        Lei tornava alle gare dopo quattro anni a causa di un infortunio, lui dopo l'amputazione della gamba destra in seguito a un incidente stradale. Location: Mugello, 2012. Chiss&agrave; se qualcuno dei due sapeva gi&agrave; che sarebbe nata un'intensissima e meravigliosa storia d'amore. Condita ovviamente dalle due ruote. Parliamo di Emiliano Malagoli e Chiara Valentini che il 27 dicembre taglieranno il traguardo dei 10 anni assieme, nella vita e in pista. Entrambi appassionati di moto, entrambi campioni europei: Chiara nel 2006 a Rijeka, nella classe 600; Emiliano a Jerez, quest'anno, nella classe 1000 paralimpica.  L'AMORE PER LE DUE RUOTE? LE NUOVE TEORIE EVOLUZIONISTICHE LO SPIEGANO I primi incontri "Quando avevo saputo che quel giorno, in quello stesso circuito, c'era un pilota senza una gamba, andai subito a conoscerlo e mi complimentai con lui - racconta Chiara -. Per me, che mi ero fermata per molto meno, fu uno schiaffo".Emiliano indossava una maglia con scritto: 'Alla voglia di crederci, al coraggio di provarci, alla forza di riuscirci'. "A fine gara gli chiesi se poteva darmela", prosegue Chiara. Era solo l'inizio del loro percorso. Tant'&egrave; che un amico in comune, Cristian, incontrato proprio al Mugello - crocevia della loro vita - gli aveva proposto di fare una gara di endurance assieme. "Voleva un team particolare, chiam&ograve; noi due: fu un altro caso", afferma Emiliano. O forse era tutto scritto. "Disabilit&agrave;? Solo negli occhi di chi la vuol vedere" I due si ritrovarono a Binetto, in provincia di Bari, un mese dopo: dicembre 2012. E l&igrave; scatt&ograve; la curiosit&agrave; di Emiliano: "Andai a spulciare su Facebook, volevo capire se Chiara era single o meno". La risposta giunse poco dopo quando, a colazione, un amico di Chiara le chiese: "Ma il tuo fidanzato? Come va?". "Se mi vedi qui a correre da sola&hellip;". Lui 47enne di Montecarlo di Lucca, lei coetanea di Roma, non sono accomunati solo dalla passione per le moto: "Abbiamo condiviso da subito il desiderio di organizzare un campionato per persone con disabilit&agrave; al fine di dare loro la possibilit&agrave; di poter mettersi alla prova. Cos&igrave;, il 27 dicembre, siamo partiti alla ricerca di sponsor: quello &egrave; stato il momento in cui &egrave; iniziata la nostra storia d&rsquo;amore". Emiliano and&ograve; a prendere Chiara alla stazione dei treni di Firenze dove avrebbe dovuto riaccompagnarla il 30 dicembre per il suo rientro nella Capitale. "In quei giorni Emiliano mi port&ograve; a vedere Montecarlo di Monaco e poi la sua Montecarlo, quella di Lucca, che non sapevo nemmeno esistesse. Strada facendo i nostri programmi cambiarono, finch&eacute; trascorremmo assieme il Capodanno. Il 1&deg; gennaio, giorno del rientro, si offr&igrave; di accompagnarmi nel mio paese, Anguillara. In auto caric&ograve; qualche bagaglio: quelle valigie sono ancora qui". Emiliano non &egrave; pi&ugrave; andato via. E la sua vita &egrave; cambiata nuovamente: "Chiara mi ha cambiato molto in questi anni, &egrave; stata fondamentale: senza di lei non avrei raggiunto tutti questi obiettivi".&nbsp;Fino a quel momento lei non si era mai confrontata con una persona con disabilit&agrave;: "Il primo approccio fu a Binetto: nel furgone e ai box vedevo una gamba 'volante' di qua e una di l&agrave;. Solo il primo giorno rimasi interdetta, poi ci pens&ograve; Emiliano, con quel suo fare scherzoso, a non far pesare la sua disabilit&agrave;. Dopo Emiliano &egrave; arrivata tra noi anche Sophie, un cane tripode che abbiamo preso in un canile. Anche lei salta, corre, gioca come tutti gli altri cani: la disabilit&agrave; sta solo negli occhi di chi la vuol vedere". L'associazione di Emiliano e Chiara  Emiliano e Chiara hanno fondato l'associazione Diversamente Disabili (Di.Di.Diversamente Disabili Onlus - Appuntamenti e informazioni) per rimettere in sella persone con varie disabilit&agrave; tra corsi, gare ed eventi di mototerapia. "Sono queste le soddisfazioni pi&ugrave; grandi: aiutare chi ne ha bisogno a realizzare i propri sogni". MOTO: ESISTONO QUELLE ADATTE A CONQUISTARE LE DONNE?       

Mugello, 2012: lei tornava alle gare dopo un infortunio, lui dopo un'amputazione. Tra i due campioni europei &egrave; nato un rapporto sentimentale intenso e meraviglioso

Emiliano e Chiara, l'amore tra moto e solidarietà

Lutto in casa Ducati. Nella notte tra domenica 3 e luned&igrave; 4 aprile si &egrave; spento a soli 48 anni Giulio Malagoli, Direttore strategie e business prodotto della Casa di Borgo Panigale.  Nato a Modena, citt&agrave; in cui viveva, a Malagoli &egrave; stato fatale una brutta malattia che in pochi mesi lo ha costretto al ricovero presso l&#39;Hospice di Castelfranco Emilia, l&igrave; dove &egrave; deceduto. Lascia una moglie e due figli.  Chi era Giulio Malagoli    Dopo essersi laureato in ingegneria meccanica con una tesi sulla Ferrari&nbsp; F.1, entr&ograve; in Ducati giovanissimo. Dal 2001 al 2014 Malagoli &egrave; stato Project Manager della gamma Ducati Monster, Streetfighter e Diavel. La Monster S4, commercializzata a partire proprio dal 2001, &egrave; stata la prima moto da lui supervisionata. Per tanti anni ha poi continuato a collaborare nella sviluppo dei diversi modelli, fino al suo ultimo lavoro, la Monster 1200 MY 2014. Dopo essere stato promosso Direttore Marketing Prodotto, divent&ograve; Direttore strategie e business prodotto.  Alla famiglia le condoglianze pi&ugrave; sentite dalla redazione di InMoto  DUCATI E LA RIVOLUZIONE MONSTER, UN ANNO DOPO: MOSSA RIUSCITA? 

Direttore strategie e business prodotto della Casa di Borgo Panigale, era stato per anni Project Manager delle gamme Monster, Streetfighter e Diavel. Aveva 48 anni

Lutto in casa Ducati: addio a &quot;Mister Monster&quot; Giulio Malagoli

        Presentato all&rsquo;Arena Palma di Trevignano Romano il film documentario &ldquo;50.000 passi&rdquo;, con il motociclista paralimpico e Brand Ambassador BMW Emiliano Malagoli e diretto da Michelangelo Gratton. La storia di un&rsquo;impresa epica, quella della Maratona di New York 2019 disputata dall&rsquo;atleta superando gli ostacoli della propria disabilit&agrave;: Malagoli ha perso la gamba destra in seguito a un incidente in moto nel 2011. Anche per questo motivo, BMW Motorrad Italia &egrave; stata al suo fianco nella serata di presentazione del docufilm, confermando un legame con il protagonista che, dopo il recupero dal grave incidente, &egrave; tornato in sella a una moto da corsa &ndash; la BMW S1000RR &ndash; e ha fondato l&rsquo;associazione Di.Di Diversamente Disabili.  BMW AL FIANCO DI MALAGOLI Con la sua associazione, Emiliano Malagoli ha voluto ridare fiducia e mezzi a tutti coloro che hanno subito danni e limitazioni fisiche dopo incidenti stradali e ha aggiunto a questa missione un&rsquo;ulteriore testimonianza, completando i 42,195 chilometri della Maratona di New York. BMW Motorrad Italia ha supportato Emiliano in questa sfida insieme alla Scuola Holden, con cui collabora da anni: &ldquo;Oggi pi&ugrave; che mai infatti il tema della responsabilit&agrave; sociale d&rsquo;impresa &egrave; diventato centrale nella vita delle imprese e delle persone. Avere uno scopo pi&ugrave; grande del semplice business &egrave; un dovere, soprattutto per le aziende leader. Ma altrettanto importante &egrave; lo storytelling, che viene insegnato alla Scuola Holden di Alessandro Baricco. Attraverso la narrazione, soprattutto di iniziative belle e capaci di ispirare come quelle che fa Emiliano, possiamo provare a cambiare la societ&agrave;, migliorandola. Facendone un luogo dove &egrave; pi&ugrave; bello vivere e dove la cultura della differenza e della diversit&agrave; diventa un fattore capace di arricchire la vita di ciascuno. In questa giornata vogliamo celebrare Emiliano, che abbiamo avuto modo di apprezzare sia in pista, dove corre con la nostra BMW S1000RR, ma anche nella vita al di fuori del circuito&rdquo;, sono le parole del GM BMW Motorrad Salvatore Nicola Nanni parlando del programma BMW SpecialMente. PROGRAMMA DI RESPONSABILIT&Agrave; SOCIALE Questa non &egrave; l&rsquo;unica iniziativa di BMW per i ragazzi con disabilit&agrave;: la Scuola di SciAbile in Piemonte &egrave; un alto valido esempio che vede la collaborazione con lo stesso Malagoli e che si inserisce nel programma di Corporate Social Responsability curato dalla Casa motociclistica. Ancora Nanni: &ldquo;Se volessimo fare una similitudine con lo sport, un programma strutturato di CSR &egrave; paragonabile a una maratona. La maratona non si improvvisa e necessita di un impegno costante, che dura nel tempo e che mira ad un obiettivo ambizioso, ma affascinante e appagante nel momento in cui si taglia il traguardo. Allo stesso modo un programma di Corporate Social Responsibility, come il nostro, &egrave; composto da tante iniziative che si susseguono, che concorrono a comporre un disegno pi&ugrave; grande. Alla fine dello scorso anno abbiamo raggiunto un milione di persone attraverso le nostre attivit&agrave; &ldquo;on land&rdquo; (di esperienza diretta) e &ldquo;on line&rdquo;. E anche nel 2020 non ci siamo fermati, neppure nei mesi di lockdown, perch&eacute; tematiche come l&rsquo;inclusione sociale e l&rsquo;intercultura non possono avere pause e hanno bisogno di ciascuno di noi ogni giorno. Affiancando Emiliano oggi, esprimiamo esattamente il desiderio di dare il nostro contributo, di diffondere un messaggio di speranza. Ci piace ricordare che almeno metaforicamente, una parte di quei 50 mila passi l&rsquo;abbiamo fatta insieme. E che anche in futuro le nostre strade continueranno ad incrociarsi&rdquo;. &nbsp; I PASSI NECESSARI I 50.000 passi del titolo sono quelli che Malagoli ha calcolato di dover fare per completare il percorso newyorkese, passi di cui racconta anche nel libro autobiografico &ldquo;Continua a correre&rdquo; pubblicato il 18 giugno. &ldquo;Dopo il mio incidente non mi sono fermato al problema, ma fin da subito ho cercato di capire come risolverlo e come valorizzarlo, perch&eacute; solo in questo modo potevo superare la paura della disabilit&agrave;: devi riuscire sempre a superare le tue paure altrimenti diventano i tuoi limiti. Per fare questo fin da subito mi sono posto obiettivi importanti: in primis ho voluto tornare a correre in moto! Potr&agrave; sembrare assurdo, ma ho capito che se fossi riuscito a ritornare su una moto da corsa, tanti altri limiti li avrei superati di conseguenza, a partire dal dovermi guardare allo specchio con un arto artificiale. Ho usato la passione per la moto come una freccia per il mio arco: dovevo fare centro e riprendere in mano la mia vita! Dare la possibilit&agrave; ad altre persone di continuare ad inseguire i propri sogni &egrave; stato il secondo obiettivo creando la Onlus Di.Di, fino ad arrivare a correre la maratona di New York. I 50.0000 passi sono quelli che ho calcolato essermi necessari per chiudere gli oltre 42Km su cui si sviluppa questa gara. A New York ho voluto portare con me idealmente tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno pensato di non farcela. Raggiungendo il traguardo, con la mia gamba in titanio e carbonio, ho voluto dimostrare che i limiti pi&ugrave; grandi sono quelli che ci diamo noi stessi&rdquo;. BMW lancia il nuovo Adaptive Cruise Control        

Il motociclista paralimpico &egrave; Brand Ambassador della Casa ed &egrave; il protagonista del documentario che racconta la sua impresa alla Maratona di New York 2019 e l'associazione Di.Di Diversamente Disabili&nbsp;

BMW a fianco di Malagoli nel docufilm "50.000 passi"

Emiliano Malagoli, pilota motociclista disabile, amputato alla gamba destra per un incidente in moto, ha dato avvio ad una serie di incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori per portare in classe la propria esperienza di motociclista-utente della strada e per incentivare i ragazzi a reagire con energia davanti alle difficolt&agrave;.  Nell'incontro all'istituto Comprensivo Mastroianni di Roma Emiliano ha incontrato oltre un centinaio di studenti fra gli 11 e i 14 anni e ha esordito con un video sulla sicurezza stradale, che porta come testimonial il pluricampione del mondo Mick Doohan, nel quale si vedono i piloti della MotoGP correre in una pista circondata da ostacoli (alberi, panchine, ecc.), per dimostrare che in caso di scivolata in citt&agrave;, questi ultimi si potrebbero rivelare fatali anche per i campionissimi.  Malagoli ha fatto riflettere i ragazzi su alcuni dati. &laquo;Viaggiando ad una velocit&agrave; di 50 km/h, che a voi sembra bassa&raquo;, ha detto, &laquo;si percorrono quasi 14 metri in un secondo. E un secondo &egrave; circa il tempo di reazione che pu&ograve; avere ciascuno di noi. A volte non ci sono 14 metri liberi a disposizione davanti a noi perch&eacute; la strada non &egrave; una pista&hellip; Sarebbe come buttarsi dal terzo piano: anche con il casco e le protezioni da pista non lo fareste mai&hellip; Quindi, pensateci bene prima di rischiare e di buttar via la vostra vita in un secondo&raquo;.  In classe anche la tuta da gara messa a disposizione dal pilota del motomondiale Alex De Angelis, per illustrare ai ragazzi l&rsquo;importanza delle protezioni; nonch&eacute; guanti, paraschiena e alcuni caschi, per sensibilizzare i ragazzi alla scelta di uno integrale rispetto ad uno aperto.  Malagoli ha poi mostrato un proprio video, con le sue immagini di gara e nei box, dalle quali i ragazzi, verso la fine della &laquo;lezione&raquo;, hanno appreso che il loro istruttore era privo di una gamba. Soltanto negli ultimi minuti, infatti, il presidente della Onlus ha rivelato agli studenti che il &laquo;disabile&raquo; che i loro insegnanti avevano annunciato, era la persona che li stava intrattenendo da oltre un&rsquo;ora, suscitando enorme sorpresa e ammirazione nella giovane platea.  Positivo il riscontro degli insegnanti: &laquo;Il messaggio ricevuto &egrave; stato molto&nbsp;penetrante, nonostante la delicatezza con cui&nbsp;&egrave; stato condotto il discorso&raquo;, ha detto Susanna Mazzarini, professoressa di italiano dell&rsquo;Istituto Mastroianni. &laquo;I ragazzi della mia classe sono stati molto contenti di aver avuto quest'occasione perch&eacute; la concretezza delle esperienze dirette &egrave; sempre migliore di tanti discorsi educativi astratti. Erano davvero commossi.&nbsp;E&rsquo; stato significativo&nbsp;anche il senso generale&nbsp;del non arrendersi mai di fronte a niente; ce n&rsquo;&egrave; bisogno perch&eacute; oggi le difficolt&agrave; familiari e relazionali in generale sono tante e varie&raquo;.    &nbsp;  

&laquo;Non buttate via la vita in un secondo&raquo;: &egrave; questo messaggio che il pilota disable Emiliano Malagoli sta lanciando ai ragazzi delle scuole 

4 risultati per 'malagoli'

Emiliano e Chiara, l'amore tra moto e solidarietà

Lutto in casa Ducati: addio a "Mister Monster" Giulio Malagoli

BMW a fianco di Malagoli nel docufilm "50.000 passi"

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