La nuova globetrotter ha una nuova livrea, pneumatici sviluppati anche per l’uso offroad e accessori per le strade meno battute. Arriverà a luglio

Ducati Multistrada 1200 Enduro Pro

La Multistrada 1200 Enduro diventa ancora pi&ugrave; globetrotter con la versione destinata a chi viaggia scegliendo sempre le strade meno battute.  La Multistrada 1200 Enduro Pro si distingue per l&rsquo;inedito colore Sand ruvido al tatto che caratterizza il frontale e la cover serbatoio, rifinita con due sticker con logo &ldquo;Enduro&rdquo; posizionato su entrambi i lati. Nuova anche sella, bicolore, dedicata alla Multistrada 1200 Enduro Pro, cos&igrave; come lo sono il telaietto posteriore e le cover dei coperchi frizione e alternatore di colore nero.    Gli pneumatici Pirelli Scorpion Rally, con cui la moto &egrave; equipaggiata di serie, nelle misure 120/70 R19 anteriore e 170/60 R17 posteriore sono idonei nell&rsquo;uso fuoristrada e promettono prestazioni elevate anche su asfalto.  Altri particolari della versione Pro sono i bull bar Ducati Performance by Touratech con luci a LED, il plexiglass basso, per la guida in piedi in fuoristrada e lo scarico omologato Ducati Performance by Termignoni (rispetta i requisiti omologativi dei paesi UE).  Testata e sviluppata nelle condizioni pi&ugrave; estreme, la Multistrada 1200 Enduro Pro sfrutta l&rsquo;ottimo e resistente telaio della Multistrada 1200 Enduro. Il motore &egrave; il gi&agrave; Ducati Testastretta DVT (Desmodromic Variable Timing) da 152 cavalli omologato Euro 4.  Sulla Multistrada 1200 Enduro Pro vengono mantenuti i quattro Riding Mode: Enduro, Touring, Sport e Urban.    La Multistrada 1200 Enduro Pro &egrave; dotata di ABS Cornering, Cornering Lights (DCL), Ducati Traction Control (DTC), Ducati Wheelie Control (DWC) e le sospensioni semi-attive Ducati Skyhook Suspension (DSS) Evolution con escursioni delle ruote di 200 mm, oltre al sistema di assistenza alla partenza in salita Vehicle Hold Control (VHC).  Viene proposta di serie con il controllo elettronico della velocit&agrave; e il modulo Bluetooth che tramite il Ducati Multimedia System (DMS) consente di connettere la moto con lo smartphone e di gestirne le funzionalit&agrave; multimediali pi&ugrave; importanti (ricezione telefonate, notifica sms, ascolto musica) attraverso i pulsanti al manubrio e visualizzandone le informazioni sul dashboard TFT.  La Multistrada 1200 Enduro Pro arriver&agrave; nei concessionari italiani i primi di luglio al prezzo di &euro; 22.990 fc.  La Multistrada 1200 Enduro diventa ancora pi&ugrave; globetrotter con la versione, destinata a chi viaggia scegliendo sempre le strade meno battute.  La Multistrada 1200 Enduro Pro si distingue per l&rsquo;inedito colore Sand ruvido al tatto che caratterizza il frontale e la cover serbatoio, rifinita con due sticker con logo &ldquo;Enduro&rdquo; posizionato su entrambi i lati. Nuova anche sella, bicolore, dedicata alla Multistrada 1200 Enduro Pro, cos&igrave; come lo sono il telaietto posteriore e le cover dei coperchi frizione e alternatore di colore nero.  Gli pneumatici Pirelli Scorpion Rally, con cui la moto &egrave; equipaggiata di serie, nelle misure 120/70 R19 anteriore e 170/60 R17 posteriore sono idonei nell&rsquo;uso fuoristrada e promettono prestazioni elevate anche su asfalto.  Altri particolari della versione Pro sono i bull bar Ducati Performance by Touratech con luci a LED, il plexiglass basso, per la guida in piedi in fuoristrada e lo scarico omologato Ducati Performance by Termignoni (rispetta i requisiti omologativi dei paesi UE).  Testata e sviluppata nelle condizioni pi&ugrave; estreme, la Multistrada 1200 Enduro Pro sfrutta l&rsquo;ottimo e resistente telaio della Multistrada 1200 Enduro. Il motore &egrave; il gi&agrave; Ducati Testastretta DVT (Desmodromic Variable Timing) da 152 cavalli omologato Euro 4.  Sulla Multistrada 1200 Enduro Pro vengono mantenuti i quattro Riding Mode: Enduro, Touring, Sport e Urban.  La Multistrada 1200 Enduro Pro &egrave; dotata di ABS Cornering, Cornering Lights (DCL), Ducati Traction Control (DTC), Ducati Wheelie Control (DWC) e le sospensioni semi-attive Ducati Skyhook Suspension (DSS) Evolution con escursioni delle ruote di 200 mm, oltre al sistema di assistenza alla partenza in salita Vehicle Hold Control (VHC).  Viene proposta di serie con il controllo elettronico della velocit&agrave; e il modulo Bluetooth che tramite il Ducati Multimedia System (DMS) consente di connettere la moto con lo smartphone e di gestirne le funzionalit&agrave; multimediali pi&ugrave; importanti (ricezione telefonate, notifica sms, ascolto musica) attraverso i pulsanti al manubrio e visualizzandone le informazioni sul dashboard TFT.  La Multistrada 1200 Enduro Pro arriver&agrave; nei concessionari italiani i primi di luglio al prezzo di &euro; 22.990 fc.   Dotazioni di serie   Motore Ducati Testastretta DVT  Inertial Measurement Unit (IMU) Bosch  Impianto frenante Bosch-Brembo ABS 9.1ME Cornering  Electronic cruise control  Riding Mode  Ducati Multimedia System (DMS)  Ride-by-Wire Power Mode (PM)  Ducati Wheelie Control (DWC)  Ducati Traction Control (DTC)  Vehicle Hold Control (VHC)  Sospensioni elettroniche semi-attive Sachs (anteriore e posteriore): Sistema Ducati Skyhook Suspension (DSS) Evolution  Faro anteriore full LED con Ducati Cornering Lights (DCL)  Cruscotto con schermo full-TFT a colori da 5&rdquo;  Cavalletto centrale  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp;  &nbsp; 

La nuova globetrotter ha una nuova livrea, pneumatici sviluppati anche per l&#39;uso offroad e accessori per le strade meno battute. Arriver&agrave; a luglio

Ducati sempre pi&ugrave; &quot;offroad&quot;: ecco la Multistrada 1200 Enduro Pro

        La Ducati Multistrada guidata dell&rsquo;inglese Hugo Wilson &egrave; arrivata all&rsquo;Isola di Man. Il nuovo globetrotter ha 54 anni, editore di riviste di motociclismo, ha viaggiato in moto in lungo e in largo per l'Europa e intorno al Mediterraneo. Scrittore e fotografo, Wilson si &egrave; appassionato alle due ruote all&rsquo;et&agrave; di 10 anni. &ldquo;Quando ho visto per la prima volta la Ducati di mio cugino &egrave; stato amore a prima vista!&rdquo; racconta il globetrotter &nbsp;E quando ho finalmente comprato la mia prima moto era ovviamente una Rossa&hellip; Una Ducati &egrave; per sempre&rdquo;. Hugo Wilson ha fatto varie soste, ha visitato Silverstone dove il mitico campione Mike Hailwood nel 1960 vinse due gare nello stesso giorno e in due classi diverse, ma sempre su una Ducati. Meta successiva del sesto globetrotter &egrave; stata la citt&agrave; di Donington, in UK, dove il 3 aprile 1988 si disput&ograve; la prima gara in assoluto del mondiale Superbike, vinta da Marco Lucchinelli sulla neonata 851 SBK. Destinazione ultima della sesta tappa di Globetrotter 90&deg; &egrave; stata infine, l'Isola di Man dove c&rsquo;&egrave; stata la pi&ugrave; bella vittoria di Mike Hailwood, quella del Tourist Trophy il 2 giugno 1978 sulla Ducati 900 SS TT IOM. &ldquo;Il mio contributo per il chilometraggio totale del progetto Globetrotter ammonta solo a 1.605,75 miglia che per la maggior parte ho percorso su autostrade&rdquo;, ha detto Hugo Wilson al suo arrivo. &ldquo;Fortunatamente le ultime 37,73 miglia hanno compensato la monotonia di gran parte delle precedenti 1.568,02 miglia. Un giro del percorso TT &egrave; stato interessante, anche a dicembre".  &nbsp;&ldquo;Io non sono un esperto di The Mountain Course ma ho guidato qui un sacco di volte. Ci sono stato 15 volte, mi pare, e credo di conoscere l'isola abbastanza bene". &ldquo;Una delle mie cose preferite dell'isola &egrave; la vista dall'alto della montagna in una giornata limpida. &Egrave; stato bello avere potuto mostrare queste cose a Timo Schaefer, che porter&agrave; la Ducati in Italia. Non era mai stato sull'Isola di Man, ma ha promesso che torner&agrave; per il TT l&rsquo;anno prossimo&rdquo;. Dopo la cerimonia della consegna della fiaccola Timo Schaefer &egrave; subito partito alla volta di Bologna per l&rsquo;ultima tappa di questo straordinario viaggio intorno al mondo.       

Il giro del mondo dei sette motociclisti iniziato da Borgo Panigale il 4 luglio scorso volge al termine: la fiaccola &egrave; ripartita alla volta di Bologna.

Ducati Globetrotter 90°: dall'Isola di Man verso Bologna

        Si &egrave; conclusa con successo la quarta tappa del viaggio intorno al mondo in sella alla Multistrada 1200 Enduro. Il brasiliano Eduardo Generali ha percorso 5.300 km attraverso il West degli Stati Uniti, &egrave; arrivato a Indianapolis passando la fiaccola Globetrotter 90&deg; a Steve Fraser che, continuer&agrave; il &ldquo;coast to coast&rdquo; dall&rsquo;Indiana fino a New York. Una tappa entusiasmante, quella affrontata dal globetrotter brasiliano Eduardo Generali che, in 17 giorni ha&nbsp;documentato il viaggio negli USA catturando immagini e sensazioni dalla telecamera montata sulla fiaccola Globetrotter 90&deg; e raccontando la sua esperienza attraverso il diario online, costantemente aggiornato sul sito ufficiale www.globetrotter90.ducati.com. Eduardo ha definito il suo viaggio &ldquo;un&rsquo;emozione unica&rdquo;. Il globetrotter brasiliano ha toccato localit&agrave; mitiche e, al tempo stesso, storiche per Ducati. &Egrave; entrato con la moto nel leggendario circuito di Laguna Seca affrontando il famoso Cavatappi, ovvero la spettacolare &ldquo;esse&rdquo; in discesa che ha visto scrivere pagine indimenticabili della storia motociclistica e della Ducati. Un circuito dove Marco Lucchinelli, nel 1986, conquist&ograve; la prima vittoria italiana nel campionato AMA, da cui nacque la serie celebrativa 750 F1 Laguna Seca. E ancora, nel 1995 e nel 1998, le gare vinte in Superbike da Troy Corser, poi John Kocinski nel 1996 e nel 1999 Anthony Gobert, Ben Bostrom nel 2001, Troy Bayliss nel 2002 e nel 2003 Pierfrancesco Chili e Rub&eacute;n Xaus. Anche la MotoGP Ducati &egrave; stata protagonista in questo circuito, basti pensare alla vittoria di Casey Stoner che nel 2007 si aggiudic&ograve; la gara americana, preludio al trionfo finale di una stagione che vide la Desmosedici GP07 conquistare il titolo mondiale. Ultimo ricordo indelebile di questa pista &egrave; la doppietta del 2015 quando Chaz Davies si aggiudic&ograve; entrambe le gare Superbike con la Panigale R.&nbsp; Eduardo ha visitato il nuovo museo di Robb Talbott nella Carmel Valley dove sono esposte molte Ducati, di cui alcune davvero speciali come la &ldquo;60 Sport&rdquo; del 1950 e la &ldquo;125 cm3 Gran Sport&rdquo; del 1951. Lasciata la Carmel Valley il brasiliano ha raggiunto Los Angeles dove ha incontrato il padre Ricardo, che ha voluto unirsi al viaggio del suo &ldquo;ragazzo&rdquo; attraversando insieme il deserto del Mojave per poi raggiungere la Death Valley. Panorami mozzafiato e strade bellissime, che hanno permesso di passare il Grand Canyon, la Monument Valley e la Valley of the Gods nello Utah guidando spesso la Multistrada 1200 Enduro in off-road per poi raggiungere le Backcountry Routes, lo spettacolare itinerario del Colorado. Salite, discese, sabbia, ghiaia e rocce; dopo i passi di Ophir, Cumberland e Cottonwood, circondato da cime innevate, Eduardo ha raggiunto Colorado Springs dove ha guidato sulla strada che porta al Pikes Peak. Qui si svolge la cronoscalata pi&ugrave; celebre degli USA, quella &ldquo;corsa verso le nuvole&rdquo; che Ducati ha vinto per tre volte consecutive dal 2011 al 2013 e a cui &egrave; dedicata l&rsquo;omonima versione della Multistrada 1200. Raggiunta Denver, Eduardo ha salutato il padre e ha proseguito da solo lungo le solitarie highways che solcano le grandi pianure. Kansas, Missouri, Illinois, infine l'Indiana e Indianapolis dove si trova il circuito pi&ugrave; famoso del mondo e dove l'americano Nicky Hayden, nel 2009, conquist&ograve; il suo primo podio MotoGP con Ducati. Qui, nel tempio dei motori, il testimone &egrave; passato al quinto globetrotter: l'australiano Steve Fraser. Ha 50 anni e si descrive come un &ldquo;fotografo professionista e avventuriero&rdquo;.&nbsp;Da Indianapolis, Steve viagger&agrave; verso Cincinnati e poi Birmingham per incontrare due collezionisti che possiedono autentiche rarit&agrave; Ducati. Quindi una lunga cavalcata fino al circuito di Daytona, in Florida per poi arrivare a New York. L&rsquo;avventura si pu&ograve; seguire sul sito ufficiale www.globetrotter90.ducati.com       

Il brasiliano Eduardo Generali ha viaggiato da San Francisco a Indianapolis. La fiaccola passa all'australiano Steve Fraser che punta a New York

Ducati Globetrotter 90°: arrivo a Indianapolis

Prosegue il viaggio intorno al mondo in sella alla Multistrada 1200 Enduro nei luoghi e sulle strade simbolo dei primi novant&rsquo;anni di storia Ducati. La fiaccola, partita da Borgo Panigale il 4 luglio scorso &egrave; giunta a Mosca con l&#39;indiano Vir Nakai, ha proseguito con il francese Laurent &ldquo;Lolo&rdquo; Cochet fino a Vladivostok, che l&rsquo;ha consegnata alla belga Jessica Leyne, l&#39;unica donna di Globetrotter 90 (leggi qui)  Adesso Jessica Leyne&nbsp;&egrave; arrivata a San Francisco ed ha consegnato al prossimo Globetrotter Eduardo Generali l&rsquo;ormai &ldquo;celebre&rdquo; testimone, creato dal Ducati Design Center e dotato di telecamera per condividere il diario di viaggio su globetrotter90.ducati.com    Un grande successo per Jessica Leyne, 27enne originaria delle Fiandre Occidentali, insegnante di matematica e web designer che nelle isole nipponiche ha vissuto un&#39;altra delle sue avventure di cui essere fiera. Gi&agrave; in passato durante i viaggi fra Norvegia e Romania, Slovacchia e Italia, gli ostacoli non l&rsquo;hanno fermata: n&eacute; la visiera congelata o il fango fino alla sella e neppure un polso fratturato. In Giappone si &egrave; trovata a dover affrontare anche il tifone Malakas che purtroppo, dopo aver dissestato il Sud della Cina, ha flagellato Taiwan e l&#39;arcipelago nipponico con raffiche di vento fino a 160 km/h provocando anche inondazioni. Ma Jessica, con la sua esile corporatura (&egrave; alta appena un metro e 62 centimetri), ha deciso coraggiosamente di continuare il suo viaggio in sella alla Multistrada 1200 Enduro ed &egrave; stata appena rallentata dal tifone nella sua attraversata del Sol Levante.  Jessica &egrave; partita da Tokio il 17 settembre e ha percorso le strade del monte Fuji, il vulcano che domina la metropoli da 35 milioni di abitanti. Poi verso Kiushu nel Sud del Giappone, dove si trova il museo di Hiroaki Iwashita, in cui &egrave; esposto l&rsquo;unico prototipo ancora esistente al mondo della Ducati Apollo: la prima maximoto progettata a Borgo Panigale da 1.257 cm3 e per la prima volta con due cilindri a elle di 90&deg;, da allora uno dei segni distintivi di Ducati. Jessica ha poi proseguito il viaggio fermandosi nel circuito di Motegi che rester&agrave; memorabile per Ducati. Nel 2007 il Twin Ring &egrave; stato teatro della grande vittoria in MotoGP per Ducati. Infatti, il pilota australiano Casey Stoner dopo ben 10 gare vinte in campionato con un semplice sesto posto ha ottenuto qui il titolo mondiale. Ma non solo, a vincere quella corsa fu l&rsquo;altra Desmosedici, guidata da Loris Capirossi, un ricordo indelebile per tutti gli appassionati. Dopo Motegi, Jessica &egrave; stata in un altro circuito pieno di gloria Ducati: lo Sportsland di Sugo. Qui Carl Fogarty nel 1998 vinse la gara decisiva per conquistare il suo terzo titolo mondiale Superbike, il settimo per Ducati, in un avvincente finale di stagione contro Aaron Slight. Del resto, fra il 1990 e il 1998 le rosse bicilindriche hanno dominato anche con Raymond Roche e Doug Polen.  Il viaggio di Jessica &egrave; stato pieno di emozioni, come lei stessa ha raccontato in diretta. Nell&#39;isola di Kinki ha visto le celebri &ldquo;Meotoiwa&rdquo;, ovvero le &ldquo;rocce moglie e marito&rdquo;, simbolo dell&#39;amore. Suggestivo il contrasto della modernissima Osaka con le foreste e le spiagge bianche incontrate nel suo percorso e con il tradizionale castello nel centrale distretto cittadino di Ch??-ku. &ldquo;Un bell&#39;esempio di come l&#39;antico possa vivere nel moderno&rdquo;, ha raccontato la Globetrotter. Una volta rientrata a Tokio, &ldquo;Jess&rdquo; ha attraversato il Pacifico arrivando a San Francisco per incontrare il 5 ottobre il brasiliano Eduardo Generali e consegnargli moto e testimone.  Ora Eduardo Generali &egrave; partito alla volta di Indianapolis: il brasiliano percorrer&agrave; 3.900 km in 13 giorni documentati in tempo reale grazie alla fiaccola Globetrotter.  Ha 28 anni, &egrave; istruttore di guida e fa la guida turistica. Viene da Itu, nello Stato di San Paolo e la passione per le due ruote gli &egrave; stata trasmessa dal padre. Percorrer&agrave; le strade degli Stati Uniti occidentali, dalla California all&rsquo;Indiana nel Midwest. Visiter&agrave; circuiti leggendari come Laguna Seca e percorsi avventurosi come Pikes Peak nelle montagne del Colorado, la celebre &ldquo;corsa verso le nuvole&rdquo; che Ducati ha vinto per tre volte consecutive dal 2011 al 2013.  Mancano ancora quattro tappe per raggiungere la meta dei 30.000 km dell&rsquo;avventura Globetrotter 90&deg;. 

La belga Jessica Leyne, unica donna del tour, ha portato la fiaccola dal Giappone negli USA ed &egrave; passata al brasiliano Eduardo Generali che percorrer&agrave; 3.900 chilometri in 13 giorni fino ad Indianapolis

Ducati Globetrotter 90&deg;: la fiaccola &egrave; negli USA

Il giro del mondo Ducati, partito a luglio da Borgo Panigale ha vissuto il suo primo scambio di fiaccola dopo 3.850 km in sella a una Multistrada 1200 Enduro: l&#39;indiano Vir Nakai, primo tedoforo selezionato tra gli oltre 3.000 ducatisti che hanno chiesto di partecipare all&#39;impresa, &egrave; arrivato a Mosca dove ha scambiato la moto e la fiaccola simbolo dell&#39;azienda emiliana con il francese Laurent Cochet. Quest&rsquo;ultimo &egrave; partito per un viaggio di 9.100 km in sella sempre alla stessa Multistrada, percorrendo l&#39;impegnativa Transiberiana sino a Vladivostock, dove ha incontrato il terzo Globetrotter. In totale sono sette i partecipanti alla sfida che prevede una percorrenza di 30.000 km, sempre alla guida della stessa moto.  &ldquo;A Vladivostock &egrave; finito il mio viaggio bellissimo&rdquo;, ha detto Cochet. &ldquo;Non riesco a smettere di zoomare sul GPS per vedere il viaggio completo che ho fatto e non riesco a crederci. 12.000 chilometri in 19 giorni, &egrave; enorme. Qui nessuno riesce a credere che io vengo da Mosca. E mi mancher&agrave; tutto questo che ho vissuto qui. La gente favolosa, le buche nell&rsquo;asfalto, le strade rettilinee lungo la Transiberiana, i paesaggi, a volte monotoni a volte incredibili, il modo di guidare.  &ldquo;Confesso che a volte ho abusato di fiducia nella Multistrada. La moto ha ora 21.441 chilometri in totale. A circa 14.000 chilometri, ho visto un messaggio sul cruscotto che diceva &laquo;olio service&raquo; il che significava che l&rsquo;olio doveva essere sostituito. Non ho potuto farlo perch&eacute; non c&#39;erano officine sulla mia strada. Ho trovato dell&rsquo;olio, ma di scarsa qualit&agrave; e ho deciso di continuare cos&igrave;. In totale pi&ugrave; 11.997 senza cambio dell&#39;olio! Ho aggiunto solo 200 ml di olio nel motore a met&agrave; strada. Ho registrato solo la tensione della catena posteriore e cambiato un pneumatico&rdquo;.  Tutto &egrave; pronto per la terza tappa: sono sette i partecipanti alla sfida che prevede una percorrenza di 30.000 km, sempre alla guida della medesima moto.  Giro del Mondo in Multistrada, la partenza 

A Vladivostock la seconda tappa del giro del mondo partito da Borgo Panigale in sella a una Multistrada 1200 Enduro

Giro del Mondo Ducati, da Mosca a Vladivostock

Il video del campione del mondo Ducati mentre prova la Multistrada 1200 Enduro sugli sterrati dei colli bolognesi.&quot;Sembra un giocattolo&quot;, dice l&#39;australiano.

Stoner: "La Multistrada 1200 Enduro non ha limiti"

Di ritorno dal circuito del Mugello, Casey Stoner, il primo - e per ora unico - pilota ad essersi laureato campione del mondo della MotoGP su Ducati, ha provato la nuova maxi-enduro Ducati Multistrada 1200. L&#39;australiano si &egrave; cimentato su percorso su strada e in off-road sulle colline che circondano Bologna. Un tragitto bello e divertente, a tratti anche impegnativo, che ha permesso all&rsquo;australiano di saggiare le doti della moto.  &ldquo;Mi piace moltissimo!&rdquo;, ha detto Casey Stoner appena sceso dalla Multistrada 1200 Enduro. &ldquo;La posizione di guida offerta da questa moto &egrave; quasi migliore di quella delle off-road. Quando guidi la Multistrada 1200 Enduro non ti stanchi; sugli sterrati pieni di buche o anche su vere e proprie pietraie questa moto &egrave; incredibilmente stabile.   &quot;Il peso aiuta a renderla stabile come succede con tutte le moto di questa stazza ma, a differenza delle altre, la Multistrada 1200 Enduro sembra un giocattolo in ogni situazione&quot;, aggiunge Stoner. &quot;Quando vuoi cambiare traiettoria, la moto risponde facilmente e con precisione. Sembra grande quando la guardi, ma poi guidandola la sensazione non &egrave; cos&igrave;. E&#39; una moto davvero speciale e non ha limiti. Con la Multistrada 1200 Enduro ti puoi divertire sia sulla strada&nbsp;sia sullo sterrato, e puoi trasportare tanti bagagli quando fai i lunghi viaggi. E&#39; la migliore soluzione per molte situazioni diverse e puoi anche portare la famiglia con te. Sono rimasto davvero impressionato&rdquo;. 

&quot;Non ti stanchi: sugli sterrati pieni di buche o anche su vere e proprie pietraie questa moto &egrave; incredibilmente stabile&quot;, dice Stoner.

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