        A Palazzo Piacentini a Roma, sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, va in scena (fino al 6 aprile 2024) la mostra Identitalia, The Iconic Italian Brands, dedicata ad alcuni tra i pi&ugrave; importanti marchi storici, che hanno fatto e stanno facendo la storia del Paese. E naturalmente non poteva mancare il mondo dei motori. Un totale di 113 marchi esposti All&rsquo;iniziativa hanno aderito oltre 100 aziende per un totale di 113 marchi di tutti i settori. L&rsquo;obiettivo della sua messa in pratica &egrave; quello di celebrare i 140 anni dell&rsquo;Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, che nel 2019 si &egrave; arricchito del Registro Speciale dei Marchi Storici di Interesse Nazionale, contenente i brand iscritti da pi&ugrave; di cinquant&rsquo;anni e ancora attivi. Tra i marchi motoristici italiani rappresentati alla mostra, ci sono anche Ducati, Ferrari, Fiat, Lancia, Maserati, Pirelli e Vespa. &ldquo;Questa mostra, dal titolo volutamente evocativo - ha commentato il ministro Adolfo Urso - ha il grande pregio di celebrare i marchi di impresa che accompagnano, e hanno accompagnato, la crescita del nostro Paese. Siamo profondamente orgogliosi della capacit&agrave; creativa del nostro tessuto produttivo perch&eacute; il successo dei nostri imprenditori e la passione, che mettono nel loro lavoro, sono il fiore all&rsquo;occhiello del Sistema Italia e il biglietto da visita del nostro Made in Italy nel mondo&rdquo;. Identitalia, The Iconic Italian Brands &egrave; curata dai professori Carlo Martino e Francesco Zurlo, docenti di Design all&rsquo;Universit&agrave; La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano. MOTO DEL PASSATO: STORIA E PASSIONE IN PASSERELLA A PIACENZA       

Visitabile fino al 6 aprile 2024, a Palazzo Piacentini, ha l&rsquo;obiettivo di valorizzare un patrimonio del nostro Paese, dall'industria ai motori

Identitalia, a Roma la mostra che celebra Ducati, Vespa e non solo

        Nel 2023 &egrave; stato avviato un decreto attraverso il quale le moto e le auto storiche idonee possono essere reimmatricolate richiedendo targa e documenti conformi agli originali. Una decisione che &egrave; andata a valorizzare ancor di pi&ugrave; questi modelli che in fondo hanno fatto la Storia di un Paese. E cos&igrave; luned&igrave; 5 febbraio, nell'ambito delle due ruote, &egrave; stata assegnata la prima targa storica a una Vespa Super Sport del 1965 presso la Motorizzazione di Cremona. L'assegnazione  A sistemarla sul veicolo Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in un &ldquo;battesimo&rdquo; emozionante e coinvolgente. &ldquo;Oggi alla motorizzazione di Cremona abbiamo consegnato la prima targa storica (decreto sbloccato dopo anni di attesa), con la re-immatricolazione dei veicoli risalente alla prima iscrizione al Pubblico registro automobilistico, un&rsquo;opportunit&agrave; per migliaia di appassionati di avere una targa per la propria moto e auto. La prima &egrave; stata consegnata al proprietario di una Vespa 180S bianca del 1965, una delle tante meraviglie che solo il made in Italy pu&ograve; regalare e che vanno tutelate e valorizzate, in Italia e in Europa&rdquo;, ha scritto poi sui suoi canali social. Intanto ad oggi presso le Motorizzazioni sono state pervenute ben 101 richieste di targhe storiche, come dice Antonello Persano, direttore generale territoriale del Nord-Ovest. ECOBONUS 2024: TUTTO QUELLO CHE C'&Egrave; DA SAPERE PER MOTO E SCOOTER       

Ad assegnarla alla Motorizzazione di Cremona &egrave; stato Matteo Salvini, in un momento di grande emozione

La Vespa Super Sport del '65 è la prima a ricevere la Targa storica

        Qualcuno si ricorda dell'anno 2004? Il mondo stava assistendo alla guerra in Afghanistan mentre Mark Zuckerberg lanciava online la prima versione di Facebook. L'Europa era sconvolta da una serie di attentati a Madrid e George W. Bush viene eletto per il secondo mandato come presidente degli Stati Uniti. Nel mondo delle due ruote le supersportive guidano l'innovazione e il mercato, ma dietro le quinte inizia l'ascesa delle crossover mentre le naked continuano ad essere fra le preferite dagli appassionati. Ecco 5 moto fra le pi&ugrave; popolari presentate nel 2004 che quest'anno diventano ventenni e potranno fregiarsi del titolo di moto d'interesse storico e potranno essere iscritte al registro. Honda CBR1000RR  Il marchio CBR non &egrave; certo una novit&agrave; del nuovo millennio, ma nella storia della supersportiva pi&ugrave; famosa di Honda ci sono alcune date che rappresentano importanti svolte tecniche e tecnologiche, come ad esempio il 2004 che ha visto entrare nel mercato la mitica CBR1000RR, che prendeva le distanze da tutte le versioni precedenti (900, 929 e 954), imponendosi come una vera concorrente per le pi&ugrave; sportive moto del mercato.  Il regolamento 1000 era appena stato lanciato nel campionato Superbike e Honda aveva voglia di riportare al gradino pi&ugrave; alto una sua moto, e dopo vari tentativi arriv&ograve; anche il mondiale con James Toseland nel 2007. Un'estetica mozzafiato e una scheda tecnica (172 CV, 115 Nm e 205 kg) che non la metteva in cima alla lista delle supersportive, ma la rendeva una delle pi&ugrave; belle da guidare su strada.&nbsp; Passa alla prossima pagina &nbsp; Kawasaki Z750 Il mondo delle naked si preparava ad una piccola rivoluzione. In un periodo dominato dalla Honda Hornet 600, le giapponesi di media cilindrata a quattro cilindri erano il cuore pulsante del segmento delle nude. Kawasaki, come da tradizione, decise di rompere gli schemi e di presentare una media 4-in-linea con un motore 750 derivato dalle superbike degli anni precedenti e un'estetica molto simile a quella della sorprendente Z1000. Risultato? La Z750, grazie a quei centimetri cubi in pi&ugrave; e al prezzo concorrenziale, diventa immediatamente il riferimento di classe e una delle pi&ugrave; piacevoli e corpose moto stradali sul mercato. Incredibile che siano passati gi&agrave; 20 anni!  Passa alla prossima pagina &nbsp; Suzuki DL650 V-Strom Nessuno sapeva - nel lontano 2004 - che la nuova proposta da turismo di Suzuki sarebbe diventata un best seller per il decennio a venire e che il suo nome avrebbe rappresentato un punto di riferimento anche negli anni '20. La leggenda della turistica on-off con ruota da 19" parte un po' in sordina a causa di un'estetica (derivata dalla versione 1000) che non tutti hanno digerito da subito. Le linee squadrate e poco amichevoli, per&ograve;, non hanno mai offuscato quello che &egrave; il vero punto forte del modello: un motore corposo e sfruttabile, un telaio magico che crea un equilibrio ciclistico unico e dimensioni da maxi che la rendono perfetta per i viaggi da soli e in coppia. Ora il bicilindrico parallelo equipaggia la versione pi&ugrave; aggiornata, ma il mitico V-Twin della 650 vive ancora sul mercato e lotta insieme a noi  Passa alla prossima pagina &nbsp; KTM 950 Supermoto Dalla leggenda di Fabrizio Meoni e della 950 Adventure a una versione motard da teppismo urbano il passo &egrave; breve. KTM ha presentato nel 2004 una delle moto pi&ugrave; rozze e arroganti della sua storia associando al telaio e motore della ADV una ciclistica puramente stradale e sovrastrutture attillate che fanno il verso alle vere motard monocilindriche.&nbsp; Questo modello che ispira impennate e ingressi in curva di traverso, sar&agrave; il capostipite di una moda passeggera che vedr&agrave; moto di cilindrata alta vestirsi da motard ed enduro, per la gioia dei motociclisti pi&ugrave; smaliziati. Rimarr&agrave; comunque una nicchia del mercato con poche moto vendute, ma il divertimento di questa moto la render&agrave; un'icona anche per gli anni a venire.  Passa alla prossima pagina &nbsp; Kawasaki ZX-10R Nel 2004 &egrave; nata la regina delle supersportive vecchio stile, la ZX-10R: con 175 CV, 115 Nm e un carattere rabbioso, il 4-in-linea da SBK di questa moto sar&agrave; elevato a leggenda dai motociclisti dell'epoca e anche da quelli che arriveranno dopo, perch&egrave; rappresenter&agrave; la moto pi&ugrave; sanguigna e goduriosa prima dell'avvento dei controlli elettronici e delle piattaforme iperprestazionali guidabili da tutti. La ZX-10R fu apprezzata molto anche per la sua estetica, aggressiva il giusto ma elegante e senza fronzoli. I primi anni '00 in Kawasaki sono ricordati come anni di ricerca estetica avanzata ma anche di livree monocromatiche e di intrinseca eleganza che esaltava il carattere sportivo di ogni modello. Anche se la ZX-10R capace di vincere un titolo SBK &egrave; arrivata molti anni dopo, questa rimane forse la pi&ugrave; amata di tutta la serie.  Quando i guidatori guardano il motociclista... senza vederlo       

Anno nuovo, moto storiche nuove! Ecco alcuni dei pi&ugrave; interessanti modelli che compiranno 20 anni durante il 2024

Top5: moto interessanti che diventeranno storiche nel 2024

        Sabato 25 novembre ha preso il via il via il Decreto Ministeriale 468 del 21/11/2023, emanato dalla Direzione Generale per la Motorizzazione. L'atto, che disciplina le modalit&agrave; per l'ottenimento della targa storica, si basa sull'articolo 93, comma 4, c.d.s. e coinvolge autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole di interesse storico e collezionistico, come definito dall'articolo 60 del Codice della Strada. ZTL A ROMA, ARRIVA LA SENTENZA: LE MOTO D'EPOCA POTRANNO CIRCOLARE Le fasi del Decreto Oggi 27 novembre invece, ha effettivamente inizio la fase sperimentale che si protrarr&agrave; fino al 5 gennaio 2024, durante la quale un numero di operatori selezionati dalle associazioni di consulenza automobilistica guideranno il processo. Dall'8 gennaio 2024, le procedure entreranno in piena attivit&agrave;, gestite non solo dagli Sportelli Telematici dell'Automobilista privati, ma anche dagli uffici della Motorizzazione Civile, per l'immatricolazione e reimmatricolazione dei veicoli di rilevanza storica e collezionistica non soggetti all'obbligo di registrazione presso il PRA. A quali veicoli saranno assegnate le targhe Le targhe storiche saranno assegnate a veicoli gi&agrave; immatricolati in Italia e radiati d'ufficio secondo l'articolo 96 c.d.s., nonch&eacute; a quelli radiati per esportazione ai sensi dell'articolo 103 c.d.s. La concessione si estender&agrave; anche agli esemplari radiati per ritiro su area privata prima del 26 aprile 2006, ai veicoli demoliti secondo la legislazione precedente entro il 30 giugno 1998 (esclusi quelli con contributi statali alla rottamazione) e ai veicoli mai dismessi e richiedenti la reimmatricolazione con targa storica. Un'ulteriore apertura si registra per autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole ancora muniti della targa storica originale in caso di furto, smarrimento, distruzione o deterioramento. Per un'opera di tutela dei veicoli storici &ldquo;Siamo alle fasi finali di un importante percorso", sottolinea il Presidente ASI Alberto Scuro, "che insieme alle istituzioni coinvolte, porta ad una significativa opera di tutela dei veicoli storici. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il Ministro e Vicepremier Salvini ed il suo consulente per il motorismo storico Giovanni Tombolato, la Motorizzazione Civile, con l&rsquo;attenzione e la competenza del Direttore Generale Pasquale D&rsquo;Anzi, hanno svolto un lavoro tutt&rsquo;altro che banale, introducendo una novit&agrave; assoluta sia a livello normativo, sia di applicazione pratica&rdquo;. &ldquo;Questo decreto", aggiunge Giovanni Tombolato, "rappresenta una grande opportunit&agrave; per elevare ulteriormente il livello di originalit&agrave; dei veicoli storici conservati in Italia. &Egrave; stato un lavoro lungo e complesso, portato a termine grazie all&rsquo;apporto di molti enti coinvolti e grazie alla sensibilit&agrave; del Ministro Salvini. Il motorismo storico va preservato per il presente e soprattutto per il futuro per non trasformare questi gioielli in soprammobili&rdquo;. COSA ACCADE QUANDO TI RUBANO LA TARGA O LA SI SMARRISCE?       

Il Decreto coinvolge autoveicoli, motoveicoli e macchine agricole di interesse storico e collezionistico. Dall'8 gennaio le procedure entreranno definitivamente in attivit&agrave;

Targhe storiche, al via la fase sperimentale per l'assegnazione

L&#39;epoca d&#39;oro delle moto ha dato vita a una serie di modelli leggendari, ciascuno con una meccanica sofisticata, una ciclistica impeccabile e un&#39;esperienza di guida unica. Alcune di questi modelli sono state amate incondizionatamente, mentre altre hanno suscitato controversie. L&#39;eredit&agrave; di queste creazioni vive ancora nelle moderne moto e le pubblicit&agrave; d&#39;epoca testimoniano l&#39;atmosfera di quegli anni.  MOTO STORICHE: ORA SI PU&Ograve; CHIEDERE LA TARGA ORIGINALE  &nbsp;  Honda 750 Four    Lanciata per la prima volta nel 1969, &egrave; stata una delle prime moto di serie ad adottare un motore a quattro cilindri in linea, da cui deriva il suo nome &quot;Four&quot;. Sarebbe proprio lei la vera pioniera dell&#39;industria motociclistica moderna.  &nbsp;  Kawasaki Mach III    La Kawasaki ha iniziato a produrre la Mach III negli anni &#39;70. Appartenente appunto alla serie &quot;Mach&quot;, questa moto &egrave; una vera leggenda per la sua potenza e velocit&agrave; impressionanti. Il modello pi&ugrave; noto, il Mach III 500, era spinto da un motore a tre cilindri da 500 cc che gli conferiva una notevole accelerazione.  &nbsp;  Norton Commando    Introdotta negli anni &#39;60, la Norton Commando &egrave; nota per il suo design distintivo a motore bicilindrico in linea e per il sistema di isolamento dell&#39;unit&agrave; motrice, che riduceva le vibrazioni tipiche delle moto dell&#39;epoca. Oggi l&#39;azienda inglese ha deciso di riproporre la sua Commando ma in versione decisamente pi&agrave; moderna.  &nbsp;  Moto Guzzi le Mans 850    Introdotto per la prima volta negli anni &#39;70, il modello Le Mans 850 &egrave; noto per il suo design iconico e sportivo e una posizione di guida sportiva. Equipaggiato con un motore bicilindrico a V da 850cc, il Le Mans offriva una combinazione di potenza e maneggevolezza.&nbsp;  &nbsp;  Ducati Scrambler    Negli anni &#39;60, Fabio Taglioni d&agrave; vita alla Scrambler, lanciata nel 1962 negli Stati Uniti e arrivata in Italia tre anni dopo. Inizialmente con un motore monocilindrico 4T da 250 cc, si distingueva per il design &quot;all&#39;americana&quot; con serbatoio giallo e argentato e manubrio largo. Nel 1968, la versione da 450 cc con il famoso motore &quot;a carter larghi&quot; e 27 CV fa un grande impatto, pesando 140 kg e raggiungendo i 130 km/h. Il successo &egrave; immediato, superando concorrenti precedenti.   &nbsp;  Benelli Tornado 650    Caratterizzata da un design elegante e sportivo, la Tornado 650 offriva una combinazione di potenza e agilit&agrave; grazie al suo motore bicilindrico da 650cc. Pensata per offrire un&#39;esperienza di guida coinvolgente su strada, con un mix di prestazioni dinamiche e stile distintivo, rappresentava a pieno lo stile Benelli.  &nbsp;  BMW R100 RS    Introdotta per la prima volta negli anni &#39;70, era caratterizzata da un design elegante e un comfort elevatissimo durante la guida a lunga distanza. Dotata di un motore boxer a due cilindri da 1000 cc, &egrave; stata apprezzatissima per la sua stabilit&agrave;, affidabilit&agrave; e il suo stile.  MV AGUSTA: 80 ANNI FA LA NASCITA DEL PRIMO MOTORE 98 

In quel decennio&nbsp;nacquero alcuni dei modelli che hanno segnato la storia della produzione motociclistica: ecco quali erano tra pi&ugrave; amate

Le pi&ugrave; amate degli anni &#39;70: quando andare in moto era poesia

&Egrave; finalmente pronta la procedura che consentir&agrave; a chiunque sia in possesso di un veicolo classificato come d&rsquo;interesse storico o collezionistico, di ottenere la targa della prima iscrizione al PRA, o di averne una del periodo storico di costruzione o di circolazione del veicolo; in entrambi i casi con una grafica analoga a quella delle targhe originali. Si tratta di una notizia importante per gli oltre 500.000 appassionati di motoveicoli e autoveicoli storici, che risultano al Ministero dei Trasporti.  Ricordiamo che perch&eacute; un veicolo sia classificato d&rsquo;interesse storico o collezionistico, deve essere iscritto in uno dei registri ufficiali citati dall&rsquo;art. 60 del Codice della Strada: ASI, Storico Lancia, Italiano Fiat, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI. E deve essere dotato di certificazione relativa alla data di costruzione e alle caratteristiche tecniche, rilasciata proprio da tale registro.  Chi potr&agrave; richiedere la targa &ldquo;Old Style&rdquo;  L&rsquo;iniziativa si rivolge ai proprietari di tutti quei veicoli circolanti che nel tempo, a causa di smarrimento, deterioramento, distruzione o furto delle targhe, abbiano provveduto a una reimmatricolazione. Per loro la procedura richiede la presentazione a uno Sportello Telematico dell&#39;Automobilista o a un Ufficio della Motorizzazione, di un&#39;istanza di nuova reimmatricolazione.  Per i veicoli di origine sconosciuta, come quelli che non risultino radiati dall&#39;Anagrafe Nazionale Veicoli e dal PRA, ma che siano privi di documenti di circolazione e di certificato di propriet&agrave; o di foglio complementare, &egrave; necessario presentare, presso uno Sportello Telematico dell&#39;Automobilista o un Ufficio della Motorizzazione, un&#39;istanza di nuova immatricolazione. La documentazione necessaria comprende il titolo di propriet&agrave;, il certificato di rilevanza storica e collezionistica e il certificato da cui risulti l&#39;esito positivo della verifica tecnica. L&rsquo;istanza &egrave; accolta a condizione che il veicolo risulti comunque presente nell&#39;archivio informatico del CED o nell&#39;archivio informatico o nei registri cartacei del PRA. All&#39;esito positivo della conseguente istruttoria, sono rilasciati il documento unico e la targa storica conforme  I costi delle nuove targhe  Le pratiche per il rilascio della nuova targa richiedono un contributo economico pari a 274,5 euro per le moto e a 549 per le auto. I tecnici della Motorizzazione prevedono un flusso di circa 5000 richieste l&rsquo;anno di nuove targhe. 

In vigore la legge (del 2020) che consente ai titolari di veicoli d&rsquo;interesse storico o collezionistico di riavere la targa della prima immatricolazione o di chiederne un&rsquo;altra con grafica analoga a quella originale

Moto storiche: ora si pu&ograve; chiedere la targa originale

        Novit&agrave; a tema "green" per quanto riguarda le moto d'epoca. Il Registro Storico FMI, gestito dalla stessa Federazione, che raccoglie e valorizza il patrimonio tecnico e imprenditoriale italiano, si &egrave; attivato per ottenere un quadro conoscitivo sulle emissioni relative alle moto storiche. E per farlo, &egrave; pronta a intervenire la Commissione Ambiente FMI. Raccolta dati nel 2023: ecco dove La Commissione ha quindi varato un protocollo di studio per raccogliere dati bibliografici sulle emissioni, sia acustiche che in atmosfera, delle moto, attraverso delle misurazioni da effettuare durante il 2023 in aree di raduni motociclistici o gare o test al banco. Il tutto, in collaborazione con strutture specializzate e Universit&agrave;. ELETTRICO: LA MOBILIT&Agrave; URBANA PREMIA I DUE RUOTE GREEN       

La Commissione Ambientale della Federmoto si &egrave; attivata per ottenere un quadro conoscitivo relativo alle emissioni dei modelli d'epoca

Moto storiche, in arrivo la raccolta dati sulle emissioni

        L&rsquo;Automotoclub Storico Italiano e i Registri Storici Alfa Romeo, Fiat e Lancia (enti certificatori di cui all&rsquo;art. 60 del Codice della Strada) hanno presentato un&nbsp;Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per ottenere l&rsquo;annullamento dei decreti e delle delibere di Regione e Giunta Regionale del Lazio, Citt&agrave; Metropolitana e Comune di Roma che vietano la circolazione dei veicoli storici, poich&eacute; compresi senza opportuna distinzione nel parco circolante pi&ugrave; datato e inquinante. &Egrave; quanto si legge in una nota sul sito ufficiale ASI. Al coro di proteste, si aggiunge anche la FMI (Federazione Motociclistica Italiana), intervenuta nel dialogo con il Comune di Roma per chiedere l&rsquo;attivazione di opportune deroghe, e &ldquo;chiamata in causa come parte interessata e avr&agrave; modo di intervenire ad adiuvandum per sostenere l&rsquo;iniziativa a fronte del Presidente della Repubblica&rdquo;. Le dichiarazioni &ldquo;In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli &ndash; spiega Alberto Scuro, presidente dell&rsquo;Automotoclub Storico Italiano &ndash; e, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi che risultano certificati come storici &egrave; del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione. Pur essendo pochi e percorrendo una media chilometrica annua bassissima (1000 km circa) in fase di trattativa ASI non ha chiesto ai rappresentanti di Roma Capitale di farli circolare liberamente ma mantenendo alcune opportune limitazioni&rdquo;. I numeri Ma di quanti veicoli, tra moto e auto storiche, parliamo? &ldquo;Sul territorio della Citt&agrave; Metropolitana di Roma - si legge ancora sul sito dell&rsquo;ASI - i veicoli d&rsquo;uso quotidiano circolanti (dati MTCT) sono 4.040.078 e quelli con Certificato di Rilevanza Storica registrato alla Motorizzazione sono 9.945: una quota pari allo 0,25% del totale, che percorre annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d&rsquo;uso quotidiano (fonte: censimento FIVA e dati compagnie assicurative). &Egrave; solo per questi veicoli che si chiede una deroga, perch&eacute; i veicoli storici certificati sono da considerarsi ininfluenti in termini di impatto ambientale e la loro possibilit&agrave; di circolare in maniera controllata rientra tra le azioni di tutela e salvaguardia: se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo ad essi collegato, causando enormi danni sociali, culturali ed economici. Non si tratta di privilegi, ma di tutele nei confronti di un patrimonio storico, culturale, tecnologico ed artistico italiano che non ha pari al mondo&rdquo;. La proposta di ASI &ldquo;ASI ha dialogato con l&rsquo;amministrazione di Roma Capitale &ndash; spiega il presidente Scuro &ndash; portando&nbsp;proposte mirate alla possibilit&agrave; di usare i veicoli storici per soli scopi ludico-ricreativi e per il turismo lento, quindi con limitazioni di orari tali da scongiurarne l&rsquo;uso quotidiano e pendolare. Inoltre, proponiamo di monitorare, a un anno dall&rsquo;entrata in vigore delle eventuali deroghe, il loro effetto. Essendo i veicoli storici per cui chiediamo le deroghe registrati alla Motorizzazione, il loro numero e la loro anzianit&agrave; sono facilmente valutabili. Proponiamo di monitorarli e di valutare dei correttivi dopo dodici mesi dalla loro applicazione, nella massima trasparenza e concretezza&rdquo;. PATENTE A, RINNOVI, PREZZI E MODALIT&Agrave;       

Da ASI, Registri Storici e FMI arriva la protesta: &ldquo;Se non circolano, i veicoli storici muoiono e con loro muore tutto il mondo a essi collegato&rdquo;

Roma dice no a moto e auto storiche: non possono circolare perché inquinano

Nel 2003 il mondo delle due ruote viveva in una bolla fatta di supersportive accessibili e godibili su strada, che dominavano il mercato con modelli 600 e 1000 che venivano aggiornati ogni anno con contenuti tecnici ed estetici costanti. Ogni salone invernale era l&#39;occasione per vedere le nuove evoluzioni di superbike giapponesi ed europee, mentre tutti gli altri settori si spartivano le altre nicchie di mercato e il fenomeno delle crossover era appena agli inizi. Ecco altre 5 youngtimer che diventeranno ventenni il prossimo anno e che potranno essere iscritte al registro delle moto di interesse storico (qui la prima parte).  Yamaha R6 seconda serie  La R6 arriv&ograve; dopo la rivoluzionaria R1 e fu subito un bel colpo per Yamaha nella categoria Supersport. Dopo il primo modello apprezzatissimo per le doti dinamiche e meccaniche, la seconda serie uscita nel 2003 ha smussato gli spigoli di un progetto partito bene ma migliorabile, finalmente dotata di iniezione elettronica e di un motore dalla schiena corposa ai medi. Anche esteticamente presentava meno spigoli e un carattere pi&ugrave; amichevole rimanendo comunque una piccola race-replica: 117 CV su 164 kg a secco, dopotutto, sono numeri che fanno gola ancora oggi.    &nbsp;  Kawasaki Z1000  Arriv&ograve; come un pugno dritto in faccia alla categoria delle maxi naked. Il mercato era pronto per qualcosa di aggressivo dopo la nuova ZX-6R, ma la Z1000 aveva superato di gran lunga le aspettative con un prodotto molto personale e dall&#39;animo cattivo. I cerchi con canale lucidato e razze in tinta con la carrozzeria, lo scarico con due lunghe canne per lato e gli spigoli vivi di serbatoio e codino hanno conquistato tantissimi motociclisti che hanno portato - dal 2003 in poi - il nome della Z1000 nell&#39;olimpo delle nude pi&ugrave; importanti della storia recente. Fra tutte le versioni presentate fino a oggi, forse &egrave; proprio lei la pi&ugrave; affascinante della serie.    &nbsp;  Aprilia Tuono 1000  La Tuono nacque con un un unico scopo: fare una versione a manubrio alto della supersportiva RSV Mille.&nbsp;Questo significava, letteralmente, spogliare la moto nel modo pi&ugrave; semplice e diretto possibile.&nbsp;Quindi via le carene e il cupolino avvolgente, qualche particolare per coprire i cavi e le parti esposte della meccanica, e un cupolino pi&ugrave; stretto per consentire il movimento del nuovo manubrione (larghissimo, quasi da cross, proprio &quot;alla tedesca&quot;) senza nemmeno cambiare il faro anteriore. Una soluzione azzardata e radicale che inizi&ograve; ad essere prodotta in serie nel 2003 (dopo la preziosa Tuono Fighter in tiratura limitata del 2002) e che mise le basi per una dinastia di moto che prosegue ancora oggi. Un cult assoluto.  &nbsp;  &nbsp;  Suzuki GSX-R 1000 K4  Tre letterine magiche: la G, la S e la X hanno regalato fantastiche moto agli appassionati e hanno fatto la fortuna di Suzuki nei mercati occidentali, ma &egrave; con le supersportive GSX-R dei primi &#39;00 che questa famiglia di sportive ha raggiunto il suo picco assoluto. 20 anni fa fu presentata la prima generazione di GSX-R 1000 indipendente dal resto della produzione e l&#39;inizio di un percorso che avrebbe portato questa serie fino alla vittoria del campionato Superbike.  La K4 finora &egrave; stata la meno ricercata perch&egrave; meno vincente delle altre, ma &egrave; finalmente ventenne e con la sua estetica aggressiva ma gentile e proporzionata rappresenta un perfetto esempio di unione fra gli anni &#39;90 e i &#39;00. Lo schema grafico del faro verticale fra due grandi prese d&#39;aria &egrave; stato ripreso con successo anche nell&#39;ultima versione della supersportiva di Hamamatsu.  &nbsp;  &nbsp;  BMW R1150 Rockster  A inizio millennio BMW Motorrad non aveva un&#39;identit&agrave; di marchio variegata come ora. L&#39;animo sportivo non era ancora stato esplorato e si limitava ad essere un marchio 100% turistico dedicato a una clientela sobria e tranquilla. Le cose iniziarono a cambiare nel 2003, quando a Monaco decisero di modificare la R1150R e dotarla di colorazioni sportive ed aggressive e di un frontale con doppio faro asimmetrico che cambiava nettamente i connotati a un mezzo nato per il solo turismo: la chiamarono R1150 Rockster e fu un vero successo, apprezzata anche al di fuori della solita cerchia dei BMWisti. Da quel momento si susseguirono modelli sempre pi&ugrave; sportivi e inizi&ograve; una nuova storia per il brand.    Top5: moto interessanti che diventeranno di interesse storico nel 2023 (parte 1) 

Altre cinque moto arrivate nel 2003 che entreranno nella lista dei mezzi d&#39;interesse storico perch&egrave; ufficialmente ventennali. Si tratta di mezzi che, nel loro piccolo, hanno contribuito alla storia delle due ruote e diventeranno interessanti per i collezionisti

Top5: moto interessanti che diventeranno storiche nel 2023 - parte 2

Nel 2003 abbiamo dato l&#39;ultimo saluto a Giorgio Gaber, Saddam Hussein veniva arrestato dagli americani, a Nassiriya muoiono 16 militari italiani in un attentato esplosivo e lo Shuttle Columbia esplodeva in volo pochi secondi dopo il decollo da Cape Canaveral. Nel mentre il mondo del motociclismo conosceva nuove moto che sarebbero diventate pietre miliari negli anni a venire e che ora diventano ventennali e iscrivibili al registro storico. Se siete gi&agrave; in possesso di una di queste, preparate la documentazione ASI.  Ducati Multistrada 1000  La prima, storica, strana serie della Multistrada fece il suo debutto proprio nel 2003. Disegnata da Terblanche &egrave; stata criticata da molti e amata da altrettanti, grazie al suo design di rottura e a soluzioni estetiche-funzionali che mai si erano viste prima su una motocicletta. La Ducati di quegli anni era molto di versa da quella di oggi e la produzione era ancora incentrata su prodotti esclusivi e in linea con la tradizione del marchio, che prevedeva unicamente moto bicilindriche a L con telaio a traliccio, distribuzione desmodromica e frizione a secco.  Terblanche e l&#39;allora AD Minoli sono stati i primi a &quot;rompere&quot; il rigore ducatista proponendo moto sempre in linea con la tecnica della tradizione ma con estetica e funzionalit&agrave; mai viste prima. A distanza di 20 anni la Multistrada fu il modello pi&ugrave; lungimirante di quell&#39;epoca perch&egrave; ancora viene prodotta e vende ora pi&ugrave; che mai. L&#39;importanza storica del primo modello &egrave; indubbia, quindi merita l&#39;iscrizione al Registro.    &nbsp;  Honda CBR600RR  CBR &egrave; un brand nel brand. In Honda hanno costruito una dinastia di modelli basati su queste tre lettere a partire dagli anni &#39;80, ma quella del 2003 &egrave; senza dubbio una delle pietre miliari che ha cambiato completamente i connotati della serie. La versione a doppio faro e scarico sotto al codone &egrave; ancora oggi riconosciuta come una delle pi&ugrave; belle mai realizzate, che ha rotto in maniera netta con il passato e ha fatto debuttare i suffisso RR al posto di F, spingendo verso la sportivit&agrave; e la pista e lasciando da parte il carattere da stradale pura che contraddistingueva il modello. Non &egrave; una moto interessante solo per la sua estetica aggressiva, ma ha anche vinto tanto in WSS e nei vari campionati nazionali ed &egrave; sempre stata una delle moto pi&ugrave; equilibrate delle comparative dell&#39;epoca.    &nbsp;  Kawasaki ZX-6R 636  Dopo l&#39;introduzione del motore 636, la rivoluzione del 2003 nella serie supersportiva 600 di Kawasaki &egrave; tutta estetica e dinamica. Con questa moto si traccia una linea che separa passato e futuro, perch&egrave; dalle abbondanti e molto &quot;anni 90&quot; linee della precedente si passa ad una affilatissima e attillata carenatura compatta, che in verde la fa sembrare un insetto pronto a saltare. Il cupolino a punta con la presa d&#39;aria centrale e i fari separati un quella posizione strana danno un carattere inconfondibile a questo modello, che ancora oggi rimane un&#39;icona di stile e personalit&agrave;. Oltre allo stile c&#39;&egrave; anche un comportamento dinamico da vera pistaiola e un palmares sportivo di tutto rispetto, con anni di protagonismo (con la versione 600) nelle serie Supersport internazionali e nazionali.    &nbsp;  Ducati 749  Meno blasonata della 999, meno di successo di tutte le altre sportive medie dell&#39;epoca, ma senza dubbio una moto dal fascino infinito. La 749 &egrave; nata nel 2003 ed &egrave; arrivata ai giorni nostri con ancora pi&ugrave; fascino di quando ha debuttato. La sua estetica cos&igrave; particolare - identica alla sorellona da Superbike - ha fatto innamorare moltissimi motociclisti e incazzare tanti ducatisti che non riconoscevano in quelle linee una vera supersportiva da tradizione Ducati.  La 749-999 non ha mai messo d&#39;accordo le due correnti di pensiero, nemmeno dopo 20 anni dal debutto, ma un aspetto su cui tutti possono concordare c&#39;&egrave;: &egrave; un modello che ha segnato un&#39;epoca e che merita il riconoscimento storico che sta ricevendo in questo periodo. Se ne avete una in garage, preparatevi a vedere un ulteriore rialzo del valore nei prossimi anni, soprattutto se la iscriverete al Registro Storico.    &nbsp;  KTM 950 Adventure  Una moto che fa pensare a un nome: Fabrizio Meoni. Per gli italiani la 950 Adventure &egrave; anche questo, ma a livello storico, questo modello &egrave; semplicemente la massima espressione di quelle che chiamiamo &quot;moto dakariane&quot;. Con una moto non cos&igrave; dissimile da quella di serie, Meoni vinse due Parigi-Dakar, quella storica che partiva dall&#39;Europa e arrivava alla capitale del Senegal.&nbsp;  La moto in s&egrave; &egrave; pure il meglio che la produzione delle enduro stradali poteva proporre all&#39;epoca, un mezzo con il quale si poteva fare davvero fuoristrada e che &egrave; stata scelta da molti appassionati di viaggi per girare il mondo intero. Ora &egrave; un fenomeno di culto e il principio di una serie di moto, le Adventure di KTM, che al giorno d&#39;oggi sono bandiera del marchio. Questo modello &egrave; anche quello che ha coniato il termine &quot;adventure&quot; in riferimento alle moto di questa categoria, giusto per rimarcare l&#39;importanza.    Tutte le novit&agrave; moto 2023 

Un nuovo anno sta per arrivare e molte moto che sono entrate in commercio nel 2003 saranno ufficialmente ventennali. Torniamo indietro nel tempo e vediamo quali sono le pi&ugrave; interessanti iscrivibili al Registro Storico

Top5: moto interessanti che diventeranno storiche nel 2023 (parte 1)

Honda Italia ha annunciato la nascita del Registro Storico Honda Classic Italia. Per accedervi, da oggi &egrave; in rete il nuovo sito web www.hondaclassic.hondaitalia.com, interamente dedicato agli appassionati di modelli d&#39;epoca della Casa dell&#39;Ala.  Cosa &egrave; possibile trovare sul nuovo sito web    Il Registro storico Honda Classic Italia collabora con la FMI e nasce ovviamente per salvaguardare il patrimonio motociclistico Honda nel nostro Paese. Sul portale web potranno trovare e scaricare gratuitamente le informazioni tecniche e i materiali indispensabili per restaurare o prendersi cura della propria Honda d&#39;epoca e naturalmente ci si potr&agrave; iscrivere al neonato Registro Storico, cos&igrave; da poter reperire manuali d&#39;officina, parts list e dati. I modelli sono divisi per decenni e ogni moto pubblicata sar&agrave; corredata, oltre che dei materiali tecnici, anche della sua storia, di aneddoti legati alla sua nascita, interviste ai progettisti e tanto altro. A questo si aggiunge un menu con aree dedicate alle competizioni, con video, storia e curiosit&agrave;. All&#39;interno del sito sar&agrave; possibile anche effettuare un tour virtuale del Museo Honda Collection Hall di Motegi, con le sue oltre 350 moto e auto esposte.  HONDA FESTEGGIA 50 ANNI DI STORIA NEL CROSS: ECCO LE SUE LEGGENDE  In un&#39;area dedicata &egrave; possibile anche richiedere il certificato tecnico con le caratteristiche complete della propria moto, un documento strettamente collegato al numero di telaio/motore che pu&ograve; essere richiesto sia da chi vuole avere il piacere di una certificazione Honda con le caratteristiche della propria moto sia da chi deve reimmatricolare una moto radiata o proveniente dall&#39;estero. A breve si potr&agrave; poi richiedere anche il certificato storico Honda Classic Italia, una sorta di certificato di nascita stampato in originale su carta pergamenata che conterr&agrave; dati tecnici, colore, data esatta di produzione e stabilimento dove &egrave; stata costruita la moto. Il sito nasce con le schede di circa 30 modelli, ma la lista verr&agrave; aggiornata continuamente con l&#39;obiettivo di documentare l&#39;intera gamma dei motocicli Honda prodotti nei primi 50 anni di produzione.    TOP5: LE HONDA 125 SPORTIVE CHE HANNO FATTO STORIA 

Sul nuovo sito web &egrave; possibile trovare informazioni, schede, dati per il restauro e tanto altro delle moto della Casa giapponese

Honda Italia, nasce il Registro Storico per i modelli d&#39;epoca

        Registro Storico Benelli e Moto Club Pesaro T. Benelli hanno due nuovi presidenti: a ricoprire l&rsquo;incarico sono rispettivamente Paolo Fontana e Marco Vazzolini, eletti nel corso delle assemblee dei soci delle associazioni svoltesi nella giornata del 2 aprile 2022 nel Museo Benelli di Viale Mameli. Oltre loro, anche un terzo incarico per Paolo Marchinelli con la nomina di Direttore del Museo Officine Benelli di Pesaro. Le parole del nuovo presidente Fontana Paolo Fontana, che ha ricoperto il ruolo di presidente del Moto Club per oltre 25 anni, ha ottenuto l&rsquo;unanimit&agrave; dei voti alla guida del Registro Storico Benelli, prendendo il posto di Paolo Prosperi, scomparso il 23 agosto 2020: &ldquo;Sono davvero onorato di raccogliere il testimone da un amico vero, un grande uomo di cultura e dall&rsquo;immenso spessore umano &ndash; dice Fontana -. Uno dei nostri punti di forza &egrave; sempre stato quello di riuscire ad aggregare tantissime persone, non solo legate al mondo dei motori e tutto ci&ograve; ci ha permesso in questi anni di diventare ci&ograve; che siamo oggi. Spero davvero di riuscire a proseguire questa attivit&agrave; nel migliore dei modi&rdquo;. Marco Vanzolini, neo presidente Moto Club Pesaro T. Benelli Paolo Marchinelli, invece, &egrave; stato incaricato Vicepresidente del Registro Storico Benelli, che oggi include 750 soci, mentre Roberto Rossini, Alessandro Bossi, Gabriele Cesarini, Giorgio Giagnolini e Claudio Paladini compongono il nuovo consiglio direttivo. Eletto all&rsquo;unanimit&agrave; anche Marco Vanzolini, nuovo presidente del Moto Club Pesaro Tonino Benelli, di cui fanno parte circa 300 soci: &ldquo;Ringrazio Paolo Fontana per il passaggio di testimone &ndash; dice &ndash; e sono molto contento di essere alla guida di un Moto Club storico come il nostro, tra i pi&ugrave; longevi in Italia, fondato nel 1931. La forza del nostro club &egrave; sempre stata quella di riuscire a primeggiare ed esprimersi in tanti ambiti, come il motorismo storico, il mototurismo, il settore della velocit&agrave; e quello del motocross. Anche quest&rsquo;anno ci attende un programma ricco di iniziative che si andranno ad aggiungere alle tantissime attivit&agrave; gi&agrave; messe in campo in questi anni&rdquo;. Altro incarico Per Davide Cecchini in qualit&agrave; di Vicepresidente del Moto Club Pesaro Tonino Benelli, mentre &nbsp;per quanto riguarda il nuovo consiglio direttivo si vedono i nomi dei consiglieri: Paolo Marchinelli, Riccardo Delle Chiara, Riccardo Nicolini, Mario Pensierini e Luigi Lagrasta. Nel corso della riunione &egrave; arrivato anche il conferimento a Luciano Battisti della carica di Presidente onorario del Registro Storico Benelli, in nome del suo incessante e appassionato impegno nel dare valore alla cultura ed al patrimonio motoristico della citt&agrave; di Pesaro. L&rsquo;ex pilota, nonch&eacute; collezionista e amante dei motori, &egrave; conosciuto anche per essere uno dei fondatori del Registro Storico Benelli. All&rsquo;evento, inoltre, erano presenti anche il vicesindaco del Comune di Pesaro, Daniele Vimini e il vicepresidente del consiglio regionale delle Marche, Andrea Biancani. Test Benelli Leoncino 800: i voti del #SottoEsame       

Paolo Fontana e Marco Vazzolini eletti presidenti nel corso delle assemblee dei soci delle associazioni

Nuove cariche per Registro Storico Benelli e Moto Club Pesaro T. Benelli

Nella tarda serata di marted&igrave; 30 novembre, in seduta congiunta delle Commissioni Finanze e Lavoro del Senato, &egrave; stato ritirato l&rsquo;emendamento 7.0.20 proposto nell&rsquo;ambito del Decreto Legge Fiscale e inerente all&rsquo;abolizione dei benefici fiscali per i veicoli certificati e registrati di interesse storico e collezionistico con et&agrave; compresa fra 20 e 29 anni, che attualmente pagano un&rsquo;imposta agevolata come forma di tutela per la loro conservazione.  Ha PREVALSO IL BUONSENSO  &ldquo;ASI e tutti gli appassionati ringraziano i parlamentari che hanno ascoltato e compreso le nostre tesi&rdquo; - ha evidenziato Alberto Scuro, presidente della Federazione italiana di riferimento per il motorismo storico. &ldquo;Sicuramente sono prevalsi il buon senso e l&rsquo;importanza di tutelare il settore. Avevamo ottenuto un abbassamento della pressione fiscale nella Finanziaria 2019, dopo che tra il 2015 e 2018 erano state eliminate le tutele per le &lsquo;youngtimer&rsquo; causando la dispersione di parte del patrimonio motoristico nazionale e l&rsquo;indebolimento dell&rsquo;indotto legato alla filiera professionale&quot;.  &quot;NUMERI CHE NON GIUSTIFICANO AZIONI PENALIZZANTI&quot;  &quot;I veicoli ventennali che godono oggi di questa agevolazione - ha sottolineato Scuro - sono lo 0,15% del parco veicolare totale e l&rsquo;1,14% del parco veicolare ventennale (dati della Motorizzazione al 2 novembre 2021): numeri che non giustificano azioni penalizzanti a fronte di ci&ograve; che essi sono in grado di produrre in termini di sviluppo culturale, turistico ed economico, generando scenari occupazionali importantissimi per le future generazioni. Tutelarli &egrave; un nostro preciso dovere e non incide minimamente sul necessario rinnovamento del parco veicolare circolante&rdquo;.  La Vespa Elettrica si tinge di rosso per la lotta all&rsquo;Aids 

Dopo le proteste arriva l&#39;azione che di fatto ritira l&#39;emendamento riguardo l&#39;obbligo di bollo pieno per le moto di interesse storico e collezionistico

Bollo moto storiche: ritirato l&#39;emendamento per l&#39;obbligo

        Arriva un'altra proposta da parte del governo, emanata in nome della transizione ecologica. Solo che questa volta non si interviene sui veicoli nuovi, bens&igrave; sulle moto storiche. L'emendamento alla delega fiscale a firma di Gianni Pittella e Daniele Manca del PD, Silvia Vono di Italia Viva e Patty L'Abbate e Gabriella Di Girolamo del M5S, intende infatti eliminare l'esenzione dal pagamento del bollo per tutti i proprietari di moto storiche. Hai una moto storica? Paghi il bollo In pratica, il governo vuole fare in modo che anche i possessori delle moto che hanno pi&ugrave; di 30 anni paghino allo Stato la tassa di possesso. Nello specifico, per chi ha una moto che supera i 30 anni di vita, l'addio all'esenzione sarebbe automatico, mentre per coloro che hanno modelli dai 20 ai 30 anni di vita alle spalle, la procedura varierebbe da regione a regione. Il tutto, ovviamente, con l'obiettivo di ridurre le emissioni. Il governo sbaglia obiettivo La proposta, che arriva insieme ad altre norme francamente discutibili - come la cancellazione della sospendibilit&agrave; delle polizze assicurative - ci sembra assolutamente non pertinente con tutti i progetti di riduzione delle emissioni che l'industria automotive sta portando avanti da alcuni anni a questa parte. Chi possiede una moto storica o d'epoca, infatti, non la utilizza per la guida di tutti i giorni. Si tratta infatti di acquisti spinti dalla passione, e dalla felicit&agrave; di possedere un modello che ha segnato la storia di un mondo che abbiamo imparato ad amare sin da piccoli. Chi ha una moto storica, la utilizza per brevi passerelle, raduni dedicati, al massimo delle piccole scampagnate nei weekend. Le emissioni nocive sono talmente risicate che francamente crediamo che non siano le moto storiche a dover essere oggetto di tali manovre. Non sono quindi loro il "nemico da combattere". Un mercato destinato a crollare Senza dimenticare un aspetto tutt'altro che trascurabile. Ovvero il fatto che l'universo delle moto storiche continua ad avere un suo mercato florido, fatto di compravendite che, tra imposte varie, produce incasso anche per lo Stato. Se la proposta andasse a buon fine, il possessore di un modello storico (a meno che non abbia disponibilit&agrave; di un certo peso) si ritroverebbe a dover sostenere nuove spese. E se si tirasse troppo la corda? Sarebbe costretto a vendere la sua moto, con la conseguenza che aumenterebbe l'offerta e diminuirebbe la domanda. Tradotto, mercato al ribasso. E nel frattempo, una moto storica, magari italiana e dalla "carriera" significativa, si andrebbe a parcheggiare in un garage all'estero, l&igrave; dove la passione per le due ruote viene rispettata al di l&agrave; di ogni eventuale transizione verso un mondo pi&ugrave; "verde". REVISIONE MOTO, AUMENTA IL COSTO MA C'&Egrave; IL CONTENTINO DEL BONUS VEICOLI SICURI       

Sostenere le spese per la tassa di possesso anche se hai un modello con 30 anni di vita, in nome della riduzione delle emissioni: il nuovo emendamento del governo fa gi&agrave; discutere

La proposta "ecologica": anche chi ha una moto storica dovrà pagare il bollo?

        I possessori di veicoli d&rsquo;epoca o storici sono molto spesso soggetti ad una agevolazione nella stipula dell&rsquo;RC auto/moto, in quanto le varie polizze per assicurare questo tipo di veicoli sono spesso proposte dalle compagnie assicurative a prezzi ridotti rispetto a quelli riguardanti i mezzi tradizionali. Ma come funzionano questi tipi di assicurazioni? C&rsquo;&egrave; una reale differenza tra moto d&rsquo;epoca e moto storiche? FMI, arriva la nuova Targa Oro del Registro Storico Moto d&rsquo;epoca Partiamo subito col dire che l&rsquo;articolo 60 del Codice della Strada stabilisce che &ldquo;rientrano nella categoria dei veicoli d&rsquo;epoca i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) perch&eacute; destinati alla conservazione in musei o locali pubblici e privati&rdquo;. Tali veicoli, quindi, al contrario di quelli storici, devono sottostare a delle limitazioni in termini di circolazione, dato che possono essere utilizzati solo in occasione di raduni e previa autorizzazione. Elemento, quest&rsquo;ultimo, a cui le varie compagnie assicurative tengono conto durante la stipula dell&rsquo;eventuale RC. Moto Storiche Discorso diverso, invece, per le moto di interesse storico, le quali possono circolare tranquillamente a condizione che risultino conformi alle norme del Codice della Strada. Nel caso delle moto, poi, per ottenere la certificazione storica &egrave; assolutamente necessaria l&rsquo;approvazione da parte della Commissione Registro Storico FMI, che valuter&agrave; i mezzi in base ad alcuni parametri di ammissione: la moto deve aver compiuto almeno il 30&deg; anno di et&agrave; dalla data di costruzione e deve mostrarsi in ottime condizioni di conservazione o restaurati nel rispetto dell&rsquo;originalit&agrave;. D&rsquo;epoca o storiche, cosa cambia in termini di assicurazione Innanzitutto, le polizze per veicoli storici prevedono una classe di merito fissa, che non si rif&agrave; dunque al meccanismo del bonus-malus, in aggiunta ad una formula di guida che &egrave; sempre libera. Oltre a ci&ograve;, per le moto storiche &egrave; sempre possibile aggiungere numerose garanzie accessorie, come il furto e incendio, la polizza kasko, l'assicurazione atti vandalici o la possibilit&agrave; di assicurare anche pi&ugrave; di una moto con la stessa polizza. Perch&eacute; valga l&rsquo;etichetta di &ldquo;moto d&rsquo;epoca&rdquo; invece, il motociclo deve avere almeno 20 anni dalla data di prima immatricolazione e anch&rsquo;essi, nonostante il divieto di circolazione su strada, possono usufruire di alcune agevolazioni fiscali. Su tutte spicca l&rsquo;esenzione dal pagamento del bollo &ndash; per quelle con almeno 30 anni di et&agrave; &ndash; o una riduzione del 50% - per quelle dai 20 ai 29 anni di et&agrave; &ndash; e prezzi agevolati per sulle polizze in relazione proprio alla loro limitazione in termini di circolazione su strada. Circolazione, ricordiamo, che senza regolare autorizzazione pu&ograve; costare al proprietario una multa compresa tra i 41 e i 168 euro se si tratta di motoveicoli. Assicurazione moto: non &egrave; obbligatoria per le moto da pista, ma...       

C&rsquo;&egrave; una reale differenza tra moto d&rsquo;epoca e moto storiche? E quali vantaggi ci sono per i proprietari che intendono assicurare tali mezzi? Ecco spiegata la differenza

Moto d’epoca e storiche: quello che c’è da sapere sulle assicurazioni

        Gli appassionati di moto storiche saranno contenti di scoprire che la Federazione Motociclistica Italiana ha da poco annunciato una grande e importante novit&agrave; sul Registro Storico FMI. La prestigiosa Targa Metallica - nota anche come Targa Oro - verr&agrave; ora inviata ai tesserati contestualmente ai documenti d&rsquo;iscrizione di una moto al Registro Storico e non pi&ugrave; a posteriori, un&rsquo;innovazione essenziale, fanno sapere da FMI, che mira a soddisfare le esigenze degli amanti del vintage. EICMA e FMI ancora insieme: &ldquo;Valorizziamo la passione&rdquo; Rinnovato anche il layout Insieme alle novit&agrave; legate alla consegna della Targa, nuovo sar&agrave; anche il suo aspetto grafico, che presenta un prezioso conio con, in rilievo, il logo FMI e i dati del veicolo. Tutto studiato per dare ancora pi&ugrave; risalto e prestigio alla Targa e, soprattutto, alla moto a cui la stessa viene conferita. &ldquo;Con questa iniziativa - ha spiegato il presidente FMI, Giovanni Copioli - abbiamo voluto dare un importante segnale a tutti gli appassionati di moto d&rsquo;epoca, permettendo loro di esibire immediatamente sulle loro moto la Targa Metallica FMI. Riteniamo sia un passo importante per il continuo rinnovamento del Registro storico, uno dei pilastri della FMI, che guarda ai motociclisti di tutte le et&agrave; e che &egrave; espressione di massima qualit&agrave;&rdquo;. L&rsquo;assegnazione della Targa La Targa Oro, come fa sapere la stessa FMI, viene assegnata, a discrezione della Commissione Registro Storico, ai ciclomotori, motocicli, motocarri, motofurgoni, in assetto stradale, che abbiano compiuto il 30&deg; anno di et&agrave; dalla data di costruzione e che dalla documentazione inviata risultino in ottime condizioni di conservazione o restaurati nel rispetto dell&rsquo;originalit&agrave;. Alle moto di specialit&agrave; invece (Cross, Regolarit&agrave; e Trial) la stessa non viene assegnata d&rsquo;ufficio al momento dell&rsquo;iscrizione, ma &egrave; possibile richiederla successivamente e solo per moto costruite entro il 1975. FMI compie 110 anni: un docufilm per celebrare oltre un secolo di storia        

Con l&rsquo;arrivo della nuova Targa Metallica &ndash; rivisitata anche nella grafica per evidenziarne il prestigio - la consegna sar&agrave; contestuale all&rsquo;invio dei documenti della moto

FMI, arriva la nuova Targa Oro del Registro Storico

I modelli storici che hanno caratterizzato il motociclismo italiano degli ultimi cento anni in mostra a Pontedera, nella nuova tappa dell'evento itinerante organizzato dal Club ACI Storico

Moto Guzzi al Museo Piaggio, l'esposizione

        Il centenario di Moto Guzzi viene anche festeggiato da ACI Storico, con un evento che attraverser&agrave; l'Italia portando in ogni luogo le tradizioni, i valori, ma soprattutto le moto del Marchio dell'Aquila che hanno rappresentato un grande significato storico e culturale per il Paese.  I MODELLI PROTAGONISTI Il primo evento espositivo sar&agrave; a Milano, presso la sede ACI di Corso Venezia, dal 15 aprile al 13 maggio. La mostra vedr&agrave; protagoniste le motociclette che hanno segnato le rispettive epoche, capolavori di ingegno e di meccanica. Dalla Sport 500 degli anni '20 che dette il via alla produzione, alla Sport 15, avveniristica creazione degli anni '30, passando per il Guzzino degli anni '40 e il Falcone, entrato prepotentemente nella cultura popolare, senza dimenticare il mitico Galletto 192 degli anni '60, o la V7 Sport, mito sportivo per i ragazzi degli anni '70. E ancora la V50, la Daytona 1000, per arrivare alle pi&ugrave; recenti Griso e la MGX-21. Sar&agrave; poi esposta anche la V7 850, motocicletta celebrativa dei 100 anni. La Moto Guzzi V7, e quel suo fascino senza tempo GLI APPUNTAMENTI L'evento si svilupper&agrave; poi in altre ulteriori tappe (alcune ancora da confermare), che toccheranno Portofino (dal 7 al 9 maggio all'interno della Milano-Sanremo), Trieste (in occasione del Concorso di Eleganza in Piazza Unit&agrave; d'Italia dal 15 al 16 maggio), Pontedera (18 maggio-21 giugno), Roma (Concorso di Eleganza, Reb Concours, Golf Club Acqua Santa, dal 22 al 24 giugno), per proseguire con una ulteriore serie di eventi nella Capitale, compreso un appuntamento presso l'Autodromo di Vallelunga (11 e 12 settembre), per poi concludersi a Padova dal 21 al 24 ottobre. Le celebrazioni dei cento anni di Moto Guzzi termineranno dal 6 al 12 settembre a Mandello del Lario, a casa, con la speciale edizione delle GMG - Giornate Mondiali Moto Guzzi. Moto Guzzi, "porte aperte" in concessionaria per scoprire la gamma 2021       

I modelli pi&ugrave; rappresentativi del Marchio di Mandello del Lario protagonisti in un evento itinerante che attraverser&agrave; l'Italia: ecco i dettagli

Moto Guzzi, ACI Storico celebra il centenario

        Lo storico Museo dell&rsquo;Automobile di Torino (Mauto) ha da poco riaperto le porte dei suoi meravigliosi padiglioni, cos&igrave; da riuscire nuovamente ad ospitare gli appassionati di motori le bellezze storiche della sua collezione. Tuttavia, oltre che a viaggiare attraverso la storia delle auto, i visitatori potranno anche ammirare una serie di motocicli d'epoca &ndash; tornati in esposizione dopo ben 15 anni - riportati alla luce dopo un accurato lavoro di restauro. Moto in fiamme a Passo di Rombo: cosa &egrave; rimasto dopo l'incendio OTTO ESEMPLARI STORICI Per la speciale occasione della riapertura al pubblico, dunque, il Mauto ha voluto esporre, dallo scorso 17 febbraio, una selezione unica di bicicli, tricicli e quadricicli facenti parte della collezione che normalmente veniva conservata da diversi anni all&rsquo;interno dell&rsquo;Open Garage. Il lavoro di pulitura e restauro ha coinvolto otto esemplari, tra cui spiccano una Boll&eacute;e 3 HP - che esord&igrave; nel 1896 alla corsa Parigi-Marsiglia - il De Dion &amp; Bouton Mod. 1 &frac34; HP Quadri del 1899, la Prinetti &amp; Stucchi mod.1 &frac34; HP Quadri del 1899, una Rosselli Motocicletta dei primi del &lsquo;900, una Moto Guzzi del 1921 &ndash; vera capostipite dell&rsquo;azienda - una Gilera Grand Prix del &lsquo;52, campione del mondo tra il 1950 e il 1957, una Ducati 851 SBK del 1990 e l&rsquo;avveniristica Gilera CX 125 del 1991. VEDERE DA VICINO LA STORIA Come fanno sapere dallo stesso Museo, salvo nuove disposizioni da parte del Governo, il Mauto sar&agrave; aperto con orario ridotto e a una tariffa speciale di 5 euro per gli under 26 dal mercoled&igrave; al venerd&igrave; dalle ore 13.00 alle ore 19.00. Inoltre, ci sar&agrave; la possibilit&agrave; di approfittare di visite guidate &ndash; anche per piccoli gruppi &ndash; e sempre osservando le disposizioni in fatto di igiene e distanziamento. Il Museo Piaggio riapre dal vivo e anche online       

Il lavoro di pulitura, restauro ed esposizione &ndash; dopo ben 15 anni - ha coinvolto otto esemplari, tra cui spiccano dei modelli dei primi anni del &lsquo;900 e una Ducati SBK del 1990

Mauto: riapre il museo con un’esposizione di motocicli storici

Altra vittoria per le moto d&#39;epoca. Finalmente i modelli storici potranno sfoggiare una targa d&#39;epoca, proprio come quelle originali: &egrave; praticamente ufficiale. Dopo l&#39;approvazione della Camera dei Deputati lo scorso settembre, in queste ore &egrave; arrivato il via libera anche da parte del Senato.  VIA LIBERA: I VANTAGGI DELLO STATO  &Eacute; stato infatti approvato l&#39;emendamento contenuto nella Legge di Bilancio 2021 che consente il recupero delle targhe originali per i veicoli storici, sia in caso di reimmatricolazione, sia per quelli gi&agrave; reimmatricolati o ritargati negli anni passati. Adesso, manca solamente il Decreto Attuativo che il Ministero dei Trasporti dovrebbe varare entro 60 giorni per terminare l&#39;iter.  ASI certifica le moto del Giro del Mondo di Tartarini e Monetti  La normativa ha un doppio vantaggio: innanzitutto per i motociclisti e appassionati, che potranno vantare una targa vintage sulle proprie moto d&#39;epoca, senza essere costretti a inserire quelle moderne; ma anche e soprattutto per lo Stato, che ricever&agrave; dai 2 ai 5 milioni di euro nelle proprie casse. S&igrave;, perch&eacute; l&#39;inserimento di targhe originali comporter&agrave; un esborso di denaro.  I REQUISITI  Non si conoscono tempi e costi in maniera ufficiale. Quel che &egrave; certo &egrave; che la motocicletta dovr&agrave; avere un &quot;interesse storico e collezionistico&quot; documentato o dalla casa costruttrice o da associazioni abilitate. C&#39;&egrave; anche una novit&agrave;: la possibilit&agrave; di ottenere targhe originali anche per &quot;veicoli precedentemente iscritti al PRA e cancellati d&#39;ufficio o su richiesta del precedente proprietario&quot;.    Le targhe storiche dovranno avere un aspetto &quot;conforme alla grafica originale&quot; e senza sigle alfanumeriche, seppur con grafica e formato differenti. Non &egrave; ancora chiaro, se vi fossero targhe risalenti all&#39;epoca del fascismo, l&#39;obbligo di eliminare il simbolo del fascio qualora fosse presente. Infine, con la nuova targa, verr&agrave; anche rilasciato un nuovo libretto che far&agrave; riferimento al periodo storico di circolazione. 

L&#39;ufficialit&agrave; definitiva &egrave; ormai a un passo: i modelli vintage potranno sfoggiare le targhe conformi a quelle del periodo storico di circolazione

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