Ha fatto notizia in questi giorni uno spot Rai realizzato per promuovere e pubblicizzare il Giro d&rsquo;Italia 2016. Il motivo? A valorizzare (male) le splendide immagini dei ciclisti impegnati su salite e discese in alcuni dei posti pi&ugrave; belli dello Stivale c&rsquo;&egrave; una voce fuori campo che, in poche parole, cerca di evidenziare lo spirito &ldquo;eroico&rdquo; di questo sport rispetto a quello motociclistico.  IL &ldquo;VERO&rdquo; SPORT A DUE RUOTE - Le moto non sono menzionate ma non &egrave; difficile capirlo: lo spot dice, in sostanza, che i ciclisti non hanno tute integrali per proteggersi dalle cadute e che i tifosi non sono stipati sugli spalti ma lungo le strade. E che il ciclismo &egrave; il &ldquo;vero sport su due ruote&rdquo;. Apriti cielo&hellip; direbbe qualcuno. Non sono passate 24 ore che &egrave; arrivata la risposta della Federazione Motociclistica Italiana. Il presidente Sesti ha parlato di caduta di stile, soprattutto della Rai, e di operazione superficiale e non corretta, volta ad esaltare una specialit&agrave; invece di un&rsquo;altra. A riguardo &egrave; intervenuto anche Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma (associazione nazionale del ciclo e del motociclo) spiegando che le due discipline non hanno mai vissuto di contrapposizioni strumentali e lesive della reciproca immagine e augurandosi che l&rsquo;Organizzatore del Giro prenda coscienza di questa inutile comparazione&rdquo;.  POPOLARITA&rsquo; AL RIBASSO - Partiamo da una certezza: la Rai ha &ldquo;confezionato&rdquo; questo spot per fare notizia. Negli ultimi anni, il ciclismo ha sofferto di mancanza di popolarit&agrave; soprattutto a causa dei continui scandali doping e, rispetto alle edizioni degli anni Novanta e primi Duemila, il Giro d&rsquo;Italia perde ormai in maniera costante, dal punto di vista delle presenze dei grandi campioni, il confronto con il Tour de France.&nbsp;  POCHI NOMI AL GIRO 2016 - La starting list di quest&rsquo;anno, a parte Vincenzo Nibali (attualmente il pi&ugrave; grande ciclista di casa nostra e quindi bella &ldquo;vetrina&rdquo; per il 2016) e pochi altri nomi come Uran, Valverde, Dumoulen, Landa, Cancellara, Pozzato e Hesjedal, manca di nomi in grado di attirare il grande pubblico (da Froome a Contador, passando per Quintana, Aru e Sagan). Per questo motivo, l&rsquo;obiettivo della Rai era di distogliere l&rsquo;attenzione da una lista partenti povera. Come? Creando un &ldquo;polverone&rdquo;.  IN RAI MANCANO LE MOTO - Immaginiamo che l&rsquo;idea per lo spot sia arrivata in seguito alle polemiche sui numerosi incidenti avvenuti negli ultimi mesi tra le bici impegnate in gara e le (troppe) moto di giornalisti, addetti del settore e fotografi al seguito della carovana. Polemiche che hanno fatto parlare e che hanno messo in evidenza il ciclismo su giornali e tv pi&ugrave; delle imprese sportive che oggi pu&ograve; offrire.&nbsp; E, quindi, perch&eacute; non sfruttare fino in fondo la &ldquo;scia&rdquo; polemica? Soprattutto considerando il fatto che la Rai non ha conflitti di interessi: i campionati mondiali delle due ruote a motore, infatti, sono trasmessi da altrettante realt&agrave; competitor come Mediaset (Superbike) e SKY (MotoGP).&nbsp;  MIOPIA DEI DIRIGENTI - Come spesso accade negli ultimi anni, i dirigenti Rai non hanno avuto lungimiranza e non hanno approfondito la questione prima di approvare lo spot. Se fossero stati pi&ugrave; &ldquo;sensibili&rdquo;, sarebbero venuti a conoscenza del fatto che una buona percentuale dei motociclisti utilizza spesso la bici per diletto o per tenersi in forma. Il 90% dei piloti di moto che corrono nei vari mondiali, nei campionati nazionali o pi&ugrave; semplicemente nei trofei amatoriali si allena con la bici da corsa o con la mountain-bike. E, a met&agrave; maggio di ogni anno, sono sempre in tanti i motociclisti pronti a collegarsi con la Rai per seguire le gesta degli &ldquo;eroi&rdquo; del ciclismo. Lo faranno anche nel 2016? Un autogol cos&igrave;, neanche il peggiore dei difensori avrebbe potuto farlo. Complimenti, Mamma Rai.  &nbsp; 

<p>In onda in questi giorni una pubblicit&agrave; discutibile della Rai, che per promuovere il Giro d&rsquo;Italia denigra il motociclismo sportivo. L&rsquo;obiettivo era chiaro ma pu&ograve; rivelarsi un boomerang. Ecco perch&eacute;</p> 

1 risultato per 'rai'

Spot Rai contro le moto: danneggia solo il ciclismo