        Trasporti atipici? Ce l&rsquo;abbiamo. Da Reddit, infatti, arriva questa curiosa immagine di un motociclista che per trasportare uno pneumatico ha deciso di lavorare di fantasia, forse scambiandolo per una ciambella, o una cintura. Dipende dai punti di vista. Il tutto mentre guida. Motociclista virale sul web Eppure di modi per trasportare un semplice pneumatico ce ne sono eccome. Caricarlo su un&rsquo;auto invece che su una moto, per esempio, dove sicuramente lo spazio a disposizione &egrave; molto diverso. E invece questo motociclista ha deciso di diventare virale sul web con questa trovata (e chiss&agrave; che qualche azienda di gomme non prenda ispirazione per la prossima campagna pubblicitaria). Trovata curiosa, ma di certo ingegnosa, se ci pensiamo bene, sinonimo di come la categoria dei centauri non si dia mai per vinta e riesca a trovare una soluzione anche quando sembra lontanissima. Non sappiamo, per&ograve;, quanto lo pneumatico in modalit&agrave; ciambella abbia influito sulla comodit&agrave; alla guida. Ma di fronte a cotanto ingegno, chi siamo noi per dare dei giudizi? CANI IN MOTO? ECCO COSA DICE LA LEGGE PER LE DUE RUOTE       

In rete circola un immagine davvero curiosa, con una gomma &ldquo;indossata&rdquo; quasi fosse una ciambella

Come trasportare uno pneumatico in moto: l'idea di un motociclista

        A Milano le strade sono affollate di motociclisti arrabbiati. Il motivo? Le nuove restrizioni imposte dal Comune, il quale ha deciso di limitare la circolazione ad alcune categorie di moto, oltre che il divieto di attraversare l'Area B. Questi sono solo alcuni dei provvedimenti presi dal sindaco Beppe Sala per affrontare il problema dell'inquinamento atmosferico, scelte che hanno scatenato la protesta dei piloti, ai quali si &egrave; unito anche&nbsp;Lorenzo La Russa, capogruppo di Fratelli D'Italia. Si pu&ograve; andare in moto quando nevica? Cosa dice la legge Critiche e soluzioni Il politico si sarebbe unito personalmente alla protesta se non fosse stato colpito da un contrattempo con il suo motorino, ma non si &egrave; risparmiato dando il suo giudizio sulla questione. La Russa ha affermato che, a suo parere, le misure adottate sono controproducenti e poco efficaci. Il leader di Forza Italia avverte una mancanza di concretezza nell'approccio del sindaco, suggerendo che Sala debba concentrarsi su questioni pi&ugrave; pressanti anzich&eacute; perseguire una "crociata" contro automobili e moto. Per quanto riguarda le alternative, La Russa ha chiarito che Sala deve affrontare i problemi reali dei cittadini anzich&eacute; ostinarsi in questa guerra nei confronti dell'automotive. Ha indicato che la sicurezza, ad esempio, rappresenta una priorit&agrave; trascurata, menzionando di aver assistito personalmente all'ampio fenomeno dei borseggi nelle strade di Milano il sabato stesso.&nbsp; Intanto Sala pensa al Codice della Strada In effetti, il Sindaco di Milano, Beppe Sala &egrave; attualmente impegnato in questioni diverse ma, comunque, importanti riguardanti il nuovo codice della strada. Il primo cittadino del capoluogo lombardo ha infatti intenzione di scrivere una lettera alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, entro le prossime ore, dopo un incontro con le associazioni dei familiari delle vittime della strada. Sala chiede di rivedere la riforma del testo, che sar&agrave; discusso domani alla Camera per l'approvazione, prima di passare al vaglio del Senato.&nbsp;"Dobbiamo sostenere la loro battaglia e, pertanto, chieder&ograve; che il Prefetto di Milano e tutti i prefetti prestino attenzione alle richieste delle associazioni", ha dichiarato Sala.&nbsp;Inoltre, il Sindaco ha annunciato di voler sollecitare personalmente la Presidente del Consiglio affinch&eacute; accolga le richieste delle associazioni, sia in qualit&agrave; di primo cittadino di Milano che attraverso l'Anci, l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. "Le loro proposte possono fornire contributi preziosi", ha concluso Sala, sottolineando l'importanza di un dialogo costruttivo e inclusivo per affrontare questa delicata questione. La Francia vieta le moto endotermiche la notte? Cosa sta succedendo       

Il capogruppo di Forza Italia ha criticato le scelte del sindaco Beppe Sala che intanto incontra associazioni dei familiari delle vittime della strada

Protesta dei motociclisti a Milano: arriva l'appoggio di un politico

Ma quali cioccolatini, mazzi di rose e morbidi peluches, ormai San Valentino &egrave; una festa che richiede massima originalit&agrave; in tema di regali. Il consiglio per non sbagliare &egrave; quello di sfruttare hobby e passioni del proprio parner per donare qualcosa di utile ma anche fantasioso. E se il fidanzato, la fidanzata, moglie o marito fosse un amante delle moto?  Sfoglia le pagine per scoprire la Top 5 idee regalo per San Valentino  ABBIAMO CHIESTO A CHATGPT COM&#39;&Egrave; FATTA LA MOTO PERFETTA  &nbsp;  T-shirt personalizzata    Un classico intramontabile da regalare ai moticiclisti. Ce ne sono di tutti i tipi, di tutte le misure, colori e con stampe diverse, alcune davvero ironiche e simpatiche. Regalare una maglietta personalizzata, magari con un disegno o una scritta su misura per il fortunato che la ricever&agrave;. Non &egrave; qualcosa di costoso, ma un&#39;idea originale che lo andr&agrave; a colpire direttamente al cuore.  Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Un apribottiglie dedicato    Se il vostro partner-motociclista ama gustarsi una birra o un buon bicchere di vino durante le gite fuori porta, non potete che puntare su un apribottiglie a forma di moto. Non sono facilissimi da trovare, ma sul web e in qualche negozio d&#39;oggettistica o di settore ce ne sono di ogni tipo. L&#39;importante &egrave; sempre ricordare di rispettare le regole del Codice della Strada per quanto riguarda il tasso alcolemico.  Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Un&#39;esperienza organizzata su due ruote    Per un motociclista non c&#39;&egrave; niente di meglio che godersi l&#39;aria aperta in sella alla propria moto e ora che manca sempre meno all&#39;arrivo della primavera, un tour organizzato in sella pu&ograve; essere il regalo ideale. In montagna, al mare o al lago, l&#39;Italia &egrave; un paese ricco di paesaggi mozzafiato da godersi sfrecciando sulle due ruote, magari insieme ad altri appassionati con cui condividere emozioni e adrenalina.  Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Un portachiavi a forma di moto    Il portachiavi &egrave; molto pi&ugrave; di un semplice oggetto: per un amante dei motori e in questo caso delle moto, &egrave; un elemento che esprime il carattere e la passione del proprietario del veicolo. Colorato, monocolore, semplice o vistoso, ogni personalit&agrave; di ogni pilota ha un proprio portachiavi ideale: quale sarebbe quello adatto per il vostro parter?  Sfoglia per continuare a leggere  &nbsp;  Abbigliamento e accessori    Quello dell&#39;abbigliamento e gli accessori per motociclisti &egrave; ormai un mondo pieno di prodotti di altissimo livello: dalle giacche ai guanti, dai caschi agli stivali, ce ne sono veramente per tutti i gusti. Sicurezza, stile e comfort sono le caratteristiche da privileggiare quando si sceglie uno di questi regali per un motociclista, che sar&agrave; sicuramente felicissimo di ricevere un dono come questo.  ADVENTOURING: SCOPRI L&#39;ETRURIA CON MOTOSPRINT E INMOTO 

Ecco 5 idee originali e accattivanti da portare in dona al proprio partner amante delle due ruote

San Valentino, 5 idee regalo per gli appassionati di moto

        Si chiacchierava in una chat motociclistica delle moto che hanno portato innovazioni importanti, e del fatto che ultimamente le case si stanno livellando su modelli un po&rsquo; troppo analoghi uno all&rsquo;altro. Lo spunto &egrave; stato questo, che ha portato a un articolo che &egrave; un po&rsquo; anche una sofferenza: indicare le dieci moto che meritano di essere ricordate. Perch&eacute; hanno portato svolte tecnologiche importanti, ma anche perch&eacute; hanno segnato un&rsquo;epoca, o aperto una strada. Solo dieci moto, e qui &egrave; la sofferenza. Perch&eacute; abbiamo dovuto lasciarne fuori tante, tantissime! A cominciare dalle inglesi degli anni Cinquanta e Sessanta. Chi scrive aveva un debole per la BSA Rocket 3 di famiglia, sulla quale veniva portato dietro da bimbo. Ma se si parla di inglesi, come non citare la Triumph Bonneville T120 del 1959? Soprattutto considerando che un modello analogo (riprogettato) &egrave; tuttora a listino. Ok, ok, solo dieci moto, e niente trucchi per inserirne altre fuori classifica. Torniamo alla nostra Top 10, per scoprire che gli anni Settanta e Ottanta sono stati prolifici di novit&agrave;. Proprio lo spunto d&rsquo;apertura dell&rsquo;articolo. Appunto. Ma andiamo in ordine cronologico. Leggi anche: Top5: moto interessanti che diventeranno storiche nel 2024 1969 &ndash; Honda CB 750 Four (Foto di Khaosaming) Immancabile pietra miliare. In un mondo di bicilindriche spesso poco affidabili, la Honda d&agrave; il via a una disruption, lanciando una quattro in linea con l&rsquo;avviamento elettrico che va forte, non perde olio, ha un impianto elettrico che funziona bene, richiede poca manutenzione e offre affidabilit&agrave;. Da segnalare una novit&agrave; importante nel panorama dell&rsquo;epoca: la strumentazione vede gli aghi di tachimetro e contagiri privi di oscillazioni. Verr&agrave; subito seguita dalla Kawasaki, con la Z900. Poi arriveranno gli altri costruttori. Passa alla prossima pagina!&nbsp; &nbsp; 1975 &ndash; Yamaha XT 500  Fino ad allora c&rsquo;erano le stradali da una parte, di solito pluricilindriche, e le enduro dall&rsquo;altra, con i loro motori 2T. L&rsquo;XT 500 introduce una filosofia nuova, che un giorno verr&agrave; chiamata crossover. Un&rsquo;endurona stradale semplice, un po&rsquo; scrambler, un po&rsquo; enduro. Per&ograve; con un motore monocilindrico 4T di grossa cubatura. Che richiama i motori inglesi, e il Gilera 500. L&rsquo;avviamento era a pedivella, croce e delizia dei grossi mono, che tante tibie e caviglie hanno mietuto con il temutissimo calcio di ritorno della pedivella. La Yamaha per andare incontro ai suoi clienti, sulla XT pens&ograve; uno spioncino con un segno bianco che appariva quando il motore era in compressione, pronto a ricevere il calcio giusto per l&rsquo;avvio. Fu un successo enorme. Di l&igrave; a poco verranno i raid africani, l&rsquo;XT crescer&agrave; di cilindrata, e arriver&agrave; un altro fenomeno commerciale incredibile, chiamato T&eacute;n&eacute;r&eacute;. Dall&rsquo;XT 500 &egrave; scaturita la moda delle endurone stradali con motori monocilindrici 4T. Passa alla prossima pagina &nbsp; 1978 &ndash; Honda CBX 1000  Ogni tanto quelli della Honda vogliono riprendersi lo scettro di casa capace di proporre nuove tecnologie. Nove anni dopo la 750 Four, ecco il lancio del motore 6 cilindri in linea, con una naked capace di fare fuoco e fiamme. Doppio albero a camme in testa, 24 valvole, e una larghezza contenuta (solo 5 cm pi&ugrave; della 750 Four) spostando dietro i cilindri l&rsquo;alternatore. Non &egrave; per&ograve; il motore il motivo per cui vi citiamo questa moto. La CBX 1000 &egrave; stata infatti la prima moto a montare una sospensione posteriore con leveraggio progressivo, battezzato Pro-Link dalla Honda. Si tratta di un sistema che mano a mano che la sospensione si comprime, la rende pi&ugrave; rigida. In modo da risultare pi&ugrave; confortevole nella marcia normale, ma anche pi&ugrave; &ldquo;sostenuta&rdquo; nelle compressioni pi&ugrave; brusche e nelle curve veloci. Oggi quasi tutte le moto adottano leveraggi progressivi sulla sospensione posteriore. Passa alla prossima pagina &nbsp; 1979 &ndash; Ducati Pantah 500  Sarebbero molti i modelli Ducati da citare. Ma la Pantah ha introdotto il comando della distribuzione a cinghia dentata. E questo motore, molto leggero (60 kg), sar&agrave; il capostipite di tutti i nuovi motori a L della casa bolognese. Motori ancora in produzione, 45 anni dopo, sebbene con i carter riprogettati e irrobustiti, per far crescere le cilindrate e le potenze. La Pantah, nonostante il suo telaio in acciaio e alcuni dettagli un po&rsquo; grezzi, fu una sportiva leggera e performante, poi tramutata anche in moto da corsa (con grandi risultati). Passa alla prossima pagina &nbsp; 1980/1 &ndash; Kawasaki Z1000  Prima moto di serie ad adottare l&rsquo;iniezione elettronica. Fu seguita a brevissimo dalla GPZ1100. Allora i puristi storsero il naso, perch&eacute; ritenevano migliori i carburatori, sia dal punto di vista prestazionale sia da quello del carattere. L&rsquo;iniezione per&ograve; consentiva una maggiore omogeneit&agrave; delle prestazioni, indipendentemente dalle condizioni meteo, aveva bisogno di meno manutenzione. E negli anni si sarebbe rivelata fondamentale per ridurre le emissioni inquinanti. Ma, cosa pi&ugrave; importante, negli anni si &egrave; imparato a giocare con le mappature per dare caratteri diversi alle moto. Onore alla Kawasaki per essere arrivata prima nella corsa alla commercializzazione di una moto dotata di tale tecnologia. Passa alla prossima pagina&nbsp; &nbsp; 1980/2 &ndash; BMW R80 G/S  Mentre il mondo motociclistico andava verso maximoto sempre pi&ugrave; performanti, la BMW, casa tedesca famosa per le sue raffinate Sport Touring, decideva di rompere la tradizione e dedicarsi anche al fuoristrada. Erano gli anni del boom della Parigi-Dakar, e la BMW tir&ograve; fuori la prima GS, una moto di rottura. Da considerare il forcellone posteriore monobraccio, che rendeva agile lo smontaggio della ruota in caso di foratura. Da questa moto deriv&ograve; la versione racing per i raid africani che&hellip; vinse quattro edizioni della Dakar. La R80 G/S era una moto totale, fatta per andare ovunque in maniera comoda. A Berlino non lo sapevano, ma avevano dato il via a quello che nei successivi 40 anni sar&agrave; il loro modello pi&ugrave; iconico e venduto. Passa alla prossima pagina&nbsp; &nbsp; 1994 &ndash; Ducati 916  Dopo la Pantah, la F1 e l&rsquo;888 (la prima con il 4 valvole), la Ducati pesca il jolly con la 916, disegnata dal mitico Massimo Tamburini. Il motto del progettista era che se cade una vite a terra, anche una scimmia deve capire dove rimetterla. Per dire che una bella moto doveva essere semplice e razionale. La 916 era bellissima, e fu copiatissima, con il doppio faro anteriore e i due scarichi sottosella. Per&ograve; era anche efficace. Nel Campionato Mondiale Superbike vinse tantissimo. Nella produzione fu una pietra miliare, poi evoluta dapprima con la 1098 e successivamente con la Panigale. Passa alla prossima pagina &nbsp; 1996 &ndash; Honda CBR 1100 XX  Nacque per stupire, per ribadire la supremazia tecnologica della Honda. 164 cavalli e velocit&agrave; massima appena superiore ai 300 km/h (fu la prima ad abbattere quel muro). Era una sport touring velocissima, divoratrice di autostrade, ma anche inaspettatamente a suo agio sul misto e sullo stretto. Ed era anche semplice, con la sua forcella telescopica priva di regolazioni, o la frenata combinata, che tanto fece storcere il naso ai puristi. Fu seguita da modelli analoghi di altre case, che per&ograve; puntarono pi&ugrave; sull&rsquo;aspetto prestazionale che non sull&rsquo;equilibrio generale. Passa alla prossima pagina &nbsp; 1998 &ndash; Honda Hornet 600  L&rsquo;abbiamo avuta davanti per anni senza accorgerci di che razza di moto la Honda ci avesse proposto. Aveva il telaio in alluminio (nella versione del 2007), era leggera, semplice e facile. Ma aveva 100 cavalli, con un motorino da soli 600 cc che amava girare alto e spingeva sempre. Aveva personalit&agrave;, con quel singolo scarico a lato del codone. Ed era robustissima. Divenne un must, e per anni fu al primo posto nella classifica italiana delle vendite. Passa alla prrossima pagina &nbsp; 2003-2010 &ndash; Ducati Multistrada (2 e 4V)  Con la Multistrada la Ducati lancia il concetto di crossover sportiva. Una sportiva stradale con posizione in sella e immagine che richiama le moto da enduro. Ma &egrave; una stradale! La 2V, disegnata da Terblanche, ha una linea che non convince: troppo anticonvenzionale. Per&ograve; &egrave; una moto incredibilmente facile da guidare, e ci vanno fluidi tutti su strada. Nel 2010 arriva l&rsquo;immancabile svolta con l&rsquo;adozione del motore 1200 4V. La Multistrada cambia per&ograve; la sua anima, divenendo una moto meno rigida e pi&ugrave; maxistradale. Rimane per&ograve; facile da guidare e velocissima. Oggi &egrave; ancora un modello di successo, il capostipite di un segmento che in Italia &egrave; in testa alla classifica delle vendite.  La nostra classifica finisce qui. E voi, che moto avreste inserito?       

Dieci, solo dieci. Un articolo nato quasi per gioco, con l&rsquo;idea di fare un elenco delle moto che hanno lasciato il segno, le pietre miliari del motociclismo. Ma sceglierne solo dieci obbliga a lasciare fuori troppi modelli!

10 moto che hanno fatto storia

        Perch&eacute; ci sono tanti incidenti di motociclisti? Domanda un po&rsquo; diversa dal solito: non quali sono le colpe degli incidenti o che tipo di incidenti. La domanda &egrave;: perch&eacute; ci sono tanti incidenti motociclistici? Possibile che non si riescano a evitare? Ultimamente se ne parla molto, e abbiamo recentemente assistito a un convegno organizzato dall&rsquo;ETSC (European Transport Safety Committee), al quale erano presenti molti esperti. Si parte con i soliti dati, poi si passa agli interventi. Inizia Martin Winkelbauer, dell&rsquo;ente austriaco KFV (Kuratorium f&uuml;r Verkehrssicherheit - Consiglio di fondazione per la sicurezza stradale), che presenta un grafico interessante sulle cause d&rsquo;incidente. Si comincia da ci&ograve; che contribuisce agli incidenti, e al primo posto troviamo l&rsquo;uscita dalla propria carreggiata; quindi i contromano o le uscite di strada. Seguono la reazione ritardata, la capacit&agrave; di mantenere la giusta distanza dagli altri in relazione alla visibilit&agrave;, l&rsquo;errore del pilota o lo stress. Fra le cause dirette, invece, il primo posto va alla velocit&agrave;, quindi al comportamento inatteso di altri conducenti, all&rsquo;errore del pilota, un sorpasso, tempi di reazione eccessivi. Paura di piegare Una slide dalla presentazione di Martin Winkelbauer, nella quale si spiega che aumentando la velocit&agrave; in curva aumenta anche l'angolo di piega necessario Vi aspettavate una lista come questa, vero? Winkelbauer per&ograve; stupisce quando dice che la velocit&agrave; non &egrave; causa in s&eacute; degli incidenti. Lo diviene quando &egrave; eccessiva per le capacit&agrave; di guida del singolo motociclista. E per chiarire il concetto ci mostra un video nel quale si vede un motociclista che affronta una curva, arriva a un determinato angolo di piega e non scende oltre. Peccato che quella piega non fosse sufficiente a chiudere la curva alla velocit&agrave; alla quale era stata affrontata. Cos&igrave; la moto ha finito inevitabilmente per allargare la traiettoria fino a uscire, rotolando sull&rsquo;erba. Quel motociclista avrebbe potuto piegare di pi&ugrave;, senza alcun problema, ma non &egrave; stato in grado di farlo. Dunque ha affrontato la curva a una velocit&agrave; non eccessiva in assoluto, ma eccessiva per le sue capacit&agrave;. E questo ci introduce al concetto di Roll Angle Phobia, che potremmo semplicemente tradurre come paura di piegare. Con una domanda che poniamo noi: quanti motociclisti sanno che quando piegano in curva le loro gomme hanno un&rsquo;impronta a terra pi&ugrave; ampia di quando marciano in rettilineo, proprio per garantire l&rsquo;aderenza necessaria? E come si prende dimestichezza con la piega, in modo da vivere con naturalezza anche questo momento (bellissimo) che fa parte dell&rsquo;andare in moto? Occhio ai contromano Interessante la presentazione di esperimenti con settori verniciati a terra nelle curve, per sensibilizzare i motociclisti su dove passare per non rischiare impatti con i veicoli che sopraggiungono dall&rsquo;altra parte. I risultati sono incredibili: con disegni ellittici a terra, la percentuale di motociclisti contromano in curva &egrave; passata dal 77% al 41%, mentre con settori rettilinei tale valore (ovviamente in altre curve) &egrave; passato dal 60 al 48%. Attenzione per&ograve;, nell&rsquo;impiego protratto nel tempo, i settori rettilinei portano a diminuzioni pi&ugrave; forti, fino al 30% di moto contromano.  Il problema dei contromano, con le percentuali di motociclisti che "prendono male le misure", e la nuova segnaletica orizzontale di sensibilizzazione, sotto  I motociclisti chiedono formazione Jesper Christensen della FIM ha presentato i dati di un test volontario su 1578 motociclisti di tutto il mondo che, dopo aver avuto un incidente, hanno risposto a un questionario online relativo all&rsquo;incidente stesso e agli avvenimenti immediatamente successivi. Emerge come la velocit&agrave; non sia stato un problema, anche in questo caso: il 65% viaggiava a meno di 70 km/h. Si nota anche come quelli con moto dotate di ABS fossero meno di quelli con moto prive di ausili elettronici della frenata. Per&ograve; proprio questi ultimi prima dell&rsquo;incidente hanno pi&ugrave; frequentemente usato i freni, mentre gli altri non li hanno toccati. Segno che quelli con moto prive di ABS hanno maggiore esperienza di guida e riescono a sfruttare i freni negli istanti antecedenti la caduta (presumibilmente per mitigarne le conseguenze). Questa almeno &egrave; la deduzione fatta. Interessante la parte con i desiderata dei motociclisti, ne segnaliamo qualcuno: aggiornare la formazione per la patente di guida con una parte dedicata ai rischi e un&rsquo;altra con linee guida per comprendere il comportamento degli altri. E si reclamano maggiori controlli delle forze dell&rsquo;ordine, ma non sulla velocit&agrave;; piuttosto sulle patenti di chi guida. Una cosa per&ograve; ci colpisce della presentazione di Christensen, una frase, nella quale si dice che fra i motociclisti che hanno completato la formazione post-patente, quelli che hanno fatto la formazione per la frenata d'emergenza sarebbero il 36,3%. Davvero cos&igrave; pochi? Davvero le scuole di guida sicura sono cos&igrave; scadenti? Quindi perch&eacute; tanti incidenti? Torniamo alla domanda d&rsquo;apertura: perch&eacute; ci sono ancora tanti incidenti di motociclisti? Sicuramente ci sono tante cause dirette, e ancora pi&ugrave; fattori che contribuiscono a creare l&rsquo;incidente. Sicuramente i guidatori degli altri veicoli, le auto di solito, hanno le loro grosse colpe. Per&ograve; quello che emerge dalla lettura di questa lunga conferenza online, &egrave; la scarsa preparazione di molti, troppi motociclisti. Un&rsquo;impreparazione che a volte &egrave; faciloneria, nel pensare che, si, alla fine che ci vuole a guidare la moto? Ma anche impreparazione di chi fa formazione. Si &egrave; parlato pure di questo: in Europa ci sono molti ottimi corsi di guida sicura, ma anche molti corsi che insegnano cose controproducenti per la sicurezza. E allora la sintesi che traiamo &egrave; una sola: &egrave; ora di affrontare con maggiore convinzione questo problema. Non &egrave; accettabile continuare a lasciare per strada tante vittime e tanti feriti. Vespa vince la lunga battaglia contro i plagi: inconfondibile e non replicabile       

Un convegno internazionale sugli incidenti di chi usa il mezzo a due ruote evidenzia le tipologie pi&ugrave; tipiche di cadute in Europa. E alla fine, stringendo, la causa principale su cui si pu&ograve; lavorare &egrave; sempre la stessa

Sicurezza in moto: perché tanti incidenti tra i motociclisti?

        Veniamo all'ultima puntata di questa veloce rassegna sui regali che possiamo fare agli amici biker o che possiamo suggerire a chi non sa cosa regalarci. Dopo aver esplorato la gamma di regali experience che si possono fare, veniamo invece ai cari vecchi regali che si possono impacchettare, mettere sotto l'albero e mostrare con orgoglio la mattina del 25.  DUCATI FA UN REGALO DI NATALE AI DIPENDENTI: 500 EURO IN PI&Ugrave; IN BUSTA PAGA Guardian bell Il regalo pi&ugrave; sentito, quello che supera il suo valore ma si riempie di significato &egrave; la famosa guardian bell. La storia dietro a questo oggetto la trovate raccontata in diverse versioni, il succo &egrave; che regalando una guardian bell si regala un gesto d'affetto, un oggetto che protegge. Non stiamo regalando solo un campanellino, stiamo regalando protezione. Un bel modo anche per dichiararsi ad un biker, nel caso. Fra l'altro, la guardian bell non si pu&ograve; comprare per se stessi, non funziona cos&igrave;. Bisogna per forza regalarla o farsela regalare. Magliette personalizzate Ci sono, ovviamente, le magliette da biker. Ormai ci sono mille siti che le vendono o che stampano magliette. Resta solo da sbizzarrirsi con immagini e testi. Eccone alcuni, immancabili. &ldquo;Se sei incerto tieni aperto&rdquo;, vecchio adagio dei motociclisti di ogni et&agrave;; altro grande classico &egrave; &ldquo;sono un pap&agrave; motociclista, in pratica un pap&agrave; come tutti gli altri ma molto pi&ugrave; figo&rdquo; che si pu&ograve; declinare anche col nonno, la mamma, la nonna e, perch&eacute; no, zii e cugini; io amo quelle simpatiche, tipo &ldquo;io non russo, sogno di andare in moto&rdquo;; esistono anche quelle epiche &ldquo;grazie mamma per avermi fatto motociclista&rdquo;. Insomma, per le magliette ci sono mille combinazioni, scegliete voi il tono che preferite dare. Oggettistica varia Rimanendo nel campo dell'oggettistica ci sono anche tazze, portachiavi, tubolari. Come per le t-shirt, trovate ovunque modo di personalizzarli. Questo &egrave; un dettaglio importante, c'&egrave; ancora tempo per farlo, regalate qualcosa di personalizzato. Il motociclista si sente parte di una trib&ugrave;, indossa spesso i colori della sua trib&ugrave;, che siano un gilet del Hog, i colori di una giacca Rallye marchiata BMW, i colori racing Ducati, HRC o altro. Per&ograve;, nel sentirsi parte di una trib&ugrave; si sente comunque unico. Personalizza la propria moto, il proprio casco. Tutti lo facciamo, il come &egrave; una questione di gusti. Prodotti di bellezza...per la moto Un regalo sempre apprezzato sono anche i prodotti di bellezza. Non per il motociclista, ovviamente, ma per la moto. La versione motociclistica dei prodotti Pupa o Kiko sono detergenti apposta per ogni centimetro di moto, quelli per le plastiche, quelli per il metallo, quelli per i cerchi, quelli per i dischi, quelli per il carbonio, quelli per il cupolino, quelli per la sella. I negozi sono pieni di prodotti che ci permettono di prenderci cura della nostra moto. Anche quelli per le manutenzioni ovviamente. Spugne, pennellini, straccetti, sgabellini con ruote. Rimanendo sempre nel personalizzabile segnalo anche tute e camici da officina e anche tappeti da stendere sotto la moto.  Leggere fa sempre bene Ultima immancabile citazione sono i libri a tema moto. I cataloghi sono pieni di libri che parlano di moto, di viaggi, di esperienze, di tecnica, ce ne sono veramente tanti, sono un catalogo nel catalogo. Questo perch&eacute; la passione per le moto &egrave; cos&igrave; forte che condividerla &egrave; necessario. Ah, non importa che il vostro biker sia un lettore o meno, ci sono bellissimi libri fotografici, nel caso. Un ultimo regalo che mi sento di segnalare, ovviamente, &egrave; un bell'abbonamento ad una rivista di moto, un regalo che il nostro amico biker si porti dietro per 12 mesi. Pensateci, &egrave; un'idea niente male. In definitiva, non chiedetevi mai se un regalo possa aver senso, non vi chiedete se il prodotto specifico per i contatti elettrici serve, se il grasso catena per luoghi umidi o luoghi secchi sia cos&igrave; diverso, se un tappeto da mettere sotto una moto possa piacere. Al motociclista, se pensando a lui penserete alla sua passione, alla sua moto, avrete fatto il regalo pi&ugrave; bello che possa ricevere. Mi raccomando, meglio se personalizzato. COSA REGALO PER NATALE A UN MOTOCICLISTA? ECCO 5+1 IDEE A MENO DI 20 EURO       

Ecco qualche idea originale e azzeccatissima da mettere sotto l'albero di quell'amico o parente che fa delle due ruote un autentico stile di vita

Regali di Natale per un motociclista: dalle t-shirt ai libri

        L'Autunno &egrave; da sempre mese di novit&agrave;, per noi appassionati di moto. Nonostante ormai certi riti siano saltati, resta comunque il mese pi&ugrave; denso di nuove proposte. Un tempo attendevamo le fiere, adesso le presentazioni online. Cambiano le modalit&agrave; ma, ad ogni presentazione, partono gli innamoramenti.&nbsp; Ogni volta che una Casa presenta un modello nuovo &egrave; come se Cupido scoccasse i suoi dardi d'amore. Nei giorni precedenti salgono i brusii delle anticipazioni, cominciano a circolare numeri, mezze foto, foto rubate, cartelle stampa rubate nelle aree di sosta. Poi arriva il momento, cadono i veli si mostra il nuovo modello. Per ogni commento da groupie sotto al post della nuova arrivata ci sono almeno una decina di commenti in cui vengono da subito sottolienate le mancanze. C'&egrave; sempre chi ama l'ultima arrivata incondizionatamente e chi non trova soddisfatte le proprie attese. Ma cosa vogliono i motociclisti, realmente? Ho provato a raccogliere tutte le mancanze che vengono sottolineate, ho provato a metterle assieme, per dare alle case motociclistiche un elenco di quello che dovrebbe avere la moto totale, quella che servir&agrave; a sbancare il mercato, ad eclissare inesorabilmente tutti i competitor. Allora, serve una moto con pi&ugrave; cavalli, non importa quanti siano, ne servono di pi&ugrave;. Deve comunque essere parca nei consumi. Diciamo che se avesse pi&ugrave; di 200 CV e percorresse 35 Km/l potrebbe andar bene, per la versione base. Abbiamo ben altre aspettative per la versione "S" o "R" o "Sport" o come diamine-si-chiamer&agrave;. Deve essere sufficientamente alta da terra, casomai un sabato mattina con gli amici decidessimo di andare a scalare il Nanga Parbat. Ovviamente, non deve metterci in imbarazzo fisico, non tutti abbiamo stacchi di coscia da gemelle Kessler, quindi alta da terra ma dobbiamo toccare bene. Necessariamente, deve essere leggera. Sarebbe preferibile fatta a met&agrave; in solida e robusta ghisa e l'altra met&agrave; in performante carbonio. Il tutto, senza possibilit&agrave; di discutere, ricavato dal pieno. Per&ograve; pesi contenuti, mi raccomando. Ok, l'elettronica, quella non &egrave; mai troppa, per&ograve; sarebbe meglio poterla gestire con un cacciavite. Cio&egrave;, via pulsanti e mini joystick, se vogliamo cambiare mappatura al motore giriamo con il cacciavite l'apposita vite. Se vogliamo intervenire sul traction control, mezzo giro alla vite del TC. Ci fa sentire un po' pi&ugrave; old school. Sul comoda siamo tutti concordi. Per&ograve; c'&egrave; da lavorare sul protettiva, cio&egrave; ben venga che tolga l'aria di dosso, che devii i flussi d'aria che ci sfiancherebbero spalle e collo ma occorre studiare un lieve refolo d'aria sul viso, per ricordarci di quando eravamo pi&ugrave; giovani e in moto ci asciugavamo i capelli (che male la cervicale oggi!). E' arrivato il momento di trasformare le valigie laterali in dei pi&ugrave; pratici trolley. Non &egrave; possibile che quando arriviamo in albergo poi dobbiamo fare gli sherpa. Ah, questa &egrave; una cosa che ha dell'incredibile. In quasi ogni configuratore il cavalletto centrale &egrave; un optional. Basta con questa storia, mettere questo cavalletto centrale e qualora non fossimo interessati ve lo restituiamo noi. Ve lo regaliamo. Sarebbe importante, infine, avere un mezzo che acquista valore col tempo, cos&igrave; quando ve lo riportiamo per quello nuovo ci date voi dei soldi. Esiste la moto perfetta e come potrebbe essere?       

Con l'arrivo delle prime novit&agrave; del prossimo anno si scatenano dubbi e critiche (ma anche apprezzamenti). La moto perfetta esister&agrave; mai?

Novità in arrivo? I motociclisti che moto vogliono?

        Il gruppo Facebook si chiama &ldquo;Uscite moto Roma e dintorni!&rdquo; ed esiste da ben 12 anni. Lo scopo, come ci dice Simone, che ne &egrave; uno degli amministratori, &egrave; puramente quello di conoscere nuove persone e organizzare uscite in moto in amicizia. Il gruppo &egrave; aperto a tutti, e chiunque pu&ograve; usarlo per mettere in bacheca una propria uscita. Non ci sono gerarchie n&eacute; capi. Ci sono ovviamente delle figure chiave, a cominciare dai 4 amministratori (Giuseppe, Marcello, Stefano e Simone appunto, che &egrave; arrivato meno di un anno fa) e dal moderatore, Luca. Ma chiunque pu&ograve; proporre un proprio giro, fissare un appuntamento e fare la propria uscita. Chi lancia un giro, oltre all&rsquo;itinerario &egrave; tenuto a indicare anche l&rsquo;andatura che intende tenere, per evitare discussioni fra turisti e amanti della guida sportiva. Funziona? Chi scrive ha fatto un&rsquo;uscita alla domenica organizzata proprio da Simone. Da Roma ad Amatrice, facendo la Salaria fino ad Antrodoco, quindi deviando per il Passo delle Capannelle, la mitica SS80. Appuntamento ore 9 su via Salaria, davanti alla filiale BMW.Per ogni uscita viene creato un gruppo WhatsApp specifico, che poi viene cancellato qualche giorno dopo, lasciando il tempo a tutti di condividere foto e commenti. Nei giorni precedenti c&rsquo;era stato parecchio maltempo e diversi motociclisti erano titubanti. Alla domenica mattina all&rsquo;appuntamento si sono presentati circa in 35, almeno 10 moto pi&ugrave; del previsto. Persone anche sconosciute, che avevano letto il post e si erano presentate: &ldquo;ciao, ho visto il post e ho pensato di provare a venire. Mi accettate?&rdquo;. Prima di partire un rapido briefing L'arrivo dei primi al Passo delle Capannelle Breve briefing di Simone: consuete raccomandazioni di prudenza, ma anche libert&agrave; per chi vuole andare pi&ugrave; rapido di andare avanti, a patto che conosca la strada. Indicazione della prima sosta caff&egrave; e presentazione di Antonio, che aprir&agrave; la fila con la sua CFMoto 700 CL-X. Tutto chiaro e semplice. Si parte, il gruppo scorre tranquillo, quasi come se fosse rodato. Invece parlando con i vari motociclisti scopriamo che molti sono alla prima uscita. Gi&agrave; alla prima sosta caff&egrave; si comincia a chiacchierare, a presentarsi, a parlare di moto e di strade. Prenderemo un bel temporale e molto freddo, mancheremo il ristorante ad Amatrice, ma grazie a uno del gruppo che aveva un amico ristoratore poco distante, troveremo posto a sedere in 23 e senza prenotazione, alle 14. Due ore e mezzo a tavola, quasi un pranzo di matrimonio. Tutto a buon mercato, 30 euro ben spesi. Ne approfittiamo per scambiare ancora due chiacchiere con Simone, al quale chiedo il segreto del successo del gruppo. &ldquo;Siamo aperti a tutti e attraverso la nostra pagina si organizzano continuamente uscite. Perch&eacute; aver dato a chiunque la possibilit&agrave; di lanciare giri, ha fatto si che uscissero fuori anche quelle persone che magari lavorano nel fine settimana ma escono nei giorni feriali. E si &egrave; creato un movimento. Poi abbiamo stabilito una serie di convenzioni, che fanno avere sconti a chi fa determinati acquisti citando la nostra pagina Facebook. Ed &egrave; un meccanismo che si autoalimenta, perch&eacute; anche chi offre le convenzioni &egrave; contento, vedendo il ritorno di clienti. Cos&igrave; oggi siamo a oltre 4600 like, con 3900 soci attivi. E la cosa bella &egrave; che ogni volta che proponiamo un&rsquo;uscita arrivano persone nuove, con un ricambio continuo. E poi le stesse persone escono anche con altri che propongono le uscite attraverso la nostra pagina&rdquo;. Simone, qui in primo piano, &egrave; fra gli amministratori del gruppo Facebook Qual &egrave; il futuro del vostro gruppo? &ldquo;Non puntiamo a fare soldi, quindi rester&agrave; tutto gratuito. Per&ograve; stiamo pensando a un grande evento. E&rsquo; un po&rsquo; prematuro parlarne, ma per il 2024 sicuramente faremo qualcosa di bello, mettendo assieme una bella fetta dei nostri soci&rdquo;. Sono le 17.30 e ormai siamo tutti amici. Ancora un paio di foto e si riparte. Anzi, no, dopo neanche 10 chilometri, quando le strade di due gruppetti rimasti si separano, ci scappa un&rsquo;altra sosta caff&egrave;, per ritardare il momento di salutarci. Ultima sorpresa la parte finale del rientro. Simone smanetta abitualmente con il navigatore di Google e ci fa fare stradine bellissime fra le montagne dietro il Terminillo, fino a Posta e quindi Antrodoco. Poi la Salaria, il Grande Raccordo Anulare e&hellip; casa alle 21.30! Il drappello dei primi arrivati domenica mattina all'appuntamento su via Salaria       

Un&rsquo;uscita con un gruppo di appassionati conosciuti su Facebook. Un fenomeno che merita di essere raccontato, perch&eacute; si tratta di un gruppo con una filosofia particolare. Massima apertura anche ai giri organizzati dagli esterni: l&rsquo;importante &egrave; fare nuove amicizie e aggregare i motociclisti

Aggregare motociclisti per belle uscite: il fenomeno dei gruppi Social

        Nella location del Teatro Astra, si &egrave; svolto un importante incontro sul tema della sicurezza stradale, organizzato dall'Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico in collaborazione con l'Associazione Motociclisti Incolumi Onlus (AMI) e il Moto Club FMI Misano Adriatico. L'obiettivo dell'evento &egrave; stato quello di diffondere la cultura della prevenzione tra gli studenti in et&agrave; di patentino, preparandoli in modo completo ed efficace ad affrontare i pericoli della strada. COME GUIDANO GLI ITALIANI? IL 64% RISPONDE: &ldquo;MALE!&rdquo; Gli interventi degli ospiti: sicurezza e consapevolezza dei rischi Gli oltre 150 studenti hanno avuto l'opportunit&agrave; di ascoltare esperti motociclisti che hanno condiviso preziosi consigli per una guida sicura, sottolineando l'importanza di indossare equipaggiamenti adeguati come il casco integrale e il paraschiena. La giornalista Giovanna Guiso ha moderato l'evento, che ha visto la partecipazione del sindaco Fabrizio Piccioni, dell'assessore alla Polizia Locale e Viabilit&agrave; Filippo Valentini, dell'assessore alla Cultura Manuela Tonini, della dirigente scolastica Stefania Menichella e della docente Licia Pari, referente del settore Agio e Disagio dell'istituto. I relatori invitati hanno affrontato diversi aspetti legati alla sicurezza stradale. Il presidente dell'AMI, il medico traumatologo Marco Guidarini, ha illustrato le cause degli incidenti stradali, i comportamenti di guida errati e l'importanza della manutenzione delle strade. Ha sottolineato l'importanza della "riserva di sicurezza" nella vita quotidiana, paragonandola al paracadute per un paracadutista. Valerio Boeri, responsabile commerciale di Airoh Italia, ha spiegato l'uso corretto del casco integrale, mentre Gordon Casteller, responsabile della comunicazione di Alpinestars, ha presentato l'airbag per motociclisti e raccontato come abbia salvato la vita al campione del mondo "Pecco" Bagnaia in un incidente a Barcellona. Carlo Linetti, ingegnere e vice presidente di Cobo Group, ha parlato della tecnologia per migliorare la sicurezza dei veicoli a due ruote, mentre l'avvocato Diego Pensalfini ha fornito informazioni sulla normativa stradale e le prospettive di riforma del Codice della strada. Il presidente del Moto Club FMI Misano Adriatico, Duilio Damiani, ha evidenziato l'importanza dell'attivit&agrave; di formazione per i giovani piloti e ha menzionato i nomi degli affermati piloti italiani che sono stati supportati dal club. L'AMI Riding School, rappresentata dagli istruttori Lorenzo Mendogni e Fabio Luminoso, ha fornito preziose informazioni sulla guida consapevole dei veicoli a due ruote motorizzate. Regali ed emozioni per i ragazzi Durante l'incontro, alcuni studenti hanno avuto l'opportunit&agrave; di sperimentare l'impugnatura del manubrio e il funzionamento dell'airbag per motociclisti grazie a veicoli esposti dalla concessionaria Amati di Misano Adriatico. Al termine dell'evento, ogni studente ha ricevuto in dono un paraschiena Alpinestars, uno strumento fondamentale in caso di caduta dal veicolo o durante la pratica di sport come il ciclismo, la mountainbike, lo sci e l'equitazione, grazie al contributo di Alpinestars. La giornata &egrave; stata arricchita dalla presenza di Emiliano Ercolani, campione europeo nella Yamaha R3 Blu Cru European Cup, il quale ha condiviso la sua esperienza in pista e sulla strada, invitando gli studenti a rispettare le regole del Codice della strada. Il Comune di Misano Adriatico ha conferito a Emiliano Ercolani una medaglia speciale in riconoscimento dei suoi meriti sportivi.  GUIDA SICURA: I CONSIGLI DEI TESTER DI IN MOTO (PARTE 2)       

L'Associazione Motociclisti Incolumi Onlus (AMI) e il Moto Club FMI Misano Adriatico hanno incontrato i ragazzi dall'Istituto Comprensivo Statale Misano Adriatico

Sicurezza stradale: un'incontro speciale per i motociclisti di domani

Alcuni video postati sui social sono molto curiosi. La piattaforma attraverso la quale riescono a diventare virali, ad oggi, &egrave; sicuramente Tik Tok, ed &egrave; infatti da l&igrave; che arriva molto materiale intrattenitivo il pi&ugrave; delle volte, di dubbio gusto in alcuni casi. Per fortuna non si parla delle sfide sconsiderate che fanno oggi i ragazzini o di vetture che vanno a fuoco, bens&igrave; la testimonianza di quanto sia difficile, per qualche motociclista, attraversare i tratti pi&ugrave; impegnativi del Passo dello Stelvio.  La caduta delle moto  Andando sul canale @Knayarfoto, il tiktoker ha postato dei video nei quali riprende in sequenza moto e maxi-scooter che, arrivati alla curva, finiscono in terra. Ovviamente non parliamo di incidenti importanti, soprattutto perch&eacute; la velocit&agrave; &egrave; molto ridotta e in quello specifico punto si va abbastanza piano. Comunque &egrave; una dimostrazione concreta della difficolt&agrave; di quella tratta. Certo &egrave; che fra coloro che scivolano ci sono anche inesperti, ma per chi invece mastica il linguaggio motociclistico la colpa &egrave; da imputare a manovre errate nell&#39;affrontare il lento rampino. L&#39;errore che si nota &egrave; una traiettoria troppo stretta abbinata a bassa velocit&agrave; con la moto che tende a &quot;cadere&quot;&nbsp;troppo per il tratto di curva in salita. Un buon consiglio potrebbe essere quello di restare, nei limiti della careggiata, un po&#39; pi&ugrave; larghi in ingresso cercando di tenere il motore pi&ugrave; in &quot;tiro&quot;. &nbsp;  &nbsp;   @kanyarfoto Ki kor&aacute;n kel, motort emel. Ezt az esetet nem &eacute;rtj&uuml;k&hellip; tal&aacute;n majd Ti! #curvafoto #kanyarfoto #foryou #dropthebike #passodellostelvio #stelviopass #triumph ? original sound - Luciano Pavarotti     Costruire la sicurezza in moto: ecco quali sono i passi da seguire  &nbsp; 

Un tiktoker ha ripreso, in modo discutibile, i momenti in cui si vedono motociclisti cadere in uno dei tornanti stretti su un tratto molto frequentato dagli appassionati

Motociclisti che cadono allo Stelvio: quanto &egrave; difficile percorrerlo?

Quando apriamo la porta del garage, accendiamo la moto e usciamo dal nostro spazio privato, entriamo in un universo fatto di regole decise dalla legge e dal buon senso che richiedono adattamento e un cervello sempre ben allenato a capire cosa fare e come. Chiunque utilizzi un mezzo a motore su una strada pubblica ha delle responsabilit&agrave; nei confronti del prossimo, ma nel caso del motociclista si sale addirittura ad un livello superiore per via della natura &quot;pericolosa&quot; del mezzo a due ruote e delle prestazioni nettamente superiori a qualsiasi altro normale veicolo che possiamo incrociare sulla via.  Non dimenticare mai responsabilit&agrave; e rischi    Le regole della strada sono state studiate per limitare al massimo gli incidenti e la loro gravit&agrave;, quindi sono per natura conservative e inducono tutti gli utenti a condurre i loro mezzi piuttosto lentamente. Il codice della strada non viene rispettato sempre alla lettera, direi quasi mai al di fuori delle autostrade, e in moto &egrave; ancora pi&ugrave; difficile proprio per la sua natura divertente.  Nella classifica degli incidenti in moto pi&ugrave; frequenti ci sono le situazioni di traffico cittadino fra incroci a &quot;T&quot; e immissioni con scarsa visibilit&agrave;, i sorpassi troppo azzardati e in prossimit&agrave; di curve cieche e le cadute per perdita di controllo del mezzo, che sono sempre un numero altissimo e le pi&ugrave; frequenti fuori citt&agrave;.  Tutte queste situazioni causate dalla distrazione o dall&#39;errato calcolo del rischio (nostro o da parte degli altri) possono essere limitate se il senso di responsabilit&agrave; rimane alto. &Egrave; giusto anche provare un pizzico di paura per le potenziali conseguenze di una manovra azzardata o mal calcolata, che magari ci far&agrave; aspettare alla curva dopo per eseguire un sorpasso o ci far&agrave; prendere quella serie di curve con un pelo pi&ugrave; di calma.&nbsp;    &nbsp;  Responsabilit&agrave; e buon senso sempre  Ogni caduta, anche la pi&ugrave; stupida, pu&ograve; provocarci seri danni. La nostra moto che carambola sull&#39;asfalto pu&ograve; far cadere altri motociclisti o pu&ograve; coinvolgere delle auto. Se portiamo un passeggero, inoltre, prendiamo in mano la sua vita per il tempo che passer&agrave; seduto dietro di noi. E quando gli errori li fanno gli altri, noi dobbiamo essere sempre all&#39;altezza di reagire con riflessi pronti per cercare di evitare il pericolo.  Pu&ograve; sembrare un discorso quasi paternale, scontato per la maggior parte dei nostri lettori, ma una consapevolezza maggiore - anche se forzata da un discorso piuttosto scontato - pu&ograve; fare la differenza nelle difficolt&agrave; che troverete lungo il vostro prossimo giro in moto.  Allo stesso modo, per&ograve;, non possiamo fare i bacchettoni: la tirata va bene, il tratto tutto curve con qualche piega gustosa godiamocelo pure. L&#39;imperativo &egrave; comunque quello di mantenere alta la responsabilit&agrave; nei confronti del prossimo e delle possibili conseguenze di una guida poco attenta, in modo da guidare con buon senso e capire al meglio cosa possiamo fare in ogni specifico contesto.    La Lucky Explorer 9.5 arriver&agrave;! Ecco l&#39;ultima preserie della crossover MV Agusta&nbsp; 

E&#39; bello, liberatorio e divertente, ma la responsabilit&agrave; che poggia sulle nostre spalle nei confronti degli altri e di noi stessi deve essere sempre prioritaria ogni volta che saliamo in sella

Andare in moto: codice della strada vs codice morale

Con un amico collaudatore, tempo fa si discuteva del fatto che nelle community di motociclisti spesso vengono diffuse convinzioni errate sulle tecniche di guida. E chi lo fa di solito si mostra estremamente sicuro di ci&ograve; che dice.  Non passano neanche 24 ore e lo stesso amico mi manda gli screenshot di una sua discussione su Facebook, con un motociclista che riteneva il freno posteriore della propria moto sottodimensionato. A giustificazione dell&rsquo;affermazione, il motociclista citava il fatto che scendendo da un passo di montagna molto impegnativo, a met&agrave; della discesa il freno aveva smesso di funzionare per surriscaldamento.  Al mio amico non &egrave; servito molto per capire che quel motociclista usava solo il freno dietro. Come fanno in tanti, troppi.  Cos&igrave; il mio amico gli ha scritto, senza dichiarare la propria professione (ha vincoli di segretezza), chiedendogli se per caso potesse essere questa la spiegazione. I toni si sono irrigiditi subito, fino alla chiusa finale: &ldquo;non mi servono insegnamenti, so per certo che anche nelle competizioni i piloti fanno cos&igrave;&rdquo;. E chiss&agrave; da dove arriva questa informazione, errata.  La rivoluzione social  C&rsquo;era una volta un&rsquo;epoca nella quale se volevi leggere qualcosa per farti un&rsquo;idea su una moto o su come si guida, andavi per forza a cercare i giornali e le riviste. Se volevi confrontarti con altre persone in relazione a un determinato argomento, meccanico o di guida che fosse, ti avvicinavi ai gruppi di motociclisti. Dove c&rsquo;erano i vecchi esperti che raccontavano un sapere. E quel sapere, costruito sull&rsquo;esperienza di pi&ugrave; persone e tramandato con passione, era un grande valore, che ha fatto crescere tutti i vecchi motociclisti.  I social, e Internet in generale, hanno aperto un mondo di opportunit&agrave; in pi&ugrave;. Per leggere di moto l&rsquo;offerta della rete &egrave; sterminata. E con i traduttori automatici sono alla nostra portata anche tutti i siti stranieri. Per dialogare con altri motociclisti, magari anche con piloti o giornalisti, le possibilit&agrave; sono infinite: se scrivi a qualcuno, capita che ti risponda. E se si vuole vedere un video, un tutorial o qualunque altra cosa, c&rsquo;&egrave; Youtube. Insomma, si pu&ograve; parlare con chiunque, si pu&ograve; trovare (quasi) qualunque cosa. E se si ha qualcosa da dire, si pu&ograve; pure parlare agli altri.  Ecco, appunto: chi sono quelli che parlano?  Quando i follower fanno anche attendibilit&agrave;  Una premessa &egrave; importante: le stupidaggini le scrivono anche i giornalisti; compreso ovviamente il sottoscritto. Le cose sbagliate le dicono anche quelli accreditati. Non c&rsquo;&egrave; dubbio. Ma un sistema nel quale la parola del signor Pinco Pallo, che nessuno conosce, vale quanto la parola di una persona che prima di parlare ha superato la valutazione di chi ha scelto di pagarlo perch&eacute; facesse quel mestiere, probabilmente ha un bug.  Ultimamente sto passando molto tempo sui social. Perch&eacute; esprimono una cultura che si deve conoscere per vivere e lavorare in questo ambiente. Li considero una miniera di idee, ma anche di informazioni utili. Per&ograve;, mi chiedo, possibile che su Facebook si trovino persone pi&ugrave; brave a decidere quale sia la pressione giusta di un pneumatico rispetto agli ingegneri e ai collaudatori della casa che produce il pneumatico e della casa motociclistica che ha scelto di adottarlo? Non vi sembra poco credibile?  Internet e i social sono un&rsquo;opportunit&agrave; eccezionale, per&ograve; forse siamo arrivati al punto che tutti noi dobbiamo fare pi&ugrave; attenzione a valutare chi ci parla. Dobbiamo capire quanto il nostro interlocutore sia preparato. E dobbiamo attingere a pi&ugrave; fonti. Considerando che gli algoritmi dei social e dei motori di ricerca non aiutano.  Perch&eacute; chi scrive un messaggio corretto ma generico, avr&agrave; sempre meno visibilit&agrave; di chi cerca l&rsquo;acchiappaclick. E siccome Google premia chi ha pi&ugrave; visibilit&agrave; e contatti, il risultato &egrave; che chi riesce a conquistarsi una buona base di contatti, follower o visibilit&agrave;, finisce per uscire prima nelle pagine del motore di ricerca. Insomma, i follower fanno anche l&rsquo;attendibilit&agrave;.  Ed ecco che a fianco di motociclisti bravi e preparati che raccontano cose giuste, emergono profili di persone convinte di sapere, che in realt&agrave; dispensano consigli errati. Sono in tanti e &ldquo;operano&rdquo; in tutti i campi. Ovviamente non solo in quello motociclistico.  Il risultato &egrave; che il lettore meno navigato, quello che cerca informazioni, deve faticare non poco per selezionare fonti attendibili.  Cercate verifiche!  Come si esce da questa situazione? Il mondo &egrave; cambiato, e non c&rsquo;&egrave; spazio per la nostalgia. L&rsquo;unica per chi scrive &egrave; cercare di essere il pi&ugrave; possibile attenti a ci&ograve; che si pubblica, verificando sempre preventivamente ci&ograve; che si vuole scrivere. L&rsquo;autorevolezza la si conquista sul campo nel tempo. Ma voi che siete dall&rsquo;altra parte e leggete, valutate bene chi &egrave; che vi sta parlando, verificate anche su altri siti ci&ograve; che vi viene raccontato. E fate selezione.  Il grosso rischio di un sistema nel quale tutti parlano, &egrave; che si tramuti in un sistema nel quale &ldquo;nessuno parla&rdquo;. Una Torre di Babele piuttosto che un utilissimo strumento di arricchimento e crescita per tutti noi.  E ora una domanda: voi cosa ne pensate? 

Come siamo cambiati noi motociclisti nell&rsquo;epoca dei social network? Come siamo diventati? E come sono cambiate le nostre abitudini. Forse non ce ne rendiamo conto, ma Internet e i social ci hanno cambiato profondamente

La cultura della moto al tempo dei social

Qualcosa &egrave; cambiato. Qualcosa &egrave; cambiato nei nostri incidenti. A dare la sveglia &egrave; stato a inizio estate il presidente dell&rsquo;Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale), Giordano Biserni, con un comunicato che lanciava l&rsquo;allarme. Era successo che nell&rsquo;ultimo fine settimana di maggio si erano contati 22 incidenti mortali con mezzi a due ruote, ed erano morti in 24, fra motociclisti e scooteristi.  Incidenti in moto: ecco alcuni consigli per (cercare) di evitarli  Chi &egrave; il motociclista esperto?  Personalmente, da molto tempo, da anni, penso che il problema di chi si muove su due ruote sia l&rsquo;incapacit&agrave; di riconoscere le situazioni di pericolo. Un problema gravissimo, perch&eacute; vedo ogni giorno persone che rischiano a cuor leggero, senza accorgersene. Un problema che secondo me viene dalla scarsa cultura motociclistica, dalla scarsa preparazione di molti guidatori. Discorso vecchio, ma il motociclista esperto sa che nella fila si nasconde un grave pericolo per noi, ha il terrore dei vialoni periferici delle citt&agrave;, ha il terrore di non essere visto dagli altri utilizzatori della strada; conosce bene il rischio nascosto nel differenziale di velocit&agrave;, vale a dire nel viaggiare a una velocit&agrave; diversa da quella degli altri utenti della strada.  Chi non &egrave; esperto si fa invece facilmente prendere la mano da un mezzo che raggiunge in un attimo, senza dare preavviso a chi lo guida, velocit&agrave; eccessive.  Da anni mi batto per far capire che &egrave; inutile parlare ai motociclisti esperti. Perch&eacute; quelli non rischiano, quelli di solito tornano a casa interi dopo ogni uscita. E ne sono stato pi&ugrave; sicuro dopo aver letto i report dell&rsquo;Asaps con le raccolte degli articoli di giornale che descrivevano gli incidenti. Fino a un anno fa circa, l&rsquo;ultima volta che ci avevo messo il naso, in quei report gli incidenti raccontavano sempre la storia di quello che provava la moto dell&rsquo;amico sulla strada sotto casa, provava a tirare una marcia, magari impennava, finiva per prendere un&rsquo;automobile che passava di l&igrave;, o un palo, o un muro. Incidenti di persone che alla sera tornavano a casa in scooter dopo il lavoro o dopo lo svago. Incidenti di persone che con i motociclisti non c&rsquo;azzeccavano nulla, che di moto sapevano pochissimo, che non si riconoscevano nella categoria dei motociclisti. E che mai avrebbero letto un messaggio d&rsquo;allarme lanciato ai motociclisti. Perch&eacute; per loro i motociclisti sono quei pazzi che vanno forte il sabato e la domenica in gruppo: &ldquo;io vado in citt&agrave; al lavoro o a spasso con il motorino, mica rischio la vita&rdquo;. Sapeste con quante persone ho parlato, che andavano in giro in maglietta, con un casco vecchio e fuori misura, con le gomme sgonfie, i freni che non funzionavano bene, le ciabattine invece delle scarpe chiuse. E poi andavo a leggere le statistiche annuali ACI-Istat sulla localizzazione e le dinamiche d&rsquo;incidente, e ci trovavo proprio loro a fare numero. Leggevo i rapporti dell&rsquo;Asaps e ci trovavo, ancora, loro.  La novit&agrave; dell&#39;ultimo anno  Qualcosa &egrave; cambiato, scrivevo in apertura. Perch&eacute; il presidente Biserni, con il quale collaboro da molti anni come esperto di moto e motociclisti, mi ha mandato il report di un fine settimana di maggio. Ed erano pi&ugrave; o meno tutti&hellip; motociclisti. Un caso? Ho atteso il fine settimana successivo, e ho trovato statistiche analoghe.  Cos&igrave; ho telefonato all&rsquo;amico Lorenzo Borselli, che oltre a essere un poliziotto &egrave; anche un motociclista. La conferma &egrave; stata dolorosa. &ldquo;Si Ricc&agrave;, io nei fine settimana sui passi di montagna vedo di nuovo persone che vanno troppo forte, senza essere preparate. Gente che si improvvisa alla guida&rdquo;.  Cosa &egrave; successo?  Posso confessare che, nonostante io viva fra i motociclisti tutti i giorni, non l&rsquo;ho capito?  Leggo i dati di mercato, e le moto pi&ugrave; vendute sono entry level paciose. Non ci sono pi&ugrave; le sputafuoco di una volta. Ci sono, si, delle endurone stradali piene zeppe di cavalli e pensate per andare forte su strada. Sono un segmento ben preciso e ancora ben alimentato nel complesso del mercato motociclistico. Ma la maggior parte dei nuovi motociclisti sono poco interessati alle prestazioni. Eppure c&rsquo;&egrave; un ritorno di fiamma dell&rsquo;andare forte su strada. Con in pi&ugrave; l&rsquo;aggravante di non essere granch&eacute; preparati a farlo.  Vedo un altro problema che potrebbe contribuire a tradire i neofiti: la diffusione capillare dei controlli elettronici. Si tratta di dotazioni che aumentano la nostra sicurezza, ma rendono anche pi&ugrave; facile viaggiare forte. Perch&eacute; a centro curva basta dare gas, anche tutto il gas: a tenere la moto in piedi ci pensa l&rsquo;elettronica. E cos&igrave;, anche chi non ha sviluppato una specifica sensibilit&agrave;, che poi va a braccetto con l&rsquo;esperienza di guida, pu&ograve; sparare a terra 170 cavalli e uscire dalla curva velocissimo. L&rsquo;elettronica aiuta anche nella frenata e nelle scalate di marcia. Se poi arrivi lungo in curva, l&rsquo;ABS Cornering ti d&agrave; una grossa mano a frenare a moto piegata, rimanendo in piedi.  Non c&rsquo;&egrave; pi&ugrave; selezione, e tutti riescono ad andare forte. Salvo poi accorgersi che le leggi della fisica non si possono sovvertire quando si ha un imprevisto. Solo allora dunque questi motociclisti scoprono (dolorosamente) di essere troppo veloci. Hai voglia a mettere controlli elettronici, sulla moto di chi dimentica che l&rsquo;energia cinetica &egrave; funzione del quadrato della velocit&agrave;!  Fa bene l&rsquo;Asaps a sollevare il problema. Ma ora dobbiamo analizzare e capire gli incidenti dei motociclisti. Un qualcosa che faremo subito dopo l&rsquo;estate, quando avremo un quadro completo dei dati. Perch&eacute; dovremo capire come e con chi parlare per fare sensibilizzazione. E cultura motociclistica. Quella che ci serve per fare i conti con la nostra fantastica passione, coniugandola con la razionalit&agrave;. Arriveranno anche maggiori controlli sulle strade statisticamente pi&ugrave; segnate dagli incidenti, perch&eacute; &egrave; chiaro che c&rsquo;&egrave; qualcosa che non va.  Questo articolo, che &egrave; stato pubblicato in una forma quasi analoga anche sulla rivista dell&rsquo;Asaps, mi &egrave; sembrato un atto dovuto. Perch&eacute; anche io, che non sono certo uno stinco di santo alla guida, credo sia tornato il momento di occuparci di questo problema. Di discuterne. Di riportare la nostra attenzione sulla sicurezza della categoria. 

La lettura dei dati degli incidenti degli ultimi fine settimana stupisce con una triste novit&agrave;: sono tornati a crescere. Un fenomeno ancora da interpretare, sul quale si sta concentrando l&rsquo;attenzione di chi si occupa di sicurezza stradale

Motociclisti, in aumento gli incidenti: perch&eacute;?

Multe e infrazioni sulle strade italiane purtroppo sono all&rsquo;ordine del giorno. Non solo automobilisti, ma anche motociclisti. Questo &egrave; quanto riportano i dati della polizia stradale riferiti al 2022, con un netto incremento delle sanzioni rispetto al 2021.  Tutte le infrazioni pi&ugrave; frequenti  Dati alla mano, nel 2022 ci sono state 37.277 contravvenzioni, un numero in crescita rispetto alle 36.429 del 2021. Grazie ai dati della polizia stradale, &egrave; possibile sapere anche la tipologia di contravvenzione, e quindi fare una panoramica su quali siano le multe pi&ugrave; frequenti tra i motociclisti italiani. Tra le infrazioni pi&ugrave; ripetute c&#39;&egrave; quella della circolazione senza revisione che nel 2022 ha fatto fare alla polizia ben 6.342 multe; a seguire ci sono guida senza patente (4.029 multe, davvero troppe!) e il mancato possesso dei documenti di circolazione (3.900). Da segnalare anche il mancato, o scorretto, uso del casco: 2.967 multe arrivano dalla stradale, 9.481 dai Carabinieri e 28.857 dalle polizie locali dei comuni di capoluogo.  Ma alla lunga lista di contravvenzioni vanno aggiunte anche quelle per velocit&agrave; elevata rispetto alle condizioni di traffico, che son ben 2.363, e quelle per eccesso di velocit&agrave; rilevata, altre 2.239. Ma sono scattate anche 1.401 multe per qui motociclisti che non osservano la segnaletica stradale e dei semafori. Chiudiamo la lista con 480 multe per coloro che sono stati sorpresi alla guida in stato di ebbrezza e 176 sotto effetto di sostanza stupefacenti. Numeri davvero troppo alti, che non fanno ben sperare, soprattutto perch&eacute;, anno dopo anno, i dati crescono e nonostante il Nuovo Codice della Strada prometta sanzioni pi&ugrave; severe, il fenomeno potrebbe continuare a dilagare.  MOTO SENZA TARGA? ECCO QUALI SANZIONI SI RISCHIANO 

Numeri in crescita rispetto al 2021 (quando erano state 36.429). La multa pi&ugrave; frequente? Circolare senza revisione

Motociclisti italiani: 37.277 multe nel 2022, tanti senza revisione

        Si chiama Technical Forum, ed &egrave; un evento nato sotto l&rsquo;ala della Honda per volont&agrave; di due amici, Luca Fiorentino, apprezzato tecnico e collaudatore della casa giapponese, e il sottoscritto, autore di questo articolo. L&rsquo;idea era offrire agli amici un&rsquo;occasione d&rsquo;incontro presso lo stabilimento Honda di Atessa, una visita che comprendesse anche un forum tecnico (di qui il nome) di approfondimento. Un secondo giorno per il giro in moto, e qualche mangiata assieme. Tecnica, sicurezza e... il futuro secondo Honda  Dell&rsquo;evento ad Atessa si sono gi&agrave; svolte 7 edizioni, e marciamo rapidi verso l&rsquo;ottava. Da due anni per&ograve; il Technical Forum ha anche un&rsquo;edizione romana, che si tiene prima della pausa estiva. Ed &egrave; proprio di questa che parliamo oggi. 20 posti. Alla Honda erano stati ferrei sul numero massimo di persone ammesse negli uffici di Roma per seguire il Forum in aula. Siamo riusciti a iscrivere 22 appassionati, che alle 9 del mattino di un caldissimo venerd&igrave; erano pronti a sedere in sala. Si comincia come al solito con la presentazione dell&rsquo;azienda, con un occhio anche ai numeri, al fatturato, alle produzioni, ai mercati pi&ugrave; importanti. Quindi si va al rapporto con i clienti, alla gestione dei ricambi e delle garanzie. E si finisce a parlare di sicurezza, con una presentazione degli studi Honda su come migliorare la visibilit&agrave; del motociclista da parte degli altri utenti della strada. Sicurezza per&ograve; significa anche cura del prodotto; quindi l&rsquo;approccio con la continua ricerca di miglioramento, che diviene filosofia lavorativa (ne abbiamo parlato lo scorso anno).  Pausa pranzo, e si scende nelle aule dove si fanno le lezioni tecniche ai meccanici autorizzati e delle concessionarie. Ci fanno vedere un cambio DCT, ce ne illustrano il funzionamento, ci fanno toccare i componenti smontati. Poi passiamo a una dimostrazione dal vero del funzionamento della diagnosi elettronica che i meccanici Honda utilizzano per individuare i difetti di una moto o per modificare alcuni parametri in centralina. Si rientra alla nostra aula per parlare di elettrificazione; e per scoprire, conti alla mano, che &egrave; lontano il momento nel quale si potr&agrave; fare uno switch vero dai motori termici a quelli elettrici. Troppi conti che non tornano. In mezzo non mancano aneddoti raccontati da quel furbacchione di Luca, sulla sua vita di collaudatore, spesso inviato sulle autostrade tedesche o sull&rsquo;anello di Nard&ograve;.  &nbsp; Dal Passo delle Capannelle a Forca Caruso  Sabato &egrave; la volta del giro in moto. La meta prevista &egrave; il Ristoro Mucciante, a Fonte Vetica, sul Gran Sasso. Iniziamo dall&rsquo;appuntamento: Casello de L&rsquo;Aquila Ovest, ore 10. C&rsquo;&egrave; un po&rsquo; di pioggerella lungo la strada, fa freddo. All&rsquo;appuntamento si presentano 25 moto, in parte provenienti dall&rsquo;Abruzzo, in parte da Roma. Quando partiamo il sole sorge deciso. Direzione Ovest, sulla SS80, per andare verso il Passo delle Capannelle. Andatura turistica, ma non noiosa. Tiro io il gruppo, e non ho staffette n&eacute; scopa. Nell&rsquo;invito avevo chiarito che si trattava di un&rsquo;uscita fra amici. Ciononostante cerco di tenere unito il gruppo, ed &egrave; un piacere vedere negli specchietti il serpentone ordinato che si snoda fra le curve. Il Passo delle Capannelle &egrave; una strada bellissima, con un fondo da biliardo e neanche troppo trafficata. Arrivati su voltiamo a destra per la statale del Vasto, panoramica, mozzafiato. &Egrave; discretamente asfaltata, e ha la particolarit&agrave; di avere la gran parte delle curve del medesimo raggio. Cos&igrave; si prende un passo buono e ci si dondola fra una curva e l&rsquo;altra, senza dare troppo gas in rettilineo, perch&eacute; le valli, le cime e i boschi intorno chiedono attenzione.  Infine si arriva al bivio per Fonte Cerreto, la base della funivia del Gran Sasso, da dove si continua salendo sempre di pi&ugrave;. Il paesaggio intorno diviene lunare, spariscono gli alberi, e la strada corre poggiata sui rilievi dolci, con salite e discese, intervallate da curve sempre visibili. Al Mucciante &egrave; festa. Facciamo la fila, prendiamo i nostri arrosticini, salsicce, formaggi. Qualcuno la birra, altri l&rsquo;acqua. Occupiamo pi&ugrave; tavoli, ma poi ci mischiamo, e iniziamo a chiacchierare liberamente.Fino a questa mattina con molti del gruppo non ci si conosceva, ora siamo qui a chiacchierare e a scherzare. Miracolo della passione comune per la moto. Si riparte, questa volta scendiamo passando per Rocca Calascio e Barisciano. Qui ci separiamo dagli abruzzesi, che voltano a sinistra per rientrare a casa. Noi andiamo verso L&rsquo;Aquila, ma&hellip; Poteva finire cos&igrave; il nostro giro? Il meteo &egrave; bello, le giornate sono lunghe, e noi stiamo bene. Deviazione approvata. Percorriamo la Subequana (SS 261), per approdare infine alla Tiburtina e passare per Forca Caruso, con i suoi spettacolari saliscendi fra le pale eoliche. Di nuovo, una strada bellissima dal punto di vista paesaggistico e ottimamente asfaltata. Ci regaliamo due pieghe fra amici, sfilacciando un po&rsquo; il gruppo. Tanto poi ci si ricompatta. A Celano arriva il momento dei saluti: abbiamo direzioni diverse, ci si divide e si punta verso casa.  Il prossimo appuntamento Ancora una bellissima giornata di passione e amicizia fra motociclisti. E presto si replica: sabato 22 luglio giro aperto a tutti: da Velletri a Sperlonga, passando per strade interne e, ovviamente, piene di curve! Volete partecipare? Info@motoskills.it!          

Un appuntamento per parlare di moto e di tecnica presso la sede romana di Honda Europa, un appuntamento abituale per un nutrito gruppo di appassionati con un tour finale fino al Gran Sasso

Technical Forum: una due giorni da motociclisti con Honda

Dopo averli classificati alle prese con officine e meccanici vediamoli in un altro contesto, incontriamoli(ci) sui Social. Dopo la nuda e cruda realt&agrave; passiamo al mondo social, quello virtuale. Che tipo di motociclisti insopportabili si incontrano sui Social? Eccoli elencati, con le varie tipologie di &quot;insopportabili&quot; rigorosamente tra virgolette.&nbsp;  GLI &quot;ESPERTI&quot;  La prima categoria sono sicuramente gli esperti. I veri esperti sono quelli che intervengono solo in risposta ad una domanda tecnica. E non danno mai un contributo, deridono chi ha posto la domanda. Loro non sono sui social per aiutare ma per far pesare il fatto che loro certi problemi li risolvono da soli. Non importa quante premesse uno possa inserire nel post per evitare certi commenti, quello che scrive: &ldquo;I veri motociclisti queste cose le devono sapere&rdquo;, lo trovi sempre. Evidentemente loro sono stati istruiti da neonati magari mediante immersione nello Stige, altrimenti saprebbero che fare domande &egrave; un modo per imparare le cose.&nbsp;  I &quot;Nostalgici&quot;    Ci sono poi i nostalgici, quelli che hanno il potere di confrontare ogni cosa che riguarda la moto con decenni prima. In genere coprono un intervallo temporale che attraversa gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. In quel periodo, sentendo loro, le moto erano pi&ugrave; moto, i motociclisti pi&ugrave; motociclisti, i limiti erano solo per i limitati, l&#39;elettronica non esisteva, bisognava cavarsela da soli (in genere il must &egrave; &ldquo;il traction control io ce l&#39;ho nel polso destro&rdquo; e &ldquo;cosa vuoi mai ABS, serve solo per allungare la frenata, io ho sensibilit&agrave; nelle dita&rdquo;), le strade non erano fighette come adesso, il casco era solo per gli scippatori, la benzina aveva veri ottani e le porzioni al ristorante erano pi&ugrave; abbondanti e non si pagava il coperto. E, ovviamente, tutto era al contempo migliore ma pi&ugrave; difficile da guadagnare. Inutile dire che il sotto testo &egrave; che loro sono migliori, hanno attraversato quei decenni con sorriso sprezzante e adesso vanno in crisi a mettere un GS sul cavalletto centrale se c&#39;&egrave; un po&#39; di pendenza.&nbsp;  I &quot;MORALISTI&quot;  Stanno in agguato, sono la versione motociclistica di quelli che correggono gli errori grammaticali agli altri, quelli che si elevano a detentori della morale e che quindi la infondono a piene mani. Pronti a passare al microscopio ogni comportamento non in linea con il codice della strada e a commentare con il classico: &ldquo;La strada non &egrave; una pista&rdquo;. Pubblichi una foto di un pneumatico? La strada non &egrave; una pista. Foto di saponette sfregate? &quot;La strada non &egrave; una pista&quot;. Foto di una ragazza con un ombrello in mano? La strada non &egrave; una pista. Possono persino assumere fastidiosi toni paternalistici. In genere millantano di aver perso amici in strada come se fossero reduci del Vietnam. La cosa divertente &egrave; che loro le cretinate le hanno fatte, come tutti noi, solo che hanno imparato la lezione e si sentono investiti del compito di diffondere il verbo, senza curarsi del come.  I &quot;ROSSISTI E GLI ANTI-ROSSI&quot;    Un cenno veloce ma senza approfondire per citare una categoria che &egrave; comparsa un paio di lustri fa e che poi si &egrave; arricchita della sua nemesi: i tifosi di Rossi e gli anti tifosi di Rossi. Ormai si perde traccia di quando sia nata questa dicotomia nel panorama degli appassionati di moto ma ormai la cosa rasenta il penoso.&nbsp;  I &quot;VACANZIERI&quot;    Quelli che personalmente tollero meno, ma per mera questione di invidia, sono quelli che sui social pubblicano mille foto delle loro vacanze in moto: vacanze che durano sempre settimane e settimane e in cui gli accadono eventi impensabili cui non crederesti mai, se non fossero documentati come una puntata di SuperQuark. Hanno la vacanza sempre in canna, improvvisano un giro e vanno a Capo Nord tre settimane, devono smaltire i permessi residui e fanno il giro del globo, si presenta un anno ricco di ponti interessanti e raggiungono Curiosity su Marte per farsi un selfie. Hanno tempo e lo sfruttano al meglio, divertendosi e godendosi ogni istante e chilometro: non esiste nulla di pi&ugrave; fastidioso.  Eccoci qui, forse ce ne sono altre, di categorie. Anzi, se vi vengono in mente commentate, sia sul sito che, va da s&eacute;, sui Social. Naturalmente, ciascuno di noi fa parte di una o di tutte le categorie. Personalmente mi sento escluso del tutto solo dalla categoria dei tifosi, certe dispute verbali mi annoiano.  Mercato moto: un giugno da sogno per moto e scooter 

Tra le categorie da tenere sotto controllo c&#39;&egrave; quella dei comentatori seriali che si distinguono per diversi tratti caratteristici: vediamo quali sono

Motociclisti insopportabili, chi sono (Parte 2): quelli da Social

        Siamo ancora noi. Diciassette anni dopo, l&rsquo;adunanza a San Donato in Poggio si &egrave; ripetuta ancora. Il tam tam &egrave; corso veloce, e tutti abbiamo bloccato la data sul calendario, siamo corsi a prenotare le stanze per dormire, abbiamo preparato le moto. VECCHI E NUOVI AMICI  Eravamo solo un gruppo di &lsquo;amici di forum&rsquo;, venti anni fa, quando abbiamo deciso di traghettare la nostra amicizia in &lsquo;real life&rsquo;. Oggi siamo amici davvero. Qualcuno lo abbiamo perso per strada, certo, forse molti. Perch&eacute; il tempo passa, e la vita cambia sia noi che le nostre esigenze. Ma altrettanti sono i nuovi amici che abbiamo guadagnato. C&rsquo;era una volta la Sgommata Toscana, voluta da uno sparutissimo gruppo di forumisti e organizzata da un tale ZioFranco, motociclista di grande esperienza e superappassionato che ancora milita nel gruppo. Poi il testimone &egrave; passato a Renzo, Fuzz per gli amici, e l&rsquo;evento con il tempo ha preso il nome di Castellina Way. La location &egrave; rimasta la stessa: San Donato in Poggio, qualche decina di chilometri a sud di Firenze, nel Chianti. E quasi invariata &egrave; rimasta anche la formula. Siamo un po&rsquo; cambiati noi. Nel senso che chiacchierando e riguardando le vecchie foto, ci siamo resi conto che sono passati parecchi anni. Un po&rsquo; ci siamo invecchiati assieme. Con alcuni vedendoci magari spesso, con altri una sola volta l&rsquo;anno, qui in Toscana. Ma siamo sempre andati in moto! Per&ograve; questo dell&rsquo;invecchiamento dei motociclisti &egrave; un discorso che abbiamo affrontato anche a tavola. E qualcuno dell&rsquo;ambiente non ha mancato di informarci che l&rsquo;acquirente tipo di di auto e moto nuovi ha 60 anni e pi&ugrave;. E i giovani? Ci sono, lo dicono anche le statistiche di vendita delle moto 125, ma la sfida sar&agrave; portarli in giro con noi, riuscire a farli diventare motociclisti appassionati, non solo utilizzatori del mezzo a due ruote.   Castellina Way: la formula vincente Si comincia con l&rsquo;appuntamento del venerd&igrave; sera, alla pizzeria all&rsquo;aperto di San Donato. Abbracci, chiacchiere risate e scherzi. Al sabato c&rsquo;&egrave; il giro in moto, ogni anno su percorsi inediti. Con una pausa pranzo in un luogo di pregio. Quest&rsquo;anno in un ristorante posto in cima a una collina, con un giardino in mezzo ai boschi, e un panorama mozzafiato. Chiusura alla sera con l&rsquo;immancabile cena nel giardino di casa del proprietario del ristorante. Pici fatti in casa all&rsquo;aglione, tagliatelle al sugo d&rsquo;oca, tagliata (buonissima!). In mezzo ovviamente il ritrovo abituale al bar della Casa del popolo, dove per due giorni mettiamo le tende e rimaniamo fino a tarda notte. Alla domenica mattina colazione alla spicciolata. Chi ha fretta saluta e parte, altri si attardano ai tavolini fuori, con la scusa di un secondo o terzo caff&egrave; per ritardare il momento del saluto. Eccolo raccontato il nostro Castellina Way, un evento sui generis se vi limitate a leggere queste righe. Dal canto nostro invece, in questa diciassettesima edizione ci siamo trovati pi&ugrave; volte a constatare quanta emozione accompagnasse le nostre giornate assieme nel Chianti. Quanto funzioni il gruppo in moto. Anche se quest&rsquo;anno, per la prima volta, Renzo ha messo un numero chiuso per il giro. Perch&eacute; portare in giro in maniera fluida oltre 40 moto, come successo gli anni scorsi, &egrave; difficile. Si finisce per spezzarsi in due gruppi, e tutti si divertono meno. Cos&igrave; invece siamo riusciti a rimanere uniti in un sol gruppo. E ci siamo aiutati l&rsquo;un l&rsquo;altro. I pi&ugrave; lenti, quelli che si sentivano meno sicuri, si sono infilati in mezzo agli esperti, e ce ne siamo andati a spasso a buon ritmo senza problemi, senza perdere nessuno, senza costringere qualcuno a rischiare per rimanere assieme. Eravamo 25 moto, e quando ci siamo salutati gi&ugrave; ci mancavamo. &Egrave; per questo che se non avete mai partecipato al Castellina Way, sar&agrave; meglio per voi iniziare a pensare che intorno alla met&agrave; del prossimo mese di giugno ci sar&agrave; l&rsquo;edizione numero 18, quella della maggiore et&agrave;. Prima per&ograve;, se volete assaggiare la nostra compagnia, vi segnaliamo i prossimi appuntamenti. A luglio Pistoni&amp;Porchetta a Roma, con un giro in moto sul Gran Sasso. A inizio settembre Pistoni&amp;Arrosticini ad Atessa, con la visita allo stabilimento Honda Italia, il Forum tecnico di Luca Fiorentino e il giro in moto fra Majella e Gran Sasso. Iscrivetevi e preparate la moto (o lo scooterone). Vi aspettiamo! Ancora qualche immagine          

Appunti, spunti e riflessioni, dopo un fine settimana in Toscana con gli amici del Forum. Una magica piccola adunanza, quasi un rito pagano, organizzato da Renzo (Fuzz) e dai suoi &lsquo;compagni di merende&rsquo;

Castellina Way, la strana piccola adunanza dei motociclisti

        Questa mattina (marted&igrave; 21 giugno, ndr), scorrendo velocemente i post su un social, mi sono imbattutto in una foto di Stefano Accorsi in moto che riportava la didascalia &ldquo;World Motorcycle Day&rdquo;. Per prima cosa sono rimasto sorpreso, non ne avevo mai sentito parlare. Eppure, c'era da immaginarlo, ci sono giornate mondiali dedicate a qualunque cosa, impossibile che nessun biker avesse pensato di appropriarsi di uno dei giorni sul calendario. La scelta &egrave; ricaduta sulla giornata pi&ugrave; lunga dell'anno, forse non a caso, anzi, sicuramente non a caso. Motociclisti insopportabili, chi sono (siamo), Parte 1: in officina IL GIORNO PERFETTO Facendo una breve ricerca su internet non ne ho trovato l'origine, non sono riuscito a risalire a quando &egrave; stata istituita questa giornata, da quando la si festeggia. C'&egrave; traccia di post di alcuni anni fa ma non c'&egrave; un inizio. Per&ograve; &egrave; chiaro e condiviso che il solsitizio d'estate &egrave; il giorno perfetto, il giorno con pi&ugrave; luce nell'anno, almeno nell'emisfero Nord. Come per tutte le giornate mondiali che si rispettino i pareri sono discordanti, alcuni indicano il 23 Novembre come giornata mondiale della moto. Il 23 Novembre si festeggia San Colombano che &egrave; il patrono di noi biker. Pare fosse un pellegrino e il suo continuo girovagare l'abbia reso nostro patrono. Come prepararsi a un viaggio in moto? MOTO E MOTOCICLISTI: I GIORNI DEDICATI Per&ograve;, non importa quale sia l'origine e non importa sgomitare per far prevalere una data o un'altra, direi che due occasioni per festeggiare la moto vanno pi&ugrave; che bene. Anzi, ufficializziamo con queste righe che oggi si festeggia la moto mentre il 23 Novembre si festeggiano i motociclisti, cos&igrave; chiariamo i dubbi. In fin dei conti, anche sull'origine della moto ogni tanto si ingarbugliano i ricordi. Sembra che dobbiamo essere grati ai francesi che alla fine del diciannovesimo secolo decisero di applicare un motore ad una bicicletta ma, come dicono i saggi, quando la verit&agrave; &egrave; una sola, spesso &egrave; falsa. Ecco perch&eacute; sull'origine delle moto ci sono diverse storie, diverse ricostruzioni. Una frase che mi fa sempre sorridere, invece, &egrave; quella che dice che la prima sfida fra motociclette avvenne quando la seconda motocicletta usc&igrave; dalla catena di montaggio, per sottolineare lo spirito che spesso di contraddistingue.&nbsp; Comunque, oggi festeggiamo la moto, non importa se siete mototuristi, rider racing, enduristi, amanti di piste asfaltate o sterrate, biker ammaliati dal deserto o dai passi alpini, habitu&eacute; degli appennini o amanti delle uscite solitarie o altro ancora. Oggi non importa come usate la moto, oggi importa come vivete lo stare in moto. Perch&eacute; essere motociclisti ha a che fare pi&ugrave; con il come si usa la moto che non con quello che ci si fa. Si pu&ograve; essere motociclisti anche in sella ad una Vespa, se lo spirito &egrave; giusto. Come dice anche Accorsi nel suo post, oggi &egrave; il giorno pi&ugrave; lungo dell'anno e chi ama la moto non scenderebbe mai.&nbsp;&nbsp; Credo che siamo tutti concordi che il modo migliore per celebrare la Giornata Mondiale della Motocicletta sia mettersi in sella e godersi la libert&agrave; di guidare una moto. Forse questa giornata vi ha colto di sorpresa ma se siete usciti di casa in moto, rientrando questo pomeriggio o questa sera, concedetevi una variazione, una strada diversa, una mezzora in sella. Arriverete sicuramente col sorriso che spunta da sotto al casco. Top5: le moto sovralimentate che hanno fatto storia       

Oggi &egrave; il World Motorcycle Day, la giornata mondiale della motocicletta. C'era bisogno di una giornata mondiale per festeggiare la nostra passione, forse no ma sicuramente s&igrave;

21 giugno festa delle moto: il giorno perfetto?

        In questi tristi giorni che vedono l'Emilia-Romagna dilaniata dall'alluvione, tante sono le storie che raccontano la forza e il coraggio di molti cittadini che si stanno rimboccando le maniche per poter salvare dalla capacit&agrave; distruttiva dell'acqua persone e abitazioni. Tra le zone pi&ugrave; colpite c'&egrave; la valle del Santerno, situata nel Comprensorio di Imola, dove il farmacista Alessandro Magnani, ha iniziato a vivere all'interno della sua farmacia e con una tuta da motociclista e si &egrave; unito ai volontari del gruppo Enduro Motor Valley per assistere la protezione civile nel raggiungere le zone isolate con la sua Husqvarna 350. Motociclisti tra la distruzione La storia &egrave; stata raccontata dalla testata Il Messaggero, e spiega come alla farmacia di Magnani, i volontari portano cibo e vestiti che vengono caricati su jeep o sistemati negli zaini dei motociclisti. Solo attraverso la moto alcune delle zone pi&ugrave; colpite possono essere raggiunte, l&igrave; dove i mezzi pesanti che sarebbero necessari per il soccorso non riescono ad arrivare. Con il suo camice bianco, ormai diventato marrone per il tantissimo fango, ogni giorno affronta i percorsi pi&ugrave; pericolosi per poter aiutare chi &egrave; in difficolt&agrave; e chi da giorni ormai &egrave; senza cibo, acqua e beni essenziali. Nonostante la devastazione di quei luoghi, Magnani riesce ad esplorare la valle insieme al suo gruppo: i motociclisti hanno gi&agrave; ripristinato centinaia di sentieri e affrontato frane negli anni e la loro conoscenza del territorio si sta rivelando fondamentale per le operazioni di assistenza e soccorso delle popolazioni alluvionate. Annunci usato Husqvarna       

Con il camice e in sella alla&nbsp;sua Husqvarna 350, si &egrave; unito ai volontari del gruppo Enduro Motor Valley per raggiungere le zone rimaste isolate &nbsp;

La storia del farmacista-motociclista che aiuta le popolazioni alluvionate

Fra tutti gli hobby che possono appassionare un figlio il motociclismo viene dopo solo alle discipline estreme, quelle sponsorizzate dalle bevande energetiche.&nbsp;La mamma vede il proprio &ldquo;cucciolo&rdquo; indossare un&#39;armatura che dovrebbe proteggerlo quando si dedica alla propria passione, lo vede bardarsi come un samurai, protezioni per ogni coppia di ossa. Non dev&#39;essere facile.  Le mamme hanno un super potere  La mamma &egrave; l&#39;unica cui, se promettiamo che non andremo forte, non mentiamo. O almeno, quando lo diciamo siamo sinceri.&nbsp;  - Per&ograve;, la mamma ci dice solo &ldquo;usa la testa&rdquo;, perch&eacute; detesta che promettiamo qualcosa che non possiamo mantenere.  - La mamma sopporta le amiche con figli che fanno vela, padel e crossfit che raccontano di quanto siano pericolosi e criminali i motociclisti mentre pensa che il suo motociclista in realt&agrave; &egrave; un bambinone che vuol solo divertirsi.  -La mamma &egrave; quella che tiene sempre il telefono a portata e che spera sempre che la chiamiamo, ma mai quando siamo fuori in moto. Quando siamo in giro in moto meglio un messaggio, che se per caso non riesce a rispondere poi sta male.  - La mamma si preoccupa che ti fermi a mangiare, se hai l&#39;acqua.  - La mamma &egrave; quella che ti chiede sempre se la moto deve fare tutto quel rumore, perch&eacute; pensa che se la moto facesse meno casino andrebbe pi&ugrave; piano, perch&eacute; a noi il gas ed il rumore fanno vibrare la pancia, a lei fanno tremare il cuore.  - La mamma &egrave; quella che ogni tanto ti chiede &ldquo;quel casco va ancora bene&rdquo; senza aver bisogno di capirci, solo perch&eacute; &egrave; importante, solo perch&eacute; vuole che fra tutte i soldi che spendiamo per la moto una buona parte siano per la sicurezza.  - La mamma fa finta di credere che il nuovo scarico, cos&igrave; rumoroso, ci serva per farci sentire, per correre meno rischi.  - La mamma &egrave; quella che se le dici che vorresti fare un corso di guida sicura la trovi su internet che cerca su Google:&nbsp;&ldquo;miglior corso di guida sicuro del mondo&rdquo;.  - La mamma non vuole sapere quando torni, ti fa solo domande circostanziali &ldquo;a pranzo sei fuori?&rdquo;, &ldquo;sei da solo?&rdquo;, &ldquo;ti devo preparare qualcosa?&rdquo;.  - La mamma &egrave; quella che ti chiede solo &ldquo;ti sei divertito?&rdquo; e che aspetta un tuo s&igrave; per sciogliersi, per dire a se stessa che ne valeva la pena anche questa volta.  La mamma non pu&ograve; capire (forse) la nostra passione ma sicuramente capisce noi pi&ugrave; di qualunque altro. E quindi se la fa andare bene, questa nostra follia. Perch&eacute; pi&ugrave; di ogni altro vede che quando scendiamo stiamo meglio di quando siamo saliti, perch&eacute; capisce quanto ci siamo divertiti, quanto ci fa stare bene. E per questo sopporta, porta pazienza. Perch&eacute; la cosa pi&ugrave; importante che si pu&ograve; imparare da una mamma &egrave; che essere felici &egrave; la cosa che conta di pi&ugrave;. Anche se per farlo tocca andare in moto... 

La seconda domenica di maggio si festeggia la festa della mamma. Essere genitori di un motociclista non &egrave; semplice, &egrave; complesso

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