        Con l'arrivo della pandemia e i suoi effetti conseguenti, fino al 2021 la situazione sulle strade a livello di incidenti era nettamente migliorata. Nel 2022, per&ograve;, la mobilit&agrave; ha segnato una ripresa definitiva, incidendo di conseguenza sulla crescita dei sinistri: con alla mano ai dati, possiamo dire che si sono registrati ben 65.889 incidenti con lesioni a persone , segnando un +9,2% rispetto all'anno precedente. Questi hanno poi causato 3.159 morti, con un aumento del 9,9% rispetto al 2021 e 223.475 feriti. I numeri Il risultato, in base a quanto detto e riportato dal report diffuso da ACI-ISTAT, &egrave; che in media ci sono stati 454 sinistri, 8,7 decessi e 612 feriti ogni giorno. A livello di percentuali, le regioni che hanno visto una considerevole salita sono la Valle d&rsquo;Aosta, (+150%), la Basilicata, (+59%) e la Sardegna (+41%). Per quanto riguarda invece la &ldquo;mobilit&agrave; dolce&rdquo; nel 2022 sono morti 485 pedoni (+3% rispetto al 2021), 205 ciclisti (-6,8%) e 16 conducenti di monopattino (+77,8%). Roma, in particolare, registra il pi&ugrave; alto numero di pedoni deceduti (56), a cui segue poi Milano con 24, Napoli con 23 e Torino con 18). LIMITI DI VELOCIT&Agrave; E PATENTE: COSA POTREBBE CAMBIARE PER I MOTOCICLISTI?       

Nel 2022 sono stati registrati 65.889 sinistri con lesioni a persone , segnando un +9,2% rispetto al 2021 secondo il report di ACI-ISTAT

Gli incidenti stradali tornano a crescere: aumenta anche il numero di vittime

Dopo la fase pre-eliminatoria - con oltre 500 candidature giunte sul sito di BMW Motorrad, tutte accuratamente valutate dallo staff tecnico - ad approdare alla selezione finale per partecipare al GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda, sono stati in poco meno di 50. Posti disponibili in squadra: tre.   Cos&igrave;, giunti al Castello di Rivalta, sede della GS Academy, i contendenti sono stati catapultati all&rsquo;istante in una due giorni di prove durissime, utili a verificare, non solo le specifiche capacit&agrave; di guida, ma anche resistenza fisica e attitudine a sostenere dosi elevate di stress. Caratteristiche imprescindibili per un&rsquo;esperienza come il GS Trophy, dove oltre all&rsquo;abilit&agrave; nel condurre la moto su percorsi off-road, occorrono allenamento, adattabilit&agrave; e un forte spirito di squadra. Questi gli ingredienti principali per affrontare al meglio le difficolt&agrave; della competizione e provare a battere le agguerrite squadre avversarie, provenienti da tutto il mondo.  IL PRIMO GIORNO - Un veloce trasferimento zaino in spalla al campo scuola dell&rsquo;Academy e via a sostenere le prime prove, sotto lo sguardo vigile degli istruttori (capitanati dal direttore tecnico Stefano Candida), scrupolosissimi nel giudicare le varie performance. Ovviamente, i contendenti erano all&rsquo;oscuro di cosa avrebbero trovato&nbsp;ad attenderli: 3,8 km di corsa campestre, per accertare la necessaria resistenza fisica; un colloquio con una psicologa, per valutare la specifica attitudine al tipo di esperienza; una prova di meccanica, per verificare la capacit&agrave; di far fronte a guasti improvvisi della moto; una sessione di guida nel bosco con passaggi impegnativi, per una prima verifica delle capacit&agrave; di guida. E a fine giornata, il primo taglio netto, con l&rsquo;eliminazione di oltre met&agrave; dei partecipanti. Per i 20 &ldquo;sopravvissuti&rdquo;, umore alle stelle e notte in tenda a Grazzano Visconti, nei pressi del quartier generale di Enduro Republic, base di partenza del secondo giorno di &quot;esami&quot;.    IL SECONDO GIORNO - Ancora prove alla cieca, ancora ostacoli tostissimi da superare. Come i giganteschi tronchi presenti sul percorso da compiere divisi in squadre, spingendo una F 850 GS (la moto scelta per la gara in Nuova Zelanda) a motore spento, attraverso un vero e proprio &quot;percorso di guerra&quot;. Poi l&rsquo;otto stretto (strettissimo) e la gara di lentezza in salita, per misurare la sensibilit&agrave; nella gestione del mezzo. Per ogni errore - implacabile! -&nbsp;una penalit&agrave;. Altri 10 eliminati prima di pranzo, qualche istante di relax, e si torna al campo per la prova finale: due squadre da 5, discesa ripida con moto spenta, costruzione di un ponte con tronchi di legno (legati con le&nbsp;corde) e salita ripida con moto &ldquo;a spinta&rdquo; (quindi con motore ancora spento); la prima squadra che arriva in cima&nbsp;vince. Un ultimo, estenuante, sforzo per dimostrare le proprie capacit&agrave;&nbsp;e meritare di far parte del team.  I VINCITORI - Alla fine, i selezionati col punteggio pi&ugrave; alto sono stati Alberto Ballardin, Michele Pradelli e Federico De Angelis. Complimenti ragazzi, bravissimi, ci rivedremo presto&nbsp;in Nuova Zelanda. Stay Tuned!   

Scelto il team che il prossimo febbraio sar&agrave; al via del BMW Motorrad GS Trophy 2020 in Nuova Zelanda. La selezione &egrave; stata durissima, noi c&rsquo;eravamo...

BMW Motorrad GS Trophy, la squadra &egrave; fatta

Sono pochissimi gli eventi al mondo che permettono di immergersi cos&igrave; a fondo nel DNA di un marchio. Molto sentito dal pubblico locale e poco noto all&rsquo;estero, Honda Racing Thanks Day si tiene ogni anno in Giappone, sul Twin Ring di Motegi, al termine della stagione di gare. Un appuntamento dedicato al popolo dei motori, in cui le stelle del motorsport marcato Honda incontrano gli appassionati di tutte le et&agrave; (tante le famiglie con bambini presenti), durante una coinvolgente giornata in pista, tra sfide a 2 e 4 ruote, momenti di festa, colore, motociclette di ogni genere. Un&rsquo;atmosfera coinvolgente che - presenti alla kermesse - ci ha rapiti fin dal parcheggio del circuito, dove modelli rari e customizzazioni di ogni genere e ordine di stravaganza hanno reso l&rsquo;aria immediatamente frizzante.  ARIGATO DANI PEDROSA - Quest&rsquo;anno, per le moto, assente il neo Campione del Mondo Marc Marquez per via dell&rsquo;operazione alla spalla, e assente anche il neo acquisto Jorge Lorenzo (per motivi contrattuali che lo legano a Ducati fino a fine 2018), grande protagonista a Honda Racing Thanks Day &egrave; stato Daniel Pedrosa: il pilota spagnolo, dopo 17 anni di devozione ai colori HRC, ha detto infatti addio a quella che era oramai una vera e propria famiglia, per intraprendere una nuova avventura da collaudatore in KTM. Calorosissimo, nei suoi confronti, &egrave; stato l&rsquo;affetto del popolo Honda, che lo ha salutato durante il momento celebrativo &ldquo;Arigato Dani Pedrosa&rdquo;. Altri personaggi delle due ruote presenti a Motegi, tra i tanti, sono stati Toni Bou, pluricampione mondiale di trial, e il giovane Takaaki Nakagami, di recente autore di una sessione di test scoppiettante a Jerez, dove ha conquistato il best crono con la Honda LCR. Per le auto, invece, tra le presenze pi&ugrave; importanti, Jenson Button, vincitore quest&rsquo;anno delcampionato Super GT con la Honda NSX e il pilota di Formula 1 Pierre Gasly.    TUTTE LE HONDA DEI SOGNI - Imperdibile, per chi raggiunge il Twin Ring, una visita alla Collection Hall, vero e proprio tempio del motociclismo all&rsquo;interno dell&rsquo;area del circuito di Motegi. E&rsquo; qui che Honda custodisce gelosamente i suoi gioielli di famiglia, alcuni dei quali hanno scritto la storia delle due e delle quattro ruote. Una passeggiata tra le sale, a caccia di diamanti preziosi, &egrave; come una camminata nel tempo che fa battere forte il cuore: dalla Honda CB 750 alla NR750 a pistoni ovali, solo per citarne alcune, difficile trattenere l&rsquo;emozione. Per non parlare dei mezzi che negli anni hanno trionfano nei pi&ugrave; importanti campionati del mondo: dalle moto di Valentino Rossi, alla 500 di Doohan, passando per moto iconiche come&nbsp;la RC166, la 250 a sei cilindri.     Per gli appassionati di tecnologia, invece, da non mancare le dimostrazioni di Asimo e Uni Cab: il primo rappresenta lo stato dell&rsquo;arte nella ricerca robotica della Casa giapponese; il secondo &egrave; un evolutissimo sistema di mobilit&agrave; che sfida le leggi della fisica e tratteggia scenari interessanti per il futuro. Ve li mostriamo nei due video che seguono.      DI TUTTO, DI PI&Ugrave; - Honda Racing Thanks Day nasce soprattutto come grande festa per il pubblico e nelle aree dedicate non mancano attivit&agrave; rivolte ad appassionati di tutte le et&agrave;. Dai kart, ai workshop di modellismo, all&rsquo;oggettistica di vario genere dedicata al mondo dei motori, compreso quello delle elaborazioni. Tutto questo, mentre in circuito i piloti si sfidano in eccitanti gare, come quelle che hanno visto impegnato Daniel Pedrosa, prima sui pimpatissimi Super Cub e poco dopo in sella alle RC213V-S. I piloti auto, invece, hanno dato spettacolo con Super Formula e Super GT, ma anche in una combattuta gara di kart.     RUGGITI DI PASSIONE - Ad alzare al massimo il tasso di eccitazione, ci hanno pensato poi i rombi delle creature in pista, che hanno diffuso ovunque l&rsquo;adrenalinica melodia dell&rsquo;universo racing targato Honda. Quello di oggi e quello del passato: da brividi, il sound della Honda RA 301 del 1967 di John Surtees nelle mani dell&rsquo;asso del volante Jenson Button, per non parlare della voce graffiante della McLaren Honda MP4/6 di Gerhard Berger; il tutto mescolato ai profondi ruggiti dei prototipi della MotoGP.    MOMENTO CLOU DELLA GIORNATA, la suggestiva &ldquo;parata&rdquo; dei piloti delle varie discipline davanti alla tribuna di Motegi gremita di gente. Veri beniamini acclamati come eroi dal proprio pubblico.     Un&rsquo;esperienza incredibile, Honda Racing Thanks Day, un colpo d&#39;occhio privilegiato, dal di dentro, su uno dei marchi motociclistici pi&ugrave; importanti al mondo. La trasferta &egrave; impegnativa ma se vi capita, fateci un pensierino... ne vale la pena. 

Siamo stati in Giappone alla festa della Casa dell&#39;Ala sul circuito di Motegi. Ecco com&#39;&egrave; andata...

Report: Honda Racing Thanks Day 2018

Ricordare degnamente il settantesimo dalla tragica morte di Omobono Tenni non era cosa facile per la commissione epoca della federmoto regionale, ma in aiuto sono arrivati da Mandello Angelo Balzarotti e Pino Todero portando tre pezzi eccezionali della collezione di Antonio Frigerio, assente per motivi di lavoro. La 250 compressore da record utilizzata nel 1938-9, la 500 bicilindrica rigida vincitrice del GP Reale sul circuito del Littorio nel 1934 erano le moto utilizzate da Tenni stesso a cui si &egrave; aggiunta la 500 bicilindrica ultima versione del 1951. Tutte hanno fatto sentire la propria voce estasiando i numerosi presenti in piazza Castello, il salotto del borgo antico di Valvasone (PN).  GI&Agrave; SABATO POMERIGGIO il duo di Mandello aveva intrattenuto un folto gruppo di appassionati con le avvincenti avventure sportive di pap&agrave; Ferdinando e le geniali migliorie tecniche di babbo Umberto.  LE VITE PARALLELE DI TENNI E BALZAROTTI si incrociarono nel &#39;39, lo stesso anno in cui il friulano Umberto Todero viene assunto in Guzzi. Di l&igrave; in poi, finita la guerra, solo trionfi per i due compagni di squadra che si battevano l&#39;un contro l&#39;altro ma sempre con correttezza e legati da vera amicizia.  ANCHE LE DUE CARRIERE SPORTIVE TERMINARONO IN MODO MALEDETTAMENTE SIMILE: a distanza di un solo anno e sullo stesso circuito dove Nando ebbe maggior fortuna, ma pag&ograve; con lunghi mesi di convalescenza la paurosa caduta. Ritornando alla giornata di domenica, da ricordare fra le tante bellezze esposte le M.M. della collezione Tozzi-Mazzetti una 250 corsa del &#39;48 ed una bicicletta a motore 125 ufficiale casa. Da Piacenza due Fusi 250 con motore C.F. a camma facciale ed una particolare Figazzolo A.F. 250 del 1948. Entusiasmante il rombante carosello che le moto da corsa hanno compiuto lungo le strette vie del borgo, salutate con simpatia anche dai residenti.  IL MOMENTO PI&Ugrave; TOCCANTE &egrave; stato l&#39;incontro con il pronipote di Tenni giunto da Treviso al quale &egrave; stata fatta indossare la vecchia maglia dei piloti Guzzi. Balzarotti ha abbracciato il giovane Francesco ma la commozione gli ha stretto un nodo in gola, mentre Todero ha voluto ricordare come suo padre avesse un solo quadro nello studio: l&#39;immagine di Tenni ! 

L&rsquo;edizione 2018 &egrave; andata in scena tra &lsquo;pezzi eccezionali&rsquo; e tantissimi appassionati. Il nostro racconto dell&rsquo;evento

&#39;Nel nome di Tenni&#39; sotto il segno dell&#39;Aquila di Mandello

Un evento che ha celebrato un piccolo grande simbolo del &ldquo;Belpaese&rdquo;

Report EuroApe 2018 - LE FOTO

Una grande festa all&rsquo;insegna dei Tre Diapason, quella andata in scena dal 6 all&rsquo;8 Luglio a Molveno,&nbsp;che ha coinvolto appassionati del marchio e quanti erano interessati a conoscerne la gamma

Report Yamaha Dolomiti Ride 2018 - LE FOTO

In un&rsquo;assolata e caldissima giornata di fine luglio si &egrave; svolto a Misano il Dunlop Day, ovvero una giornata in pista organizzata da Dunlop e dedicata a tutti i propri clienti, che hanno potuto beneficiare di prezzi particolari per turni in pista e sostituzione pneumatici, oltre all&rsquo;assistenza dei tecnici della Casa. Azzeccata l&rsquo;organizzazione dei turni di Specialbike, che ha diviso i piloti in 4 gruppi a seconda della velocit&agrave;, garantendo a tutti pista poco affollata e piloti dallo stesso passo con cui magari scatenare anche un po&rsquo; di bagarre.  PER L&rsquo;OCCASIONE abbiamo avuto l&rsquo;opportunit&agrave; di provare tutta la gamma sportiva della Casa, ovvero i polivalenti Sport Smart TT e i pi&ugrave; sportivi GP D212 e D213, con a disposizione le Aprilia RSV4 RF e la TuonoV4. Quindi, tre diversi treni di pneumatici nuovi su tre moto dal DNA molto vicino a quello di una racer; e ovviamente, il circuito di misano a totale disposizione: roba da lampada dei desideri.  I PRIMI TURNI SULLA RSV4 CON I D212 sono stati gli unici con temperature accettabili. Il binomio Aprilia-Dunlop D212 regala tanta agilit&agrave; e precisione di guida, con un&rsquo;ottima confidenza sull&rsquo;anteriore che ti permette di spingere da subito. Il posteriore, che va tenuto a pressioni molto basse per garantire il miglior grip (1.3-1.4 in temperatura), viene compensato in termini di maneggevolezza dall&rsquo;anteriore gonfiato a 2.4 bar. L&rsquo;insieme regala una costanza di rendimento molto tangibile anche dopo svariati turni.  SULLA RSV4 KITTATA FACTORY WORKS ABBIAMO PROVATO I GP 213, che seppur omologati per utilizzo stradale, sono fortemente sconsigliati lontano dai cordoli, perch&eacute; hanno temperature di utilizzo prettamente pistaiole, infatti richiedono necessariamente le termo-coperte. Con i 213 la differenza &egrave; prettamente nel posteriore, che offre tanta spinta in pi&ugrave; in uscita curva e un&rsquo;ottima resistenza alle alte temperature (a met&agrave; giornata avevamo 50&deg; sull&rsquo;asfalto e 38 nell&rsquo;aria).  SULLA TUONO V4 ERANO MONTATI I PI&Ugrave; POLIVALENTI SPORT SMART TT, ottimo compromesso tra strada e pista, volutamente meno agili e non troppo a loro agio alle alte temperature in pista, ma capaci di entrare immediatamente in temperatura. Insomma, perfetti per una naked sportiva come la Tuono.    A FINE GIORNATA una breve chiacchierata con Roberto Finetti, 34 anni e vero appassionato di moto, nonch&eacute; responsabile settore moto di Dunlop, ci ha chiarito alcuni concetti: Roberto, &egrave; cultura comune che con i Dunlop durino pi&ugrave; chilometri mantenendo le prestazioni, perch&eacute;? &ldquo;S&igrave;, verissmo! Il compromesso tra chilometri e prestazioni &egrave; da sempre il cruccio di ogni produttore. La nostra storia nasce nel mondo delle gare endurance di auto e moto, dalle 24 di Le Mans ore al TT, quindi il know-how aziendale &egrave; da sempre orientato alla costanza delle performance piuttosto che alla prestazione pura. Il nostro terreno prediletto sono tutt&rsquo;ora le gare di durata, dove quasi tutti i piloti usano Dunlop. In quelle &ldquo;sprint&rdquo; invece avremmo margine per fare qualcosa in pi&ugrave;.&rdquo; Ma la formula magica per pneumatici longevi e performanti qual &egrave;?&rdquo;: &ldquo;&Egrave; frutto di tanti anni di esperienza in cui abbiamo elaborato e testato compounds, carcasse, geometrie e soprattutto il modo di abbinare i vari materiali&rdquo;. 

Una giornata di pneumatici, velocit&agrave; e passione tra i cordoli di Misano

Dunlop Day 2018 a Misano, report

Ci sono eventi che vanno vissuti pi&ugrave; che raccontati, perch&eacute; solo partecipando attivamente se ne pu&ograve; cogliere il valore. L&rsquo;anno scorso avevamo fatto da spettatori ad una delle 3 giornate di Wildays e, intuendone il potenziale, ci eravamo ripromessi di tornare per cimentarci nelle tante attivit&agrave; previste da questo evento, che si svolge presso il circuito Riccardo Paletti di Varano de Melegari (PR). Un appuntamento in grado di aggregare tantissime anime del motociclismo, dallo street racing all&rsquo;enduro, dal Flat Track al cross, passando per il custom e gli amanti delle caf&egrave; racer.  COS&Igrave; QUEST&rsquo;ANNO, con il collega Paolo Pavesi ci siamo attrezzati: Benelli ci ha messo a disposizione 2 Leoncino, mentre Premier Helmets ci ha fornito 2 caschi in &ldquo;linea&rdquo; con la natura dell&rsquo;evento. Ebbene, possiamo testimoniare che ci si pu&ograve; divertire, e tanto, girando sul tracciato di asfalto, oppure uscendo dal circuito per farsi rapire dalla natura circostante, attraverso scorci paesaggistici suggestivi che inducono a rallentare il ritmo e fermarsi per una foto e quattro chiacchiere con i compagni di viaggio. Senza parlare della possibilit&agrave; di impolverarsi a piacimento sui 2 tracciati da enduro o nella pista di Flat Track, dove i professionisti si son dati battaglia in una della tappe del Dirt Track Italia Trophy, mentre gli &ldquo;apprendisti&rdquo; hanno approfittato della scuola &ldquo;OffLimits&rdquo;. A proposito: sono stati ben 70 i piccoli e piccolissimi (speriamo un giorno futuri campioni) che hanno partecipato alla Junior Moto School di Yamaha.  E POI C&rsquo;ERANO TANTE SPECIAL, portate da oltre 30 customizzatori da tutta Europa; impossibile citarle tutte, cos&igrave; segnaliamo la pi&ugrave; sconvolgente per forma e posizione di guida come sperimentato da Pavesi: la VFR 750 rivisitata da Bandisca di Bucarest e ispirata al treno Mercury degli anni &rsquo;30; ma non scherzava anche quella realizzata su base Bonneville, bassa e filante, dai ragazzi di Alea partiti dal Salento per mostrare le loro creature.    MA A WILDAYS SI PU&Ograve; ANDARE ANCHE SOLO PER RILASSARSI, curiosare tra le bancarelle a tema, assistere agli eventi, oppure assaggiare lo street food offerto da colorati e curiosi truck guardando la MotoGP. Il dovere di cronaca impone di ricordare le gare di accelerazione, il contest sulla miglior special e le case motociclistiche presenti come Borile, Fantic Motor, Indian Motocycle, Mash, SWM e Yamaha, che ha organizzato test ride su strada per la sua gamma Heritage.    COME POI NON ABBANDONARSI ALL&rsquo;EMOZIONE e ricordare l&rsquo;aperitivo del Chiringuito al tramonto sul torrente Ceno, in un&rsquo;atmosfera rarefatta, mentre i rumori e i colori sfumavano e il sole colorava d&rsquo;oro le acque del fiume. Cos&igrave;, a nostro parere, perdono d&rsquo;importanza i &ldquo;numeri&rdquo; che riportano gli stand presenti o i partecipanti alla manifestazione. Per noi ci&ograve; che conta &egrave; l&rsquo;emozione che ci siamo portati via, rientrando a casa, esausti ma felici, dai nostri &ldquo;tre giorni selvaggi&rdquo; tra gli appennini Parmensi.  Il prossimo anno non mancate! 

Tre giorni all&rsquo;insegna dei motori, della musica e del buon cibo in un parco divertimenti per motociclisti di ogni trib&ugrave;

Wildays 2018, il report

Alcuni scatti di quest&rsquo;avventura in pieno stile &ldquo;discovering&rdquo; che ci ha portato alla scoperta di un territorio suggestivo e affascinante

Sardegna Grand Tour 2018 - LE FOTO

Durante il lungo ponte di festivit&agrave; tra il 28 Aprile ed il 1&deg; Maggio, si &egrave; svolta la prima edizione del &ldquo;Sardegna Grand Tour&rdquo;. Il nome della manifestazione lascia poco spazio alla fantasia, si tratta infatti proprio di un tour-discovering alla scoperta di una delle pi&ugrave; belle isole italiane: la Sardegna. Evento aperto a tutti i tipi di moto, suddiviso in due grandi categorie: On-road e Off-road (leggero).  IL &ldquo;BIKE VILLAGE&rdquo; di Antonello Chiara, profondo conoscitore del territorio sardo, e &ldquo;Orizzonte Eventi&rdquo; di Renato Zocchi, veterano dei rally come Dakar e rally dei Faraoni, hanno unito le loro esperienze sul campo per creare questo tour alla portata di tutti&hellip; i polsi. Infatti, la parte off-road prevista nell&rsquo;itinerario &egrave; stata abbastanza semplice, adatta anche a chi non aveva mai messo le ruote della moto su uno sterrato.  LA PARTENZA &egrave; avvenuta da due grandi capoluoghi d&rsquo;Italia, Milano e Roma, con destinazione Livorno. Da qui ha preso il largo la nave che ha condotto il gruppo di oltre 40 partecipanti ad Olbia. Chiaramente &ldquo;vade retro autostrada&rdquo;, poich&eacute; gi&agrave; dalla partenza, seguendo le tracce per i navigatori consegnate dall&rsquo;organizzazione, si &egrave; giunti a Livorno attraverso un percorso interno e panoramico, un &quot;gustoso antipasto&rdquo;.    DA OLBIA AD ALGHERO parte la prima &ldquo;vera&rdquo; tappa di questa avventura su due ruote all&rsquo;insegna del discovering. Dopo un briefing di inizio tappa, una volta sbarcati, i Riders di questa cavalcata hanno iniziato ad assaporare ben 260 km di strade adrenaliniche, attraversando luoghi suggestivi e paesaggi mozzafiato, da un capo all&rsquo;altro dell&rsquo;Isola. A met&agrave; giornata, non &egrave; mancata una degustazione di prodotti tipici. In questo caso, ostriche e polipo con patate, ma anche salumi e formaggio pecorino. La tappa si conclude&nbsp;nel tardo pomeriggio presso un hotel a 4 stelle ad Alghero. Una allegra cena a buffet per tutti e via a riposare.    LA SECONDA GIORNATA IN SARDEGNA punta al cuore dell&rsquo;isola. Da Alghero ad Arbatax, da Ovest ad Est, con circa 250 km da percorrere. Le tracce dell&rsquo;off-road passano attraverso un sottobosco di alberi secolari di leccio e sughero, a quasi mille metri d&rsquo;altitudine, vero e proprio monumento naturale di questa zona. Il ristoro stavolta &egrave; sulle rive del lago Gusana, nel territorio di Gavoi, in provincia di Nuoro. Il tour riprende salendo di nuovo in alta quota con l&rsquo;attacco al Gennargentu, da dove &egrave; possibile ammirare un paesaggio spettacolare che si affaccia sulla costa Est, bagnata dal Mar Tirreno. La tappa si conclude con pernottamento e cena previsti presso un villaggio-vacanza sulla spiaggia di Arbatax, nella Sardegna orientale.  L&rsquo;ULTIMA TAPPA del tour &egrave; stata purtroppo caratterizzata dal maltempo. Abbiamo scelto perci&ograve; il percorso su asfalto che ci ha portato da Arbatax a Golfo Aranci, dove ad attenderci c&rsquo;era la nave per Livorno. Per via delle condizioni proibitive, l&rsquo;organizzazione ha dovuto cambiare parte dell&rsquo;itinerario e deviare i punti in cui, con la nebbia, non si sarebbe potuto guardare a pi&ugrave; di un palmo dal proprio naso. Ma questo &egrave; &ldquo;il bello della diretta&rdquo; e contro madre natura c&rsquo;&egrave; ben poco da fare.    ABBIAMO PERCORSO QUESTO TOUR con la nuova Honda Africa Twin 1000 Adventure-Sports in versione completamente originale (senza gomme tassellate). La moto si &egrave; trovata &ldquo;a proprio agio&rdquo; su tutti i terreni attraversati, dall&rsquo;asfalto, all&rsquo;off-road, compresi alcuni passaggi pi&ugrave; complicati. Un mezzo perfetto per un raid di questo genere.  IN CONCLUSIONE, l&rsquo;anno zero del Sardegna Grand Tour&nbsp;si &egrave; concluso con successo e i partecipanti sono rimasti entusiasti dell&rsquo;esperienza. Arrivederci all&rsquo;anno prossimo! 

Un&rsquo;avventura in pieno stile &ldquo;discovering&rdquo; che ci ha portato alla scoperta di un territorio suggestivo e affascinante

Sardegna Grand Tour 2018 con l&#39;Africa Twin Adventure-Sports

Siamo stati al Suzuki Day 2018,&nbsp;la giornata organizzata dalla Casa giapponese a San Martino del Lago

Report Suzuki Day 2018 - LE FOTO

Un tempo le giornate di incontro in pista&nbsp;organizzate dalle Case&nbsp;erano ricche e numerose, poi la crisi iniziata nel 2008 ha inesorabilmente ridotto, fino a quasi cancellarli, questo tipo di eventi, ma ora le cose stanno cambiando. Suzuki ha quindi deciso di riprendere la tradizione riportando i propri appassionati tra i cordoli dopo quasi 10 anni di stop, e per questa occasione ha scelto uno dei tracciati italiani pi&ugrave; giovani e attivi: il circuito di San Martino del Lago, in provincia di Cremona.  IL PROGRAMMA SVOLTOSI AL SABATO, con un perfetto meteo primaverile, prevedeva, non solo prove libere e test delle GSX-R in pista, ma anche demo-tour di tutta la gamma, scooter compresi, e attivit&agrave; varie, tra le quali la guida delle Swift sulla pista da kart.  GRANDE ENTUSIASMO hanno suscitato i due ospiti d&rsquo;onore della manifestazione: il mitico e sempre osannato Kevin Schwantz e un Andrea Iannone fresco fresco di podio, dopo il GP di Austin. Per l&rsquo;intera giornata abbiamo avuto a disposizione la gamma Naked a 4 cilindri, pi&ugrave; le GSX-R 1000, tutte rigorosamente equipaggiate con pirelli Supercorsa SC2, pneumatici ideali per la pista.    CON LE GSX-S 1000, in versione naked e &ldquo;F&rdquo; con cupolino, basta svitare i piolini sotto alle pedane per non strisciare l&rsquo;asfalto in piega e iniziare a divertirsi. Il setting molto morbido delle sospensioni costringe ad una guida poco aggressiva, ma il propulsore ha una bella spinta e il divertimento &egrave; assicurato. Anche l&rsquo;ABS non sportivo richiede dolcezza nelle staccate per fare s&igrave; che non intervenga allungando gli spazi di frenata, ma pensando alla gi&agrave; notevole versatilit&agrave; di questa moto su strada, il fatto di poterle gustare anche in pista rappresenta un ulteriore pregio.  AGILE E GESTIBILE SIA IN STACCATA CHE IN CURVA, la GSX-S 750 risulta addirittura pi&ugrave; divertente delle sorelle maggiori, nonostante ovviamente perda in termini di potenza. Anche lei si muove tanto di sospensioni, ma le minori forze in gioco la rendono pi&ugrave; coerente e permettono di sfruttarla meglio.    PASSARE SULLA GSXR-R dopo 3 turni con le naked &egrave; come cambiare dimensione. Qui la potenza &egrave; tanta, l&rsquo;assetto molto pi&ugrave; controllato e preciso e tutto avviene pi&ugrave; velocemente. In ogni porzione della pista sei costretto a rivedere l&rsquo;ingresso in curva, perch&eacute; andare alla corda &egrave; pi&ugrave; facile. Inoltre &egrave; necessario anticipare i riferimenti delle staccate, perch&eacute; in fondo ai rettilinei arrivi davvero forte. Il 4 cilindri a fasatura variabile ha un&rsquo;erogazione molto piena gi&agrave; dai bassi regimi e il quick shifter bidirezionale aiuta tanto a velocizzare le manovre in ingresso e uscita curva. Premettendo che le nuove 1000 sportive sono tutte impegnative da sfruttare, questa GIXXER, per la seconda volta, si &egrave; dimostrata molto performante e al tempo stesso facile e sincera da gestire, rispetto alle avversarie di categoria.  DOPO UNA GIORNATA SULLA PISTA DI SAN MARTINO ci &egrave; per&ograve; rimasto un pensiero: ma perch&eacute; la categoria delle 600 sta scomparendo?   

Siamo stati al Suzuki Day 2018, la giornata organizzata dalla Casa giapponese a San Martino del Lago. Ecco com&rsquo;&egrave; andata e le moto che abbiamo provato

Report: bentornati Gixxer&rsquo;s days

La seconda edizione di questa emblematica avventura tutta asfalto ha visto 31 classificati al traguardo. Ma solo 5 a zero penalit&agrave;. Anche noi di In Moto al seguito dell&rsquo;evento: 7 tappe con passione in sella ad una Honda VFR800X

Report: ‘Genova Palermo In Moto’ - LE FOTO

Genova all&rsquo;alba &egrave; un raggio di sole obliquo che indora le case ancora addormentate, accoccolate sulla collina di San Teodoro, &egrave; un gabbiano allarmato che plana radente verso il mare, &egrave; il porto antico col Bigo, il galeone Neptune ormeggiato al Ponte Calvi, la grande piazza De Ferraris con la fontana zampillante al centro. Queste le prime immagini che da dietro la visiera del casco, i partecipanti alla &ldquo;Genova-Palermo in Moto&rdquo; 2018 hanno potuto cogliere nelle primissime ore del mattino, durante i primi chilometri di strada dal capoluogo ligure, prima di lanciarsi lungo quell&rsquo;Aurelia che ha segnato l&rsquo;iniziale via verso Sud di un&rsquo;avventura lunga una settimana e 2300 km di pura passione. Affrontando asfalti di tutti i tipi in ogni condizione meteo, per strade e luoghi che in molti &ldquo;nemmeno immaginavano esistessero&rdquo;, secondo l&rsquo;ormai celebre slogan degli organizzatori. Un&rsquo;Italia a volte minore, affrontata per la sua porta di servizio, a volte invece portone principale ed esclusivo di alcuni dei suoi massimi monumenti. Come nel caso dell&rsquo;ingresso faraonico in moto alla Cattedrale di Palermo.  SVOLTASI DAL 29 APRILE AL 5 MAGGIO nell&rsquo;ambito del calendario Granfondo FMI, la seconda edizione di questo evento divora-chilometri, organizzato dal Motoclub Motolampeggio di Roma col supporto tecnico di Honda, Arai, Dunlop, Motoairbag, TomTom, Emblema, Ezviz, Interphone, SST, Rent HP Motorrad, ha fatto registrare, rispetto allo scorso anno, una piccola contrazione nel numero complessivo degli iscitti, ma anche un&rsquo;evoluzione nel senso stesso dell&rsquo;iniziativa. Confermatasi blanda gara di regolarit&agrave; turistica confezionata soprattutto per scoprire il territorio. Dove il piccolo grano di pepe della competizione si miscela con una formula di guida &ldquo;sport-touring&rdquo; assolutamente originale e gratificante. Della quarantina di partecipanti provenienti da tutta Italia, con qualche presenza anche internazionale, tutti si sono espressi in conclusione molto positivamente. Al seguito della carovana c&rsquo;eravamo anche noi di In Moto: abbiamo seguito l&rsquo;intero percorso ufficiale, attraverso otto Regioni, in sella ad una Crossrunner VFR800X affidataci da Honda Italia.  LA PRIMA TAPPA, di oltre 350 km, ha chiarito subito la matrice di questa edizione 2018: tanti panorami marini, tanta guida tecnica inframmezzata da controlli selfie in punti spettacolari, e brevi soste relax per poter degustare le specialit&agrave; pi&ugrave; tipiche dei territori attraversati. Dal Tigullio al Passo del Bracco, dalle Cinque Terre alle Bocche di Magra, dalle cave di marmo di Carrara alle Alpi Apuane, dal Serchio alla Val Cecina.  LA PARTENZA DELLA SECONDA TAPPA, sempre di 350 km, avvenuta di fronte al duecentesco Palazzo dei Priori di Volterra, ha poi indirizzato la truppa verso Monte Amiata, solcando il cuore dell&rsquo;Etruria, il lago di Bolsena, lo spettacolo tufaceo della Civita di Bagnoregio, il lago di Corbara, Todi, Terni, la cascata delle Marmore, Leonessa alle pendici del Monte Terminillo.  RIVOLUZIONATO INVECE IL ROADBOOK DELLA TERZA TAPPA, da Leonessa a Montesarchio, causa i recenti provvedimenti a sorpresa della Provincia dell&rsquo;Aquila, con chiusura da un giorno all&rsquo;altro di tante strade abruzzesi previste nel tracciato originale. Gli organizzatori hanno cos&igrave; dovuto approntare in fretta e furia un percorso alternativo (ma ugualmente affascinante) attraverso il Lazio reatino e la Ciociaria, per poter raggiungere i monti del Matese e di qui il Sannio. Oltre 410 i km affrontati.  &nbsp;  RITORNO IN BELLEZZA VERSO IL MARE durante la quarta tappa, 380 km, che ha regalato ai partecipanti l&rsquo;esperienza di un&rsquo;immersione totale nella splendida costiera del Cilento, tra curve, scorci grandiosi ed eccellenze della celebre Dieta Mediterranea, nata qui. Quindi Riviera dei Cedri e poi all&rsquo;interno verso il Pollino calabrese, con entusiastica accoglienza da parte della comunit&agrave; di Mormanno, le sue Autorit&agrave;, il suo motoclub.    LA QUINTA TAPPA, di 375 km, &egrave; stata purtroppo funestata da un incidente, fortunatamente non gravissimo, ai danni di un partecipante tamponato da un suv guidato da una signora molto distratta. Malleolo fratturato e la moto sul furgone dell&rsquo;assistenza. Anche il meteo ha deciso di rompere la tregua iniziale con la manifestazione, portando secchiate d&rsquo;acqua lungo tutto il tratto dai grandi laghi della Sila alle scogliere di Tropea e Capo Vaticano, tra strade interrotte e novole basse a inghiottire ogni panorama.  LE DUE TAPPE SICILIANE, la sesta e la settima, rispettivamente 313 e 180 km, hanno poi fatto conoscere piccole chicche nascoste come le Gole di Alcantara, il Castagno dei Cento Cavalli, Portella della Ginestra, lo scoglio Lampare di Castel di Tusa, il bosco della Ficuzza. Ma anche paesaggi spettacolari e assoluti come Capo Taormina, Etna e Cefal&ugrave;, attraverso la via dei Nebrodi e le strade della Taga Florio nelle Madonie.  AL MOMENTO DELLE PREMIAZIONI, i cinque classificati a zero penalit&agrave; sono risultati: il motoraidman piemontese Davide Biga, su Yamaha Super Tener&egrave;; Roberto Diddi, su Yamaha Tracer; Roberto Corsini su Suzuki V-Strom; Ennio Polidori su Bmw R1100; Flavio Albanese su KTM Super Duke. Segnalate, e premiate, anche le sei conduttrici al femminile della manifestazione: Laura Cola, Anouscha Keller, Miriam Orlandi, Maria Livia Boella, Maria Luisa Biancardi e Stefania Pretaroli.    MOLTI INFINE, DA SEGNALARE, i comuni lungo il percorso che hanno fornito con entusiasmo il proprio patrocinio, o anche un semplice supporto logistico tale da offrire alla carovana indimenticabili esperienze di accesso ai centri storici. Cominciando ovviamente da Genova e da Palermo, passando per Lerici, Volterra, Massa Marittima, Leonessa, Montesarchio, Mormanno, Bagnara Calabra, Cefal&ugrave;. Insomma, una bellissima esperienza da ripetere. 

Report: &lsquo;Genova Palermo In Moto&rsquo; 2018

Un Chianti semisconosciuto, quasi in tuta mimetica - tra il color talpa spento dei campi e le vigne ibernate, con improvvise fiammate residue di fogliame rossobruno, capaci di confondere l&rsquo;occhio abituato ai toni tersi ed al verde acceso dei filari estivi - quello che per tre giorni, dall&rsquo;8 al 10 dicembre,&nbsp;i cinquanta iscritti&nbsp;alla seconda edizione della 5000 Pieghe Winter hanno visto sfilare ai lati del casco. &ldquo;Sorellina&rdquo; invernale della pi&ugrave; classica 20.000 Pieghe. Stessi organizzatori (Motoclub Motolampeggio), stessa formula a cavallo tra mototurismo e sport, stesso approccio dinamico al territorio. Cambiava solo la stagione. E il numero dei chilometri. Stavolta sono stati 350, in due tappe.  COME CAMPO-BASE, lo staff capitanato da Daniele Alessandrini ha scelto, tra le colline di Figline Valdarno, Villa La Palagina, bel resort 4 stelle a ridosso della Tenuta Il Palagio, residenza del cantante e attore Sting, mitica voce dei Police. Antico casale circondato da ulivi e vigneti, la Villa &egrave; stata occupata in esclusiva dalla &ldquo;truppa pieghista&rdquo; durante l&rsquo;intero weekend. Tra le sue mura charmant e confortevoli, l&rsquo;arrivo della gelida perturbazione dell&rsquo;Immacolata s&rsquo;&egrave; reso in qualche modo pi&ugrave; accettabile.  LA PRIMA TAPPA &egrave; partita in notturna, novit&agrave; assoluta per il Motolampeggio: 56 km sotto la pioggia, puntando prima ad est, verso Arezzo e il Pratomagno, poi decisamente a nord, direzione Riserva di Vallombrosa. Buio e meteo non sono bastati a scoraggiare i partecipanti, ma i pi&ugrave; sono stati messi alla frusta. Problematico infatti individuare i percorsi della Tabella di marcia, tanto che solo in nove hanno concluso a punteggio pieno, centrando tutti i controlli e non subendo penalit&agrave; per il ritardo all&rsquo;arrivo. Tutti, pur grondanti acqua, hanno comunque dichiarato d&rsquo;essersi divertiti.  PER LA TAPPA CLOU DA 280 KM DI SABATO 9, il freddo ha rinforzato, ma la pioggia per fortuna ha dato tregua. Un ampio anello nel cuore del Chianti classico, un su e gi&ugrave; collinare verso Greve, e poi a sud, attraverso altri luoghi simbolo della Toscana &ldquo;minore&rdquo;, come Panzano, Radda, Gaiole, fino ai margini delle Crete senesi, prima di far rientro trionfale verso il Valdarno. Con imperdibili soste rifocillo, sapientemente studiate dallo staff organizzatore per offrire ai pieghisti vere eccellenze del territorio. Come la &ldquo;ciaccia&rdquo; (pizza bianca) appena sfornata dalla Trattoria-fattoria Da Pordo, da mezzo secolo posto di stazione del mototurista accorto, unita a deliziosi salumi a chilometro zero. O lo straordinario pranzo veloce nelle antiche sale decorate del millenario Castello di Meleto. Anche suggestivo, subito dopo il tramonto, l&rsquo;arrivo nella medievale Piazza del Mercato di Figline (Comune patrocinante), con la consueta batteria conclusiva delle prove discriminanti d&rsquo;abilit&agrave;. Senza dimenticare la visita-accoglienza-degustazione di domenica mattina alla storica Villa Casagrande, gi&agrave; dei conti Serristori, oggi in propriet&agrave; alla famiglia Luccioli che vantava ben tre partecipanti biker iscritti a questa 5000 Pieghe.  IN CONCLUSIONE, nella classifica assoluta, s&rsquo;&egrave; imposto Antonio Catalano (KTM 1290 S), 55enne impiegato di Bollate (MI), con tessera del motoclub Vecchio Piemonte, rivelatosi impeccabile in entrambe le tappe e fortissimo nelle prove di abilit&agrave;. Completavano il podio Andrea Zannoni (bergamasco di Treviglio, 54 anni, BMW R 1200 GS), secondo, ed il milanese classe 1970 Silvano Cassi (Triumph Tiger 800 XC), terzo. Oltre alla soddisfazione sportiva, i tre si sono aggiudicati i pneumatici invernali offerti dallo sponsor Anlas. Un treno a testa.  LA CLASSIFICA RISERVATA ALLE LADY ha visto invece prevalere la giovanissima romana Maria Vittoria De Giorgio, popolare anche come &ldquo;Donna de furesta&rdquo; (dalle sue origini abruzzesi), che continua a destreggiarsi brillantemente tra pista, enduro e turismo, per l&rsquo;occasione in sella alla nuova Suzuki V-Strom 650 affidatale dalla Casa. Nella classifica a squadre la vittoria &egrave; andata a &ldquo;I Fiorentini&rdquo;, con Miniati-Paoli, Braccialini e La Volpe, che hanno preceduto gli &ldquo;Amici di Cesare&rdquo; (Casiraghi, Fumagalli e Redaelli) e i &ldquo;Gerontoriders&rdquo; (Biancardi, Petrilli, Radaelli). Infine, tra i Moto Club, affermazione degli &ldquo;Amici di Cesare&rdquo;, con Cataletto in squadra insieme a Casiraghi, Fumagalli e Redaelli, davanti al BMW Motorrad Club Roma (Galletti, Lorenzi, Baldi e Lucisano) e al Settimoto (Biancardi, Petrilli, Radaelli). 

Al Raid Motociclistico organizzato dalla &ldquo;scuderia&rdquo; Alessandrini - vinto dal milanese Antonio Catalano su Ktm 1290 S - pioggia, freddo ma tanta amicizia. E qualche punta d&rsquo;eccellenza turistica

5000 Pieghe in salsa winter

La manifestazione, giunta al suo terzo anno, oltre a promuovere il marchio e a far conoscere i rivenditori, rappresenta un momento di aggregazione per i motociclisti che, con la formula del classico raduno, hanno l&rsquo;opportunit&agrave; di provare su strada alcuni capi Spidi e i caschi di Nolan Group, partner della manifestazione. In questa occasione i convenuti hanno potuto approfittare di un importante sconto in caso di acquisto, offerto da Giorgio, il titolare, che si &egrave; anche occupato della realizzazione dell&rsquo;evento, in collaborazione con il concessionario Cavedon Moto.  NONOSTANTE GIOVE PLUVIO, si sia impegnato a fondo accogliendoci con una pioggia battente, sono stati oltre 70 i partecipanti, che non si sono fatti scoraggiare, e che si sono subito scaldati grazie all&rsquo;accoglienza organizzata presso Area Moto. Il loro, e il nostro, ardimento &egrave; stato ricompensato con un meteo che &egrave; andato via via migliorando, mentre salivamo tra le strade delle splendide prealpi che da Schio portano a Tonezza del Cimone, tra scorci tipicamente alpini e vedute mozzafiato su rupi a strapiombo.  UN LUNGO SERPENTONE GIALLO FLUO, come le pettorine fornite da Spidi, e soprattutto come le tute antipioggia che i pi&ugrave; cauti hanno tenuto anche quando il sole ci ha salutati. Davvero encomiabile la presenza di diverse &ldquo;bikerine&rdquo;, che nonostante il meteo avverso non hanno rinunciato a condurre la loro moto, a testimonianza che le quote rosa, in ambiente motociclistico, sono in aumento. Giunti nei pressi del Passo Coe, &egrave; stata interessantissima la visita alla Base Tuono.  SI TRATTA DI UN EX BASE NATO, che grazie alla lungimiranza del Comune di Folgaria &egrave; stata trasformata in un allestimento museale dedicato alla Guerra Fredda e al sistema di difesa missilistico Nike-Hercules. In sostanza &egrave; possibile visitare, in circa un&rsquo;ora, un&rsquo;installazione militare che per anni fu a difesa dei nostri territori. Un&rsquo;esperienza che consiglio a tutti, visto i recenti fatti che hanno riportato di attualit&agrave; il pericolo atomico, perch&eacute; fa capire bene a quali rischi andammo (e andiamo) incontro.  NON SONO MANCATI MOMENTI DI CONVIVIALIT&Agrave;, animati da Max Temporali, che tutti conoscono come ex pilota e commentatore televisivo, che ha seguito tutte le 6 tappe italiane in qualit&agrave; di ambasciatore del marchio. Max si &egrave; dimostrato un eccellente padrone di casa e ci ha regalato alcuni consigli di guida dopo aver notato che in diversi non &ldquo;digerivano&rdquo; i tornanti. Per quanto mi riguarda &egrave; stata un&rsquo;ottima occasione per scambiare qualche parola con i tecnici di Spidi sulle caratteristiche dei loro capi, sulle novit&agrave; che ci attendono e sul futuro dell&rsquo;abbigliamento motociclistico in genere.  CONCLUSASI NEL MIGLIORE DEI MODI l&rsquo;esperienza del 2017, non resta che ricordare a tutti l&rsquo;appuntamento per lo Spidi Tour 4 del prossimo anno! State sintonizzati per scoprire gli eventi pi&ugrave; vicini a voi. 

Si &egrave; concluso giocando in casa, lo Spidi Tour 2017, che ha visto protagonista il negozio Area Moto di Zan&egrave;, in provincia di Vicenza

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