        L&rsquo;Italia &egrave; Campione d&rsquo;Europa e anche le nostre eccellenze motociclistiche celebrano la vittoria degli Azzurri a modo loro. Al posto delle bandiere, Ducati sventola sui propri canali social la sua moto pi&ugrave; tricolore, la Ducati 1299 Panigale R Final Edition, verde-bianco-rosso nell&rsquo;animo ma anche nella livrea.  Bandiera Panigale R L&rsquo;edizione limitata a 1299 esemplari &egrave; stata prodotta nel 2018 per celebrare il motore che ha fatto la storia di Borgo Panigale, il Superquadro 1299 da 209 Cv che ha contribuito ai successi nel Campionato Mondiale Superbike. Quale modello migliore per esaltare le gesta di Donnarumma e compagni nel torneo calcistico pi&ugrave; importante d&rsquo;Europa? Con un post su Instagram, Ducati ha pubblicato la foto della Panigale R aggiungendo: &ldquo;Sventolate la vostra bandiera italiana! Congratulazioni agli Azzurri per l&rsquo;incredibile vittoria nella finale di Euro 2020! Complimenti all&rsquo;Inghilterra per la grande partita&rdquo;. La Storia va veloce Se parliamo di velocit&agrave;, l&rsquo;Italia non si tira indietro: Leonardo Spinazzola &egrave; il recordman della competizione con una punta di 33,8 km/h; per le Frecce Tricolori basta il nome; Ducati &egrave; Storia della velocit&agrave; su pista. Gli esemplari della Limited Edition sono numerati, avere il modello col numero 1 deve essere qualcosa di speciale dopo ieri sera: un drappo tricolore da sfoggiare per ricordare chi &egrave; il migliore - tra i cordoli e sul rettangolo verde.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Ducati Motor Holding (@ducati)   Ducati e la prossima Panigale V4: quel sogno chiamato seamless       

"Sventolate la vostra bandiera" &egrave; il commento alla foto con cui da Borgo Panigale festeggiano il trionfo Azzurro: la livrea speciale della Final Edition &egrave; lo stendardo

Ducati, la 1299 Panigale R celebra la vittoria dell'Italia a Euro 2020

Per la sua anteprima mondiale Ducati ha scelto l&#39;ottavo round del Mondiale Superbike, a Laguna Seca, in California, dove Claudio Domenicali, AD Ducati Motor Holding, il 7 luglio ha tolto il velo alla nuova 1299 Panigale R Final Edition insieme ai due piloti ufficiali del team Aruba.it Racing-Ducati (Chaz Davies e Marco Melandri), protagonisti anche del video di presentazione della moto.  Per l&rsquo;occasione a Laguna Seca Chaz Davies e Marco Melandri hanno gareggiato con la livrea della &ldquo;Final Edition&rdquo;.  Oltre la moto con una livrea dedicata o la serie speciale, la nuova 1299 Panigale R Final Edition vuol essere una moto esclusiva, un vero e proprio attestato di riconoscenza e amore per il motore che ha fatto la storia Ducati e ha scritto pagine indelebili del Campionato Mondiale Superbike. Ducati l&rsquo;ha realizzata per celebrare il &ldquo;bicilindrico&rdquo;, che in questa moto viene proposto nella sua massima espressione, creando una livrea &ldquo;tricolore&rdquo; evocativa   LE PAROLE DI DOMENICALI - &quot;Sono davvero orgoglioso di presentare questa nuova versione della nostra Panigale&quot;, ha detto Claudio Domenicali durante la presentazione. &quot;Forse nessun&#39;altra Casa motociclistica ha legato il proprio nome in modo cos&igrave; diretto con un motore, come ha fatto Ducati con il bicilindrico sportivo. Oggi siamo qui a celebrarne la storia, trovandoci alla vigilia dell&rsquo;apertura di un nuovo capitolo nel quale il nostro sistema desmodromico verr&agrave; utilizzato su una nuova generazione di motori V4 derivati dal knowhow sviluppato in MotoGP, un terreno nel quale il nostro motore ha dimostrato prestazioni fuori dal comune. Ma questo &egrave; il futuro, oggi vogliamo rendere omaggio al bicilindrico che, con le sue doti di coppia e le sue dimensioni compatte, ha permesso a Ducati di vincere in SBK in tutti gli anni in cui ha partecipato. E&rsquo; il motore che ha scritto la storia del Mondiale Superbike. Dalla prima vittoria di Marco Lucchinelli, il 3 aprile 1988 con la 851 a Donington Park, nella gara inaugurale del mondiale delle derivate dalla serie, fino alle gare vinte da Chaz Davies e Marco Melandri in sella alla Panigale R quest&#39;anno, costruendo un palmares fatto di 333 vittorie, 17 Titoli Costruttori e 14 Titoli Piloti&quot;.  COM&rsquo;E&rsquo; FATTA - La 1299 Panigale R Final Edition, realizzata in serie numerata, &egrave; una moto stradale omologata Euro 4. Il motore Superquadro della &ldquo;Final Edition&rdquo; deriva da quello della 1299 Superleggera, ed eroga 209 CV a 11.000 giri/minuto e 14,5 kgm a 9.000 giri/minuto. Sfrutta un albero motore alleggerito con perno di biella maggiorato dotato di pastiglie di equilibratura in tungsteno e le bielle, come le valvole di aspirazione e scarico, sono in titanio. I due pistoni, da 116 mm di diametro, hanno due soli segmenti come sui motori Superbike e scorrono su canne cilindri in acciaio  Sviluppata da Ducati Corse, la struttura monoscocca del telaio &egrave; compatta e integra l&rsquo;airbox contribuendo a contenere il peso della moto, che per la 1299 Panigale R Final Edition &egrave; di soli 179 kg (senza benzina).  La ciclistica di questa nuova supersportiva Ducati &egrave; la stessa della Panigale R. &Egrave; caratterizzata da sospensioni meccaniche &Ouml;hlins e da un angolo del&nbsp;cannotto di&nbsp;sterzo di 24&deg;.  Sofisticato e leggero &egrave; anche l&#39;impianto di scarico completo Akrapovi?, realizzato interamente in titanio, con doppio silenziatore alto (omologato Euro 4) e lo stesso layout della Panigale R che corre nel Mondiale Superbike.  L&rsquo;elettronica sfrutta l&rsquo;Inertial Measurement Unit (IMU) Bosch ed &egrave; dotata di ABS Cornering, Ducati Wheelie Control EVO (DWC EVO), Ducati Traction Control EVO (DTC EVO) e sistema Engine Brake Control (EBC). Questi sistemi hanno set up pre-impostati legati al Riding Mode selezionato (Race, Sport e Wet), ma possono essere modificati e personalizzati a piacimento.  I contenuti tecnici e l&rsquo;inedita colorazione &ldquo;tricolore&quot; fanno della 1299 Panigale R Final Edition una moto destinata a diventare oggetto di culto per gli appassionati e amanti del bicilindrico Ducati.  COSI&rsquo; A LAGUNA SECA - La 1299 Panigale R Final Edition &egrave; stata in primo piano durante tutto il weekend di gare a Laguna Seca. Gi&agrave; da sabato mattina, subito dopo la Superpole, &egrave; stata esposta sia presso la Ducati Island (storico spazio che la Casa di Borgo Panigale dedica ai propri appassionati durante le gare americane) sia all&rsquo;interno del Paddock Show.  Inoltre, per completare lo storico momento, il Team Aruba.it Racing-Ducati ha deciso di celebrare la nuova 1299 Panigale R Final Edition, vestendo le due moto ufficiali con una speciale livrea ad essa ispirata, livrea che &egrave; stata utilizzata da Chaz Davies e Marco Melandri sabato in Gara 1 e domenica in Gara 2. Davies ha siglato una splendida vittoria il sabato e un terzo posto la domenica, Melandri ha portato a casa due ottimi quarti posti.  La 1299 Panigale R Final Edition arriver&agrave; dai concessionari a luglio al prezzo di &euro; 39.900 fc. 

Presentata a Laguna Seca da Chaz Davies e Marco Melandri, &egrave; un tributo alla storia del bicilindrico, il motore pi&ugrave; vincente del mondiale Superbike. E&#39; una edizione limitata

Ducati 1299 Panigale R: edizione finale (e limitata)

EICMA, anno 2011. Ducati svela la 1199 Panigale, la moto&nbsp;che apre il nuovo corso tecnico delle supersportive bolognesi, un progetto che ha mandato in pensione alcune soluzioni tecniche considerate un marchio di fabbrica, tra cui il telaio a traliccio in tubi d&rsquo;acciaio, la distribuzione mossa da cinghie dentate e la frizione a secco. All&rsquo;epoca Claudio Domenicali dichiar&ograve; che il passato &egrave; importante ma un&rsquo;azienda che vuole evolvere i propri prodotti non deve avere dogmi. Un ragionamento condivisibile, soprattutto dal punto di vista ingegneristico (meno dal punto di vista del marketing). Un ragionamento che spiega il coraggio di&nbsp;manager che pensano&nbsp;in grande e che per questo vogliono ragionare senza limiti di alcun genere.&nbsp;  OBIETTIVO INTEGRAZIONE - La Ducati 1199 Panigale nasce per essere la pi&ugrave; potente e leggera bicilindrica supersportiva della storia e per questo il progetto ruota intorno al termine integrazione e a un propulsore (battezzato Superquadro) dal rapporto corsa/alesaggio estremo. Un motore portante, che quindi collega il telaietto reggisella e il forcellone monobraccio in alluminio alla parte anteriore del veicolo, a&nbsp;un elemento scatolato in alluminio che funge anche da airbox. Un motore con pistoni extra large: ben 112 mm &Oslash;, che oggi, sulla 1299 Panigale, sono stati sostituiti con componenti di&nbsp;116 mm &Oslash;! Dal punto di vista&nbsp;ingegneristico la Ducati 1199 Panigale &egrave; una meraviglia, il sogno di molti progettisti, quelli che o non hanno mai avuto il coraggio o non sono mai stati messi in condizione di avvicinarsi cos&igrave; tanto al limite (dal punto di vista della progettazione), su una moto di serie. La bicilindrica bolognese &egrave; pi&ugrave; bella nuda che vestita e considerando che il suo design (solo leggermente modificato sulla 1299 Panigale) &egrave; ancora oggi uno dei pi&ugrave; apprezzati, non &egrave; difficile affermare che a livello stilistico la 1199 Panigale &egrave;&nbsp;un successo.  BELLEZZA AD OGNI COSTO - Claudio Domenicali ha sempre sostenuto che una moto pu&ograve; diventare un successo commerciale solo se &egrave; bella e ha ragione, perch&eacute; la storia del motociclismo avvalora la sua tesi. Certo, giudicare il design con un metro universale &egrave; difficile, perch&eacute; il gusto &egrave; pi&ugrave; soggettivo che oggettivo, per&ograve; si pu&ograve; affermare che lo stile delle Ducati nate sotto la direzione di Domenicali sono state apprezzate dalla stragrande maggioranza del pubblico, quindi... La nascita della 1199 Panigale &egrave; stata complessa, perch&eacute; fondere l&rsquo;ingegneria estrema con le dimensioni ultra compatte, le esigenze del centro stile e i problemi di costi imposti dalla produzione in serie &egrave; stato un rebus di difficile soluzione. Per assurdo, uno dei limiti del progetto Panigale &egrave; proprio il suo fascino. Una bicilindrica di grossa cilindrata, infatti, avrebbe bisogno di un impianto di scarico voluminoso e ingombrante, che per&ograve; avrebbe rovinato il design della moto. Nel caso specifico, la &ldquo;battaglia&rdquo; tra ingegneri e designer &egrave; stata vinta da questi ultimi e la 1199 Panigale &egrave; stata presentata con un compattissimo impianto di scarico che termina sotto il motore. Questa &egrave; una delle scelte che hanno definito il carattere della Panigale, una moto molto rigida, reattiva, efficacissima in staccata ed equipaggiata con un grosso bicilindrico che ha sempre amato essere utilizzato agli alti regimi e contraddistinto da una brusca entrata in coppia (&quot;smussata&quot; sulle ultime versioni della Panigale, la 1299 e la R), non certo apprezzata dalla ciclistica e dal pneumatico posteriore. Insomma, una moto veloce, che per&ograve; richiede una buona preparazione fisica per essere portata al limite e che non si pu&ograve; guidare come una bicilindrica tradizionale.  L&#39;UNICA DUCATI SBK SENZA TITOLI IRIDATI - Sull&rsquo;attuale Ducati Panigale SBK c&rsquo;&egrave; un impianto di scarico pensato per ottimizzare le prestazioni (la potenza ma anche il tiro ai medi regimi), un componente caratterizzato da collettori molto lunghi che enfatizzano le caratteristiche del Superquadro ma stravolgono il design. Per anni, per&ograve;, non &egrave; stato cos&igrave; e quella moto che avrebbe dovuto dominare il mondiale SBK non &egrave; riuscita a vincere neppure un titolo iridato. Ovviamente la mancanza di risultati non &egrave; solo colpa dell&rsquo;impianto di scarico (ma anche di diversi fattori che in seguito analizzeremo), per&ograve; questo non cambia la sostanza: tranne la Panigale, ogni race replica prodotta da Ducati (la 851, la 916, la 999, la 1098 e le loro rispettive evoluzioni) ha vinto pi&ugrave; di un mondiale SBK.  SUPERSPORTIVA&nbsp;V4 IN ARRIVO - Molto probabilmente a EICMA 2017 Ducati sveler&agrave; la nuova&nbsp;supersportiva V4 (che ha gi&agrave; mosso i primi passi in pista), che sostituir&agrave; il progetto Panigale&nbsp;e rappresenter&agrave; la piattaforma su cui sviluppare una gamma di prodotti, quello che non &egrave; stato fatto con le&nbsp;1199 e 1299 Panigale, talmente estreme da non poter essere utilizzate per costruire&nbsp;moto diverse dalle supersportive. In sostanza il bicilindrico Superquadro potrebbe andare in pensione insieme alle Panigale, senza avere vinto titoli iridati e senza essere stato utilizzato per costruire Ducati naked, sport touring, turistiche, cruiser e scrambler, sulle quali vengono montati o i bicilindrici raffreddati ad aria o le varie evoluzioni dell&rsquo;immortale e versatilissimo propulsore Testastretta, utilizzato&nbsp;anche su molte supersportive, fino alla 1098.  NUMERI DA RECORD MA... - Con il progetto Panigale, da un lato Ducati ha cercato di stupire e di voltare pagina, utilizzando soluzioni tecniche innovative, estreme e per molti aspetti intelligenti. Fino ad ora, per&ograve;, al progetto Panigale &egrave; mancata quell&rsquo;armonia tecnica che nel motociclismo si traduce in feeling e fruibilit&agrave;. Tutte le Panigale, numeri alla mano (potenza, coppia, pesi, ingombri), rappresentano dei miracoli della meccanica, per&ograve; &egrave; come se questi ingredienti di ottima qualit&agrave; non siano stati amalgamati bene. Probabilmente all&rsquo;inizio della sua carriera agonistica la Panigale non &egrave; stata sviluppata a sufficienza dal reparto corse, impegnato sulla MotoGP. Forse nessuno dei piloti che Ducati ha scelto per la SBK &egrave; riuscito a sfruttarla fino in fondo. Quasi sicuramente lo sviluppo delle supersportive quadricilindriche e il regolamento del mondiale delle derivate dalla serie hanno complicato non poco la vita al bicilindrico (parliamo al singolare perch&eacute; oggi, in SBK, solo Ducati utilizza ancora questo motore per gareggiare).&nbsp;  &Egrave; INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA - Inoltre, se da un lato la Panigale &egrave; nata senza tenere conto dei dogmi del passato, dall&rsquo;altro i suoi dogmi stilistici hanno in parte condizionato le sue prestazioni e la sua evoluzione. Oggi la musica &egrave; cambiata, perch&eacute; Ducati ha investito tempo e denaro sulla Panigale SBK con l&rsquo;obiettivo di migliorare prestazioni e guidabilit&agrave;, senza tenere conto di altri fattori. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, perch&eacute;, dopo le Kawasaki, le Ducati sono le moto pi&ugrave; veloci. Il percorso che ha portato Ducati a questo punto, per&ograve;, &egrave; stato troppo lungo e impervio e ora &egrave; iniziato il conto alla rovescia, perch&eacute; la Panigale SBK dovr&agrave; vincere prima di essere sostituita dal progetto V4, la quale segner&agrave; davvero un radicale cambio filosofico e tecnico, garantendo quei &ldquo;numeri estremi&rdquo; che una Ducati deve avere, abbinati a quella versatilit&agrave; che, storia alla mano, &egrave; mancata al progetto Panigale. 

Ingegneria estrema. La sintesi dell&rsquo;integrazione. Il progetto tecnicamente pi&ugrave; complesso della storia Ducati ma anche la SBK meno vincente della storia Ducati...

Ducati Panigale: top o flop?

Ducati Panigale R, le immagini

da Imola: Riccardo Piergentili  IMOLA - Prime impressioni di guida della Panigale R e della Panigale R Superbike di Davide Giugliano. A Imola Motosprint ha realizzato la comparativa della 1000 supersportive&nbsp; (BMW S1000 RR, Ducati 1299 Panigale S, Aprilia RSV4 Factory e Yamaha YZF-R1M) . Possiamo ora fare un confronto tra la Ducati S e la R. Per la prima volta nella storia delle Supersportive Ducati la versione R &egrave; meno aggressiva e pi&ugrave; guidabile della versione S, che invece &egrave; molto maneggevole, al limite dell&rsquo;eccessivo e caratterizzata da un motore molto aggressivo nella prima parte dell&rsquo;accelerazione.  La R invece &egrave; meno stancante perch&eacute; ha un avantreno molto pi&ugrave; preciso, &egrave; pi&ugrave; stabile e si impenna meno. Inoltre il motore che &egrave; l&rsquo;ultima versione del 1199 ha un&rsquo;erogazione molto fluida quindi la moto accelera molto, ma non in maniera brusca rispetto alla S. Inoltre rispetto alle vecchie versione del motore 1199, quella della R attuale non ha pi&ugrave; la brusca entrata in coppia a cavallo dei 7000 giri che caratterizzata le unit&agrave; fino a ora vendute.    La differenza principale tra le moto di serie e quella di Giugliano &egrave; che la moto da corsa avendo il serbatoio da 24 litri ha una posizione di guida radicalmente diversa. I manubri sono molto pi&ugrave; lontano dal busto.  Giugliano a Imola usa solo 4 marce e la configurazione dell&rsquo;elettronica della moto da corsa permette di aprire il gas prima e con maggiore rapidit&agrave; rispetto alla moto di serie, senza avere mai problemi di impennamento. Quindi per assurdo la moto da corsa &egrave; meno stancante di quella di serie.  La moto da corsa ha un interasse maggiore rispetto a quella di serie e delle diverse quote ciclistiche. Tradotto, la moto da corsa entra molto pi&ugrave; velocemente in curva ed &egrave; meno sottosterzante. Per&ograve; risulta pi&ugrave; lenta nei cambi di direzione e questo perch&eacute; i piloti con questa taratura hanno un maggior feeling con i pneumatici. Di fatto, che acquista la moto di serie pu&ograve; godersi una maneggevolezza addirittura superiore a quella di una superbike.    La macrodifferenza tra la versione di serie q&nbsp;&nbsp; &nbsp;quella da corsa si percepisce in frenata: sulla versione di serie si avverte un deciso trasferimento di carico sull&rsquo;avantreno, che richiede molto impegno fisico al pilota in fase di staccata, mentre la moto da corsa sia per merito del maggior interasse sia per merito di una molla dell&rsquo;ammortizzatore molto morbida ha un ridottissimo trasferimento di carico sull&rsquo;avantreno. Per questi motivi con la moto da corsa &egrave; pi&ugrave; semplice ritardare il punto di frenata e utilizzare il freno dietro.  La difficolt&agrave; si ha in accelerazione, perch&eacute; con la molla morbida la moto da corsa tende a muoversi molto, pi&ugrave; di quella di serie.&nbsp; Un pilota professionista non ci fa caso, un pilota &ldquo;normale&rdquo; si.

Abbiamo provato in anteprima la Ducati stradale e la moto di Giugliano. Ecco le differenze

Panigale R contro Panigale R SBK

Oggi, presso il Data Center di Aruba ad Arezzo, &egrave; stata finalmente presentata la nuova squadra che parteciper&agrave;, portando i colori della Casa&nbsp;di Borgo Panigale, al Campionato Mondiale Superbike 2015.  L'Aruba.it Racing - Ducati Superbike Team, unica squadra ufficiale di Ducati Corse al WSBK, nasce grazie all'accordo triennale con Aruba (societ&agrave; italiana leader nei servizi di web hosting e cloud). Lo stesso Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati Motor-Holding, sembra molto soddisfatto della partnership:  &ldquo;Siamo particolarmente soddisfatti dell'accordo con Aruba, anche perch&eacute; entrambe le aziende condividono una significativa serie di valori, che vanno dall'avanguardia tecnologica nei rispettivi settori di riferimento, alla capacit&agrave; di offrire l'eccellenza del made in Italy, operando con passione e competenza per garantire soddisfazione ai propri utenti e clienti in tutto il mondo.&nbsp;Ducati ha appena chiuso un ottimo 2014 in cui abbiamo fatto registrare un nuovo record di vendite, consegnando ai clienti 45.100 moto, il 2% in pi&ugrave; rispetto al 2013...&nbsp;Il Campionato Mondiale Superbike &egrave; molto importante per Ducati e per la nostra storia: abbiamo vinto 14 titoli piloti e 17 titoli per costruttori e vogliamo assolutamente tornare a vincere con la Panigale. La partnership triennale con Aruba &egrave; la piattaforma ideale per proseguire con questo impegno e tornare ad essere protagonisti nel campionato. Desidero chiudere con un ringraziamento personale a Stefano Cecconi e dare il benvenuto ad Aruba tra i nostri partner pi&ugrave; importanti. Auguro &ldquo;in bocca al lupo&rdquo; ai nostri piloti Chaz e Davide e a tutto l&rsquo;Aruba.it Racing &ndash; Ducati Superbike Team&rdquo;. In occasione dell'evento sono stati illustrati i programmi e le novit&agrave; tecniche che caratterizzeranno la nuova stagione di gare 2015.  I due piloti della squadra, il britannico Chaz Davies e l'italianissimo Davide Giugliano, hanno poi finalmente svelato la nuova livrea con cui scender&agrave; in pista la Panigale R ufficiale. Una moto tutta riveduta e migliorata dalla squadra dei&nbsp;tecnici del reparto racing per una&nbsp;SBK che quest'anno ha visto l'introduzione di&nbsp;nuove norme per portare le moto pi&ugrave; vicine a quelle di serie.  Cos&igrave; ha commentato le novit&agrave; 2015 Ernesto Marinelli,&nbsp;Direttore Progetto Superbike Ducati Corse:&nbsp; &ldquo;La Panigale R Superbike 2015 &egrave; una versione evoluta rispetto a quella del 2014. Ci siamo adeguati al nuovo regolamento tecnico e, oltre alle normali evoluzioni di sospensioni, impianto frenante e ciclistica, le tre aree di maggior intervento sono state la nuova elettronica, &nbsp;il motore e il nuovo impianto di scarico, nato dalla collaborazione con Akrapovi&#269;. L&rsquo;elettronica &egrave; stata completamente rivista, anche perch&eacute; &egrave; stato introdotto dal regolamento un &ldquo;price cap&rdquo; di 8.000 Euro. Sono cambiati molti componenti, in particolare i sensori compresa la piattaforma inerziale (IMU) che ora sono in comune con la moto di produzione, ed &egrave; nuova la centralina Magneti Marelli MLE, il cui costo &egrave; meno di un terzo di quella della passata stagione. Nonostante la significativa differenza nel prezzo siamo per&ograve; riusciti a mantenere praticamente le stesse strategie di gestione e ad aggiornarle con nuove tarature. Il motore &egrave; meno elaborato e pi&ugrave; vicino al propulsore di serie della nuova Panigale R, del quale per effetto del nuovo regolamento utilizza &nbsp;gli stessi pistoni&rdquo;. Molto entusiasti&nbsp;della&nbsp;nuova Superbike e dell'esito dei test invernali appena conclusi anche&nbsp;Chavez e Giugliano, che non vedono l'ora di iniziare la "battaglia" vera e propria&nbsp;che avr&agrave; inizio il 22 Febbraio sul circuito di&nbsp;Phillip Island in Australia. Giulia Cassinelli   [gallery ids="17361,17360,17359"]   

Ducati presenta la nuova squadra ufficiale pronta a scendere in campo con la Panigale R nel Mondiale Superbike 2015

Ducati e Aruba presentano il team ufficiale WSBK

  Tante novit&agrave; per la Casa di Borgo Panigale&nbsp;nel Campionato SBK 2015.  La nuova squadra che si presenter&agrave; alle competizioni avr&agrave; ora il nome di "Aruba.it-Ducati Superbike Team": questo il risultato di un accordo triennale tra Ducati e Aruba, che vedr&agrave; la partecipazione diretta della Societ&agrave; toscana come title sponsor nel mondiale SBK. &nbsp;Due filosofie italiane di eccellenza e qualit&agrave; tecnologica che collaborano in un importantissimo appuntamento internazionale.  Aruba si occuper&agrave;&nbsp;in particolare degli&nbsp;aspetti organizzativi, marketing e comunicazione (ma verr&agrave; anche rappresentata da Luca Scassa in qualit&agrave; di collaudatore ufficiale) mentre i tecnici del Reparto Corse si concentreranno sullo sviluppo e la preparazione delle Ducati Panigale R.  Moto che verranno guidate, anche per quest'anno, dai piloti Chaz Davies e Davide Giugliano. La direzione tecnica della squadra &egrave;&nbsp;ancora una volta affidata ad Ernesto Marinelli,&nbsp;e Serafino Forte viene riconfermato nel ruolo di&nbsp;Team Manager.  Il nuovo pool sar&agrave; presentato ufficialmente a Febbraio durante un evento presso il Data center di Aruba ad Arezzo.  Claudio Domenicali, Amministratore Delegato di Ducati, ha dichiarato:&nbsp;  &ldquo;E&rsquo; con grande soddisfazione che annunciamo questo importante accordo con Aruba, che garantisce una solida piattaforma di lavoro per Ducati nel Campionato Mondiale Superbike per i prossimi tre anni. Nel pieno rispetto della nostra filosofia di utilizzare le corse per testare e migliorare continuamente il prodotto che offriamo ai nostri appassionati, la nuova squadra &ldquo;Aruba.it Racing &ndash; Ducati Superbike Team&rdquo; potr&agrave;&nbsp;contare nel 2015 su una versione profondamente evoluta della Panigale, disponibile anche per i nostri appassionati e ancora pi&ugrave; potente, leggera ed elettronicamente all&rsquo;avanguardia. Per Ducati le gare hanno un&rsquo;importanza strategica, e il Campionato Mondiale Superbike ci permette di dimostrare in pista quanto un bicilindrico possa essere performante e veloce. Con i nuovi regolamenti 2015, secondo i quali le moto in gara dovranno essere ancora pi&ugrave; vicine a quelle di serie, crediamo di avere le carte in regola per poter essere molto competitivi. Con i suoi 14 titoli mondiali piloti e 17 titoli mondiali marche, Ducati ha una straordinaria tradizione di successi e di vittorie nel Campionato Mondiale Superbike, e con questo accordo pensiamo di avere gettato le basi per accrescere questo ineguagliato palmares. Un grande in bocca al lupo quindi a Chaz e a Davide e un caloroso benvenuto ad Aruba.&rdquo;  Giulia Cassinelli      

Il team SBK Aruba-Ducati riconferma i suoi piloti e si focalizza sullo sviluppo delle due Panigale R

Nuovo team Aruba-Ducati in SBK

Forza, velocit&agrave; e aggressivit&agrave;. Un motore bicilindrico che mette paura ai quadricilindrici 1000. Compatta, leggera e molto maneggevole. Ora con pi&ugrave; trazione. Freni eccezionali. La Panigale R &egrave; una moto da corsa con la targa  &nbsp;  &nbsp;  Lo senti ruggire sotto il serbatoio, sfiori l&rsquo;acceleratore e il leone comincia a correre. Sempre pi&ugrave; forte e con maggiore forza. Ha muscoli d&rsquo;acciaio e oltrepassati i 7.000 giri, dopo avere individuato la preda, la voglia di raggiungerla aumenta ancora, esattamente come la sua accelerazione. Sa qual &egrave; il suo obiettivo e sembra non volersi fermare. Una volta, a 11.500 giri aveva finito il fiato e doveva fermarsi. Oggi, invece, riesce a spingersi fino a 12.000 giri, perch&eacute; le nuove gazzelle europee non sono mai state cos&igrave; in forma. Il leone di Borgo Panigale non rimarr&agrave; pi&ugrave; senza pasto, perch&eacute; ora &egrave; in grado di raggiungerle e catturarle anche nelle ampie praterie, dove prima soffriva un po&rsquo; la mancanza di velocit&agrave;. Ma le sue armi non sono solo un nuovo cuore pi&ugrave; potente e allenato. Ci sono anche delle zampe posteriori pi&ugrave; resistenti, che consentono di trasmettere al terreno tutta la sua forza. Il leone non corre pi&ugrave; &ldquo;a vuoto&rdquo; ed anche se la preda cambia continuamente direzione per metterlo in difficolt&agrave;, lui non molla. In questa storia, il leone &egrave; la 1199 Panigale R e le gazzelle sono le supersportive europee a quattro cilindri. Ducati continua a giocare la sua partita con due cilindri in meno e con 200 cm3 in pi&ugrave;. A Borgo Panigale hanno iniziato a conoscere il progetto Panigale. Hanno capito quali sono i pregi ed hanno individuato i difetti. La versione R rappresenta la soluzione a questi problemi. Mancava allungo, per competere con le quadricilindriche nelle corse? Ora, grazie alle bielle in titanio, il bicilindrico bolognese raggiunge agevolmente i 12.000 giri. Serviva pi&ugrave; trazione per sfruttare tutta la coppia a disposizione? Ora, grazie al pivot regolabile e ad una maggiore conoscenza dello schema a motore portante, c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; grip al retrotreno. L&rsquo;erogazione era troppo brusca a cavallo dei 7.500 giri? Ecco, su questo aspetto bisogna ancora lavorare, perch&eacute; il propulsore della 1199 Panigale R va molto pi&ugrave; forte di quanto si potrebbe immaginare ma &egrave; una belva in gabbia. In teoria &egrave; addestrato, ma il suo istinto da capo branco a volte riemerge prepotentemente e bisogna essere sempre pronti a fargli capire chi comanda. La 1199 Panigale R, dati alla mano, non &egrave; molto diversa dalla versione S, per&ograve; le poche (ma azzeccate) modifiche apportate al motore e alla ciclistica hanno spostato in alto l&rsquo;asticella delle prestazioni. In realt&agrave; non &egrave; questa la notizia pi&ugrave; importante. Ci&ograve; che davvero conta &egrave; che gli ingegneri bolognesi hanno dimostrato che il progetto Panigale pu&ograve; migliorare. Il suo potenziale, notevole, &egrave; fuori discussione: &egrave; la supersportiva pi&ugrave; leggera in commercio, monta il bicilindrico pi&ugrave; potente del mondo e piace. La 1199 Panigale, per&ograve;, &egrave; nata in un momento molto delicato della storia di Ducati. L&rsquo;azienda di Borgo Panigale, infatti, in MotoGP ha sempre puntato sulla soluzione tecnica a motore portante (vincente con Stoner nel mondiale 2007), messa in discussione negli ultimi due anni, tanto che, alla fine, per la Desmosedici &egrave; stato realizzato un telaio a doppio trave in alluminio. Nello stesso periodo Ducati ha svelato il progetto Panigale, nato proprio intorno alla soluzione a motore portante. Come se non bastasse, dopo i primi test delle versioni di serie e Superbike, sono emersi alcuni difetti di giovent&ugrave; (entrata in coppia troppo brusca e mancanza di trazione), che hanno messo un po&rsquo; in allarme gli ingegneri bolognesi. &Egrave; passato un anno e in realt&agrave; non &egrave; stata necessaria nessuna rivoluzione. Semplicemente, la 1199 Panigale &egrave; caratterizzata da un telaio molto rigido, pertanto basta poco per farla funzionare ma una mossa sbagliata penalizza questa moto pi&ugrave; di altre. La 1199 Panigale &egrave; un prodotto di serie che somiglia molto ad una moto da corsa. &Egrave; sensibile alle regolazioni e soprattutto al cambiamento della pressione dei pneumatici, la taratura delle sospensioni &egrave; rigida e il motore funge da telaio, pertanto la funzione ammortizzante del pneumatico &egrave; pi&ugrave; importante rispetto ad altre moto. In sostanza, con la supersportiva Ducati, senza aver scelto un buon set-up, non si pu&ograve; entrare in pista e guidare subito al limite.  DA FERMO  La Ducati 1199 Panigale R non &egrave; molto diversa rispetto alla versione S. Cambiano numerosi dettagli, che un occhio attento e abituato ad apprezzare i componenti racing e quelli in fibra di carbonio, noter&agrave; di certo. Sulla R il parafango posteriore, le protezioni del forcellone, del carter frizione e dell&rsquo;ammortizzatore sono in carbonio, esattamente come il paratacchi e le cover blocco chiave e quelle dei convogliatori d&rsquo;aria. La moto costa 31.990 euro chiavi in mano e compresi nel prezzo ci sono: l&rsquo;impianto di scarico Evo della Termignoni (non omologato per l&rsquo;uso su strada), la chiavetta contenente il file per cambiare la mappatura della centralina (da utilizzare insieme allo scarico racing), il parabrezza maggiorato (utilissimo, dato che quello di serie non garantisce un&rsquo;adeguata protezione aerodinamica) e il kit tappi specchietti retrovisori in alluminio spazzolato, davvero molto belli. Per il resto, sia il fanale anteriore, sia quello posteriore, entrambi caratterizzati da forme aggressive e futuristiche, sono a led. Il design &egrave; caratterizzato da un accentramento delle masse nella zona centrale del veicolo. In sostanza la parte centrale/basse della carena &egrave; molto voluminosa rispetto al codino, al cupolino e al serbatoio a dir poco minimalisti. L&rsquo;impianto di scarico termina sotto il motore: posizionare in basso lo scarico di un bicilindrico 1200 (che ha bisogno di collettori abbastanza lunghi per funzionare correttamente) ha costretto designer e ingegneri a pensare soluzioni fantasiose per posizionare altri componenti. La 1199 Panigale doveva essere una moto molto compatta e leggera, per&ograve; non si dovevano sacrificare le prestazioni. Ad esempio, &egrave; per lasciare spazio ai collettori di scarico che l&rsquo;ammortizzatore, che funge anche da elemento di stile, &egrave; stato montato sul lato sinistro. La 1199 Panigale R &egrave; disponibile solo nella colorazione Ducati Corse: il rosso la fa da padrone ma sulle carene ci sono delle zone color alluminio, materiale con cui &egrave; realizzato lo splendido serbatoio, che giustamente non &egrave; stato completamente verniciato. Sarebbe stato un vero peccato non poter ammirare la sua finitura spazzolata!    IN SELLA  Ad Austin, nel Texas (il teatro del nostro test) abbiamo utilizzato gomme Pirelli Diablo Supercorsa SC2 (quelle di serie, le Diablo Supercorsa SP, sono pi&ugrave; adatte ad un uso stradale) e i tecnici Ducati hanno scelto pressioni a caldo anomale per questo tipo di coperture: 2,3 bar all&rsquo;anteriore (anzich&eacute; 2,1 bar) e 1,7 bar al posteriore (invece di 1,9 bar). Con questa configurazione, la 1199 Panigale R ha funzionato meravigliosamente. Ricordiamo che sulla versione R &egrave; possibile abbassare il pivot (fino a 4 mm) per incrementare la trazione, ma in questa occasione abbiamo utilizzato la stessa altezza del perno del forcellone della 1199 Panigale S. Il grip al retrotreno non &egrave; stato mai un problema, tanto che abbiamo potuto utilizzare il traction control al livello 2 (di norma su questa moto si usa il livello 4), notando un funzionamento meno invasivo del sistema, che non ha generato un&rsquo;erogazione singhiozzante. Nei lunghi rettilinei del circuito texano abbiamo apprezzato il rinnovato allungo del bicilindrico Ducati, che non smette mai di spingere. Oltrepassati gli 8.000 giri il rombo il propulsore alza la voce e il rombo di scarico diventa prepotente senza risultare assordante. Fino a quando non si innesta la quarta marcia l&rsquo;avantreno galleggia sull&rsquo;asfalto, col contagiri digitale che sale velocemente verso il fondoscala (12.500 giri). In un attimo si raggiungono i 250 km/h e ora, grazie al rapporto finale pi&ugrave; corto (15/41 anzich&eacute; 15/39) anche in quinta ed in sesta il motore spinge, spinge e spinge ancora. Gestire queste prestazioni &egrave; meno difficile del previsto, perch&eacute; in sella alla 1199 Panigale R si sta comodi: il serbatoio stretto, consente di stringere bene la moto tra le gambe e la ciclistica &egrave; molto equilibrata ed estremamente reattiva. Purtroppo, quando l&rsquo;ago del contagiri oltrepassa i 7.500 giri, l&rsquo;entrata in coppia mette un po&rsquo; in crisi il pneumatico posteriore. Niente paura, il traction control tiene la situazione sotto controllo, per&ograve; con conviene chiamarlo in causa e sfidare la sorte. &Egrave; sufficiente ritardare di pochi decimi di secondo l&rsquo;apertura dell&rsquo;acceleratore per evitare di alterare l&rsquo;equilibrio ciclistico del veicolo. Certo, questo significa non sfruttare a fondo le potenzialit&agrave; della moto, per&ograve; &egrave; il modo migliore per guidare con fluidit&agrave;, evitando di far fare gli straordinari alle gomme. La 1199 Panigale R ha una maneggevolezza fuori dal comune e una precisione direzionale sconosciuta alla maggior parte delle sportive di serie. Quando arriva il momento di frenare, anche alle altissime velocit&agrave;, basta sfiorare la pompa freno anteriore. La velocit&agrave; cala cos&igrave; rapidamente che per un attimo manca il respiro. In questi frangenti la moto rimane stabile, l&rsquo;avantreno non affonda troppo velocemente, quindi chi &egrave; abituato ad utilizzare il freno posteriore, potr&agrave; farlo senza innescare l&rsquo;intraversamento del retrotreno. Quando arriva il momento di inserire la moto in curva, basta pensare di iniziare la manovra per trovarsi gi&agrave; al punto di corda, ad inclinazioni pazzesche, con le pedane che strusciano sull&rsquo;asfalto. Ecco, a proposito delle pedane... rappresentano un limite. In pista, quando si utilizzano gomme in mescola racing, sarebbe meglio acquistare dei componenti da corsa, per avere una maggiore luce a terra. A centro curva l&rsquo;avantreno della 1199 Panigale R trasmette feeling. Il sottosterzo &egrave; inesistente, pertanto non serve restare piegati a lungo, anche perch&eacute; si ha sempre voglia di spalancare il gas, per consentire al bicilindrico bolognese di sfogarsi. Ascoltarlo e sfruttarlo &egrave; un piacere. In uscita di curva, per&ograve;, bisogna reggersi forte, perch&eacute; l&rsquo;imbottitura della sella &egrave; molto scivolosa e quando il motore decide che &egrave; arrivato il momento di correre, lui lo far&agrave;... con o senza di voi!  