Stivali touring in pelle con fodera impermeabile per la lady che fanno del viaggio in moto uno stile di vita  

Stylmartin: Yuma Elegance per lei

Il viaggio in moto va affrontato indossando sempre abbigliamento adeguato. Per questo Stylmartin ha realizzato Yuma Elegance, uno stivale &ldquo;lady&rdquo; polivalente. Yuma, infatti, &egrave; stato studiato per adattarsi alle situazioni di viaggio pi&ugrave; disparate e per proteggere il piede dagli agenti atmosferici, mantenendo il comfort anche dopo molte ore.  COME E&rsquo; FATTO - Disegnato in Italia e prodotto in Europa, questo modello presenta una tomaia in pelle pieno fiore trattata idrorepellente. La fodera waterproof all&rsquo;interno mantiene il piede asciutto e il fusbet anatomico e removibile lo sostiene al meglio. La chiusura tramite zip corre verticalmente lungo tutto il lato interno ed &egrave; protetta da una patella con velcro.  IL DESIGN - L&rsquo;esterno dello stivale &egrave; &ldquo;movimentato&rdquo; da lavorazioni ed elementi che ne incrementano comodit&agrave; e sicurezza come gli snodi anteriori e posteriori, gli inserti elasticizzati, la protezione alla tibia, i reflex silver. La suola, dotata di un tacchetto discreto, &egrave; prodotta in gomma antiscivolo e antiusura.  Yuma si guadagna l&rsquo;appellativo &ldquo;Elegance&rdquo; grazie ad una linea estetica classica che, se indossato sotto il jeans, nasconde bene la sua anima tecnica.  Taglie: da 36 a 41  Colore: nero  Prezzo: 167,00 euro 

<p>Stivali touring in pelle con fodera impermeabile, per le lady che fanno del viaggio in moto uno stile di vita</p> 

All&rsquo;inizio di una delle tante fasi &ldquo;calanti&rdquo; dell&rsquo;industria motociclistica italiana arrivava un modello sportivo, dotato, e piuttosto esclusivo, che non ebbe il giusto successo L&rsquo;estate a cui ci riferiamo non &egrave; quella climatica, n&eacute; quella dell&rsquo;adolescenza, bens&igrave; quella stagione strepitosa, piena di successi, di modelli epocali e indimenticati, di nuove soluzioni tecniche e stilistiche ad ogni stagione, di un pullulare di aziende piene di persone capaci, appassionate, fantasiose, che volgeva al termine mentre arrivava il modello che vedete in queste pagine. La storia di ognuna di queste Case &egrave; spesso sovrapponibile l&rsquo;una all&rsquo;altra: nate come fabbriche di componenti, biciclette o minuteria negli anni del boom economico, nel corso del decennio implementarono maestranze, attrezzature e impianti e sfociarono nel fiorente mercato delle due ruote motorizzate; il decennio successivo vide in qualche modo la specializzazione degli indirizzi e quindi si vide chi si dedic&ograve; all&rsquo;allora trainante mondo del fuoristrada e chi si indirizz&ograve; alle moto da strada, motorini, tuboni, miniciclomotori e chi pi&ugrave; ne ha pi&ugrave; ne metta; davvero ce n&rsquo;era per tutti. Alla fine degli anni &rsquo;70 queste piccole Case produttrici di ciclomotori e motociclette 125 videro un tracollo delle vendite. Crisi di prodotto o di mercato che fosse, il risultato fu che alcune non videro gli anni &rsquo;80 e svariate altre faticarono a vedere il decennio successivo. Fra queste ultime c&rsquo;&egrave; anche l&rsquo;Aspes, produttrice della moto del servizio, la Yuma 125, nata come Juma. La Casa di Gallarate nacque nella seconda met&agrave; degli anni &lsquo;50 come fabbrica di biciclette, entr&ograve; nel mondo delle due ruote motorizzate all&rsquo;inizio degli anni &rsquo;60 con modelli indirizzati in particolar modo all&rsquo;utenza giovane; la specializzazione arriv&ograve; con i modelli fuoristrada: famosi e degni di nota l&rsquo;Hopi e il Navaho. La produzione di moto a ruote tassellate fu quasi esclusiva per la Casa e dunque dest&ograve; stupore la presentazione al Salone di Milano del 1973 di una stradale e sportivissima, la Yuma 125. La produzione inizi&ograve; nel 1974 e si articol&ograve; nel tempo, sostanzialmente, in due versioni, anche se svariati furono gli aggiornamenti nel corso degli anni: la prima, con carrozzeria classica, e la seconda dal 1979, con una pi&ugrave; moderna monoscocca. Brillante fu l&rsquo;idea di istituire una serie di gare su pista e in salita con un prodotto appositamente creato denominato Criterium; meno felice fu la carriera sul mercato, prodotta in numeri risicati e venduta con un po&rsquo; di fatica, complici il prezzo elevato, l&rsquo;affidabilit&agrave; non eccelsa e la scarsa fruibilit&agrave;. Tutto ci&ograve; non imped&igrave; alla moto di essere fra le pi&ugrave; desiderate, ma &ldquo;fra il dire e il fare&hellip;&rdquo;. Per il mercato in generale e ancor pi&ugrave; per i piccoli costruttori di nicchia c&rsquo;era grossa crisi e cos&igrave; la fabbrica lombarda chiuse nel 1982, il marchio venne ceduto all&rsquo;Unimoto che semplicemente allung&ograve; l&rsquo;agonia di qualche anno. L&rsquo;estate era finita. La Yuma montava un motore monocilindrico a 2 tempi molto potente: a seconda delle fonti ufficiali consultate, forniva dai 19 ai 25 CV. Diciamo pure che ne aveva una ventina sani. Cambio a sei marce, accensione elettronica, singolo freno a disco anteriore (ottimo, resistente e modulabile), tamburo posteriore che si rivela onesto, sospensioni ottime. Davanti &egrave; una forcella Samfis, in sostanza una Ceriani, e due ammortizzatori Corte&amp;Cosso al posteriore. Il resto della dotazione era davvero simile alle moto &ldquo;da grandi&rdquo; del periodo e quindi vediamo cerchi in lega Grimeca, semimanubri Tommaselli e interruttori Cev, strumentazione con spie, contagiri e tachimetro/contachilometri Veglia Borletti dalla grafica moderna e ben leggibili. Per vestito una bella monoscocca che copre il sottostante serbatoio benzina e scende fino a nascondere anche i pochi componenti elettrici e la scatola filtro aria. Si nota il minuscolo sellino monoposto e una piccola mentoniera appena davanti al tappo della benzina. Dotazione unica per la categoria, l&rsquo;ammortizzatore di sterzo sotto alla piastra inferiore della forcella. Il tutto &egrave; unito a una serie di lavorazioni e dotazione di minuteria pi&ugrave; vicine a una moto artigianale che non a un prodotto industriale: facciamo riferimento all&rsquo;alluminio usato per la plancia strumenti, le pedane sportive, i dadi autobloccanti usati senza parsimonia, antivibranti dove serve e in generale una notevole cura. Infatti il prezzo d&rsquo;acquisto non &egrave; basso. Il motore offre quello che promette, un bel tiro e uno scalino dell&rsquo;entrata in coppia molto gradito oggi come allora. Poi una quantit&agrave; di vibrazioni che oggi sarebbe inaccettabile e un consumo, se non da portaerei, almeno da incrociatore, unito a una fumosit&agrave; di scarico imbarazzante. Ma tutto questo non importa alla Yuma, che resta quella che &egrave;: una piccola moto da corsa e non una semplice motoretta da diporto, senza possibilit&agrave; di trasportare la fidanzatina (per quello c&rsquo;era la Vespa). La quotazione di questo piccolo bolide &egrave; in crescita, anche se non gli scambi, vista la scarsit&agrave; di esemplari. Post scriptum: d&rsquo;accordo, quella estate fin&igrave; ma, come capita nella vita, altre ne arrivarono. Accadde cos&igrave; che, per le nostre Case, altre brillanti stagioni seguirono, con nuovi modelli, accattivanti idee tecniche e di stile, anche e soprattutto nella categoria delle 125 sportive. Perch&eacute; l&rsquo;estate prima o poi ritorna...   

3 risultati per 'Yuma'

Stylmartin: Yuma Elegance per lei

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Aspes Yuma 125