All&#39;asta tenuta da Mecum Auctions a Las Vegas, una Kawasaki Z1 900 del 1973, completamente restaurata, ha sorpreso tutti, forse persino il vecchio proprietario, quando &egrave; stata venduta per 55.000 dollari, al cambio circa 50.700 euro.    Restauro completo: ecco i lavori effettuati  Questa moto &egrave; stata sottoposta a un restauro completo e appare in ottime condizioni. Il motore &egrave; stato completamente revisionato, compresa la ribasatura dei cilindri e la ricostruzione totale della testata, oltre al montaggio di nuove guarnizioni e sigilli. I carburatori sono stati ricostruiti ed &egrave; stata aggiornata anche l&#39;accensione elettronica Dynatek Dyna S, la bobina e i fili delle candele. Una volta ricostruito il motore, il vecchio proprietario lo ha fatto rivestire in ceramica nera come tocco finale. Ha installato anche un nuovo scarico quattro-in-uno da Z1 Parts, una nuova catena e pignone e aggiornato comandi e cavi. Il restauro ha compreso anche la sostituzione dei cuscinetti a rulli del forcellone e l&#39;installazione di nuovi cuscinetti nella testa dello sterzo. Gli steli della forcella sono stati ricostruiti, il telaio &egrave; stato sverniciato e riverniciato a polvere in nero, e sono state acquistate delle ruote dotate di nuovi raggi e nuovi pneumatici, in linea con l&#39;epoca.  KAWASAKI Z1 900: SI AVVICINA IL MEZZO SECOLO PER LA PRIMA SBK  La roadster di Akashi &egrave; stata rifinita con la combinazione di colori marrone e arancione e, per completare il look anni &#39;70, sono stati acquistati nuovi stemmi dalla giapponese Doremi Collection. Tutte le parti cromate e lucidate sono state rifinite e sono state montate una nuova sella, un nuovo cablaggio e nuovi indicatori di direzione.  KAWASAKI Z, UNA LETTERA CHE SPINGE DA 50 ANNI 

Un appassionato non ha badato a spese per portarsi a casa la sportiva di Akashi&nbsp;restaurata, riverniciata e in condizioni perfette per essere ancora guidata a cinquant&#39;anni di distanza

Kawasaki Z1 900, 50.000 euro per un esemplare del 1973

Venduto a Las Vegas un modello in perfette condizioni della roadster di Akashi, completamente restaurato, riverniciato e in perfette condizioni. L'acquirente ha speso oltre 50.000 euro per poterlo parcheggiare nel proprio garage

Kawasaki Z1 900, all'asta un esemplare del 1973

Per lei fu coniato il termine &ldquo;superbike&rdquo;: di difetti ne aveva pochi e tutti facilmente risolvibili. Bella e con tanta sostanza, praticamente inarrestabile. E farne delle special pi&ugrave; sportive era facilissimo.&nbsp;Decisamente non si pu&ograve; definire in altro modo se non &ldquo;forte&rdquo; la Kawasaki Z1 90o.&nbsp;Forte sotto ogni punto di vista: nel motore, bialbero e accreditato di 82 cavalli, affidabile e robusto agli sforzi; nel design, stilizzato da uno studio statunitense, allora il mercato di maggior importanza mondiale, il McFarland di New York, elegante e aggressivo al tempo stesso ma sufficientemente sobrio da sfidare gli anni e diventare, come le cose buone di questo mondo, sempre migliore con il passare del tempo; nella cura costruttiva in generale, con svariate finezze che andremo ad elencare; nel comfort di marcia, oggi insolito in una moto dalle caratteristiche allora proprie della Kawasaki, e in ultimo anche nella considerazione generale da parte degli appassionati di allora e di oggi.    La storia della Kawasaki Z1 Super Four  Questo il nome completo della motocicletta presentata nel 1972 al Salone di Colonia e praticamente subito commercializzata: la famosa, ricercata e quotata &ldquo;testa nera&rdquo;, cos&igrave; detta per il colore della parte alta del motore; riteniamo per&ograve; che le meno quotate serie successive non abbiano nulla da invidiare alla prima versione: oltretutto negli anni ci furono diversi affinamenti ma il progetto rest&ograve; il medesimo, con qualche intervento alla livrea e poco altro: in sostanza dal 1972 al 1977, la Z, declinata in quattro serie, rimase la medesima splendida moto.  La moto ebbe un impatto travolgente sugli appassionati, che si erano appena ripresi dalla bellezza ed esclusivit&agrave; della CB 750 e dalla quantit&agrave; di adrenalina scaricata con le due tempi tre cilindri sempre della Kawasaki. E davvero non c&rsquo;era tempo di tirare il fiato: 903 cc, oltre 210 orari e intorno ai 12 secondi sul quarto di miglio partendo da fermi. Erano numeri da capogiro, parlando poi di una moto affidabilissima, cosa confermata negli anni a venire, e con ottime doti di guida, aspetto questo non del tutto confermato. Nessuno &egrave; perfetto, come si dice, ma il mito Kawasaki resta, resiste e si consolida.&nbsp;  Kawasaki produrr&agrave; nuovamente le testate per la Z1 900  FINEZZA D&#39;ALTRI TEMPI  Volendo citare qualche caratteristica insolita e di certo oggi desueta della Z1,&nbsp;il particolare e utilissimo dispositivo per ingrassare costantemente la catena di trasmissione, formato da un serbatoio e da un meccanismo vincolato al pignone, regolabile nella portata; di un curioso e ovviamente poco costoso &ldquo;key holder&rdquo;: una feritoia appena sopra la chiave di accensione dove inserire chiavi altrimenti penzolanti: un lezioso bauletto nel codino, con tanto di adesivo riportante lo schema dell&rsquo;impianto elettrico; della sempre utile pedivella di avviamento, vista l&rsquo;impossibilit&agrave; della messa in moto a spinta, determinata da una caratteristica del cambio che impedisce l&rsquo;innesto alla partenza di marce superiori alla prima velocit&agrave;: una finezza non a tutti gradita. Come si fa a non restare rapiti da una moto del genere&hellip;?    Kawasaki Z900, in arrivo un&rsquo;edizione speciale per il 50&deg; anniversario 

Presentata nel 1972 a Colonia, &egrave; stata l&#39;antesignana delle ultime realizzazioni firmate &#39;Z&#39; dalla casa di Akashi&nbsp;e il prossimo anno festegger&agrave; i suoi primi 50 anni

Kawasaki Z1 900: si avvicina il mezzo secolo per la prima SBK

Quando &egrave; arrivata, nel 1972, ha cambiato le regole del gioco, non temeva avversari e consolid&ograve; la fama di Kawasaki come produttrice di moto dalle prestazioni assolute

Kawasaki Z1 900 - LE FOTO

La novit&agrave;, in casa Kawasaki, riguarda una nuova produzione. Nessun modello, bens&igrave; le testate che, ispirandosi ai piani di progettazione e alle specifiche originali di quelle della leggendaria Z1 900, verranno ora realizzate con tecniche moderne per la vecchia gamma Z di Akashi. La produzione per le testate, disponibili in argento o nero, di Z1, Z900 e Z1000 partir&agrave; in Giappone.  Kawasaki Z1 900, l&#39;esagerata  Le differenze con l&rsquo;originale  Kawasaki afferma che queste testate di nuova produzione non intendono essere una copia esatta delle parti originali.&nbsp;Cosa c&rsquo;&egrave; di diverso? Cambiano la forma e la superficie, visto che le testate originali rispettavano gli standard di produzione degli anni &rsquo;70. Le nuove, specifica Kawasaki, non si adatteranno ai motori KZ1000 MKI. Per essere certi della compatibilit&agrave;, la Casa giapponese dovrebbe presto mettere a disposizione una tabella di compatibilit&agrave; sul proprio sito ufficiale.    Come ordinarle  Per ordinare le nuove testate gamma Z &egrave; possibile fare un preordine presso i rivenditori ufficiali del marchio entro il 30 giugno 2020. Cos&igrave; facendo ci si assicura le nuove testate, dicono da Kawasaki, entro il prossimo autunno. Per quanto riguarda il prezzo, non ci sono ancora notizie in merito.  Kawasaki: &quot;Il nostro mondo &egrave; cambiato, ma non &egrave; sparito&quot; VIDEO  &nbsp; 

Ispirandosi ai piani di progettazione e alle specifiche originali, la Casa giapponese realizzer&agrave; le testate gamma Z con tecniche moderne

Kawasaki produrr&agrave; nuovamente le testate per la Z1 900

All&rsquo;epoca, solo Kawasaki poteva osare sfidare se stessa: dopo le indimenticabili 500 Mach III e le furiose 750 Mach IV, arriv&ograve; una regina autoritaria chiamata Z1 900. Gi&agrave; dalla prima serie, sui fianchetti laterali, c&rsquo;era scritto tutto quello che c&rsquo;era da sapere. Sotto la scritta 900, che dichiarava la cilindrata pi&ugrave; alta mai raggiunta per le moderne maxi moto a quattro cilindri, c&rsquo;era scritto &ldquo;Double Overhead Camshaft&rdquo;: Doppio Albero a Camme in Testa.  UNA DICITURA CHE SUONAVA COME UNA DICHIARAZIONE DI SUPERIORIT&Agrave; su tutto il resto della produzione. E cos&igrave; era. Se con la CB 750, Honda aveva fatto una moto &ldquo;da prima della classe&rdquo;, Kawasaki aveva puntato sulla superiorit&agrave; delle prestazioni. La moto venne presentata nel 1972, in occasione del Salone di Colonia, e conquist&ograve; in un sol colpo pubblico e critica. IL MOTORE, esteticamente splendido, vantava una potenza di 82 CV a 8.500 giri/min, disponeva di un cambio a 5 rapporti e aveva una velocit&agrave; di punta di quasi 213 Km/h. L&rsquo;accelerazione era ottima, inoltre la moto era maneggevole nonostante dichiarasse un peso a secco di 230 kg e, contrariamente alle precedenti 2T, disponeva di una discreta tenuta di strada.  LA LINEA ERA ENTUSIASMANTE E MODERNISSIMA: un peso massimo con un attillato completo di sartoria. Oltre al poderoso motore bialbero completato dallo splendido impianto di scarico con quattro terminali, contava su un elegante serbatoio a goccia, completato nella linea da uno snello codino.  IL TELAIO IN TUBI D&rsquo;ACCIAIO aveva conformazione a doppia culla con rinforzi in lamiera nella zona del cannotto e dell&rsquo;attacco del forcellone. Era coadiuvato da una forcella teleidraulica e da ammortizzatori idraulici regolabili, e le ruote erano da 19&rdquo; all&rsquo;anteriore con un singolo disco da 296 mm (e la predisposizione per un secondo disco) e da 18&rdquo; al posteriore, con freno a tamburo da 200 mm.  LA PRIMA SERIE (quella del nostro servizio) ha ormai da tempo raggiunto uno status di Cult, ed &egrave; comunemente detta &quot;Testanera&quot;, per via della verniciatura in nero del gruppo termico e dei carter centrali. La livrea veniva fornita nelle colorazioni arancio su una base rosso scuro metallizzato (candy brown/orange) e giallo su una base verde scuro metallizzato (candy green/yellow). Fu prodotta in quattro serie successive (con poche differenze se non grafiche e l&rsquo;aggiunta del doppio disco anteriore, e gi&agrave; questo la dice lunga sulla bont&agrave; iniziale del prodotto), per un totale di oltre 115.000 unit&agrave;.  RIMASE IN LISTINO DAL 1972 AL 1977, e in seguito sostituita con una versione di 1000 cm&sup3; denominata Z 1000, che altri non era se non il prosieguo della specie. 

6 risultati per 'Z1 900'

Kawasaki Z1 900, 50.000 euro per un esemplare del 1973

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