Un computer portatile basato su Linux, un apparecchio SDR e due software, un GQRX e uno GNU Radio Companion. &Egrave; la lista della spesa che abbiamo trovato su un sito Internet che spiega come vengono rubati i veicoli con tecnologia Keyless. Per mettere insieme queste informazioni abbiamo impiegato circa un&rsquo;ora e mezza, trovando anche spiegazioni su come usare il tutto. Nel febbraio scorso l&rsquo;ADAC, l&rsquo;Automobil Club Tedesco, ha rilanciato il risultato dei suoi esperimenti di hackeraggio di veicoli. 230 auto &ndash; su 237 testate &ndash; sono state giudicate rubabili con semplicit&agrave;. Per noi motociclisti, per&ograve;, fa ancora pi&ugrave; rumore il fatto che tutte e tre le moto testate siano state sbloccate e avviate con un sistema autocostruito di amplificazione del segnale radio della chiave. Erano una BMW R 1200 RS, una KTM Superduke R e una Ducati Multistrada 1200. Anche l&rsquo;universit&agrave; belga KU Leuven ha forzato due modelli di moto Triumph e prima di divulgare la notizia ha avvisato la Casa inglese, che a mezzo comunicato stampa ha sensibilizzato i propri clienti su come ridurre il rischio di furto.  LADRI EVOLUTI  Di veicoli senza chiavi si parla ormai da molti anni. La prima fu la Renault Fuego nel 1991. Allora le chiavi elettroniche avevano un codice di sicurezza fisso. Oggi i sistemi Keyless dialogano in modalit&agrave; criptata con le centraline e gli immobilizer, magari utilizzando sistemi di generazione ciclica delle password. Anche i ladri per&ograve; si sono evoluti. Del resto, sono molti i costruttori che continuano a utilizzare sistemi facilmente violabili. L&rsquo;universit&agrave; di KU Leuven ha messo all&rsquo;indice il sistema di cifratura Pektron dst40, per il quale addirittura dal 2005 sarebbe noto che faceva leva su una password troppo corta per essere sicura. Qualcuno ha sollevato dubbi anche sul chip di un altro produttore che equipaggerebbe molti veicoli, l&rsquo;olandese NXP.  CIRCA 18 SECONDI    Da qualche anno per&ograve; i ladri si sono fatti pi&ugrave; furbi, sfruttando il fatto che il veicolo resta funzionante anche se perde il contatto con la chiave. Da un po&rsquo; di tempo hanno smesso infatti di impegnarsi a decriptare i codici. Si limitano a catturare e a rilanciare verso la moto il segnale della chiave. Bastano due dispositivi, uno tenuto vicino alla moto e uno in prossimit&agrave; della chiave. Quindi i ladri si muovono in due: uno vi segue o gira intorno a casa vostra, perch&eacute; il segnale della chiave &egrave; captabile anche attraverso le mura. L&rsquo;altro sta vicino al veicolo, pronto ad accenderlo e a partire. Captata la chiave, servono circa 18 secondi. Poi c&rsquo;&egrave; la tecnologia del Jamming, che consiste nel sovrapporre un&rsquo;onda di disturbo a quella inviata dalla chiave telecomando, impedendole di raggiungere il veicolo. Il segnale lanciato dalla chiave viene poi registrato, perch&eacute; contiene il codice cifrato necessario per avviare il motore, e visto che il veicolo non l&rsquo;ha mai ricevuto sar&agrave; sicuramente funzionante e pronto per l&rsquo;uso.  LA RISPOSTA DELLE CASE  E le case cosa dicono? Fra quelle che adottano la tecnologia Keyless, pi&ugrave; o meno tutte hanno affermato di adottarla per offrire un servizio in pi&ugrave; ai loro clienti. E hanno ribadito come la comunicazione fra chiave e moto sia cifrata. Spiccano positivamente Honda e Triumph, che adottano una chiave elettronica con pulsante di spegnimento. La Kawasaki&nbsp;aveva adottato il Keyless solo sulla GTR 1400, oggi non pi&ugrave; importata. Moto Morini e Benelli almeno per ora usano chiavi tradizionali. Sul versante automobilistico si sta pensando a chiavi che si disattivano quando sono immobili. Una soluzione che resterebbe comunque inefficace quando, ad esempio, ci si allontana a piedi dopo aver parcheggiato. Meglio ha fatto la Tesla, che ha inserito una nuova funzione che affianca il Keyless: la necessit&agrave; di digitare un PIN sullo schermo touch per avviare l&rsquo;auto. E mentre la Bosch annuncia il lancio di un sistema basato sullo smartphone del proprietario, per il momento il PIN sembra essere l&rsquo;idea migliore.  VERSANTE MOTO  Forse dovrebbero pensarci anche le Case motociclistiche. Per difendersi, visto che di solito i ladri creano un ponte radio fra chiave e moto, la prima cosa da fare &egrave; impedire che la chiave sia intercettabile. Se &egrave; possibile spegnerla, ricordatevi di farlo ogni volta. Altrimenti si vendono delle custodie metalliche che schermano il trasmettitore. Spendendo qualcosa in pi&ugrave; abbiamo trovato anche un tasto esterno da montare sulla chiave che inibisce il contatto della batteria interna: in pratica, la chiave funziona solo quando si preme il tasto. Ma forse si fa prima a ricorrere a un buon classico antifurto meccanico.  Vede i ladri all&rsquo;opera e reagisce con durezza 

<p>Da alcuni anni su molte moto la chiave d&rsquo;accensione ha lasciato il posto a sistemi Keyless, basati su onde radio. Ma le onde radio sono intercettabili e decriptabili dai ladri...</p> 

Keyless, se i ladri sono pi&ugrave; evoluti del sistema

Quattordici anni sono passati dalla nascita del primo scooter bicilindrico di Yamaha e oggi con la sua quinta generazione continua a segnare la storia di un segmento che Yamaha stessa ha inventato nel 2001. Questo Tmax non porta grandi innovazioni, ma ottimizzando alcuni componenti continua a migliorarsi, confermandosi come un punto di riferimento sempre pi&ugrave; difficile da eguagliare.  Le novit&agrave; maggiori sono nella parte frontale, dove lo scudo di nuova conformazione ora incorpora un doppio gruppo ottico full-led, finalmente ad accensione simmetrica. La forcella da 41 mm &Oslash; &egrave; ora di tipo rovesciato a garanzia di maggiore rigidit&agrave;, mentre le nuove pinze freno anteriori a 4 pistoncini hanno ora attacco radiale (sono le stesse montate sulla MT09).  L&rsquo;elettronica vede ABS (non di serie) e l&rsquo;adozione della smartkey, che basta tenere in tasca per avviare lo scooter, aprire la sella o inserire il bloccasterzo.&nbsp;Il sistema keyless diventa estremamente comodo&nbsp;solo dopo aver fatto un po&rsquo; di pratica con tutte le funzioni.  Le doti dinamiche del Tmax restano quelle notevoli del vecchio modello e la sensazione &egrave; che la nuova forcella migliori di qualcosa la stabilit&agrave; oltre a fornire un maggior sostegno idraulico in compressione. Il propulsore di 530 cm3 con trasmissione finale a cinghia resta invece invariato e conferma le proprie ottime doti di erogazione e trattabilit&agrave;, condite da una frizione multidisco automatica dal funzionamento pressoch&eacute; perfetto.  Il nuovo Tmax mantiene quindi le caratteristiche di&nbsp;agilit&agrave;, prestazioni sportive e facilit&agrave; di guida del vecchio modello, a cui si somma il miglior sostegno della nuova forcella, che grazie ad una resa idraulica migliorata e alla maggior rigidit&agrave; regala ancor pi&ugrave; precisione all&rsquo;avantreno.  Andrea Toumaniantz  

Il Tmax si rinnova: nuova evoluzione per uno scooter sempre pi&ugrave; irraggiungibile

Abbiamo provato il nuovo Yamaha Tmax

La rinascita di Bultaco, storico Marchio spagnolo specializzato nelle moto da off-road e trial, passa attraverso le moto elettriche. La Casa ha infatti allestito una piccola gamma , due&nbsp;sono i modelli, che segneranno il ritorno nel mondo dei produttori moto. Si tratta della Rapitan e Rapitan Sport.  Ma intanto, aspettando le prossime uscite, il Brand&nbsp;dal pollice in su gioca un asso nella manica.  Non &egrave; una bici n&eacute;&nbsp;tantomeno&nbsp;una moto, o meglio, la Bultaco Brinco &egrave; tutte e due.  Guardare avanti sempre perch&eacute; il futuro va in una certa direzione senza voler stravolgere per&ograve; quello che &egrave; stato, questo l'intento.  Innovazione e tecnologia per un debutto&nbsp;eco friendly grazie all'elettrico, ma anche attenzione per il glorioso passato del Marchio: Brinco era infatti&nbsp;il nome di una moto di piccola cilindrata commercializzata da Bultaco negli anni d'oro.  Bella e moderna strizza l'occhio agli amanti del fuoristrada pi&ugrave; ambientalisti.  Il motore elettrico&nbsp;ha una potenza nominale di 2 kW e 3 kW di picco. Ubicato nella ruota posteriore offre una coppia generosa di 60&nbsp;Nm e vanta la possibilit&agrave; di tre combinazioni tra pedalata e assistenza del propulsore: Eco, Urban e Sport. La velocit&agrave; massima (in modalit&agrave; Sport) &egrave; di 60 km/h ma questo penalizza un po' l'autonomia (30 km) che per&ograve; tocca i 100 km con la mappatura Eco.  Il peso &egrave; abbastanza limitato: 33 kg compresa la batteria agli ioni di litio da 1 kWh estraibile e portatile.  Il telaio &egrave; in alluminio;&nbsp;all'anteriore troviamo la&nbsp;forcella rovesciata con&nbsp;un'escursione di 200 mm e freni a disco flottante con 4 pistoncini, il cambio &egrave; a 9 velocit&agrave;.  Un'altro fiore all'occhiello della moto-bici &egrave; la connettivit&agrave;: grazie al bluetooth &egrave; possibile avere a portata di smatphone&nbsp;utililissime informazioni. Ulteriore comodit&agrave; tecnologica &egrave; l'avviamento keyless.  Tutto questo concentrato di innovazione e tecnica ha per&ograve;&nbsp;un prezzo ed &egrave; pure un po' salato: 4.800 Euro per aggiudicarsi il&nbsp;veicolo che uscir&agrave; tra l'altro in edizione limitata, solo 175 esemplari.  &nbsp;  Giulia Cassinelli    &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;

Cosa sia esattamente &egrave; difficile dirlo, com'&egrave;, invece, si pu&ograve; ben vedere: innovativa, performante ed ecologica &egrave; la nuova Brinco

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Keyless, se i ladri sono più evoluti del sistema

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Bultaco Brinco: tra moto e bici