Gli utenti delle strade di Roma, motociclisti o automobilisti che siano, hanno tutti un punto in comune. Quale? Le frequenti lamentele sulle condizioni dell&rsquo;asfalto, che in quanto a buche ha molto da raccontare. Oltre a rappresentare un grande problema per la sicurezza dei conducenti (gli incidenti a causa della strada in cattivo stato ormai non si contano pi&ugrave;), possono provocare gravi danni ai mezzi (sono circa 24mila le richieste arrivate all&#39;amministrazione centrale per risarcimento danni tra il 2015 e il 2020). Ma c&rsquo;&egrave; chi, questa condizione, ha voluto sfruttarla a proprio vantaggio. Stiamo parlano degli ingegneri delle case motociclistiche giapponesi che da oltre 30 anni scelgono Roma per testare i nuovi scooter.  Le buche: nemiche degli scooter, ma non per tutti  Della serie &ldquo;le buche di Roma sono famose in tutto il mondo&rdquo;, cos&igrave; tanto che la voce &egrave; arrivata fino in Giappone, e non da qualche mese. Secondo gli esperti del settore stradale, Roma &egrave; la citt&agrave; carrabile pi&ugrave; estesa d&rsquo;Europa. A questo va aggiunto che la metropolitana copre solo parte dell&rsquo;enorme superficie urbana, e questo - in alcuni casi - costringe i cittadini a fare spesso ricorso ai mezzi privati per raggiungere alcune zone non ben collegate con i trasporti pubblici.  Il fenomeno delle buche ha avuto una risonanza cos&igrave; grande, e ha causato cos&igrave; tanti problemi ai romani, da far nascere una sorta di servizio &ldquo;clandestino&rdquo; denominato Tappami. Un movimento, se cos&igrave; lo possiamo definire, con numero di telefono a cui si pu&ograve; chiamare in caso di problemi al manto stradale: lo staff, sostituendosi letteralmente al Comune, interviene e ripara l&rsquo;asfalto a proprie spese. E se queste iniziative sono di certo lodevoli, altre hanno scatenato l&rsquo;ilarit&agrave; dei romani. Come la notizia che riporta Il Messaggero secondo cui un tecnico di Yokohama rimase profondamente colpito dalla situazione di piazza Venezia, tra buche, sampietrini, rotonde e avvallamenti, tanto da definirlo il tratto perfetto per testare sospensioni, freni, telai e ruote dei futuri modelli di scooter.  SEMAFORI CON COUNTDOWN PER MOTO E AUTO PRESTO SULLE STRADE 

&ldquo;Piaga&rdquo; per i cittadini romani ma anche situazione ideale per gli ingegneri delle Case che da oltre 30 anni le &quot;sfruttano&quot; per provare i nuovi modelli

Roma, le famigerate buche: dal Giappone per testare gli scooter

Buche, buche ovunque. E poi brecciolino, sporco, e a volte persino gasolio nelle curve. Il tempo passa e lo stato delle nostre strade non migliora. Nonostante alcuni importanti interventi, che per&ograve; sono una goccia nel mare, visto il diffuso sfacelo. In questa situazione, a molti di noi &egrave; capitato di riportare danni alla moto (o all&rsquo;auto); se non addirittura di avere incidenti causati proprio dallo stato della strada.  Ci siamo gi&agrave; occupati dell&rsquo;argomento in passato, dando indicazioni su come comportarsi per avere risarciti i danni subiti. Ci torniamo ora per approfondire in quali casi si pu&ograve; chiedere il risarcimento, e in quali situazioni si rischia invece che ci vengano addirittura addebitate delle responsabilit&agrave;.  Per saperne di pi&ugrave; abbiamo interpellato un&rsquo;esperta della materia, l&rsquo;Avv. Marcella Ferrari del Foro di Savona, articolista giuridica del sito Altalex.com (di lei avete gi&agrave; letto il parere che ci ha rilasciato relativamente al famigerato decreto sulla circolazione fuoristrada).  Le responsabilit&agrave; dell&#39;ente titolare della strada  &ldquo;Credo sia importante chiarire che la tematica che affrontiamo dal punto di vista giuridico non ha una risposta certa. L&rsquo;utente che si domanda se possa essere risarcito per un incidente, si aspetta un s&igrave; o un no. Nel mondo del diritto, la risposta quasi sempre &egrave; ni, con tantissime sfumature possibili&rdquo;.  &ldquo;In generale, per un incidente causato dalle condizioni della strada, si fa riferimento all&rsquo;articolo 2051 del Codice Civile, due sole righe intorno alle quali ruota tutto&rdquo;.  Queste due righe: &ldquo;Ciascuno &egrave; responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito&rdquo;.  &ldquo;Esatto. In base a questo articolo, il motociclista che cade su una buca deve provare l&rsquo;evento che ha causato il danno e il nesso causale, ossia il rapporto fra il danno e la cosa; che sia una buca o dell&rsquo;olio sull&rsquo;asfalto. L&rsquo;ente custode, vale a dire il proprietario della strada o che ne ha la concessione, ha l&rsquo;onere di dimostrare il caso fortuito. Cio&egrave; che l&rsquo;insidia stradale sia stata generata da cause estemporanee, non conoscibili da chi aveva il dovere di mantenere la strada in perfette condizioni. Dunque, non era evitabile. Sulla carta sembra facile, ma la variet&agrave; delle sentenze che troviamo dice il contrario&rdquo;.  Qualche esempio? &ldquo;In provincia di Brescia, un motociclista, nella caduta ha impattato contro un guard rail danneggiato, che era girato verso la strada. Nell&rsquo;impatto contro la parte tagliente della lama, ha perso un braccio. I giudici hanno dato ragione alla sua istanza risarcitoria, ritenendo che il guard rail, non solo deve contenere il rischio della fuoriuscita di strada delle vetture, ma anche proteggere il corpo del motociclista che dovesse impattarvi&rdquo;.  &ldquo;Ma ci sono anche casi nei quali l&rsquo;amministrazione pu&ograve; dimostrare che l&rsquo;evento era imprevedibile. La fattispecie pi&ugrave; ricorrente consiste nella macchia d&rsquo;olio sull&rsquo;asfalto. In tale circostanza, il motociclista che abbia subito un danno scivolando su di essa, dovr&agrave; dimostrare che il materiale viscoso era gi&agrave; presente da tempo sulla sede stradale, ad esempio, allegando che vi erano state segnalazioni in tal senso da parte di altri automobilisti&rdquo;.  &ldquo;&Egrave; invece stato riconosciuto il risarcimento a un motociclista scivolato su una strada sporca di cera dopo il passaggio di una processione religiosa autorizzata. Per il giudice, era prevedibile che le candele utilizzate avrebbero sporcato la strada, e l&rsquo;amministrazione avrebbe dovuto prendere provvedimenti&rdquo;.  &ldquo;Tutto questo per dire che non esiste un automatismo tra la presenza della buca e la responsabilit&agrave; dell&rsquo;ente. Proprio in ragione di ci&ograve;, si registrano molteplici sentenze su casi analoghi con risultati diversi&rdquo;.  L&#39;Avv. Marcella Ferrari &egrave; esperta di tematiche connesse alla circolazione stradale e appassionata di moto  Le possibili responsabilit&agrave; del motociclista  &ldquo;Chi percorre abitualmente una strada dovrebbe essere consapevole dei pericoli che vi insistono, come buche o ghiaino. Pertanto, &egrave; richiesta una particolare diligenza all&rsquo;utente della strada che conosca il tragitto, a maggior ragione se lo compie di notte, quando le insidie, come le buche, risultano meno visibili. Talvolta si valuta l&rsquo;eccesso di velocit&agrave;, che pu&ograve; essere considerato un comportamento non idoneo alla situazione stradale. E si pu&ograve; arrivare a un concorso di colpa. A volte, infine, il comportamento abnorme del guidatore pu&ograve; essere ritenuto tanto grave da interrompere il nesso causale&rdquo;.  I diffusissimi limiti a 30 km/h per buche proteggono le amministrazioni?  &ldquo;Fermo restando che le amministrazioni hanno l&rsquo;obbligo di mantenere, gestire e pulire le opere di loro competenza, il limite &egrave; un avviso ben preciso di pericolo per il guidatore. E torniamo al giudice che pu&ograve; sindacare la condotta di guida del danneggiato, valutando se &egrave; stato imprudente. In caso affermativo, pu&ograve; ravvisare un concorso di colpa o, peggio, gli pu&ograve; ascrivere integralmente la responsabilit&agrave; del fatto&rdquo;.  Perch&eacute; capita di leggere sentenze diametralmente opposte su casi apparentemente simili da parte della Cassazione?  &ldquo;Probabilmente perch&eacute; la Corte di Cassazione non giudica sul fatto, ma sul diritto, sul percorso di diritto dei giudizi precedenti. Quindi non entra nel merito della causa, ma solo di come &egrave; stata trattata nel giudizio precedente&rdquo;.  &nbsp;  E se si investe un animale selvatico?  &ldquo;Qui l&rsquo;articolo del Codice Civile che si applica &egrave; il 2052, molto simile al 2051 di cui abbiamo parlato: &lsquo;Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, &egrave; responsabile dei danni cagionati dall&#39;animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito&rsquo;. Ci sono forti analogie con il caso della buca. Il danneggiato deve provare l&rsquo;evento, ossia l&rsquo;incidente, e il nesso causale. L&rsquo;ente proprietario dell&rsquo;animale selvatico, lo Stato, la Regione o l&rsquo;Ente Parco che sia, deve provare che non c&rsquo;era modo di conoscere e prevenire il rischio&rdquo;.  Come comportarsi in caso d&rsquo;incidente  &ldquo;Chiamate le forze di polizia per far redigere un verbale. Fotografate la scena del sinistro, mettendo in evidenza la causa. Raccogliete le testimonianze con i dati e i numeri di telefono di chiunque si trovi sulla scena. Fatevi fatturare il danno dei veicolo&rdquo;.  Che tipo di risarcimento si pu&ograve; chiedere?  &ldquo;Patrimoniale, per i danni materiali del veicolo e, magari, anche dell&rsquo;abbigliamento tecnico, oltre ai giorni di lavoro perso. Se il veicolo danneggiato viene utilizzato in via esclusiva per l&rsquo;attivit&agrave; lavorativa, si pu&ograve; reclamare il danno da fermo tecnico. Poi c&rsquo;&egrave; il danno biologico, vale a dire alla salute, ad esempio, in caso di fratture o altre lesioni che possano portare ad un&rsquo;eventuale invalidit&agrave; temporanea o permanente. E il danno morale, per il dolore patito&rdquo;.  Come si chiede il risarcimento?  &ldquo;Il primo passo &egrave; inoltrare una richiesta risarcitoria via PEC o raccomandata all&rsquo;ente titolare della strada, il legittimato passivo. &Egrave; fondamentale che sia confezionata perfettamente e che sia indirizzata al soggetto giusto&rdquo;.  Abbiamo dei lettori ai quali le stesse forze di polizia hanno sbagliato ad attribuire la strada nei verbali di sinistro.  &ldquo;Succede. Infatti, anche se tiro l&rsquo;acqua al mulino di noi avvocati, &egrave; meglio spendere per far redigere la lettera a un professionista, che ha le cognizioni per redigerla correttamente, ad esempio, per accertare, senza rischio di errori, la titolarit&agrave; della strada, pubblica o privata, con lo studio delle mappe catastali o degli atti della toponomastica comunali e cos&igrave; via. Un avvocato onesto e corretto, tra l&rsquo;altro, pu&ograve; valutare subito se ci sono gli estremi per un&rsquo;azione legale o meno&rdquo;.  Quali sono i passaggi successivi?  &ldquo;L&rsquo;invio della lettera apre la fase stragiudiziale e, se si ha fortuna, pu&ograve; condurre a una transazione amichevole con l&rsquo;ente proprietario della strada, il quale pu&ograve; decidere di accettare. In caso di diniego, la legge prevede ancora uno strumento prima della causa in tribunale, la negoziazione assistita. Sull&rsquo;obbligatoriet&agrave; di tale passaggio, che vede un confronto tra gli avvocati delle parti, i pareri non sono univoci. Se i litiganti non esperiscono il tentativo di negoziazione e il giudice lo riteneva obbligatorio, la domanda risarcitoria pu&ograve; essere dichiarata improcedibile. L&rsquo;ultimo passaggio &egrave; la causa vera e propria. Vi sono due gradi di giudizio e, infine, la Cassazione. Ma pi&ugrave; si va avanti pi&ugrave; aumentano i costi&rdquo;. 

In quali casi possiamo essere considerati colpevoli? Come si chiede il risarcimento? Il parere di un avvocato specializzato

Incidente su buca o animale selvatico: responsabilit&agrave; e risarcimento

        Gli italiani sono tornati in massa in moto e ora &egrave; pi&ugrave; facile capirlo: grazie a Moto.App solo a luglio sono stati registrati quattro milioni di tragitti sulle due ruote da oltre 100mila centauri che utilizzano l&rsquo;applicazione gratuita. Le strade preferite Sviluppata da B2C Innovation, realt&agrave; milanese associata a Confindustria ANCMA, Moto.App &egrave; cresciuta negli ultimi mesi fornendo migliaia di dati per analizzare il momento attuale delle due ruote. Spostamenti in media di 70 km ciascuno, mentre i tratti preferiti dagli utenti sono le extraurbane: statali panoramiche delle Dolomiti, gli Appennini e la SS Amalfitana, strada da 12mila passaggi mensili. Profili degli utenti Pi&ugrave; del 50% degli utenti &egrave; tra i 35 e i 54 anni, ma &egrave; in crescita la quota dei pi&ugrave; giovani: i 18-34 anni sale al 18%. Tra i modelli pi&ugrave; guidati, come da specchio del mercato moto, regna la TRK 502; insieme a lei, alto il numero degli scooter: Moto.App &egrave; utilizzata anche per spostamenti brevi, circa il 35% del totale, e il suo utilizzo medio &egrave; di circa 22 minuti. Tuttavia, la gran parte dei centauri che utilizza l&rsquo;applicazione &egrave; formata da stakanovisti della sella: i pi&ugrave; attivi hanno percorso quasi 8mila chilometri, per un totale di oltre 14mila ore sull&rsquo;asfalto. Campagna anti-buche Tra le maggiori utilit&agrave; dell&rsquo;app c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; di segnalare buche stradali sul percorso: la campagna #bastabuche promossa con ANCMA punta a sensibilizzare i motociclisti e le istituzioni sul rischio di incidenti causati dalle irregolarit&agrave; sul manto stradale: comunicate e geolocalizzate oltre 600 buche su tutto il territorio, con un picco di segnalazioni nelle citt&agrave; di Torino e Napoli. MyBenelli, la nuova app per essere sempre connessi alla moto       

Il dato arriva da una anlisi fatta sulla base dell'utilizzo della applicazione Moto.App sviluppata da B2C Innovation con ANCMA permette un'analisi del momento attuale delle due ruote: strade preferite, target dei piloti, segnalazioni e geolocalizzazioni delle buche&nbsp;

Motociclisti sulle strade: in moto per oltre 14mila ore a luglio

        I cittadini romani sono ormai abituati da anni a guidare in mezzo alle buche per strada, un problema che per&ograve; naturalmente affligge altre citt&agrave; e comuni italiani. Oggi, c'&egrave; un'associazione italiana no profit, la AIACE (Assistenza Italiana Assistenza Consumatori Europea) che ha rilasciato la sua BucApp: esatto, un'app che permette di segnalare buche o altri pericoli del manto stradale. Regno Unito, stanziati 500 milioni di sterline per riparare le buche BUCAPP: COME FUNZIONA L'app si utilizza scattando una foto al problema che si &egrave; riscontrato per strada, buca o altro, annotando la posizione tramite GPS e inviando i dati all'interno dell'app: il team di BucApp (lo staff di AIACE) infatti inoltrer&agrave; le richieste al comune o all'ente responsabile della manutenzione stradale in quella zona. Manutenzione delle strade: Obiettivo zero buche "Siamo certi - dice Giuseppe Spart&agrave;, presidente nazionale di AIACE - che il valore sociale dell'iniziativa verr&agrave; colto da quanti vorranno aiutarci al raggiungimento di uno scopo utile alla collettivit&agrave; e meritevole di successo. Al momento abbiamo offerto gratuitamente a tutti i comuni d'Italia (via PEC) l'uso dell'App e un elenco di segnalazioni".       

Realizzata dalla Associazione Italiana Assistenza Consumatore Europeo (AIACE), si utilizza semplicemente scattando una foto: ecco i dettagli

BucApp, è nata l'app con cui segnalare le buche stradali

        In Italia la pandemia da Covid-19 ha rallentato la ripresa dei lavori stradali incominciata due anni fa. Eppure nel 2020 &egrave; stata prodotta la stessa quantit&agrave; di asfalto (30 milioni di tonnellate) dell&rsquo;anno precedente grazie alla manutenzione stradale effettuata dall&rsquo;ANAS e dalle concessionarie autostradali dopo anni che non si procedeva a un&rsquo;opera massiccia di manutenzione. Hanno contribuito anche il costo contenuto del petrolio e l&rsquo;allentamento del patto di stabilit&agrave; che ha permesso ai Comuni pi&ugrave; virtuosi di impiegare i fondi che avevano a disposizione per asfaltare le strade. &nbsp; L'INTERVISTA  Abbiamo chiesto all&rsquo;ing. Stefano Ravaioli, direttore dell&rsquo;Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade (SITEB) di parlarci della situazione della rete stradale oggi in Italia. - Ing. Ravaioli, quali caratteristiche deve avere la pavimentazione stradale per essere sicura? "Per essere sicura deve garantire la perfetta aderenza tra pneumatici e fondo stradale in modo tale che siano assicurati il controllo della traiettoria e la frenata del veicolo; deve essere confortevole, impermeabilizzare il sottofondo e smaltire l&rsquo;acqua meteorica, sopportare i carichi senza deformarsi e durare a lungo". - Quali fattori ne determinano l&rsquo;ammaloramento e il degrado? "Il tipo e l&rsquo;intensit&agrave; del traffico (veicoli pesanti), gli agenti atmosferici e l&rsquo;assenza o la scarsit&agrave; di manutenzione". - Da quali cause dipende la formazione delle buche? "Dipende da numerose concause: dall&rsquo;errata progettazione all&rsquo;impiego di materiali scadenti, dalla cattiva esecuzione dei lavori al clima esterno, dalla presenza di sottoservizi e di elementi estranei all&rsquo;asfalto alla scarsa preparazione delle maestranze. Non sono escluse la mancanza di controlli adeguati e di una politica di manutenzione preventiva". Errata progettazione  "La progettazione di una sovrastruttura stradale implica la corretta valutazione delle propriet&agrave; portanti del sottofondo ma anche il mix design che deve stabilire i giusti spessori e i &ldquo;moduli&rdquo; per far fronte ai carichi dinamici e alle eventuali carenze del sottofondo. Se il sottofondo non &egrave; sufficientemente &ldquo;portante&rdquo;, pu&ograve; rompersi sotto il peso della sovrastruttura generando fessurazioni che risalgono verso l&rsquo;alto ed emergono sulla superficie della strada sotto forma di &ldquo;rottura a pelle di coccodrillo&rdquo; (vedi foto). - E per scarsa qualit&agrave; dei materiali? "Gli aggregati stradali, oltre che di buona qualit&agrave;, devono avere una composizione granulometrica ottimale, non si devono consumare n&eacute; rompere sotto il peso del traffico e non devono essere sensibili ad acqua e gelo. In quanto al bitume (materiale di derivazione petrolifera e principale indicatore dei lavori stradali), &egrave; soggetto a indurimento e invecchiamento a causa della temperatura esterna e delle radiazioni ultraviolette. Tale fenomeno pu&ograve; essere molto accelerato gi&agrave; durante il confezionamento della miscela in impianto". - E per cattiva esecuzione dei lavori? "Una delle cause primarie della formazione di buche per disgregazione e disfacimento del conglomerato &egrave; la cattiva esecuzione del processo di produzione e stesa. Tali processi sono penalizzati se il legante utilizzato &egrave; di quantit&agrave; inappropriata, se c&rsquo;&egrave; scarsa affinit&agrave; chimica tra bitume e inerti, se gli aggregati non sono sufficientemente essiccati, se la compattazione del conglomerato &egrave; insufficiente, se la mano d&rsquo;attacco &egrave; scarsa e se il giunto &egrave; eseguito male". Le cause legate al clima e all&rsquo;ambiente&hellip;  "La stesa del conglomerato bituminoso (asfalto) deve avvenire in condizioni di tempo asciutto e con temperature esterne costantemente superiori a 5-10&deg;C. Le condizioni di traffico e la necessit&agrave; di riaprire la strada, costringono talvolta gli operatori a terminare in fretta, lavorando anche con temperature prossime allo zero, talvolta anche sotto la pioggia. In queste condizioni, buche e avvallamenti sono destinati a riformarsi entro breve tempo. Anche gli interventi e i ripristini su condotte e sottoservizi rovinano l&rsquo;asfalto cos&igrave; come la presenza di rotaie e tombini che ne interrompono la continuit&agrave;". - Ha citato anche la scarsa preparazione delle maestranze&hellip; "Asfaltare &egrave; un mestiere che non attira i giovani! I vecchi vanno in pensione e non sono rimpiazzati. In tal modo si disperdono la tecnologia e il bagaglio di esperienze tecniche acquisite. Oggi si sente molto l&rsquo;esigenza di maestranza preparate e competenti". - Fra tutte, qual &egrave; la causa principale del deterioramento delle nostre strade? "L&rsquo;assenza di una politica di manutenzione preventiva! In Italia &egrave; un concetto quasi sconosciuto. La manutenzione delle strade &egrave; spesso lasciata all&rsquo;improvvisazione. Viene fatta quando la pavimentazione &egrave; al limite del collasso, con interventi che si rifanno all&rsquo;esperienza di qualcuno o alla prassi consolidata. Solo raramente, la manutenzione, &egrave; frutto delle conoscenze scientifiche o di una programmazione cosciente e ragionata. Buche, sconnessioni, deformazioni e fessurazioni dipendono esclusivamente dalle modalit&agrave; costruttive e dal livello di manutenzione previsto per quella tratta stradale". &nbsp;- Esiste un nesso tra incidente e degrado della pavimentazione stradale? "Si! Si chiama &ldquo;aderenza&rdquo; e l&rsquo;abbiamo gi&agrave; citata in apertura. Un veicolo in marcia, produce uno scambio continuo di forze verticali trasversali e longitudinali tra il pneumatico e l&rsquo;asfalto. L&rsquo;aderenza consente il controllo del veicolo in marcia e si interrompe se piove eccessivamente poich&eacute; il velo d&rsquo;acqua che si interpone tra asfalto e la ruota provoca l&rsquo;aquaplaning; &egrave; impedita anche da ghiaccio e neve. In condizioni climatiche normali, &egrave; l&rsquo;elevata velocit&agrave; a ridurre l&rsquo;area di contatto tra pneumatico e strada. La presenza di buche, deformazioni, distacchi di materiale, sconnessione dei piani ecc., azzerano ogni sorta di aderenza e producono livelli elevati di rischio! In questi anni di crisi economica e di tagli alla spesa pubblica i fondi destinati alla manutenzione sono pi&ugrave; che dimezzati pertanto l&rsquo;ammaloramento &egrave; stato esponenziale e quasi irreversibile. - Quanto &egrave; lunga la rete stradale italiana? "Secondo Google Maps sono oltre 800mila i km di strade esistenti in Italia, ma il motore di ricerca le indica tutte, comprese quelle bianche, vicinali e poderali (ben poco trafficate). In assenza di un vero catasto delle strade previsto da oltre 20 anni ma mai completato, possiamo affermare che 600mila circa sono i km di rete totalmente asfaltata e che la sola rete autostradale &egrave; lunga 6.757 km". - A quanto ammonta il suo valore patrimoniale? "Secondo un&rsquo;indagine SITEB, per costruire le sovrastrutture che compongono la rete stradale nazionale, servirebbero almeno 1000 miliardi di euro al netto di ponti, gallerie e viadotti. Per la manutenzione della rete stradale, sono necessari 40-45 milioni di tonnellate d&rsquo;asfalto ogni anno. Dai 45 milioni utilizzati nel 2006, la crisi economica e la spending review ci hanno obbligato a consumarne 35 milioni nel 2010, 22 nel 2015, 26 nel 2018, 30 nel 2019 e 30 quest&rsquo;anno. Questo dato conferma la ripresa avviata nel 2018, dopo 10 anni ininterrotti di crollo degli investimenti nel settore stradale, durante i quali non sono state messe in opera ben 120 milioni di tonnellate di asfalto per tenere in efficienza la rete stradale. In quel periodo gli enti gestori hanno cosi risparmiato 10 miliardi di euro, che oggi non sarebbero sufficienti a riportare la qualit&agrave; delle pavimentazioni a livello del 2006 perch&eacute; l&rsquo;ammaloramento dell&rsquo;asfalto &egrave; entrato in profondit&agrave; e sono stati intaccati tutti gli strati che compongono la pavimentazione stradale, fino alla fondazione! Oggi occorre demolire gran parte della sovrastruttura, scavare in profondit&agrave; e asportare il materiale per rifare ex novo gli strati". - La mancata manutenzione ha quindi ridotto il valore economico delle nostre strade? "Non solo. Ha fatto lievitare i costi della ricostruzione, cresciuti di almeno 5 volte. Si stima che oggi occorrerebbero almeno 50 miliardi di euro. &Egrave; il debito invisibile prodotto dalle scelte politiche e da chi ha gestito la Pubblica Amministrazione". - Quale indicazione dare agli enti gestori delle strade?&nbsp; "In nessun caso la manutenzione stradale deve essere completamente eliminata poich&eacute; &egrave; una componente intrinseca dell'opera il cui costo va sempre preventivamente calcolato. Le infrastrutture del trasporto costituiscono un patrimonio fondamentale per la crescita economica e la loro conservazione &egrave; un obbligo. Rimettere in sesto il nostro patrimonio stradale significa anche rilanciare la competitivit&agrave; delle nostre imprese. Le buche vanno prevenute con progetti consoni, adeguati controlli e attivando un piano di manutenzione periodica, senza lasciarla deteriorare in modo irreversibile. Inseguire le buche che si formano ovunque &egrave; uno spreco infinito di denaro: meglio evitare che si formino attivando una politica di prevenzione. Le strade in ordine sono sinonimo di un paese evoluto e una garanzia di sicurezza per tutti gli utenti della strada".       

Il prezzo contenuto del petrolio e l&rsquo;allentamento del patto di stabilit&agrave; rendono questo momento storico favorevole per rimettere in sesto la nostra rete&nbsp;stradale.&nbsp;Manca solo una politica di manutenzione preventiva

Manutenzione delle strade: Obiettivo zero buche

Sul numero di marzo di In Moto, gi&agrave; in edicola, abbiamo realizzato un&rsquo;inchiesta sulle strade italiane. Pi&ugrave; che valutare il loro stato &ndash; non ci vuole molto a capire che sono a pezzi! - abbiamo puntato la nostra attenzione sul dare indicazioni corrette per chiedere il giusto risarcimento nei casi di danni da buca o da incidente causato dal cattivo stato della strada.  Nella realizzazione della nostra inchiesta abbiamo coinvolto l&rsquo;Anas, l&rsquo;Azienza nazionale delle strade, oggi privatizzata e parte del Gruppo Fs Italiane. Perch&eacute; l&rsquo;Anas, nata quasi un secolo fa, ha sempre gestito la rete viaria italiana con soddisfacente efficienza. Lo sfacelo degli ultimi venti anni &egrave; stato causato infatti in buona parte dal conferimento di parte della rete dapprima alle regioni e poi alle province, con un forte calo degli investimenti per la manutenzione.  Oggi quella tendenza &egrave; invertita, con migliaia di chilometri di rete che stanno tornando all&rsquo;Anas. A noi interessava fare il punto sullo stato dell&rsquo;arte di questo processo. Ma anche capire come si sta impostando la gestione del patrimonio stradale italiano, in questa fase che potremmo chiamare quasi di ricostruzione. Quasi, perch&eacute; il percorso per una vera ricostruzione sar&agrave; lungo.  La nostra chiacchierata con l&rsquo;ufficio comunicazione dell&rsquo;Anas &egrave; andata oltre gli argomenti specifici dell&rsquo;inchiesta pubblicata sulla rivista. Ecco allora questo articolo, mirato ad approfondire diverse tematiche relative alla gestione del patrimonio stradale italiano.  La rete Anas torna a crescere con il Piano Rientro Strade  Iniziamo con il dire che fino al 2001 l&rsquo;Anas gestiva 45mila chilometri di strade. Poi, con l&rsquo;avvio della riforma stradale, le &egrave; stata tolta circa la met&agrave; della rete, passandola alle regioni, che a loro volta ne hanno ceduta una parte alle province. Una scelta che nel tempo si &egrave; rivelata controproducente, perch&eacute; la qualit&agrave; delle strade affidate agli enti locali &egrave; crollata.  Nel 2016 &egrave; partito cos&igrave; il Piano Rientro Strade, che ha riportato 3500 km di rete sotto la gestione Anas. E altri 3700 km dovrebbero rientrare in tempi abbastanza rapidi.  Si tratta di strade in cattive condizioni, per le quali &egrave; stato previsto un investimento di circa 1,1 miliardi per interventi di manutenzione programmata, finalizzati alla messa in sicurezza e alla riqualificazione.  &nbsp;    Un tratto disastrato della SS471 di Leonessa, in provincia di Rieti  Gli investimenti e le novit&agrave; della manutenzione  Il Contratto di Programma Anas 2016-2020 &egrave; stato rimodulato, passando da 23,4 a 29,9 miliardi di investimenti. Di questi, 15,9 miliardi, il 44% in pi&ugrave; del passato, sono andati alla manutenzione programmata, all&rsquo;adeguamento e alla messa in sicurezza della rete. I restanti 14 miliardi sono stati destinati invece a nuove opere e al completamento degli itinerari.  C&rsquo;&egrave; stata pi&ugrave; attenzione per alcune zone d&rsquo;Italia piuttosto che per altre? Si. Il 52% degli investimenti &egrave; andato alle regioni del Sud Italia e alle Isole, per circa 15,7 miliardi. Il 24%, pari a circa 7 miliardi, riguarda le regioni del Centro. Il 19% (circa 5,7 miliardi), riguarda le regioni del Nord. Il restante 5% comprende investimenti per danni ed emergenze, fondo progettazione e investimenti in tecnologie stradali e applicazioni tecnologiche.  Sul fronte della manutenzione, l&rsquo;Anas ha investito sul passaggio dalla manutenzione &ldquo;straordinaria&rdquo; a quella &ldquo;programmata&rdquo;. In questo modo, piuttosto che intervenire sulle criticit&agrave; si opera con una manutenzione preventiva.  Ponti sotto controllo in collaborazione con le universit&agrave;  &Egrave; stato avviato un progetto per il monitoraggio strumentale di ponti e viadotti, con l&rsquo;obiettivo di effettuare, tramite sensori, misurazioni in continuo delle caratteristiche dinamiche delle opere. I sensori integreranno le periodiche attivit&agrave; di sorveglianza eseguite dai tecnici.  Saranno circa 100 le opere oggetto di monitoraggio strumentale, e le misure acquisite dai sensori accelerometrici saranno analizzate da un software specifico, che si sta sviluppando insieme a diverse universit&agrave; italiane.  &Egrave; in corso anche la sperimentazione di una tecnologia innovativa, in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology di Boston. Si tratta di un monitoraggio delle strutture basato sull&rsquo;uso di sensori contenuti negli smartphone.  I guard rail salvamotociclisti  Due anni fa avevamo incontrato l&rsquo;Ing. Nicola Dinnella, coordinatore del settore Barriere di Anas. Gi&agrave; allora ci aveva confermato come tutte le nuove barriere installate fossero del tipo DSM (DispositivoSalvaMotociclisti). Si tratta, lo ricordiamo, di un progetto validato con crash test, che riguarda la gamma completa di barriere di sicurezza stradali di tipo continuo.  Oggi &egrave; in vigore il cosiddetto Decreto Salvamotociclisti, del 1&deg; aprile 2019, che impone l&rsquo;adozione di barriere amichevoli per gli utilizzatori di mezzi a due ruote nelle nuove installazioni, e l&rsquo;Anas ha continuato a spingere nello sviluppo delle varie tipologie delle sue barriere DSM; che oggi possono essere vendute pure ad altre amministrazioni che gestiscono strade, essendo omologate.  Al momento sono in fase di installazione anche le barriere NDBA per spartitraffico. Sulla A2, Autostrada del Mediterraneo, e sulla E45 ne sono stati installati recentemente 100 km; ai quali si aggiungono 8 km di barriere NDBA Bridge per bordo ponte.  E per quanto riguarda le barriere esistenti, quelle non DSM? Ci si sta lavorando. Nell&rsquo;ambito delle attivit&agrave; di manutenzione programmata, nel corso del 2020 sono stati stanziati 265 milioni di euro solo per le barriere, prevedendo la sostituzione di oltre 650 km di barriere esistenti.  &nbsp;    Il guard rail DSM si riconosce per una striscia continua in basso  &nbsp;     Il monitoraggio dello stato delle strade  Il monitoraggio &egrave; assicurato dal personale di sorveglianza, che percorre ogni giorno per intero il proprio tratto di competenza, segnalando eventuali necessit&agrave; di intervento. In caso di scoli d&rsquo;acqua o terra proveniente dalla scarpata stradale per motivi legati al maltempo, si interviene con la pulizia del piano viabile e con interventi di ripristino delle opere di regimazione delle acque e/o ripristino della scarpata stradale. Se la terra che invade la carreggiata proviene da propriet&agrave; private, viene intimata al proprietario la risoluzione del problema e, in caso di inadempienza, l&rsquo;intervento viene eseguito rivalendosi poi sul responsabile.  Come segnalare un problema della rete viaria Anas  Chiunque pu&ograve; segnalare un problema della rete stradale utilizzando il numero verde nazionale (800.841.148), attivo 24 ore su 24, anche nei festivi. In alternativa, sul sito stradeanas.it ci sono le PEC delle strutture territoriali; o la chat.  Le segnalazioni vengono inviate alla Sala Situazioni Anas e, laddove necessario, alle Sale Operative presenti sul territorio regionale.  Nel caso dei motociclisti, &egrave; importante sottolineare come le segnalazioni al Servizio Clienti Anas pervengono anche, grazie all&rsquo;iniziativa &ldquo;In moto con Anas&rdquo;, tramite l&rsquo;omonima App sviluppata nel 2017.  Cosa fare in caso d&rsquo;incidente su buca o asfalto sporco  Se ritenete di aver avuto un incidente per colpa delle condizioni della strada, e se ritenete che l&rsquo;ente che gestisce il tratto di strada dove si &egrave; verificato il vostro sinistro abbia delle colpe, la prima cosa da fare &egrave; chiamare le forze dell&rsquo;ordine, per far redigere loro un verbale. Fotografate la moto, la buca o il brecciolino o il gasolio a terra causa dell&rsquo;incidente. E organizzatevi per chiedere il risarcimento dei danni.   Sul numero di In Moto di marzo trovate l&rsquo;inchiesta &ldquo;Buchi neri, anzi nerissimi&rdquo;, a pag. 66, nella quale vi diamo tutte le indicazioni necessarie anche per tutelarvi in questa sgradita eventualit&agrave;.  Regno Unito: stanziati 500 milioni di sterline per riparare le buche 

Parliamo di strade, per capire insieme all&rsquo;Anas quanti chilometri di rete stanno tornando sotto la sua gestione, con quali investimenti e quale impegno per tenere la rete nelle migliori condizioni possibili

Strade a misura di moto: un sogno?

        Quante volte avete sentito i cittadini romani lamentarsi delle buche in mezzo alla strada? Un problema che da sempre attanaglia motociclisti e automobilisti della Capitale, ma non solo, anche in altre citt&agrave; italiane. E pensare che nel Regno Unito hanno stanziato 500 milioni di sterline per risolvere la questione. VERRANNO RIPARATE 10 MILIONI DI BUCHE La cifra sar&agrave; infatti utilizzata dalle autorit&agrave; locali per riparare le buche e garantire il mantenimento delle strade britanniche. Verranno sistemate, secondo le previsioni governative, non meno di 10 milioni di buche, rese finalmente pulite e pi&ugrave; sicure per tutti, dai motociclisti ai ciclisti. UN PROVVEDIMENTO SIMILE IN ITALIA? La mossa del governo britannico in realt&agrave; &egrave; prevista gi&agrave; dal 2019, quando un rapporto del Transport Select Committee definiva alcune strade del Regno Unito "uno scandalo". Adesso, si &egrave; passati all'azione. E il governo ha prontamente aperto una pagina web in cui ogni cittadino potr&agrave; segnalare una buca: un consiglio responsabile delle riparazioni potr&agrave; poi valutare se agire o meno. Sar&agrave; mai possibile assistere a un provvedimento del genere in Italia? Regno Unito, dal 2030 stop a benzina e Diesel, ma non per le moto       

Il governo britannico stanzia un ingente somma di denaro per rendere le strade pi&ugrave; sicure e pulite a beneficio di motociclisti, automobilisti e ciclisti

Regno Unito, stanziati 500 milioni di sterline per riparare le buche

        Alla sede dell&rsquo;Automobil Club Roma &egrave; stato presentato un interessante studio che riguarda le due ruote, realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo di ACI. E&rsquo; emerso che Roma, oltre ad esserer la capitale d&rsquo;Italia, &egrave; anche capitale delle due ruote! Sono, infatti, 393.144 (il 17% del totale) i veicoli a due ruote che percorrono ogni giorno le strade di un sistema viario fra i pi&ugrave; antichi del mondo, caratterizzato da una rete di 5.500 km, tre volte pi&ugrave; grande di quello della Centralit&agrave; di Parigi (1.880 km), che congiunge un territorio di 1.285 kmq, equivalente a quello ottenuto sommando l&rsquo;area dei comuni di Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Catania e Palermo. L&rsquo;INCIDENTALITA&rsquo; - Dal 2010 gli incidenti che hanno coinvolto moto e motorini a Roma in ambito urbano sono diminuiti del 38%, i morti del 40% e i feriti del 38%. Sulle strade della Capitale, per&ograve;, si contano oltre 5.000 sinistri l&rsquo;anno con un veicolo a due ruote: 14 al giorno. Ottobre &egrave; il mese con pi&ugrave; incidenti (10% del totale su due ruote), mentre a maggio si verificano pi&ugrave; decessi (1 su 4). Durante il rientro serale casa-lavoro (17:00-21:00) si concentra il 31% degli scontri per moto e scooter, ma &egrave; nelle ore notturne (22:00-6:00) che si contano pi&ugrave; morti su due ruote (34% del totale).&nbsp; I RISCHI &nbsp;- Nonostante il miglioramento dei dati sull&rsquo;incidentalit&agrave;, emergono criticit&agrave; da fronteggiare con urgenza: il 98% dei motociclisti intervistati indica le buche come primo fattore di rischio. Seguono lo stato dei tombini (81% delle risposte) e il comportamento indisciplinato degli automobilisti (64%). Quasi la met&agrave; di chi si muove in moto e scooter lungo i 5.500 chilometri di strade romane include tra i pericoli anche pedoni e ciclisti.&nbsp; FUORI LEGGE - Lo studio evidenzia pure i vizi dei rider romani: il 50% dei 393.144 veicoli a due ruote circolanti a Roma non &egrave; in regola con la revisione (secondo il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture) e il 24% dei motociclisti dichiara di usare lo smartphone mentre guida. Quattro su dieci ammettono di superare i limiti di velocit&agrave;, oltrepassare la linea continua e passare con semaforo giallo, ma pi&ugrave; del 60% dichiara di zigzagare nel traffico. Tali comportamenti non trovano sempre adeguato contrasto nelle sanzioni: gli intervistati dalla Fondazione Caracciolo confermano di aver ricevuto verbali per le infrazioni commesse, ma pi&ugrave; per divieto di sosta (44% delle risposte) e violazione delle corsie riservate ai mezzi pubblici (35%). Solo il 19% delle multe confessate puniscono l&rsquo;eccesso di velocit&agrave; e appena il 9% il mancato rispetto del semaforo. L&rsquo;ABBIGLIAMENTO - Lo studio rileva anche la scarsa consapevolezza degli utenti: il casco jet &ldquo;aperto&rdquo; &egrave; preferito da 67 utenti su 100, ma solo il 28% degli intervistati dichiara di sostituirlo in caso di incidente. In merito all&rsquo;equipaggiamento, i guanti sono utilizzati da 1 su 4, la giacca tecnica da 1 su 10 e i pantaloni con protezioni da 1 su 100. Il fabbisogno di formazione &egrave; sottolineato in primis dagli stessi motociclisti: il 76% ritiene necessario introdurre prove pratiche in circuito per il conseguimento della patente e il 90% chiede pi&ugrave; test su strada.       

Fatto 100 il parco complessivo moto e scooter, un mezzo su due non &egrave; in regola con la revisione. Oltre il 24% dei motociclisti intervistati usa lo smartphone alla guida

A Roma in 400.000 su due ruote... tra buche e tombini

Ovviamente si tratta di una provocazione. Ma neanche tanto. La situazione strade nella Capitale si fa sempre pi&ugrave; critica, con voragini che spuntano di giorno in giorno un po&rsquo; ovunque. Vere e proprie trappole pronte a mietere vittime soprattutto tra coloro che si spostano in moto e in scooter lungo le strade malconce tra i Sette Colli. Un &ldquo;popolo&rdquo; di dueruotisti, quello romano, che - lo ricordiamo - conta una popolazione di oltre 500.000 unit&agrave;. E se la situazione attuale &egrave; sicuramente frutto di anni e anni di scelte non sempre azzeccate, &egrave; giocoforza sull&rsquo;ultima amministrazione Raggi che si riversano appelli e proteste, mentre in citt&agrave; si moltiplicano manifestazioni e campagne di sensibilizzazione. Persino in TV non mancano interventi accorati, che chiamano direttamente in causa la Sindaca.  L&#39;avvocato Rodolfo Romeo, presidente del MotoClub Roma, nel corso della trasmissione &quot;Buongiorno Regione&quot; in onda su Rai 3 Lazio, ha lanciato (in realt&agrave;, rilanciato) la proposta rivolta alla Raggi, di toccare con mano il problema delle buche in citt&agrave;: &ldquo;Il MotoClub Roma si offre di accompagnare la Sindaca Raggi dalla sua abitazione al Campidoglio in moto, per 10 giorni,&rdquo; ha detto l&rsquo;Avvocato, &ldquo;in modo che si renda conto della situazione. E poi le paghiamo volentieri anche le cure dell&#39;osteopata, necessarie dopo aver preso le troppe buche&quot;.  &quot;Il Moto Club Roma ha sempre collaborato con l&#39;amministrazione Capitolina per evidenziare i disagi e i pericoli nella circolazione dei motoveicoli in citt&agrave;,&rdquo;&nbsp; ha poi aggiunto.&nbsp;&ldquo; Abbiamo la sensazione che la grave situazione in cui versano le strade di Roma non sia percepita nella sua effettiva gravit&agrave;&quot;.  Ad oggi la Sindaca non ha fatto sapere se accetter&agrave; la proposta. 

&nbsp;E nel caso, si offrono anche di pagarle le cure dell&#39;osteopata, necessarie dopo averne prese troppe

9 risultati per 'Buche'