        &ldquo;Apprendiamo dalla lettura delle bozze che potrebbe essere approvata una norma che estenderebbe il regime del risarcimento diretto per la gestione dei sinistri anche alle imprese assicuratrici con sede legale in uno stato estero dell&rsquo;Unione Europea. La misura, se approvata, rischierebbe di produrre un aumento generalizzato delle polizze assicurative motociclistiche, stimabile attorno al 20% dei prezzi correnti&rdquo;. SECONDO ANCMA COSTI MAGGIORI PER I MOTOCICLISTI Lo scrive Confindustria ANCMA, tornando su un tema gi&agrave; accennato ieri nel comunicato sui dati del mercato motociclistico. In effetti al Governo da tempo &egrave; stata segnalata questa anomalia, che consente alle compagnie straniere che operano attraverso dei broker, di offrire polizze RCAuto senza aderire alla cosiddetta Convenzione CARD. Cosa che ha permesso loro, a fronte di minori servizi per gli assicurati, di proporre tariffe assicurative sensibilmente inferiori. &ldquo;Il risarcimento diretto &ndash; prosegue la nota dell&rsquo;ANCMA -, introdotto nel nostro ordinamento nel 2007, prevede che il conducente che subisce un incidente non venga risarcito dall&rsquo;assicurazione del responsabile del sinistro, bens&igrave; dalla propria: quest&rsquo;ultima ricever&agrave; poi un rimborso forfettario dall&rsquo;assicurazione del conducente che ha causato l&rsquo;incidente. &ldquo;Questo meccanismo ha generato negli anni effetti positivi sui premi assicurativi e, soprattutto, sui tempi del risarcimento, ma, come chiaramente evidenziato da uno studio commissionato all&rsquo;Universit&agrave; LUISS, esso funziona quando nel sinistro sono coinvolti veicoli appartenenti alla stessa categoria (ad esempio due auto), mentre s&rsquo;inceppa nel momento in cui i veicoli incidentati appartengono a categorie differenti (ad esempio auto e moto). Il problema appare evidente nel caso dei veicoli a due ruote, dal momento che la maggior parte degli incidenti che riguardano scooter o moto avvengono con veicoli di categoria diversa (normalmente autovetture). In sintesi, l&rsquo;indennizzo diretto produce effetti distorsivi che si traducono in un aumento dei costi assicurativi a carico degli assicurati motociclisti. Per queste ragioni, negli ultimi anni il mercato assicurativo motociclistico si &egrave; indirizzato verso compagnie di assicurazione estere che, non essendo sottoposte al regime dell&rsquo;indennizzo diretto, possono garantire coperture assicurative non penalizzanti per l&rsquo;utente finale. In questo modo si &egrave; ridotto del 16% il premio medio pagato dai motociclisti negli ultimi 5 anni, garantendo lo stesso livello di servizio alla popolazione. Questo fenomeno negli anni ha aumentato il numero delle compagnie assicuratrici di veicoli a due ruote incentivando la concorrenza, con l&rsquo;effetto di calmierare i costi assicurativi, gi&agrave; in precedenza arrivati a livelli non pi&ugrave; sostenibili. Da qui la preoccupazione per una misura di cui non appaiono chiari i benefici, ma solo gli impatti negativi, dal momento che, se venisse approvata, avrebbe un&rsquo;immediata ricaduta sulle tasche degli utilizzatori&rdquo;. E chiude: &ldquo;Qualora si obbligassero le compagnie straniere ad aderire al sistema del risarcimento diretto i motociclisti, gi&agrave; penalizzati dal recente divieto di sospensione invernale della polizza, subirebbero un ulteriore rincaro dei prezzi. Una misura che arrecherebbe un grave danno ai motociclisti, all&rsquo;industria e alla mobilit&agrave; sostenibile a cui il mondo delle due ruote contribuisce in maniera decisiva&rdquo;. Ma le cose stanno proprio cos&igrave;? In realt&agrave; non &egrave; proprio. Basta andare sul sito dell&rsquo;Ivass per avere conferma del fatto che il risarcimento diretto pone come condizione esclusivamente che il sinistro sia fra non pi&ugrave; di due veicoli, ma nulla viene detto sulla loro categoria. Il sinistro motociclistico eccede il valore dei forfait che le compagnie si rifondono fra loro? Non significa che il motociclista non sar&agrave; per questo risarcito equamente. Senza considerare che in caso di disaccordo sull'entit&agrave; del risarcimento si aprono sempre le strade ulteriori della mediazione assistita e del ricorso all'avvocato. Bisogna anche dire che il risarcimento diretto, oltre a consentire all&rsquo;assicurato di dialogare con la propria compagnia, ha posto dei paletti ferrei sui tempi di risarcimento. La proposta di risarcimento da parte della compagnia deve arrivare infatti entro 30 gg nel caso in cui ci sia una denuncia congiunta (CID), e 60 se la denuncia &egrave; presentata solo dal danneggiato. Una volta accettata la proposta, entro 15 gg il danno deve essere liquidato. La norma ha consentito inoltre di ridurre il contenzioso assicurativo, cosa che sicuramente ha aiutato al calo delle tariffe. Tra l&rsquo;altro, se passasse la norma attualmente in discussione, pi&ugrave; che un aumento generalizzato delle tariffe, si avrebbe un aumento per quelle pochissime compagnie che oggi propongono polizze No-Card. Cosa succede in caso di sinistro con un assicurato No-CARD Viceversa, assicurarsi con una compagnia No-CARD comporta che in caso d&rsquo;incidente con ragione ci dovremo rivolgere alla compagnia della controparte per avere il risarcimento; con tempi di gestione del sinistro sicuramente pi&ugrave; lunghi e maggiori difficolt&agrave;. Ma non solo. Nel caso in cui fossimo noi a provocare un incidente, la persona da noi danneggiata sar&agrave; costretta a sua volta a rivolgersi alla nostra compagnia e non alla sua, anche se la sua aderisce al risarcimento diretto. E questo sicuramente non &egrave; giusto per chi ha pagato una polizza pi&ugrave; cara proprio per avere maggiori servizi. Il tutto senza considerare la distorsione della concorrenza, che vede oggi alcune compagnie (sarebbero un paio in tutto) raccogliere tantissimi contratti, forti delle loro tariffe sensibilmente pi&ugrave; basse. I problemi del risarcimento diretto Problemi per&ograve; ce ne sono, e riguardano il meccanismo con il quale il risarcimento diretto &egrave; stato congegnato. Le compagnie assicurative non si rimborsano pi&ugrave; infatti la totalit&agrave; dei risarcimenti liquidati fra loro, come succedeva con la precedente Convenzione CID, ma si scambiano dei forfait in relazione al numero di sinistri. A ogni sinistro corrisponde un forfait per danni del veicolo e un altro per i danni del guidatore. I forfait sono differenziati per tipologia di veicolo e per tre macrozone d'Italia. E sono sempre oltre i 3mila euro. Per la compagnia significa ovviamente perdere soldi quando i risarcimenti crescono; ma la stragrande maggioranza dei sinistri sono da pochi soldi. Il che significa che a fronte di un esborso &ndash; poniamo il caso - di mille euro, loro possono percepirne anche 3700. Farebbero 2mila e 700 euro guadagnati. In questa condizione, come possono avere interesse a smascherare le piccole truffe? &Egrave; vero che l'Ivass negli ultimi anni ha introdotto dei correttivi, ma crediamo che questa norma andrebbe cambiata, tornando al rimborso a pi&egrave; di lista fra compagnie, come si &egrave; tornato a fare con i danni del passeggero. Ecco il vero problema del risarcimento diretto. Sul quale si potrebbe e si dovrebbe intervenire con la riforma dell&rsquo;ordinamento assicurativo di cui si parla da anni senza che si vada realmente avanti.       

L&rsquo;Associazione delle industrie motociclistiche contro l&rsquo;azione del Governo, che vorrebbe estendere l&rsquo;obbligo di risarcimento diretto anche alle assicurazioni straniere. Ma il vero problema non &egrave; il risarcimento diretto in s&eacute;...

Assicurazioni: Confindustria ANCMA attacca il risarcimento diretto, ma…

La notizia &egrave; di quelle destinate a fare scalpore: ANCMA, l&rsquo;Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo, Accessori, &egrave; stata commissariata.  Tutto &egrave; iniziato qualche mese fa, gi&agrave; lo scorso febbraio, quando in un&rsquo;assemblea di ANCMA, ha preso piede una corrente che ha iniziato a evidenziare alcuni comportamenti dell&rsquo;allora presidente Andrea Dell&rsquo;Orto (nella foto in apertura), accusandolo di un gestione troppo individualistica, senza consultare gli organi collegiali. Successivamente il Collegio dei Probiviri aveva rimosso Dell&rsquo;Orto dall&rsquo;incarico, ma dalla sede centrale di Confindustria, a Roma, poco dopo era arrivato un provvedimento che aveva dichiarato &lsquo;inesistente&rsquo; la decisione di ANCMA ri rimuovere Dell&#39;Orto, il cui ruolo era gi&agrave; stato affidato &ndash; pro tempore&nbsp; a Paolo Magri, di Brembo.  Visto che la situazione aveva spaccato ANCMA, con una fazione che continuava ad accusare Dell&rsquo;Orto di presunte irregolarit&agrave; nella gestione, ora il Collegio dei Probiviri di Confindustria ha deciso di commissariare l&rsquo;associazione: a guidare ANCMA per un anno sar&agrave; Giannetto Marchettini, gi&agrave; presidente della Cassa edile di Siena, che ha accettato l&rsquo;incarico di commissario e rappresentante legale di ANCMA.  UNA TASK FORCE - Il commissario di Confindustria ANCMA, affiancato da una task-force tecnica formata da quattro imprenditori e da un commissario operativo nella persona di Mario Agnoli, avr&agrave; un anno per ricostruire l&rsquo;unit&agrave; dell&rsquo;associazione e portarla a nuove elezioni. Per raggiungere questi obiettivi i prossimi passi riguarderanno l&rsquo;avvio di un processo di ascolto e dialogo con tutte le componenti dell&rsquo;associazione teso individuare le priorit&agrave; e le istanze da mettere a fattore comune.  Tra le finalit&agrave; di Marchettini, quella di redigere inoltre un nuovo statuto che &ldquo;tenga conto delle necessit&agrave; delle imprese&rdquo; e ricostituire l&rsquo;assetto e la composizione degli organi direttivi e di controllo decaduti con il commissariamento.  In una nota diffusa dall&rsquo;associazione, Marchettini ha confermato che &ldquo;la squadra tecnica si &egrave; insediata da due settimane ed &egrave; gi&agrave; al lavoro con il massimo impegno per rilanciare in modo condiviso e trasparente l&rsquo;attivit&agrave; di ANCMA e creare le migliori condizioni possibili per rendere tutti gli associati partecipi e protagonisti della vita associativa&rdquo;.   Nel frattempo Andrea Dell&rsquo;Orto continua ad essere presidente di EICMA. 

Bufera ai vertici dell&rsquo;Associazione Nazionale Ciclo, Motociclo, Accessori, che ha deposto il presidente Dell&rsquo;Orto. Il commissario Marchettini avr&agrave; un anno per ricostruire l&rsquo;unit&agrave; di ANCMA e portarla a nuove elezioni &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Confindustria ANCMA, unit&agrave; e rilancio gli obiettivi del commissariamento

        Le immatricolazioni di veicoli motorizzati a due ruote ad aprile totalizzano 26.854 veicoli, pari a un +8,6% rispetto allo stesso mese del 2018. Sono questi i dati, confortanti, che arrivano da Confindustria ANCMA. Crescita a due cifre per le moto con 12.645 pezzi venduti in aprile, pari al +14,6%; mentre il comparto scooter con 14.209 unit&agrave; realizza un +3,8%. In ripresa significativa anche i &ldquo;cinquantini&rdquo;, che totalizzano 1.724 registrazioni, pari al +15,2%. Il mese di aprile sviluppa circa il 12% dei volumi annuali in Italia. LE CIFRE TOTALI - Nel primo quadrimestre del 2019 il totale del mercato italiano delle due ruote a motore (immatricolazioni di scooter e moto superiori a 50cc, pi&ugrave; registrazioni di "cinquantini") arriva a 87.157 veicoli, con un incremento pari al +14,4% rispetto allo stesso periodo dell&rsquo;anno scorso. Tale andamento deriva da un ottimo risultato delle immatricolazioni con 81.737 pezzi pari al +15,3 %, rispettivamente le moto con 39.614 veicoli e un +15,5% e gli scooter con 42.123 veicoli pari al +15,2%. Appena sopra i volumi dell&rsquo;anno scorso i &ldquo;cinquantini&rdquo; con 5.420 registrazioni e un +2,2%, grazie soprattutto ai veicoli elettrici che, con grazie all&rsquo;avvio degli incentivi, hanno pi&ugrave; che raddoppiato i volumi totalizzando 871 pezzi.  L&rsquo;ANALISI PER CILINDRATA &ndash; L&rsquo;accurata analisi di ANCMA, offre, come sempre, dati importanti per cilindrata. &nbsp;Si consolidata il segmento centrale degli scooter tra 300 e 500cc come il pi&ugrave; importante, con 16.959 unit&agrave; pari al +30,2%. A seguire troviamo gli scooter 125cc con 14.634 veicoli pari al +13,6%. La categoria tra 150 e 250cc arretra e con 6.843 pezzi segna un -2,4%; infine si registra una sostanziale stabilit&agrave; per i maxiscooter oltre 500cc, con 3.684 immatricolazioni e un +1%. Nel comparto moto, accelerano i modelli tra 800 e 1000cc con 11.383 unit&agrave; e un +26,7%. In seconda posizione i veicoli superiori ai 1.000cc con 10.521 vendite e un +4%; al terzo posto si classificano le moto tra 300 -600cc gli con 6.830 pezzi e un +20,9%. Seguono da vicino le moto tra 650 e 750cc con 6.178 unit&agrave; e un +14,1% rispetto al 2018. Le 125cc proseguono nella crescita con 3.826 pezzi pari al +24,9%; infine sono piuttosto marginali i numeri delle 150-250cc con 876 moto e un -17,8%. ENDURO AL TOP - L&rsquo;andamento dei segmenti moto evidenzia le enduro stradali con 14.652 unit&agrave; e un +22,8%, seguono le naked anch&rsquo;esse in crescita con 13.893 pezzi pari al +9,8%. A distanza le moto da turismo in con 5.476 immatricolazioni e un +22,7%. Stabili le custom con 2.083 vendite e un +0,5%; cos&igrave; come anche le sportive con 1.900 moto sugli stessi livelli dell&rsquo;anno scorso con un +0,4%; infine pi&ugrave; che positive le supermotard con 1.112 pezzi e un +38,1%. I DAZI FRENANO LE ESPORTAZIONI - &ldquo;L&rsquo;inizio della stagionalit&agrave; del mercato in aprile conferma un dato positivo che dura ormai da 9 mesi consecutivi&rdquo;, ha affermato Andrea Dell&rsquo;Orto, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori. &ldquo;In particolare i primi 4 mesi di quest&rsquo;anno hanno visto un trend sostanzialmente equilibrato sia per le moto che per gli scooter. Questo significa che l&rsquo;offerta di due ruote &egrave; in grado di soddisfare sia le esigenze di mobilit&agrave; sostenibile nei nostri centri urbani, che la passione che anima le scelte dei modelli di moto. Siamo confidenti che nei prossimi mesi si possa consolidare il mercato per l&rsquo;intero anno. &ldquo;Purtroppo lo scenario economico continua a mostrare segni di incertezza e nonostante qualche segnale positivo in termini di occupazione siamo in una situazione appena al si sopra della stagnazione&rdquo;, aggiunge Dell&rsquo;Orto. &ldquo;I dazi frenano le esportazioni, calano gli investimenti e la fiducia di famiglie e imprese, in generale la domanda &egrave; debole. Nel comparto automotive il nostro settore &egrave; in grado di dare il suo contributo positivo, nonostante il rincaro dei carburanti che penalizza i costi di gestione. Il nostro obiettivo &egrave; quello confrontarci con le amministrazioni pubbliche a sostegno degli utenti e del mercato. La priorit&agrave; va sempre data alle condizioni di sicurezza d&rsquo;uso, perch&eacute; i nostri clienti combattono quotidianamente con infrastrutture problematiche che finiscono per diventare pericolose&rdquo;.       

L&rsquo;arrivo della primavera porta a 26.854 il numero di veicoli motorizzati venduti in aprile. Le moto salgono del 14,6%. In ripresa anche i &lsquo;cinquantini&rsquo;, con un incremento del 15,2% &nbsp;

Immatricolazioni: aprile positivo per moto e scooter

        Con i favori della primavera, il mercato delle moto e degli scooter d&agrave; una bella accelerata a marzo. I dati diffusi dal Confindustria ANCMA sono confortanti: le immatricolazioni di scooter e moto totalizzano 25.083 veicoli, segnando un incremento pari al +27,1% rispetto al mese di marzo del 2018.  RISALGONO GLI SCOOTER - In particolare gli scooter, che l&rsquo;anno scorso presentavano una perdita del 20,5%, nell&rsquo;ultimo mese realizzano 12.593 unit&agrave; pari al +29,8%, mentre le moto&nbsp; con 12.490 pezzi mostrano comunque una crescita pari al +24,5%. Ancora in flessione i 50cc, che erano scesi nel 2018 di oltre il 29%: a marzo di quest&rsquo;anno hanno totalizzato 1.413 vendite pari al -4,7%. Marzo pesa circa l&rsquo;11% del totale venduto dell&rsquo;anno. LE CIFRE TOTALI - Nel primo trimestre del 2018 l&lsquo;immatricolato in Italia totalizza 54.858 veicoli (scooter e moto &gt;50cc), con una crescita, pari al +18,9%, rispetto ai primi tre mesi del 2018. Le immatricolazioni di scooter arrivano a 27.900 veicoli +21,9% mentre le moto pari a 26.958 unit&agrave; spuntano un +15,9%. Il dato progressivo per i ciclomotori (veicoli 50cc) realizza nel trimestre 3.696 registrazioni pari al -2,9%. Il totale delle 2 ruote a motore (immatricolato+50cc) raggiunge 58.554 veicoli pari al +17,2%.?&nbsp;? MIGLIORARE IL PARCO CIRCOLANTE - &ldquo;In un panorama dell&rsquo;automotive che vede indicatori in calo, il settore delle 2 ruote continua ad essere in controtendenza con un recupero significativo di volumi di vendita ritenuti pi&ugrave; che soddisfacenti&rdquo;, ha dichiarato Andrea Dell&rsquo;Orto, presidente di Confindustria ANCMA. &ldquo;A marzo si va oltre il 27% in pi&ugrave;, che fa ben sperare per il prosieguo dell&rsquo;anno. La domanda di 2 ruote rimane sostenuta, tuttavia se non ripartono gli investimenti pubblici e privati rischiamo un calo sensibile della fiducia. &ldquo;Per quanto riguarda gli utenti delle 2 ruote, hanno rimandato per anni gli acquisti di sostituzione e infatti il parco circolante &egrave; invecchiato, ma oggi il rinnovo non &egrave; pi&ugrave; differibile&rdquo;.  IL RITORNO DEI GIOVANI - Dell&rsquo;Orto ha sottolineato anche un importante dato che riguarda l&rsquo;arrivo di nuovi utenti delle due ruote. &ldquo;Notiamo un recupero delle patenti A conseguite, con una buona concentrazione tra i 16 e i 18 anni che indica un nuovo approccio alle 2 ruote anche da parte delle classi pi&ugrave; giovani&rdquo;, ha detto il presidente di Confindustria ANCMA. &ldquo;L&rsquo;obiettivo prioritario &egrave; quello di migliorare le caratteristiche del parco circolante con veicoli aggiornati, pi&ugrave; sicuri e con emissioni contenute.&nbsp;Seguiamo con interesse lo sviluppo delle motorizzazioni elettriche, ma gli incentivi annunciati non sono ancora operativi a causa della mancanza del decreto attuativo. In teoria gli incentivi avrebbero dovuto scattare gi&agrave; all&rsquo;inizio dell&rsquo;anno, ma ora diventa urgente l&rsquo;applicazione per andare incontro al picco di stagionalit&agrave;, superando gli intoppi burocratici&rdquo;.&nbsp;? L&rsquo;ANALISI PER CILINDRATA &ndash; L&rsquo;accurata analisi di ANCMA offre, come sempre, dati importanti per cilindrata. Risultato eclatante per gli scooter da 300 a 500cc con 11.491 pezzi e un incremento del +47,7%. Al secondo posto i 125cc con 9.434 unit&agrave; pari al +17,2%. Stabili&nbsp;i 150-250cc, con 4.668 unit&agrave; e un +0,3%. In lieve flessione sono solo i maxiscooter superiori a 500cc con 2.307 immatricolazioni pari ad un -3,7% rispetto all&rsquo;anno scorso. Il dettaglio delle cilindrate moto vede in cima alle preferenze i modelli superiori ai 1000cc con 7.598 unit&agrave; pari al +6,5%; pi&ugrave; dinamiche le moto tra 800 e 1.000 cc con 7.569 veicoli pari al +34%. Le medie cilindrate, da 650 fino a 750cc, con 3.863 moto mostrano un incremento pari al +13,6%. Le cilindrate tra 300 fino a 600cc con 4.618 unit&agrave; ottengono un buon +14,5%; superiori alla media le 125cc con 2.641 moto pari al +18,9%; in flessione solo le 150 e 250cc con 669 vendite pari al -17,8%.? LE ENDURO VINCONO - La situazione dei segmenti vede la conferma al primo posto delle enduro stradali con 10.346 pezzi e un +20,8%; seguono le moto naked con 9.034 unit&agrave; e un +10,2%. A Le moto da turismo seguono con 3.715 pezzi e una crescita notevole del +30%; sostanzialmente stabili le custom con 1.410 moto pari al&nbsp;-0,5%. Lieve incremento per le sportive con 1.326 pezzi e un +6,7%; infine si segnalano le supermotard&nbsp;in ripresa con 731 moto e un +26%.       

Le vendite di moto e scooter crescono del 27,1%: lo scorso anno in marzo erano in calo del 14%. Da gennaio vendute 58.554 unit&agrave;

Mercato due ruote: Marzo positivo per le immatricolazioni

        Dainese supporta con i propri dati Confindustria ANCMA, che propone al Governo sgravi fiscali per l&rsquo;acquisto di dispositivi di sicurezza per un risparmio di 21 milioni di euro in costi sociali grazie alla diffusione di paraschiena ed airbag tra conducenti e passeggeri di motocicli e scooter. Dainese ha partecipato all&rsquo;incontro svolto a Milano con il Vice Ministro dell&rsquo;Economia e delle Finanze, On. Luigi Casero e con il Vice Presidente della Commissione Trasporti On. Vincenzo Garofalo: un confronto tra il mondo politico, l&rsquo;industria, il mondo della ricerca scientifica sulla sicurezza dei motociclisti e sul ruolo dell&rsquo;abbigliamento protettivo, da sempre la missione del Gruppo Dainese. In Italia dove circolano circa 8 milioni di veicoli a due ruote, scooter e moto rappresentano una modalit&agrave; di spostamento imprescindibile, soprattutto all&rsquo;interno dei contesti urbani, favorendo la decongestione del traffico e la riduzione complessiva dell&rsquo;inquinamento ambientale: secondo uno studio di Ambrosetti, se il 10% degli automobilisti passasse alle due ruote il risparmio di tempo che ne deriverebbe avrebbe un valore di circa 1 miliardo di euro. &nbsp;Per questo l&rsquo;attenzione alla loro sicurezza &egrave; doverosa. Nonostante i progressi nella riduzione dell&rsquo;incidentalit&agrave; stradale (-30% delle vittime su due ruote a motore negli ultimi 5 anni), molto lavoro resta ancora da fare. Uno studio realizzato dall&rsquo;Istituto Superiore di Sanit&agrave; nell&rsquo;ambito del progetto ST.E.P (Studio Efficacia Paraschiena), evidenzia che l&rsquo;utilizzo del paraschiena, innovazione introdotta sul mercato nel 1978 proprio da Dainese, riduce del 40% il rischio di riportare lesioni alla colonna in caso di incidente: ci&ograve; nonostante, come emerge dallo stesso studio, solo un quarto dei motociclisti utilizza questo dispositivo di sicurezza durante i propri spostamenti. Secondo Confindustria ANCMA, la diffusione di queste protezioni verrebbe favorita dall&rsquo;introduzione di sgravi fiscali e, per questo motivo, chiede alla politica di sostenere la richiesta di prevedere una detrazione del 50% del prezzo di acquisto di questi capi tecnici nella prossima Legge di Bilancio. La misura costerebbe alle casse pubbliche circa 2,5 milioni di euro a fronte, come si &egrave; visto, di una riduzione dei costi sociali quantificabile in 21 milioni di euro. L&rsquo;industria nazionale dell&rsquo;abbigliamento protettivo motociclistico, di cui Dainese &egrave; uno dei maggiori esponenti, rappresenta un&rsquo;eccellenza della produzione manifatturiera in Europa e nel mondo, soprattutto per l&rsquo;elevata qualit&agrave; dei propri prodotti, risultato di importanti e costanti investimenti in innovazione tecnologica. Le aziende italiane del settore generano un fatturato di circa 300 milioni di euro, corrispondenti a circa il 10% del giro d&rsquo;affari complessivo dell&rsquo;industria motociclistica. &ldquo;Ancora una volta, Dainese ribadisce il suo totale commitment per la sicurezza&rdquo;, ha commentato Cristiano Silei, Amministratore Delegato del Gruppo Dainese. &ldquo;I dati presentati oggi da ANCMA avvalorano gli sforzi dei nostri esperti al Dainese Science and Research Center, che da anni si impegna e si distingue nella ricerca di innovazioni tecnologiche applicate alla sicurezza. &Egrave; con immenso piacere che sosteniamo le istituzioni che condividono i nostri stessi valori e che, come in questo caso, promuovono iniziative a favore della sicurezza&rdquo;.  &ldquo;La prossima Legge di Bilancio rappresenta un&rsquo;occasione irrinunciabile per favorire la diffusione di dispositivi di sicurezza che possono veramente fare la differenza in caso di incidente&rdquo;, ha dichiarato Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA. &ldquo;I motociclisti costituiscono una componente fondamentale della mobilit&agrave; urbana e, per questo motivo, la tutela della loro sicurezza &egrave; un obiettivo tecnologico per l&rsquo;industria ed &egrave; un dovere morale per lo Stato&rdquo;.       

L'Azienda di Lino Dainese affianca Confindustria ANCMA, che propone al Governo sgravi fiscali per l'acquisto di dispositivi di sicurezza come paraschiena ed airbag.

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