strada.  Una tradizione da onorare  Una tradizione che dura ormai dal 2007 in Arai, quella di creare ogni anno una grafica diversa per il TT.   La decisione di realizzarlo anche quest&rsquo;anno, nonostante l&rsquo;incertezza sullo svolgimento della gara, &egrave; stata presa da Arai per onorare lo spirito del Tourist Trophy e per soddisfare la curiosit&agrave; dei tanti appassionati che attendono con impazienza il nuovo design ogni anno.  &ldquo;Questi sono tempi difficili, ma talvolta lo sport deve tornare in vita&rdquo;, ha detto Ingmar Stroeven, managing director di Arai Helmet Europa. &ldquo;Non vedevamo l&#39;ora di svelare il nostro RX-7V TT Limited Edition dell&#39;Isola di Man del 2020 venerd&igrave; 27 marzo sull&#39;Isola di Man, insieme a Michael Dunlop e Steve Plater. Ma non &egrave; stato possibile.  &ldquo;Per tutti noi di Arai il Tourist Trophy &egrave; un evento veramente speciale e nel quale ci impegniamo a pieno, sia in termini di piloti che di fan. Per questo motivo abbiamo deciso di andare avanti con l&#39;edizione limitata dell&rsquo;RX-7V Isle of Man TT di quest&#39;anno - che riteniamo assolutamente sbalorditiva - e diamo il nostro contributo per mantenere viva la passione irrefrenabile del TT &quot;.  In Limited Edition  Le versioni dell&rsquo;RX-7 in edizione limitata dedicate all&#39;Isola di Man si sono rivelate particolarmente collezionabili, ma quest&#39;anno ancora di pi&ugrave;. Una grafica dedicata ad una edizione cancellata del TT potrebbe far schizzare il valore di un casco gi&agrave; di per s&egrave; molto ambito. Ogni anno l&rsquo;Azienda giapponese s&rsquo;impone di realizzare qualcosa di nuovo usando per&ograve; gli stessi elementi chiave. L&rsquo;edizione del 2020 ha un input dal leggendario Aldo Drudi e punta a lasciare senza fiato.  Usando linee classiche e un&#39;audace combinazione di colori nero-rosso-oro, sfoggia anche dettagli tipici del TT, come la scritta Ellan Vannin (il nome Manx per l&#39;Isola di Man) in caratteri celtici, la scritta Isle of Man sull&rsquo;altro lato, con il logo Arai centrale, e come le tre gambe - il famoso triskelion - evidenziate in oro sul mento e sui lati, dove il tracciato del percorso del TT fa da sfondo. Infine, un contorno stilizzato del Trofeo Senior e la dicitura &ldquo;Limited Edition&rdquo; sono gli ultimi ritocchi.  Il casco sar&agrave; disponibile da giugno.  Mike Hailwood, il film dedicato a &quot;The Bike&quot; presto al cinema  &nbsp;  &nbsp; 

La prossima edizione del TT&nbsp;&egrave; stata annullata per il Coronavirus ed il nuovo Limited Edition di Arai potrebbe diventare un pezzo pregiato per i collezionisti, non solo di caschi

Arai, livrea TT 2020 per l&#39;RX-7V: potrebbe diventare un vero cimelio

        Sono passati 60 anni dalla prima partecipazione di Honda al TT dell'Isola di Man, e per celebrare la sua storia, i suoi successi, i grandi piloti e le grandi moto che per sei decenni le hanno permesso di scrivere alcune delle pi&ugrave; belle pagine della storia delle competizioni motoristiche, la Casa Alata ha annunciato che terr&agrave; numerosi eventi commemorativi. LA STORIA - Sin dalla sua fondazione, Honda ha cercato di raggiungere l'apice nelle competizioni motoristiche. Nel 1954, per realizzare il suo sogno di diventare il primo Costruttore al mondo, il fondatore Soichiro Honda annunci&ograve; l&rsquo;intenzione di partecipare al Tourist Trophy dell&rsquo;Isola di Man, facente parte del FIM Road Racing World Championship Grand Prix, la classe regina dell&rsquo;epoca. Nei cinque anni successivi, Honda svilupp&ograve; le moto da corsa e il 3 giugno 1959 &ndash; appunto 60 anni anni fa - divenne il primo Costruttore giapponese a partecipare al TT dell'Isola di Man con i piloti Junzo Suzuki, Naomi Taniguchi, Giichi Suzuki e Teisuke Tanaka in sella alle RC142 da corsa nella Classe 125. La storia di Honda e della sua scalata all&rsquo;apice delle competizioni motoristiche, non si limita alla categoria delle due ruote: nel 1964, Ronnie Bucknum gareggi&ograve; con la RA271 nella massima categoria a quattro ruote, il campionato mondiale FIA di Formula 1, partecipando al Gran Premio di Germania. Fin dall&rsquo;inizio Honda non ha solo continuato a competere al vertice negli sport motoristici, ma ha gareggiato nelle varie categorie a due e quattro ruote per affinare le sue tecnologie e alimentare la passione di tutti i suoi dipendenti, condividendo il divertimento, la gioia e il brivido di gareggiare, con i suoi clienti. Questi eventi mirano a condividere lo scopo e la storia di Honda nelle corse con l'attuale generazione di appassionati di corse ma anche con la prossima. GLI EVENTI - Cerimonia 60&deg; Anniversario del World Grand Prix - Venerd&igrave;, 28 giugno alle 11:45, si svolger&agrave; la cerimonia commemorativa per il 60&deg; anniversario della partecipazione al Tourist Trophy dell&rsquo;Isola di Man, con ospiti speciali. Si terr&agrave; nella hospitality del Repsol Honda nel paddock del TT Circuit Assen paddock. Interverranno Jorge Viegas, Presidente della FIM, Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna Sports, Kunimitsu Takahashi, vincitore del GP di Germania del 1961 (il primo pilota giapponese a vincere un gran premio); Freddie Spencer, il pi&ugrave; giovane campione del mondo, vincendo la classe 500 del 1983, e il primo a vincere entrambe le classi 250 e 500, nel 1983; Mick Doohan, vincitore di cinque campionati consecutivi della classe 500, dal 1994 al 1998, Marc M&aacute;rquez e Tetsuhiro Kuwata, Honda Racing Corporation, Direttore delle operazioni di gara. IL LOGO &nbsp;- Il logo del 60&deg; anniversario del WGP apparir&agrave; sulle RC213V MotoGP, sulle Fireblade del Mondiale SBK e del Mondiale Endurance in occasione della 8 Ore di Suzuka, e su molte altre moto che gareggiano su pista, nel motocross, nel trial e nelle categorie a quattro ruote. MOTO3, LIVREA 60&deg; ANNIVERSARIO - Le moto del Team Honda Asia, che gareggia nella classe Moto3, prenderanno parte al GP di Olanda ad Assen (dal 28 giugno) con la livrea della RC143 che ha regalato alla Honda la sua prima vittoria in WGP nel 1961.GIRI RIEVOCATIVI DEL 60&deg; ANNIVERSARIO WGP - Completeranno alcuni giri dimostrativi la RC142 (replica) che corse il TT dell&rsquo;Isola di Man, e la NSR500. L&rsquo;appuntamento &egrave; per domenica 30 giugno dalle 13:21 alle 13:26 (orario soggetto a cambiamenti per il meteo) sul TT Circuit Assen. Le moto saranno la RC142 replica TT Isle of Man del 1959, guidata da Kunimitsu Takahashi e la NSR500 modello 1989, guidata da Mick Doohan AL GOODWOOD FESTIVAL OF SPEED &ndash; Honda celebrer&agrave; il 60&deg; anniversario del WGP di Honda al Goodwood Festival of Speed, dal 4 al 7 luglio, in Inghilterra, con giri dimostrativi della RC142, della NSR500 e della RC213V. Per le quattro ruote, girer&agrave; la McLaren Honda MP4/4 vincitrice del campionato Piloti e Costruttori di F1 nel 1988.Gli eventi celebrativi si terranno anche alla 8 Ore di Suzuka e al GP del Giappone di MotoGP. I dettagli saranno annunciati prossimamente.       

Anche Freddie Spencer e Mick Doohan protagonisti dei festeggiamenti della Casa Alata in programma questo weekend al GP di Assen e poi a Goodwood

Honda: 60 anni dopo il primo TT

        Dunlop si appresta a disputare il Tourist Trophy dell&rsquo;Isola di Man come il costruttore di pneumatici con il pi&ugrave; alto numero di successi nei 110 anni di storia del TT, la pi&ugrave; famosa gara stradale del mondo. Trattandosi di un campionato multi-fornitore, Dunlop &egrave; impegnata a sviluppare le migliori tecnologie in quella che &egrave; una vera e propria &ldquo;battaglia tra pneumatici&rdquo;. Dunlop fornisce pneumatici ai principali piloti e ai top team in tutte le classi del TT. Lo scorso anno i piloti gommati Dunlop hanno conquistato ben 12 podi: tra questi, Michael Dunlop ha regalato all&rsquo;omonimo produttore la sua dodicesima vittoria consecutiva nel Senior TT.  L&rsquo;esperienza maturata nel Tourist Trophy, insieme a quella derivante dalle vittorie nei campionati mondiali Endurance FIM, permettono a Dunlop di sviluppare pneumatici adatti a tutte le categorie e a tutte le moto. PNEUMATICI SLICK - Le slick Dunlop, anteriore KR106 e posteriore KR108, sono disponibili con diversi tipi di mescola e possono essere usate nella Superbike, nel TT Zero e nel Senior TT. Sono pneumatici ad alte prestazioni, sviluppati insieme ai team partner prima di essere lanciati sul mercato. HYPERSPORT - Il nuovo SportSmart TT &egrave; il quarto pneumatico del portafoglio Hypersport e completa la strategia di Dunlop per un nuovo approccio al segmento: &ldquo;il giusto pneumatico per ogni motociclista&rdquo;. &nbsp;Nella gamma Hypersport, il Dunlop D213 GP Pro intagliato, omologato per uso stradale, &egrave; il pneumatico pi&ugrave; usato al Tourist Trophy e riflette la vasta esperienza acquisita da Dunlop nell&rsquo;iconico &ldquo;Mountain Course&rdquo;. I regolamenti prevedono che le classi SuperSport, SuperStock e Lightweight adottino pneumatici intagliati, ma questi pneumatici sono versatili al punto che alcuni piloti decidono di sceglierli per tutte le gare, dal Senior TT che si disputa su sei giri, fino al TT Zero che si corre su un solo giro. RICHIESTE DI PIT STOP - Ci sono numerosi motivi che influiscono sulla scelta dei pneumatici. I piloti pi&ugrave; esperti scelgono una gomma slick ogni qualvolta possibile, perch&eacute; la mescola offre prestazioni ottimali alle alte temperature e assicura i massimi livelli di aderenza, frenata e maneggevolezza. Nelle gare di Superbike e Senior TT, i piloti effettuano due pit stop durante la gara per cambiare le gomme e fare rifornimento di carburante. Le moto e le gomme sono progettate per ridurre al minimo il tempo passato ai box. Nelle gare Supersport e SuperStock non sono previsti pit stop e il pneumatico deve resistere per tutta la durata della gara: per questo si utilizza il D213 GP Pro, dal battistrada intagliato per una maggiore resistenza, che fa segnare il giro pi&ugrave; veloce nel finale, quando i pneumatici raggiungono il limite. Il D213 GP Pro &egrave; la massima espressione racing dei pneumatici omologati per uso stradale e viene scelto dai migliori team e piloti delle categorie Superstock e Supersport. TT ZERO - &nbsp;Dunlop offre una vasta gamma di pneumatici per la categoria TT Zero, in cui si affrontano moto che rappresentano i prototipi del futuro. Qui la scelta dei pneumatici dipende da molte caratteristiche progettuali. Di solito si usano pneumatici con le mescole pi&ugrave; morbide in grado di riscaldarsi molto velocemente - aspetto fondamentale in una gara che dura un solo giro. Gli pneumatici sono inoltre utilizzati a pressioni pi&ugrave; alte a causa del maggior peso delle moto, una caratteristica delle moto elettriche.       

Lo scorso anno ha conquistato la dodicesima vittoria consecutiva all'Isola di Man con Michael Dunlop e altri 11 podi: ecco la gamma di pneumatici racing che il costruttore inglese ha preparato per la nuova sfida stradale

Dunlop si prepara al Tourist Trophy

Cinque moto da corsa, tutte simili ma tutte diverse. Una prova dietro l&rsquo;altra: &egrave; qualcosa di molto simile ad un orgasmo! Se la S1000RR stradale &egrave; una bellissima donna, le sue evoluzioni pistaiole sono modelle. E se le evoluzioni pistaiole sono modelle, la SBK &egrave; una pornostar. Scusate la volgarit&agrave; della metafora ma &egrave; proprio cos&igrave;.&nbsp;  GUIDA LEI - Potremmo raccontarvi che la STK Althea campione del mondo di De Rosa &egrave; una lama di un coltello che passa nel burro caldo: basta pensare di fare una curva per raggiungere il punto di corda con una velocit&agrave; pazzesca. Il dubbio che sia lei a guidare &egrave; lecito...    I CONSIGLI DI TORRES - Potremmo raccontarvi di cosa mi ha detto Jordi Torres appena mi sono avvicinato alla sua moto: &ldquo;Non fare il frocione e apri tutto il gas in uscita di curva, senn&ograve; non funziona&rdquo;. Potremmo, certo ma quello che vogliamo dirvi &egrave; che le moto da corsa restano davvero molto diverse da quelle stradali. Performanti ma pur sempre stradali.&nbsp;  AI CONFINI DELLA REALT&Agrave; -&nbsp;Le emozioni che si provano a bordo sono decuplicate, centuplicate... Le S 1000 RR da corsa&nbsp;sono un&rsquo;altra roba, insomma. La differenza fondamentale &egrave; che pi&ugrave; si va forte, pi&ugrave; vanno bene. Stanno in pista, nel senso che potete spingere quanto volete ma se all&rsquo;ultimo vi accorgete di essere un pelino lunghi, con queste moto riuscite a stare dentro. E con ampio margine. Nel mondo reale questo non succede.  LA REGINA DELL&#39;ISOLA - Dovessimo fare una classifica, SBK a parte perch&eacute; &egrave; proprio un&rsquo;altra roba, la nostra preferita &egrave; la Tyco S 1000 RR SBK, campionessa all&rsquo;Isola di Man. &Egrave; leggera, ha una frenata dolcissima ma puntualissima e un acceleratore che sembra collegato direttamente al cervello!  RESTATE COLLEGATI - La SBK Endurance, la SBK del CEV, la STK di De Rosa hanno tutte il nobile sangue delle corse che scorre nei loro componenti. E si sente, eccome se si sente. Ora per&ograve; non possiamo raccontarvi di pi&ugrave;. L&rsquo;emozione (e che emozione...) &egrave; ancora troppo fresca. Troverete la seconda parte test su inmoto.it e il resoconto completo di questa esperienza sul prossimo numero di In Moto. Sempre che nel frattempo smetteranno di tremarci le mani... 

Dalla SBK a versione che ha gareggiato al Tourist Trophy, passando dalla STK&nbsp;De Rosa e da quelle usate nell&#39;Endurance e nel CEV...

BMW S 1000 RR: in sella a tutte quelle da corsa!

        Per il quinto anno consecutivo Metzeler accoglie motociclisti &ndash; e non solo &ndash; presso il National Sports Centre di Douglas nella struttura polifunzionale che permette di vivere l&rsquo;emozione del Tourist Trophy da una posizione privilegiata e con un occhio di riguardo al budget. La &nbsp;98a edizione dell&rsquo;Isle of Man TT si svolger&agrave; dal 27 maggio al 9 giugno 2017. Il Metzeler Village sar&agrave; aperto dall&rsquo;1 al 10 giugno, quando l&rsquo;azione entrer&agrave; nel vivo e si svolgeranno le gare principali: gi&agrave; da oggi &egrave; possibile prenotare online le date del proprio soggiorno sull&rsquo;Isola di Man al seguente indirizzo: http://www.metzelervillage.com. Inoltre anche per quest&rsquo;anno Metzeler ha deciso di mantenere i prezzi invariati rispetto allo scorso anno, con disponibilit&agrave; a partire da 22 sterline al giorno per persona. Per il quinto anno consecutivo il Metzeler Village sorger&agrave; presso il National Sports Centre di Douglas, accanto alla curva Quarterbridge dalla quale si pu&ograve; assistere direttamente alle gare: la posizione strategica della struttura permette di raggiungere facilmente il paddock e il Grandstand, oltre alla famosa Douglas Promenade ricca di attivit&agrave; legate alle competizioni che animano ogni edizione dell&rsquo;Isle of Man TT. Il Metzeler Village offre una sistemazione migliorata anche grazie ai suggerimenti degli ospiti che hanno partecipato al sondaggio condotto al termine dell&rsquo;esperienza dello scorso anno: insieme alle tende, disponibili in due diverse configurazioni per ospitare da 1 a 4 persone ciascuna, la struttura offre servizi igienici, un parcheggio moto custodito 24/24h, connessione Wi-Fi libera ed una zona chill out con televisione satellitare, divani e amache per permettere ai propri utenti di rilassarsi dopo una giornata di emozioni a due ruote, oltre ad un servizio per ricaricare i telefonini. La colazione &egrave; gratuita per tutti i motociclisti che soggiornano al Metzeler Village con gli pneumatici del brand dell&rsquo;elefante blu, mentre per gli altri utenti &egrave; disponibile ad un prezzo agevolato, insieme ad altri benefit come l&rsquo;uso della piscina e della Spa del centro. Il lettino gonfiabile e la lanterna sono a disposizione gratuitamente di tutti gli ospiti, mentre in fase di registrazione &egrave; possibile aggiungere con un piccolo sovrapprezzo anche la prenotazione del sacco a pelo e del cuscino gonfiabile. Inoltre Metzeler organizza anche per il 2017 la Riders Night, un evento che permette ai propri ospiti di conoscere i piloti supportati dal brand di pneumatici ed incontrare da vicino gli appassionati dell&rsquo;Isle of Man TT. Al link http://www.metzelervillage.com &egrave; possibile effettuare prenotazioni singole e di gruppo, anche in numero elevato.       

Da oggi si pu&ograve; prenotare online il soggiorno sull'Isola di Man per l'edizione numero 98 del Tourist Trophy.

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