La concept preview del nuovo Kymco K50 sar&agrave; svelata il 24 marzo in anteprima mondiale, e si potr&agrave; vedere durante il Tokyo Motorcycle Show, aperto al pubblico dal 25 al 27 marzo. Potenza, coppia, velocit&agrave;, prestazioni, leggerezza, agilit&agrave;, ergonomia, protezione, sportivit&agrave;: tutto questo Kymco ha voluto mettere insieme su uno scooter, con il K50 Concept. &quot;K50 Concept &egrave; qualcosa di inedito per potenza, velocit&agrave;, tecnologia. Tutto il Know How tecnologico Kymco, e anche qualcosa in pi&ugrave;, si &egrave; riversato in questo concept che sar&agrave; esposto in anteprima mondiale al Tokio Motorcycle Show&quot;, dicono in Kymco. Design italiano, collaborazioni internazionali, partner tecnici premium, K50 Concept &egrave; un concentrato di tecnologia, materiali ottimali, prestazioni e stile italiano. Vuole lasciare il segno e costituire il partenza per una nuova generazione di scooter da alte prestazioni. &quot;Sound unico, baricentro basso, distribuzione dei pesi ottimale e un rapporto peso potenza mai cos&igrave; spinto per uno scooter, fanno di Kymco K50 Concept qualcosa di unico&quot;, anticipa Luca Paletti, responsabile stampa di Kymco Italia.  

<p>Unisce design italiano e tecnologia internazionale. Sar&agrave; svelato il 24 marzo in anteprima al Tokio Motorcycle Show</p> 

Kymco K50 Concept

Nel numero precedente avevamo dato alcune indicazioni sulle modifiche principali che potevano essere effettuate sui motocicli, per evitare di essere sanzionati in caso di controllo da parte delle forze dell&rsquo;ordine. Oggi ritorniamo sull&rsquo;argomento, considerata la vastit&agrave; dell&rsquo;argomentazione e per dare un indicazione corretta sui dispositivi di equipaggiamento e variazioni possibili sui motocicli, quando questi sono utilizzati alternativamente su strada ed in circuito. Certamente questa materia &egrave; in continua evoluzione, anche perch&eacute; oltre a quanto previsto dal Codice della Strada e relativo regolamento, &egrave; oggetto di frequenti modifiche riferite all&rsquo;emanazioni di circolari dalla Comunit&agrave; Economica Europea, che intervengono con deroghe su quanto prevede la norma generale. Spesso quando si usa la moto in circuito s&rsquo;interviene sostituendo le sospensioni e variando le geometrie della moto; su strada &egrave; bene rammentare che queste, devono rispettare quanto previsto in sede d&rsquo;omologazione, quindi, nel rispetto delle tolleranze ammesse, non si pu&ograve; variare l&rsquo;angolo d&rsquo;inclinazione dello sterzo o le altezze, cos&igrave; come la massa intesa come tara, le dimensioni d&rsquo;ingombro, gli sbalzi e di conseguenza la struttura del telaio. Mantenendo fermi questi concetti, possiamo sostituire forcella e ammortizzatore, se omologati per quel determinato veicolo. I collettori di scarico possono essere sostituiti, ma se prevedono in origine il catalizzatore, lo devono mantenere nel rispetto delle normative antinquinamento. I cerchi ruota possono essere sostituiti con altri omologati. Parlando di sicurezza attiva, su strada l&rsquo;avvisatore acustico deve essere originale o rispettare i decibel previsti dalla normativa che, per motoveicoli oltre i 125 cm3 non deve essere inferiore a 80 dB misurati sull&rsquo;asse a 30 metri di distanza. Ovviamente non &egrave; ammesso nessun tipo d&rsquo;intervento che possa aumentare la potenza del veicolo, sia perch&eacute; verrebbero meno le condizioni di sicurezza previste dai parametri di origine, sia per motivi fiscali, considerato che il pagamento della tassa di propriet&agrave; &egrave; determinata in base ai kW di potenza. Tralasciando quelle modifiche delle caratteristiche costruttive e funzionali che prevedono una revisione straordinaria con l&rsquo;applicazione dell&rsquo;art.78 del C.D.S. di cui abbiamo parlato la volta scorsa, possiamo riassumere identificando la mancanza o la non omologazione dei dispositivi obbligatori di equipaggiamento o il loro posizionamento difforme con la sanzione prevista dall&rsquo;art.72 C.d.S. da 84 Euro, mentre l&rsquo;inefficienza di tali dispositivi, come l&rsquo;inefficienza delle caratteristiche costruttive e funzionali del motoveicolo, viene sanzionata dall&rsquo;art.79 C.D.S. che prevede sempre 84 Euro di multa, dando per&ograve; la facolt&agrave; all&rsquo;agente accertatore, qualora abbia dei dubbi sulla persistenza dei requisiti di sicurezza, rumorosit&agrave; ed inquinamento del veicolo, di effettuare comunque una segnalazione agli uffici della Motorizzazione competente per territorio, per ordinare una revisione straordinaria ai sensi dell&rsquo;art.80/5 comma del C.d.S. S&rsquo;incorre nello stesso rischio, ma per la sanzione prevista dall&rsquo;art.71 del C.d.S. quando in caso di controllo, emerge che &egrave; il veicolo a non essere conforme alle prescrizioni delle caratteristiche costruttive d&rsquo;omologazione, quindi per massa, dimensione, prestazioni, sicurezza attiva e passiva, ambientale o fiscale non previste dall&rsquo;art.78 C.d.S. Tornando ai dispositivi di illuminazione ricordiamo che per i motocicli identificati con codice L3 (due ruote oltre 50 cm3 e in grado di superare i 50 km/h) sono obbligatori sempre le luci di posizione anteriore a posteriore,&nbsp; gli anabbaglianti e abbaglianti, gli stop e le luci della targa, gli indicatori di direzione e i catadiottri posteriori non triangolari. Sono facoltativi i fendinebbia anteriori e posteriori, le luci d&rsquo;emergenza e i catadiottri laterali. Non sono ammessi altri colori se non quelli previsti dal Codice della Strada (bianco o rosso per i fanali rispettivamente anteriori e posteriori, giallo ambra per indicatori di direzione, giallo o bianco per i proiettori fendinebbia), sanzionabili tutti gli altri dispositivi colorati.

Cosa posso modificare

Vorrei fare qualche esperienza in pista, ma per non rischiare di danneggiare in una scivolata le carene originali, posso sostituirle con altre in vetroresina? Quali altre modifiche posso fare alla moto per renderla pi&ugrave; performante (ammortizzatori, forcella, tubi freni ecc.) senza per&ograve; rischiare di essere fermato su strada ed essere sanzionato?  Per individuare le normative che riguardano le caratteristiche costruttive e funzionali dei veicoli in genere, e di conseguenza individuare le possibili modifiche, &egrave; necessario rifarsi agli artt. 71 - 72 - 78 - 79 del Codice della Strada, con il relativo regolamento d&rsquo;esecuzione e le appendici specifiche per singola caratteristica. Di conseguenza non &egrave; semplicissimo dare un indicazione precisa su tutti i possibili interventi e sostituzioni, anche se tendenzialmente vale la regola che tutto ci&ograve; che non &egrave; espressamente legiferato, per garantire la&nbsp; &ldquo;sicurezza&rdquo;&nbsp; generalmente &egrave; vietato. Nel suo caso specifico sostituire la carenatura con un&rsquo;altra uguale in vetroresina e quindi meno costosa, dalle stesse dimensioni, non comporta il rischio di essere sanzionati, di fatto per&ograve; deve continuare a mantenere intatto ed efficiente l&rsquo;intero sistema d&rsquo;illuminazione o essere questo almeno conforme all&rsquo;originale. Per tutti gli altri dispositivi, la normativa generale si rif&agrave; all&rsquo;art. 227 del regolamento d&rsquo;esecuzione del C.D.S. che identifica le caratteristiche soggette ad accertamento in base all&rsquo;elenco dell&rsquo;appendice V del Codice, tra queste sono comprese le masse, le dimensioni e gli allestimenti, le prestazioni, la sicurezza attiva e passiva, la protezione ambientale e le disposizioni fiscali, ecc. Ovviamente lo scopo dei legislatori &egrave; quello di limitare al massimo l&rsquo;adozione di equipaggiamenti o modifiche alle strutture di origine, che possano comportare una diminuzione della sicurezza o addirittura la pericolosit&agrave; durante la guida. &Egrave; ovvio che lo scopo di chi vuole modificare il proprio mezzo, &egrave; quello di migliorarne il rendimento, ma di fatto, se questo comporta un aumento delle prestazioni, la modifica &egrave; vietata e sanzionabile. Rispondono della violazione dell&rsquo;Art.78 del C.D.S., che prevede una sanzione da 419 Euro e ritiro della carta di circolazione con nuova visita di revisione, tutte quelle modifiche che in genere riguardano i dispositivi di sicurezza, di silenziosit&agrave; e inquinamento atmosferico indicate nella carta di circolazione o nell&rsquo;omologazione del veicolo stesso. Nel concreto lo scarico pu&ograve; anche essere sostituito da un altro non originale, solamente se &egrave; dello stesso tipo di quello di serie od omologato per quel particolare modello (circolare MCTC 24-11-1997 prot.n.4883/4190/(0) &ndash; D.C. IV n.B103). L&rsquo;impianto frenante non pu&ograve; essere modificato salvo che la Casa costruttrice in sede d&rsquo;omologazione abbia gi&agrave; approvato tale modifica, nello specifico se la moto nasce con tubi freni aeronautici in treccia, allora si possono sostituire con analoghi omologati, ma se nasce con tubi tradizionali, non si possono cambiare senza aggiornamento. Sostituire le pinze o i dischi freni, con altri anche pi&ugrave; grandi, non espressamente omologati per quel tipo di motociclo, comporta l&rsquo;aggiornamento della carta di circolazione. Gli pneumatici di equipaggiamento devono essere della stessa misura dell&rsquo;omologazione. I dispositivi d&rsquo;illuminazione devono essere posizionati come in origine ed omologati,&nbsp; i retrovisori devono essere montati e possono essere sostituiti con altri omologati. Nel prossimo numero completeremo il quadro delle modifiche per i motocicli, considerato i numerosi particolari e la difficolt&agrave; di interpretare tutta la materia spesso oggetto di aggiornamento per effetto delle varie normative europee.

Le modifiche ammesse

Per risparmiare, dopo una scivolata&nbsp;invece del portatarga originale&nbsp;danneggiato, ne ho montato un altro&nbsp;omologato per il mio modello di moto.&nbsp;Arrivata l&rsquo;estate, io e mia moglie&nbsp;mettiamo zaino in spalla e via per le&nbsp;splendide strade dell&rsquo;Appennino,&nbsp;direzione riviera ligure. Vengo fermato&nbsp;in un posto di blocco dalla Polizia&nbsp;Stradale, in perfetto stile retata&nbsp;da film americano. I solerti agenti,&nbsp;dopo avermi controllato i documenti&nbsp;e minuziosamente la moto, mi contestano&nbsp;attraverso l&rsquo;applicazione di&nbsp;uno strumentino in plastica con un&nbsp;ago rosso da &ldquo;ferramenta&rdquo;, che ho&nbsp;saputo poi chiamarsi &ldquo;inclinometro&rdquo;,&nbsp;che la mia targa &egrave; inclinata di 38&deg;,&nbsp;ben 8&deg; oltre il limite. Per farla breve,&nbsp;mi contestano una sanzione amministrativa&nbsp;da 80 Euro, ma quello che&nbsp;brucia &egrave; il fermo del veicolo per 90&nbsp;giorni con recupero della mia moto&nbsp;con il carro attrezzi.  L&rsquo;argomento del portatarga &egrave; molto particolare e complesso.&nbsp;A volte l&rsquo;interpretazione personale degli organi&nbsp;accertatori, in mancanza di circolari ministeriali precise,&nbsp;pu&ograve; portare ad eccessi di zelo. Gi&agrave; in altre occasioni&nbsp;abbiamo affermato che questo comportamento &ldquo;lesivo&rdquo;&nbsp;nei confronti dei motociclisti, nasce dalla pregiudizievole&nbsp;convinzione che il montaggio di un portatarga con caratteristiche&nbsp;diverse da quelle originali, serve esclusivamente&nbsp;per eludere i controlli della velocit&agrave;. Al contrario&nbsp;se gli elementi che lei brevemente ci ha fornito sono tutti&nbsp;corretti, effettivamente una variazione d&rsquo;inclinazione di 8&deg;&nbsp;superiore al limite consentito su un angolo di 30&deg; previsti&nbsp;per legge, corrispondono ad un aumento dell&rsquo;angolo&nbsp;verso l&rsquo;esterno di circa 2,54 cm. se consideriamo che la&nbsp;targa di immatricolazione dei motoveicoli &egrave; lunga 177&nbsp;mm (Figura III 4/e Art.258 Regolamento d&rsquo;Esecuzione del&nbsp;Codice della Strada), quindi di fatto non dovrebbe essere&nbsp;considerato motivo di elusione ai controlli elettronici per&nbsp;le violazioni dei limiti di velocit&agrave;. Purtroppo per&ograve; nel suo&nbsp;caso gli Agenti non hanno ritenuto adottare quello che&nbsp;generalmente viene visto come buon senso, ma hanno&nbsp;semplicemente applicato senza sconti la violazione di&nbsp;legge prescritta dall&rsquo;Art.100 C.d.S., che prescrive nel&nbsp;comma 2 che i motocicli devono essere muniti di targa&nbsp;posteriore, nel comma 9 che il regolamento d&rsquo;esecuzione&nbsp;stabilisce per tutte le targhe, compreso i motocicli, i criteri&nbsp;per la formazione dei dati di immatricolazione e per&nbsp;il suo caso, la collocazione e le modalit&agrave; d&rsquo;installazione,&nbsp;le caratteristiche costruttive, dimensionali, fotometriche,&nbsp;cromatiche e di leggibilit&agrave;, nonch&eacute; i requisiti di idoneit&agrave;&nbsp;per l&rsquo;accettazione. La violazione di questi ultimi parametri,&nbsp;comporta secondo il comma 11 dello stesso articolo,&nbsp;una sanzione amministrativa da 84 euro (importo dal 1&nbsp;gennaio 2013) ed il fermo amministrativo del mezzo per&nbsp;tre mesi, dove per i motoveicoli &egrave; obbligatorio lasciare&nbsp;il primo mese in depositeria autorizzata con aggravio di&nbsp;ulteriore spese, tanto per essere imparziali con noi motociclisti.&nbsp;Detto questo nell&rsquo;articolo 259 del regolamento del&nbsp;C.D.S. troviamo tutte le indicazioni corrette per quanto&nbsp;riguarda il posizionamento e l&rsquo;inclinazione, che se rispettate,&nbsp;dovrebbe rendere immuni da qualsiasi contravvenzione,&nbsp;infatti, nessuno pu&ograve; contestare l&rsquo;installazione di un&nbsp;portatarga diverso dall&rsquo;originale, perch&eacute; questo particolare,&nbsp;se non modifica le caratteristiche costruttive di sicurezza,&nbsp;rumorosit&agrave; ed inquinamento, non &egrave; soggetto a&nbsp;revisione straordinaria. Da questo articolo rileviamo che&nbsp;la targa di un motociclo deve essere posizionata nella&nbsp;parte posteriore centrale e simmetrica rispetto la linea&nbsp;longitudinale del veicolo, quindi nella zona di origine prevista&nbsp;dal costruttore. Inoltre viene indicato che la targa&nbsp;deve essere verticale con una tolleranza di 5&deg;, e solo per&nbsp;particolari forme dei veicoli, nello specifico i motoveicoli,&nbsp;pu&ograve; avere un&rsquo;inclinazione rispetto alla verticale non superiore&nbsp;ai 30&deg; senza alcuna tolleranza, e non pu&ograve; essere&nbsp;pi&ugrave; bassa di 20 cm dal suolo e non pi&ugrave; alta di 120 cm,&nbsp;o vicino a questo limite, comunque in base alle caratteristiche&nbsp;del veicolo non pu&ograve; superare i 2 metri; deve poi&nbsp;essere visibile in tutto lo spazio compreso tra i quattro&nbsp;piani. Per tutti i parametri indicati non c&rsquo;&egrave; effettivamente&nbsp;menzione su quali strumenti utilizzare per effettuare le&nbsp;misurazioni, e se questi debbano essere eventualmente&nbsp;omologati, certamente nel suo caso, dove la variazione&nbsp;d&rsquo;inclinazione contestata, risulta piuttosto ridotta, affidarsi&nbsp;ad uno strumento di presunta bassa precisione, pare&nbsp;una condizione piuttosto azzardata da parte degli Agenti,&nbsp;specie se effettuata su una strada di montagna, che generalmente&nbsp;presenta gi&agrave; una pendenza naturale. Diversamente&nbsp;sarebbe inappellabile, se la stessa misurazione&nbsp;fosse stata effettuata con ausilio di personale della Motorizzazione&nbsp;Civile, preposti generalmente nei controlli in&nbsp;fase di revisione. Inoltre se come ha scritto il porta targa&nbsp;risultasse effettivamente omologato per quel veicolo, varrebbe&nbsp;la pena acquisire tale documentazione in termini&nbsp;difensivi ricorsuali, verificando anche l&rsquo;effettiva inclinazione&nbsp;di quello originale, da portare a confronto in sede&nbsp;dibattimentale, infatti, nel caso i valori rilevati risultassero&nbsp;analoghi, non vedo quale giudice potrebbe rigettare il ricorso&nbsp;presentato.

Che piega la targa!

Sono uno di quei motociclisti che ancora crede nell&rsquo;amicizia che lega noi centauri, una complicit&agrave; che affiora ogniqualvolta ci si incrocia su strada e riconoscibile con il tradizionale saluto a due dita alzate o con un breve lampeggio. Ma proprio questa abitudine quasi mi stava per costare una multa da 40 Euro. Durante il mio solito giretto domenicale, infatti, sono stato fermato da una pattuglia di Polizia, che mi ha contestato l&rsquo;uso &ldquo;inappropriato&rdquo; dei &ldquo;dispositivi d&rsquo;illuminazione&rdquo; per aver salutato un altro motociclista proveniente dal senso opposto, dopo che a loro dire avevo passato un altro posto di blocco che si trovava dalla parte opposta della strada ma che io non avevo visto... Lettera firmata  Il fatto che le &egrave; accaduto potrebbe effettivamente rientrare nella casistica specifica dell&rsquo;art.153/11&deg; comma del Codice della Strada, dove viene sanzionato con 39 Euro (41,00 Euro con l&rsquo;aumento del 5,9% dal 1 gennaio 2013) ed un punto di decurtazione sulla patente, chiunque usa impropriamente i dispositivi di segnalazione luminosa o che li aziona senza che ne ricorressero le condizioni, che poi sono meglio specificate nel comma 4 dello stesso articolo. Infatti &egrave; consentito l&rsquo;uso intermittente dei proiettori di profondit&agrave; per dare avvertimenti utili al fine di evitare incidenti e per segnalare al veicolo che precede l&rsquo;intenzione di sorpassare. Tale utilizzo &egrave; consentito anche in ore notturne e diurne in centro abitato. Nel suo caso, se le fosse stata contestata tale violazione, era verosimilmente riconducibile al fatto che, come lei ha scritto, in quel tratto erano presenti due distinti posti di controllo delle forze dell&rsquo;ordine, posizionati nei due sensi, pertanto il suo saluto &egrave; stato sicuramente inteso come un avvertimento per segnalare agli altri motociclisti la presenza della Polizia. Questo fatto ha innescato quindi il controllo, salvo poi credere nella sua buona fede, ma resta la possibilit&agrave; di vedersi sanzionare, perch&eacute; il &ldquo;saluto&rdquo; tra motociclisti non &egrave; una discriminante che consente l&rsquo;uso dei dispositivi di illuminazione. Certamente, in casi analoghi, dovremmo sperare nel buon senso che spesso contraddistingue gli operatori di Polizia, che dovrebbero essere in grado di distinguere il semplice gesto di cortesia da chi utilizza questi strumenti per avvisare gli altri conducenti della presenza dei posti di controllo. Spesso non si valuta che si potrebbe sottrarre ai controlli persone pericolose, ricercate o comunque atte ad attivit&agrave; delittuose gravi e che un giorno potrebbero essere rivolte anche a noi stessi. Per quanto riguarda invece il saluto con la mano, anche in questo caso possiamo subire l&rsquo;applicazione dell&rsquo;art. 170 comma 1 e 6 del Codice della Strada che punisce chiunque circola con una sola mano con 76,00 Euro (81,00 Euro con aumento del 5,9% dal 1 gennaio 2013), un punto di decurtazione sulla patente e la ben pi&ugrave; drammatica sanzione accessoria del fermo amministrativo di 60 giorni del veicolo, la stessa sanzione di chi solleva la ruota anteriore o non sta seduto in modo corretto. Inoltre, come indicato dall&rsquo;art. 214 C.d.S. per ciclomotori e motoveicoli &egrave; prevista la custodia del veicolo presso una depositeria autorizzata per i primi 30 giorni, con ulteriore aggravio di spese, e solo trascorso questo periodo si pu&ograve; chiedere il cambio di custodia presso la propria abitazione per i restanti 30 giorni. Si spera che il buon senso di chi ci scopre a salutare l&rsquo;amico motociclista abbia il sopravvento sull&rsquo;inflessibilit&agrave; della legge, riconoscendo l&rsquo;insussistenza di pericolo in quel frangente nel lasciare il manubrio per qualche frazione di secondo.

Quanto "costa" un saluto...

Ho da poco acquistato una Yamaha MT-03 del 2007. Il libretto della moto non chiarisce quanti kW abbia effettivamente questo motociclo (sul libretto accanto alla P.1 che segna 660,00 che &egrave; la cilindrata c&rsquo;&egrave; una P.2 da 025,00 che sono i kW ma non sembra depotenziata) conseguentemente non so se posso portarla. Ho da poco compiuto i 19 anni e quindi so che dovrei conseguire una A2 (fino a 25 kW) e se mi dovrei attenere ai kW che riportate voi nella tabella vuol dire che non potr&ograve; guidarla prima di due anni. Un&rsquo;altra cosa strana per&ograve; sta nella seguente A3: parla di veicoli da 35 kW... e allora la domanda sorge spontanea: gli altri 10 kW di differenza tra A2 e A3 dove si collocano? E se la mia MT-03 &egrave; effettivamente inferiore ai 35 kW posso gi&agrave; guidarla? Sottolineo che non &egrave; segnalata come depotenziata in nessuna carta resami dal precedente proprietario. Sono una ragazza alta 1,60 m, peso 48 kg e ho il sospetto che la MT-03 sia solo sulla carta una moto &ldquo;leggera&rdquo; perch&eacute; ho provato a raddrizzarla da ferma e mi &egrave; sembrata un po&rsquo; pesante. Ritenete che non si addica al mio fisico? Maria Teresa Ferrari - Olevano Romano (RM)  Prima di parlare di patenti, consideriamo la moto che lei ha acquistato, che per rispondere alla sua ultima domanda, la riteniamo sicuramente una delle moto tra le pi&ugrave; adatte anche per un&rsquo;utenza femminile, ovviamente dopo aver acquisito un minimo di praticit&agrave;, che potrebbe essere migliorare ulteriormente seguendo uno dei numerosi corsi di guida che si possono frequentare anche per motociclisti neofiti. Il peso, infatti, una volta acquisita la sicurezza di mantenere in equilibrio il mezzo, non rappresenta un problema, anche perch&eacute; qualsiasi moto stradale di una certa cilindrata, non pesa meno di 170 kg, che in caso di incertezze o perdita di equilibrio nelle manovre a basse velocit&agrave;, metterebbe in difficolt&agrave; qualsiasi conducente, maschio o femmina che sia. Per quanto riguarda la sua moto specifica il fatto che sul libretto sia indicato come P2 (quindi valore di potenza)&nbsp; 25 kW, significa che almeno sulla carta, la sua MT03 ha quei kilowatt, quindi a tutti gli effetti pu&ograve; essere guidata da un titolare di patente A2, senza dover aspettare i due anni di conseguimento patente, necessari per passare a condurre motocicli di potenza superiore. Abbiamo volutamente scritto &ldquo;sulla carta&rdquo; che il suo motocicli &egrave; depotenziato, perch&eacute; per le forze dell&rsquo;ordine al fine di verificare la possibilit&agrave; di condurre il motociclo con patente &ldquo;A2&rdquo;, fa fede quel valore indicato sul libretto, poi si sa che per alcuni modelli, bastano piccoli intervento &ldquo;illegali&rdquo; sulla centralina, o la rimozione di strozzature, per riportare i valori di potenza al modello originale, ma questo rappresenta una violazione di legge, che pu&ograve; essere sanzionata, anche se deve essere poi provata con verifiche strumentali specifiche. Per quanto riguarda il suo dubbio sul discorso del vuoto dei 10 kW tra A2 e A3, sono valori che non devono essere confusi, nel senso che il valore dei 35 kW viene preso come riferimento per individuare moto che, oltre quel valore, sono considerate potenti, pertanto verosimilmente si possono usare solo per sostenere l&rsquo;esame pratico moto fino a 35 kW, per conseguire la patente A2 che pero&rsquo; consente di guidare moto per 2 anni fino a 25 kW, mentre se si vuole conseguire direttamente la patente A3 (senza limitazioni), bisogna aver compiuto 21 anni e sostenere l&rsquo;esame pratico con moto di potenza superiore ai 35 kW. Per il suo caso le suggeriamo di prendere quindi la patente A2, utilizzando la sua moto, che rientra tra quelle che pu&ograve; utilizzare, avendo 25 kW, e tra due anni, avr&agrave; di diritto la A3 e condurre motocicli di qualsiasi potenza. Tornando al discorso del peso dei motocicli, le ricordiamo inoltre che con la patente A2 oltre al limite di 25 kW non si deve superare anche il rapporto di potenza peso di 0,16 kW/kg,&nbsp; pertanto una moto con quella potenza non pu&ograve; pesare meno di 157 kg.

Cerchiamo di fare ordine

D&rsquo;estate percorro i miei due chilometri per andare al bar in piena libert&agrave;: infradito, canottiera e casco a scodella, con la brezza dell&rsquo;aria mattutina che mi scorre sulla faccia. Se dovesse fermarmi la Polizia, cosa rischio?  &nbsp;  L&rsquo;utilizzo delle infradito alla guida di un motociclo, per quanto riguarda la normativa del Codice della Strada, non prevede alcuna violazione specifica, sia per la moto, sia per le auto. Praticamente potremmo tranquillamente guidare scalzi senza essere sanzionati, ma non &egrave; tutto qui. Il Codice della Strada e precisamente l&rsquo;art.169/1&deg; punisce con una sanzione di &euro; 80,00 e la detrazione di 1 punto sulla patente, chiunque circoli su un autoveicolo senza avere la piena libert&agrave; di movimento necessaria ad effettuare tutte le manovre che la guida stessa richiede. Per quanto riguarda le due ruote esiste poi un articolo specifico, il 170/1&deg; del C.d.S., che stabilisce come un conducente di un motociclo o ciclomotore a due ruote, debba avere sempre libero l&rsquo;uso delle braccia e delle gambe per mantenere il controllo del mezzo in ogni condizione. Chi viola questa normativa oltre alla sanzione di &euro; 76 e 1 punto di decurtazione sulla patente (per i maggiorenni), si vedr&agrave; applicata anche la pesante sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo di 60 giorni, di cui i primi 30 in cui dovr&agrave; lasciare il motoveicolo presso un custode o una depositeria autorizzata di competenza, con relativo aggravio di ulteriori spese per la sosta e il recupero del mezzo. Una normativa che potrebbe anche essere applicata in maniera estrema al caso di un motociclista che guida con delle scarpe inadeguate e che emotivamente spiegate nel verbale, non consentono la piena libert&agrave; nei movimenti. Una sentenza della Cassazione (Cassazione Penale Sezione IV del 24 maggio 1978 nr.6401) in un caso di incidente stradale di un automobilista, non ha riconosciuto lo slittamento del piede dal pedale del freno come fortuito, ma come imperizia del conducente con conseguente condotta colposa, sicuramente con rivalsa da parte dell&rsquo;assicurazione in caso di danni. Ricordiamo poi che la stessa sanzione dei 76 euro, 1 punto di decurtazione e fermo amministrativo per 60 giorni, viene applicata anche a chi solleva la ruota anteriore, guida con una sola mano o in una posizione scorretta, quindi non sono autorizzati passaggi in piedi sulla sella in centro storico. Nessuno scampo &egrave; invece previsto per l&rsquo;utilizzo di caschi non omologati come la famosa e vetusta &ldquo;scodella&rdquo;, infatti, l&rsquo;omologazione DGM non &egrave; pi&ugrave; valida dal 12 ottobre 2010. Stesso discorso vale per quei caschi che non riportano neanche l&rsquo;omologazione. Per capire se il vostro casco &egrave; regolarmente omologato, dovete trovare l&rsquo;etichetta di omologazione cucita sul cinturino, all&rsquo;interno deve essere riportata la lettera &ldquo;E&rdquo; seguita da un numero dentro un cerchio, che identifica lo Stato dove &egrave; rilasciata l&rsquo;omologazione (per l&rsquo;Italia il numero &egrave; 3 ma pu&ograve; essere qualsiasi altro Stato europeo). Sotto sono inseriti due serie di numeri, con le prime due cifre che riportano l&rsquo;omologazione (nei caschi di ultima generazione i numeri che troverete sono 04 o 05, ma sono validi anche i valori precedenti 01-02-03), seguiti poi dal numero di produzione e separato da un trattino, viene inserito il numero dell&rsquo;omologazione. Nel caso lei utilizzasse un casco non omologato incorrerebbe nella sanzione prevista dall&rsquo;art.170/1 e 2&deg; del C.d.S., che prevede una sanzione di &euro; 76 con la decurtazione di 5 punti sulla patente (applicata solo ai conducenti maggiorenni, perch&eacute; ricordiamo che per tutte le sanzioni amministrative commesse da un minore, ne risponde sempre il genitore o chi esercita la patria potest&agrave; o dal tutore), con il conseguente fermo amministrativo di 60 giorni con tutte le procedure di affidamento descritte in precedenza. Le stessa sanzione viene applicata anche a chi circola senza casco o, importante, con il cinturino slacciato.

Ciabattine e scodella, si pu&ograve;?

Proseguiamo l&rsquo;argomento dell&rsquo;uso dei veicoli commerciali per trasportare moto. Ricordiamo alcuni concetti per chi possiede furgoni o veicoli derivati da tali, anche se intestati a persone private. Quasi tutte le Case automobilistiche, infatti, oltre ai furgoni, propongono modelli identici, immatricolabili indistintamente come autovetture o come autocarri, ma per questi ultimi si ha l&rsquo;applicazione restrittiva della norma descritta dall&rsquo;art. 82 del C.d.S. per il trasporto di persone. Questo obbliga chi deve ad esempio trasportare la moto per andare in circuito, insieme alla propria famiglia, a muoversi con due veicoli, per non vedersi ritirare la carta di circolazione. La legge consente ad un privato cittadino di acquistare un autocarro, senza poter recuperare l&rsquo;Iva, e solo con un piccolo risparmio sulla tassa di propriet&agrave; (stabilita in base alla portata), ma con i limiti sopra descritti. Basterebbe prendere esempio da altri Stati europei, dove per gli autocarri leggeri &egrave; consentito scaricare solo i 5/7 dei costi (una sorta di detrazione considerata valida solo per 5 giorni su 7), autorizzando per&ograve; il proprietario ad usarlo anche per scopi personali. Qualche Motorizzazione di buon senso civile e pratico, si &egrave; accorta che la normativa presenta alcune lacune e limitazioni, ed ha emanato delle circolari per le quali, anche in presenza dell&rsquo;applicazione dell&rsquo;art. 82 C.d.S. da parte delle forze dell&rsquo;ordine, non procede alla sospensione della carta di circolazione, che viene restituita al proprietario, proprio in virt&ugrave; di quanto indicato nella disposizione dell&rsquo;Agenzia delle Entrate. Ricordiamo di seguito alcune regole durante l&rsquo;uso degli autocarri, da rispettare e da comunicare, nel caso di un controllo da parte delle forze di Polizia. Le persone trasportate, che devono avere il compito di aiutare al trasporto e uso delle merci, devono usare le cinture di sicurezza, tra l&rsquo;altro previste per gli autocarri dall&rsquo;art. 172 anche per i minori di anni 12; inoltre le persone a bordo possono essere operatori aziendali occasionali o familiari coadiuvanti, ma fermo restando le normative sul lavoro, quando non vi &egrave; un trasporto per conto terzi, nessuna norma impone, specie in campo privatistico, che tali persone debbano rivestire per forza la qualifica di dipendenti iscritti a libro paga o di soci, specie in caso di situazioni come queste, dove il trasporto &egrave; finalizzato ad un divertimento o un hobby. Tornando alla definizione autocarro previsto dall&rsquo;art. 54 del C.d.S. per gli autocarri leggeri fino a 35 q, la norma cita veicolo per trasporto di cose e persone addette all&rsquo;uso e al trasporto delle cose stesse, quindi non parla di merce, che riconduce ad un&rsquo;attivit&agrave; commerciale, n&eacute; dice o impone che le cose debbano essere caricate o scaricate da persone specifiche. Applicando alla lettera il Codice della Strada, quindi se nell&rsquo;autocarro in genere, anche quando &egrave; intestato a una persona fisica, &egrave; caricato un passeggino, e come trasportato ho un bambino regolarmente trattenuto da sistemi di ritenuta, il bimbo sar&agrave; in seguito l&rsquo;utilizzatore del passeggino, in pratica della cosa trasportata, di conseguenza letteralmente si star&agrave; rispettando la legge. Discorso analogo per la moto o per qualsiasi altro tipo d&rsquo;attrezzatura, a maggior ragione per gli hobby sportivi, a cui possono partecipare tutta la famiglia, e senza dimenticare che l&rsquo;autocarro pu&ograve; essere anche vuoto. Non vi &egrave; nessuna limitazione alla circolazione la domenica e giorni festivi per gli autocarri fino a 35 quintali. Inoltre se parliamo di licenza di trasporto cose in conto proprio, &egrave; richiesta esclusivamente per i veicoli con massa complessiva a pieno carico superiore a 6 tonnellate. Ci sono varie sentenze a favore degli utenti, ma, se si viene sanzionati, si deve sempre avviare un iter burocratico di ricorsi al Giudice di Pace. Un suggerimento &egrave; di acquistare furgoni immatricolati autovetture per trasporto persone fino a 9 posti, e all&rsquo;occorrenza smontare i sedili.

L&rsquo;importante &egrave; avere  il passeggino a bordo...

Sto utilizzando una coppia di terminali Arrow omologati: vorrei sapere se posso circolare tranquillamente, dato che a differenza degli originali sono privi di catalizzatore. Secondo la Arrow non dovrei avere problemi, ma viste le &ldquo;attenzioni&rdquo; a noi riservate mi piacerebbe avere una conferma. Lettera firmata  Ci siamo occupati spesso e di recente di queste tematiche. La norma consente la sostituzione del silenziatore di scarico con uno dello stesso tipo di quello installato in origine dalla Casa costruttrice, oppure con un silenziatore omologato nel rispetto delle normative dell&rsquo;Unione Europea e destinato al medesimo tipo di veicolo, pertanto se la Arrow commercializza questi terminali omologati specificatamente per l&rsquo;uso stradale e per la sua moto, lei &egrave; in regola per il Codice della Strada. Ma ribadiamo alcuni concetti fondamentali. Nel caso l&rsquo;omologazione fosse rilasciata da uno Stato estero, bisogna accertarsi che la stessa sia valida in Italia a condizione di reciprocit&agrave;. Rispettate queste condizioni, anche montando uno scarico differente da quello originale, non si &egrave; obbligati a richiedere l&rsquo;aggiornamento della carta di circolazione. Bisogna essere sicuri che l&rsquo;omologazione sia valida per l&rsquo;uso stradale, quindi nonostante non siano dotati di catalizzatore devono garantire di rispettare le stesse limitazioni previste dalle normative antinquinamento per quel tipo di moto, diversamente sar&agrave; interpretata come una variazione delle caratteristiche tecniche, che la pu&ograve; obbligare a sottoporre il veicolo a revisione straordinaria. Questa garanzia la deve fornire il produttore nel momento in cui commercializza un prodotto alternativo omologato per uso stradale. Ricordiamo per&ograve; che non &egrave; difficile trovare sul mercato prodotti a basso costo, con omologazioni di fatto non conformi alla norma, che ci potrebbero far incorrere nella sanzione prevista dall&rsquo;art.72 del C.d.S. da &euro; 78,00, che colpisce la circolazione con equipaggiamento non conforme, oltre al fatto che questo dispositivo, rientrando tra quelli indicati nell&rsquo;art.78 del C.d.S. comporta l&rsquo;ulteriore applicazione di una pena pecuniaria a partire da &euro; 389,00&nbsp; con conseguente ritiro della carta di circolazione, e inviata all&rsquo;ufficio della Motorizzazione della provincia dove &egrave; stata commessa l&rsquo;infrazione, per l&rsquo;eventuale aggiornamento della stessa, o nel caso fosse impossibile, il ripristino del dispositivo omologato. In tale sanzione incorre anche chi effettua una vera e propria alterazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dell&rsquo;intero sistema di scarico, per ulteriori chiarimenti si pu&ograve; consultare la circolare del Ministero dei Trasporti &ndash; Divisione IV del 24.11.1997 n. DC IV B/03 1997. In ogni caso poi c&rsquo;&egrave; la facolt&agrave; da parte degli organi accertatori, in tutti i casi dove si riscontri una difformit&agrave; di dispositivi, che a loro parere possano compromettere i requisiti di sicurezza, rumorosit&agrave; ed inquinamento, di fare una segnalazione alla motorizzazione civile di competenza, che pu&ograve; disporre la revisione straordinaria del veicolo ai sensi art.80/5&deg; del C.d.S. Quindi non basta essere sicuri che i silenziatori siano omologati, devono anche rispettare le normativa sulla circolazione anche in termini di rumorosit&agrave; e inquinamento. Infatti, se lo scarico, seppur omologato, supera&nbsp; i limiti di rumorosit&agrave; previsti dall&rsquo;omologazione, si rischia di incorrere alla sanzione prevista dall&rsquo;art.155/2&deg;-5&deg; C.d.S. di &euro; 38,00, anche se non &egrave; comprovato da verifica fonometrica. &Egrave; sufficiente verificare che il dispositivo risulti obiettivamente alterato. L&rsquo;applicazione di questo articolo comporta ugualmente la segnalazione all&rsquo;MCTC competente per la revisione straordinaria.

Catalizzatore o no?

Ormai noi motociclisti siamo sempre sotto l&rsquo;occhio vigile della legge, pronta a colpirci dietro ad ogni siepe, ma esistono delle regole anche per le Forze dell&rsquo;Ordine, quando oltre a far rispettare le norme del Codice della Strada, bastonano migliaia di utenti con gli Autovelox? Ci sono stati anni di vera giungla sulle metodologie delle postazioni di rilevazione della velocit&agrave;,&nbsp; e molti utenti si sono sentiti effettivamente vittime d&rsquo;imboscate, fermo restando il fatto di aver superato i limiti di velocit&agrave; indicati nei vari tratti di strada dove venivano effettuati i controlli. L&rsquo;entrata in vigore del Decreto Bianchi emanato il 15-08-2007, e le successive sentenze della Cassazione, hanno per&ograve; fissato dei paletti su come devono essere effettuati questi servizi e contestate le violazioni. Tecnicamente tutte le postazioni di controllo sulla rete stradale, sia fisse sia mobili, per il rilevamento della velocit&agrave;, devono essere per legge preventivamente segnalate e ben visibili, con l&rsquo;impiego di cartelli o di dispositivi di segnalazione luminosa. Vige lo stesso obbligo anche quando si viene fermati con il Telelaser e la contestazione &egrave; immediata. I regolamenti d&rsquo;esecuzione stabiliscono dimensioni dei segnali e caratteristiche rifrangenti degli stessi, mentre le colorazioni si differenziano in base alle strade su cui sono posizionate le apparecchiature: bianche per i centri abitati, blu sulle strade extraurbane e verdi in autostrada. &Egrave; necessario che il segnale di preavviso sia posizionato ad una distanza tale da poter essere visto per tempo, e comunque non deve essere mai superiore a 4,00 km dal luogo dell&rsquo;effettivo controllo. Le distanze minime sono quelle indicate per la segnaletica di prescrizione indicate dall&rsquo;art.79 Reg. Esec. del Codice della Strada, ovvero 250 metri sulle autostrade e strade extraurbane principali, 150 metri sulle strade extraurbane secondarie e urbane di scorrimento (con velocit&agrave; superiore a 50 km/h) e 80 metri sulle altre strade. L&rsquo;avviso deve poi essere ripetuto dopo ogni intersezione stradale, in modo che tutti i conducenti, anche se provenienti da una laterale, siano informati della presenza della postazione di controllo. Inoltre i cartelli di segnalazione devono riportare la formula completa &ldquo;controllo elettronico della velocit&agrave;&rdquo; oppure &ldquo;rilevamento elettronico della velocit&agrave;&rdquo;. Tali prescrizioni sono state confermate anche dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 11131 del 13/3/09. Se l&rsquo;autovelox &egrave; collocato all&rsquo;interno di un&rsquo;automobile (ad esempio il modello 104), il veicolo deve essere visibile, e segnalato come fosse una postazione fissa; se utilizzato da uomini di pattuglia questi devono essere ben visibili, in divisa di servizio e con eventuali indumenti ad alta visibilit&agrave; se la situazione lo richiede. Di fatto ora sono esplicitamente proibiti i &ldquo;cammuffamenti&rdquo;, quindi nascondere l&rsquo;auto dietro un muretto o dietro a un cespuglio), le auto devono essere nei colori d&rsquo;istituto e il personale non in borghese. Della regolarit&agrave; del servizio deve esserne fatta menzione nel corpo del verbale. Infatti, il mancato rispetto di queste caratteristiche, come l&rsquo;applicazione di cartelli difformi, sono situazioni che possono essere impugnate in un ricorso in caso di contravvenzione, ovviamente &egrave; importante documentare anche fotograficamente le inadempienze come fonte di prova. Qualche nostro lettore ha poi sollevato dubbi sulle competenze territoriali delle Polizie Municipali, pertanto precisiamo che la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno valenza su tutto il territorio nazionale, mentre per la Polizia Municipale la competenza vale per tutto il territorio del Comune competente, indipendentemente se si trovino su strade comunali, provinciali o statali, nel caso fossero riuniti in consorzi con altri Comuni, la competenza si estende per tutto il territorio consorziato. Inoltre tranne per i casi in cui &egrave; consentito l&rsquo;accertamento remoto della violazione del limite di velocit&agrave; e per il sistema di rilevamento Tutor, nel posto di rilevazione deve esserci sempre un Agente abilitato ai Servizi di Polizia Stradale Art.12 del C.d.S. non un dipendente dell&rsquo;eventuale ditta appaltatrice dello strumento. Se si viene sanzionati per eccesso di velocit&agrave;, &egrave; sempre meglio chiedere di visualizzare la foto per avere la conferma che &egrave; stato il proprio veicolo a commettere l&rsquo;infrazione, e solo se riusciamo a dimostrare con delle prove certe che una delle condizioni sopra esposte non &egrave; stata rispettata, si pu&ograve; presentare ricorso alla sanzione, che &egrave; sempre consigliabile al Giudice di Pace competente per territorio (che di solito &egrave; indicato nel corpo del verbale), dove si ha la possibilit&agrave; di avere un contraddittorio, dove spiegare le proprie ragioni.  LE APPARECCHIATURE AUTOVELOX E le loro NORMATIVE  Tutte le apparecchiature devono essere approvate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quindi omologate. Potrebbero quindi dover essere sottoposte a revisioni periodiche, se indicate dal costruttore al momento dell&rsquo;omologazione. Generalmente per le strumentazioni di rilevamento di velocit&agrave; usate alla presenza di un operatore di Polizia Stradale, sono previste verifiche annuali. La tolleranza che viene calcolata alla velocit&agrave; rilevata per questi strumenti &egrave; del 5%, con un minimo di 5 km/h . Per legge e specificatamente ai sensi dell&rsquo;art. 142/6&deg; bis del C.d.S. tutte le postazioni di controllo per il rilevamento della velocit&agrave;, debbano essere preventivamente segnalate e ben visibili, non farlo significa violare una legge. La circolare ministeriale n.300/A/10307/09/144/5/20/3 del 14.8.2009 che disciplina la &ldquo;Direttiva per garantire un&rsquo;azione coordinata di prevenzione e contrasto dell&rsquo;eccesso di velocit&agrave; sulle strade&rdquo;, cita anche il regolamento sulle disposizioni delle postazioni fisse e mobili per i rilevamento della velocit&agrave;. La sentenza n. 7785/2011 della seconda sezione della Suprema Corte, ha accolto il ricorso di un automobilista, sanzionato per eccesso di velocit&agrave; rilevata con autovelox, perch&eacute; nel verbale di contestazione, non era stato scritto della presenza dell&rsquo;agente di polizia municipale nella fase di &ldquo;elaborazione dell&rsquo;accertamento&rdquo;, in quanto in quella circostanza il Comune aveva interamente affidato ad una societ&agrave; esterna la gestione del servizio, e non &egrave; stata ritenuto sufficiente la &ldquo;supervisione&rdquo; da parte della polizia municipale. Questa sentenza ha praticamente stabilito il principio secondo il quale dal verbale deve emergere &ldquo;adeguatamente&rdquo; che l&rsquo;elaborazione dei dati rilevati tramite apparecchi mobili, deve avvenire a opera di un agente preposto al servizio di polizia stradale, unico abilitato ad attribuire fede privilegiata all&rsquo;accertamento, risultando in caso contrario non garantita la sussistenza di quell&rsquo;elemento di certezza e legalit&agrave;, che solo la presenza del pubblico ufficiale pu&ograve; assicurare al cittadino, principio ribadito dell&rsquo;art.4/1&deg; Legge 168/2002.&nbsp; Nella stessa legge viene stabilito che i controlli di velocit&agrave; &ldquo;da remoto&rdquo;, cio&egrave; senza gli agenti, quindi piazzate in postazioni fisse protette, sono sempre possibili su autostrade e strade extraurbane principali e mai sulle strade urbane ordinarie, dove sono ammessi i tradizionali posti di controllo mobili con pattuglie munite di autovelox o telelaser. Sulle strade extraurbane ordinarie e urbane di scorrimento, per applicare un sistema di rilevamento remoto, &egrave; necessaria un&rsquo;autorizzazione prefettizia, previa effettiva dimostrazione di particolare pericolosit&agrave; del tratto in tema di incidentalit&agrave; stradale, connessa alla reale difficolt&agrave; di fermare subito i trasgressori, in relazione alle caratteristiche costruttive della strade,&nbsp; alla fluidit&agrave; del traffico o all&rsquo;incolumit&agrave; degli agenti operanti e dei soggetti controllati. In questi casi, ma anche sulle Autostrade, la normativa del Codice della Strada, in caso di violazione dell&rsquo;eccesso di velocit&agrave;, ma anche per il sorpasso e alcune violazioni previste in autostrada, come la circolazione sulla corsia d&rsquo;emergenza, consente di non contestare immediatamente la sanzione amministrativa, in quanto l&rsquo;accertamento della violazione avviene per mezzo di appositi apparecchi di rilevamento direttamente gestiti dagli organi di polizia stradale e nella loro disponibilit&agrave;, che poi consentono la determinazione dell&rsquo;illecito in tempo successivo poich&eacute; il veicolo oggetto del rilievo &egrave; a distanza dal posto di accertamento o comunque nell&rsquo;impossibilit&agrave; di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari. La Cassazione ha pi&ugrave; volte sostenuto che l&rsquo;eccesso di velocit&agrave; deve essere contestato immediatamente soltanto se verificato mediante strumenti che consentono la misurazione ad una congrua distanza prima del transito del veicolo davanti agli agenti. L&rsquo;utilizzo dell&rsquo;autovelox rientra di per s&eacute; tra le ipotesi di esenzione da tale obbligo e l&rsquo;attestazione del suo impiego, contenuta nel verbale di accertamento, costituisce valida ragione giustificatrice della mancanza di una contestazione immediata (Cass. 9308/2007).    &nbsp;

Se ti fanno la foto e non sorridi

Vorrei sapere se ci sono divieti del Codice della Strada per questo tipo di parabrezza verniciato in nero.  Per quanto riguarda il parabrezza delle moto non ci sono indicazioni di legge come per le autovetture (in quanto non &egrave; equipaggiamento obbligatorio), dove il parabrezza non pu&ograve; mai essere oscurato con le pellicole anche se omologate. Nel caso delle due ruote al contrario si parla di campo di visibilit&agrave; nel senso che se monto un parabrezza che oltre ad essere completamente nero, esce dalla sagoma originale del veicolo in altezza, occludendo la visuale, sicuramente potrebbe essere oggetto di revisione straordinaria, che sicuramente non superer&agrave;. Quindi la base di valutazione su cui fare riferimento &egrave; il modello di moto originale, con la sua accessoristica prodotta, che viene depositata presso le MCTC (Motorizzazioni). Se l&rsquo;accessorio messo in produzione da altre aziende rispecchia le misure eventualmente autorizzate e non blocca la visuale, difficilmente pu&ograve; essere sanzionato. Ma se le Forze di Polizia riscontrano un parabrezza difforme alle caratteristiche di produzione della moto ed esso &egrave; completamente oscurato in modo da limitare la visuale, allora si pu&ograve; incorrere nella sanzione dell&rsquo;art.78 Cds (modifiche che richiedono l&rsquo;aggiornamento) in quanto pu&ograve; essere messa in discussione la sicurezza durante la guida. Molti di questi accessori seguono poi particolari omologazioni europee e si entra in un campo molto vario, specie se si tratta di dispositivi aggiuntivi, ma comunque vale la regola che se ne viene dimostrata la mancata sicurezza o la pericolosit&agrave;, sicuramente si incorre nelle sanzioni.

La cosa si fa scura

Mi trovavo fermo per immettermi su una rotonda, quando l&rsquo;autovettura che mi precedeva ripartiva per alcuni metri per poi fermarsi improvvisamente. Al momento avevo lo sguardo rivolto a sinistra per assicurarmi di immettermi in sicurezza e l&rsquo;ho tamponata. Premetto che vi era un veicolo che sopraggiungeva da sinistra, ma molto lontano. Visto che nessuno si &egrave; fatto male abbiamo compilato la constatazione amichevole e nonostante le mie spiegazioni sulla dinamica dell&rsquo;incidente la mia assicurazione mi ha dato torto!  Le rotonde, nonostante abbiano contribuito sensibilmente alla diminuzione degli incidenti stradali, soprattutto con lesioni gravi, oltre ad aver velocizzato la circolazione stradale, trovano ancora molte difficolt&agrave; nell&rsquo;interpretazione e soprattutto nel corretto utilizzo da parte di tutti gli utenti della strada. Nel suo caso specifico, tra l&rsquo;altro molto frequente come incidentalit&agrave; sulle rotatorie, la sua assicurazione ha avuto una corretta interpretazione, dovuta ad un principio fondamentale che lei stesso ha descritto nella dinamica, cio&egrave; che ha tamponato il veicolo che la precedeva. Tale comportamento, infatti, pu&ograve; trovare un riscontro nel Codice della Strada in due tipologie di sanzione, o in quella prevista dall&rsquo;art.141/2-11 del C.d.S.,(controllo del veicolo durante la circolazione), o dall&rsquo;Art.149/1&deg;-4&deg; C.d.S. (distanza di sicurezza). Il fatto che il veicolo che la precedeva avesse ripreso la marcia e poi si fosse rifermato per la presenza di un&rsquo;altra autovettura nell&rsquo;area dell&rsquo;immissione, anche se a suo parere lontana, non &egrave; una discriminante sul fatto che lei ha comunque tamponato. La normativa dell&rsquo;art.141/2-11 C.d.S.&nbsp; generalmente si applica a chi urta un veicolo fermo che precede, e prevede il precetto al conducente di mantenere una velocit&agrave; e una condotta di guida che consenta di mantenere sempre il controllo del proprio veicolo, essere in grado di compiere in condizioni di sicurezza tutte le manovre previste per la circolazione, ovvero di arrestare il proprio veicolo entro il limite di campo visivo evitando qualsiasi ostacolo prevedibile (sanzione di 39 &euro; senza decurtazione di punti). Diversamente se l&rsquo;urto avviene tra due veicoli in movimento l&rsquo;articolo appropriato &egrave; il 149/4-1 C.d.S. che impone al conducente di mantenere una distanza adeguata da chi lo precede, in modo da garantire sempre un arresto tempestivo al fine di evitare la collisione (sanzione di 39 &euro; e decurtazione di 3 punti sulla patente). Inoltre ricordiamo che l&rsquo;immissione di una rotatoria, anche a pi&ugrave; corsie, deve essere interpretata come un&rsquo;immissione in un&rsquo;intersezione da una laterale senza diritto di precedenza, con tutte le cautele che ne derivano. Si potrebbe arrivare sicuramente ad una concorsualit&agrave; nella dinamica dell&rsquo;incidente, solo se &egrave; dimostrabile con elementi concreti, che il veicolo che ci precede effettivamente ha frenato senza alcun motivo plausibile (assenza totale di veicoli o pedoni), in questo caso gli pu&ograve; essere contestata la sanzione prevista dell&rsquo;art.154/5-8 del C.d.S., che riguarda l&rsquo;esecuzione di manovre irregolari come bruschi rallentamenti e frenate senza giustificato motivo, ma servirebbe sicuramente un testimone dei fatti, che avvalli tale dinamica. Un suggerimento generale per affrontare le rotatorie &egrave; quello di non interpretarle come una chicane da oltrepassare utilizzando la traiettoria pi&ugrave; lineare e nel minor tempo possibile, ma di percorrerla (se a pi&ugrave; corsie) sempre sulla corsia pi&ugrave; esterna, specie quando s&rsquo;intende uscire da uno svincolo, tale manovra deve sempre essere segnalata con l&rsquo;indicatore di direzione. Il Codice della Strada inoltre non d&agrave; una regolamentazione specifica di come comportarsi all&rsquo;interno delle stesse, generalmente nelle scuole guida suggeriscono l&rsquo;uso della corsia interna, se si percorrono almeno i 270&deg;, ma resta sempre l&rsquo;obbligo di portarsi nella corsia pi&ugrave; a destra al momento di uscire dalla rotonda stessa. Infatti, &egrave; sempre un errore sanzionabile passare dalla corsia centrale, allo svincolo di uscita, rischiando di tagliare la strada ad eventuali veicoli che si trovano alla nostra destra. Se ci trovassimo in queste condizioni, &egrave; meglio proseguire con un altro giro ed imboccare l&rsquo;uscita solo quando ci troviamo nella corsia esterna.

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