        Con l&rsquo;arrivo della bella stagione &egrave; stato registrato un aumento del +85% delle ricerche di prodotti e offerte relative ad articoli sportivi. Ma l&rsquo;aumento che DoveConviene, l&rsquo;app che semplifica lo shopping nei negozi fisici facendo risparmiare denaro e tempo, ha registrato da aprile &egrave; spiegabile grazie al forte impatto del Giro di Italia sugli appassionati di questo sport. Infatti, ben il 62% del totale delle ricerche relative al mondo dello sport realizzate da aprile ad oggi interessano il settore bike. Il crescente interesse, inoltre, anticipa la celebrazione della Giornata Mondiale della Bicicletta (3 giugno), istituita dalle Nazioni Unite per la consapevolezza dei benefici derivanti dall&rsquo;uso della bicicletta come mezzo di trasporto e per il tempo libero. La composizione delle ricerche relative ad articoli sportivi in offerta si completa poi con sport di montagna (10%), campeggio (9%), fitness (8%), sport acquatici (5%) e sport con la palla (4%). Il restante 2% &egrave; dedicato a sport vari, dall&rsquo;equitazione alla scherma, dal pugilato alle arti marziali. A crescere maggiormente nell&rsquo;ultimo mese, dopo le offerte relative ad articoli sportivi, sono le ricerche di promozioni su attivit&agrave; legate alla bella stagione: +26% per il mondo del fai-da-te e del giardinaggio, +17% per il mondo viaggi, un trend che DoveConviene prevede che continuer&agrave; ad aumentare nelle prossime settimane. &nbsp;       

Esplode la passione per le due ruote, i dati parlano chiaro: +85% ricerche di prodotti e promo su articoli sportivi, +62% per le biciclette

Il Giro d’Italia spinge gli italiani in bici: è boom per il mondo bike

        Il Giro d'Italia &egrave; uno degli eventi sportivi italiani pi&ugrave; seguiti e pi&ugrave; amati. Le pi&ugrave; importanti squadre di ciclismo del mondo, con i rispettivi capitani a rappresentare il gotha del ciclismo, si affrontano per le strade italiane da sud a nord, affrontando i pi&ugrave; bei paesaggi del nostro paese in un percorso sia sportivo che culturale. La macchina organizzatrice del Gran Tour &egrave; qualcosa di epico e un importante ruolo lo svolgono le motociclette, mezzo ideale per supporto tecnico e per documentare tutte le fasi della gara. I Regolatori di Corsa e le loro Yamaha Niken Ma cosa fanno nello specifico le moto al Giro? Possiamo dividere i ruoli in tre specifiche categorie: ci sono quelle che fanno supporto tecnico alla corsa, quelle che si occupano della realizzazione di materiale video, foto e di cronaca (radio e tv) e quelle della Polizia che invece svolgono ruolo di controllo. La scelta delle moto &egrave; storica e scontata: riescono a seguire il gruppo senza essere troppo d'intralcio e sono pi&ugrave; agili e comode delle auto, che invece sono riservate alla direzione gara e al ruolo di ammiraglie delle varie squadre, dovendo portare bici, ricambi e direttori tecnici. Ma andiamo per gradi  Le moto utili alla direzione della corsa per il corretto svolgimento della gara sono quelle dei Regolatori di Corsa, che sono praticamente gli arbitri della competizione e si pongono come riferimento "in campo" per tutto quello che accade durante le tappe. Le moto dei Regolatori sono parecchie, 33 quest'anno, tutte collegate via radio e organizzate in modo da riportare tutto quello che accade sia quando il gruppo di ciclisti procede compatto (sistemandosi a diverse altezze) sia quando si formano fughe e inseguimenti, ponendosi davanti e dietro a ogni gruppo per gestire il traffico in gara, segnalare i pericoli e mantenere la sicurezza lungo il percorso. Queste moto hanno anche i trasponder che trasmettono in tempo reale il distacco dei vari gruppi che vengono a formarsi ad ogni tappa. Da diversi anni &egrave; Yamaha lo sponsor tecnico che fornisce le moto ai regolatori, anche quest'anno con le Niken 850, scelte per la stabilit&agrave; dell'anteriore data dalle due ruote. La partnership &egrave; assicurata fino al 2025. &nbsp; La motocronaca e i servizi video e foto Sin dai tempi di Coppi e Bartali, le moto hanno svolto ruolo fondamentale nel raccontare la corsa. Senza moto non ci sarebbe la possibilit&agrave; di documentare in diretta tutto quello che accade sulla strada, e in questo caso parliamo di equipaggi dove il pilota guida e sulla sella del passeggero ci sta "l'operatore", che sia questo un uomo con la videocamera che manda in diretta le immagini, un fotografo che documenta la corsa con gli scatti, o un giornalista che collegato con la radio o la tv fa la cronaca di tutto quello che sta accadendo davanti o dietro a lui.&nbsp; Questi equipaggi sono anche i pi&ugrave; affascinanti e belli da vedere. Le capacit&agrave; di guida di chi stringe il manubrio sono davvero particolari se non complesse: serve avere un incredibile senso di controllo del mezzo per andare spesso a passo d'uomo in salita, con una persona sulla sella posteriore che sta spesso in piedi sulle pedane e si muove di continuo per inquadrare la corsa con pesanti telecamere da diretta TV, il tutto mentre cerca di trovare la posizione migliore per la ripresa senza compremettere la sicurezza dei corridori e del pubblico. A complicare il tutto, mettiamoci anche che sono sempre moto GT di grossa cilindrata, principalmente BMW serie K, RT e GS, Yamaha FJR e Moto Guzzi Norge. Chapeu!  &nbsp; I poliziotti fanno... i poliziotti Ultimi della lista, ma non meno importanti, ci sono i poliziotti in sella alle moto di servizio, principalmente le FJR 1300 della stradale. Su di loro non c'&egrave; alcun dubbio, come in tutte le manifestazioni pubbliche sono presenti, garantiscono l'ordine e fanno "rappresentanza" statale. La Polizia non la vediamo quasi mai inquadrata nelle riprese, perch&egrave; loro passano con largo anticipo sulle strade del Giro e si sincerano che tutto sia in sicurezza e pronto a garantire il passaggio dei corridori senza intoppi. Si occupano anche di regolare la viabilit&agrave; dove ce n'&egrave; bisogno e di liberare la strada da mezzi e qualsiasi tipo di ostacolo, mettendo in sicurezza anche gli spettatori in punti sicuri lungo la strada. Tra le altre moto che non sono presenti in maniera massiccia, ci sono anche quelle di supporto tecnico delle squadre, che non sono molte e si comportano come una "appendice" pi&ugrave; svelta e pratica delle ammiraglie. Di solito sono moto preparate per ospitare almeno un paio di ruote e qualche ricambio, che porta sulla sella posteriore un meccanico pronto a entrare in azione qualora ce ne fosse bisogno. Non si vedono spesso, ma quando qualcuno &egrave; in fuga su strette strade di montagna e l'ammiraglia non riesce a raggiungerlo agilmente, ci pensa la moto a garantire assistenza rapida in ogni occasione.  Come cambia: Yamaha T&eacute;n&eacute;r&eacute; 700 World Raid       

Il Grand Tour italiano del ciclismo &egrave; anche un evento pieno di motociclisti, che seguono la carovana come "supporto" a chi le due ruote le spinge con le gambe. Perch&egrave; ci sono cos&igrave; tante moto e perch&egrave; sono fondamentali per la corsa rosa?

Le moto al Giro d'Italia: quali sono e perché sono così importanti

Da aprile 2022, gli appassionati del Giro d&rsquo;Italia troveranno una piacevole sorpresa sul sito di Bianchi. Per celebrare le 105 edizioni della Corsa Rosa (la 105&deg; inizier&agrave; appunto a maggio dell&rsquo;anno prossimo), lo storico marchio italiano ha realizzato l&rsquo;edizione limitata Specialissima Giro105.  Estetica e colorazioni    L&rsquo;esclusiva edizione limitata del telaio Specialissima di Bianchi per la corsa numero 105 del Giro d&rsquo;Italia &egrave; realizzata in appena 105 modelli. Ogni telaio &egrave; numerato sul tubo orizzontale, da 001 a 105, e rappresenta il forte legame con la gara a tappe, oltre alla passione per la ricerca estetica e per le due ruote. L&rsquo;elemento telaio, infatti, diventa in questo caso una sorta di gioiello da collezione. Dettagli di stile anche nelle colorazioni: la Specialissima Giro105, verniciata a mano in Italia, rende omaggio anche alle bellezze dell&rsquo;Italia. Il telaio &egrave; bianco, &ldquo;Bianco Corsa&rdquo; cos&igrave; lo definisce l&rsquo;azienda, per rievocare il colore della linea del traguardo ed &egrave; inoltre un perfetto sfondo per esaltare le sfumature rosa cangianti dei dettagli. Mentre le sezioni interne della forcella, del carro posteriore e i loghi, verniciati a mano, sono realizzati in una speciale tonalit&agrave; chiamata &ldquo;Enrosadira&rdquo;, appositamente creata dagli artigiani Bianchi e che richiama il colore della luce delle Dolomiti all&rsquo;alba e al tramonto, un mix di rosso, oro e soprattutto rosa. Sulla forcella della Specialissima Giro105 si evidenzia invece il tema grafico del Trofeo Senza Fine, simbolo eterno di eccellenza, perseveranza e desiderio di primeggiare tipico dei grandi campioni.  Il telaio pesa solo 750 grammi&nbsp;(+350 per la forcella) e consente di sprigionare il massimo della potenza in salita e possiede un eccellente controllo in discesa.  Bianchi presenta la sua Specalissima (e lo &egrave; davvero) 

L&rsquo;azienda ha realizzato un modello esclusivo, in appena 105 esemplari e disponibile da aprile 2022, per celebrare la storica corsa

Specialissima Giro105 Bianchi, edizione limitata per il 105&deg; Giro d&rsquo;Italia

        Yamaha si conferma ancora una volta partner di RCS Sport e porta nuovamente sulle strade italiane Niken come moto ufficiale del Giro d&rsquo;Italia 2021 e Tricity 300 come scooter ufficiale del Giro E. Yamaha Niken Tour, cinque appuntamenti per provare il tre ruote  Una partnership ancora salda La Casa del triplo diapason, dunque, si trova a rinnovare per il quarto anno consecutivo la partnership con RCS Sport, con lo scopo di portare su strada due motoveicoli divenuti ormai davvero iconici. Due dei mezzi pi&ugrave; innovativi della Casa di Iwata, infatti, saranno ancora una volta protagonisti delle gare ciclistiche pi&ugrave; entusiasmati del nostro paese, con Niken - la futuristica moto a tre ruote del Marchio &ndash; che per il terzo anno consecutivo prender&agrave; posto come moto ufficiale del Giro d&rsquo;Italia e Tricity 300 che per il secondo anno di fila sar&agrave; riconosciuto come scooter ufficiale del Giro E. Yamaha Tricity 300, tutta sua la citt&agrave;        

La Casa di Iwata rinnova la partnership con RCS Sport e anche per quest&rsquo;anno i mezzi a tre ruote Yamaha saranno protagonisti di due delle gare ciclistiche pi&ugrave; entusiasmati del Bel Paese

Yamaha: al Giro d’Italia e al Giro E con Niken e Tricity 300

        Fare il giro del mondo in sella alla propria moto &egrave; un sogno che molti motociclisti tengono nel cassetto e che in pochi riescono a realizzare. Tuttavia, per Maurizio Pistore &ndash; grande appassionato di due ruote e amante dei viaggi &ndash; &egrave; qualcosa che va oltre il semplice sogno. Infatti, in partnership con Kawasaki, ha da poco annunciato il progetto &ldquo;All Around The World Two&rdquo;, ovvero un giro del mondo in solitaria in sella ad una Kawasaki Versys X-300 Adventure. Girano il mondo con un Honda SH300i e un sidecar: &egrave; Guinness dei Primati! 5 CONTENINENTI TUTTI IN SELLA Il percorso che affronter&agrave; Maurizio Pistore (presente nella foto in basso), con partenza prevista il prossimo luglio, preveder&agrave; diverse tappe &ndash; e ben 24 nuove nazioni da attraversare rispetto alla prima edizione -, con una prima parte di viaggio che verr&agrave; effettuata verso oriente, direzione Asia ed ex repubbliche sovietiche, per poi passare in Giappone. Nella seconda parte, invece, ci sar&agrave; il trasferimento verso gli Stati Uniti e nelle zone del Centro e Sud America. Poi ancora Australia, Africa - che sar&agrave; percorsa da Maurizio da sud a nord lungo tutta la costa occidentale - e il tanto atteso ritorno in Europa.  UNA VERSYS X-300 PER GIRARE IL MONDO Le 61 nazioni e gli oltre 100.000 km verranno percorsi dal Signor Maurizio in sella ad una Kawasaki Versys X-300 Adventure. Una moto che porta in dote un motore bicilindrico parallelo 4T raffreddato a liquido, con distribuzione DOHC e una potenza massima circa 40 cv. Ovviamente, accessoriata per affrontare l&rsquo;impervio itinerario da percorrere in circa 400 giorni. &ldquo;Appena abbiamo ricevuto la richiesta di Maurizio l&rsquo;abbiamo subito accolta con entusiasmo. Orgogliosi di accompagnarlo in questa sua avventura con la nostra Versys X-300 Adventure&rdquo; ha commentato il responsabile della direzione Marketing e Commerciale di Kawasaki Motors Europe N.V. Italian Branch Sergio Vicarelli. &ldquo;[&hellip;] Sono molto felice che Kawasaki mi abbia dato disponibilit&agrave; &ndash; ha aggiunto Maurizio Pistore - sono pronto e carico per ultimare i preparativi della partenza.&rdquo; E noi non possiamo che augurati in bocca al lupo, Maurizio! Viaggiare con la supersportiva: avventura o follia?       

Ben 61 nazioni e oltre 100.000 km in sella ad una moto: Maurizio Pistore ha da poco presentato il progetto &ldquo;All Around The World Two&rdquo; in partnership con la Casa motociclistica nipponica

Il giro del mondo in Kawasaki Versys X-300 Adventure

        Durante il lockdown della scorsa primavera sono stati tanti gli episodi surreali, specialmente riguardo alle violazioni delle norme in vigore, che vi abbiamo raccontato. Date le restrizioni attuali, seppur pi&ugrave; leggere, era difficile pensare che nessuno avrebbe dato spettacolo. E infatti la notizia arriva puntualissima: un giovane di Collecchio (Parma) &egrave; uscito di casa ed &egrave; salito in sella alla sua moto per andare a fare un giro nella zona del passo della Cisa. Tutto questo essendo positivo al Covid-19! Una &ldquo;gita innocente&rdquo; Il 9 novembre, il 18enne &egrave; stato beccato dai carabinieri, impegnati in alcuni controlli disposti dal Comando provinciale di Parma proprio nel momento della &ldquo;gita&rdquo;. Una volta fermato e scoperto della condizione Covid del giovane, gli agenti hanno chiesto spiegazioni sul motivo dell&rsquo;uscita: con noncuranza, il ragazzo ha spiegato che essendo passati dieci giorni dall&rsquo;accertamento della positivit&agrave;, si &egrave; sentito libero di andare in giro. &Egrave; stato denunciato per il reato di inosservanza delle norme anti contagio. Multe e due ruote: le infrazioni pi&ugrave; frequenti tra i motociclisti       

Il giovane di Collecchio (Parma) &egrave; salito in sella alla sua due ruote per andare a fare un giro nella zona del passo della Cisa. Fermato dai carabinieri, &egrave; stato denunciato per violazione delle norme anti contagio

Giro in moto, ma è positivo al Covid: 18enne denunciato

Le Ducati 175 con cui Leopoldo Tartarini e Giorgio Monetti tra il 1957 e il 1958 compirono il giro del mondo in motocicletta hanno ottenuto la certificazione dell&rsquo;ASI &ndash; Automotoclub Storico Italiano come esemplari unici.

Il giro del mondo di Tartarini e Monetti - FOTO

        Annunciata collaborazione tra Giro Sport Design e Polartec: i due nomi sono leader rispettivamente in caschi e maschere ad alta performance per la neve e in tessuti tecnici termoregolatori. Il risultato del lavoro sincronizzato tra le due aziende &egrave; Polartec Power Grid, integrato sulla nuova linea di caschi Giro Sport Design. AGV: anteprima del casco K6, novit&agrave; di EICMA FOTO POWER GRID &egrave; un innovativo tessuto che &egrave; stato implementato sui caschi all mountain e freestyle di Giro: aumenta il calore e la comprimibilit&agrave;, insieme all&rsquo;assorbimento dell&rsquo;umidit&agrave; e la traspirabilit&agrave;: il sistema genera dei punti di contatto mirati che assorbono e diffondono il sudore per un&rsquo;evaporazione pi&ugrave; rapida. Studiati per stare a contatto con la pelle e offrire un livello elevato di comfort, i tessuti Power Grid sono lavorati a maglia bi-componente, che utilizza due costruzioni diverse per le due superfici: una per allontanare l&rsquo;umidit&agrave; dal corpo, l&rsquo;altra per asciugarsi rapidamente. Contro la formazione degli odori interviene, inoltre, un sale d&rsquo;argento. &nbsp; David Karstad, VP of Marketing and Creative Director di Polartec, afferma: &ldquo;La competenza di Polartec nella termoregolazione &egrave; un naturale completamento della leadership di Giro nella progettazione di caschi. Abbinando ancora meglio sicurezza e comfort, &egrave; una partnership collaborativa che supporta al meglio gli atleti in ogni situazione&rdquo;.       

L'innovativo sistema assorbe l'umidit&agrave;, aumenta il calore e diffonde la sudorazione. Il tessuto &egrave; frutto della collaborazione tra le due aziende ed &egrave; implementato sui caschi all mountain e freestyle di Giro

Polartec, Power Grid sui caschi Giro

Il Moto Club del Tirreno annuncia la quinta edizione del Moto Giro di Sicilia, in programma dal 25 aprile al 1&deg; maggio, evento che ogni anno vede numerosi partecipanti da ogni regione d&rsquo;Italia. Un successo crescente, quello dell&rsquo;evento siciliano, che si avvale del supporto di tutti i&nbsp;moto club locali.  PROGRAMMA - &nbsp;L&rsquo;edizione di quest&rsquo;anno vedr&agrave; i partecipanti partire da Palermo il 25 aprile e, dopo una tappa ad Alcamo, imbarcarsi sul traghetto per raggiungere Favignana, la maggiore delle isole Egadi.  Tornati in Sicilia il programma prevede un passaggio da Marsala, dalle Saline e dall&rsquo;isola di Mozia per raggiungere domenica Erice con la funivia, o, in alternativa, con la moto.  Il luned&igrave; sar&agrave; la volta di Mazara del Vallo, citt&agrave; del Satiro danzante e dei quartieri arabi, e nel pomeriggio le piazze di Castelvetrano. Il Moto Giro si concluder&agrave; il 1&deg; maggio a Montevago, uno dei comuni della valle del Belice dove si ricorda il cinquantesimo anniversario del sisma che devast&ograve; il territorio.  A completare il Moto Giro, la visita ad alcuni musei e chiese, ma anche le degustazioni dei dolci e prodotti tipici.  Qui il programma. 

La quinta edizione vedr&agrave; il via il 25 aprile da Palermo e, dopo una tappa ad Alcamo, si imbarcher&agrave; sul traghetto che porta a Favignana, la maggiore delle isole Egadi.

Moto Giro di Sicilia 2018, tutte le info

Prosegue il viaggio intorno al mondo in sella alla Multistrada 1200 Enduro nei luoghi e sulle strade simbolo dei primi novant&rsquo;anni di storia Ducati. La fiaccola, partita da Borgo Panigale il 4 luglio scorso &egrave; giunta a Mosca con l&#39;indiano Vir Nakai, ha proseguito con il francese Laurent &ldquo;Lolo&rdquo; Cochet fino a Vladivostok, che l&rsquo;ha consegnata alla belga Jessica Leyne, l&#39;unica donna di Globetrotter 90 (leggi qui)  Adesso Jessica Leyne&nbsp;&egrave; arrivata a San Francisco ed ha consegnato al prossimo Globetrotter Eduardo Generali l&rsquo;ormai &ldquo;celebre&rdquo; testimone, creato dal Ducati Design Center e dotato di telecamera per condividere il diario di viaggio su globetrotter90.ducati.com    Un grande successo per Jessica Leyne, 27enne originaria delle Fiandre Occidentali, insegnante di matematica e web designer che nelle isole nipponiche ha vissuto un&#39;altra delle sue avventure di cui essere fiera. Gi&agrave; in passato durante i viaggi fra Norvegia e Romania, Slovacchia e Italia, gli ostacoli non l&rsquo;hanno fermata: n&eacute; la visiera congelata o il fango fino alla sella e neppure un polso fratturato. In Giappone si &egrave; trovata a dover affrontare anche il tifone Malakas che purtroppo, dopo aver dissestato il Sud della Cina, ha flagellato Taiwan e l&#39;arcipelago nipponico con raffiche di vento fino a 160 km/h provocando anche inondazioni. Ma Jessica, con la sua esile corporatura (&egrave; alta appena un metro e 62 centimetri), ha deciso coraggiosamente di continuare il suo viaggio in sella alla Multistrada 1200 Enduro ed &egrave; stata appena rallentata dal tifone nella sua attraversata del Sol Levante.  Jessica &egrave; partita da Tokio il 17 settembre e ha percorso le strade del monte Fuji, il vulcano che domina la metropoli da 35 milioni di abitanti. Poi verso Kiushu nel Sud del Giappone, dove si trova il museo di Hiroaki Iwashita, in cui &egrave; esposto l&rsquo;unico prototipo ancora esistente al mondo della Ducati Apollo: la prima maximoto progettata a Borgo Panigale da 1.257 cm3 e per la prima volta con due cilindri a elle di 90&deg;, da allora uno dei segni distintivi di Ducati. Jessica ha poi proseguito il viaggio fermandosi nel circuito di Motegi che rester&agrave; memorabile per Ducati. Nel 2007 il Twin Ring &egrave; stato teatro della grande vittoria in MotoGP per Ducati. Infatti, il pilota australiano Casey Stoner dopo ben 10 gare vinte in campionato con un semplice sesto posto ha ottenuto qui il titolo mondiale. Ma non solo, a vincere quella corsa fu l&rsquo;altra Desmosedici, guidata da Loris Capirossi, un ricordo indelebile per tutti gli appassionati. Dopo Motegi, Jessica &egrave; stata in un altro circuito pieno di gloria Ducati: lo Sportsland di Sugo. Qui Carl Fogarty nel 1998 vinse la gara decisiva per conquistare il suo terzo titolo mondiale Superbike, il settimo per Ducati, in un avvincente finale di stagione contro Aaron Slight. Del resto, fra il 1990 e il 1998 le rosse bicilindriche hanno dominato anche con Raymond Roche e Doug Polen.  Il viaggio di Jessica &egrave; stato pieno di emozioni, come lei stessa ha raccontato in diretta. Nell&#39;isola di Kinki ha visto le celebri &ldquo;Meotoiwa&rdquo;, ovvero le &ldquo;rocce moglie e marito&rdquo;, simbolo dell&#39;amore. Suggestivo il contrasto della modernissima Osaka con le foreste e le spiagge bianche incontrate nel suo percorso e con il tradizionale castello nel centrale distretto cittadino di Ch??-ku. &ldquo;Un bell&#39;esempio di come l&#39;antico possa vivere nel moderno&rdquo;, ha raccontato la Globetrotter. Una volta rientrata a Tokio, &ldquo;Jess&rdquo; ha attraversato il Pacifico arrivando a San Francisco per incontrare il 5 ottobre il brasiliano Eduardo Generali e consegnargli moto e testimone.  Ora Eduardo Generali &egrave; partito alla volta di Indianapolis: il brasiliano percorrer&agrave; 3.900 km in 13 giorni documentati in tempo reale grazie alla fiaccola Globetrotter.  Ha 28 anni, &egrave; istruttore di guida e fa la guida turistica. Viene da Itu, nello Stato di San Paolo e la passione per le due ruote gli &egrave; stata trasmessa dal padre. Percorrer&agrave; le strade degli Stati Uniti occidentali, dalla California all&rsquo;Indiana nel Midwest. Visiter&agrave; circuiti leggendari come Laguna Seca e percorsi avventurosi come Pikes Peak nelle montagne del Colorado, la celebre &ldquo;corsa verso le nuvole&rdquo; che Ducati ha vinto per tre volte consecutive dal 2011 al 2013.  Mancano ancora quattro tappe per raggiungere la meta dei 30.000 km dell&rsquo;avventura Globetrotter 90&deg;. 

La belga Jessica Leyne, unica donna del tour, ha portato la fiaccola dal Giappone negli USA ed &egrave; passata al brasiliano Eduardo Generali che percorrer&agrave; 3.900 chilometri in 13 giorni fino ad Indianapolis

Ducati Globetrotter 90&deg;: la fiaccola &egrave; negli USA

Il giro del mondo Ducati, partito a luglio da Borgo Panigale ha vissuto il suo primo scambio di fiaccola dopo 3.850 km in sella a una Multistrada 1200 Enduro: l&#39;indiano Vir Nakai, primo tedoforo selezionato tra gli oltre 3.000 ducatisti che hanno chiesto di partecipare all&#39;impresa, &egrave; arrivato a Mosca dove ha scambiato la moto e la fiaccola simbolo dell&#39;azienda emiliana con il francese Laurent Cochet. Quest&rsquo;ultimo &egrave; partito per un viaggio di 9.100 km in sella sempre alla stessa Multistrada, percorrendo l&#39;impegnativa Transiberiana sino a Vladivostock, dove ha incontrato il terzo Globetrotter. In totale sono sette i partecipanti alla sfida che prevede una percorrenza di 30.000 km, sempre alla guida della stessa moto.  &ldquo;A Vladivostock &egrave; finito il mio viaggio bellissimo&rdquo;, ha detto Cochet. &ldquo;Non riesco a smettere di zoomare sul GPS per vedere il viaggio completo che ho fatto e non riesco a crederci. 12.000 chilometri in 19 giorni, &egrave; enorme. Qui nessuno riesce a credere che io vengo da Mosca. E mi mancher&agrave; tutto questo che ho vissuto qui. La gente favolosa, le buche nell&rsquo;asfalto, le strade rettilinee lungo la Transiberiana, i paesaggi, a volte monotoni a volte incredibili, il modo di guidare.  &ldquo;Confesso che a volte ho abusato di fiducia nella Multistrada. La moto ha ora 21.441 chilometri in totale. A circa 14.000 chilometri, ho visto un messaggio sul cruscotto che diceva &laquo;olio service&raquo; il che significava che l&rsquo;olio doveva essere sostituito. Non ho potuto farlo perch&eacute; non c&#39;erano officine sulla mia strada. Ho trovato dell&rsquo;olio, ma di scarsa qualit&agrave; e ho deciso di continuare cos&igrave;. In totale pi&ugrave; 11.997 senza cambio dell&#39;olio! Ho aggiunto solo 200 ml di olio nel motore a met&agrave; strada. Ho registrato solo la tensione della catena posteriore e cambiato un pneumatico&rdquo;.  Tutto &egrave; pronto per la terza tappa: sono sette i partecipanti alla sfida che prevede una percorrenza di 30.000 km, sempre alla guida della medesima moto.  Giro del Mondo in Multistrada, la partenza 

A Vladivostock la seconda tappa del giro del mondo partito da Borgo Panigale in sella a una Multistrada 1200 Enduro

Giro del Mondo Ducati, da Mosca a Vladivostock

        E&rsquo; un indiano il primo dei sette motociclisti che si alterneranno alla guida della Multistrada 1200 Enduro per affrontare i 30.000 chilometri del viaggio intorno al mondo.  E solo poche ore dopo essere rientrata da Misano, la Community ducatista &egrave; pronta a vivere un altro significativo momento per celebrare la storica ricorrenza, proprio il 4 luglio,&nbsp;giorno in cui novant&rsquo;anni fa venne fondata l&rsquo;Azienda (1926/2016). Indossando una t-shirt rossa, dedicata ai novant&rsquo;anni di Borgo Panigale, tutti i dipendenti della Ducati hanno festeggiato con il simbolico taglio di una torta, per poi salutare la partenza del primo tedoforo di Globetrotter 90&deg;. Si tratta di un viaggio intorno al mondo per sette motociclisti, selezionati su oltre 3.000 domande di partecipazione e pronti ad alternarsi alla guida della Multistrada 1200 Enduro per percorrere i 30.000 chilometri di questo grande viaggio che ripercorrer&agrave; strade e luoghi dove sono state scritte le pagine pi&ugrave; importanti dei primi novant&rsquo;anni di storia Ducati. Il primo globetrotter &egrave; l&rsquo;indiano Vir Nakai, 37 anni, motociclista e viaggiatore di grande esperienza che ha ricevuto la torcia direttamente dall&rsquo;AD Claudio Domenicali, per poi partire da via Cavalieri Ducati in direzione Mosca dove, il prossimo 29 luglio, passer&agrave; il testimone al secondo dei sette viaggiatori. La torcia vuole essere anche il simbolo della passione Ducati, pronta ad attraversare i cinque continenti e portare un positivo ed entusiasta messaggio. Oggetto pregiato disegnato dal Design Center Ducati e realizzato in titanio con la tecnologia dell'additive manufacturing , la torcia &egrave; composta da due gusci che racchiudono una forma ispirata al traliccio Ducati. Al suo interno c&rsquo;&egrave; una fotocamera che raccoglier&agrave;&nbsp;le testimonianze e i ricordi del viaggio dei globetrotter. Quindi una torcia che vive il viaggio e lo riporter&agrave; a Borgo Panigale per metterlo a disposizione di tutti gli appassionati.&nbsp; A salutare la partenza del primo motociclista/tedoforo sono arrivati a Borgo Panigale ben 160 rappresentanti dei D.O.C - Desmo Owners Club, provenienti da 36 Nazioni. I D.O.C. si sono presentati in moto, arrivando direttamente da Misano Adriatico (RN) &ldquo;reduci&rdquo; dal grande raduno ducatista WDW2016 che si &egrave; svolto dall&rsquo;1 al 3 luglio. La partenza di Globetrotter 90&deg; rappresenta un momento fortemente simbolico per l&rsquo;Azienda, perch&eacute; in questo 4 luglio 2016 tutti i dipendenti di Borgo Panigale, i tantissimi D.O.C che sono la core Community della Ducati, e la partenza del globetrotter indiano hanno in s&eacute; la forza di identificare la storia, il presente e il futuro di questa Casa motociclistica, sempre pi&ugrave; proiettata verso importanti traguardi. Si pu&ograve; seguire l&rsquo;avventura sul sito ufficiale globetrotter90.ducati.com.       

Partito il primo dei 7 motociclisti che si alterneranno alla guida della Multistrada 1200 Enduro per un viaggio di trentamila chilometri

Giro del mondo per i 90 anni Ducati

Ha fatto notizia in questi giorni uno spot Rai realizzato per promuovere e pubblicizzare il Giro d&rsquo;Italia 2016. Il motivo? A valorizzare (male) le splendide immagini dei ciclisti impegnati su salite e discese in alcuni dei posti pi&ugrave; belli dello Stivale c&rsquo;&egrave; una voce fuori campo che, in poche parole, cerca di evidenziare lo spirito &ldquo;eroico&rdquo; di questo sport rispetto a quello motociclistico.  IL &ldquo;VERO&rdquo; SPORT A DUE RUOTE - Le moto non sono menzionate ma non &egrave; difficile capirlo: lo spot dice, in sostanza, che i ciclisti non hanno tute integrali per proteggersi dalle cadute e che i tifosi non sono stipati sugli spalti ma lungo le strade. E che il ciclismo &egrave; il &ldquo;vero sport su due ruote&rdquo;. Apriti cielo&hellip; direbbe qualcuno. Non sono passate 24 ore che &egrave; arrivata la risposta della Federazione Motociclistica Italiana. Il presidente Sesti ha parlato di caduta di stile, soprattutto della Rai, e di operazione superficiale e non corretta, volta ad esaltare una specialit&agrave; invece di un&rsquo;altra. A riguardo &egrave; intervenuto anche Corrado Capelli, presidente di Confindustria Ancma (associazione nazionale del ciclo e del motociclo) spiegando che le due discipline non hanno mai vissuto di contrapposizioni strumentali e lesive della reciproca immagine e augurandosi che l&rsquo;Organizzatore del Giro prenda coscienza di questa inutile comparazione&rdquo;.  POPOLARITA&rsquo; AL RIBASSO - Partiamo da una certezza: la Rai ha &ldquo;confezionato&rdquo; questo spot per fare notizia. Negli ultimi anni, il ciclismo ha sofferto di mancanza di popolarit&agrave; soprattutto a causa dei continui scandali doping e, rispetto alle edizioni degli anni Novanta e primi Duemila, il Giro d&rsquo;Italia perde ormai in maniera costante, dal punto di vista delle presenze dei grandi campioni, il confronto con il Tour de France.&nbsp;  POCHI NOMI AL GIRO 2016 - La starting list di quest&rsquo;anno, a parte Vincenzo Nibali (attualmente il pi&ugrave; grande ciclista di casa nostra e quindi bella &ldquo;vetrina&rdquo; per il 2016) e pochi altri nomi come Uran, Valverde, Dumoulen, Landa, Cancellara, Pozzato e Hesjedal, manca di nomi in grado di attirare il grande pubblico (da Froome a Contador, passando per Quintana, Aru e Sagan). Per questo motivo, l&rsquo;obiettivo della Rai era di distogliere l&rsquo;attenzione da una lista partenti povera. Come? Creando un &ldquo;polverone&rdquo;.  IN RAI MANCANO LE MOTO - Immaginiamo che l&rsquo;idea per lo spot sia arrivata in seguito alle polemiche sui numerosi incidenti avvenuti negli ultimi mesi tra le bici impegnate in gara e le (troppe) moto di giornalisti, addetti del settore e fotografi al seguito della carovana. Polemiche che hanno fatto parlare e che hanno messo in evidenza il ciclismo su giornali e tv pi&ugrave; delle imprese sportive che oggi pu&ograve; offrire.&nbsp; E, quindi, perch&eacute; non sfruttare fino in fondo la &ldquo;scia&rdquo; polemica? Soprattutto considerando il fatto che la Rai non ha conflitti di interessi: i campionati mondiali delle due ruote a motore, infatti, sono trasmessi da altrettante realt&agrave; competitor come Mediaset (Superbike) e SKY (MotoGP).&nbsp;  MIOPIA DEI DIRIGENTI - Come spesso accade negli ultimi anni, i dirigenti Rai non hanno avuto lungimiranza e non hanno approfondito la questione prima di approvare lo spot. Se fossero stati pi&ugrave; &ldquo;sensibili&rdquo;, sarebbero venuti a conoscenza del fatto che una buona percentuale dei motociclisti utilizza spesso la bici per diletto o per tenersi in forma. Il 90% dei piloti di moto che corrono nei vari mondiali, nei campionati nazionali o pi&ugrave; semplicemente nei trofei amatoriali si allena con la bici da corsa o con la mountain-bike. E, a met&agrave; maggio di ogni anno, sono sempre in tanti i motociclisti pronti a collegarsi con la Rai per seguire le gesta degli &ldquo;eroi&rdquo; del ciclismo. Lo faranno anche nel 2016? Un autogol cos&igrave;, neanche il peggiore dei difensori avrebbe potuto farlo. Complimenti, Mamma Rai.  &nbsp; 

In onda in questi giorni una pubblicit&agrave; discutibile della Rai, che per promuovere il Giro d&rsquo;Italia denigra il motociclismo sportivo. L&rsquo;obiettivo era chiaro ma pu&ograve; rivelarsi un boomerang. Ecco perch&eacute;

Spot Rai contro le moto: danneggia solo il ciclismo

        In occasione della tappa italiana della SBK a Imola, Kawasaki ha ufficializzato la sua presenza al 99esimo Giro d&rsquo;Italia, dal 6 al 29 maggio 2016. Jonathan Rea e Damiano Cunego hanno svelato le nuove grafiche della Kawasaki Versys 650, la moto ufficiale del "Giro". I due sportivi hanno pedalato insieme lungo il circuito di Imola e si sono confrontati sulle loro passioni comuni. La Kawasaki Versys 650 sar&agrave; affiancata da altri modelli della gamma Kawasaki, un totale di 30 moto per soddisfare le diverse esigenze dell&rsquo;organizzazione durante la gara attraverso il Belpaese. La Versys 650 &egrave; stata scelta per la sua affidabilit&agrave; e versatilit&agrave;, testata a fondo ed approvata dal team di piloti del Giro d&rsquo;Italia per affrontare i quasi 4.000 chilometri nelle pi&ugrave; diverse condizioni possibili. Per l&rsquo;occasione, il leggendario ciclista Damiano Cunego del team Nippo Vini Fantini, &egrave; stato graditissimo ospite del Kawasaki Racing Team dove il campione del mondo Jonathan Rea, grande appassionato di ciclismo, ha fatto gli onori di casa. &ldquo;JR&rdquo; ha ricevuto in regalo la nuova maglia ufficiale della Nippo Vini Fantini mentre Cunego ha lasciato il circuito con gli stivali di Jonathan, freschi &ldquo;vincitori&rdquo; del round di Assen. &ldquo;Ci siamo scambiati dei regali con Damiano, una leggenda nel mondo del ciclismo e gi&agrave; vincitore del Giro d&rsquo;Italia&rdquo;, ha detto Jonathan Rea. &ldquo;Mi ha fatto molto piacere conoscerlo, trovo che sia una splendida persona. Kawasaki e la WorldSBK hanno avuto un&rsquo;ottima idea creando questo evento per presentare la Kawasaki Versys 650 del &ldquo;Giro&rdquo; ed unendo la Superbike al ciclismo. Ho una passione sfrenata per il ciclismo e buona parte del mio allenamento si svolge in bicicletta. Ho tanti amici tra i ciclisti professionisti e conosco bene il loro mondo. Nutro tantissimo rispetto per loro e per tutti i sacrifici che fanno quotidianamente. "E&rsquo; stato molto divertente pedalare insieme nel circuito di Imola e condividere le nostre passioni. Ci siamo scambiati il numero di telefono, rimarremo certamente in contatto, mi ha gi&agrave; invitato ad una tappa del Giro, non vedo l&rsquo;ora!&rdquo;&ldquo;Sono un grande patito di motociclismo, ma non conoscevo personalmente Jonathan Rea&rdquo;, ha dichiarato Damiano Cunego. &ldquo;Mi ha sorpreso piacevolmente incontrarlo oggi e l&rsquo;impressione avuta in TV &egrave; pi&ugrave; che confermata. Ad accomunarci non sono solo le nostre passioni ma anche una grande attenzione ai dettagli e precisione. Non mi stupisco che sia il campione del mondo, &egrave; un vero atleta, in gran forma anche in sella alla bici. Oggi pedalando insieme mi raccontava tutti i segreti del circuito. &ldquo;Ringrazio Dorna e Kawasaki per l&rsquo;opportunit&agrave; di tornare a pedalare sulla pista di Imola, e aspetto Jonathan sulle strade del Giro d&rsquo;Italia, dove anche io voglio essere tra i protagonisti alla ricerca di una vittoria di tappa&rdquo;.       

Kawasaki Versys 650 &egrave; la moto ufficiale della 99a edizione dell'evento ciclistico. Oltre 30 esemplari impegnati dal 6 al 29 maggio. Intanto Jonathan Rea ha incontrato Cunego.

Kawasaki al Giro D’Italia

Un TMax in rosa... Ed &egrave; pronto ad attraversare lo Stivale con il Giro d'Italia Se per caso in questi giorni passasse nella vostra citt&agrave; il Giro d'Italia non farete di certo fatica a scorgere tra i mezzi della carovana anche l'apprezzatissimo TMax.  Il maxiscooter di Yamaha &egrave; infatti stato scelto come moto ufficiale della competizione ciclistica che toccher&agrave; con le sue tappe parte&nbsp;dell'Italia fino al 31 Maggio. Sfide emozionanti, salite impossibili, discese mozzafiato e un'incredibile sforzo atletico... Tutte caratteristiche che attirano da sempre grandi e piccini per un appuntamento che i pi&ugrave;&nbsp;hanno nel cuore.  Beh il TMax, o meglio ben ventotto&nbsp;TMax, ci saranno e vedranno&nbsp;tutti&nbsp;i 3.400 chilometri pi&ugrave; belli ed impegnativi del tour al servizio della direzione di gara, dei commissari itineranti,&nbsp;della squadra di supporto e alle staffette per il cambio gomme.  Per l'occasione Yamaha ha pensato ad una versione speciale del potente scooter con livrea&nbsp;dedicata&nbsp;alla corsa rosa.  Ma il TMax non &egrave; da solo. Ad accompagnarlo un altro scooter Yamaha. Si tratta dell'agile e compatto tre ruote&nbsp;Tricity che nell'inedita colorazione total pink ha sfilato&nbsp;nella tappa Albenga-Genova e di nuovo alla conclusione, da Torino a Milano. TMax m.y. 2105- Caratteristiche tecniche - Motore bicilindrico da 530cc a 4 tempi, raffreddato a liquido - Leggero telaio pressofuso in alluminio - Trasmissione a cinghia di tipo motociclistico - Nuovo disegno del parafango anteriore - Cupolino ridisegnato - Nuovo doppio faro con luci a LED, sempre accesi - Forcella con steli rovesciati da 41 mm - Nuova pinza radiale anteriore a 4 pistoncini - Sistema di accensione Smartkey con immobilizer - Presa da 12V di serie - Nuova grafica strumentazione analogico e digitale - Nuovi specchietti con steli pi&ugrave; lunghi e stretti - Doppio freno a disco anteriore flottante da 267mm con pinze radiali - Ruote alte da 15&rdquo; a 5 razze - Parabrezza regolabile in due posizioni - Vano sottosella per un casco integrale e un portaoggetti con serratura - Guida con patente A2  Giulia Cassinelli  

Il TMax Yamaha &egrave; il mezzo ufficiale del Giro D'Italia. Ventotto scooter in un'inedita livrea rosa seguiranno gli atleti durante tutte le tappe

Il TMax in rosa con il Giro d'Italia

Yamaha vuole che il 2015 sia il suo anno: presentata allo scorso&nbsp;Salone di Milano la YZF-R1 M ha attirato su di s&eacute;&nbsp;tutti gli sguardi e le curiosit&agrave;.  Ed ora la superbike&nbsp;giapponese di ultima generazione sar&agrave; la protagonista di tantissimi progetti. Cattiva, evoluta, potente e sportivissima sar&agrave; portata dai team ufficiali sui tracciati delle competizioni nazionali e internazionali.  La prossima settimana, a Eastern Creek (Sidney) in Australia,&nbsp;la stampa specializzata di tutto il mondo la potr&agrave; ammirare, scoprire e provare in pista.  Intanto, per prepararci alla vicina "prova del nove", che potrete poi leggere sulle nostre pagine di InMoto e sul nostro sito, Yamaha ha pensato bene di stuzzicarci con un interessante&nbsp;video.  La clip&nbsp;fa un salto all'indietro, all'inizio dell'avventura della YZF-R1, e mostra il processo stilistico e di design.  Giulia Cassinelli  

Un video per scoprire come &egrave; nata la R1 M, protagonista della stagione racing 2015 di Yamaha

YZF-R1 M: per Yamaha quest'anno &egrave; il suo

Mugello 2014: fantastica vittoria di Fenati in Moto3. Con questo video festeggiamo il 19&deg;compleanno della promessa del motociclismo italiano.

Romano Fenati: Mugello 2014

Tartarini e Monetti raccontano la loro storia sulle origini della Scrambler in un bellissimo video

Scrambler: il mistero delle origini

Inebriarsi di profumi e colori, lasciarsi alle spalle la strada e i pensieri, nasconderli in quella parte recondita del cervello che quando si guida si piega si stacca non serve, e non &egrave; chiamata in causa, beh, amici, questo &egrave; l'andare in moto.  E la stagione giusta &egrave; arrivata: giornate lunghe e caldo modesto. Dobbiamo tirare fuori le nostre amate dal garage e partire, non importa per dove. L'inverno passato ci ha fatto guadagnare il diritto di farlo, di prenderci un po' di tempo per noi.  Controllate freni, pneumatici, controllate l'olio e i liquidi, e andate. Vi voglio incontrare per strada, necessito del vostro saluto, di un lampeggio, di un caff&egrave; in quei posti che sappiamo noi, tronfi delle nostre baggianate, di annunci su pezzetti di carta, di quell'umanit&agrave; varia e rumorosa, quindi vera, che in fondo siamo.  Cosa c'&egrave; di pi&ugrave; importante di questo? Ahim&egrave; buona parte del resto, anche i problemi del luned&igrave;. Quindi lubrifichiamo la nostra attenzione ancor prima della catena. Guidiamo come se domani fosse il giorno pi&ugrave; importante; quindi occhi sulla strada, qualche decina di metri avanti rispetto alla ruota, e cervello ben collegato al corpo. Andare in moto fa bene, e non deve, e non pu&ograve;, far male.  Tempo fa lessi, purtroppo non ricordo dove, un'intervista ad un pilota di jet. Disse una cosa molto importante, molto vera: &ldquo;alla guida di un jet bisogna essere sempre un minuto avanti, vedere quello che accade e prevedere quello che accadr&agrave;. Occorre esser totalmente concentrati perch&eacute; tutto succede molto velocemente e le reazioni devono essere anticipate. Quando ci si accorge che qualcosa non va, il pi&ugrave; delle volte &egrave; troppo tardi per prendere precauzioni&rdquo;.  Facciamo nostro questo modo di pensare, cerchiamo di prevedere i rischi. Teniamoci sempre un buon margine di sicurezza per frenare, svoltare, cambiare traiettoria. Cerchiamo di prevedere le azioni degli altri, siano essi automobilisti, motociclisti, pedoni o animali. La sicurezza, ancor prima della velocit&agrave;, &egrave; sintomo di buona guida. Impariamo a conoscere la nostra moto: i tempi e gli spazi di frenata, la velocit&agrave; nel cambiare traiettoria, l'efficienza dei sistemi elettronici di sicurezza.  Solo in questo modo potremo goderci, davvero e serenamente, la strada.  [gallery ids="5206,5160,5133"]  Federico Garbin  &nbsp;

Si avvicina la bella stagione, &egrave; arrivato il momento di tirar fuori la moto e guidare. Ma con il cervello bene acceso

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Guidare sì, ma con attenzione