Arrivati a quattordici anni era tempo di fare - per alcuni - una scelta di quelle &quot;toste&quot;: scegliere la prima moto. Tra i pi&ugrave; ambiti premi alle fatiche scolastiche o ai pi&ugrave; disparati lavoretti stagionali c&#39;era il famoso Fifty. Un tubone prodotto a San Lazzaro di Savena dal 1974 al 1997 in svariate versioni,&nbsp;uno dei modelli pi&ugrave; amati dagli adolescenti, soprattutto a cavallo tra gli anni &#39;80 e &#39;90 e che proprio nel secondo decennio raggiunse, con il modello &quot;Top&quot;, il suo vertice&nbsp;prima dell&#39;arrivo dell&#39;ancora pi&ugrave; sofisticato Evolution che lo affianc&ograve; dal 1991 .  Il Fifty Top era di fatto un ciclomotore da diporto, ma arricchito da numerose finezze come il puntale che carenava la parte anteriore del motore, lo scarico di stampo corsaiolo e il cupolino ancora pi&ugrave; aerodinamico ed aggressivo che richiudeva una strumentazione veramente completa. Il prezzo al periodo era fissato in 2.910.000 lire e lo poneva nella fascia medio-alta del mercato.  Com&rsquo;&egrave; fatto    Rispetto alla precedente versione il Fifty Top poteva vantare un affinamento delle linee ed ulteriore incremento di accessori che ne arricchivano la tradizionale forma tubolare. Veramente ben definito, il Fifty Top disponeva infatti di una lunga sella sotto la quale trovavano posto un vano porta attrezzi e il tappo per il rifornimento del carburante; inoltre adiacente alla parte posteriore della sella era montato un praticissimo portapacchi sul quale era possibile anche applicare un bauletto. Ricca e ben riposta dietro all&rsquo;ampio cupolino la strumentazione comprendeva tachimetro/contachilometri, contagiri elettronico e varie spie luminose per luce di posizione, anabbagliante, temperatura liquido refrigerante, indicatori di direzione e folle; inoltre sul cruscotto viene raffigurato un ciclomotore con evidenziate le necessarie indicazioni per un eventuale sostituzione delle lampadine.    La ciclistica contava naturalmente sul classico telaio tubolare di grande sezione che inglobava anche il serbatoio per il carburante, completato posteriormente dalla sospensione con monoammortizzatore Inside Mono System. Anteriormente troviamo una forcella teleidraulica a perno avanzato mentre l&rsquo;impianto frenante di tipo misto era composto da un disco anteriore di 220 mm di diametro completamente protetto da una vistosa cover, e da un tamburo monocamma sulla ruota posteriore. Completano il quadro una coppia di bei cerchi in lega a tre razze.  Il propulsore era un monocilindrico a due tempi di 49 cc raffreddato a liquido, il cilindro in alluminio con 4 travasi e l&rsquo;aspirazione controllata da lamelle a quattro petali. La lubrificazione era tramite miscela olio-benzina al 2%. Il carburatore un Dellorto 14/12, mentre l&rsquo;accensione era elettronica e l&rsquo;avviamento a kick-starter o elettrico.  Gira pagina per leggera la prova su InMoto del 1990:  &nbsp;  Come va    L&rsquo;impostazione del Malaguti Top &egrave; una delle caratteristiche fondamentali che distinguono questo tipo di ciclomotore da diporto. In sella a questo Fifty ci si trova infatti con il busto eretto e le braccia distese a impugnare il manubrio corna di bue, le pedane e la sella favoriscono inoltre un&rsquo;angolazione ottimale della gambe, che anche dopo molti chilometri non accusano stanchezza. Maneggevole e leggero il Malaguti Top sfodera un&rsquo;inaspettata precisione direzionale, che trasmette una notevole sicurezza al pilota anche in curva dove vanta un appoggio di tutto rispetto.  Le buone prestazioni offerte da questo tubone sono tenute sotto controllo da un impianto frenante pi&ugrave; che soddisfacente dal punto di vista degli spazi d&rsquo;arresto, anche se il tamburo posteriore accusa qualche cedimento dopo un uso problematico.  Il propulsore con cambio a tre rapporti del Fifty &egrave; dotato di una buona potenza, ed &egrave; reso molto vivace dall&rsquo;aspirazione lamellare nei carter. Ma ovviamente l&rsquo;ampia spaziatura del cambio fa s&igrave; che il regime di rotazione del motore cali vistosamente a ogni cambiata. Come sempre, nessun inconveniente ha interessato il reparto trasmissione: la frizione a dischi multipli in bagno d&rsquo;olio &egrave; modulabile, il cambio &egrave; resistente e preciso.  REWIND, GILERA BULLIT 50... E IL &quot;TUBONE&quot; SI FECE MOTO 

A cavallo tra gli anni &#39;80 e &#39;90 questo ciclomotore fece stragi di cuori tra i giovanissimi, diventando (ancora oggi) un vero e proprio oggetto di culto

Rewind, Malaguti Fifty Top 1990: ancora pi&ugrave; in alto

Breve viaggio all&#39;interno del fenomeno Fifty, che attraverso gli anni &#39;80 e &#39;90 &egrave; diventato un oggetto di culto fra i giovani di tutta Italia, e che ora sta rinascendo nell&#39;usato cercato da tutti quei cinquantenni che hanno vissuto la loro adolescenza in sella al pi&ugrave; cool dei tuboni

Malaguti Fifty, le foto del "tubone"

C&#39;erano una volta dei ciclomotori affettuosamente chiamati &quot;tuboni&quot;, perch&egrave; avevano il trave centrale del telaio di forma tubolare e di grosse dimensioni per accogliere all&#39;interno il serbatoio della benzina. Questo fenomeno &egrave; iniziato gi&agrave; negli anni &#39;70 ma &egrave; il decennio sucessivo ad aver decretato il fenomeno: era il mezzo di trasporto preferito dai giovani e tutte le case costruttrici Italiane (che al tempo erano molte) avevano in listino un tubone, portando l&#39;asticella della competizione sul mercato a livelli sempre pi&ugrave; alti fino all&#39;avvento del re assoluto della categoria, il Malaguti Fifty.  Cosa erano i tuboni?    Prima di tutto, perch&egrave; proprio i tuboni sono stati scelti come moda del momento? Difficile dirlo con precisione, i fattori sono tanti e le concidenze pure, ma il successo di questa tipologia di mezzi &egrave; molto legato alla citt&agrave; di Milano e alla necessit&agrave; dei ragazzini di trovare un mezzo rapido per gli spostamenti tra le strade di citt&agrave;, ma anche abbastanza piccolo da essere parcheggiato nei cortili interni e nei sottoscala dei condomini. Per i genitori, invece, l&#39;economicit&agrave; di acquisto e utilizzo era fondamentale, e tutti questi ciclomotori avevano prezzi di listino decisamente bassi.&nbsp;  Per rientrare nella categoria bisognava avere poche ma rigorose caratteristiche: il trave del telaio come serbatoio, il motore a 2 tempi montato centralmente e il cambio a pedale come sulle moto vere: Rizzato Califfone, Peripoli Oxford e Testi Cricket e Garelli Ciclone sono stati fra i pi&ugrave; degni rappresentanti, ma lo scettro di imperatore spetta solo e unicamente al Malaguti Fifty, che ha creato attorno a s&egrave; un culto impareggiabile nonostante sia esploso piuttosto tardi sul mercato e non fosse cos&igrave; tanto diverso o particolarmente bello rispetto alla concorrenza. Perch&egrave; tutti si sono innamorati di lui?  Perch&egrave; proprio il Fifty?    Fondamentalmente tutti hanno amato il Fifty per una caratteristica precisa: andava come un missile. Di base il motore era limitato nella potenza e nella velocit&agrave; massima (per la legge sui ciclomotori che vale ancora oggi), ma bastavano poche ed economiche modifiche per sbloccare la rabbia del piccolo 2 tempi, rendendolo un mezzo tanto divertente quanto pericoloso. La prima versione del Fifty non era cos&igrave; tanto diversa dai concorrenti, con linee piuttosto anonime bench&egrave; equilibrate, ma nei primi anni &#39;80 arriv&ograve; un design pi&ugrave; squadrato e qualche centimetro in pi&ugrave; di carena che lo facevano risaltare come il pi&ugrave; sportivo fra tutti i tuboni, grazie anche a colorazioni azzeccate e sgargianti e a versioni sempre nuove e particolari (addirittura ne venne fatta una con sospensioni monobraccio davanti e dietro).  In Malaguti avevano capito che era questa la strada da seguire, ovvero puntare sulla sportivit&agrave; e sulla sfacciataggine di un design arrogante per conquistare sempre pi&ugrave; giovani. Cos&igrave; l&#39;evoluzione fu rapida e sempre pi&ugrave; verso un&#39;immagine motociclistica, fino ad arrivare al Fifty Top che a inizio anni &#39;90 era ormai una piccola moto con piccolo cupolino modernissimo, carena inferiore aerodinamica, strumentazione completa e parte posteriore carenata con un faro molto particolare che divent&ograve; simbolo anche del successivo F12 Phantom, ma questa &egrave; un&#39;altra storia.    I paninari ne hanno decretato il vero successo  Oltre alla sportivit&agrave; e alle doti prestazionali, il Fifty deve tutto anche al contesto in cui ha potuto proliferare. Abbiamo gi&agrave; citato Milano come base del culto e questo &egrave; dovuto al fenomeno dei &quot;Paninari&quot;, sottocultura giovanile tutta meneghina che si basava su stile e apparenza pi&ugrave; che sulla sostanza di battaglie politiche e sociali tipiche dei due decenni precedenti. Per i paninari avere il jeans di marca o la giacca di quello specifico brand era tutto, per questo anche il Fifty divent&ograve; uno status symbol perch&egrave; elevato dagli adolescenti a sacro graal del segmento dei tuboni. A macchia di leopardo la moda usc&igrave; da milano contagiando principalmente le altre grandi citt&agrave; italiane e pure i paesi di montagna, dove avere prestazioni per affrontare i tornanti e le salite era fondamentale.  Ovviamente, come tutte le cose, i paninari si sono confermati una travolgente moda passeggera e con loro anche il Fifty &egrave; stato dimenticato in favore dei pi&ugrave; comodi e pratici scooter da citt&agrave;. Sta di fatto che i figli di quella cultura nati negli anni &#39;70 stanno riportando in auge questo Malaguti, che ora &egrave; diventato un mezzo ambito e raro sul mercato, ricercatissimo da quei 40/50enni che a distanza di molti anni vogliono riassaporare il profumo della miscela combusta sparata fuori dalla marmitta Proma, o stringere di nuovo fra le mani il manubrio modificato, stretto e molto chiuso, che faceva impazzire tutti i ragazzini.&nbsp;  I motorini: i &quot;Social&quot; di un tempo  &nbsp; 

A cavallo tra gli anni &#39;80 e &#39;90 un piccolo ciclomotore ha rubato i cuori di tanti ragazzini, creando attorno a questo modello un vero e proprio culto, &egrave; stato un fenomeno tanto popolare quanto inaspettato

Malaguti Fifty: l&#39;irresistibile moda inaspettata

Quanto ci avete pensato? Quanto l'avete voluto? Quanto avete sognato, stressato, chiesto, domandato, pregato, invidiato, desiderato...?  Avevate quattordici anni, ora qualcuno in pi&ugrave; forse, ma lo vorreste ancora... il cinquantino.  Era l'icona dell'emancipazione, dell'essere grandi, del poter andare dove si voleva quando si voleva. L'indipendenza e la libert&agrave; di intere generazioni in un "oggetto".  Molti l'hanno cercato, alcuni l'hanno avuto, tutti lo abbiamo ammirato nelle bellissime&nbsp;r&eacute;clame degli ultimi 30 anni (magari proprio sulla nostra rivista!).  E' la nostra storia in fondo, quella di un'Italia che era diversa: divertente e burlona, un po' ironica e sfacciata, che non si prendeva sempre sul serio, nemmeno&nbsp;nelle pubblicit&agrave;.&nbsp;  Guarda la gallery (clicca qui)  &nbsp;  Giulia Cassinelli  &nbsp;    &nbsp;  &nbsp;

"E' pi&ugrave; divertente di un disco volante", "Quattordici anni per guidarla": pubblicit&agrave; e slogan della nostra giovent&ugrave;

Mi sono fatto... il cinquantino

&nbsp;  Un Fifty rosso fiammante, perfetto, svetta accanto ad una singola parola, Sabato.  E' il nuovo singolo di Lorenzo Cherubini che rimanda ai week-end da "jovanotti" degli anni 90. A pomeriggi spensierati passati in compagnia degli amici a girare senza meta, solo per divertimento,&nbsp;facendo quello che oggi forse non si fa neanche pi&ugrave;. Quando noi ragazze ci facevamo portare in giro su quei motorini truccati e puzzolenti da ragazzini gasati e&nbsp;con le mani sporche di grasso.  Lorenzo dedica ancora una volta un pensiero a quella che &egrave; la passione di molti e anche la sua, le due ruote. Una passione capace di far rivivere dei momenti, magari un po' sciocchi ma preziosi.  Di tempo da quell'Harley di" Sei come la mia moto" ne &egrave; passato e anche tanto ormai, ma lui ritorna li, a quegli anni.  Il singolo uscir&agrave; tra qualche giorno, per ora possiamo goderci questa bella immagine che pu&ograve; far riaffiorare alla mente un ricordo, un sogno, un'et&agrave;.  [gallery ids="14088,14086,14089"]  Giulia Cassinelli

Un Fifty in copertina per il nuovo album di Lorenzo. Ricordi, sogni, fantasie di un'et&agrave; passata. E a voi cosa fa venire in mente quest'immagine?

5 risultati per 'fifty'

Rewind, Malaguti Fifty Top 1990: ancora più in alto

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Malaguti Fifty: l'irresistibile moda inaspettata

Mi sono fatto... il cinquantino

Un Sabato in Fifty