La cover story del numero di maggio di InMoto &egrave; dedicata alla nuova media sportiva di Triumph adatta a tutti, la Daytona 660. Un nome leggendario del passato, che la Casa inglese ha deciso di &ldquo;rispolverare&rdquo; per regalarlo ai motociclisti del futuro: il nuovo modello vanta un motore tre cilindri, tanta sostanza e un appeal da moto di fascia premium. Sempre a proposito di Triumph, nella sezione di copertina parliamo nel dettaglio di tutta la gamma del Costruttore di Hinckley realizzata con il motore 660 e vi raccontiamo le versioni che, nel corso dei decenni, hanno fatto la storia del nome Daytona sul mercato mondiale.    Quattro crossover di media cilindrata  Ma non ci siamo fermati qui: sotto la nostra lente d&rsquo;ingrandimento sono finite anche quattro crossover di media cilindrata protagoniste della nostra comparativa: Benelli TRK 502 X, Honda NX 500, Kove 510 Adventure e Voge Valico 525DSX. Vi diciamo pregi e difetti di ognuna e scoprirete chi ha vinto il confronto.    Gli approfondimenti sulle altre moto  Tra le novit&agrave;, vi spieghiamo come funziona la nuova frizione &ldquo;elettronica&rdquo; E-Clutch montata sulla Honda CBR650R e, a proposito di Honda, vi portiamo in pista con la prova della CBR1000RR-R Fireblade SP. Abbiamo provato anche la Moto Guzzi V85 Strada e Travel, la CFMoto 450MT, tutta la gamma crossover di QJ Motor, la sportiva media Aprilia RS 457, la BMW M 1000 XR e la Yamaha Tracer 7.  Tutte da leggere anche le anteprime della MV Agusta Enduro Veloce, della Husqvarna Svartpulen 801 e della Triumph Rocket 3 Storm R-GT. Per il segmento elettriche, vi diciamo tutto sulla &ldquo;silenziosa&rdquo; Stark Varg da off-road.  Ma sul numero 5 di InMoto c&rsquo;&egrave; spazio anche per un&rsquo;inchiesta sul problema dei cavi tesi, vero e proprio incubo dei motociclisti che praticano il fuoristrada. Tra i focus, anche un&rsquo;intervista a Christoph Ettenhuber di Continental sul futuro degli pneumatici e il resoconto degli Yamaha Blue Racing Days di Misano.  Nella sezione turismo, vi raccontiamo quanto &egrave; bello guidare in moto tra le valli dell&rsquo;Alto Adige e vi portiamo nel Rajasthan indiano, la terra dei guerrieri Rajput.  Tutto su InMoto di maggio che trovate in edicola.   

Con la nuova 660, Triumph riprende un nome leggendario per dare l&rsquo;assalto al segmento delle medie sportive, con una moto che ben si adatta ad ogni tipo di motociclista. La prova &egrave; su InMoto di maggio

InMoto &egrave; in edicola: Triumph Daytona, il ritorno del mito

Con la nuova 660, Triumph riprende un nome leggendario per dare l’assalto al segmento delle medie sportive, con una moto che ben si adatta ad ogni tipo di motociclista. La prova è su InMoto di maggio

InMoto è in edicola: Triumph Daytona, il ritorno del mito

Triumph Motorcycles presenta la nuova Trident 660 Triple Tribute, un&#39;edizione speciale caratterizzata da grafiche sportive e contemporanee che richiamano la celebre colorazione racing&nbsp;in bianco, blu e rosso e da una dotazione completa di serie che include il Triumph Shift Assist. La moto, disponibile solo per un anno, si distingue per un nuovo schema grafico ispirato a &quot;Slippery Sam&quot;, la Trident che ha fatto la storia delle corse del marchio britannico vincendo cinque Tourist Trophy consecutivi all&#39;Isola di Man.    TRIUMPH, THE DISTINGUISHED GENTLEMAN&rsquo;S RIDE: COSA RIGUARDA E COME REGISTRARSI  Trident 660 Triple Tribute: il motore  Il motore a tre cilindri della Trident 660 offre un&#39;esperienza di guida unica, con un sound distintivo e prestazioni bilanciate. Conforme alle normative Euro 5, eroga 81 CV di potenza massima a 10.250 giri/min e 64 Nm di coppia massima a 6.250 giri/min. &Egrave; disponibile anche un kit di depotenziamento A2 per il mercato europeo. Il cambio a sei rapporti della Trident, unito al Triumph Shift Assist di serie, offre cambi marcia rapidi senza l&#39;uso della frizione.  Il design della nuova Trident 660 Triple Tribute  La Trident Triple Tribute presenta un design moderno e sorprendente, ispirato alla celebre &quot;Slippery Sam&quot;, con una livrea bianca, blu e rossa, cupolino e puntale in tinta, e linee pulite e minimali. Tra le caratteristiche di serie vi sono anche il cupolino e il puntale sportivi. Alcuni dettagli caratterizzano il modello, con il badge Triumph presente sul faro anteriore, sul fanale posteriore e su altri punti della moto, oltre a un badge Trident in alluminio con dettagli lavorati a diamante. Il design del serbatoio, con una grafica racing e il numero 67, si integra con la sella e le linee fluide della moto.  Trident 660 Triple Tribute: quanto costa l&#39;edizione speciale  La moto presenta una sella a un&#39;altezza da terra di 805 mm e un peso in ordine di marcia di 189 kg. Le sospensioni Showa e i freni Nissin garantiscono un&#39;ottima tenuta di strada e una frenata efficace in qualsiasi condizione. La Trident 660 &egrave; dotata di tecnologie all&#39;avanguardia, tra cui illuminazione a LED, ABS, modalit&agrave; di guida Road e Rain, controllo di trazione e sistema ride-by-wire. Il pratico schermo TFT a colori multifunzionale offre informazioni chiare e dettagliate.  Il prezzo della nuova Trident Triple Tribute &egrave; di 8.595 euro, con un intervallo di manutenzione fissato a 16.000 km (o 12 mesi) e le prime unit&agrave; disponibili in rete a partire da aprile 2024.  TRIUMPH ROCKET 3 STORM R E GT, NUOVA GENERAZIONE ANCORA PI&Ugrave; POTENTE 

Con 81 CV, motore Euro 5 e kit A2 opzionale, offre un design sportivo che richiama la gloria passata del marchio, con livrea bianco-blu-rosso e dettagli distintivi

Triumph Trident 660 Triple Tribute: omaggio alla Slippery Sam

Triumph presenta la Trident 660 Triple Tribute, un'edizione speciale ispirata alla "Slippery Sam". Con grafiche racing e dotazioni premium, offre un motore potente da 81 CV, cambio fluido a sei rapporti con Shift Assist e tecnologie all'avanguardia. Disponibile a 8.595 euro, sarà in vendita da aprile 2024 

Triumph Trident 660 Triple Tribute

Uno sguardo affilato che ricorda la precedente Daytona 675, ma un corpo moto compatto condiviso con la piattaforma Triumph 660. Si presenta cos&igrave; la nuova carenata di Hinckley, la Daytona 660, che prover&agrave; a rovinare la festa sia a Yamaha R7 che a Suzuki GSX-8R, posizionandosi in una fascia un pelo pi&ugrave; premium rispetto alle giapponesi e forse anche un po&#39; pi&ugrave; sportiva, andando a scomodare anche l&#39;Aprilia RS660. Siamo volati fino a Benidorm, in Spagna, per provarla su strada e raccontarvi come va...

TEST Triumph Daytona 660; il ritorno di un mito!

        Uno sguardo affilato che ricorda la precedente Daytona 675, ma un corpo moto compatto condiviso con la piattaforma&nbsp;Triumph 660. Si presenta cos&igrave; la nuova carenata di Hinckley, la Daytona 660, che prover&agrave; a rovinare la festa sia a Yamaha R7 che a Suzuki GSX-8R, posizionandosi in una fascia un pelo pi&ugrave; premium rispetto alle giapponesi e forse anche un po' pi&ugrave; sportiva. Siamo volati fino a Benidorm, in Spagna, per provarla su strada e raccontarvi come va... ovviamente nel nostro solito #sottoesame. Triumph Daytona 660: Design C'&egrave; una cosa che, pi&ugrave; di altre, sta creando discussioni attorno a questa moto: il suo stile. Tra affezionati alla precedente supersportiva Daytona 675 ed estimatori della dinastia Daytona del passato, per molti manca l'originalit&agrave; e la sportivit&agrave; che il marchio di Hinckley ha sempre dato alle sue carenate, molto personali non solo nelle scelte meccaniche ma anche stilistiche.&nbsp; &Egrave; vero che nella variet&agrave; del segmento in cui si inserisce, risulta una delle pi&ugrave; classiche e forse meno sorprendenti nell'estetica, ma le sue linee sono equilibrate e ben studiate, filanti e con uno studio delle proporzioni azzeccatissimo. Ci piace molto il richiamo alla 675 con la presa dinamica al centro del cupolino, e bench&egrave; utilizzi lo stesso proiettore posteriore della Trident, il codino &egrave; pi&ugrave; spigoloso e sportiveggiante. Nel complesso &egrave; bella ed equilibrata, con una percezione pi&ugrave; premium rispetto alla concorrenza. Voto: 8  Triumph Daytona 660: contenuti tecnici e innovazione A spingerla, il gi&agrave; conosciuto motore&nbsp;tricilindrico 660, aggiornato a 95 CV di potenza massima (81 per la Trident da cui deriva)&nbsp; a 11.250 g/min, con oltre l&rsquo;80% dei 69 Nm di coppia massima disponibili a partire da 3.125 g/min, quindi una discreta spinta ai bassi e un allungo fin oltre i 12.000 giri, tipica caratteristica dei propulsori a tre pistoni. 201 kg o.d.m. &egrave; il peso. Come ciclistica offre una forcella Showa Big Piston da 41mm, accoppiata a un monoammortizzatore Showa regolabile nel precarico al posteriore. Doppio disco da 310mm davanti con pinze radiali a 4 pistoncini, un mordente che in Triumph promettono essere di alto livello cos&igrave; come il grip con le gomme Michelin Power 6. La strumentazione &egrave; mista LCD e TFT e riprende lo stesso schema di quella gi&agrave; vista sulla sorella pi&ugrave; turistica, la Tiger Sport 660.&nbsp; L'elettronica prevede&nbsp;tre diverse modalit&agrave; di guida (Sport, Road e Rain), il&nbsp;controllo di trazione e&nbsp;il cambio quickshift bidirezionale (optional). Nel complesso, per essere una moto da meno di 10k, la dotazione tecnica &egrave; pi&ugrave; che buona, e se consideriamo la concorrenza diretta delle giapponesi, &egrave; anche quella che offre la potenza maggiore e che promette pi&ugrave; sportivit&agrave; delle altre. Voto: 8. 5 Triumph Trident 660: Comfort ed ergonomia La posizione di guida ci fa subito capire che per essere una sportiva stradale, &egrave; decisamente ispirata alla pista. Di fatto la triangolazione sella-pedane-manubrio &egrave; abbastanza caricata sull'anteriore e la dinamica della guida &egrave; molto concentrata sulla sensibilit&agrave; dell'avantreno. Questo permette di avere una dinamica di guida pi&ugrave; sportiva rispetto alla concorrenza che abbiamo gi&agrave; citato e di conseguenza un pelo di comfort in meno soprattutto se consideriamo un utilizzo quotidiano o le classiche trotterellate del weekend con compagna/o al seguito, che non sta poi cos&igrave; tanto comodo... ma questa &egrave; una cosa normale in questo segmento. Se invece vi piace fare le tiratine e sentirvi un po' piloti, questa posizione in sella vi dar&agrave; soltanto gioie. Voto: 8  Triumph Trident 660: Piacere di guida e fattore emozionale In sella, la posizione di guida ci fa subito venire voglia di ruotare la manopola del gas, perch&egrave; pur essendo una moto derivata dalla Trident, non rinuncia a un carattere spiccatamente aggressivo che si percepisce fin dai primi metri in sella. La ciclistica si dimostra fin da subito molto sincera con il pilota, che riesce a leggere bene l'asfalto tramite la ruota anteriore, sostenuta da una forcella Showa Big Piston che si comporta bene in tutte le situazioni, e non fa rimpiangere troppo l'assenza di regolazioni.&nbsp; Dove d&agrave; il meglio di s&egrave; &egrave; tra le curve di un misto di montagna, grazie appunto all'ottima comunicativit&agrave; dell'anteriore che non solo va dove vogliamo, ma tende a chiudere la traiettoria e a "mangiarsi" l'interno della curva con voracit&agrave;, soprattutto quando le pieghe hanno angoli importanti. Il posteriore forse si comporta in modo meno sincero, perch&egrave; il mono tende a "sedersi" ad andature spinte. Con una regolazione del precarico siamo riusciti per&ograve; a renderlo un po' pi&ugrave; comunicativo e sincero.&nbsp; Il fiore all'occhiello di questa moto &egrave;, per&ograve;, il motore a tre cilindri, rivisto in maniera eccellente per tirare fuori una sportivit&agrave; genuina. Morbidissimo ai bassi, spinge in maniera consistente ai medi e non si ferma continuando la sua spinta anche oltre i 10.000 giri. I triple hanno un carattere e un sound unico e questo &egrave; confermato anche nella Daytona 660, che tutto sommato preferisce essere sbatacchiata tra una curva e l'altra rimanendo sempre fra i 4.000 e 9.000 giri, range entro il quale coppia e potenza crescono con pi&ugrave; vigore e quindi con pi&ugrave; piacere per chi guida. Menzione speciale a cambio e freni, il primo perch&egrave; con la nuova taratura (sia di ingranaggi che con un pignone da un dente in meno) risulta ottimizzato per la guida allegra, e dalla seconda alla quinta c'&egrave; una spaziatura perfetta che vi far&agrave; rimanere sempre in coppia. I freni, invece, con le pinze radiali e i tubi in treccia si comportano da vera sportiva, con una pompa al manubrio reattiva e modulabile dal mordente efficace fin dal primo millimetro. In pratica, &egrave; una moto che nel suo piccolo, fa godere quelli che si aspettano sportivit&agrave; e divertimento. Non &egrave; la pi&ugrave; agile del segmento, ma &egrave; di sicuro la pi&ugrave; rigorosa ed efficiente sul guidato. Voto: 8.5  Triumph Daytona 660: rapporto qualit&agrave;/prezzo Questo &egrave; uno dei suoi punti forti. Con 9.795 euro ci si porta a casa una sportivetta stradale che possiamo realmente trattare come una moto sportiva, e nel complesso Triumph non tradisce la sua caratteristica di proporre moto dalla componentistica quasi premium anche su fasce di prezzo assolutamente allineate con la concorrenza. Soltanto la strumentazione con il TFT minuscolo non ci fa impazzire, ma nel complesso vi state portando a casa una moto pi&ugrave; prestazionale e rigorosa rispetto alla concorrenza. Il voto per questa categoria &egrave; un bel 9. Triumph Daytona 660: conclusioni Non ti sbatte in faccia un'estetica aggressiva e colorata come le concorrenti, e per questo potrebbe sembrare una "docile", ma in realt&agrave; sotto quel look un po' serioso si nasconde una moto dall'equilibrio ciclistico indiscutibile, dal motore corposissimo e con dei freni che starebbero bene in una moto di categoria superiore. Di contro c'&egrave; un monoammortizzatore forse un po' cedevole quando si spinge e una mappa "Road" con una taratura del gas fin troppo lenta, non in linea con il tipo di moto. Anche le vibrazioni si fanno sentire parecchio sopra i 7.000 giri, sotto invece sono praticamente assenti. Con il prezzo allineato alla concorrenza, potrebbe essere davvero la novit&agrave; "giusta" del segmento delle sportive stradali, che merita una moto con un lato sportivo decisamente spiccato come questa. Voto complessivo 8.5  Triumph Daytona 660: le vostre domande matti_93gt: &egrave; comoda per essere una sportiva? Si deve sempre guardare tutto in modo relativo e la risposta &egrave; "dipende da cosa cerchi in una moto". &Egrave; una sportiva stradale che punta al compromesso fra dna sportivo e sfruttabilit&agrave;. Rispetto alle altre Daytona che l'hanno preceduta &egrave; senza dubbio la pi&ugrave; comoda di tutte, ma rispetto alla concorrenza di R7 e Suzuki &egrave; un po' meno comoda, bench&egrave; la posizione di guida sia pensata per godere della dinamica del mezzo fra le curve.&nbsp;&nbsp; luna_tacqui_valentina: Quando arriva nelle concessionarie? Sono due mesi che la voglio comprare L'attesa del piacere &egrave; essa stessa il piacere, diceva qualcuno. La moto &egrave; ordinabile da ora e puoi farlo in concessionaria o prenotandola online a questo link di Triumph Italia         

Abbiamo messo le mani sulla nuova sportiva stradale di Hinckley che riporta un nome leggendario sui listini di tutto il mondo. Scopriamo come va

Triumph Daytona 660: i voti del #sottoesame

Nello scorso gennaio Triumph ha presentato la Daytona 660, una moto dal design affilato che ricorda quello della Daytona 675. Un look accattivante con superfici smussate e un motore tricilindrico da 660 cc, che eroga una potenza massima di 95 CV sono le caratteristiche principali del modello. Finalmente &egrave; stato svelato il prezzo per il mercato italiano.&nbsp;    Ecco quanto costa  Dal punto di vista della ciclistica, la Daytona 660 &egrave; dotata di una forcella Showa Big Piston da 41 mm e di un monoammortizzatore Showa regolabile nel precarico al posteriore. Il sistema frenante comprende doppi dischi da 310 mm all&#39;anteriore con pinze radiali a 4 pistoncini. Le gomme Michelin Power 6 contribuiscono al grip su strada. La strumentazione della moto &egrave; di tipo misto LCD e TFT, simile a quella della Tiger Sport 660. L&#39;impostazione di guida prevede semimanubri di media altezza, indicando un orientamento pi&ugrave; stradale, supportato dalle tre modalit&agrave; di guida (Sport, Road e Rain) e l&#39;opzionale cambio quickshift bidirezionale. Ma quanto costa in Italia? La moto sar&agrave; disponibile a partire dalla primavera del 2024 a 9.795 euro.  TEST TRIUMPH SPEED 400 E SCRAMBLER 400 X 

Ecco quanto coster&agrave; in Italia il nuovo modello dell&#39;azienda di Hinckley, che sar&agrave; disponibile a partire dalla primavera del 2024

Triumph svela il prezzo della Daytona 660

Uno sguardo affilato che ricorda la precedente Daytona 675, ma un corpo moto compatto condiviso con la piattaforma Triumph 660. Si presenta cos&igrave; la nuova carenata di Hinckley, che prover&agrave; a rovinare la festa sia a Yamaha R7 che ad Aprilia RS660, con la quale condivide un collocamento pi&ugrave; &quot;premium&quot; rispetto alla giapponese.  Bentornata Daytona!    La Daytona 660 lo fa con un look piacevole, superfici smussate e un family feeling che richiama le altre moto della gamma. A spingerla, il gi&agrave; conosciuto motore tricilindrico 660, aggiornato a 95 CV di potenza massima a 11.250 g/min, con oltre l&rsquo;80% dei 69 Nm di coppia massima disponibili a partire da 3.125 g/min, quindi una discreta spinta ai bassi e un allungo fin oltre i 12.000 giri, tipica caratteristica dei propulsori a tre pistoni. 201 kg o.d.m. &egrave; il peso.  Come ciclistica offre una forcella Showa Big Piston da 41mm, accoppiata a un monoammortizzatore Showa regolabile nel precarico al posteriore. Doppio disco da 310mm davanti con pinze radiali a 4 pistoncini, un mordente che in Triumph promettono essere di alto livello cos&igrave; come il grip con le gomme Michelin Power 6. La strumentazione &egrave; mista LCD e TFT e riprende lo stesso schema di quella gi&agrave; vista sulla sorella pi&ugrave; turistica, la Tiger Sport 660.  L&#39;impostazione di guida, con semimanubri di media altezza, non &egrave; troppo caricata sull&#39;anteriore ed &egrave; pensata per un uso principalmente stradale, cos&igrave; come l&#39;elettronica che prevede tre diverse modalit&agrave; di guida (Sport, Road e Rain), il controllo di trazione &egrave; (optional) il cambio quickshift bidirezionale. In Triumph promettono che si tratta di una sportiva pensata per la strada ma che pu&ograve; soddisfare anche tra i cordoli di una pista, sar&agrave; interessante vederla confrontata con le rivali di segmento e capire realmente come si colloca.    Mercato moto: un 2023 a bomba!  Prezzi e disponibilit&agrave;  La Daytona 660 sar&agrave; disponibile in tre colorazioni (grigio matt, rosso e bianco) a partire dalla primavera del 2024. Il prezzo per il mercato inglese &egrave; di 8.595 Sterline, presto conosceremo anche quello dedicato all&#39;Italia. 

Con una nuova sportivetta su piattaforma tre cilindri 660, Triumph riporta sul mercato il nome delle carenate all&#39;inglese, questa volta con un&#39;impostazione meno pistaiola ma con un piglio ancora molto sportivo

Triumph Daytona 660: il ritorno di un nome storico

        Due fari a sviluppo orizzontale che squarciano il buio, un cupolino appena visibile e una carena che corre lungo tutta la fiancata della moto. L'immagine tiene nascoste i dettagli dell'estetica di questa nuova moto perch&egrave; si tratta del teaser che preannuncia l'arrivo della nuova Triumph Daytona 660, una moto che &egrave; gi&agrave; stata paparazzata in passato e che ci aspettavamo di vedere ad EICMA 2023... invece la vedremo giusto all'inizio del nuovo anno. Triumph Daytona 660: la data della presentazione  Con un post sui social viene annunciata la data dell'unveiling, il 9 gennaio. La conosceremo cos&igrave; non solo nell'estetica (che possiamo gi&agrave; intuire) ma anche nelle caratteristiche tecniche che non sono totalmente inedite dato che si tratta di un modello derivato dalla Triumph 660 e dalla versione crossover Tiger Sport 660. La piattaforma, di fatto, rimarr&agrave; la stessa con meccanica a tre cilindri da 660 cc e un telaio che potrebbe rimanere anch'esso invariato.&nbsp; Nella trident il motore eroga una potenza massima di&nbsp;81 CV a 10.250 giri/min, e il 90% della coppia di 64 Nm &egrave; disponibile lungo la maggior parte del contagiri, fino al picco che si raggiunge a 6.250 giri/min. Ci si aspetta gli stessi valori o giusto qualcosina in pi&ugrave; in termini di potenza data la maggiore propensione delle carenate a girare in alto. Nella Trident ci sono 2 riding mode a disposizione, il controllo di trazione (disattivabile) e il ride-by-wire. Le modalit&agrave; di guida si chiamano &lsquo;Road&rsquo; e &lsquo;Rain&rsquo; e c'&egrave; il quickshifter bidirezionale. Molto probabilmente sar&agrave; la stessa dotazione elettronica presente nella nuova Daytona. Non ci rimane che aspettare ancora qualche settimana, nel mentre godetevi le vacanze natalizie. PROVA Triumph Trident 660: i voti del #Sottoesame       

La nuova sportiva stradale media arriver&agrave; ufficialmente nel 2024. Finalmente abbiamo una prima immagine e una data di presentazione al mondo della nuova 660 carenata

Arriva la Triumph Daytona 660: rivelata la data di presentazione

È la sportiva più venduta in Europa: l'abbiamo guidata per 4 turni sul circuito di Vallelunga per capire quanto quel "Extrema" dopo la sigla riesca a fare la differenza. Cliccate play e buona visione!

Video-prova: Aprilia RS 660 Extrema

&quot;Ciao Michele, purtroppo il tester incaricato di effettuare l&rsquo;Italiano Rally con la Tuareg 660 si &egrave; infortunato, avremmo bisogno che tu vada a Gioia dei Marsi col Team Aprilia ufficiale, ci riesci vero?&rdquo;. Dopo un attimo di smarrimento, accetto l&rsquo;incarico e cerco di organizzare le idee per pianificare la partecipazione al Campionato Italiano in cos&igrave; poco tempo. La gara si svolge a ridosso del Parco Nazionale d&rsquo;Abruzzo nelle terre dell&rsquo;orso marsicano, dove i paesaggi mozzafiato non mancano, ma non &egrave; proprio dietro l&rsquo;angolo per chi parte da Modena; infatti i ragazzi di Aprilia hanno fatto i salti mortali per effettuare le operazioni preliminari al mio posto.  Due giorni di Avventura    Sabato mattina ore 7:30 mi presento puntuale davanti ai commissari per formalizzare l&rsquo;iscrizione dell&rsquo;ultimo secondo e mi fiondo al paddock per prendere contatto col team e soprattutto con la Tuareg che mi accompagner&agrave; in questi 2 giorni di &ldquo;avventura&rdquo;. Ad accogliermi, Vitto Guareschi, il boss della squadra Aprilia che supervisiona ogni cosa con grande professionalit&agrave;, e Paolo Pettinari il pilota ufficiale che corre nella neonata classifica GPX. Questa categoria affianca il tradizionale motorally con navigazione a roadbook; la differenza principale &egrave; proprio quella relativa alla navigazione, nella quale si deve seguire una traccia GPS su un dispositivo digitale, per intenderci un po&rsquo; come quando si guida con Google Maps su strada. Per agevolare la navigazione in off-road vengono forniti dei waypoint che riportano indicazioni aggiuntive, delle icone visibili sulla mappa che forniscono informazioni sui pericoli o sulle svolte da effettuare sul percorso. Dopo le prime presentazioni con tutti i componenti del team mi cambio velocemente nell&rsquo;hospitality; ho solo un&rsquo;ora prima della partenza per carpire da Paolo almeno le basi di questa nuova navigazione &ldquo;digital&rdquo; ed effettuare con i meccanici un primo setting di base della moto.  USATO, APRILIA PEGASO 600: PERCH&Eacute; ACQUISTARLA OGGI  Prima di tutto il sistema di navigazione    Mi siedo in sella e prendo confidenza con il mio &ldquo;ufficio&rdquo;, nel frattempo Paolo mi accende il tablet di WLP.com tramite il tasto rosso sul lato del supporto collegato alla torretta della moto. Si tratta di un &ldquo;tablet rugged&rdquo; (dispositivi resistenti agli urti e impermeabili ad acqua e polvere, n.d.r.) con sistema operativo Android e dotato di un&rsquo;antenna GPS esterna professionale; l&rsquo;app, disponibile sia per dispositivi Android che Apple, si chiama Navirally ed &egrave; stata sviluppata da Jellyfish Solutions in collaborazione con WLP. com e viene utilizzata dalla Federazione per chi vuole partecipare alle gare di Campionato Motorally. Circa un&rsquo;ora prima della partenza si pu&ograve; scaricare direttamente dall&rsquo;app il file contenente le tracce e i waypoint di giornata in modo da poterli visionare e personalizzare a piacere; per le tracce si pu&ograve; scegliere se attivarle o meno, il colore, lo spessore e se visualizzare le frecce direzionali per capire se la stiamo percorrendo nella direzione corretta. Per i waypoint c&rsquo;&egrave; la possibilit&agrave; attivarli o meno, di scegliere il colore e soprattutto a che distanza attivare la descrizione a schermo. Questa regolazione &egrave; molto importante soprattutto quando ci sono pi&ugrave; waypoint in sequenza, per evitare che appaia la descrizione del WP sbagliato facendoci commettere errori di navigazione.  Uno sguardo alla ciclistica    Preparato il sistema di navigazione, &egrave; il momento della Tuareg 660; Vitto mi comincia a descrivere le modifiche apportate alla moto per la partecipazione al Campionato. Parliamo di modifiche minimali, dato che la base di partenza &egrave; gi&agrave; molto competitiva: per il propulsore sono stati sostituiti lo scarico, con quello disponibile a catalogo accessori Aprilia della SC Project, e il filtro aria in spugna lavabile; per il reparto sospensioni si sono affidati alla cura dei bravissimi tecnici di Andreani che hanno sostituito le cartucce della forcella originale KYB e hanno installato un mono Ohlins pluriregolabile. &Egrave; stato ingegnerizzato e prodotto un paramotore pi&ugrave; resistente direttamente da GCorse per proteggere gli organi meccanici e una torretta per il supporto della strumentazione; infine modificati i cerchi con canale pi&ugrave; stretto come le moto da enduro monocilindriche per utilizzare gomme Metzeler 6Days Extreme 90/90-21&rdquo; e 140/80-18&rdquo;, ovviamente con mousse. Sistemata la posizione del manubrio e delle leve, un primo setting idraulico delle sospensioni e sono pronto a partire! Con Paolo ci siamo spostati dal paddock alla piazza di Gioia dei Marsi dove gli oltre 200 iscritti stanno transitando sotto l&rsquo;arco di partenza; in attesa del mio turno chiacchiero cercando di stemperare la tensione che si crea prima dell&rsquo;inizio di una gara importante.&nbsp;  La partenza    Arriva il mio momento, spingo senza difficolt&agrave; la moto sotto l&rsquo;arco, dove il commissario mi consegna la tabella oraria, il display dei cronometristi visualizza il mio orario di partenza, accendo la moto, ingrano la marcia e via! Il primo trasferimento di circa 10 km mi permette a malapena di prendere confidenza con la moto e la navigazione, e senza quasi accorgermene sono allo start del primo settore selettivo di giornata! L&rsquo;adrenalina si fa sentire, cerco di preparare tutto alla perfezione, lo zoom dell&rsquo;app corretto, stacco controllo trazione e ABS, lego il cavalletto con l&rsquo;elastico di sicurezza e m&rsquo;immedesimo nel ruolo di pilota&hellip; Ah no, oggi faccio il giornalista e per fortuna mi ricordo di accendere l&rsquo;action-cam sul casco!  3&hellip; 2&hellip; 1&hellip; si parte!   Il vigore del bicilindrico Aprilia mi piace e mi fiondo velocissimo lungo uno stretto single track dove l&rsquo;agilit&agrave; della moto mi sorprende: nei cambi di direzione &egrave; velocissima e la trazione non manca, mi avvicino ai primi waypoint e sul display si attiva la descrizione che riesco a leggere abbastanza bene grazie alla buona luminosit&agrave;. Dopo un paio di km in una svolta secca a sinistra per&ograve; qualcosa non funziona alla perfezione, la freccia si blocca e sfilo la nota di 100-200 metri, ma appena il GPS riprende il segnale mi accorgo dell&rsquo;errore e rientro con molta attenzione sulla traccia e riprendo a spingere forte! La speciale si conclude dopo circa 16 km con qualche altro piccolo errore di navigazione (il problema al GPS &egrave; stato poi prontamente risolto con la sostituzione dell&rsquo;antenna difettosa), ma la moto si comporta davvero egregiamente: uno dei dettagli che mi ha maggiormente stupito &egrave; stato il cambio elettronico, che mi ha permesso di cambiare senza frizione anche in offroad. Una bella comodit&agrave;!  Un piccolo break  Finisco il selettivo in 5&deg; posizione e proseguo per altri 140 km negli spettacolari panorami abruzzesi per poi rientrare al paddock per l&rsquo;assistenza di met&agrave; gara. Il team Aprilia appena arrivato fa un check completo sulla moto e mi chiede le prime sensazioni: chiedo d&rsquo;indurire la compressione idraulica della forcella e di ammorbidire il mono posteriore che mi sembra anche un po&rsquo; troppo precaricato per il mio peso. Tempo di togliermi il casco e vengo rifocillato con un bel panino con prosciutto di Parma (Guareschi Moto ha la sede a Parma, n.d.r.), nemmeno il tempo di mangiare e mi accorgo che i meccanici sostituiscono completamente la forcella con una pi&ugrave; sostenuta fornita direttamente da Andreani (sempre presente alle gare di motorally ormai da 3 anni, n.d.r.); salgo in sella, mi controllano il SAG del mono posteriore (l&rsquo;affondamento statico della sospensione che si regola variando il precarico della molla) che era troppo rigido.  Secondo giro    Riparto dopo l&rsquo;assistenza e raggiungo la seconda prova speciale: la moto ora &egrave; molto pi&ugrave; stabile ed equilibrata a livello di sospensioni, dandomi maggior fiducia per provare a spingere un po&rsquo; di pi&ugrave;. Nella seconda speciale parto sempre ultimo: l&rsquo;ordine di partenza viene infatti stabilito in base alla classifica della gara precedente, che io non ho fatto. Il nuovo setting mi d&agrave; parecchia fiducia: voglio provare a spingere un po&rsquo; per vedere come reagisce la Tuareg. Parto forte e dopo poche&nbsp;curve comincia un tratto enduristico in salita dove trovo numerosi piloti piantati, ma in un modo o nell&rsquo;altro riesco a passarli tutti cercando di perdere meno tempo possibile; la speciale prosegue su percorsi sempre pi&ugrave; veloci dove tocchiamo punte ben oltre i 100 km/h, la moto ora ha un grande equilibrio e mi permette di guidare con maggior sicurezza. Una delle cose pi&ugrave; interessanti che ho riscontrato rispetto alle competitor &egrave; stata l&rsquo;ergonomia in sella, perch&eacute; mi permette di spostarmi in avanti col corpo quasi come una enduro &ldquo;vera&rdquo;, grazie al serbatoio non troppo alto e largo. Alla fine della speciale sono soddisfatto, ma visti tutti i sorpassi che ho dovuto fare non ho nemmeno guardato i tempi. Percorro agevolmente gli ultimi km di trasferimento e raggiungo l&rsquo;arrivo. Vedo i ragazzi della squadra super carichi a festeggiare il secondo tempo di speciale a soli otto decimi dal primo.&nbsp;  Un&#39;esperienza unica    Insomma, vado a podio con una moto su cui ero salito per la prima volta la mattina stessa. Che spettacolo! E la sera, grande festa al paddock con tutti i ragazzi del Team, con Franco (&ldquo;Dessi&rdquo;, il responsabile dell&rsquo;hospitality) che griglia come se non ci fosse un domani! La domenica si svolge la seconda giornata di gara dove ottengo nuovamente un 2&deg; posto ma questa volta dietro ad un super Pettinari, portando le due uniche Tuareg al via sui gradini pi&ugrave; alti del podio. Che dire... un test di una moto che mi ha stupito fin dai primi metri! Insomma, ringrazio InMoto e Aprilia per l&rsquo;opportunit&agrave;, Vitto Guareschi, tutto il suo team ma anche i piloti ufficiali Cerutti, Montanari e Pettinari per il bellissimo ambiente che hanno saputo creare in questa due giorni abruzzese.    APRILIA, NOVIT&Agrave; PER RSV4 E TUONO V4: LE VEDREMO ALL&#39;ALL STARS? 

Con una moto quasi di serie nella neonata categoria GPX, assistiti dal team di &quot;Vitto&quot; Guareschi. Il risultato? Due podi e tanto divertimento

All&#39;Italiano Motorally con l&#39;Aprilia Tuareg 660: ecco come &egrave; andata

La Tuareg 660 del Team Aprilia, in occasione del Campionato Italiano di Rally, è stata leggermente modificata, con un nuovo scarico, filtro aria e sospensioni migliorate. Grazie alle prestazioni, la moto ha ottenuto  ottimi risultati nelle prove speciali, finendo sul podio in entrambe le giornate di gara

Aprilia Tuareg 660

Un giro di pista con l&#39;ultima versione della media sportiva di Noale che si differenzia per parti in carbonio ed un nuovo scarico SC-Project. Interventi che limano di altri 3 Kg il peso complessivo della moto

Aprilia RS 660 Extrema: il video onboard a Vallelunga

L&rsquo;Aprilia domina nuovamente il Campionato Italiano GPX dedicato agli appassionati della guida in fuoristrada.&nbsp; Il nostro pilota tester Michele Pradelli , in sella alla Aprilia Tuareg 660, dopo uno splendido secondo posto nella gara di sabato, si &egrave; ripetuto domenica arrivando dietro al compagno di squadra Paolo Pettinari che sabato aveva concluso in quinta posizione. Le due Tuareg a podio sono sostanzialmente moto di serie, equipaggiate soltanto con le minime modifiche necessarie ad affrontare una competizione.    L&#39;Aprilia splende anche nell&#39; Italiano Motorally  Dopo la doppietta ottenuta all&rsquo;esordio, a Gioia dei Marsi (L&rsquo;Aquila), le Tuareg 660&nbsp;affidate ai piloti Jacopo Cerutti e Francesco Montanari si confermano al vertice nella terza e quarta prova di campionato. In particolare,&nbsp;Cerutti dopo la mancata vittoria assoluta a Riotorto per 25&rdquo;, sfiora ancora il successo per soli 17&rdquo;. Questo weekend ha iniziato chiudendo la giornata del sabato in quinta posizione, secondo nella classe G-1000 dopo una bella battaglia con Alessandro Botturi (Yamaha), ma nel rally della domenica &egrave; tornato a dominare, arrivando a un soffio dal vincitore assoluto Leonardo Tonelli (Gas Gas 350). Montanari, invece, alla guida della seconda Tuareg 660 targata Aprilia Racing, si &egrave; classificato quarto il sabato a causa di un inconveniente al freno posteriore e terzo nella giornata di domenica portando due Adventure di Noale sul podio.    Com&rsquo;&egrave; equipaggiata l&rsquo;Aprilia Tuareg 660 nel Campionato Italiano Motorally  La versione da competizione dell&rsquo;Adventure di Noale, realizzata in collaborazione con GCorse dei fratelli Gianfranco e Vittoriano Guareschi, &egrave; dotata di sospensioni &Ouml;hlins by Andreani, scarico completo in titanio SC Project e filtro aria specifico Sprint Filter. Particolare &egrave; anche la collaborazione con Metzeler, che ha scelto Aprilia per lo sviluppo delle gomme da usare nei rally raid.  I piloti, Cerutti: &rdquo;Prestazione super&rdquo;; Montanari: &rdquo;Miglioriamo sempre&rdquo;    &ldquo;&Egrave; stato un grande fine settimana! - dichiara Cerutti a fine gara - Pensavo avremmo faticato un po&rsquo; su questi percorsi, con tanti sassi smossi e prove speciali piuttosto veloci. Sabato ho impiegato un po&rsquo; di tempo a riadattarmi alla moto, mentre Botturi &egrave; partito subito fortissimo. Domenica, invece, abbiamo dato il massimo ed &egrave; venuta fuori una prestazione super. Ho cercato di sfruttare i punti di forza della moto, ossia la maneggevolezza e la facilit&agrave; di guida nei sentieri pi&ugrave; guidati, e ho cercato di tenere duro sul veloce. Abbiamo lottato ancora una volta per la vittoria assoluta: ci siamo andati ancora pi&ugrave; vicini, e senza dubbio ci riproveremo!&rdquo;.  &ldquo;Sono soddisfatto del weekend - ha affermato Montanari - la moto si &egrave; comportata benissimo, ho guidato bene, e in entrambe le giornate i nostri piazzamenti, in termini di classifica assoluta, sono stati davvero buoni. Sabato nonostante un problema al freno posteriore ho potuto chiudere la G-1000 al quarto posto, mentre domenica &egrave; andata ancora meglio, col terzo posto. Miglioriamo sempre e i risultati lo stanno dimostrando&rdquo;. 

Il nostro tester Michele Pradelli, conquista il secondo posto dietro a Pettinari. Podio anche per Cerutti e Montanari: secondo e terzo nel Motorally

Campionato italiano GPX: doppietta Aprilia e InMoto sul podio

        L'Aprilia Tuareg 660, guidata da Jacopo Cerutti, ha vinto tutte e tre le giornate di gara dell'ultimo fine settimana. Parliamo delle prime due prove del Campionato Italiano Motorally e la prima prova del Tricolore Raid TT, che si sono svolte a Riotorto, in provincia di Livorno.  USATO, APRILIA SHIVER 750: BRIVIDI DI PIACERE Grandi prestazioni per la Tuareg L'enduro veneta ha trionfato nella categoria G-1000, riservata alle pluricilindriche oltre 600 cc. Dopo aver vinto la giornata del venerd&igrave;, valida per il Campionato Italiano Raid TT, Jacopo Cerutti ha stupito tutti con una doppietta nel prestigioso Tricolore Motorally, dove ha gareggiato contro le pi&ugrave; leggere monocilindriche da enduro. Cerutti ha chiuso la prova del sabato al secondo posto assoluto, a soli 25" dalla vittoria, un risultato senza precedenti per una moto bicilindrica. Il pilota ha concluso la giornata della domenica al quinto posto assoluto. &ldquo;Sono contentissimo, non mi aspettavo di essere subito cos&igrave; in alto!", le parole di Cerutti. "Eravamo consapevoli di essere competitivi e mi aspettavo di potermi giocare la vittoria nel confronto con le altre bicilindriche, ma arrivare addirittura a impensierire le moto da enduro specialistiche &egrave; stata una grande sorpresa. Abbiamo vinto sfiorando addirittura il colpaccio della classifica assoluta e questa &egrave; una chiara dimostrazione del potenziale della moto, che &egrave; altissimo. La Tuareg 660 &egrave; molto maneggevole e si guida veramente bene nel misto stretto, e questa sua caratteristica mi ha aiutato tanto nelle prove speciali, molto tecniche, che abbiamo affrontato nel weekend. Dovremo lavorare in vista delle gare con percorsi pi&ugrave; scorrevoli, ma sappiamo gi&agrave; come intervenire per essere performanti anche sul veloce. Gareggiare ci aiuta a capire su quali aspetti concentrarci per progredire ancora in vista dei nostri impegni futuri, il lavoro di sviluppo &egrave; appena iniziato&rdquo;.  Anche la seconda Tuareg 660 di Aprilia Racing, guidata da Francesco Montanari, ha ottenuto un terzo posto nel Raid TT del venerd&igrave;, seguito dal podio del giorno successivo nella prima prova dell'Italiano Motorally. Il pilota ha poi chiuso la giornata di domenica al settimo posto a causa di una penalit&agrave;. Questo invece il commento di Montanari: &ldquo;Sono soddisfatto perch&eacute; sono partito subito bene, con un terzo posto al venerd&igrave;, e un altro terzo nella prima prova del Motorally, sabato, nonostante qualche errore di lettura del roadbook. Domenica, nella seconda prova, ho perso un po&rsquo; di tempo a causa di una scivolata, ma la cosa pi&ugrave; importante &egrave; che ho vissuto un fine settimana in crescendo. Abbiamo lavorato bene facendo alcune modifiche alle sospensioni e ora il mio feeling con la moto &egrave; ottimo. Mi sono davvero divertito a guidare, sento che posso forzare quando &egrave; necessario e Jacopo ha dimostrato che il potenziale &egrave; altissimo. Essere in squadra con lui &egrave; uno stimolo pazzesco, non vedo l&rsquo;ora di affrontare il prossimo appuntamento per provare a stare ancora pi&ugrave; in alto!&rdquo;. Come &egrave; fatta la TUareg 660 per i Rally&nbsp; La versione da competizione della Aprilia Tuareg 660 &egrave; stata sviluppata da Aprilia Racing con la collaborazione tecnica di GCorse dei fratelli Gianfranco e Vittoriano Guareschi. La moto &egrave; equipaggiata con sospensioni &Ouml;hlins by Andreani, scarico completo in titanio SC Project e filtro aria specifico Sprint Filter. Metzeler ha collaborato con Aprilia per sviluppare i prodotti per un futuro impiego nei rally raid, e la Tuareg 660 ha vinto a Riotorto montando pneumatici Metzeler Karoo specifici per l'utilizzo nelle competizioni raid e motorally. L'Aprilia Tuareg 660 ha anche fatto un'ottima figura nel neonato Campionato Italiano GPX, un format di rally con navigazione semplificata tramite tracce GPS, nato quest'anno per rendere accessibile la disciplina ai tanti appassionati della guida in fuoristrada. Paolo Pettinari ha ottenuto una vittoria nella seconda delle tre prove in programma nel weekend toscano, con una Tuareg 660 sostanzialmente di serie, equipaggiata soltanto con le minime modifiche necessarie ad affrontare una competizione.  APRILIA TUAREG 660, GLI ACCESSORI SW-MOTECH PER OGNI TIPO DI VIAGGIO        

Dal Campionato Italiano Motorally al Tricolore Raid TT: l'enduro di Noale domina grazie anche al talento di Jacopo Cerutti e Francesco Montanari

Aprilia Tuareg 660, grande debutto nei rally raid

        Tutto ci&ograve; che serve a un motociclista che si appresta ad affrontare un lungo viaggio. &Egrave; questo il fine ultimo dei nuovi accessori che SW-Motech ha realizzato per Aprilia Tuareg 660, dai portapacchi fino alle protezioni paramotore. SW-Motech, le borse per Tuareg 660  Per quanto riguarda i portapacchi, disponibili le unit&agrave; SLC e i portapacchi laterali PRO rimovibili, che possono essere fissati ai punti di montaggio originali. Disponibili anche le robuste borse in alluminio TRAX, in argento o nero, dalle ampie capacit&agrave; di carico, per proteggere l'Adventure di Noale da polvere e umidit&agrave;. Le borse impermeabili SysBag WP sono invece pi&ugrave; adatte ai viaggi brevi. Il bauletto TRAX e l'Urban ABS completano il quadro. SW-Motech, le protezioni per Tuareg 660  I percorsi impervi e off-road possono riservare brutte sorprese alla carrozzeria della moto. SW-Motech provvede con una barra di protezione, un tubo d'acciaio personalizzato e un paramotore di serie in lamiera di alluminio. Sono disponibili anche i paramani Kobra e la protezione del collettore. SW-Motech, rialzo manubrio per Tuareg 660  Da sottolineare la possibilit&agrave; di alzare il manubrio: le parti in alluminio personalizzate infatti forniscono un rialzo di 20 o 32 mm e allo stesso tempo spostano il manubrio indietro di 30 o 25 mm. L'anodizzazione di alta qualit&agrave; inoltre protegge i rialzi da graffi e usura del tempo. Infine, ecco la pedana EVO con 36 variazioni in tutte le direzioni e la gomma superiore che pu&ograve; essere rimossa. APRILIA RACING TORNA NELLE COMPETIZIONI OFF-ROAD CON LA TUAREG       

Borse, portapacchi, protezioni e non solo, tutto per l'Adventure di Noale

Aprilia Tuareg 660, gli accessori SW-Motech per ogni tipo di viaggio

Dopo averla vista in occasione di EICMA 2022, la RS 660 Extrema, variazione sul tema della media sportiva Aprilia &egrave; pronta ad arrivare in vetrina. Vanta, un bel rapporto peso/potenza: 166 kg a secco (-3 Kg rispetto alla standard) per 100 CV di potenza, il che dovrebbe renderla ancora pi&ugrave; divertente su strada e anche efficace in pista. Uno specifico merito va al suo equipaggiamento di serie, caratterizzato anzitutto da un nuovo e pi&ugrave; leggero impianto di scarico omologato by SC Project con terminale in carbonio posizionato sul lato destro e non sotto il motore.    Caratteristiche della RS 660 Extrema  Insieme alla moto &egrave; anche data la staffa di supporto del silenziatore in alluminio anodizzato nero, grazie alla quale si possono togliere le pedane per il passeggero, alleggerendola ancor di pi&ugrave;. Infine c&#39;&egrave; il nuovo puntale sotto il propulsore con un nuovo design in carbonio.  La sella del passeggero &egrave; data con la Extrema, che ha l&rsquo;omologazione biposto. Passando all&#39;elettronica, la versione sportiva della RS 660 &egrave; dotata di un software in grado di settare il cambio quick shift in configurazione rovesciata. Il cambio pu&ograve; essere cos&igrave; configurato autonomamente, sia in versione stradale che rovesciata. La livrea dell&#39;Aprilia &egrave; biancorossa, il che la rende oltre che identificabile, molto fiammeggiante.  Prezzo e disponibilit&agrave;    La RS 660 Extrema arriver&agrave; ad aprile al prezzo di 13.499 euro f.c.  APRILIA E MOTO GUZZI DAYS 2023: PORTE APERTE A MARZO 

il nuovo allestimento della media sportiva di Noale vanta un migliore rapporto peso/potenza

Aprilia RS 660 Extrema, presto in concessionaria: prezzo e disponibilit&agrave;

Gli Aprilia Days sono l’occasione per scoprire le novità della Casa di Noale per il 2023, a partire dalle nuove livree per la sportiva RSV4 e la gamma RS 660, con le inedite varianti grafiche Tribute e Racing Black. 

Aprilia, nuovi colori per RSV4 e RS 660

Come un fulmine a ciel sereno, in Cina Voge ha deciso di annunciare modelli inediti e inattesi. Il pezzo forte di questa nuovissima gamma &egrave; senza dubbio la supersportiva RR 660 Infinity, della quale per ora si conosconi pochissimi dettagli. La moto verr&agrave; presentata ufficialmente nel corso del 2023.  VOGE TROFEO 525ACX IN ARRIVO LA SCRAMBLER CON IL 19&quot;  Quello che si sa sulla RR 660 Infinity  Non esistono attualmente scatti che ritaggono in modo completo il modello, ma stando a vedere i progetti, l&#39;assetto sportivo &egrave; indubbio, e sembra candidarsi a sfidare mezzi come Aprilia RS 660 (per cubatura) ma anche la CBR 650 R per architettura del motore. In comune con quest&#39;ultima, infatti, la RR 660 Infinity vanta un quattro cilindri in linea, primo motore con pi&ugrave; di 650 cc per Voge. Inoltre, in questo caso non si tratta apparentemente di una copia di un modello gi&agrave; collaudato, come avviene di solito in Cina, ma di uno sviluppo interno di Loncin. Il motore, con raffreddamento ad acqua, iniezione, doppio albero a camme in testa e 16 valvole, dovrebbe raggiungere i 13.000 giri/min e produrre oltre 100 CV. Con questa potenza la moto dovrebbe accelerare da 0 a 100 km/h in 3,5 secondi e raggiungere una velocit&agrave; massima di &quot;oltre 200 km/h&quot;.&nbsp;  Per quanto riguarda la ciclistica e l&#39;equipaggiamento, l&#39;impianto frenante &egrave; Brembo ed &egrave; previsto l&#39;ABS e controllo dello slittamento. La forcella e l&#39;ammortizzatore saranno componenti regolabili di Kayaba . La Voge RR 660 Infinity, di cui &egrave; ancora sconosciuto il peso, avr&agrave; inoltre un forcellone posteriore a braccio singolo.    PONTE CINA-EUROPA: L&#39;INTRECCIO DEGLI AFFARI CON L&#39;ORIENTE  &nbsp;  &nbsp; 

La moto &egrave; stata annunciata in Cina a febbraio: sar&agrave; equipaggiata con un quattro cilindri che eroga 100 CV di potenza. La velocit&agrave; massima raggiungibile &egrave; di 250 km/h

Voge, sbuca una sportiva 4 cilindri: ecco la prossima RR 660 Infinity

Qualche mese fa vi abbiamo raccontato la storia di Aprilia alla Dakar con la RXV 4.5, un periodo che ricordiamo con nostalgia e che anche in Aprilia Racing vorrebbero riportare alla luce grazie al progetto Back to Africa. Si tratta, in concreto, di un nuovo programma che vedr&agrave; la Tuareg 660 partecipare a gare rally raid in maniera ufficiale. La Dakar non &egrave; per il momento fattibile (Il regolamento ammette solo 450 monocilindriche da enduro) ma il ritorno di Aprilia all&#39;offroad &egrave; una gran bella cosa.  La cosa importante &egrave; che Aprilia torna a sporcarsi di fango    A sviluppare il progetto ci pensano i F.lli Guareschi e la loro GCorse, che sta mettendo a punto la Tuareg da gara, e i piloti Jacopo Cerutti (pluricampione italiano Motorally) e Francesco Montanari (anche lui pilota nel tricolore Motorally). La struttura e lo sviluppo del mezzo sono seguiti da vicino da Aprilia Racing.  &ldquo;Col progetto &lsquo;Back to Africa&rsquo; Aprilia Racing torna al mondo off road, alle competizioni che ne decretarono la nascita. Vogliamo continuare a crescere nel motomondiale e nelle gare in pista. - commenta Massimo Rivola, AD di Aprilia Racing - Vogliamo scovare nuovi talenti nel nostro Campionato SP 250 e nel Trofeo RS 660, ma accanto a queste attivit&agrave; apriamo un progetto tutto nuovo con la straordinaria Aprilia Tuareg. &Egrave; un ulteriore segno di sviluppo per un reparto corse che &egrave; molto cresciuto negli ultimi anni arrivando a risultati mai raggiunti prima da Aprilia&rdquo;.    Gli fa eco Romano Albesiano, Direttore Tecnico dell&#39;azienda veneta:&ldquo;Raccogliamo il testimone di una storia di grande successo. Aprilia &egrave; l&rsquo;ultima marca italiana ad aver vinto una tappa alla Dakar e risale al 2010 l&rsquo;ultimo podio nella classifica generale. Ora siamo solo ai primi passi di un progetto totalmente nuovo e la stagione 2023 servir&agrave; proprio ad avviare il percorso che dovr&agrave; riportarci alle grandi gare nel deserto, ma certamente la moto che nascer&agrave; si fonder&agrave; sui valori che da sempre rappresentano Aprilia nelle gare, ovvero l&rsquo;innovazione al servizio della performance&rdquo;.  Con un&#39;ufficialit&agrave; del genere, possiamo aspettarci belle cose dal 2023 di Aprilia, e non vediamo l&#39;ora di vedere una Tuareg 660 messa gi&ugrave; da gara... magari l&#39;antipasto di una futura versione estrema di serie!    Aprilia: c&#39;&egrave; la fasatura variabile nel futuro della RSV4 

Con il progetto &quot;Back To Africa&quot; Aprilia sta sviluppando una Tuareg 660 da gara insieme ai F.lli Guareschi e ai piloti Jacopo Cerutti e Francesco Montanari. &Egrave; il ritorno alle competizioni rally dopo l&#39;ultima avventura alla Dakar

89 risultati per '660'

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