Qualche settimana fa vi avevamo raccontato che l&rsquo;Automotoclub Storico Italiano avrebbe acquistato tutte le moto rimaste in Italia del Museo Morbidelli, che non hanno partecipato all&rsquo;asta di Bonhams lo scorso Ferragosto.&nbsp;L&rsquo;obiettivo? Creare un nuovo museo, sempre a Pesaro. Adesso la notizia &egrave; ufficiale: ASI ha rilevato i 71 esemplari della preziosa collezione, dopo l&rsquo;intervento del Ministero per i Beni e le Attivit&agrave; Culturali che ha bloccato l&rsquo;esportazione dei pezzi con pi&ugrave; di 75 anni. L&rsquo;operazione &egrave; andata in porto anche grazie all&rsquo;intervento del Comune di Pesaro: metter&agrave; a disposizione una sede prestigiosa cos&igrave; da rendere la collezione di nuovo visitabile.  Morbidelli bis  Tra i 71 modelli contiamo 30 marchi provenienti da tutto il mondo. Si va dall&rsquo;esemplare pi&ugrave; datato, una rara Moto R&ecirc;ve 275 del 1907, al pi&ugrave; prezioso, la Benelli GP 4 250 Competizione del 1942. Si tratta dell&rsquo;unico esemplare esistente al mondo progettato dalla Casa motociclistica pesarese, oggi valutato pi&ugrave; di mezzo milione di euro. Altra Benelli degna di menzione &egrave; la GP 175 usata nel 1934 dal pilota iridato Dorino Serafini.    &ldquo;Gli scopi statutari dell&rsquo;ASI &ndash; ha sottolineato il presidente Alberto Scuro &ndash; comprendono la tutela e la salvaguardia del motorismo storico in tutte le sue forme. Grazie al Ministero per i Beni e le Attivit&agrave; Culturali e alla sensibilit&agrave; del ministro Dario Franceschini, sempre attento ai valori e all&rsquo;importanza del motorismo storico, abbiamo salvato un patrimonio unico al mondo, che molto presto rimetteremo a completa disposizione del territorio e di tutti gli appassionati. La Regione Marche e la citt&agrave; di Pesaro, con il sindaco Matteo Ricci in prima linea, credono molto nel motorismo come leva fondamentale per il turismo e per un&rsquo;offerta culturale di rara unicit&agrave; e siamo orgogliosi di contribuire all&rsquo;operato fatto finora&rdquo;.  Rewind, Ducati 851 S: l&igrave; dove tutto &egrave; cominciato  &nbsp; 

L&#39;Automotoclub Storico Italiano ha rilevato i 71 esemplari della collezione non partiti per l&rsquo;asta inglese. OK dal Ministero per i Beni e le Attivit&agrave; Culturali, ed il Comune di Pesaro mette a disposizione una prestigiosa sede&nbsp;

Museo Morbidelli, ufficiale: rinasce con l&rsquo;ASI, sede a Pesaro

        L&rsquo;asta che si &egrave; tenuta da Bonhams, durante il fine settimana di Ferragosto, sui pezzi del Museo Morbidelli non &egrave; andata benissimo (almeno secondo gli esperti del settore). Alcuni pezzi importanti sono rimasti invenduti e altri sono stati acquistati decisamente sottocosto rispetto al loro valore. Ci sono per&ograve; circa 70-75 pezzi rimasti in Italia: che fine faranno? In base a quanto riportato dal Resto del Carlino, l&rsquo;Automotoclub Storico Italiano avrebbe acquistato tutti i pezzi dalla famiglia Morbidelli.  Il progetto Si tratta di esemplari storici, di oltre 75 anni fa, che non sono volati all&rsquo;asta in Inghilterra proprio per questo motivo: avevano bisogno di un permesso speciale. Ma l&rsquo;ASI non si &egrave; limitata a questi acquisti: nel weekend di Ferragosto, ha comprato da Bonhams l&rsquo;utilitaria Bbc, la macchina costruita negli anni &rsquo;50 da Benelli, Beretta e Castelbarco per far concorrenza alla Fiat 500. Nell&rsquo;affare Moribidelli sembra sia intervenuto anche il ministero dei Beni Culturali, sollecitando l&rsquo;ASI all&rsquo;acquisto delle moto rimaste a Pesaro, dopo che tutto il resto della collezione era ormai destinato all&rsquo;asta inglese. Non solo, hanno partecipato all&rsquo;operazione anche l&rsquo;associazione Terra di piloti e motori e il comune di Pesaro: era necessario trovare un luogo dove esporre le moto. Ancora non ci sono certezze, ma da quello che si dice in giro, gli ex esemplari del Museo Morbidelli dovrebbero trovare la loro nuova collocazione nell&rsquo;ex tribunale di Pesaro, in via San Francesco. Il Barber Museum: ecco il tempio dei motori       

L&rsquo;Automotoclub Storico Italiano avrebbe acquistato tutte le moto rimaste in Italia (70-75 pezzi), che non hanno partecipato all&rsquo;asta di Bonhams. C'&egrave; il progetto di un nuovo Museo, sempre a Pesaro

Un nuovo Museo Morbidelli? È possibile grazie all’ASI

        Il fine settimana di Ferragosto, in Inghilterra, ha segnato la fine della collezione Morbidelli, presente fino a qualche tempo fa nel Museo di Pesaro. Sono stati 324 i lotti messi all&rsquo;asta da Bonhams (mentre 75 sono rimasti in Italia per una disputa legislativa in materia di vincoli), tra moto, motori e ricambi. Ma com&rsquo;&egrave; andata la vendita? Su 204 moto ne sono state vendute 199. Numeri che, all&rsquo;apparenza, potrebbero sembrare buoni, ma in realt&agrave; non lo sono. Di questo parere &egrave; il commerciante internazionale di moto d&rsquo;epoca Alessandro Altinier che - come riportato in una nota degli amici di Yesterbike - &nbsp;definisce l&rsquo;asta un successo &ldquo;parziale, sicuramente al di sotto delle aspettative&rdquo;. Sotto le aspettative &ldquo;A parte un paio di eccezioni, alcune moto importanti la Bonhams non &egrave; riuscita a venderle qui a Bicester e quelle vendute sono state assegnate al minimo sindacale&rdquo;. A fare notizia, infatti, sono state tre moto illustri rimaste invendute: la Ducati 125 4 cilindri (base d&rsquo;asta tra 440.000 e 670.000 euro), la Morbidelli 250 (66-110.000 euro) con telaio Bimota e la Morbidelli 125 ex Nieto (89-130.000 euro). Per questi tre esemplari non ci sono state offerte. Un risultato facile da prevedere, secondo Altinier, &ldquo;poich&eacute; erano state messe in vendita a prezzi esagerati, direi stellari, prezzi a cui peraltro vanno aggiunti i diritti d&rsquo;asta che sono sull&rsquo;ordine del 20%&rdquo;. Risultati non soddisfacenti nemmeno per alcune importanti Benelli, prosegue Altinier, &ldquo;come la 250 del 1964 di Tarquinio Provini e quella di Dario Ambrosini, campione del mondo nel 1950 (quotate rispettivamente 89.000-130.000&nbsp; e 130-200.000 euro) che a mio avviso erano in assoluto le moto pi&ugrave; belle del lotto&rdquo;.  Un momento sbagliato Ma oltre ai prezzi alti, il motivo che ha portato al successo parziale di questa asta &egrave; stato il momento, un momento sbagliato, come conferma il commerciante: &ldquo;Tra Covid e la conseguente crisi economica mondiale, questo era il periodo pi&ugrave; sbagliato per allestire un&rsquo;asta cos&igrave; ricca e importante&rdquo;. Molti acquirenti e interessati, inoltre, hanno seguito l&rsquo;asta online. Note positive Nonostante alcuni aspetti negativi, ci sono note positive sottolineate da Altinier: &ldquo;Sono state vendute a prezzi molto alti alcune moto particolari i cui motori erano stati trasformati da Giancarlo da aste e bilanceri in bialbero come un Laverda 100 e un Ducati 65&rdquo;. Il motivo? &ldquo;Segno evidente che l&rsquo;asta &egrave; stata seguita da gente molto competente, persone che sapevano quello che volevano prendere e a quanto&rdquo;. Ma si tratta di casi rari. In generale, le moto vendute sono andate via sottocosto, &ldquo;a prezzi bassi, da mercatino o mostra scambio&rdquo;. Tranne le tre moto rimaste invendute, tutte le altre secondo Altinier avevano un prezzo che faceva capire l&rsquo;intenzione della propriet&agrave; di volersene disfare. Un museo sparpagliato in tutto il mondo Adesso la collezione Morbidelli ha pezzi sparpagliati in tutto il mondo, dal Giappone all&rsquo;Australia passando per gli Usa, con decine di collezionisti come nuovi proprietari. &ldquo;Alla Bonhams non &egrave; andata affatto male, mentre sicuramente ai Morbidelli &egrave; andata meno bene, visto che hanno realizzato molto meno di quello che probabilmente si aspettavano&rdquo;. Cosa dire, in definitiva? &Egrave; un peccato che un museo cos&igrave; importante, con pezzi cos&igrave; pregiati, non sia stato salvaguardato. &ldquo;Un peccato, un peccato mortale. E un grande dolore per tutti gli appassionati italiani&rdquo;, conclude Altinier. Morto Giancarlo Morbidelli: il motociclismo piange una leggenda       

L&rsquo;asta tenuta da Bonhams nel fine settimana di Ferragosto non &egrave; stata affatto un successo. Secondo l&rsquo;opinione del commerciante Alessandro Altinier tanti pezzi sono stati svenduti e il momento non era dei migliori per un evento di questa portata

Asta Museo Morbidelli: moto sottocosto e gioielli invenduti

        Il Museo Morbidelli di Pesaro &egrave; in vendita da febbraio per i troppi problemi economici, ma non si &egrave; fatto avanti nessun investitore, fino a che non &egrave; arrivato Francesco Bazzani: un commerciante veneto di mobili, ma soprattutto grande collezionista e appassionato di moto. L'idea di Bazzani &egrave; quella di prendere le moto del museo Morbidelli, trasferirle a Modena ed unirle alle sue 200 moto (tra cui la Indian che venne regalata in America a Giacomo Puccini), cos&igrave; da creare una nuova mostra su due ruote. FRANCESCO BAZZANI ha inviato un delle lettere al&nbsp;ministro della Cultura Dario Franceschini e al sindaco di Pesaro Matteo Ricci affinch&eacute; possa riuscire nel suo intento. Nonostante l'imprenditore sia Sanguinetto di Verona, avrebbe l'intenzione di spostare il museo a Modena perch&eacute; non solo dispone di un capannone di 3.000 metri quadrati, ma perch&eacute; ha anche un grande parcheggio e delle aree adiacenti che potrebbero essere sviluppate per farci attivit&agrave; di contorno al museo, compreso un hotel. Inoltre, l'Emilia &egrave; la terra dei motori ed oltre a moltissimi appassionati ci sono&nbsp;il museo Ferrari, la Lamborghini e la Maserati. LE MOTO sono un patrimonio unico, delle opere d'arte, ma da agosto le moto del museo Morbidelli sono bloccate in Inghilterra. Per questo a metterci i soldi non dovrebbe essere solo Francesco Bazzani, ma anche il Ministero dei Beni Culturali. L'idea dell'imprenditore &egrave; quella di far nascere il pi&ugrave; grande museo di moto d&rsquo;Europa.&nbsp;       

La proposta &egrave; stata fatta da un imprenditore e collezionista che metterebbe a disposizione un capannone di 3000 metri quadrati per mettere in piedi il pi&ugrave; grande museo di moto in tutta Europa

Pesaro, il Museo Morbidelli potrebbe trasferirsi a Modena

        Il Museo Morbidelli di Pesaro chiude. Quasi tutte le 350 moto saranno messe all'asta in Inghilterra e difficilmente torneranno in Italia. Le moto sono gi&agrave; state imballate e spedite oltre Manica. Non &egrave; chiaro se anche le 125 iridate di Paolo Pileri e Pierpaolo Bianchi e la 250 di Mario Lega, sono gi&agrave; pronte per la partenza. NESSUNA SOLUZIONE -&nbsp;I costi di gestione erano diventati insostenbili per la famiglia Morbidelli e il Comune non &egrave; riuscito in un intervento di sostenibilit&agrave;. Giancarlo, il mitico costruttore pesarese, ha 85 anni e qualche problema di salute dovuto all'et&agrave;. A febbraio il museo era stato messo in vendita ma non ci sono stati investitori interessati. Nemmeno l'ASI &egrave; riuscita nel salvataggio. L'Italia perde un patrimonio storico e un quel romanticismo che tanto aveva fatto sognare gli appassionati. ACH-1, il casco con l&rsquo;aria condizionata       

Era stato messo in vendita a febbraio per i troppi problemi economici, ma non si &egrave; fatto avanti nessun investitore. Le moto custodite finora a Pesaro sono gi&agrave; pronte e imballate per il viaggio oltremanica

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Museo Morbidelli, ufficiale: rinasce con l’ASI, sede a Pesaro

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Addio al Museo Morbidelli: le moto all'asta in Inghilterra