Siamo alle fasi finali della costruzione&nbsp;della nostra special. La prossima&nbsp;settimana&nbsp;sar&agrave; svelata all&rsquo;EICMA.

In Moto Lab, la nostra special (pt. 6): scelte definitive

Manca poco&nbsp;alla presentazione della moto, a EICMA. Siamo alle fasi finali, quelle pi&ugrave; intense, perch&eacute; le ipotesi si scontrano con il tempo a disposizione e quindi le scelte diventano definitive. Cominceremo&nbsp;con le lavorazioni delle parti in metallo, lucidature, micropallinature e anodizzazioni realizzate dalla Lim di Budrio (BO). Il forcellone, che aveva sub&igrave;to il trapianto di attacco ammortizzatore da inferiore a superiore, &egrave; stato magistralmente lucidato insieme ai carter motore, portatarga ed altre parti in alluminio, mentre le piastre di sterzo speciali, allargate per permettere il montaggio di una pinza superbike con le ruote a raggi, hanno ricevuto una nuova anodizzazione.&nbsp;  LEVIGATURA E STUCCATURA&nbsp;- Per levigare superfici piane di dimensioni importanti alla Lim utilizzano una levigatrice a nastro enorme ed affinch&eacute; i pezzi non vengano letteralmente sparati dall&rsquo;azione della carta vetrata si provvede ad avvitare gli oggetti al piano di lavorazione. Per le parti prototipate in stampa 3D l&rsquo;incarico di stuccare, levigare e infine verniciare ad arte il tutto &egrave;&nbsp;stato affidato alla Lucky7 di Bologna, un&rsquo;azienda nota agli addetti ai lavori per l&rsquo;esperienza e la qualit&agrave;, testata anche sui circuiti del motomondiale. La trasmissione finale &egrave; stata fatta dalla Sitta di Mirandola: spesso i dettagli fanno la differenza e gli smussi fresati che caratterizzano la corona della nostra special rientrano certamente fra questi.  IL CONTRIBUTO DI TACITA - Anche Tacita ha dato il suo supporto contribuendo alle fasi finali con componenti speciali e mani esperte. Menzione d&rsquo;onore per l&rsquo;incredibile bellezza e tecnologia dei loro prodotti va ad Andreani. Hanno realizzato appositamente per le nuove specifiche un monoammortizzatore posteriore che rasenta l&rsquo;arte per quanto &egrave; ben fatto. Dopo l&rsquo;EICMA la special passer&agrave; alla fase &ldquo;on the road&rdquo; e lo sviluppo della ciclistica passer&agrave; anche da questi componenti. In parallelo al montaggio finale avviene anche quello virtuale (il lavoro che c&rsquo;&egrave; dietro per&ograve; &egrave; molto reale), perch&eacute; grazie a Studio Evil di Bologna e alla mia propensione alla tecnologia abbiamo realizzato un&rsquo;interfaccia VR utilizzando la tecnologia Unity3d e Htc Vive.  REALE E VIRTUALE -&nbsp;In pratica, presso lo stand In Moto ad EICMA, sar&agrave; possibile vedere in realt&agrave; virtuale la moto a grandezza reale, girarci attorno, personalizzarne i colori e customizzare le finiture. Abbiamo provato la beta della simulazione&nbsp;ed &egrave; stato emozionante! Gi&agrave; ci vediamo a sviluppare i nuovi progetti utilizzando questa tecnologia anche in fase creativa: si potrebbero confrontare diverse linee &ldquo;dal vero&rdquo; e magari intervenire direttamente sul modello virtuale con azioni di modifica. Sembra il futuro, invece &egrave; il presente. Ora torniamo&nbsp;in officina.&nbsp;Stiamo lavorando all&rsquo;impianto luci, una sorpresa che ho deciso di non svelarvi ancora perch&eacute; le forme sono il corpo ma lo sguardo &egrave; l&rsquo;anima. Nel prossimo numero vedrete il risultato di questi mesi di lavoro, nel primo articolo avevo scritto che sarebbe dovuto essere tutto all&rsquo;insegna del &ldquo;made with attitude&rdquo;, innovazione, emozioni e qualit&agrave;... Ci direte voi se ci siamo riusciti. 

Manca poco alla presentazione&nbsp;della moto ad EICMA&nbsp;e ogni pezzo della nostra Tacita&nbsp;&egrave; sottoposto alle cure degli appositi specialisti...

In Moto Lab, la nostra special (pt. 5): la ruota gira

Durante le ferie estive il nostro progetto non si &egrave; certo interrotto, anzi la nostra special ha viaggiato su e gi&ugrave; per l&rsquo;Italia &ldquo;andando a visitare&rdquo; i vari fornitori ed esperti artigiani che con il loro lavoro stanno trasformando in realt&agrave; questo progetto. &Egrave; bello vedere l&rsquo;energia di tutti confluire nella realizzazione della moto e posso certamente affermare, gi&agrave; da adesso, che il risultato sar&agrave; all&rsquo;altezza delle mie pi&ugrave; rosee aspettative. Dopo la stampa 3D vista la scorsa puntata, in questo numero i protagonisti sono molti.&nbsp;  LE RUOTE - Comincer&ograve; dalle ruote e dai dischi freno realizzati appositamente dalla CLF di Franco Giangrasso, noto gi&agrave; negli anni Novanta per aver progettato con Carlo Talamo molti pezzi speciali per Harley-Davidson. La moda e il design sono a mio avviso aspetti secondari alla funzione per questa ragione, alle &ldquo;misure inusuali&rdquo; e spesso anacronistiche delle tendenze caf&eacute; racer, ho preferito moderne coperture stradali di 17 pollici che, per inerzia e prestazioni, sono il meglio che ci sia. Franco ha quindi realizzato delle bellissime ruote a raggi con mozzi ricavati dal pieno da lui progettati, conditi dagli esclusivi cerchi con trattamento tubeless. Anche i dischi freno a margherita, di 320 mm &Oslash; per il singolo anteriore e 240 mm &Oslash; al posteriore, sono un&rsquo;esclusiva CLF, e sono stati appositamente pensati per il nostro progetto.  TELAIO IN ACCIAIO - Veniamo ora al telaio: per alleggerire la zona sottosella &egrave; stato necessario riposizionare l&rsquo;inverter sotto la moto e per fare ci&ograve; &egrave; stato eliminato il sistema a leveraggi in favore di una pi&ugrave; semplice sospensione diretta. Il telaio in acciaio &egrave; stato tagliato e ricostruito dalle abili mani di Jacopo della Speed Demon di Bologna, mentre il difficile lavoro sul forcellone in alluminio (spostamento da inferiore a superiore e arretramento dell&rsquo;attacco sospensione) &egrave; stato realizzato presso la BL Italia di Gradara che ha anche realizzato l&rsquo;esclusivo portatarga &ldquo;da ruota&rdquo; sempre in lega d&rsquo;alluminio.  SELLA E PEDANE - Mentre scrivo anche Andrea di RSA &egrave; all&rsquo;opera per realizzare la sella definitiva, forse una delle parti pi&ugrave; &ldquo;special&rdquo; viste le misure e la forma. Menzione d&rsquo;onore a Fabrizio e Stefano di Lightech per aver creato le pedane (completamente ricavate dal pieno) pi&ugrave; belle che abbia mai visto e per aver &ldquo;nutrito&rdquo; il prototipo di tante parti speciali da far venire l&rsquo;acquolina a qualsiasi motociclista. Naturalmente durante tutti questi processi Marco Bezzi ha ridotto la moto a un ammasso di singoli pezzi da smistare ai vari reparti, suo a breve sar&agrave; il compito di riassemblare la moto e di forgiare con lo spirito di un monaco l&rsquo;anima della meccanica.  FIBRE COMPOSITE - Per quanto mi riguarda posso dirvi che non mi sono risparmiato, sporcandomi le mani in una delle pratiche pi&ugrave; moleste nella costruzione di un qualsiasicomponente custom, le fibre composite. Ho resinato fibra di carbonio e di vetro che poi ho levigato, giorni spesi con la maschera a consolidare e perfezionare i pezzi stampati in 3D per prepararli alla verniciatura. Ecco, la verniciatura: sul prossimo numero conosceremo Fabrizio di Lucky7 per poi addentrarci nel difficile sviluppo dell&rsquo;impianto luci e delle ultime lavorazioni prima dell&rsquo;EICMA. 

La quarta puntata di In Moto Lab &egrave; dedicata alla fase creativa e alla realizzazione del pezzo tramite stampa 3D. La moto prende forma...

In Moto Lab, la nostra special (pt. 4): dal monitor alla realtà

&nbsp;  Sulla scorsa puntata (la terza) di In Moto Lab&nbsp;eravamo rimasti alla nuvola di punti, una &ldquo;massa digitale&rdquo; composta da centinaia di migliaia di poligoni. &Egrave; da questo file tridimensionale che comincia la seconda fase della modellazione, questa volta dentro al computer. Usando come riferimento la nuvola di punti si producono a mano dei poligoni che descrivono le forme in maniera strutturale e pulita: uso il termine pulita perch&eacute; la precisione con cui il laser acquisisce le forme &egrave; tale che, zoomando, si possono vedere anche le impronte digitali impresse dalle dita sulla plastilina. Quando tutti i poligoni strutturali sono stati posizionati il modello appare tutto a spigoli vivi.&nbsp;  LA FASE CREATIVA - La fase successiva &egrave; forse la pi&ugrave; creativa, infatti oltre a parametri numerici che definiscono i raggi di raccordo fra i poligoni, &egrave; possibile anche intervenire con vere e proprie deformazioni vettoriali. Se con &ldquo;deformazioni vettoriali&rdquo; ho perso la vostra attenzione non dovete preoccuparvi, anche io al liceo facevo fatica con le equazioni. Per fortuna i software di oggi non fanno compiti in classe e sebbene non siano facili da usare, tutto quello che riguarda gli aspetti matematici viene gestito automaticamente dal computer: diciamo che &ldquo;pigiando e tirando lineette&rdquo; sul monitor si modificano le forme e si arrotondano gli spigoli. Queste azioni sono effettuate con uno specifico &ldquo;3D mouse&rdquo;, che assomiglia molto ad un volume dello stereo circondato da tasti, con cui diventa facile ruotare l&rsquo;immagine a monitor e selezionare le funzioni. Anche la struttura del telaio viene inserita nel file della moto, in questo modo i punti di ancoraggio vengono posizionati correttamente.  LA REALIZZAZIONE DEL PEZZO - Approvata la forma a monitor si passa alla realizzazione del pezzo. La stampa 3D &egrave; certamente una delle pi&ugrave; incredibili rivoluzioni tecnologiche in atto. Quando guardo una moderna stampante ad estrusore penso alla mia prima Epson in bianco e nero a 8 aghi e a quanto tempo serviva per stampare un foglio A4 (ronzio incluso): sono certo che fra 10 anni la stampa 3D sar&agrave; in ogni casa e produrr&agrave; la maggior parte dei nostri oggetti. Frequentando in questi giorni Juno Design ho avuto modo di scoprire cosa ha in serbo il futuro della stampa 3D: ho visto delle lavorazioni in metallo cos&igrave; minute e dettagliate da esaltarmi, ad esempio una turbina a 100 pale non pi&ugrave; grande di 1,5 cm di diametro, pale pi&ugrave; sottili di una lama da rasoio!  STAMPA 3D - Per realizzare i pezzi della nostra special abbiamo usato sia delle Makerbot sdm (a filo), sia la pi&ugrave; avanzata Objet Connex3 con tecnologia polyjet, una specie di stampante a getto di inchiostro che lavora a strati e permette di creare oggetti dai colori brillanti con densit&agrave; ed elasticit&agrave; variabile, rigidi, flessibili, trasparenti e durevoli. Quello che succede dopo ha dell&rsquo;incredibile, nel giro di qualche giorno le macchine producono i pezzi che possono essere montati con i dadi e i bulloni in metallo e svelano le forme simmetriche e perfettamente raccordate della carenatura e del telaio ausiliario. Dopo questo salto nel futuro, sul prossimo numero torneremo sulla terra per ricominciare a parlare di componenti e meccanica. 

In Moto Lab, la nostra special (pt. 4): dal monitor alla realt&agrave;

Oggigiorno i programmi 3D permettono di sviluppare direttamente a monitor qualunque forma, in teoria la moderazione manuale potrebbe essere soppiantata e gi&agrave; molte aziende motociclistiche producono (principalmente componenti) senza passare dalla modellazione manuale. Ma la forma nasce solo dalla vista? Sinceramente credo di no, nessun guanto o esoscheletro digitale &egrave; ancora in grado di riprodurre la meravigliosa capacit&agrave; delle mani e delle dita di manipolare i materiali morbidi come la creta. Preferiresti guardare Angelina Jolie in bikini sul tuo monitor o toccarla dal vero ma ad occhi chiusi? Per questa ragione preferisco fidarmi molto anche delle mani e mentre lavoro impasto, stendo, a volte spiaccico... poi accarezzo, taglio e alla fine liscio.&nbsp;    SOSTANZA MATERICA A DUE RUOTE - Costruire le forme con le mani aiuta a nutrire il progetto di &ldquo;sostanza materica&rdquo;, un&rsquo;arte antica che racchiude la storia degli uomini fin dai primi vasari. Nelle foto di questo mese potete vedere il design prendere forma. Generalmente non rifinisco molto le superfici e mi concentro fino all&rsquo;ultimo sulle linee di massima, successivamente saranno digitalizzate e quindi anche definite nel dettaglio. La struttura del telaio reggisella e? stata una delle zone piu? complesse, la forma ispirata ai rami di un albero ha ricevuto vari step di sviluppo.    FERRO PIEGATO E SCHIUMA - Per supportare il materiale piuttosto morbido (plastilina) ho usato una comunissima fettuccia metallica unita con vari bulloni, in questo modo e? stato possibile costruire rapidamente forme simmetriche ed elementi a sbalzo come i fianchetti anteriori. Per dare forma e dettaglio alla plastilina oltre alle dita uso un filo di ferro piegato in varie forme a seconda dei raccordi da fare e la lama di un taglierino per le linee piu? dritte. Per la sella e? stata usata una tecnica diversa, abbinando alla gommapiuma della schiuma poliuretanica, in questo modo l&rsquo;insieme e? piu? leggero ed e? stato possibile rimuoverlo per completare le varie parti del telaio e del sottosella.    NUVOLA DI PUNTI - La fase di modellazione termina con la scansione 3D. Questo procedimento, realizzato presso Juno Design a Bologna, congela il progetto. Un puntatore collegato a un braccio mobile &ldquo;spara&rdquo; una strip laser che acquisisce con una precisione disarmante tutte le forme e un&rsquo;immagine 3D, detta nuvola di punti, prende vita dentro lo schermo. Da questo momento in poi i computer e l&rsquo;esperienza delle persone che li utilizzeranno prenderanno molto della scena, e? gia? dal prossimo numero di In Moto vi faro? vedere che ci sara? da divertirsi. 

Con il disegno si visualizzano le idee, con la modellazione le idee prendono forma. E la nostra Tacita elettrica si concretizza

InMotoLab, la nostra Special (pt. 3): usiamo le mani

Come nascono le idee? Nel mio caso (credo sia cos&igrave; per tutti) scaturiscono da sole come i sogni&hellip; e come direbbe Vasco l&rsquo;importante &egrave; scriverle prima che svaniscano&hellip; io le disegno. Il design di questa moto nasce dalla musica, un elemento intangibile eppure in grado di modificare le nostre emo- zioni. Forse vi aspettavate che par- lassi di rapporti di coppia e chiavi dinamometriche, ma per me anche la meccanica di una moto e? soprattutto emozione.    TRE PUNTI CHIAVE - Nelle immagini potete vedere quasi tutto lo spirito del progetto, gli schizzi del design sviluppato sulla matematica della T-Race di Tacita mostrano i tre punti chiave del progetto. Prima di tutto la sella, che non sara? un sedile ma un elemento sinuoso in pelle losangata che scorrera? lungo tutta la moto unendo il cannotto di sterzo all&rsquo;apice posteriore. La sua forma ricorda uno strumento con la cassa armonica e il manico, anche se vi confido che mentre la sviluppavo ho pensato molto a Le Violon d&rsquo;Ingres di Man Ray...  IL TELAIO AUSILIARIO - Poi c&rsquo;e? il telaio posteriore, che forse andrebbe chiamato telaio &ldquo;ausiliario&rdquo;. Realizzato in traliccio tubolare, si intreccia come i rami di un albero sotto la zona della sella e oltre al pilota e al passeggero sosterra? anche le valigie. Svolta questa funzione portante, due travi si protraggono lungo la sella verso il cannotto di sterzo per poi aprirsi come costole e &ldquo;trapassare&rdquo; la carenatura mutando la funzione portante in rollbar di protezione dagli urti per gli accumulatori. Anche se esteticamente unito, questo telaio sara? diviso con giunti flessibili permettendo una facile sostituzione degli elementi in caso di cadute.&nbsp;    UNA MANTIDE - Infine la carenatura a &ldquo;lame&rdquo; laterali. La forma di questi elementi ricorda vagamente la postura della mantide religiosa ma nasce soprattutto per creare un&rsquo;area di contatto progressiva con le gambe del pilota anche nell&rsquo;uso in piedi: infatti ho deciso di non abbassare il cannotto di sterzo originale e nemmeno le pedane del modello cross saranno riposizionate. Questo significa che nella guida in piedi la moto avra? l&rsquo;ergonomia di una fuoristradista pura, dopotutto con un mezzo elettrico i parchi naturali e le strade bianche diventeranno luoghi prediletti e acconsentiti... meglio trovarsi pronti a scoprire il gusto dello sterrato con tutta la spinta del brushless asincrono trifase da oltre 50kW! 

Il progetto della nostra special su base Tacita entra nella fase operativa. Facendoci ispirare dalla musica, abbiamo cominciato a disegnare...

In Moto Lab, la nostra Special (pt.2): come un violino

In Moto Lab: foto

In Moto Lab &egrave; nato nello scorso giugno. &Egrave; un progetto ambizioso, per provare a sviluppare e costruire un veicolo innovativo che si distinguer&agrave; nel design e, perch&eacute; no, anche nell&rsquo;ecologia. Il progetto &egrave; partito da una moto esistente che verr&agrave; stravolta con modifiche radicali, impiegando risorse e tecnologie degne di una &ldquo;mini&rdquo; factory. Le Case motociclistiche, con i limiti del caso, propongono cataloghi anche molto ricchi e diverse opzioni di personalizzazione, ma devono comunque seguire le mode e le necessit&agrave; pratiche. Per soddisfare una maggiore richiesta di unicit&agrave; si &egrave; sviluppato un fiorente mercato di moto custom, realizzate da esperti preparatori che lavorano sempre al limite della legalit&agrave; per i vincoli omologativi.  Per questo abbiamo deciso di &quot;sporcarci le mani&quot;, prendendo una moto per cambiarla completamente.&nbsp;Protagonista del progetto &egrave; Aldo De Giovanni, padre di Aero, concept studio dedicato allo sviluppo di moto innovative, che si avvale della collaborazione di realt&agrave; come Juno Design, Gaia Solution e Solid 3D printing e degli esperti di alluminio di Tectsra. La presentazione &egrave; al pubblico &egrave; avverr&agrave; sul palcoscenico pi&ugrave; importante del mondo due ruote: l&#39;edizione 2016 di Eicma.&nbsp;    La base di partenza &egrave; la Tacita T-Race (foto in basso), l&rsquo;unica moto elettrica che abbia mai partecipato a un rally nel deserto e l&rsquo;idea &egrave; quella di creare una special da usare tutti i giorni anche in citt&agrave;; una comoda bruciasemafori per divertirsi a breve e a medio raggio. Un ingrediente importante del progetto sar&agrave; la storia motociclistica del passato e il futuro, rimettendo il pilota al centro della scena. La special non dovr&agrave; essere troppo alta, sar&agrave; biposto con una buona seduta per il passeggero e la ciclistica sar&agrave; moderna: ruote stradali o semistradali, sospensioni e freni al top, trasmissione a catena e una bella spremuta di elettronica. Le lavorazioni saranno artigianali in alluminio, su un letto di scanner e stampa 3D, macchine utensile a 5 assi e infine materiali come avional, ergal e cromo-molibdeno.  Noi di InMoto stiamo seguendo passo dopo passo la nascita di questa nuova special: non perdete i prossimi aggiornamenti.    &nbsp; 

Sviluppare e costruire un veicolo innovativo che si distinguer&agrave; nel design e, perch&eacute; no, anche nell&rsquo;ecologia: ecco il progetto di&nbsp;Aldo De Giovanni che inMoto sta seguendo passo dopo passo

10 risultati per 'In Moto Lab'

In Moto Lab, la nostra special (pt. 6): scelte definitive

In Moto Lab, la nostra special (pt. 6): scelte definitive

In Moto Lab, la nostra special (pt. 5): la ruota gira

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In Moto Lab, la nostra special (pt. 4): dal monitor alla realtà

In Moto Lab, la nostra special (pt. 4): dal monitor alla realtà

InMotoLab, la nostra Special (pt. 3): usiamo le mani

In Moto Lab, la nostra Special (pt.2): come un violino

In Moto Lab: foto

In Moto Lab (pt.1): stiamo creando la nostra special