Il leggendario Marchio americano propone una bella novit&agrave; per il 2015.  Per tutti gli appassionati delle Harley Davidson Sportster, la famiglia di custom cruiser, c'&egrave; una piccola sorpresa: sono finalmente arrivati in Italia gli scarichi Screamin' Eagle. Queste marmitte con certificazione ECE, sono omologate per l'utilizzo stradale anche nel nostro paese e sono pensate per i modelli Sportser dal 2014 in poi: Iron 883, 883 R, Super Low, 1200 Custom, Forty Eight e Seventy Two.  Prestazioni migliorate e un caratteristico sound molto aggressivo, questi i risultati dei nuovi sistemi di scarico a flusso elevato 3,25".  Ma anche l'estetica non ne risentir&agrave;, anzi...&nbsp;Belli e in linea con lo spirito Harley, questi scarichi sono disponibili in due diverse finiture: cromati o ceramica nera, entrambe resistenti al calore.  Gli Screamin' Eagle Street Cannon Slip-on comprendono protezioni marmitta e terminali a taglio obliquo verso il basso.  Quanto costano? Il prezzo al pubblico consigliato &egrave; a partire da 730,00 Euro.  Per scoprire qualcosa in pi&ugrave; sul prodotto basta&nbsp;rivolgersi ai concessionari autorizzati o visitare il sito:&nbsp;www.harley-davidson.it  &nbsp;  Giulia Cassinelli  [gallery ids="17193,17192,17191,17194"]  &nbsp;

Un sound aggressivo per i nuovi scarichi che Harley dedica alle sue Sportser

Harley-Davidson: scarichi Screamin' Eagle

Per il 2012 Harley-Davidson propone un&rsquo;accattivante versione Sportster nella sua motorizzazione pi&ugrave; alta, attingendo a piene mani dal filone chopper degli anni Settanta  &nbsp;  &Egrave; vero, come molti hanno scritto, che la Sportster Seventy-Two prende il nome dalla Whittier Boulevard, meglio conosciuta come Route 72, una strada di East Los Angeles dove all&rsquo;epoca del &ldquo;Potere alla Fantasia&rdquo; i chopper erano di casa molto pi&ugrave; che altrove. A tutti gli effetti, per&ograve;, il nome potrebbe tranquillamente essere un tributo a un&rsquo;epoca coloratissima e foriera di idee trasgressive come lo sono stati i primi anni Settanta. La Seventy-Two, infatti, incarna totalmente e in maniera quasi nostalgica quello che era il trend dell&rsquo;epoca: moto scarne e allungate, ricoperte di Metal-Flake e strati industriali di vernice trasparente, con cromature in ogni dove e manubri nettamente pi&ugrave; alti dello standard. L&rsquo;effetto Metal-Flake che pi&ugrave; di ogni altra cosa caratterizza questo modello pu&ograve; a tutti gli effetti essere considerato (al pari della moquette) un&rsquo;icona degli anni &rsquo;70, oltre che sulle moto personalizzate lo si poteva trovare nelle tappezzerie in vinile dei tipici Diner, sulle carrozzerie dei Dune Buggy, sui caschi jet pi&ugrave; trendy, ecc. La livrea della Seventy-Two &egrave; proposta in &ldquo;hard candy big red flake&rdquo; e viene realizzata con un trattamento alquanto laborioso. Dapprima viene applicato uno strato di vernice base di colore nero, poi seguito da uno strato a base poliuretanica che incorpora scaglie metalliche con dimensioni ben sette volte maggiori a quelle usate normalmente per questo trattamento. Ogni scaglia &egrave; rivestita da una sottile pellicola di alluminio ed &egrave; verniciata con una speciale tinteggiatura rossa. A questo seguono quattro strati abbondanti di vernice trasparente, con relativa levigatura tra una mano e l&rsquo;altra, cosi da ottenere, infine, una superficie estremamente liscia e contraddistinta da un &ldquo;effetto vetro&rdquo;. A completare il quadro ci sono i loghi, la grafica del serbatoio e le pin strip sui parafanghi. Tutte cose che sui chopper vengono eseguite a mano, ma che non sono previste su una moto prodotta in serie. Come opzione si &egrave; ripiegato su delle decalcomanie realizzate ad hoc che danno quasi lo stesso effetto visivo e sono affogate negli abbondanti strati di trasparente. Da segnalare che oltre alla colorazione di questo servizio la moto &egrave; disponibile anche in &ldquo;big blue pearl&rdquo; e in &ldquo;denim black&rdquo;.  DA FERMO  A sottolineare il richiamo all&rsquo;epoca d&rsquo;oro dei chopper c&rsquo;&egrave; una miriade di ricercati particolari. In primis l&rsquo;intramontabile serbatoio Peanut da 7,9 litri. Piccolo e inconfondibile nelle sue forme, oltre a rappresentare la gran parte della saga Sportster &egrave; stato adottato su una moltitudine di chopper, diventando a tutti gli effetti un&rsquo;icona del segmento. Altra particolarit&agrave; irrinunciabile sono le ruote a raggi, qui montate nei diametri che sono stati per un lungo periodo tra i pi&ugrave; applicati nel settore, ossia 16&rdquo; al posteriore e 21&rdquo; all&rsquo;anteriore. Da sempre assieme a questa configurazione sono prediletti dei pneumatici sottili davanti e massicci dietro (senza necessariamente scadere nelle misure esagerate che &egrave; possibile montare oggi), cos&igrave; una scelta intelligente ed elegante ha previsto rispettivamente misure di MH90-21&rdquo; e 150/80B16&rdquo;, in entrambi i casi con una fascia bianca di grande effetto vintage sui fianchi. Le cromature sono tante gi&agrave; di serie, ma c&rsquo;&egrave; una linea di accessori che ne prevede di ulteriori (e che comprende questa finitura anche per il serbatoio dell&rsquo;olio e il forcellone). Un&rsquo;altra configurazione piacevole e a suo modo &ldquo;storica&rdquo; &egrave; quella di adottare due scarichi singoli senza tubi di compensazione e con i terminali corti che si dispiegano leggermente sormontati e paralleli alla strada, proprio come sui modelli antecedenti agli anni &rsquo;80. I parafanghi sono cortissimi, con quello posteriore contraddistinto da un&rsquo;unghia in plastica nera che incorpora la luce della targa e il supporto della stessa. Anche su questo modello la luce posteriore e lo stop sono stati sapientemente dislocati all&rsquo;interno degli indicatori di direzione posteriori, concedendo al retrotreno una pulizia e un&rsquo;eleganza solitamente propria delle migliori special.    &nbsp;  IN SELLA  Gi&agrave; bella da vedere da ferma, la Seventy-Two appare subito ben rifinita e curata. Appagati da questo primo contatto visivo, appena si sale a bordo ci si rende conto che oltre ai dettagli anche la guida &egrave; stata impostata come su un chopper. Non c&rsquo;&egrave; la tipica forcella allungata, ma nonostante questo la posizione di guida &egrave; comunque simile. Il manubrio ha la conformazione di un Ape-Hanger in versione ridotta, con l&rsquo;impugnatura larga e ben pi&ugrave; alta della media. Al centro, ancorato alla testa dei riser alti 2&rdquo;, c&rsquo;&egrave; un supporto cromato che ospita in modo perfettamente leggibile il tachimetro analogico e le spie di servizio. I blocchetti dei comandi sono quelli tradizionali H-D e gli indicatori di direzione anteriori sono appesi al manubrio. Le pedane poggiapiedi sono disposte in posizione avanzata, con il pedale del cambio e del freno posteriore ben raggiungibili. Non sono previste pedane per il passeggero (se non come optional) e anche la sella &egrave; rigorosamente monoposto. La forcella teleidraulica &egrave; di conformazione tradizionale e gli ammortizzatori idraulici sono regolabili nel precarico molla. Entrambe le ruote sono frenate da un singolo disco, e il blocchetto d&rsquo;accensione &egrave; dislocato sul lato destro, davanti al serbatoio. Appena avviato il motore si &egrave; in compagnia del classico e possente suono che caratterizza i bicilindrici di Milwaukee. Ci si siede, si innesta la marcia e si sorride rendendosi conto di essere a bordo di una moto concepita soprattutto per girovagare senza meta nelle giornate di sole, con occhiali scuri e casco jet, sicuri che qualcuno ci sta guardando. Chiaramente il bicilindrico di 1.200 cm&sup3; pu&ograve; fare molto di pi&ugrave;, ha grinta e buone prestazioni, ma l&rsquo;aura di relax che avvolge il conducente appena si comincia a rilasciare la leva della frizione cancella tutto il resto, invitando a godersi la moto e il paesaggio in modo consono. La seduta bassa, unitamente al peso relativamente contenuto, alla guida alta e alla ruota anteriore di 21&rdquo; consentono un&rsquo;immediata confidenza con il mezzo e una piacevole posizione di guida, che si apprezza soprattutto a bassa velocit&agrave;. Aumentando l&rsquo;andatura le cose cambiano, la moto risulta perfettamente godibile fino a 110-120 km/h, e pu&ograve; spingersi anche molto oltre, ma sopra la suddetta velocit&agrave; l&rsquo;impatto con l&rsquo;aria dato dalla posizione di guida particolarmente eretta diventa stancante e l&rsquo;impressione &egrave; quella di galleggiare sulla strada. Le sospensioni posteriori sono un po&rsquo; dure in configurazione standard, ma a questo si rimedia subito grazie alle varie possibilit&agrave; di regolazione del precarico. Sono molti a pensare che una moto deve prima di tutto emozionare. Chi sceglie questo modello lo fa soprattutto per la sua bellezza, sapendo gi&agrave; che le compatte forme del serbatoio non concedono pi&ugrave; di un centinaio di chilometri di autonomia e che una posizione di guida cos&igrave; comoda e maneggevole non pu&ograve; essere adatta alle alte velocit&agrave;. D&rsquo;altronde il designer Frank Savage ha gi&agrave; detto tutto dichiarando: &laquo;Nel creare la Seventy-Two ci siamo ispirati all&rsquo;atmosfera particolare che caratterizzava i primi anni dell&rsquo;epoca dei chopper, quando i tipi giusti guidavano una Sting-Ray e quelli tosti posteggiavano i loro chopper in fila indiana a bordo strada&raquo;. Non sembrano esserci dubbi che l&rsquo;obbiettivo sia stato perfettamente raggiunto.

2 risultati per 'seventy-two'

Harley-Davidson: scarichi Screamin' Eagle

Harley-Davidson Sportster Seventy-Two