        Siamo abituati ai numeri delle vendite in Italia, una piccola nazione con un piccolissimo mercato motociclistico, se la compariamo con le popolatissime e complesse realt&agrave; asiatiche. I numeri che fanno TRK, BMW GS, SH e scooter Piaggio non sono che una briciola rispetto agli incredibili risultati di alcuni prodotti iconici per l'Est del mondo. Il mezzo a due ruote dei record in Europa &egrave; un prodotto nostrano, nato nel 1946 e portatore sano di una italianit&agrave; riconosciuta in tutto il mondo: la Vespa. Dall'anno di debutto a oggi (quasi 80 anni di carriera) sono circa 20 milioni gli esemplari costruiti, un risultato impressionante ma neanche minimamente paragonabile alla moto che ha battuto tutti i record a livello globale: l'Honda Super Cub. Semplicemente il mezzo dei record  Dalla sua introduzione nell'agosto del 1958, questo mezzo a met&agrave; fra una moto e uno scooter ha venduto ben 100 milioni di unit&agrave; in tutto il mondo e la sua popolarit&agrave; continua a crescere, accelerando addirittura le vendite rispetto al passato. Il Super Cub, oggi, &egrave; costruito in 15 paesi e solo di recente ha vissuto un vero e proprio decollo delle vendite: il traguardo dei 20 milioni di Super Cub &egrave; stato raggiunto nel 1992, poi i 50 milioni nel 2005, 60 milioni nel 2008 fino a sfondare il muro dei 100 milioni oggi. 5 volte il risultato della Vespa, che &egrave; anche pi&ugrave; longeva. 100 milioni sono una cifra incredibile. Se confrontiamo questo risultato con l'automobile pi&ugrave; venduta di sempre - la Toyota Corolla - ci accorgiamo che non c'&egrave; competizione: 40 milioni di esemplari venduti non sono nemmeno la met&agrave; rispetto al Super Cub. Ma perch&egrave; proprio lui? Con il Super Cub, Honda ha probabilmente trovato una formula perfetta e un equilibrio fra qualit&agrave; e costo incomparabile. &Egrave; stato il primo prodotto in serie visto in gran numero in molti dei paesi in cui &egrave; stato venduto, un cavallo di battaglia nei paesi in via di sviluppo e il mezzo da lavoro per consegne pi&ugrave; di successo di sempre. &nbsp; Cambia sempre senza cambiare mai  &Egrave; nato come mezzo tecnologico e con forme inedite, sviluppando una identit&agrave; sempre riconoscibile e capace di durare per decenni senza subire il peso del tempo: un monocilindrico a quattro tempi raffreddato ad aria (degno di nota in un'epoca in cui i due tempi economici erano all'ordine del giorno) in un telaio robusto e rigido, un forcellone posteriore dotato di vere sospensioni e una forcella telescopica efficiente (mai scontato per mezzi cos&igrave; economici) con freni a tamburo anteriori e posteriori. Serve altro? no, questa &egrave; la formula perfetta che esiste da sempre e che &egrave; nata con questo mezzo. Ci sono stati cambiamenti: cilindrate diverse per mercati diversi, il passaggio dalle aste e bilanceri alle camme in testa, poi l'arrivo dell'iniezione elettronica e lo sviluppo di una manciata di modelli derivati, ma ancora una volta, se mettiamo un Super Cub C100 del 1958 accanto a un Super Cub 110 nuovo di zecca, &egrave; quasi difficile distinguerli. Cambiare tutto senza cambiare niente, tutti i mezzi a motore di successo seguono questa regola, ma mai nessuno ha raggiunto la perfezione del Super Cub.  La Ducati Multistrada fa 20 anni: una storia di successo       

Siamo abituati ai numeri delle vendite in occidente, ma i risultati ottenuti dall'Honda Super Cub nella sua lunghissima storia sono incredibili!

La moto più venduta del mondo? Ecco qual è

Siamo abituati a sapere tutto sulle moto che ci interessano, dai pi&ugrave; piccoli dettagli estetici alle particolarit&agrave; tecniche e meccaniche pi&ugrave; nascoste. Ma quando, invece, si parla di storia del brand che amiamo, siamo sicuri di sapere davvero tutto? Essere onniscenti &egrave; impossibile, anche per i pi&ugrave; &quot;impallinati&quot;, quindi speriamo di stimolare la vostra sete di consoscenza e curiosit&agrave; con questi 5 fatti un po&#39; particolari che riguardano le motociclette BMW... le conoscevate tutte?  La R75 era fatta per non fermarsi mai    I mezzi militari devono possedere una caratteristica fondamentale: devono essere inarrestabili! Quando BMW progett&ograve; la R75 sul finire degli anni &#39;30, su richiesta dell&#39;esercito tedesco, si &egrave; pensato a tantissime situazioni di utilizzo nelle quali la moto avrebbe potuto far fatica, quindi il motore fu sviluppato con una compressione bassissima di 5,6:1 per poter girare anche con il pi&ugrave; grezzo dei carburanti, le ruote di moto e carrozzino furono montate delle stesse identiche dimensioni per essere intercambiabili e il cambio aveva otto marce in avanti e quattro in retro... un piccolo carro armato con la sella!  &nbsp;  BMW inizi&ograve; a costruire moto perch&egrave; la Germania ha perso la guerra    Subito dopo la Prima Guerra Mondiale, il trattato di Versailles decret&ograve; che nessuna azienda della perdente Germania potesse costruire pi&ugrave; dispositivi e mezzi militari. La Bayerische Motor Werke, che fu l&#39;unica azienda rimasta in piedi a costruire motori per l&#39;aviazione, fu costretta a bloccare la produzione e i vertici aziendali pensarono di convertire l&#39;attivit&agrave; nello sviluppo di motori di motociclette, per non dover definitivamente chiudere. Fu l&#39;inizio di una storia che ha portato a grandi successi a due ruote  Il boxer non era un motore da moto    Quando BMW arriv&ograve; a sviluppare il motore bicilindrico boxer (adottandolo, ma non &egrave; stato una sua invenzione), non era nelle intenzioni dell&#39;azienda realizzare motociclette ma fu un&#39;idea pensata per la produzione industriale e per la conduzione di piccoli aeromobili. Il trattato di Versailles che abbiamo citato poco sopra fu l&#39;unico motivo per il quale, in condizioni di emergenza e a rischio chiusura, l&#39;intero progetto di motore boxer fu rivisto e adattato a stare all&#39;interno della ciclistica di una moto... il futuro lo conosciamo bene.  &nbsp;  La forcella telescopica &egrave; un&#39;invenzione BMW    Oggi utilizziamo motociclette dotate di forcella, ovvero due foderi e due steli che abbracciano il telaio nella parte superiore, la ruota nella parte inferiore e hanno un effetto ammortizzante grazie al sistema di molle interno. Prima dell&#39;invenzione di questo dispositivo, le moto avevano sospensioni rigidi o particolari sistemi ammortizzanti che utilizzavano balestre o altri tipi di soluzioni meno efficienti. La prima vera sospensione telescopica fu presentata da BMW negli anni &#39;30 con la R12 del 1934. la prima con un sistema&nbsp; di smorzamento idraulico. Fu una vera e propria rivoluzione copiata da tutti gli altri produttori.  BMW poteva morire per &quot;colpa&quot; di Mercedes  Oggi identifichiamo BMW e Mercedes come i due brand che rappresentano il premium tedesco nel mondo, ma negli anni &#39;70 ci fu una situazione che avrebbe potuto portare alla fine di BMW (Motorrad e auto). Durante la guerra fredda, BMW stava passando un periodo nero a causa di scarse vendite e e crisi aziendale. Mercedes Benz prov&ograve; ad acquisire quindi l&#39;intera attivit&agrave; dell&#39;azienda di Monaco con lo scopo di assorbire e poi eliminare dal mercato il marchio, che per&ograve; - grazie all&#39;opposizione di un gruppo di investitori contrari all&#39;operazione - diedero la possibilit&agrave; a tutti i dipendenti e alle loro famiglie di acquistare parte del capitale aziendale permettendo alla BMW di non morire soffocata dai debiti e di risollevarsi. Fu una mossa azzeccatissima che allontan&ograve; per sempre il pericolo di chiusura! 

Celebriamo il secolo di vita del marchio motociclistico bavarese con una serie di curiosit&agrave; sulla storia del brand

BMW Motorrad compie 100 anni: ecco 5 cose che (forse) non sapevi

Storie, aneddoti, retroscena. Alcuni noti, altri meno noti. Cos&igrave; va il mondo cos&igrave; va anche il (piccolo) universo delle moto. In queste pagine abbiamo raccolto qualche aneddoto, particolare curioso, che forse molti non conoscevano. Come dite? Era gi&agrave; tutto risaputo? Ok ok. Non diciamolo per&ograve; a nessuno, perch&eacute; magari qualcuno ancora non era a conoscenza di questi 5 piccoli fatti curiosi.  Girate pagina e... buona lettura!  &nbsp;  BMW voleva abbandonare il boxer a met&agrave; degli anni &#39;80  Quando BMW punt&ograve; tutto sui modelli K100 e K75, la direzione dell&#39;azienda aveva deciso di dedicare il futuro ai soli modelli con 3 e 4 cilindri, ritendendo il Boxer un motore senza futuro perch&egrave; non capace di raggiungere potenze e tecnologia dei 4 in linea giapponesi. Cos&igrave; a met&agrave; degli anni &#39;80 la produzione di R/GS e dei derivati del bicilindrico contrapposto ad aria venne interrotta, ma non dur&ograve; poi cos&igrave; tanto.&nbsp;  Una sorta di rivolta popolare port&ograve; gli appassionati a protestare vivamente per questa decisione e BMW dovette ricredersi facendo ripartire la linea di produzione. Con l&#39;impossibilit&agrave; di mantenere troppi motori differenti in gamma, decise dunque di interrompere lo sviluppo del tre cilindri a sogliola e lasciare invece invariate le catene del 4 in linea e boxer. Se non fosse stato per il modo in cui l&#39;azienda &egrave; rapidamente tornata sui suoi passi, forse ora non avremmo la BMW che ben conosciamo.&nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  La Yamaha MT-07 ha un rapporto peso/potenza migliore di una Porsche 911 Turbo  Il rapporto peso/potenza &egrave; un elemento molto importante quando valutiamo le prestazioni di un mezzo a motore. Praticamente &egrave; il calcolo che ci spiega quanti chili sposta un singolo cavallo del prodotto che stiamo analizzando, e si trova facendo il semplice calcolo di dividere la potenza massima per il peso complessivo. Fra auto e moto le differenze sono abissali, da un lato abbiamo leggerezza e motori piccoli, dall&#39;altro pesi elevati e motori con potenze mostruose, ma siamo rimasti abbastanza basiti nello scoprire che una supercar come la Porsche 911 Turbo abbia un rapporto peso/potenza pi&ugrave; sfavorevole di una semplice e piccola MT-07 di Yamaha.  Nello specifico l&#39;auto eroga ben 650 CV, ma deve spostare 1.715 kg di peso, quasi 10 volte pi&ugrave; dei 182 kg della Yamaha, che di contro ha &quot;solo&quot; 75 CV. Il rapporto dell&#39;auto &egrave; di 0,37, quello della moto 0,41. Questo significa che la MT &egrave; pi&ugrave; veloce della 911? non in senso assoluto, ma in certe situazioni favorevoli (passi di montagna ricchi di curve strette e tornanti) potrebbero giocarsela.    &nbsp;  Quanti km si possono fare al massimo in un giorno (su strada)?  Il Guinness World Record per la distanza maggiore percorsa su di una moto in 24 su strade aperte al traffico appartiene ad un certo Matthew McKelvey, che nel 2014 ha percorso la bellezza di 3256,5 km in un giorno intero in sella alla moto nelle sconfinate strade del Sudafrica. Questo signifca che ha mantenuto la media di 135,66 km/h per tutta la durata del viaggio, che pu&ograve; sembrare una cosa fattibile ma diventa molto complicato se lo immaginiamo ripetuto per 24 ore di fila. Il record su strada chiusa al traffico, invece, &egrave; di 3406 km e l&#39;ha realizzato Carl Reese in USA nel 2017.  Inoltre teniamo conto che questo record &egrave; stato realizzato su strade aperte al traffico e tenendo conto dei limiti di velocit&agrave; e delle leggi dello stato in cui &egrave; stato conseguito, quindi l&#39;impresa diventa ancora pi&ugrave; titanica se pensiamo che non sono stati violati articoli del codice della strada!&nbsp;    &nbsp;  La Petronas FP1 aveva il faro dell&#39;Aprilia SR 50 prima serie  Una delle superbike pi&ugrave; esclusive mai prodotte - la Petronas FP1 - aveva alcune caratteristiche davvero bizzarre: si trattava di una tre clindri realizzata con cura artigianale dal colosso petrolifero malese Petronas, sotto la supervisione del pluricampione della categoria Carl Fogarty (F sta per Fogarty, P sta per Petronas). L&#39;avventura di questa moto nel mondiale non fu rose e fiori, n&egrave; tantomeno sul mercato dove la maggior parte delle 500 moto necessarie per l&#39;omologazione al campionato rimasero invendute.&nbsp;  Il posteriore della moto stradale era uguale a quello della moto da gara, ma il codino alto e slanciato con le tre uscite del grosso terminale di scarico (che tutti gli appassionati ricordano per le fiammate che riusciva a fare in gara) non aveva spazio per posizionare faro e frecce. Si decise di costruire un telaietto portatarga inferiore con supporto faro in stile Ducati 999, ma dotato del blocco faro/frecce del vecchissimo SR 50 prima serie di Aprilia, uno degli scooter pi&ugrave; amati dei primi anni &#39;90. Saremmo curiosi di scoprire come mai si &egrave; arrivati a questa scelta, perch&egrave; non ci troviamo molta logica (n&egrave; tantomeno bellezza estetica)    &nbsp;  A Medellin &egrave; vietato andare in due in moto, ma c&#39;&egrave; un motivo valido  La citt&agrave; di Medellin , in Colombia, nel 2014 ha vietato di salire in moto in due, qualsiasi sia il tipo di moto e anche se questa ha una regolare omologazione per due persone. Chi veniva fermato con un passeggero alle sue spalle, veniva pesantemente multato e forzato a non proseguire il suo viaggio se non da solo. Una scelta alquanto strana da parte di una citt&agrave; che basa molto del suo commuting urbano sull&#39;uso di moto e scooter di piccola cilindrata.&nbsp;  Il perch&egrave; &egrave; presto spiegato. Medellin &egrave; la citt&agrave; famosa per essere stata teatro delle vicende del narcotrafficante Pablo Escobar, e non di certo un posto tranquillo in cui vivere, tanto che gli omicidi e il crimine sono all&#39;ordine del giorno e molti reati vengono compiuti in sella alle moto, compresi gli omicidi. Questa ordinanza ha fatto s&igrave; che dal 2014 al 2015 il tasso di omicidi in citt&agrave; diminuisse del 39%, proprio perch&egrave; i sicari agivano principalmente in moto.    Top5 Concept: i sogni che hanno sfiorato la realt&agrave;  &nbsp; 

Il mondo delle due ruote &egrave; pieno di storie particolari e bizzarre. In questo articolo abbiamo racchiuso qualche &quot;random fact&quot; sul mondo motociclistico nel classico schema della nostra Top5

La curiosit&agrave; fatta moto: 5 cose che forse non sapevi

Ore di lavoro per realizzarla: 5.000. Filo di saldatura: 120 kg. Guinness dei Primati: preso. Si chiama, affettuosamente, Panzerbike, è un incrocio estremo tra una moto e un carro armato costruito nei primi anni Duemila dall'officina Harzer Bike, che, non a caso, aveva sede a Zilly, cittadina nel territorio della ex Repubblica Democratica Tedesca.

Panzerbike, la moto più pesante del mondo FOTO

Campioni del calcio, cantanti rock, personaggi del cinema e del jet set. Difficile resistere al fascino delle due ruote. E se da una parte, per gli sportivi - soprattutto per i calciatori -&nbsp;esistono diverse restrizioni, anche contrattuali,&nbsp;all&rsquo;uso della moto, possono invece sbizzarrirsi tutti gli altri. Scopriamo, in questa carrellata di &quot;Very Important Person&quot;, chi sono i pi&ugrave; accaniti motociclisti nel firmamento delle star, iniziando proprio dai campioni del calcio&hellip; come&nbsp;Francesco Totti, nella foto in alto, che&nbsp;non resiste alla tentazione di saltare in sella alla Ducati MotoGP di Andrea Dovizioso.

Campioni del calcio e stelle del cinema: che gioia sulla moto!

Sarebbe facile esordire con &ldquo;le dieci moto pi&ugrave; interessanti di Eicma&rdquo; oppure con &ldquo;le cinque novit&agrave; imperdibili del Salone di Milano &rdquo;. Invece no, nel flusso di notizie di In Moto c&#39;&egrave; spazio anche per qualche considerazione filosofica sul mondo a due ruote che viviamo e su quello che ci aspetta il prossimo anno. Soprassedendo per un attimo sui modelli nuovi, gi&agrave; ampiamente trattati su queste pagine, vi regaliamo qualche cartolina dai padiglioni di Rho.    Le 7 migliori moto concept di EICMA che anticipano il futuro  Harley-Davidson Livewire  A tinte forti alcune, pastello altre, ironiche le pi&ugrave;. La prima ce la consegna l&#39;Harley-Davidson Livewire. Non quella esposta sotto i riflettori, ma quella appoggiata su una specie di banco a rulli allo stand della casa americana su cui &egrave; possibile salire per provarne il motore. Ve lo immaginate se ci fosse stato un quattro cilindri da 1000 cc invece che uno elettrico? Magari con uno scarico racing aperto? Bello ma impossibile... Arrendetevi, voi cultori del fumo... Mi piacerebbe dire che l&#39;elettrico sta arrivando. Invece no, l&#39;elettrico &egrave; gi&agrave; arrivato. Dobbiamo solo aspettare che questa nostra nazione spinga sui punti di ricarica. Che fino ad allora la faccenda rimarr&agrave; complicata. Intanto saliamo su questa Harley e diamo gas... anzi, no, attacchiamo la spina.  EICMA 2019 TOP 10: la nostra moto classifica  SCHIZOFRENIA ESTETICA  Due, parliamo sempre di modernit&agrave;. Quella legata allo stile e ai designer. In Kawasaki, a guardare il lavoro fatto con la famiglia delle H2 &ldquo;sovralimentate&rdquo; pare si divertano tanto, troppo a guardare i fumetti manga ambientati in scenari post-atomici futuri. &ldquo;De gustibus non disputandum est...&rdquo; dicevano qualche anno or sono. Verissimo, ma la faccenda pare che ci stia sfuggendo di mano. Perch&eacute; se in Giappone fanno queste moto, qualcuno in giro per il mondo che le compra ci sar&agrave; pure.  Non a caso poi fai qualche passo pi&ugrave; in l&agrave; e ti ritrovi alla Royal Enfield a guardare la Bullet: e non capisci perch&eacute;. Un semplice mono con le alette di raffreddamento, quattro tubi di solido acciaio, prestazioni da tripla birretta e &ldquo;...speriamo di arrivare a casa salvi&rdquo;. Che quasi quasi ti &egrave; sembrato di vedere il Mahatma Gandhi al desk a distribuire i volantini della casa Indiana. Ma la moto &egrave; l&igrave; e non smetti di guardarla. Perch&eacute; forse si sente il bisogno di rallentare. Di toccare con mano del &ldquo;ferro&rdquo; e non della &ldquo;plastica&rdquo;.  Stesso discorso per la BMW con il Concept R18. Mica ci vorrai fare delle curve con quel coso? Giusto? Ma caspita se &egrave; bella. E ancora sembra che abbiamo tutti bisogno di ripartire da lontano, risalendo concettualmente al secolo scorso. Tecnologia modernissima impiantata in un design Anni Venti. E il senso di confusione aumenta. Non sai se andare avanti e abbracciare l&#39;elettrico disquisendo sull&#39;Euro-5 o comprarti un calesse e diventare Amish.  Nel dubbio fermatevi a guardare la DR Big 800 che corse la Dakar esposta allo stand Suzuki. E immaginate quel pistone largo come una padella andare su e gi&ugrave; per i deserti del Nord Africa. Che quasi quasi gli Amish possono continuare la loro esistenza tranquilli mentre tutti noi programmiamo di mollare tutto, comprare una bella coppia di gomme tassellate, salutare la moglie (che ormai anche basta...) e partire. E il tassello torna sempre, regolare, nei pensieri degli appassionati. E le case lo sanno, compresa la Suzuki che ha presentato la nuova V-Strom proprio sulla scia dell&#39;antesignana. Becco compreso.    EICMA GIRLS 2019: ecco le ragazze pi&ugrave; sexy!&nbsp;FOTO  SPAZIO AI MASCHI  Nel frattempo parliamo anche di sicurezza. Perch&eacute; anche dal calesse degli Amish si pu&ograve; cadere. Figuriamoci da una moto. E allora apprezziamo lo sforzo fatto da Dainese con il gilet Smart Jacket che sfrutta il sistema air bag (senza alcun vincolo alla moto). Un capo semplice, leggero, che pu&ograve; essere indossato sotto altri indumenti tecnici senza controindicazione. Non stiamo a farvi la filippica su come funziona o quanto protetti sarete. Quello che conta &egrave; la semplicit&agrave; e la praticit&agrave;; quindi anche chi usa la moto su brevi tragitti non avr&agrave; pi&ugrave; scuse. Certo, non costa poco, ma fatto l&#39;investimento una volta non ci si pensa pi&ugrave;.  Messaggio rivolto anche a voi che la mattina alle 8.00 prendete lo scooter per andare in ufficio, sfrecciando nel traffico, incuranti del fatto che correte un rischio simile a quello di Marquez nel giro di qualifica. Forse anche superiore. Ve la imaginate la scivolata mentre indossate un bel completo grigio, giacca e cravatta, sull&#39;asfalto della circonvallazione? Fa male, fidatevi. A proposito di giacca e cravatta, di gente alla moda, di apertitivi... ode alle Yamaha e alla scelta della casa giapponese di far posare un modello &ldquo;maschio&rdquo; al posto della classica modella scosciata che &ndash; diciamocelo &ndash; all&#39;EICMA fa proprio un lavoro del cavolo. Provate a mettervi per un attimo nei panni delle centinaia di ragazze messe a fianco della novit&agrave; di turno. Nove ore di sguardi bavosi, apprezzamenti, fotografie, per abbellire una roba con due ruote che manco non si capisce qual&#39;&egrave; il davanti e il dietro (dalla prospettiva della bella di turno). Quindi viva i maschi... o forse no. Che magari si dimezzano le visite del prossimo salone se passa la rivoluzione dei sessi.  EICMA 2019 LIVE, che folla per il gran finale!  Visione antropomorfa  Altra cartolina. La BMW S 1000 RR esposta allo stand di Akrapovic &ldquo;guidata&rdquo; da un robot antropomorfo che simula senza sosta i cicli di guida su un banco prova. Quello che stupisce &egrave; la forma del robot: non potevano ideare qualcosa di pi&ugrave; razionale di un finto umanoide? Pare di no... e ritorna l&#39;idea che l&#39;uomo sia al centro dell&#39;universo, anche quando banalmente si deve provare l&#39;affidabilit&agrave; di un ride-by-wire. Per quanto elettroniche diventeranno le moto del futuro, l&#39;essere umano rimane il perno intorno a cui tutto gira. Nelle moto &egrave; cos&igrave;, il pilota fa ancora la differenza, che si tratti di un professionista rivolto alla prestazione, sia di un turista di mezza et&agrave; in viaggio verso Caponord. Per questo amiamo il mondo in cui lavoriamo.    E lo amiamo anche perch&eacute; &egrave; strano. Ma strano davvero. Siamo rimasti affascinati dalla Bimosaki o Kawamota che dir si voglia. Insomma, avete capito, stiamo parlando dell&#39;accordo Kawasaki/Bimota concretizzatosi nella Tesi H2. Un gioiello nelle forme, nei contenuti tecnici, nell&#39;idea. Quella di far rinascere un marchio indimenticabile. Quello riminese. Per il resto non si capisce ancora nulla. Chi ha comprato chi, le modalit&agrave;, le prospettive, la triangolazione commerciale Svizzera/Italia/Giappone. Sar&agrave; nostra premura indagare sulla questione. Intanto gustiamo la H2. Chiss&agrave; come va questa moto... 

Punti di riflessione nati vagando a casaccio per l&#39;EICMA 2019: il direttore di In Moto Andrea Padovani ha toccato con mano le novit&agrave; 2020 esposte negli stand delle aziende. Una visione alternativa alla proposte per il futuro, con curiosit&agrave; e cartoline da consegnare ai posteri

EICMA 2019: le moto cartoline del Direttore

Chi parte all&rsquo;avventura sa che l&#39;imprevisto &egrave; sempre dietro l&#39;angolo, soprattutto in moto. Matteo Viviani, conosciuto da tutti per essere una &ldquo;iena&rdquo; del famoso programma televisivo, &egrave; un appassionato motociclista e documenta costantemente le sue trasferte sui profili social. &Egrave; proprio tramite Instagram che Viviani ha tenuto a far sapere ai follower della disavventura a cui &egrave; andato incontro durante il suo giro in Islanda nei pressi del vulcano Askja.  AFFONDATO &ndash; In sella alla Yamaha Super T&eacute;n&eacute;r&eacute; che lo accompagna ovunque, Viviani ha subito un incidente mentre guadava l&rsquo;ultimo di quattro fiumi. Come si legge nel suo post, la iena &egrave; stata tratta in salvo da alcuni turisti capitati per caso sul posto. La colpa dell&rsquo;accaduto &egrave; di una roccia sotto la superficie dell&rsquo;acqua, pi&ugrave; alta rispetto alle altre, che ha fatto perdere l&rsquo;equilibrio alla moto di Viviani. Per risollevare la Yamaha sono servite due persone oltre al proprietario, vista la stazza del mezzo, ma al primo tentativo di accensione la moto &egrave; ripartita consentendo al malcapitato Matteo di proseguire con il suo viaggio. Quando finisce bene, anche un incidente &egrave; una grande avventura.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Ieri ho guardato 4 fiumi... e nell&rsquo;ultimo ci sono rimasto dentro! Fortunatamente dei turisti che si erano fermati per capire se passare o meno con la macchina mi hanno aiutato, altrimenti ero ancora l&agrave; con i pesci islandesi... un enorme ringraziamento a questi sconosciuti! Non so come la pensiate voi ma il bello dell&rsquo;avventura &egrave; anche questo! ?#Alpinestars #AlpinestarsProtects #TechTouring #go48 #vaporartsrl #vapeisnottobacco #minifitmax #midlandworld #midland #actioncam #jumpstarter #waterprofcase #nolangroup #nolanriders #nolanlover #destinationyamahamotor , #yamahamotoritalia , #yamaha #supertenere #bertonistore #amphibiousdryequipement #iceland #adventure #bikers #go #meteronlus #noallapedofilia #giulemanidaibambini  Un post condiviso da  Matteo Viviani (@matteo_viviani_iena) in data: 22 Lug 2019 alle ore 3:44 PDT     

In sella alla sua Yamaha Super T&eacute;n&eacute;r&eacute;, il noto inviato e appassionato motociclista ha vissuto una brutta disavventura, che ha documentato sul suo profilo Instagram. Fortunatamente tutto si &egrave; risolto per il meglio

Matteo Viviani, &#39;Le Iene&#39;: incidente in moto in terra islandese

Ecco una gallery che ritrae il simpatico mezzo a tre ruote utilizzato nei modi più insoliti: da forno per pizze a bancarella di libri e vestiti. Su Instagram l'ape fa tendenza 

Ape mania, le più strane sui social - LE FOTO

        Avere a disposizione un garage dove parcheggiare la propria motocicletta &egrave; un fattore da non trascurare. Lasciando la propria "amata" incustodita, infatti, si potrebbe andare incontro a spiacevoli inconvenienti dovuti a maltempo, furti e non solo. Chi non ha un garage, per&ograve;, non disperi, soprattutto se lo spazio a disposizione non manca (magari un giardino o un grande cortile). Vi segnaliamo alcune soluzioni pratiche e innovative per poter parcheggiare la moto al sicuro. &nbsp;  La prima proposta arriva dalla Germania ed &egrave; la semplicissima BikeBox24. Un garage dalla struttura cava, ancorato al suolo, che si alza per poter introdurre la moto. Questo curioso mini posto-moto coperto, presentato in occasione di diversi Saloni del settore, &egrave; pratico e facile da utilizzare e ha un prezzo di 4.490 euro.   &nbsp;  Dalla Germania arriva anche Motorrad Garage, una sorta di box moto a forma di armadietto, capace tuttavia di contenere, non solo la due ruote, ma anche tutti gli altri accessori indispensabili: casco, guanti, tuta, attrezzi del mestiere. Il tutto &egrave; facilmente richiudibile, cos&igrave; da tenere ogni cosa al riparo da eventuale maltempo o dalla semplice curiosit&agrave; dei passanti.  &nbsp;  Se invece si cerca una soluzione classica, ma soprattutto economica, c&rsquo;&egrave; BikeHome, un semplice garage-tenda pieghevole. Pu&ograve; sembrare una soluzione &ldquo;easy&rdquo;, ma BikeHome pu&ograve; vantare l&rsquo;utilizzo di materiali di qualit&agrave;, anche in questo caso made in Germany, un solido ancoraggio al terreno e la possibilit&agrave; di essere utilizzato anche in caso di temperature &ldquo;glaciali&rdquo;. Il costo per il mercato italiano &egrave; di 354 euro.  &nbsp;  &Egrave; di fabbricazione italiana invece GazeBox Moto: una copertura in policarbonato talmente ampia da poterla utilizzare come une vera e propria officina, dove prendersi anche cura della propria moto. Rispetto ai precedenti garage, &egrave; acquistabile in diversi colori, in modo da andare incontro alle esigenze di ogni motociclista.  &nbsp;  Un'altra proposta interessante &egrave; quella di CarCapsule, un&rsquo;azienda americana&nbsp; che ha ideato una cabina gonfiabile portatile: Outdoor Bike ShowCase. Capace di proteggere la moto da qualsiasi avversit&agrave;, &egrave; costruita con materiali plastici, tra i quali il cloruro di polivinile, per garantire la massima sicurezza alle vostre due ruote.        

Vi proponiamo una carrellata di pratiche soluzioni per parcheggiare la motocicletta in totale comodit&agrave; anche in giardino, grazie alle invenzioni di aziende italiane ed estere

Moto al sicuro: garage alternativi per ogni esigenza

L&rsquo;edizione 2018 del rally portoghese&nbsp;Baja Portalegre 500 ha visto tra i partecipanti un mezzo insolito per la competizione, una Suzuki GSX-R1000, guidata da Ricardo Domingos, pilota e stuntman lusitano.&nbsp;  In una gara&nbsp;da fuoristrada, le moto sportive non sono per ovvi motivi la scelta migliore. Domingos, invece, ha optato per una scelta diversa, modificando la sua Suzuki GSX in una due ruote da fuoristrada con l&rsquo;inserimento di gomme adeguate e un manubrio pi&ugrave; alto e dritto.  La modifica pare aver funzionato. Domingos ha partecipato al Baja Portalegre 500 nella categoria amatoriale, classificandosi 24&deg; su 70 partecipanti. Significa che 46 piloti, alla guida di mezzi specialistici, hanno fatto peggio di lui. Decisamente un buon risultato per Domingos, la cui impresa &egrave; stata immortalata in video e foto che hanno gi&agrave; suscitato la curiosit&agrave; del web.   

L&#39;impresa del pilota e stuntman Ricardo Domingos al&nbsp;Baja Portalegre 500

Off-road su una Suzuki GSX-R1000 - IL VIDEO

A volte la fantasia pu&ograve; essere divertente, altre volte pericolosa. Di certo, l&rsquo;idea venuta a un appassionato di moto &egrave; quantomeno singolare e strampalata.&nbsp; L&#39;uomo ha pensato&nbsp;di trapiantare la carrozzeria di un Waverunner, una moto d&rsquo;acqua (quella che in Italia viene comunemente chiamata aquascooter) nella sua moto stradale per poi compiere un giro a bordo di quest&#39;ambiguo mezzo di trasporto.  L&#39;AUTORE HA IMMORTALATO&nbsp; la sua prodezza motoristica in un video che in poco tempo &egrave; diventato virale in rete ottenendo un buon numero di visualizzazioni. Difficile intuire&nbsp;lo scopo dell&rsquo;invenzione.&nbsp;&Egrave; evidente, tuttavia, che il buon motociclista si sia semplicemente divertito a realizzare il video per scatenare le reazioni di parenti, amici e soprattutto del popolo del web. Obiettivo raggiunto. Una simile&nbsp;stravaganza non poteva non divertire il pubblico. Attenzione per&ograve; a non imitarla.&nbsp;   

Un motociclista ha innestato la carrozzeria di un Waverunner sulla sua moto. Il filmato &egrave; diventato virale

Moto trasformata in acquascooter - IL VIDEO

A pi&ugrave; di 280 km/h su una lastra di ghiaccio. &Egrave; il folle, ennesimo, tentativo di battere un nuovo record di Zef Eisenberg, fondatore del marchio di alimenti sportivi Maximuscle e soprattutto motociclista amante della velocit&agrave; e dei record.  CON L&#39;OBIETTIVO DI REALIZZARE&nbsp;il nuovo primato di miglia orarie su ghiaccio - fermo a 187,5 -&nbsp;Eisenberg si &egrave; presentato in Svezia, all&rsquo;Arsunda Speed Weekend, in sella a una Suzuki Hayabusa del team MadMax opportunamente modificata per l&rsquo;occasione e dotata di pneumatici chiodati.&nbsp; Per migliorare il record e avvicinarsi alle 200 miglia, Eisenberg aveva a disposizione quattro tentativi.&nbsp;Tre sono falliti&nbsp;in quanto le gomme non hanno retto e sono esplose, provocando inoltre dei danni al radiatore. Illeso Eisenberg ben protetto dal suo robusto equipaggiamento. Nell&#39;ultimo tentativo a disposizione, Eisenberg non &egrave; riuscito a siglare il record, ma ha comunque raggiunto di 176 miglia orarie, ovvero ben 283 km/h, una velocit&agrave; folle in condizioni di guida estreme.&nbsp;  EISENBERG NON E&#39; NUOVO A SFIDE DEL GENERE.&nbsp;Il temerario rider britannico ha gi&agrave; conseguito alcuni record: il primato mondiale per la moto pi&ugrave; veloce a turbina (376 km/h con una due ruote alimentata da un motore Rolls Royce c20W (presente in mezzi come l&rsquo;elicottero italiano Agusta109), il record di velocit&agrave; in moto su sabbia (324,28 km/h a Pendine Sands, in Galles) e quello inglese per la naked pi&ugrave; veloce.   

Zef Eisenberg il temerario. Il motociclista britannico ha tentato di battere il record di velocit&agrave; in Svezia in sella a una Hayabusa modificata, ecco come &egrave; andata

In moto a 280 km/h sul ghiaccio - IL VIDEO

Così come il codice della strada, anche i segnali di tutto il mondo possono strappare una risata. Dal pericolo attraversamento rane e orsi bianchi, fino all'avvertimento presenza di comunità indigene o di lavanderie. In Svezia, addirittura, si è sentita la necessità di segnalare ai piloti il passaggio di persone troppo impegnate con il proprio smartphone e, quindi, non attente ai veicoli. Ecco alcune immagini divertenti e curiose di segnali stradali di varie nazioni, in Europa e nel mondo

Segnali stradali, le curiosità in giro per il mondo

        Prima di partire per una vacanza all'estero, se l'intenzione &egrave; fare il viaggio in moto o in macchina, oppure noleggiare un mezzo una volta sul posto, meglio informarsi sulle regole stradali di quel preciso Paese. Andando a ficcare il naso tra i codici della strada di tutto il mondo si scoprono curiosit&agrave; e, in alcuni casi, veri e propri paradossi.&nbsp; IL GIAPPONE &egrave; conosciuto per la sua &ldquo;politeness&rdquo;, ovvero per l'educazione che contraddistingue i cittadini. Il codice della strada, qui, prevede una multa qualora, passando con il proprio veicolo sopra una pozzanghera, si schizzi un pedone. Un ammonimento che comprende anche una velocit&agrave; moderata in caso di pioggia o strada bagnata, soprattutto per la guida dei mezzi a due ruote. ANCHE LA RUSSIA opta per una politica stradale educata. Il codice della strada prevede una sanzione per le vetture sporche, ma non specifica i parametri di sporcizia. Il guidatore pu&ograve;, cos&igrave;, vedersi imposto un lavaggio forzato del veicolo.&nbsp; IN ALABAMA si arriva al paradosso: la legge vieta di guidare bendati. Partendo dal presupposto che questa regola sia osservata in tutto il mondo, perch&eacute; piuttosto scontata, stupisce che in questo stato degli USA il legislatore abbia ritenuto necessario inserirla all'interno del codice stradale. A CIPRO si tende a essere elastici, basta essere disposti a sborsare qualche soldo. &Eacute; infatti possibile viaggiare a senso unico per tutta l'isola pagando una sovrattassa.&nbsp; IN GERMANIA attenzione alla benzina. Ai pi&ugrave; sbadati potrebbe capitare di rimanere a secco in autostrada: in casi del genere &egrave; prevista una multa e, se il guidatore fosse recidivo, si pu&ograve; arrivare alla sospensione della patente.&nbsp;       

In moto o in macchina, avere a che fare con codici e abitudini di altri Paesi non &egrave; mai facile

Guidare all'estero: le regole stradali più bizzarre

E chi l&#39;ha detto che le moto sono solo per gli uomini? Il mondo delle due ruote sta riscuotendo sempre pi&ugrave; successo nel genere femminile, soprattutto tra le vip che, per lavoro o per passione, non vogliono rinunciare a farsi un giro in moto e immortalare il momento per condividerlo sui social.    VIP ITALIANE&nbsp;- Una delle prime star italiane a innamorarsi delle moto &egrave; sicuramente Maddalena Corvaglia che, nel corso degli anni, non ha mai mancato di trasmettere questa sua grande passione ai fan. Francesca Brambilla, modella e protagonista di Avanti un altro, ha l&#39;hobby del motocross e spesso si diverse con corse spericolate. Su Instagram, scatti in sella ai ciclomotori anche per Elena Santarelli, Belen Rodriguez e Melissa Satta. Oltre al tempo libero, le vip partecipano di solito come ospiti o presentatrici a eventi in cui il mondo delle due ruote &egrave; l&#39;assoluto protagonista.&nbsp;  STAR INTERNAZIONALI&nbsp;- Le moto riscutono molto successo anche tra le star internazionali. Tra tutte spiccano le cantanti Pink e Lady Gaga. Mentre per la prima le due ruote sono un grande amore fuori dal lavoro, per la neo vincitrice degli Oscar le moto sono parte integrante di molti video delle sue canzoni. 

Una passione che sta conquistando sempre pi&ugrave; consensi. Le star sui social si mostrano in sella alle due ruote

Da Maddalena Corvaglia a Lady Gaga: le vip amano le moto

Aperto già da due anni, il Top Mountain Crosspoint non è solo uno dei più interessanti musei motociclistici, ma anche il più alto d'Europa con i suoi 2.175 metri. La posizione aiuta: si trova, infatti, nella Valle di Ötzal, in Austria, luogo di passaggio per migliaia di appassionati ogni anno. Ecco alcune delle meraviglie presenti nel museo, che ospita oltre 230 moto classiche di oltre 100 produttori internazionali a partire dal 1894. Per tutte le informazioni e per organizzare una visita al museo, vai su www.crosspoint.tirol/en-museum

Il meglio del Top Mountain Crosspoint - LE FOTO

David Bekcham, Pink, Keanu Reeves e Brad Pitt sono solo alcuni degli appassionati del mondo delle due ruote

Le star di Hollywood e le loro moto gioiello

Motore aeronautico realizzato da Rolls Royce e ruote dal diametro di 1,5 metri. Un mezzo incredibile ma con un dubbio di fondo: riuscir&agrave; a curvare?

TMC Dumont Concept - LE FOTO

Una leggenda, Piero Taruffi, la Volpe Argentata. Una vita impavida dedicata ai motori e costellata di vittorie, record e grandi imprese. Un&rsquo;esistenza costantemente infiammata dal sacro fuoco della velocit&agrave;. Per ricordarne il coraggio e l&rsquo;audacia, durante la Special Edition della &ldquo;Volpe Argentata Event&rdquo;, organizzata dalla figlia Prisca in occasione del trentennale della sua scomparsa, &egrave; stato esposto il mitico prototipo Bisiluro, capace di raggiungere, nel chilometro lanciato sulla fettuccia di Terracina, l&rsquo;incredibile velocit&agrave; di 313 km/h.  ERA IL 1951. Il bisiluro, un&rsquo;auto - nonostante le sembianze quasi &ldquo;motociclistiche&rdquo; - pesava 300 kg e sfruttava due telai di alluminio collegati da tubi sottili; un mezzo leggerissimo, progettato per essere il pi&ugrave; aerodinamico possibile, addirittura senza volante perch&eacute; doveva solo andare dritto. E poi non c&rsquo;era spazio per lo sterzo, ogni componente superflua andava eliminata. Nella &ldquo;goccia&rdquo; di sinistra si trovava l&rsquo;abitacolo del pilota, in quella di destra il gruppo motore-cambio, di origine motociclistica, oltre al serbatoio del carburante. Diverse le motorizzazioni utilizzate negli anni: 2 cilindri Guzzi 500, poi Gilera 4 cilindri 500, 550 e 350 cc.  Taruffi battezz&ograve; la sua creatura &ldquo;Tarf&rdquo;, perch&eacute; progettata e costruita in totale autonomia nel garage di casa. Ben 22&nbsp;i record internazionali di velocit&agrave; conquistati tra il 1948 e il 1957. 

Un mezzo straordinario capace di spingersi oltre i 310 km/h... era il 1951

Il mitico Bisiluro di Taruffi al &lsquo;Volpe Argentata Event&rsquo;

Si sa, la passione per la moto va oltre la moto stessa. Un vero stile di vita fatto di riti di passaggio ed esperienze uniche&nbsp;che ogni riders sogna di provare almeno una volta nell&#39;arco della propria esistenza. Un elenco completo sarebbe&nbsp;impossibile, ciononostante su alcune cose dovremmo essere tutti d&rsquo;accordo  1. UN GIRO SUL VECCHIO NURBURGRING - L&rsquo;Inferno Verde, cos&igrave; viene chiamato dagli &quot;aficionados&quot; il mefistofelico tracciato lungo 22 km di adrenalina e curve, teatro negli anni di alcuni dei duelli pi&ugrave; spettacolari della storia delle due e delle quattro ruote. Ma anche di incidenti drammatici. Molti ricorderanno quello occorso a Niki Lauda con la Ferrari nel 1976. Se decidete di farci un giro - &egrave; possibile in determinati giorni - occhio: emozioni infinite ma asfalto traditore.  2. FARSI UNA PINTA AL PUB DI JOEY DUNLOP IN IRLANDA - Joey si sa, non correva per i soldi, di quelli non gl&rsquo;importava nulla. Correva per il solo gusto di farlo, era l&rsquo;unica cosa che gli riusciva bene. E per &ldquo;sbarcare il lunario&rdquo; gestiva il pub del dopolavoro ferroviario nella sua Ballimoney, Irlanda del nord.  3. UN SALTO ALL&rsquo;ISOLA DI MAN PER IL TOURIST TROPHY - Percorrere i 60.7 km del Mountain, il tracciato stradale pi&ugrave; antico, affascinante e pericoloso del mondo, &egrave; gi&agrave; di per s&eacute; una libidine&hellip; ma vederci sfrecciare sopra gli specialisti del TT &egrave; uno spettacolo unico. Nei giorni dedicati alla gara, ai primi di giugno, l&rsquo;isola si trasforma in un concentrato denso di passione motociclistica, con Riders da ogni angolo del globo. Quella che si crea &egrave; un&rsquo;atmosfera indescrivibile che va ben oltre la gara.  4. PROVARE UNA EX 500 GP - &Egrave; inutile, le attuali MotoGP, per quanto potenti e velocissime, non affascinano come le vecchie e sibilanti 500 a due tempi. Moto per pochi, pochissimi piloti, dal polso ultrasensibile. Almeno cos&igrave; &egrave; stato sempre raccontato alla maggior parte di noi. Avere la possibilit&agrave; di provarne una per davvero &egrave; il sogno di tanti&hellip; ammesso di riuscire a non farsi male.  5. RAGGIUNGERE CAPO NORD - Si tratta probabilmente della meta pi&ugrave; ambita dai motociclisti. Un raid indimenticabile. Migliaia di chilometri sotto il sole, l&rsquo;acqua, la nebbia e il gelo&hellip; anche in estate. Raggiungere Capo Nord non vuol dire solo viaggiare, ma vivere un&rsquo;esperienza che del viaggio trattiene tutta l&rsquo;essenza. Tutt&#39;intorno, le terre del nord, una natura maestosa e&hellip; alcune delle donne pi&ugrave; belle mai apparse sull&rsquo;orbe terraqueo.  &nbsp;  6. FARSI FOTOGRAFARE IN PIEGA AL CAVATAPPI DI LAGUNA SECA - Non &egrave; la curva pi&ugrave; spettacolare del circus, e neanche la pi&ugrave; difficile di Laguna Seca, ma sicuramente la pi&ugrave; celebre. Scontri mitologici, sorpassi che hanno fatto la storia delle gare motociclistiche. Il Cavatappi &egrave; il Luna Park delle 2 ruote per antonomasia.  7. ASSISTERE AL GP DI MACAO - Quando si pensa ai circuiti cittadini, la prima cosa che viene in mente &egrave; il GP di Formula 1 a Montecarlo. Se sei motociclista, per&ograve;, almeno una volta nella vita avrai sentito parlare del GP di Macao. Quello folle, assurdo, talvolta drammatico, che si corre a velocit&agrave; ipersoniche in centro citt&agrave;, tra grattacieli, muretti e marciapiedi. Che si sia contrari o a favore, esserci, vederlo con i propri occhi e poter dire &ldquo;ok, &egrave; tutto vero&rdquo;, merita sicuramente di finire in questo elenco.  8. PARTECIPARE AL FESTIVAL DELLA VELOCIT&Agrave; DI BONNEVILLE&nbsp;- &Egrave; uno dei luoghi pi&ugrave; famosi al mondo. Sul lago salato di Bonneville si sono consumate alcune delle imprese a 2 e 4 ruote pi&ugrave; incredibili ed eroiche: &egrave; qui che si vengono a sfidare gli uomini &ldquo;su gomma&rdquo; pi&ugrave; veloci al mondo. Chi non ricorda il grande Burt Munro?  9. PERCORRERE LA ROUTE 66 IN SELLA AD UNA HARLEY - 3945 km da Chicago a Santa Monica. A qualcuno potr&agrave; sembrare scontato, eppure questa esperienza rimane il sogno inconfessato di tanti, compresi quei motociclisti che si dichiarano lontanissimi dall&rsquo;ecosistema cromato che anima&nbsp;le moto di Milwaukee.  10. RAGGIUNGERE L&rsquo;OKTOBERFEST PER UN BOCCALE DI WEISS - &Egrave; la festa della birra pi&ugrave; famosa del mondo e raggiungerla dall&rsquo;Italia, in sella ad una moto, &egrave; divertentissimo: strade e panorami indescrivibili. Una volta l&igrave;, su i boccali MA&hellip; moto rigorosamente in garage, almeno finch&eacute; il tasso di alcool non torna stabile nei ranghi. 

In realt&agrave; sarebbero molte di pi&ugrave; ma abbiamo cercato di operare&nbsp;una selezione. Ecco quali sono secondo noi...&nbsp;

30 risultati per 'curiosita'