La biker girl spagnola è una grande appassionata della R6 R della Casa di Iwata: su Instagram ne sfoggia di ogni livrea, facendosi immortalare spesso in sella. Ma i fan di "ffurious girl", come si fa chiamare la bellissima Alba, vanno in tilt anche e soprattutto per le pose della loro influencer preferita

ffurious girl, Yamaha da Fast & Furious e curve hot infiammano i social

Emozioni da pista. Dopo aver lasciato tutti a bocca aperta&nbsp;nel 1997 con l&#39;arrivo della YZF-R1, ai saloni autunnali del 1998 Yamaha presenta la YZF-R6. Una 600&nbsp;supersportiva che, come&nbsp;la sorella maggiore tra le 1000, scombussol&ograve;&nbsp;il segmento&nbsp;di appartenenza. Una moto senza compromesssi, nata per offrire il meglio in pista ed&nbsp;che&nbsp;anche su strada&nbsp;garantiva badilate di divertimento, seppure meno fruibile di concorrenti come Honda CBR 600 F o Kawasaki ZX-6R.  Moto che dalla sua proponeva tante novit&agrave; e che, di l&igrave; a poco tempo, divenne riferimento per una nuova generazione di medie sportive e che, di fatto e dati i numeri di vendita sul mercato (diede il&nbsp;&quot;La&quot; ad un vero&nbsp;boom di immatricolazioni per le medie sportive), diede vita poi al campionato Mondiale SS600 nato proprio per consentire, come avvenne per la SBK, ai numerosi appassionati di vedere in pista quelli&nbsp;che erano mezzi da corsa regolarmente targati.    YAMAHA YZF-R6: CHE MOTORE!  La YZF-R6 del 1999 offriva spunti notevolissimi. Dalle forme, aggressive e taglienti, all&#39;inedito telaio Deltabox II in alluminio con parti fuse unite a parti stampate, al motore con cilindri in blocco con il basamento e cambio Tri-Axis (ad alberi sovrapposti) era accreditato di una potenza di 101 CV alla ruota (120 CV dichiarati) ad un regime stratosferico per il periodo: 13.000 giri/min ma con allungo fino ai 15.500!&nbsp;    La moto era compattissima, con dimensioni quasi da 250 GP e questo grazie al grande lavoro fatto per contenere gli ingombri longitudinali che consegnavano un interasse contenuto in 1.380 mm. Il peso a secco dichiarato era di 169 Kg che diventavano 189 in ordine di marcia.  Gira pagina per leggere&nbsp;la nostra prova in sella alla Yamaha YZF-R6 del 1999:  &nbsp;  EMOZIONI A TUTTA MANETTA  Si rimane letteralmente stregati dalla R6 per l&#39;immediata impressione di leggerezza, di facilit&agrave; ed in virt&ugrave; dell&#39;ottimo feeling che si riesce ad instaurare anche dopo aver percorso pochi metri. Nel confronto con la sorella maggiore, la R1, vince senza dubbio in virt&ugrave; del migliore equilibrio meccanico/ ciclistico, mai cos&igrave; &ldquo;impiccata&rdquo; o messa alla frusta dalla minore potenza del motore, dall&#39;erogazione meno brutale. Andando a spasso con l&rsquo;R6 sembra proprio di avere tra le mani un bel giocattolino, maneggevole e pronto ai voleri del pilota, mai troppo &ldquo;ballerina&rdquo; di avantreno oppure sullo sconnesso se non nelle marce basse quando capita di assestare violente manate sul comando dell&rsquo;acceleratore che determinano inevitabili alleggerimenti dello sterzo.    Quest&#39;ultimo rimane sempre ben piantato sull&rsquo;asfalto, come su di un binario, pure alla massima velocit&agrave; e sui veloci curvoni autostradali, ma &egrave; dall&#39;impiego in pista, l&#39;uso per cui &egrave; stata principalmente concepita, che si traggono le massime soddisfazioni sotto il profilo dinamico sebbene per rendere al meglio richieda un particolare stile di guida. Primo fra tutti spostare, caricare quanto pi&ugrave; si pu&ograve; il peso del corpo in avanti con le braccia larghe e per quanto possibile evitare in quella guida spigolosa, scoordinata che finisce solo per creare scompensi nell&#39;assetto che penalizzano le ottime doti di inserimento, la velocit&agrave; di percorrenza ed in uscita di curva.  Anche nella guida al limite raramente l&#39;assetto si scompone se non sullo sconnesso (dove tutt&#39;al pi&ugrave; possono verificarsi lievi ondeggiamenti innescati dalla consistente dose di potenza che si scarica sulla ruota posteriore in accelerazione) ma riesce a mantenere discretamente bene la traiettoria soprattutto se si tiene bene in tiro con il comando del gas. A fare il resto ci pensano l&#39;esuberante temperamento del motore da 10.000 giri in su, il discreto grip fornito dalle Bridgestone BT56 di primo equipaggiamento propense ad assicurare il necessario appoggio alle massime inclinazioni in virt&ugrave; delle esagerate possibilit&agrave; di piega prima di toccare l&#39;asfalto anche solo con i piolini posti a corredo delle pedane. Solo sui fondi infidi e con temperature ambientali rigide non riescono a trasmettere troppo feeling impedendo di aprire con decisione in uscita di curva, anche se le eventuali perdite di aderenza del posteriore avvengono in modo assolutamente graduale.  Sinceramente ci aspettavamo tutt&#39;altre performance dall&#39;impianto frenante, instancabile e potente, ma troppo brusco nella prima fase al punto che nelle pinzate energiche l&#39;avantreno affonda vistosamente quasi a voler sollevare da terra la ruota motrice.  CHE MOTORE!  Unitamente alle doti di ciclistica, la R6 pu&ograve; vantare anche un elevatissimo rendimento del propulsore, vero punto di riferimento della categoria, che all&#39;occorrenza sa essere comunque civile. Al minimo quasi non lo si sente funzionare, mentre alza lire dei giri offre una tonalit&agrave; di scarico corposa, secca e metallica come quella di un due tempi quando si viaggia con l&rsquo;ago del contagiri vicino alla zona rossa. Un gran bel &ldquo;peperino&rdquo; che non disdegna di funzionare regolarmente gi&agrave; sui 1.000 giri in sesta (!), di riprendere in modo fluido dai 4-5.000 giri e corposo superati i 6.000 giri.    Ma dopo gli 8.000 giri che si instaura una gustosa progressione mentre per l&#39;uso in pista il range di utilizzo ideale del quadricilindrico Yamaha si estende dai 10.000 giri al 14.000-14.500 giri con buone doti di allungo e la possibilit&agrave; di spingersi (senza per&ograve; reali vantaggi) oltre 15.000 giri all&#39;intervento del limitatore.  LA YZF-R6 ALLA PROVA DEI NUMERI  Dalla consueta prova al banco ci &egrave; stato possibile rilevare il pi&ugrave; alto valore di potenza massima per la categoria delle 600 supersport stradali: ben 101,05 CV a 13.000 giri &ldquo;veri&rdquo; alla ruota, ma &egrave; interessante notare l&#39;estrema regolarit&agrave; della curva di potenza (a parte qualche lieve instabilit&agrave; fra i 3.500 e i 4.000 giri) con un balzo netto in prossimit&agrave; dei 9.000 giri dove si passa dai quasi 61 CV ad oltre 68,9 CV mentre dai 12.700 al 13.300 giri si &egrave; sempre oltre i 100 CV effettivi.    Un vero portento: non ci si deve stupire pi&ugrave; di tanto se il nuovo quattro cilindri di Iwata si comporta davvero bene sotto il profilo delle prestazioni. La media dei vari passaggi in velocit&agrave; di punta ci ha fatto rilevare quasi 261 km/h effettivi sempre facilmente raggiungibili (in poco pi&ugrave; di 1300 metri) con il contagiri &ldquo;inchiodato&rdquo; sui 14.500 giri. Cosa dire poi dei riscontri cronometrici ottenuti in accelerazione dove, solo per le difficolt&agrave; riscontrate nel tenere attaccata all&#39;asfalto la ruota anteriore, non siamo riusciti a scendere sotto i 3&rdquo; nella variazione da 0 a 100 km/h mentre ai 400 e 1000 metri la R6 si scatena fermando il cronometro rispettivamente sui 10&rdquo;74 e 20&rdquo; netti. Tutto sommato non si difende nemmeno male in ripresa anche se la mancanza di sostanza nell&#39;erogazione prima dei 6.000 giri finisce per condizionare i rilievi cronometrici nella classica prova dai 50 km/h in sesta. Comunque i 14&rdquo;1 ed i 24&rdquo;6 richiesti per transitare ai 400 e 1000 metri le consentono di avere la meglio sulla illustre rivale (la nuovissima Honda CBR 600 F in versione &rsquo;99).  Yamaha 750 Genesis: razza da corsa 

Arrivata sul mercato alla fine degli anni &#39;90, la 600&nbsp;di Iwata, come la R1 tra le maxi, port&ograve; scompiglio nella categoria delle Supersport. Grazie alla affilata ciclistica e&nbsp;al&nbsp;motore rabbioso agli alti regimi

Rewind, Yamaha YZF-R6 &#39;99: la media senza mezze misure

        Yamaha ritorna a Daytona. La Casa di Iwata torner&agrave; a correre nell'iconico International Speedway tra il 10 e il 12 marzo in occasione dell'80&deg; edizione della storica corsa. A portare in pista le SBK nipponiche sar&agrave; il team Attack Performance Fresh N Lean Progressive Yamaha Racing, che corre nel MotoAmerica, con il campione in carica Jake Gagne e Cameron Petersen, in sella a una R6 dalla speciale livrea biancorossa che omaggia il 60&deg; anniversario del marchio.  Dal 1972 al 2022: l'obiettivo &egrave; vincere La notizia riporta alla mente il 1972, anno in cui il giovane californiano Don Emde, figlio del vincitore della 200 Miglia di Daytona 1948 Floyd Emde, port&ograve; la sua TR3 alla vittoria sul circuito, ottenendo la prima vittoria Yamaha alla 200 Miglia di Daytona, dando il via a una striscia positiva durata ben 13 anni. Yamaha infatti ha poi ottenuto il maggior numero di vittorie di qualsiasi costruttore, accumulando un totale di 27 successi negli ultimi cinque decenni. "Il 12 marzo 1972 &egrave; un ricordo indelebile per tutta la mia famiglia e per me, perch&eacute;, lavorando insieme, abbiamo portato quella piccola TR3 Yamaha alla vittoria - ha ricordato Don Emde -. Ho superato la bandiera a scacchi con circa cinque o sei lunghezze sul secondo pilota, e la sensazione di quella vittoria di 50 anni fa rimane viva ancora oggi!".  Le R6 pronte a scendere in pista Yamaha ha cos&igrave; deciso di portare avanti quella tradizione vincente, tornando a correre al Daytona International Speedway nel 2022. "Yamaha &egrave; molto orgogliosa di avere il maggior numero di vittorie di un costruttore nella rinomata Daytona 200 - ha dichiarato Tom Halverson, Yamaha Racing Assistant Department Manager per la filiale americana della Casa -. Molte di queste vittorie sono state leggendarie, e nessuna &egrave; arrivata facilmente. Siamo molto entusiasti che Attack Performance abbia deciso di intraprendere questa sfida in cui ogni membro del team &egrave; attivamente coinvolto". EICMA 2021, YAMAHA R6 RACE E GYTR: ROBA DA SMANETTONI Allo stesso tempo, MotoAmerica debutta in Florida per la prima volta da quando ha preso in gestione il Campionato Nazionale AMA Road Racing degli Stati Uniti nel 2015.&nbsp;"Non potremmo essere pi&ugrave; eccitati con il nuovo team Attack Performance Yamaha Racing per raggiungere l'obiettivo di vincere la Daytona 200 - ha affermato Stanboli -. La Daytona 200 &egrave; diversa da qualsiasi altra gara: la strategia di squadra, il coordinamento e soprattutto il desiderio per la vittoria fanno la differenza. Sono fiducioso che la nostra squadra e la nostra Yamaha R6 siano all'altezza del compito!". LIVREE "CELEBRATIVE" YAMAHA: UN FASCINO SENZA TEMPO       

A 50 anni dalla vittoria di Emde sulla TR3, la Casa di Iwata torna nello storico circuito con i modelli della scuderia Attack Performance impegnati nel campionato SBK MotoAmerica

Yamaha, due R6 per vincere a Daytona

Il 2022 di Yamaha inizier&agrave; nel segno della tradizione supersport della Casa di Iwata: il lungo dominio nel WorldSSP da parte della R6 merita un futuro e merita il supporto totale dei piloti e dei team nipponici: per questo ecco R6&nbsp;Race e R6 GYTR.    Yamaha R6 Race  La storia di R6 nel World SSP &egrave; semplice e&nbsp;il suo palmar&eacute;s parla da solo con tante moto partenti sullo schieramento. Motore 599 cc con pistoni forgiati leggeri, valvole in titanio e un rapporto di compressione 13,1:1. Sistema Yamaha Chip-Controlled Intake (YCC-I) e Yamaha Chip Controlled Throttle (YCC-T), frizione antisaltellamento, trasmissione a sei velocit&agrave; e cambio elettronico. La dotazione della R6 &egrave; senza concorrenza. La ciclistica vanta telaio Deltabox in alluminio con telaietto posteriore in magnesio e serbatoio in alluminio, forcella anteriore di tipo R1 regolabile KYB da 43 mm e un ammortizzatore posteriore KYB regolabile per una guida precisa e traiettorie nette in curva. Pinze radiali con freni a disco da 320 mm per tempi da leader su giro. Livrea Tech Black con forcelle dorate e assetto da gara, senza componenti da strada non essenziali.  Yamaha R6 GYTR  R6 GYTR sar&agrave; disponibile esclusivamente presso i GYTR Pro Shop. &Egrave; equipaggiata con una vasta gamma di componenti GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing) ad alte prestazioni, tra cui una centralina Superstock programmabile con un&#39;interfaccia con cavo che consente al pilota di ottimizzare le prestazioni del motore, oltre al cablaggio da corsa. Scarico racing Akrapovic in titanio, piastre di bloccaggio dell&#39;AIS (Air Intake System, sistema di aspirazione) in dotazione per rimuovere tubi flessibili e canister, pignone catena e corona da 520, tubi freni in acciaio. L&#39;emulatore ABS GYTR consente lo smontaggio della pompa ABS per un&#39;ulteriore riduzione del peso. La sella da corsa GYTR e i set da gara completamente regolabili offrono la posizione da gara ideale mentre il cambio pu&ograve; anche essere invertito. La carena &egrave; in fibra di vetro rinforzata in carbonio, livrea base bianca per consentire ai piloti di personalizzarla a proprio piacimento.  Le consegne inizieranno a partire da febbraio 2022 per la R6 Race, a gennaio per la GYTR: cinque GYTR Pro Shop sono gi&agrave; operativi in Europa, ma la rete &egrave; destinata ad espandersi nel 2022.  YAMAHA, A EICMA 2021 UNA TRACER 9 PER LA POLIZIA DI STATO  &nbsp; 

La dominatrice del WorldSSP si prepara al nuovo anno con la conferma della versione per la pista e una ad alto contenuto tecnico, con livree personalizzabili Tech Black e bianca

Eicma 2021, Yamaha R6 Race e GYTR: roba da smanettoni

La supersportiva di Iwata è regina nel WorldSSP e offre ai piloti nuove nuove versioni per l'anno che sta arrivando. Race è esclusiva per la pista, senza componenti da strada e incentrata sulle alte prestazioni. R6 GYTR sarà disponibile solo nei GYTR Pro Shop a partire da gennaio con una lunga serie di componenti premium

Yamaha R6 Race e R6 GYTR 2022

Il 2021 &egrave; stato l&rsquo;anno in cui la Casa di Iwata ha definitivamente sospeso la produzione della R6 in versione omologata, sostituita dalla versione dedicata esclusivamente alla pista: la Yamaha R6 RACE.  Con lei, di cui avevamo gi&agrave; ampiamente parlato tempo fa (leggi qua le caratteristiche del nuovo modello R6 RACE), la Casa nipponica ha pensato bene di far uscire anche un kit esclusivamente dedicato alle gare e sviluppato dal reparto GYTR (Racing Genuine Yamaha Technology Racing), la divisione Yamaha che produce parti speciali per R1, R6, R3 e per il comparto off road.  Rewind, Yamaha YZF-R6 &#39;99: la media senza mezze misure    Tutte le parti presenti nel kit racing  Pronto per fa per bruciare alla sportiva i semafori in griglia con una serie di accessori che ne migliorano le prestazioni in un esclusivo assetto completo da gara, il pacchetto GYTR destinato alla Yamaha R6 prevede: cablaggio racing e ECU programmabile, sistema di aspirazione Air intake System, scarico da gara Akrapovic interamente in titanio, set cupolino da gara, interruttore on/off, cavo interfaccia, set di tappi AIS, emulatore ABS, tappo carburante senza chiave, cuscini sella, cavalletto paddock, tubi freno in acciaio inossidabile per anteriore e posteriore, protezione leva del freno anteriore, catena DID Gold Race 520 e protezione pignone posteriore (pinna di squalo), azionamento pignone 14T, pignone posteriore 45 e set dadi pignone adatti per catena 520.  Insomma, una vasta serie di componenti disponibile per chiunque desideri potenziare la propria moto e renderla ancora pi&ugrave; aggressiva e prestazionale tra i cordoli di una pista.  Yamaha rivede il piano ambientale: stop a mezzi inquinanti entro il 2050   

Il pacchetto porta la supersportiva di Iwata ad un livello superiore e ne migliora le prestazioni grazie ad alcune componenti gi&agrave; pronte in assetto da gara

Yamaha R6 RACE: animale da pista con il kit GYTR

Insieme alla supersportiva omologata solo per la pista, la Casa di Iwata ha pensato bene di far uscire anche un kit esclusivamente dedicato alle gare e sviluppato dal reparto GYTR (Racing Genuine Yamaha Technology Racing), la divisione Yamaha che produce parti speciali per R1, R6, R3 e per il comparto off road. Ecco alcune foto delle componenti racing esclusive della R6

Kit gara GYTR per Yamaha R6 RACE

Si pu&ograve; sgasare e correre sul fango con una Yamaha R6? No, direte voi. Andatelo a dire al protagonista di un video diventato virale sul web. Il filmato in questione &egrave; stato pubblicato dalla pagina Instagram &quot;The Original Moto Fails of IG&quot;, e mostra un motociclista trattare la sua R6 come una qualunque moto enduro, facendola avanzare con fatica in mezzo al fango.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da The Original Moto Fails of IG (@moto.fails)      IL CASO? NO, TUTTO PREMEDITATO. ECCO PERCH&Eacute;  Da notare come la R6 del video utilizzi pneumatici tassellati, il che lascia intendere come tutto sia stato fatto volontariamente. Il motociclista non &egrave; quindi stato sfortunato a incappare in un terreno fangoso, ma ha portato la sua sportiva su suolo impervio per farle provare un&#39;insolita esperienza off-road.  Yamaha R6: con la Euro 5 stop alla strada, arriva la Race per la pista  E a voi, quali sensazioni provoca la visione di queste immagini? 

Un filmato mostra un esemplare della sportiva di Iwata dotata di pneumatici tassellati che tenta di avanzare in mezzo al fango

Voglia di Off-Road? Con la Yamaha R6 lo stai facendo malissimo VIDEO virale

        Torna il Supersport Pro Tour, l&rsquo;appuntamento dedicato a tutti gli appassionati Yamaha sui circuiti di Cervesina e Cremona. Tre giorni di immersione completa nel mondo R, grazie al sostegno della Riding School di Luca Pedersoli per girare su R1M, R1, R6 e R6 Race. Tre giorni in pista Le date sono quelle di domenica 16 maggio e mercoled&igrave; 2 giugno sulla pista di Cervesina e di gioved&igrave; 27 maggio a Cremona. Turni di 20 minuti con i piloti istruttori della Riding School, sulle moto gi&agrave; citate tra cui alcune allestite con accessori GYTR (Genuine Yamaha Technology Racing). L&rsquo;intera gamma R si è imposta grazie ai successi nei Campionati internazionali, FIM Supebike e nei Track Days, e ha saputo dimostrare come Yamaha sappia interpretare le caratteristiche tecniche necessarie per ottenere grandi performance. R6 2021 da competizione Dal 2021 è disponibile la R6 Race per le competizioni e per l&rsquo;uso intenso in pista: una moto destinata sia ai professionisti che partecipano ai campionati Supersport nazionali, sia agli amatori con pacchetti differenziati. Motore 4 cilindri da 599 cc DOHC, raffreddato a liquido e con valvole in titanio. Telaio in alluminio Deltabox, sottotelaio in magnesio che influisce sul bilanciamento del peso all&rsquo;anteriore, forcelle anteriori Kyb e sospensioni posteriori Kyb per precisione e aggressività in curva, controllo della trazione, D-mode e acceleratore Ride-by-Wire Yamaha con chip di controllo. Yamaha ha scelto di equipaggiare le sue moto supersportive con gli pneumatici Dunlop GP Racer D212. Questo modello, omologato strada (ma disponibile in più soluzioni di mescole), è dotato di un profilo di derivazione racing, e garantisce un inserimento più veloce in curva un livello di grip e costanza senza eguali. Costo e informazioni Per iscriversi al Tour si pu&ograve; andare sul sito ufficiale Yamaha; i costi di un turno sul circuito di Cervesina sono di 60 euro, 70 euro invece per Cremona. Obbligatorio portare l&rsquo;abbigliamento tecnico per l&rsquo;uso in pista (tuta intera in pelle, guanti, stivali in pelle, paraschiena lungo e casco integrale racing). Yamaha, una nuova famiglia di sportive in arrivo?       

Sui circuiti di Cervesina e Cremona, tre giorni dedicati agli appassionati dell'intera gamma R con i piloti istruttori della Riding School di Luca Pedersoli. Protagonista la R6 Race

Yamaha, torna l'appuntamento con il Supersport Pro Tour

Da sempre uno dei dubbi che assillano l&#39;amatore, quello che frequenta le prove libere in pista, &egrave; il seguente: meglio tanti CV per velocit&agrave; da capogiro, ma anche tanto impegno psicofisico, oppure una moto meno potente ma &quot;stressante&quot; il giusto e divertente? Il mercato sembra propendere per la prima opzione, considerata la quasi scomparsa della classe seicento e l&#39;estinzione delle &quot;settemmezzo&quot; (per chi scrive era la cilindrata perfetta). Ma c&#39;&egrave; chi non si arrende e continua a credere nella seconda alternativa, come i ragazzi di Rosso Corsa che hanno allestito una Yamaha YZFR6 destinata alle prove libere, giocando con la cilindrata del motore e componentistica di prim&#39;ordine, frutto anche del lavoro e dell&#39;esperienza di Massimo Roccoli, pluricampione italiano Supersport. Abbiamo provato questo piccolo gioiello durante una giornata di prove libere (sempre sotto l&#39;insegna di Rosso Corsa) sulla pista di Misano, riscoprendo la gioia di varcare i cancelli di una pista per puro divertimento. Senza la preoccupazione di potenze da SBK ed elettronica da navicella spaziale.  LA POTENZA NON &egrave; TUTTO  L&#39;obiettivo dell&#39;operazione Rosso Corsa &egrave; semplice: far comprendere all&#39;appassionato che i CV non sono tutto. Se la moto &egrave; quella giusta, l&#39;assistenza che si trova in pista permette di dimenticarsi di tante piccole noie e i consigli sull&#39;assetto sono validi... anche con 60-70 CV in meno il divertimento &egrave; assicurato, la guida migliora e i tempi sul giro arrivano facilmente.    COM&#39;&Eacute; STATA PREPARATA LA R6  La preparazione della moto in oggetto &egrave; una delle tante che si possono fare sulla R6: infatti quando si tratta di special, come dicono gli inglesi, &quot;the sky is the limit&quot;. Insomma, volendo e potendo, non c&#39;&egrave; tetto di spesa. Nello specifico della R6 che abbiamo avuto modo di provare abbiamo sospensioni Bitubo: una cartuccia pressurizzata per la forcella, un mono racing e un ammortizzatore di sterzo lineare. Ovviamente tutti questi elementi sono abbinati a potenziometri lineari Starlane per l&#39;acquisizione dati che dialogano con una centralina dedicata. Ci&ograve; comporta un cambiamento nelle altezze della moto, sulla base dell&#39;esperienza di Rosso Corsa maturata nel CIV. Rimane la possibilit&agrave; di personalizzare l&#39;assetto e la taratura delle sospensioni sulle esigenze di ogni pilota e di adattare la moto a svariati tipi di tracciato.  Per quanto riguarda i freni, l&#39;unit&agrave; posteriore rimane quella di serie, cos&igrave; come la pompa anteriore Nissin. Cambiano le pinze all&#39;avantreno, Brembo M4, abbinate a pastiglie in mescola racing Z4 e a dischi Galfer. Osservando il retrotreno si notano i tendicatena Lightech sviluppati su specifiche Rosso Corsa grazie ai quali la pinza rimane in posizione quando si smonta la ruota. Anche le boccole sono state modificate per rimanere in posizione durante la rimozione del cerchio. Link della sospensione e forcellone sono quelli originali. Quanto alla componentistica, le pedane sono firmate sempre Lightech e sono regolabili con diversi kit di distanziatori. Sui semimanubri c&#39;&egrave; il registro remoto della posizione della leva del freno anteriore mentre il comando della frizione &egrave; dotato di bussola per regolare interasse e posizione della leva: nel CIV infatti non &egrave; consentito usare l&#39;assistenza del cambio in scalata e l&#39;uso corretto della frizione &egrave; fondamentale.    LE MODIFICHE AL MOTORE  Passando al quattro cilindri, si segnala l&#39;aumento di cilindrata ottenuto con nuovi pistoni (e spinotti) trattati per aumentare la durata. Il blocco cilindri &egrave; stato lavorato a macchina per aumentare l&#39;alesaggio. L&#39;albero motore originale &egrave; stato lavorato e bilanciato ad hoc cos&igrave; come rimangono quelle di serie le bielle, trattate termicamente per essere irrobustite. La testa viene invece lavorata per aumentare il rapporto di compressione. La distribuzione prevede le valvole originali ma trattate, e molle e alberi a camme YEC destinate alle competizioni. Le candele sono a scarica capacitiva (NGK R0045Q). Relativamente alla trasmissione, il cambio &egrave; stato modificato con la prima marcia lunga e il passo della finale da 428: ci&ograve; permette una pi&ugrave; raffinata ricerca della rapportatura visto che intervenendo su corona e pignone non &egrave; necessario modificare in modo significativo la posizione del tendicatena, lasciando quindi invariato l&#39;interasse.    La frizione &egrave; antisaltellamento (STM) con varie rampe e molle per essere adattata allo stile di guida del pilota. L&#39;impianto elettrico &egrave; alleggerito: cablaggio e centralina sono YEC con blipper che permette la scalata senza ricorrere alla frizione. L&#39;acquisizione dati prevede una doppia memorizzazione grazie a una centralina Starlane e una seconda impiegata per i dati della parte ciclistica. Per quanto riguarda i controlli elettronici, poi, c&#39;&egrave; quello della trazione su 5 livelli, che lavora per differenza di velocit&agrave; delle ruote. L&#39;antimpennata, il pick-up del gas, l&#39;apertura delle valvole a farfalla, le mappature di coppia e potenza, nonch&eacute; il freno motore, sono gestibili mediante la centralina e l&#39;interfaccia con un PC portatile. Come accade nel Mondiale. L&#39;impianto di raffreddamento &egrave; firmato Febur: il radiatore lavora in abbinamento a una carenatura che ottimizza il flusso verso l&#39;alettatura. L&#39;impianto di scarico &egrave; Zard ed &egrave; stato sviluppato per permettere di compensare (per quanto possibile) il classico &quot;buco&quot; del seicento ai medi regimi.  GUIDA E QUALIT&Agrave; DEL SERVIZIO    Inutile affermare che tanto ben di Dio, una volta tolte le termocoperte e lasciata la corsia dei box, si concretizza con una guida estremamente divertente ed efficace. L&#39;assetto &egrave; frutto dell&#39;esperienza di Massimo Roccoli: la moto &egrave; un fulmine ad agguantare la corda ma soprattutto il motore e l&#39;erogazione sono solo lontani parenti di quelli della R6 standard, moto che in pista va tenuta costantemente a ridosso del limitatore e va guidata su traiettorie rotonde per non far calare troppo le velocit&agrave; di percorrenza. Con la R6 firmata Rosso Corsa ci si pu&ograve; permettere anche l&#39;errore, visto che la schiena del motore &egrave; spostata verso il basso di 2.000 giri circa.    Un pensiero in meno se ad esempio ci si &quot;pianta&quot; in curva o si sbaglia una marcia. Ma il vero valore aggiunto di questa moto sta nel box e nei ragazzi di Rosso Corsa, un vero punto di riferimento per qualsiasi appassionato che decida di frequentare una rilassante giornata di track-day. Come si usa dire nel marketing, il prodotto in s&eacute; non &egrave; pi&ugrave; centrale nell&#39;offerta, quello che conta &egrave; la qualit&agrave; del servizio. E sentirsi tranquilli quando si guida ad oltre 200 km/h... be&#39;, questo non ha prezzo.  Aprilia RSV4: pi&ugrave; grinta e cavalli con gli scarichi HP Corse 

Una R6 maggiorata e iper preparata, un servizio di assistenza top, anche fuori dalla pista, perch&eacute; il lavoro di Rosso Corsa va oltre il solito track-day

Emozioni in pista &quot;all inclusive&quot;: la soluzione di Rosso Corsa

Meglio tanti CV per velocit&agrave; da capogiro, ma anche tanto impegno psicofisico, oppure una moto meno potente ma &quot;stressante&quot; il giusto e divertente? Il mercato sembra propendere per la prima opzione, considerata la quasi scomparsa della classe seicento e l&#39;estinzione delle &quot;settemmezzo&quot;. Ma c&#39;&egrave; chi non si arrende e continua a credere nella seconda alternativa, come i ragazzi di Rosso Corsa che hanno allestito una Yamaha YZFR6 destinata alle prove libere

In pista con la Yamaha R6 Rosso Corsa FOTO

Presentata nel 1999, &egrave; riuscita a ritagliarsi un posto nell&rsquo;olimpo dei motori come una delle Supersport preferite dagli appassionati e oggi, con il nuovo modello 2021 chiamato R6 RACE disponibile esclusivamente in versione non omologata, ha ancora le sue carte da giocare.  Yamaha, in arrivo una moto turbo d&#39;ispirazione MT  La nuova R6 RACE  Il 2021 sar&agrave; l&rsquo;anno in cui la Casa di Iwata sospender&agrave; definitivamente la produzione della R6 in versione omologata,&nbsp; lasciando&nbsp;spazio alla produzione della R6 RACE. Questo progetto, infatti, sar&agrave; uno degli obiettivi principali degli ingegneri nipponici, che convoglieranno le loro forze nella creazione di una delle moto da pista pi&ugrave; evolute nel mondo delle competizioni SS.    La R6 RACE sar&agrave; equipaggiata come una vera supersportiva degna del nome che porta, infatti, sar&agrave; provvista di un motore leggero a 4 cilindri da 599 cc DOHC raffreddato a liquido e munito di valvole in titanio, un telaio in alluminio Deltabox &ndash; risultato questo nato da anni di sviluppo e collaudo nelle gare di Grand Prix &ndash; e con un telaietto in magnesio in grado di migliorare il bilanciamento del peso anteriore.  Yamaha, inoltre, mette a disposizione dei clienti totale libert&agrave; di scelta nelle personalizzazioni, cos&igrave; da rendere ogni moto completamente prodotta per garantire la migliore esperienza in pista. Un vero e proprio mostro da competizione, dunque, che sicuramente far&agrave; ancora una volta parlare di s&eacute;.    Tutto pi&ugrave; bello con il Kit GYTR  Oltre alla nuova versione da pista della media giapponese, Yamaha ha deciso di presentare un Kit gara interamente dedicato. Il nuovo Kit GYTR (Racing Genuine Yamaha Technology Racing) &ndash; anch&rsquo;esso in uscita nel 2021 &ndash; sar&agrave; composto da una vasta gamma di componenti in grado di migliorarne le prestazioni, cos&igrave; da renderla ancora pi&ugrave; aggressiva in pista.  Il Kit GYTR, infatti, trasporta la R6 RACE direttamente ad un livello superiore e comprende un pacchetto elettronico GYTR con un cablaggio racing e ECU programmabile, il sistema di aspirazione Air intake System, che consente alla R6 RACE di utilizzare direttamente l&#39;aria esterna fornita dalla grande presa d&#39;aria, e lo scarico da gara Akrapovic&nbsp;in titanio e studiato appositamente per aumentare al massimo la potenza del motore.  Oltre a queste caratteristiche capaci di garantire un assetto da corsa completo, nel Kit GYTR sono compreso anche: tubi freno in treccia&nbsp;per anteriore e posteriore, catena DID Gold Race 520, ganci e cavalletto paddock e il plexi da gara WSS facile da montare e ottimo per ridurre la resistenza, migliorando cos&igrave; la velocit&agrave; in rettilineo e la maneggevolezza.&nbsp;  Moto che hanno fatto storia: quando osare diventa leggenda 

Nel 2021 Yamaha presenter&agrave; la nuova R6. Interamente pensata per i circuiti e con il motore 4 cilindri da 599 cc. avr&agrave; anche un kit gara completamente dedicato

Yamaha R6: con la Euro 5 stop alla strada, arriva la Race per la pista

L'anno prossimo verrà sospesa la produzione della R6 omologata, in quanto Yamaha si concentrerà sull'obiettivo di fornire la moto da pista più evoluta R6 RACE per le competizioni e uso intenso pista dai concorrenti dei campionati Supersport nazionali agli amatori. I clienti possono decidere come vogliono che la loro moto sia personalizzata per migliorare ulteriormente la loro esperienza in pista

Yamaha R6 Race FOTO

Il suo fascino &egrave; immutato nel corso degli anni, sin da quell&#39;autunno del&nbsp;1999 in cui arriv&ograve; sul mercato, rivoluzionando a suo modo il settore delle sportive di media cilindrata. Yamaha R6, la pi&ugrave; celebre della famiglia YZF del Marchio di Iwata, compie 20 anni e dall&#39;Austria hanno deciso di omaggiare la ricorrenza in maniera speciale.  UN METEORITE NEL MONDO DELLE SPORTIVE  O la ami o la odi. Qualcuno, tra gli appassionati&nbsp;ha talvolta storto il naso di fronte alla R6, ma la maggior parte ha sempre riconosciuto i meriti del modello, tra le regine di sempre per quanto riguarda le 600cc. Quando usc&igrave; sul mercato, stup&igrave; per le sue prestazioni. Il suo quadricilindrico le permetteva di toccare i 14.000 giri al minuto, con 118 CV di potenza per soli 188 kg di peso.  Coronavirus, forza tre posti di blocco su una Yamaha R6: multato  Un successo testimoniato dai continui aggiornamenti, per un totale di quattro generazioni in cui le caratteristiche sono andate affinandosi e la velocit&agrave; massima &egrave; aumentata per il piacere di coloro che amano la guida sportiva.  LA VERSIONE DI YART: RITORNO AL PASSATO  Ed &egrave; cos&igrave; che YART, importatore di Yamaha in Austria, ha deciso di realizzare la sua R6 20th Anniversary, ordinabile solo tramite i canali ufficiali dell&#39;azienda al prezzo di 19.999 euro.    Questa R6 20th &quot;Anniversary&quot; ha mantenuto tutte le caratteristiche meccaniche peculiari della R6 prima serie, compresa la motorizzazione. Ma anche la livrea proposta, bianco-rossa con inserti in nero con cui venne presentata la sportiva di Iwata 20 anni fa.  XMAX 300 Roma Edition: Yamaha omaggia la Citt&agrave; Eterna  Unica modifica &quot;contemporanea&quot;, l&#39;introduzione di uno scarico firmato Akrapovic. Un elemento che i potenziali clienti perdoneranno a YART, pur di riuscire a portarsi a casa la replica di un pezzo di storia del motociclismo. 

L&#39;importatore austriaco della Casa di Iwata ha realizzato la propria versione della supersportiva che nel 1999 rivoluzion&ograve; la categoria: disponibile a 19.999 euro solo su ordinazione

Yamaha R6, la replica di YART per il 20&deg; anniversario FOTO

L'importatore austriaco della Casa di Iwata ha realizzato la propria versione della supersportiva che nel 1999 rivoluzionò la categoria: disponibile a 19.999 euro solo tramite ordine all'azienda, ha mantenuto tutte le caratteristiche meccaniche ed estetiche della prima serie, ad eccezione del nuovo scarico realizzato da Akrapovic

Yamaha R6 by YART FOTO

        Lo sapevate che una moto ibrida esiste gi&agrave;? Mentre la maggior parte dei costruttori sta guardando all'elettrico come prossima strada da percorrere, nel 2015 a Le Mans, veniva lanciata la Furion M1, da un'azienda francese con sede a Sarthe. L'idea &egrave; stata del designer Marc Evenisse. CHE POTENZA - La Furion M1 unisce un motore della Yamaha R6 con uno elettrico. La cosa interessante &egrave; che la combinazione delle due modalit&agrave; raggiunge una potenza interessante: ai 120 CV della R6 si aggiunge infatti la potenza dei 40Kw del motore elettrico, circa55 CV. Non male. Molto interessanti i numeri della coppia: il motore Yamaha ha 55Nm a 14'500tr / mn, ma se si aggiungono i 100 Nm dell'elettrico, si arriva a 155 Nm! Il peso della moto &egrave; di 239 kg. AUTONOMIA - La Furion M1 con il motore elettrico ha 50 km di autonomia grazie a una batteria che si ricarica con la frenata proprio come nei sistemi attualmente montati su alcune auto. I consumi rispetto a una normale R6 scendono del 35%. PREZZO - L'obiettivo dell'azienda &egrave; quello di lanciare una produzione di 399 pezzi per l'inizio del 2021. Le moto sono gi&agrave; prenotabili online, il prezzo non dovrebbe superare i 30 mila euro.       

L'obiettivo &egrave; mandarla in produzione per l'inizio del 2021. Potenza e consumi interessanti.

Furion M1, l'ibrida costruita in Francia già prenotabile online

Per ora&nbsp;Yamaha &egrave; l&#39;unica azienda giapponese ad avere omologato Euro 4 una sportiva 600, un segmento di mercato che &egrave; diventato una nicchia in Europa e non &egrave; ancora alla portata di molti nei Paesi emergenti.

YZF-R6: il quattro cilindri Yamaha urla anche con l'Euro 4

ALMERIA - Telaio e motore, in sostanza,&nbsp;sono quelli di prima solo che, per l&#39;omologazione Euro 4, Yamaha &egrave; dovuta intervenire sull&#39;alimentazione e lo scarico lasciando sul piatto una manciata di cavalli. Ora, in tutto, sono 118.&nbsp;Carenatura, sospensioni, impianto di illuminazione, cerchi, strumentazione, telaietto reggisella sono stati oggetto di modifiche.&nbsp;Insomma, a&nbsp;Iwata hanno comunque lavorato sodo continuando a credere in un segmento per molti concorrenti ormai morente.&nbsp;  EMOZIONI DIMENTICATE - Provare una seicento sportiva&nbsp;regala ancora emozioni. Sentire urlare il quattro cilindri a 16.000 giri... che dire...&nbsp;solo questo varrebbe la candela.&nbsp;Euro 4 dicevamo: ai bassi regimi il propulsore &egrave; un po&#39; strozzato e si&nbsp;sente ma l&#39;allungo &egrave; infinito e la spinta, tolta quella prima incertezza, &egrave; costante e vigorosa.&nbsp;Il quick shift, unidirezionale, permette di buttare dentro le marce una via l&#39;altra e sfruttare bene i rapporti. In scalata il freno motore si sente ma si sentono anche i passi in avanti fatti con questa nuova versione.&nbsp;  SOSPENSIONI DA SBK -&nbsp;La frenata &egrave; molto incisiva ma modulabile e l&#39;impianto non soffre affatto di affaticamento. A sostenere le decelerazioni pensa la forcella KYB con steli&nbsp;di&nbsp;43 mm &Oslash; di derivazione YZF-R1. &Egrave; completamente regolabile ma la taratura di serie&nbsp;&egrave; praticamente perfetto per l&#39;uso in pista. Anche in percorrenza, ad alte velocit&agrave;, la moto corre su un binario senza alcun tipo di rimbalzo.&nbsp;Qualche reazione leggermente pi&ugrave; scomposta si percepisce invece al posteriore, dove l&#39;ammortizzatore, in accelerazione, &quot;pompa&quot; un po&#39;. Non basta per&ograve; questo piccolo &quot;neo&quot; ad oscurare le doti della migliore YZF-R6 di sempre.&nbsp;  IN SELLA, TUTTO OK - Grazie al nuovo reggisella e alla nuova conformazione del piano di seduta (un po&#39; scivoloso, a dirla tutta) l&#39;ergonomia &egrave; ottimale e anche quando si sta spingendo forte non si vorrebbero fianchi pi&ugrave; snelli.&nbsp;Yamaha ha voluto aggiornare questa moto per regalare al suo pubblico pi&ugrave; sportivo la possibilit&agrave; di avvicinarsi alla pista o continuare l&#39;esperienza rimanendo in &quot;famiglia&quot;. La gamma &quot;R&quot; &egrave; ora davvero al completo.&nbsp;  KIT RACING - Per chi user&agrave; la YZF-R6 in circuito, la Casa di Iwata ha anche allestito un kit di potenziamento: centralina rimappata, modulo aggiuntivo per l&#39;acquisizione dati, guarnizione testa specifica, scarico completo... Insomma, tutto il necessario per partecipare al mondiale Supersport&nbsp;con un mezzo che si sta gi&agrave; dimostrando vincente.&nbsp;Il prezzo, 13.990 Euro franco concessionario, &egrave; elevato ma&nbsp;al momento&nbsp;la concorrenza latita. MV Agusta esclusa. 

Un quattro cilindri in linea che &quot;urla&quot;, fino a 16.000 giri/&#39;. Un sound che &egrave;&nbsp;rarit&agrave;, nel mondo delle moto Euro4. Il propulsore non &egrave; stato stravolto, la ciclistica &egrave; migliorata.

Yamaha YZF-R6: oltre il muro del suono

        Sono in arrivo le nuove versioni di due modelli che, nei rispettivi mondi, ricoprono da anni un ruolo importante: il TMAX fra i maxiscooter e la supersportiva di media cilindrata YZF-R6.  Con la nascita di Yamaha TMAX, nel 2001, ha preso vita una nuova categoria di mezzi, che abbinano un livello di maneggevolezza e prestazioni da moto sportiva al comfort e alla praticit&agrave; da scooter. Dopo sedici anni e con oltre 233.000 unit&agrave; vendute, TMAX continua ad essere un best-seller. L'ultima edizione di questo maxiscooter, oltre a presentare una serie di innovazioni su carena, motore, telaio ed elettronica, &egrave; disponibile in tre diverse versioni: TMAX, TMAX SX,&nbsp; e TMAX DX.  Le tre varianti sono state create per soddisfare le diverse esigenze degli scooteristi: -&nbsp; TMAX &egrave; diventato ancora pi&ugrave; personalizzabile grazie alla variet&agrave; di componenti ed accessori disponibili; - TMAX SX, disponibile in colorazioni speciali e dotato di centralina a mappatura variabile D-Mode, &egrave; stato pensato per gli scooteristi dall&rsquo;animo pi&ugrave; sportivo. - TMAX DX &egrave; il top di gamma e la risposta a chi cerca il comfort grazie ad alcune tecnologie elettroniche di controllo come D-MODE e Cruise Control, lo schermo regolabile e la sella e le manopole riscaldabili. Tutte e tre le tre versioni saranno disponibili nelle concessionarie ufficiali Yamaha a partire da aprile 2017. Prezzi: TMAX &euro; 11.490 f.c., TMAX SX &euro; 12.290 f.c., TMAX DX &euro; 13.390 f.c. Con i tre titoli conquistati su sette Mondiali Supersport in cui &egrave; stata presente in maniera ufficiale, la Yamaha YZF-R6ha stupito per la sua leggerezza, aerodinamicit&agrave; ed agilit&agrave; ed &egrave; diventata il punto di riferimento per tutti quei piloti in cerca di emozioni forti. La nuova 600 cm3 sfoggia ora un look pi&ugrave; estremo, ispirato all'ultima YZF-R1. Il frontale aggressivo, la presa per l'immissione forzata dell'aria in posizione centrale, ispirata a quella della YZR-M1, ed il doppio far a LED incassato, puntano a render la nuova YZF-R6 immediatamente riconoscibile come un membro della rinomata famiglia R-Series. YZF-R6 arriver&agrave; nelle concessionarie ufficiali a partire da aprile 2017, al prezzo di &euro; 13.990 f.c.       

La Casa di Iwata reso noti i prezzi delle due novit&agrave; che arriveranno in concessionaria ad aprile.

Yamaha svela i prezzi di TMAX e YZF-R6

La nuova supersportiva di Iwata ha un design inedito, che somiglia molto a quello della sorella maggiore, la YZF-R1. L&#39;elettronica e le sospensioni sono inedite mentre il motore, omologato Euro 4, non &egrave; stato stravolto.

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