        Dal 2015, Piaggio Fast Forward (PFF) propone soluzioni leggere e intelligenti per la mobilit&agrave; attiva. La societ&agrave; di robotica fondata da Piaggio sembra riscuotere apprezzamenti, tanto da vincere due importanti premi, grazie al suo robot Gita, ai Red Dot Awards - Product Design 2020: il sigillo di qualit&agrave; Red Dot per il design e il Best Of The Best per il prodotto innovativo. I punti forte di Gita Gita, prodotto nel nuovo stabilimento di Piaggio Fast Forward a Boston, &egrave; un robot carrier della tipologia "follow me&rdquo;, in grado di trasportare fino a 20 kg. Gita segue il proprietario sia in ambienti interni che esterni a una velocit&agrave; massima di 10 km/h. L&rsquo;autonomia &egrave; di 4 ore. Lanciato sul mercato online lo scorso novembre, per adesso viene venduto solo negli Usa. I premi Per i due riconoscimenti ricevuti, Gita &egrave; stato valutato insieme ad altri 6.500 prodotti su design, qualit&agrave; di produzione, scelta dei materiali, ergonomia e funzionalit&agrave;. La giuria dei Red Dot Awards ne ha riconosciuto &ldquo;il livello straordinario di design innovativo e per la progettazione fuori dal comune&rdquo;, apprezzandone anche &ldquo;le qualit&agrave; e peculiarit&agrave; del robot, un vero e proprio assistente personale che rappresenta la mobilit&agrave; leggera del futuro&rdquo;. Vespa, le due ruote pi&ugrave; "cercate" dagli italiani       

Il robot prodotto da Piaggio Fast Forward, societ&agrave; di robotica fondata dal Gruppo nel 2015, ha ricevuto due importanti riconoscimenti internazionali per design e progettazione innovativi

Robot Gita Piaggio premiato ai Red Dot Awards 2020

        Quest&rsquo;anno Piaggio Fast Forward, la societ&agrave; robotica dal Gruppo Piaggio che punta a rivoluzionare la mobilit&agrave; attiva leggera, ha messo sul mercato il suo primo prodotto: Gita. Unico nel suo genere, &egrave; un robot della tipologia follow me: trasporta gli effetti personali, consentendo all&rsquo;utilizzatore di interagire con le persone e dedicarsi alle attivit&agrave; che pi&ugrave; ama, a testa alta e a mani libere. Gita pu&ograve; trasportare fino a 20 chilogrammi. Adesso, dalla partnership di Piaggio Fast Forward con (RED) e ne &egrave; nata un&rsquo;edizione limitata di Gita, che si potr&agrave; acquistare durante la quinta edizione annuale di (RED) SHOPATHON, sul portale Amazon.com/RED e per un periodo limitato di tempo.  Museo Piaggio incanta tutti: &egrave; ancora Hall of Fame TripAdvisor LA FINALITA&rsquo; - (RED) &egrave; un&rsquo;organizzazione no profit che ha l&rsquo;obbiettivo di accrescere la consapevolezza sull&rsquo;AIDS e raccogliere fondi per combatterla. Per ogni (gita)RED venduto, verranno devoluti 50 dollari al Global Fund. I programmi finanziati da (RED) supportano un&rsquo;ampia gamma di attivit&agrave; e cure salvavita contro l&rsquo;HIV e AIDS, inclusi test, consulenza, trattamenti e prevenzioni, con l&rsquo;obbiettivo primario di interrompere la trasmissione del virus dalle madri ai propri figli durante la gravidanza. &ldquo;La partnership con (RED) ci consente di offrire un prodotto incredibile che far&agrave; sentire gli acquirenti maggiormente soddisfatti grazie anche all&rsquo;impatto che l&rsquo;acquisto di (Gita)RED avr&agrave; su moltissime persone affette da HIV/AIDS nell&rsquo;Africa subsahariana. E di questo ne siamo molto orgogliosi&rdquo;, ha commentato Greg Lynn, CEO di Piaggio Fast Forward. LA PARTNERSHIP - La partnership tra il Gruppo Piaggio e (RED) &egrave; stata avviata oltre 3 anni fa con prodotti Vespa e con Vespa 946. In questi anni, Piaggio ha devoluto oltre 350.000 dollari al Global Fund per combattere l&rsquo;AIDS con (RED), garantendo cos&igrave; poco meno di due milioni di giorni di cure salvavita contro l&rsquo;HIV e ha aiutato a prevenire la trasmissione del virus dalle madri ai propri figli durante la gravidanza. A partire dal 2020 la gamma Vespa includer&agrave; un nuovo prodotto, (VESPA)RED Primavera, che contribuir&agrave; ulteriormente a incrementare le donazioni al Global Fund. &nbsp; &nbsp;       

Trasporta gli effetti personali ed &egrave; la prima capsule collection di Piaggio Fast Forward. Per ogni esemplare venduto nell&rsquo;edizione (RED), 50 dollari andranno in beneficenza

Piaggio e il robot Gita in edizione limitata

Se ancora non lo avete fatto siamo sicuri che l&#39;alta pressione di questi giorni sul nostro Paese vi abbia invogliato a tirar fuori dal garage la vostra bella per un breve giro fuori citt&agrave; o per il pi&ugrave; classico dei raduni con gli amici di sempre. S&igrave;, la primavera &egrave; arrivata. Finalmente la stagione delle moto pu&ograve; cominciare per tutti.  LETARGO - Per svegliare la vostra belva dal letargo invernale &egrave; bene seguire qualche piccolo accorgimento prima di tornare in sella. I controlli sono semplici e banali per qualsiasi motociclista con un po&#39; di esperienza, ma per la vostra sicurezza &egrave; bene non sottovalutare nulla. Iniziate ovviamente dalla pressione delle gomme, riportandola alla giusta misura, controllate che la batteria sia a un buon livello per evitare brutte sorprese lungo la strada, ricordatevi di oleare bene la catena, verificate che le pasticche siano in buone condizioni e sarete pronti per la vostra prima gita dell&#39;anno.  CONSIGLI - Ma attenzione, non trascurate nemmeno il vostro stato di forma. Se siete un po&#39; arrugginiti, evitate di andare a letto troppo tardi la sera prima, svegliatevi con il giusto anticipo, fate una bella colazione, ma soprattutto preparate bene il necessario gi&agrave; dal giorno precedente: documenti, chiavi, abbigliamento tecnico, smartphone, caribatterie, occhiali da sole, casco con visiera bella pulita. Se avete in programma una gita in gruppo, create gi&agrave; il vostro itinerario sul navigatore o sull&#39;applicazione maps del vostro smartphone, decidete delle tappe intermedie con i vostri amici prima di partire, e se ci sono tipologie di motociclisti differenti (smanettone, mototurista, etc...) create una gerarchia del torpedone, in modo che tutti possano gustarsi l&#39;itinerario, l&#39;importante sar&agrave; magari aspettarsi ai bivi principali lungo il percorso. Un ultimo accorgimento per non far aspettare nessuno &egrave; quello di fare il pieno alla vostra moto gi&agrave; dalla sera prima. Ah, non dimenticate carte di credito, banconote di piccolo taglio e qualche moneta, anzi tenete i soldi direttamente in tasca. Potr&agrave; rivelarsi un comodo accorgimento in caso di casello autostradale (potrebbe esserci un cambio di programma durante la giornata) o di distributore con bancomat non funzionante. Infine, date uno sguardo alle previsioni meteo lungo tutto il percorso. La primavera &egrave; arrivata, ma &egrave; meglio non fidarsi. 

E&#39; arrivata la primavera. Se tirate fuori la moto dal letargo invernale &egrave; bene seguire qualche piccolo accorgimento che riguarda anche voi

Siete pronti per la prima uscita? Ecco alcuni consigli utili

Tutti i robot Gita di Piaggio Fast Forward saranno progettati, sviluppati e assemblati in un nuovo stabilimento a Boston. Ad annunciarlo &egrave; il Gruppo Piaggio, che a proposito della societ&agrave; per la ricerca sulla mobilit&agrave; del futuro, aggiunge che il nuovo stabilimento si aggiunge al quartier generale di Charleston e sar&agrave; ubicato a ASME Row, 90, Cambridge Street (Charlestown &ndash; Boston). Occuper&agrave; un&rsquo;area di circa 1.000 metri quadri.  GITA - L&rsquo;apertura di questo secondo sito dedicato alla produzione completer&agrave; la filiera di Gita, che sar&agrave; quindi &ldquo;Designed, and Assembled in Boston&rdquo;, oramai uno dei principali centri mondiali della tecnologia robotica.  Primo nel suo genere, Gita &egrave; un robot carrier della tipologia &quot;Follow Me&quot;, in grado di trasportare pesi fino a 20 kg mentre segue l&rsquo;operatore umano in ambienti interni ed esterni. Gita sar&agrave; commercializzato a partire da met&agrave; 2019.  IL FUTURO DELLA MOBILITA&rsquo; - &quot;Questo &egrave; un passo fondamentale verso il futuro della mobilit&agrave; per il Gruppo Piaggio. Abbiamo deciso di produrre Gita negli Stati Uniti, e in particolare a Boston, perch&eacute; &egrave; l&rsquo;epicentro della robotica, e questa &egrave; la citt&agrave; in cui abbiamo trovato il terreno pi&ugrave; fertile per far crescere le nostre innovative idee&quot;, ha dichiarato Michele Colaninno, Presidente di Piaggio Fast Forward.   &quot;Il nostro obiettivo &egrave; creare un prodotto innovativo, un veicolo efficiente e altamente tecnologico, dotato di maggiori funzioni rispetto a un semplice dispositivo di trasporto. Non c&#39;&egrave; posto migliore di Boston per trasformare questo progetto in realt&agrave;&quot;, ha concluso Michele Colaninno.  LA COMUNITA&rsquo; ROBOTICA - &quot;Siamo convinti che produrre Gita qui a Boston non solo ci consentir&agrave; di avere il miglior prodotto di qualit&agrave; possibile, ma anche che rappresenti la giusta strada per il futuro di PFF&quot;, ha dichiarato Jeffrey Schnapp, Chief Visionary Officer del PFF. &quot;Siamo grati alle autorit&agrave; locali e statali per il sostegno che hanno dimostrato a PFF ha sin dal primo giorno e apprezziamo l&#39;incoraggiamento e l&#39;ispirazione dei nostri vicini e amici della comunit&agrave; di robotica di Boston.&rdquo; 

Un nuovo stabilimento per la Piaggio Fast Forward dedicato allo sviluppo e alla produzione di Gita

Piaggio a Boston per costruire robot

Per molti si tratta &ldquo;solo&rdquo; del colosso mondiale dell&rsquo;e-Commerce, ma Amazon &egrave; di fatto molto di pi&ugrave;, una realt&agrave; impegnata ad esplorare i confini delle attuali conoscenze in ambito tecnico-scientifico, per anticipare il futuro e aprire nuovi orizzonti. Come dimostra MARS, la convention di tre giorni sulla robotica organizzata ogni anno in California proprio dalla company. Tra le 130 aziende che hanno partecipato all&rsquo;ultima edizione, Piaggio Fast Forword, la divisione robotica di Piaggio, unica italiana presente, ma non solo!  Ad ogni appuntamento con MARS - sigla che sta per Machine Learning, Home Automation, Robotics and Space Exploration - Jeff Bezos (Ceo di Amazon) testa un robot che rappresenta lo stato dell&rsquo;arte della robotica. E in questa edizione, come si vede nel video che segue, si &egrave; divertito e fatto accompagnare da Gita, il drone sviluppato proprio dalla nostra Piaggio Fast Forward.    Gita &egrave; un veicolo intelligente, capace di muoversi anche in autonomia, ideato per migliorare la produttivit&agrave; della mobilit&agrave; nei sempre pi&ugrave; complessi sviluppi urbani, con un payload che arriva fino a 100 chilogrammi e una autonomia di 20 chilometri in circuito urbano. Pu&ograve; accompagnare una persona, mappare l&rsquo;ambiente che lo circonda, scambiare dati e controllare ci&ograve; che si muove intorno. In altre parole, il futuro. 

Jeff Bezos lo ha &ldquo;testato&rdquo; in occasione dell&rsquo;ultima convention MARS in California

Il patron di Amazon a spasso con Gita, il robot di Piaggio | VIDEO

        Gita e Kilo sono i primi innovativi progetti per il futuro della mobilit&agrave; presentati lo scorso febbraio a Boston da Piaggio Fast Forward, societ&agrave; controllata dal Gruppo Piaggio. La rivoluzione dei due robot sta nel supporto che saranno in grado di dare alle persone nelle diverse attivit&agrave; che contraddistinguono i loro spostamenti nella vita di tutti i giorni, ampliandone di fatto il raggio di azione. Sono infatti concepiti come una vera e propria piattaforma per la mobilit&agrave;, che potr&agrave; essere personalizzata e integrata per rispondere a diverse esigenze in molteplici scenari.&nbsp; Ora Gita ha ricevuto un premio prestigioso: il Good Design Award 2017, uno tra i primi e pi&ugrave; celebri premi internazionali dedicati al design.&nbsp; Innovazione e tecnologia - Piaggio Fast Forward (PFF) &egrave; stata insignita di questo importante riconoscimento nella categoria Robotics grazie a &nbsp;Gita, considerato un progetto rivoluzionario e visionario. Gita non &egrave; solo un robot dal design futuristico, bens&igrave; &egrave; caratterizzato da aspetti quali innovazione, tecnologia, sostenibilit&agrave;, creativit&agrave;, responsabilit&agrave; verso l&rsquo;ambiente, materiali d&rsquo;avanguardia e funzionalit&agrave;. A Gita, rispettando appieno questi criteri, &egrave; stata riconosciuta una singolare capacit&agrave; di distinguersi tra le proposte del design contemporaneo. Il Good Design Award &egrave; il terzo importante riconoscimento ricevuto nel 2017 da Piaggio Fast Forward con il progetto Gita: a maggio &egrave; stata premiata ai Mitx Awards 2017 nella categoria Disruptive Genius &ndash; Company e a settembre &egrave; entrata a far parte delle &ldquo;Top 100 Most Innovative and Disruptive Construction Companies&rdquo; nella categoria Robotics della testata internazionale Disruptor Daily .&nbsp; Il Good Design Award - Fondati a Chicago nel 1950 dagli architetti Eero Saarinen, Charles e Ray Eames, Edgar Kaufmann Jr. e giunti quest&rsquo;anno alla loro 67esima edizione, i Good Design Award sono organizzati dal The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design, in collaborazione con l&rsquo;European Centre for Architecture, Art, Design and Urban Studies e sono il risultato di una lunga selezione delle migliori proposte di design.&nbsp; Ogni anno centinaia di aziende da tutto il mondo si candidano proponendo progetti industriali, commerciali o di grafica: le categorie spaziano dall&rsquo;elettronica ai mezzi di trasporto, dall&rsquo;arredamento alle apparecchiature sportive, dal disegno grafico alla robotica.       

Il robot progettato per supportare gli spostamenti quotidiani del futuro ha ricevuto il Good Design Award 2017

Il Piaggio Gita vince per il design

Gita e Kilo sono i primi innovativi progetti per il futuro della mobilit&agrave; presentati lo scorso febbraio a Boston da Piaggio Fast Forward, societ&agrave; controllata dal Gruppo Piaggio.  La rivoluzione dei due robot sta nel supporto che saranno in grado di dare alle persone nelle diverse attivit&agrave; che contraddistinguono i loro spostamenti nella vita di tutti i giorni, ampliandone di fatto il raggio di azione. Sono infatti concepiti come una vera e propria piattaforma per la mobilit&agrave;, che potr&agrave; essere personalizzata e integrata per rispondere a diverse esigenze in molteplici scenari.&nbsp; Ora Gita ha ricevuto un premio prestigioso: il Good Design Award 2017, uno tra i primi e pi&ugrave; celebri premi internazionali dedicati al design.&nbsp;  Innovazione e tecnologia - Piaggio Fast Forward (PFF) &egrave; stata insignita di questo importante riconoscimento nella categoria Robotics grazie a &nbsp;Gita, considerato un progetto rivoluzionario e visionario. Gita non &egrave; solo un robot dal design futuristico, bens&igrave; &egrave; caratterizzato da aspetti quali innovazione, tecnologia, sostenibilit&agrave;, creativit&agrave;, responsabilit&agrave; verso l&rsquo;ambiente, materiali d&rsquo;avanguardia e funzionalit&agrave;. A Gita, rispettando appieno questi criteri, &egrave; stata riconosciuta una singolare capacit&agrave; di distinguersi tra le proposte del design contemporaneo.  Il Good Design Award &egrave; il terzo importante riconoscimento ricevuto nel 2017 da Piaggio Fast Forward con il progetto Gita: a maggio &egrave; stata premiata ai Mitx Awards 2017 nella categoria Disruptive Genius &ndash; Company e a settembre &egrave; entrata a far parte delle &ldquo;Top 100 Most Innovative and Disruptive Construction Companies&rdquo; nella categoria Robotics della testata internazionale Disruptor Daily .&nbsp;  Il Good Design Award - Fondati a Chicago nel 1950 dagli architetti Eero Saarinen, Charles e Ray Eames, Edgar Kaufmann Jr. e giunti quest&rsquo;anno alla loro 67esima edizione, i Good Design Award sono organizzati dal The Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design, in collaborazione con l&rsquo;European Centre for Architecture, Art, Design and Urban Studies e sono il risultato di una lunga selezione delle migliori proposte di design.&nbsp;  Ogni anno centinaia di aziende da tutto il mondo si candidano proponendo progetti industriali, commerciali o di grafica: le categorie spaziano dall&rsquo;elettronica ai mezzi di trasporto, dall&rsquo;arredamento alle apparecchiature sportive, dal disegno grafico alla robotica. 

Il robot progettato per supportare gli spostamenti quotidiani del futuro ha ricevuto il Good Design Award 2017

A Boston sono stati presentati i primi due progetti dedicati agli spostamenti nella vita di tutti i giorni delle prossime generazioni &nbsp;

Piaggio anticipa il futuro con Gita e Kilo - FOTO

Il lancio &egrave; avvenuto (non a caso) a pochi passi da Harvard e dal M.I.T. A Boston, il Gruppo Piaggio ha presentato al mondo Gita e Kilo, i primi progetti sviluppati da Piaggio Fast Forward (PFF), societa? costituita e controllata da Piaggio e avanzato centro di ricerca americano sulla mobilita? del futuro.&nbsp;    COMPAGNI FEDELI - Gita e? un veicolo autonomo, intelligente, ideato per assistere le persone. Trasporta fino a 18 kg, osserva, comunica. Puo? seguire una persona raggiungendo i 35km/h e sa muoversi in autonomia in un ambiente mappato. La forma sferica ed il design pulito ne caratterizzano la personalita?. Kilo e? il &ldquo;fratello maggiore&rdquo; di Gita, e grazie ad una piu? ampia capacita? di carico puo? trasportare fino a 100 kg di peso nel suo vano da 120 lt. Ha una straordinaria stabilita? grazie all&rsquo;appoggio su tre ruote.    QUALITA&rsquo; DELLA VITA - Questi due sono la risposta alle necessita? future di un nuovo concetto di mobilita?, veicoli di trasporto leggero che riposizionano l&rsquo;uomo al centro dell&rsquo;innovazione per dargli maggiore autonomia e una migliore qualita? della vita. Con PFF il Gruppo Piaggio svolge un&#39;attivita? di ricerca avanzatissima a diretto beneficio anche dello sviluppo dei propri marchi e dei loro prodotti. La rivoluzione di GITA e KILO risiede nel supporto che saranno in grado di dare alle persone nelle diverse attivita? che contraddistinguono i loro spostamenti nella vita di tutti i giorni, ampliandone di fatto il raggio di azione e le limitate capacita? di carico dell&rsquo;uomo.&nbsp; 

Piaggio anticipa il futuro con Gita e Kilo, trolley intelligenti (e senza manici)

Storia di un endurista alle prime armi, convinto (a ragione) che si possa fare fuoristrada con una maxienduro, partendo da casa per una gita in Croazia con la compagna e i bagagli. Ritroverete le emozioni della prima volta, o le scoprirete  &nbsp;  &nbsp;  Le donne lo sanno. Per questo il mio: &ldquo;Amore ti porto a fare un weekend lungo di relax in Croazia&rdquo; non deve averla convinta del tutto, perch&eacute; quando si affaccia sulla porta mi fa: &ldquo;non &egrave; mica un&rsquo;altra trovata per un giro dei tuoi, vero?&rdquo; Silenzio, sorriso da politico navigato e: &ldquo;&hellip; piccola, ma ti pare?&rdquo;. Quando dice un giro dei tuoi, intende quei giri in cui mi incaponisco a portare fuoristrada la mia R 1200 GS. S&igrave;, lo confesso, sono un neoendurista con la moto oversize. Tutto &egrave; nato, come sempre, al bar: &ldquo;bella la tua moto, peccato che &egrave; troppo pesante per farci dell&rsquo;enduro&hellip;&rdquo; e il danno era fatto, una sorta di cortocircuito in testa, per chi come me &egrave; cresciuto a pane e Dakar questo era troppo. Dovevo dimostrare a questi scettici che si sbagliavano. Il weekend successivo alle 9 ero in moto, incurante della pioggia caduta fino al giorno prima che aveva reso un pantano la pineta dove avevo deciso che avrei avuto il battesimo del fango; quattro ore pi&ugrave; tardi un Defender 90 trascinava di peso via dalle sabbie mobili la mia moto. Nulla di strano fin qui. Ma la mia ragazza era l&igrave;. Ha visto tutto. Una scena decisamente splatter. Scuoteva la testa e sussurrava parole d&rsquo;amore, troppo tenere per essere dimenticate. Vi sareste arresi voi? Ci siamo capiti. Avevo solo bisogno di aiuto. Condurre off road una moto che pesa 250 kg richiede tecnica e tramite vari forum mi metto in contatto con l&rsquo;Adventure School di Stefano Sacchini, specializzata in corsi per maxienduro. Avevo fatto tombola. Dopo il corso, decido, memore del conto in sospeso che avevo con il fango, di iscrivermi al Mototrip, la cavalcata invernale della citt&agrave; di Terni. Un giro di quelli tosti, che gli addetti ai lavori ben conoscono. Inutile dire che, per l&rsquo;occasione, una pioggia torrenziale bagnava il sottobosco ternano. Ho fatto poco pi&ugrave; di 40 km in sei ore. Non ricordo di aver mai ricevuto cos&igrave; tanti insulti tutti assieme, con la moto stesa ogni tre per due a bloccare il passaggio delle agili monocilindriche. Ma nessuno, tra un insulto e l&rsquo;altro, si tirava indietro per aiutarmi a rialzare il bestione. Poi risalivano in moto, mi insultavano un&rsquo;ultima volta e sparivano. Spettacolare. &Egrave; ovvio che con queste premesse, quando ho letto che TRX organizzava il Krka Enduro Raid (come resistere a un nome cos&igrave;?), quasi 400 km di off in Croazia, sapevo che io, &ldquo;il&rdquo; GS e la povera Giorgia avremmo fatto un salto oltreconfine. Dovevo solo trovare il modo di convincerla nascondendo qualche dettaglio. L&rsquo;idea era proporle una vacanza relax, tutta sole, mare e massaggi. E fin qui dicevo il vero. Per lei. Io mi sarei cimentato in due giorni di off road. Il primo intoppo &egrave; al momento di fare i bagagli. Le due borse laterali normalmente bastano per un weekend lungo di due persone, ma al mio: &ldquo;Tesoro porta soltanto un costume per il giorno e un paio di magliette per la sera, cos&igrave; mi lasci un po&rsquo; di spazio&hellip;&rdquo; s&rsquo;&egrave; scatenato l&rsquo;inferno. Errore madornale: un uomo che chiede spazio per i proprio bagagli non potr&agrave; mai essere credibile. Le due ore successive sono trascorse a spiegarle perch&eacute; nella mia borsa c&rsquo;era un completo da enduro, un paio di mutande, due calzini e soprattutto perch&eacute; volevo partire con gli stivali ai piedi. Il tutto in un clima di serenit&agrave; e fiducia tale da far sembrare gli interrogatori della Gestapo dei film il te&rsquo; delle cinque tra ricche signore dell&rsquo;Hampshire.  Gran donna la mia. Ha capito. Ha letto la passione nei miei occhi, ha sorriso e ha compreso. Poco importa che mi sia giocato tutti i weekend da qui al 2017 per una mega maratona tra centri commerciali. In un assolato pomeriggio di fine aprile, siamo pronti a partire. Per una maxienduro, la scelta di pneumatici tassellati per un raid del genere diventa quasi inevitabile. Partiamo strappando mezza giornata al lavoro e alle due spaccate infiliamo il Grande Raccordo Anulare di Roma, in due, carichi e con i tasselli che entrano in risonanza superati i 60 km all&rsquo;ora. Praticamente il comfort di un cingolato. Lei ogni tanto mi d&agrave; degli amorevoli destri sul costato per attirare la mia attenzione, urla qualcosa che, causa il rumore, non comprendo e mentre faccio di s&igrave; con il casco continuo a perdermi tra i miei pensieri. All&rsquo;arrivo al porto di Ancona lo spettacolo &egrave; pazzesco, al check in una marea di motociclette, tantissime bicilindriche, pronte ad imbarcarsi per la Croazia, e la testa decolla immaginando questo branco selvaggio arrampicarsi per i sentieri intorno a Primosten dove fa base la manifestazione. Notte in traghetto praticamente insonne e sbarco a Spalato la mattina del 25 aprile. All&rsquo;arrivo in hotel, sede dell&rsquo;organizzazione, fatico decisamente a rimanere lucido. Giorgia mi domanda qualcosa su camera e bagagli, ma mi ha perso gi&agrave; da una ventina di minuti, sono in preda all&rsquo;estasi totale: furgoni con carrelli, pickup e fuoristrada che scaricano moto pronto gara bellissime. Mi aggiro per il parcheggio simulando una nonchalance che non mi appartiene, incrocio sguardi e ricambio cenni di saluto &ldquo;maschissimi&rdquo;, perch&eacute; quando mi ci metto bluffo da dio, sembro quasi un &ldquo;pro&rdquo;, almeno fino a che non salgo in sella. Il dramma si scatena nel primo pomeriggio, quando porto il mio GS nel parco chiuso. Cuore a mille, salivazione a zero e la solita faccia idiota di chi finge di avere tutto sotto controllo. Solo che qualcosa non torna. Mi guardo intorno e oltre ad un paio di BMW HP2 e F 800 GS, due KTM Super Enduro 950 e Adventure 990, tre o quattro Honda Africa Twin, vedo solo mono racing. E tutti i GS che erano al porto? No&hellip; dico: i 1200 che erano al porto? Ragazzi non scherziamo&hellip; In quel preciso momento ogni sicurezza vacilla. E scopri di essere non solo diverso, ma di essere &ldquo;il&rdquo; diverso. Troppo diverso. Non c&rsquo;&egrave; un Telelever nell&rsquo;arco di 200 km. Bella mossa Diego. Bella mossa davvero. Da quel momento in poi ogni persona che incrocio sembra leggermelo in faccia e anche se non parlano glielo leggo negli occhi quello che stanno pensando: &ldquo;poverino&hellip; con il cerchio da 19&rdquo; non sa in che guaio si sta cacciando&hellip; pensa, ha il Telelever&hellip;&rdquo; La notte corre veloce e alle 6:30 sono in piedi prima che suoni la sveglia, sono carico come una molla, sprizzo cos&igrave; tanta energia che potrei fare questo raid spingendolo a braccia il GS, mi sento invincibile e completamente fuori controllo. Praticamente perfetto. L&rsquo;emozione che pu&ograve; dare entrare nella piazzetta di Primosten allestita con un palco per l&rsquo;occasione &egrave; da pelle d&rsquo;oca, con tutte le moto schierate in linea a riempire la piazza, 160 partecipanti in questa edizione 2013 e anche se si tratta di una motocavalcata non competitiva, il clima &egrave; quello dei grandi eventi sportivi, c&rsquo;&egrave; un&rsquo;energia che coinvolge tutti, italiani, austriaci, tedeschi, croati, polacchi. Gli sguardi sono pi&ugrave; distesi e la battuta &egrave; pronta anche tra persone conosciute pochi istanti prima. Presentazioni, briefing completo e in un attimo siamo in fila per la partenza, gruppi di due o tre moto partono ad un minuto l&rsquo;uno dall&rsquo;altro e quando &egrave; il mio turno e si alza il braccio di Claudio Verna, tre&hellip; due&hellip; uno&hellip; Inizia lo show! Il percorso del primo giorno prevede 180 km in quattro tappe, un ristoro all&rsquo;80&deg; km e due rifornimenti, al mio fianco alla partenza c&rsquo;&egrave; Roberto Trivellato in sella ad un&rsquo;Africa del &lsquo;93 kittatissima, forse la moto pi&ugrave; bella della manifestazione; partiamo piano, guido teso e male, nervosissimo e Roberto mi deve aspettare pi&ugrave; volte ai bivii; non mi godo nemmeno l&rsquo;inizio di questo percorso che ci vede sfilare su un sentiero che corre a pochi metri dalla spiaggia, davanti a un mare di una bellezza imbarazzante.  Le prime due ore sono di fatica vera, mi fanno male le braccia, i sassi picchiano sul paracoppa producendo rumori sinistri e il GS sembra voler fare di testa sua ad ogni curva. Poi lentamente mi sciolgo, complice Roberto che, alla seconda esperienza su questo tracciato, mi conferma che devo rilassarmi per guidare meglio. E in effetti dopo una sessantina di km, mi concentro meno sulla moto e pi&ugrave; sul mio corpo, sulla posizione in sella e come per magia inizio a faticare di meno, la moto scorre meglio e inizia a galleggiare sulle pietre, che adesso sembrano suonare Sweet Child Of Mine a contatto con la piastra d&rsquo;acciaio. Musica maestro&hellip; Cos&igrave; tutto diventa pi&ugrave; facile e decisamente pi&ugrave; divertente, cominciamo a dare un po&rsquo; di gas e iniziamo a far derapare le moto che sparano pietre ad ogni curva. Quando arriviamo al ristoro siamo completamente galvanizzati, lerci e con un sorriso grande cos&igrave;. Tutt&rsquo;intorno sembra che gli altri siano sulla stessa lunghezza d&rsquo;onda, pi&ugrave; che un bivacco sembra una festa, senza distinzione di nazionalit&agrave; o di area geografica e in questa regione d&rsquo;Europa, fa molto pi&ugrave; effetto che in altre; ma la palma d&rsquo;oro la vincono un bergamasco e un brindisino che tra un piatto di pasta e l&rsquo;altro continuano a sfottersi a vicenda per i numeri che hanno fatto negli ultimi passaggi hard. Un ragazzo si accorge che li sto guardando con curiosit&agrave;, si avvicina e mi fa: &ldquo;Chiss&agrave; se allo stadio, durante Atalanta-Brindisi si respira lo stesso clima&hellip;&rdquo;, potere delle moto, potere dell&rsquo;enduro. Ripartiamo dal ristoro e facciamo un po&rsquo; di strada insieme a Bobo e Giaio, rispettivamente su HP2 e KTM Super Enduro che abbiamo incrociato lungo il tragitto, in un momento in cui, durante una salita un po&rsquo; ostica, in evidente difficolt&agrave;, avevo pensato bene di ormeggiare il GS dentro un cespuglio entrandoci dentro a cannone. Convinto che nessuno mi avesse visto e di averla fatta franca, quando scendo per controllare i danni, mi trovo questi due che si sbellicano dalle risate. Perfetto, arruolati anche voi. Li seguo per un po&rsquo;, ma sono decisamente di un altro pianeta, io in preda a una crisi mistica mi sento Despres, alzo il ritmo, 60, 70 all&rsquo;ora, fino a quando, sopravvalutando la mia abilit&agrave; di frenata, arrivo non lungo, ma lunghissimo a una curva; per qualche secondo l&rsquo;unico rumore che domina la valle &egrave; il latrato del mio copertone posteriore bloccato che ara il terreno, con un traversone esteticamente notevole, fino a culminare in un tonfo sordo di ferro e magnesio che cozzano contro le pietre. Riparto al volo con la speranza che almeno questa sia passata inosservata, ma alberga ancora in me il sospetto di aver cambiato in maniera definitiva il profilo di uno dei tanti muretti a secco sparsi lungo il percorso.  Il secondo giorno il cielo &egrave; velato, d&agrave; pioggia nel pomeriggio, partiamo come il primo giorno al tre-due-uno che tanto ci piace per un giro che sulla carta dovrebbe essere di 180 km. &Egrave; la giornata dei numeri impossibili da dimenticare. Partiamo con Roberto che dopo 20 km si deve fermare a sistemare scarico e carena dell&rsquo;Africona che si sono allentati. Dopo altri 10 km ci fermiamo a dare una mano ad un K che ha rotto il carter e ha bisogno di olio e scopriamo che il tapino &egrave; stato aggredito dalla famigerata Banda della Banana, una combriccola di pericolosissimi guasconi, momentaneamente in trasferta in Croazia, che tende trappole con bucce di banana per poi infliggere ogni tipo di punizione corporale ai malcapitati. Il tipo ci ha confermato che anche il giorno precedente si era imbattuto nei malfattori e che contava sinceramente di poterli incontrare anche il giorno successivo&hellip; Ripartiamo decisi a raggiungere il punto di ristoro prima che il tempo peggiori, ma a questo punto siamo noi ad imbatterci in un fuori programma; dopo aver passato la cena di ieri ad ascoltare degli hard tosti in cui si &egrave; costretti a spingere i mono, ci siamo cimentati anche noi in un bel tratto hard, il pi&ugrave; hard di tutti. Alla fine di una salita da seconda piena sbuchiamo su un tratto semipianeggiante in cui in lontananza si vede un cantiere; superata la pala meccanica faccio per ripartire a manetta ma qualcosa mi suggerisce di usare una certa cautela: dieci metri avanti a noi c&rsquo;&egrave; un MAN che occupa tutta la carreggiata e ci impedisce il passaggio, e l&igrave; rimane fino a che con le buone e le cattive riusciamo a fargli fare manovra per guadagnare quel minimo di spazio necessario per passare. Si riparte, con qualche apprensione in pi&ugrave; ma si riparte. Arriviamo al primo rifornimento, non faccio in tempo a levarmi il casco che arriva Emiliano con una Beta 400 RR, entra nel distributore e si lancia in uno stoppie da applauso, se non fosse che quando riatterra la sua moto butta olio come un frantoio; e lui che fa? Se la ride. Si toglie il casco e mentre prepara del bicomponente per riparare il suo carter mi racconta che all&rsquo;uscita dall&rsquo;ultimo hard si &egrave; stampato contro una roccia frantumando il carter gi&agrave; riparato il giorno precedente. Gli chiedo cosa ci sia da sorridere. E lui &ldquo;emb&egrave;? prima di sdraiarmi ho strappato applausi persino agli austriaci!&rdquo; Piove per i restanti 80 km, tra vallate e scorci panoramici di una bellezza inaudita. Rimangono un paio di passaggi davvero tecnici da fare. Una discesa con sasso smosso lunghissima, percorrendo la quale mi ritornano in mente i consigli del Sacchini: &ldquo;peso dietro e lasciala correre!&rdquo;&hellip; e chi potrebbe fermarla? &egrave; una salita scomoda e viscidissima, iniziata la quale mi trovo alle calcagna un gruppo di mono in piena bagarre che sale con il coltello fra i denti: mai visto il mio GS andare cos&igrave; veloce in salita&hellip; All&rsquo;arrivo in piazzetta sono stremato, lurido e felice. Ho completato il mio primo Raid e mi sento invincibile. Quando Claudio Verna mi vede arrivare e spunta il numero 61, dopo 380 km di fuoristrada mi crolla tutta la stanchezza dei due giorni addosso e mi sciolgo in un sorriso: l&rsquo;unico R 1200 GS ha terminato il giro: devo ricordarmi di passare al bar per dire che, loro, si sono sbagliati.

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