        Tutti pazzi per i monopattini, tutti o quasi. S&igrave;, perch&egrave; a Como hanno un'idea totalmente diversa rispetto a milioni di italiani che li reputano utili, sicuri e una valida alternativa all'automobile, al motorino o alla bicicletta. L'amministrazione comunale della citt&agrave; lombarda ha infatti rifiutato tutte e 22 le proposte delle aziende di sharing che proponevano il servizio. Monopattini elettrici, oltre il 30% dei romani non conosce le regole Le motivazioni "Questi nuovi mezzi di trasporto provocano solo caos e sono pericolosi" hanno spiegato dagli uffici del Comune, "vogliamo liberare al pi&ugrave; presto il centro da questi mezzi che ormai vengono parcheggiati ovunque". In effetti i monopattini a Como ci sono, ma non sono assolutamente consentiti e gestiti dall'amministrazione. I mezzi green sono infatti prenotabili tramite app non autorizzate, o almeno lo erano fino a stamattina, quando gli utenti hanno scoperto che il servizio non &egrave; pi&ugrave; disponibile. Sull'app della societ&agrave; Hopp &egrave; presente un solo testo sulla schermata "Caro utilizzatore, a causa del fatto che la citt&agrave; di Como non emette permessi per il servizio che vogliamo fornire, abbiamo sospeso tutte le operazioni nella zona finch&eacute; non potremo risolvere la questione". Insomma, un gesto forte da parte dell'amministrazione comunale ma un chiaro sintomo della preoccupazione che persiste riguardo la sicurezza degli utenti, non sempre utilizzatori civili di questi mezzi. UNASCA e Voi Technology per una migliore convivenza fra automobilisti e monopattini       

Gli attuali mezzi green oggi presenti nella citt&agrave; lombrada sono prenotabili tramite applicazioni sugli smartphone e quindi non riconosciuti dall'amministrazione comunale che ha deciso di ritirarli

"Pericolosi e creano caos": una città italiana rifiuta i monopattini

La Svizzera dice no. Una posizione discutibile, quella assunta dal Ticino e che coinvolge i veicoli a due e quattro ruote in circolazione nel territorio di Como. Quando il Comune lombardo ha richiesto i dati relativi alle targhe dei veicoli multati, per inviare le contravvenzioni, gli elvetici hanno detto semplicemente &ldquo;No&rdquo;. Lo riporta il sito www.laprovinciadicomo.it, che parla di uno stop intorno ai 5.000 verbali l&rsquo;anno.  NESSUN ACCORDO ITALIA-SVIZZERA  La nota della Circolazione di Camorino recita testualmente: &ldquo;non risulta stipulato tra Italia e Svizzera alcun accordo per lo scambio degli estremi identificativi degli intestatari dei veicoli oggetto di violazioni amministrative al Codice della Strada&rdquo;. Motivo per cui, l&rsquo;unico modo per multare veicoli con targhe svizzere &egrave; contestare immediatamente l&rsquo;infrazione. Il problema &egrave; che le targhe ticinesi abbondano, sulle strade comasche. La risposta negativa alle richieste sa di beffa, come conferma il comandante della Polizia locale Donatello Ghezzo: &ldquo;Purtroppo la questione &egrave; reale e complicata. Prima recuperavamo gli estremi per notificare le sanzioni attraverso il centro di cooperazione di Chiasso e la collaborazione con la guardia di Finanza. Poi le autorit&agrave; svizzere ci hanno fatto sapere che quella modalit&agrave; poteva essere adottata solo per finalit&agrave; di reati penali. A quel punto abbiamo chiesto loro come dovevamo comportarci e chi hanno indirizzato alla motorizzazione elvetica. Siamo, per ovvie ragioni, partiti da quella del Ticino, ma dopo una lunga trafila burocratica ci &egrave; arrivato il diniego motivato dalla mancanza di accordi tra Roma e Berna. Questo significa, di fatto, l&rsquo;impossibilit&agrave; di notificare le sanzioni. Abbiamo un archivio, ma bisogna avere la fortuna che sia un veicolo gi&agrave; inserito in passato ad aver commesso l&rsquo;infrazione e, in aggiunta, che nel frattempo l&rsquo;intestatario non abbia cambiato residenza&rdquo;.&nbsp;  SVIZZERA FUORI DA UE  Naturalmente, il danno &egrave; per le casse comunali prima di tutto, ma la situazione lascia intendere una specie di &ldquo;vale tutto&rdquo; per i veicoli con targa svizzera, tranquilli di una sorta di protezione da parte della motorizzazione ticinese. Per risolvere questo stallo iniquo servirebbe un intervento del Ministero degli Esteri e un accordo tra Italia e Svizzera. Negli ultimi giorni, infatti, il Comune di Como ha affidato il recupero crediti internazionali a due societ&agrave;, ma la Svizzera &egrave; esclusa dal procedimento in quanto non appartenente all&rsquo;Unione Europea, e non d&agrave; assolutamente l&rsquo;impressione di essere accomodante riguardo lo scioglimento dell&rsquo;impasse. &nbsp;  Segnaletica stradale, problematica e carente: quali le soluzioni? 

Il Ticino ha risposto &quot;No&quot; alla richiesta dei nominativi inoltrata dal comune di Como. &quot;Nessun accordo Roma-Berna&quot;, sostengono gli elvetici

Stallo imbarazzante: impossibile multare le targhe svizzere

        Per andare da Gravedona al Lido di Gongo basterebbero meno di dieci minuti di macchina. I quattro chilometri che separano le due localit&agrave; del Lago di Como sono percorribili anche a piedi con una bella passeggiata di circa tre quarti d'ora. Invece, c'&egrave; chi ha deciso di raggiungere la spiaggia di Gongo in una maniera del tutto alternativa: passando direttamente sul lago. Luca Colombo, per&ograve;, non ha utilizzato una barca, tantomeno una moto d'acqua, n&eacute; ha nuotato. Il pilota milanese &egrave; salito in sella alla sua moto, attrezzata per l'occasione con un particolare sci appoggiato sulle due ruote, ed &egrave; arrivato al Lido di Gongo in 2'43'', stracciando il record precedente di velocit&agrave; massima raggiunta su acqua dolce. Il primato apparteneva a Robbie Maddison ed era di 93,3 km/h. Adesso, Luca Colombo lo ha migliorato toccando i 104 km/h, raggiungendo quindi i 56,15 nodi, ovvero viaggiando oltre 28 metri al secondo.&nbsp;        

Il pilota milanese ha conquistato il primato mondiale di velocit&agrave; sull&rsquo;acqua dolce raggiungendo i 104 Km/h. Il record da battere, precedentemente detenuto dell&rsquo;australiano Robbie Maddison, era di 93,3 Km/h.

In moto sul Lago di Como: nuovo record per Luca Colombo | VIDEO

        Ogni sportivo custodisce dentro di s&eacute; il fuoco ardente della competizione e della sfida: lottare con gli avversari, migliorarsi e raggiungere gli obiettivi. La sfida pi&ugrave; affascinante &egrave; quella con se stessi e, quando ci si confronta con i record, &egrave; l&rsquo;istinto di tutti gli atleti quello di provare a batterli. Luca Colombo questo deve saperlo molto bene, lui che di record ne vanta gi&agrave; uno molto particolare: il 30 luglio 2017 ha percorso la distanza pi&ugrave; lunga mai registrata sull&rsquo;acqua dolce. 5,5 chilometri percorsi sulla superficie del lago di Como, alla velocit&agrave; media di 40 nodi (75km/h). UNA NUOVA SFIDA - Ancora una volta sull&rsquo;acqua, Colombo tenter&agrave; di battere un nuovo primato: quello della velocit&agrave; massima, che appartiene all&rsquo;australiano Robbie Maddison, arrivato a 93,3 km/h. La cornice della sfida sar&agrave; ancora una volta il lago di Como, che sabato 6 luglio offrir&agrave; la possibilit&agrave; al pilota milanese di riscrivere la storia. Per compiere l&rsquo;impresa, lo stesso Colombo ha preparato la sua Honda CRF 450R. Le modifiche sono state effettuate in collaborazione con Giorgio Lumini, tecnico di numerosi campioni mondiali, Angelo Pezzano e i partner tecnici: &egrave; dotata di pattini nautici e una ruota posteriore con delle speciali pale necessarie a dare la giusta spinta sull&rsquo;acqua. PRECAUZIONI - Per la sicurezza del motociclista sar&agrave; al suo polso Kingii Wearable, il dispositivo di galleggiamento pi&ugrave; piccolo al mondo, mentre la moto &egrave; dotata di un sistema autogonfiabile che si attiver&agrave; automaticamente in caso di perdita di potenza. Al suo fianco, nella sfida, un motoscafo off-shore del Cantiere Albatro International di Gordona (SO). &Egrave; tutto pronto, noi facciamo un grande in bocca al lupo a Luca Colombo e che il libro dei record possa essere riscritto ancora una volta.       

Il pilota milanese, in sella ad una Honda CRF 450R, cercher&agrave; di superare il primato di 93,3 km/h, detenuto dall&rsquo;australiano Robbie Maddison, sulla superficie del lago di Como, che gi&agrave; lo ha visto registrare la massima distanza percorsa su acqua dolce nel 2017

Luca Colombo pronto per un nuovo record sull’acqua

Nuovi colori, un nuovo carter dell'alternatore, ora in bagno d'olio, e piccoli ritocchi estetici. Questi gli ingredienti che la Moto Guzzi ha usato per rinfrescare la gamma V7. La Stone &egrave; ora proposta in nuove colorazioni, nera rossa o verdona, la Special &egrave; ancora pi&ugrave; vicina alla S3 di un tempo, grazie alle grafiche e ai dettagli cromati, e la Racer &egrave; ancora pi&ugrave; bella grazie alla sella marroncina, in tinta con la cinghia in pelle del serbatoio, e ai dettagli in nero opaco che ne armonizzano meglio le forme.  Tutto qui? No: le abbiamo provate sulle sponde del Lago di Como in un itinerario mozzafiato che ci ha permesso di visitare alcuni dei pi&ugrave; importanti fornitori della Casa di Mandello. Parliamo della Alpina Raggi, della Domino&nbsp;e della Gilardoni, 3 dei 52&nbsp;produttori lombardi che contribuiscono alla nascita di ogni&nbsp;Moto Guzzi.   Sul prossimo numero di InMoto troverete il test completo, un po' diverso dal solito. Come diverse sono queste moto...  [gallery ids="5507,5506,5505,5503,5502,5501"]  &nbsp;

Moto Guzzi ritocca la gamma V7: colorazioni inedite e dettagli per aumentarne il fascino. Eccole